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DS16GAMMA - MISSIONE 18 RSS DS16GAMMA - Missione 18

18.14 "Domande e risposte"

di T'Lani , Pubblicato il 11-04-2017

Deep Space 16 - Sala ologrammi - 10/06/2396 - ore 19:00


"Io non so che cosa mi sia successo, dottore - stava dicendo Tara Keane - In qualche modo, ero consapevole di quello che stavo facendo. ma era come se avessi percepito un ordine diretto a liberare il Vimalum... E non avessi altra scelta che quella di obbedire."
Il dottor Sonx le girava attorno per esaminarla con il sensore del suo tricorder medico. Gruppi di tecnici stavano esaminando la sala ologrammi, sotto lo sguardo scuro del capitano. Tara si chiese se l'uomo stesse pensando che lei fosse in qualche modo compromessa in quella faccenda. L'ufficiale scientifico stava controllando la zona in cui erano apparsi i due alieni. In piedi vicino al capitano, l'ambasciatore Dothrak parlava ai membri del suo staff che avevano partecipato alla trappola. Il piano era andato a segno, pensò Tara. Erano riusciti a far uscire il loro nemico allo scoperto. Per un po', almeno.
"Questo è strano..." - mormorò il dottor Sonx, prima di richiudere il tricorder con uno scatto. Tara lo guardò, interrogativa.
"Che cosa ha trovato?"
"Oh, niente che metta in pericolo la sua vita, comandante - si affrettò a tranquillizzarla il medico - Ma preferirei che venisse in infermeria a sottoporsi ad un esame più approfondito."
"Non abbiamo tempo per questo genere di cose! - protestò Tara - Quegli alieni, chiunque fossero, non hanno manifestato alcuna intenzione di restituirci gli ostaggi o di interrompere il loro esperimento. Se non è indispensabile, perché dovrei..."
"Se è indispensabile o no, è solo il medico a poterlo valutare, comandante - ribatté il dottor Sonx - A proposito di esperimenti, lei non è stata per caso di recente in una qualche missione indietro nel tempo, vero?"
"Indietro nel tempo? Certo che no! - esclamò Tara - Ma perché? Cosa ha trovato?"
Il capitano si girò, drizzando le antenne. Si avvicinò a grandi passi:
"Ecco una buona domanda. Soprattutto perché vuol dire che qualcuno finalmente ha trovato qualcosa. Dottore?"
Il denobulano sospirò:
"Non ne vorrei parlare prima di aver fatto ulteriori esami... Comunque, sembra che il mio strumento abbia rilevato una piccola percentuale di particelle croniton nel comandante Keane. Ma forse è solo il tricorder ad essere tarato male." - accese di nuovo il tricorder, rivolgendo il sensore su sé stesso. Osservò il piccolo monitor, scuotendo la testa.
"No, qui non c'è niente - guardò il capitano, accennando allo strumento:
"Le dispiace, capitano?" - domandò. Shran corrugò la fronte, ma acconsentì.
"Ecco... - mormorò il dottor Sonx dopo un istante - In minima percentuale, ancora inferiore a quelle del comandante Keane, ma ci sono delle particelle croniton anche in lei, capitano"
Shran corrugò la fronte:
"Non capisco come potremmo essere stata esposti a particelle croniton... Il tunnel spaziale non ne produce, che io sappia."
"Potrebbe essere il Vimalum? - suggerì Tara - Sappiamo già che emette particelle theta... E' così che l'abbiamo rintracciato in primo luogo. Le particelle theta si accompagnano spesso a radiazioni di tipo croniton."
"Se è così, questo posto dovrebbe essere pieno di particelle croniton. Darò ordine che sia bonificato - disse Shran - Intanto lei, Tara vada in infermeria con il dottore."
Tara fece per dire qualcosa, ma sopra la spalla del capitano, incrociò lo sguardo dell'ambasciatore Klingon.
L'uomo le accennò lievemente, appena quel tanto da indurla a mordersi le labbra.
"Si, signore" - disse e si girò verso il dottor Sonx. Il denobulano chinò gli occhi troppo rapidamente per non farle capire che si era accorto dello scambio.

Lo Shar'ar Dosh interruppe brutalmente Claire: "So chi siete...noi esploriamo le menti con i medesimi scopi." Fece una breve pausa e poi riprese a parlare:" Molti degli Shar'ar Dosh pensano che non sia giusto operare contro il volere delle razze e io la penso cosi...sono qui per aiutarvi."

Luogo sconosciuto - 10/06/2396


"Aiutarci?" - domandò Riccardi
In silenzio, guardandosi l'un l'altro, il gruppo dei rapiti si stava accostando all'alieno, alla spicciolata. L'essere dalla brillante armatura rossa non sembrava preoccupato o innervosito dal numero delle persone che quasi lo circondavano. Questo spinse Claire Drillrush a fare a sua volta un passo in avanti, stando attenta a non fare movimenti bruschi o che potessero essere interpretati come una minaccia.
*Anche se nessuno può dire che tipo di movimenti possono essere interpretati come minacciosi da un essere che proviene da una cultura completamente differente * - nella sua mente riecheggiarono le parole del suo vecchio insegnante del corso di Primo contatto all'Accademia.
"Non deve preoccuparsi. So che non avete intenzioni ostili" - disse l'alieno - Sento la vostra cautela. La vostra diffidenza nei miei confronti..."
Il becco di uccello dell'armatura si spostò dall'uno all'altro degli uomini che si erano avvicinati:
"Conosco ognuna delle vostre razze - disse l'alieno - So chi siete. Non avete ragione di temermi. Sono dalla vostra parte"
"Può leggermi nel pensiero?" - domandò Claire.
"Sono Shar'ar Dosh." - rispose semplicemente l'altro.
"Ha detto che vuole aiutarci - riprese Riccardi - Come pensa di farlo?"
La testa dell'alieno si chinò leggermente verso il basso:
"Le mie possibilità sono limitate - rispose - Altri Shar'ar Dosh non condividono le mie idee."
"Come pensa di aiutarci, allora?" - domandò Claire.
"Vi indicherò la strada - disse lo Shar'ar Dosh - Compreso il cammino, voi potrete liberare voi stessi"
"Ma perché non ci porta via di qui? - interloquì Resed - Perché non ci riporta alla nostra Base, se vuole veramente aiutarci? Voglio dire... Se la sua gente ci ha portato fino qui, perché non possono fare la stessa cosa, al contrario?"
"Stia calmo, marinaio Resed - ordinò secca Claire. Quindi, rivolta all'alieno:
"Se ha letto nelle nostre menti, sa che ormai abbiamo capito di essere prigionieri di una simulazione. Come facciamo ad uscirne?"

Deep Space 16 - Studio dell'ambasciatrice vulcaniana - 10/06/2396 - ore 19:45


"E' una situazione senza uscita! - brontolò Shran - Gli Shar'ar Dosh non solo leggono nel pensiero, ma possono influenzare i nostri ad agire nel loro interesse. Come facciamo a combatterli, allora?"
Shran aveva lasciato a Ramar Roberts il compito di completare le rilevazioni nella sala ologrammi, e si era diretto verso gli appartamenti dell'ambasciatrice. Non sapeva neanche lui perché i suoi passi lo avessero portato lì, anziché al suo studio, o al suo alloggio o al diavolo che gli aveva messo di fronte quegli alieni con la corazza a becco d'uccello...
*Forse, cercavo soltanto un modo per sfogarmi... * - pensò.
In realtà, si era presentato di fronte alla delegazione vulcaniana, che era chiusa e inaccessibile da giorni, aspettandosi di esserne respinto con la consueta gelida fermezza dei vulcaniani. Con sua sorpresa, invece, era stato fatto entrare subito nello studio della donna, che aveva voluto sapere ogni particolare dell'apparizione degli alieni sul ponte ologrammi. Il buio claustrale della stanza era appena ravvivato da delle fiammelle che oscillavano sulla superficie liscia della scrivania.
"Sono olografiche, naturalmente - disse T'Lani, notando il suo sguardo - Non comprometterei di certo la sicurezza della Base per il gusto di accendere delle vere candele"
"Me ne ero già accorto - ribatté secco Shran - Non c'è calore."
La luce delle candele approfondiva le ombre sul volto dell'ambasciatrice, al punto che Shran poteva a malapena vederne gli occhi. Era evidente che l'esperienza aveva avuto conseguenze sul fisico della donna.
Che cosa ci faccio qui, pensò Shran con una punta di rimorso. Non avrebbe dovuto disturbare una donna anziana che aveva subito un'aggressione solo pochi giorni prima.
"Qualcuno, molto tempo fa, ha detto che il modo giusto per avere le risposte che ci occorrono, è fare le domande giuste. E in effetti, mi trovo ad avere molte domande, adesso..." - disse l'ambasciatrice.
"Non lo dica a me" - commentò amaro l'andoriano. Non erano certo le domande che gli mancavano, in quella situazione.
"Ci sono due cose che mi hanno colpito, nel racconto che mi ha fatto..." - iniziò T'Lani.
"Cioè? Voglio dire, che cosa l'ha colpita?"
"La prima, è il Vimalum" -.
"Pensa che sia una forma di vita naturale?"
"Non lo so e non mi importa. La domanda importante è un'altra: in quale momento lei ed i suoi ufficiali avete iniziato a chiamare il Vimalum in questo modo? Come avete saputo il nome corretto della creatura? Quando è successo? Prima o dopo l'apparizione dei due Shar'ar Dosh?"
Shran chinò lo sguardo sulle mani posate di fronte a lui, sforzandosi di ricordare il momento ed il luogo esatto in cui aveva sentito il nome per la prima volta.
"Lo conoscevo già... - si rese conto - Il nome è comparso all'improvviso nelle nostre menti. Ed è subito parso naturale, come se fosse stato sempre lì. Come se lo avessimo conosciuto da sempre..."
Tornò a guardare verso T'Lani:
"Capisco. Ci hanno influenzati con la loro telepatia"
"O forse, sono stati sentiti in maniera inconscia, grazie alla loro telepatia, da qualche membro dell'equipaggio che possiede a sua volta una latente telepatia e che ha finito con il trasmetterne la conoscenza ad altri" - concluse la vulcaniana - La telepatia può essere un'arma a doppio taglio, capitano."
Shran annuì:
"Capisco. Gli Shar'ar Dosh ascoltano i pensieri, ma non possono evitare di essere a loro volta sentiti..." - Si interruppe.
=^= Roberts a capitano Shran =^=
Shran, con un cenno di scuse, premette il comunicatore.
"Qui Shran. Mi dica, Ramar"
=^= Sono nel laboratorio. Credo di avere scoperto qualcosa. Ha presente quelle particelle croniton che il dottore ha scoperto nel sistema di Tara Keane? =^=
"Si, e allora?"
=^= Le particelle croniton non sono solo in Tara Keane. Ho fatto una ricerca con i sensori interni e ho scoperto che ci sono particelle croniton su tutti i ponti. E a questo punto, credo di avere una teoria su come abbiano fatto gli Shar'ar Dosh a rapire i nostri senza usare dei teletrasporti!=^=
Shran balzò in piedi:
"Non dica altro! Vengo da lei! Passo e chiudo" .
Il capitano tornò a guardare verso la vulcaniana:
"La ringrazio per avermi ricevuto..." - disse, facendo un passo indietro.
La donna si alzò, aggirando la scrivania e andò a mettersi esattamente tra lui e la porta.
"Non l'ho ancora congedata, capitano! - disse, con voce imperiosa - Ho un'altra cosa da dirle, prima che lei vada a parlare con il comandante Roberts"
Con un gesto rapido, afferrò il braccio di Shran. L'uomo la fissò sorpreso.
"Sa perché i vulcaniani non amano il contatto fisico?" - domandò, tenendo stretto il braccio dell'altro. Non attese che l'altro rispondesse.
"...Perché anche i vulcaniani sono telepati, con il contatto fisico - disse - L'esperienza che ho con la telepatia mi porta alla seconda cosa che ho notato nel suo racconto. Ossia, l'improvvisa apparizione dei due Shar'ar Dosh. Perché si sono fatti vedere nella sala ologrammi, secondo lei? E perché non hanno sentito dai vostri pensieri che stavate architettando una trappola?"
Lasciò andare il braccio di Shran:
"Da bravi scienziati, era ovvio che stessero seguendo da vicino il loro esperimento e che volessero proteggerlo. Meno ovvio, è che abbiano avuto il bisogno di manifestarsi direttamente per poter influenzare uno degli ufficiali...
Perché lo hanno fatto? Perché sono apparsi, invece di limitarsi ad influenzare il comandante Keane? "
Shran si irrigidì:
"Vuol dire che... -
"Vuol dire che dubito che i loro poteri siano veramente così estesi come hanno cercato di farci credere... - concluse T'Lani e si scostò, per permettere al capitano di congedarsi.

Luogo sconosciuto - 10/06/2396


"Avete capito... " - il becco di corvo dell'alieno si piegò in avanti.
"Non era difficile" - Claire si guardò intorno, alzando le mani come per abbracciare tutto quello che la circondava. Scrutò la fattoria, le erbacce della radura, il cielo azzurro e privo di nuvole, il sole brillante che si rifrangeva in una pozza d'acqua...
"Voi avete creato una prigione - concluse Claire - Anche le simulazioni migliori hanno un limite: sono troppo perfette. Non c'era traccia di polvere nella fattoria dove ci avete fatto dormire. L'acqua di quella pozza - indicò a terra - è chiara, non stagnante come dovrebbe essere se fosse autentica. Allora, dov'è la fine di questa simulazione? Dov'è la porta?"
"Non c'è nessuna porta - rispose l'alieno - Siete prigionieri, ma di una prigione che non ha sbarre e non ha odore.
La prigione è stata creata dalle vostre menti ed è stata proiettata all'interno delle vostre menti"
L'alieno si guardò intorno e per la prima volta la lucida corazza rossa parve in qualche modo appannarsi:
"Sono da troppo tempo in connessione con voi. Devo chiudere subito, o gli altri si accorgeranno"
"Si accorgeranno? Si accorgeranno di cosa?" - domandò Claire.
"Non importa... Come facciamo ad uscire? Come troviamo il portale?" - gridò Riccardi.
Claire sbatté gli occhi. L'alieno era scomparso.

Deep Space 16 - Laboratorio scientifico - 10/06/2396 - ore 20:11


"Credo di aver capito" - disse orgoglioso Ramar Roberts. Sul monitor centrale del laboratorio scorreva uno schema tridimensionale aperto della Base Stellare. Alcune delle zone erano state colorate in azzurro. Il capitano Shran si avvicinò. Fra le zone evidenziate, c'era anche la sala ologrammi dove avevano tentato di catturare il Vimalum.
"Vediamo se indovino - disse Shran - Avete trovato particelle croniton in tutte queste zone?"
"Esatto, capitano" - disse l'ufficiale scientifico.
Shran sospirò:
"Molto bello, ma dove ci porta tutto questo? Non sta suggerendo che i nostri siano stati portati indietro nel tempo, vero?"
"No, ma ho trovato qualcosa di interessante nel database - Ramar si avvicinò alla consolle e premette dei tasti - Curiosa coincidenza, è qualcosa che è stato ricavato dai diari di bordo di un'altra Enterprise. Non quella del capitano Kirk, che per primo ebbe a che fare con il Vimalum, ma la Enterprise D, comandante Picard. "
Shran andò a sedersi su una poltroncina:
"Chiederemo i danni al destino, per essere così ripetitivo. Vada avanti, comandante" - disse, stancamente. Sono in piedi da troppe ore, pensò Shran. Forse sto perdendo lucidità.
"L'Enterprise andò a soccorrere una nave romulana"
"Ancora romulani..." - lo interruppe Shran.
"Si, ma nel loro caso c'erano superstiti a bordo della nave. La nave era stata impegnata in un esperimento con un nuovo tipo di occultamento interfase che era entrato in conflitto con il motore, provocando un'esplosione"
Shran tese le antenne:
"Interfase?"
Un sorriso si aprì sul volto dell'ufficiale scientifico:
"Esatto. Alcune persone furono coinvolte nell'esplosione. Non morirono, ma furono per così dire sfasati rispetto alla nostra realtà... E sa che tipo di tracce lasciavano nel mondo reale?"
"Particelle croniton?"
"Esatto! - disse l'umano - E questo ci porta alla mia teoria. Credo che gli Shar'ar Dosh adoperino un sistema ad inversione di fase. Questo permette loro di essere presenti, di vedere come procede il loro esperimento, ma non di operare direttamente nella realtà che stanno sorvegliando"
Shran rifletté. La teoria del comandante Roberts poteva rispondere anche alla domanda che T'Lani gli aveva fatto poco prima: perché gli Shar'ar Dosh avevano avuto bisogno di comparire di persona nella sala ologrammi, anziché limitarsi ad influenzare la Keane. Stando fuori fase, non potevano influenzare la realtà.
"Molto opportuno, per degli scienziati... - mormorò Shran - e i nostri? Gli ostaggi, potrebbero essere stati sottoposti anche loro all'inversione di fase?"
Ramar strinse le spalle:
"Suppongo di si... Ma non possiamo saperlo con certezza. Se così fosse, potrebbero anche essere qui, nel mio laboratorio e noi non saremmo in grado di vederli"
Shran si alzò di nuovo, andando a guardare il monitor sul quale girava lo schema della Base. Puntò il dito sulle zone colorate in azzurro:
"Ma possiamo vedere le particelle croniton." - disse, e sorrise.