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DS16GAMMA - MISSIONE 18 RSS DS16GAMMA - Missione 18

18.13 "I Cammina Mente"

di Alessandro Riccardi, Pubblicato il 15-03-2017

Deep Space 16 - Sala ologrammi - 10/06/2396 - ore 18.41


Accadde pochi secondi dopo la cattura del Vimalum. Loro comparvero semplicemente dal nulla. Senza lampi, picchi energetici o suoni loro apparirono come dei fantasmi. Shran stava osservando la creatura in trappola quando, voltandosi li vide.
Erano in due. Il più alto dei due indossava una specie di armatura rossiccia e una strana maschera del medesimo colore che gli nascondeva il viso e che lo faceva sembrare un corvo o ad uno strano medico medioevale. Sull'armatura non c'erano connessioni, collegamenti o impianti. La riflessione della luce su di essa si rinfrangeva in mille colori e dava l'impressione che l'impianto fosse vivo.
Il secondo alieno era più avanzato e si differenziava dal primo, oltre che dalla posizione e dall' altezza, per avere delle strane rigature d'orate sull'armatura.
"Dovete liberarlo." Disse l'alieno più basso. Aveva un voce antica e potente come se provenisse dalle stelle.
"Chi siete?" Chiese Shran mentre Sonx e Keane gli si avvicinavano per proteggerlo. I Klingon rimasero in disparte pronti ad agire contro i nuovi arrivati.
"Noi siamo gli Shar'ar Dosh." Fece una breve pausa: "...in lingua antica significa i cammina mente."
"Io sono il capitano Shran del clan Mira comando questa stazione spaziale." L'andoriano aprì le braccia in segno di benvenuto: "Vi do il benvenuto a nume della Federazione dei Pianet..."
"Uniti...sappiamo chi siete e sappiamo chi sono quei Klingon laggiù." Rispose l'alieno.
"Come fate a saperlo?" Chiese il capitano.
Ma la risposta arrivò dal dottore: "Siete telepati?"
"Sì, noi siamo gli Shar'ar Dosh in lingua antica significa i cammina mente." Fu la conferma degli alieni.
Quelle parole fu quello che l'ambasciatore Dothrak stava aspettando: "E' tutta colpa vostra."
Due Klingon si lanciarono sugli alieni armati di tutto punto. Il capitano fece in tempo a dire: "No."
Il Comandante Keane si lanciò in avanti ma i due soldati furono più veloci: in un baleno erano davanti agli alieni e colpirono con le Bat'leth ma le armi trapassarono i due alieni senza causare danni.
"Non potete colpirci." Disse uno dei Shar'ar Dosh.
L'ambasciatore Dothrak fece un cenno con la mano e i due guerrieri si ritirarono ma, al contempo, il capitano Shran passò l'attacco:" Cosa volete da noi?"
Di sicuro il colpo più efficace venne scagliato dal capitano perché ebbe effetto: "Voi viaggiate per scoprire i misteri e imparare qualcosa di voi stessi."
"Sì certo."
"Noi esploriamo la mente delle forme di vite per il medesimo scopo." Rispose con calma l'alieno.
"Quindi esploravate le emozioni che provavamo mentre il Vimalum vagava per la stazione." Constatò il dottore.
"Per questo esigiamo che il Vimalum venga liberato." La tranquillità di quell'ordine ebbe uno strano effetto sui federali e sui Klingon.
Il capitano fu irritato da quelle parole: "Noi abbiamo delle leggi...una prima Direttiva per evitare di interferire con le specie con cui entriamo in contatto."
Anche l'ambasciatore Klingon era della stessa opinione: "Voi ci avete usato come cavie da laboratorio."
Shar'ar Dosh con una tranquillità totale aggiunse: "La vostra legge è inutile...così come è irrilevante come vi usiamo...se ci blocchiamo per una normativa o per non turbare le nostre cavie dovremmo evitare di esplorare certe regioni e la nostra esplorazione non sarebbe completa."
L'andoriano andò su tutte le furie: "La prima normative non è..."
Ma intanto gli alieni erano spariti.
"Come combattiamo queste creature?" Chiese l'ambasciatore Dothrak avvicinandosi al capitano.
Ma Shran non ebbe il tempo di rispondere perché Sonx esclamò: " Keane cosa hai fatto?"
Il capitano e l'ambasciatore si voltarono e videro che Keane aveva appena liberato il Vimalum.
"Non lo so." Rispose Keane.
"Sono più che telepatici possono dare comandi ance alle nostre menti." Intuì il capitano con rammarico.

Luogo imprecisato - Fattoria di campagna - nello stesso istante


Una buona colazione permette di rimette in sesto le idee e affrontare i problemi da un punto di vista migliore. Così per i 27 dispersi iniziò la giornata con un buon pasto. Avevano mangiato e si era rifocillati. Persino i civili, così poco abituati ed addestrati per gestire simili eventi, si erano tirati su il morale. Il ristoratore cardassiano aveva dato una bella prova di sé preparando tutto e animando egregiamente il pasto.
Claire era rimasta leggermente in disparte assorta nei suoi pensieri. Era seduta in un angolo con la sedia rivolta verso l'ingresso. Alla sua destra c'era una finestra dalla quale entrava una forte luce. Da quella posizione poteva tenere d'occhio contemporaneamente l'ingresso, i commensali e il cortile della fattoria. Si trovava nella sala comando della fattoria ma nemmeno quell'angolazione poteva aiutarla ad uscire nel turbine di pensieri in cui si era rifugiata. Troppe cose non tornavano e non aveva elementi per definire il quadro generale.
D'improvviso un'ombra la fece sussultare: qualcosa si stava avvicinando alla finestra. Vide un'ombra avvicinarsi al vetro e prontamente si preparò a dare un forte strattone al vetro per bloccare l'intruso.
Caricò la mano ma qualcosa colpì la sua attenzione: due riflessi d'oro. Guardò meglio e nello stesso istante l'ombra si sporse verso la finestra come per guardare dentro.
"Riccardi, cosa sta facendo." Disse Claire riconoscendo il capo della sicurezza.
Alessandro arretrò leggermente sorpreso per poi riprendere a parlare: "Comandante stavo cercando proprio lei...venga a vedere."
"Va bene ma non faccia più questi scherzi infantili." Detto ciò la donna si alò dalla sedia e si avviò lasciando Riccardi a chiedersi quale scherzo avesse mai fatto di male.
Claire attraversò la stanza quasi non notata dalle persone che stavano terminando il pasto.
*Beati voi...*Pensò il comandante prima di uscire e di ritrovarsi davanti Riccardi.
"Bene mi dica comandante." Esordì lei.
"Guardi cosa ho trovato." Rispose il capo della sicurezza mostrando un arcaico oggetto: era lungo circa mezzo metro con impugnatura di legno e un'estremità in lega di ferro-carbonio.
"Un'ascia." Indovinò lei.
"Già potrebbe esserci utile..." Provò a spiegare il capo della sicurezza prima di essere interrotto: "C'è ne sono altre?"

"Sì, la cosa strana è che..." Anche questa volta Alessandro venne interrotto: "Che ci sono strumenti che provengono da viari mondi."
"Sì non sono un esperto ma dovrei aver individuato attrezzi provenienti da vari pianeti...ho visto una vanga vulcaniana."

"Avranno forma simile...ma si diversificano per lo specifico utilizzo su ogni mondo."
"Già ma come lo sa?"
"In casa è lo stesso." Confermo Claire.
"Anche il forte." Riccardi fece alcuni passi portandosi dietro l'ascia: "E' di chiara fattura umana...sono un esperto di strategia bellica e ne ho visitato uno simile sulla Terra."
"E poi la pianta..."
Questa volta fu Riccardi ad interrompere Claire: "Di origine Boliana."
"E non può sopravvivere su altri pianeti." Claire espresse ad alta voce il ragionamento che già da un po' aveva mente: "E' come se tutto questo fosse un..."
"Esperimento?" Disse una terza voco.
Prontamente i due ufficiali si voltarono, Claire si preparò sulla difensiva mentre Riccardi impugnò l'ascia pronto a combattere.

A pochi passi da loro era comparsa una figura vestita da una grossa armatura rossa e con un casco a forma di pennuto prima che entrambi gli ufficiali potessero dire qualcosa, il nuovo arrivato riprese a parlare: "Sì è così...tutto ciò è un grandissimo esperimento...noi siamo gli Shar'ar Dosh in lingua antica significa i cammina mente."
Claire si fece in avanti pronta per il primo contatto, in parallelo Riccardi posò l'arma per non apparire minaccioso.
Il comandante Drillrush disse: "Siamo rappresentanti della Federazione dei Pianeti Uniti, noi veniamo in pace per esplorare la gal..."
Lo Shar'ar Dosh interruppe brutalmente Claire: "So chi siete...noi esploriamo le menti con i medesimi scopi." Fece una breve pausa e poi riprese a parlare:" Molti degli Shar'ar Dosh pensano che non sia giusto operare contro il volere delle razze e io la penso cosi...sono qui per aiutarvi."