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DS16GAMMA - MISSIONE 18 RSS DS16GAMMA - Missione 18

18.06 "Il seme della Follia"

di Rogal Dothrak, Pubblicato il 19-09-2016

Deep Space 16 Gamma - Ambasciata Klingon - 09/06/2396 Ore 20:00


"Non capisco Rogal, se potessi spiegarti meglio!" il vecchio Vorn guardò preoccupato il suo pupillo che camminava avanti e indietro nell'alloggio. Gli occhi del klingon erano accesi da una luce di furia a stento trattenuta.

"Doveva dirmelo maledetto andoriano! Ho fatto di tutto per rendermi disponibile a questi maledetti federali e alla prima occasione mi pugnalano alle spalle!" Rogal colpì la paratia con un pugno facendo risuonare la stanza come un gong "Ma io l'ho capito! Un klingon non sarebbe adatto! Sarebbe un problema se qualcuno venisse a saperlo... hanno organizzato tutto. Probabilmente chi aveva intuito qualcosa è stato fatto sparire!" sul volto dell'Ambasciatore klingon apparve un ghigno soddisfatto. Aveva capito il loro piano.

"Organizzato cosa Rogal?" chiese ancora il vecchio cercando di recepire informazioni dai suoi borbottii.

"Non è chiaro? - esclamò il klingon girandosi verso il suo mentore, gli occhi ardevano come se fosse in battaglia - Oltretutto centrano anche quegli sporchi romulani! La nave serve proprio per nasconderla!" un nuovo cenno di assenso come se confermasse le sue stesse supposizioni.

"Ma nascondere chi?" provò di nuovo il suo amico.

In quel momento il suono della porta fece girare i due. L'anta slittò lateralmente e due guerrieri entrarono nella stanza poggiando il pugno al petto e un ginocchio a terra.

"Signore, ecco qua la lista degli scomparsi." il guerriero porse un foglio al suo superiore che fu lesto a strapparglielo di mano. Bastarono pochi secondi per scorrere la breve lista e giunto al termine l'ambasciatore la accartocciò nel pugno.

"Maledetto Shran, ha fatto sparire il suo nome. Sapeva che l'avrei cercata!" Vorn lanciò un occhiata perplessa ai due guerrieri ma questi neppure lo guardavano bevendosi ogni parola del loro superiore.
"Stilgar!" sbraitò Rogal dopo un momento.

Il guerriero sfregiato fece la sua comparsa uscendo dalle ombre della stanza. Battè una volta il pugno al petto e attese ordini.

"Voglio due squadre d'assalto dalla Pagh Jegh in assetto da combattimento e avverti gli SuvwI' 'Iw, saranno in prima linea!" il ghigno ferale di Rogal scintillò come i suoi occhi.
"Rogal che hai intenzione di fare?" chiese Vorn alzandosi in piedi preoccupato.
"Andrò a cavare le risposte dalle interiora di Shran!" gridò lui afferrando la bat'leth appesa sopra la scrivania.

Deep Space 16 Gamma - Centro di Comando, ufficio del Capitano - 09/06/2396 Ore 20:15


=^=Ramar a Capitano.=^= Shran sollevò lo sguardo dal suo libro. Nonostante il suo turno fosse finito già da un po', non era riuscito ad allontanarsi dalla sua postazione, limitandosi a spostarsi in ufficio per lasciare campo libero al suo sostituto per il turno notturno.
"Mi dica Signor Ramar..." disse chiudendo il libro dopo aver appoggiato fra le pagine un leggero pezzo di seta rosso che usava come segnalibro. Un ricordo di un'amante che gli aveva fatto apprezzare i vecchi libri e le pagine da sfogliare. Oltre alla seta rossa naturalmente.
=^=Sta succedendo qualcosa di strano presso l'ambasciata klingon...=^= la voce di Ramar era titubante.
"In che senso strano?" chiese Shran alzando un po' le antenne con fare interrogativo.
=^=Ci sono due klingon davanti al corridoio che porta alla sezione riservata all'ambasciata... due di quelli enormi con le strane armature rosse. Di solito non ci sono problemi, dato che è uno dei corridoi che permette di accedere a certe sezioni della base evitando di fare un giro più lungo, ma questa volta si rifiutano di far passare chiunque. Forse non è niente, ma mi pareva un comportamento anomalo.=^=
"Ha fatto bene ad avvertirmi, arrivo subito da lei."

Shran apprezzò quella distrazione che gli permetteva di fare qualcosa in attesa di notizie sugli uomini spariti. Uscì dall'ufficio trovandosi subito nel Centro di Comando. Come lui, anche Durani e Keane non si erano allontanate dalle loro postazioni creando un po' di confusione nei turni.
Certo che, come lui, avessero bisogno di un po' di distrazione, si limitò a chiamarle e a farsi accompagnare dopo aver spiegato la situazione.
Durante il tragitto, con il turbo ascensore prima e poi lungo i corridoi di quella che era diventata la sua nuova casa, Shran ricapitolò quello che sapevano delle sparizioni.
"Quindi non ci sono dati certi che possano confermare la sua supposizione sui teletrasporti quantici."
"No Capitano, dato che è una tecnologia che non funziona, non sappiamo nemmeno cosa cercare... o almeno non dovrebbe funzionare!" rispose Tara
"Perciò siamo ad un punto morto. E niente di queste sparizioni sembra ricollegarsi a quello che è successo sulla nave romulana..."
"Mi sembra una strana coincidenza, una nave romulana vecchia di cento anni appare dal tunnel senza essere passata prima davanti a Deep Space 9 e poco dopo ventisette membri dell'equipaggio scompaiono per mezzo di sistemi non rilevabili... mi dispiace Signore, ma non credo in questo tipo di coincidenze!" commentò Durani.

Per Shran sentirla parlare con tanta sicurezza, dopo i mesi passati in cui l'aveva vista appassirsi a causa dei problemi del suo casato, era un balsamo per la sua anima. Come ufficiale della Flotta Stellare non poteva immischiarsi nelle faccende dei klingon, ma essendo Durani un ufficiale della sua nave, aveva preso questa faida come un fatto personale.
L'intervento del casato VodleH, grazie a Tara, aveva risolto in parte il problema e l'arrivo del nuovo ambasciatore, che aveva stretto la mano del suo ufficiale tattico durante un fortuito, per quanto provvidenziale, incontro sulla passeggiata, aveva reso palese a tutti i presenti, che Durani era al sicuro. Almeno per il momento.

"Nemmeno io..." commentò Shran tetro girando l'angolo e ritrovandosi la strada bloccata da una piccola folla di curiosi.

"Io capisco che potete bloccare l'accesso a questo corridoio..." stava dicendo Ramar cauto fissando un po' intimorito l'enorme klingon dall'armatura rosso sangue. "Volevo solo sapere se posso aiutare in qualche modo... il Capitano sarà presto qui e vi farà la stessa domanda... niente da riferire eh?" commentò il bajoriano vedendo che le sue parole cadevano nel vuoto.

"Signori lasciate libero il passaggio e tornate alle vostre mansioni o in libertà se non siete di turno!" ordinò Shran facendo disperdere la folla.
"Niente da fare Capitano, nemmeno rispondono alle domande. I 'Rossi' sono ancora più strani dei klingon abituali!" commentò l'ufficiale scientifico avvicinandosi al suo superiore "Senza offesa alle signore presenti..." commentò accorgendosi che le due che seguivano il Capitano lo guardavano con il sopracciglio sollevato e uno sguardo omicida nel caso dell'Ufficiale Tattico.
"E' un po' che volevo chiedervelo... qualcuna di voi sa cosa sono i SuvwI' 'Iw?" chiese il Capitano rivolto alle donne.
"E' un termine arcaico per definire un gruppo di guerrieri posti a difesa di qualcosa di sacro... letteralmente significa 'Guerrieri di Sangue'. Probabilmente l'Ambasciatore usa questo termine per la sua scorta per far colpo su altre famiglie klingon." commentò Durani.
Keane vicino a lei fissò i due soldati. Se non avesse incontrato prima l'Ambasciatore avrebbe anche lei affermato la stessa cosa, ma dopo averlo conosciuto iniziava a dubitare che quello fosse lo scopo.

Shran si avvicinò ai due guerrieri. "Vorrei parlare con l'Ambasciatore Rogal." Ordinò guardandoli negli occhi senza mostrare timore. I due non spostarono nemmeno lo sguardo nella sua direzione.
"Tlham lob! (Fai quello che ti ordina!)" sibilò Durani, ma i guerrieri si limitarono a abbassare lo sguardo su di lei.
Keane si frappose fra i contendenti lanciando uno sguardo minaccioso ai klingon "DaH! (ADESSO!)", esclamò con una voce dura come l'acciaio.
I due guerrieri si guardarono fra loro e poi parlarono brevemente al comunicatore, dopo pochi minuti il consigliere personale dell'Ambasciatore arrivò lungo il corridoio.
"Mi dispiace signori, ma l'Ambasciatore Rogal è indisposto..." la voce era gentile, ma lo sguardo non ammetteva repliche.
Tara si rivolse a lui in klingon e Durani tradusse a beneficio del Capitano e dell'Ufficiale Scientifico.

"Gli sta chiedendo cosa non va nell'Ambasciatore..." tradusse la giovane.
"Con qualche parolaccia in più!" commentò sarcastico Ramar rendendo palese che capiva un po' il klingon. Shran pensò di attivare il traduttore per seguire la conversazione ma poi ci rinunciò, meglio non sapere quali termini il suo Capo Operazioni stava esattamente usando.
Vorn sembrò titubante, ma poi la preoccupazione trasparì nel suo sguardo.
"Sembra che l'Ambasciatore... abbia perso il controllo per uno scatto d'ira!" comemntò Durani guardando il Capitano.
"Non sarà che..." Ramar non finì la frase, ma Shran capì a cosa si riferisse. La nave romulana...

Tara si fece largo a forza fra i klingon nonostante cercassero di afferrarla. Sembrava preoccupata e furiosa allo stesso tempo. Senza dare tempo a nessuno di fermarla entrò come una furia dentro l'ambasciata.
"Tara! Cosa sta facendo?!" le urlò dietro Shran, ma fu inutile. "Mi scuso Signor Vorn, non so cosa abbia in testa il mio ufficiale..." cercò di scusarsi il Capitano rivoltò al consigliere.
"Quella donna ha il fuoco di una guerriera nelle vene!" commentò l'anziano klingon con un sorriso. "Non ero stato maltrattato così dai tempi dell'Accademia Ogat. Mi piace..." sospirò come se avesse il peso del mondo sulle sue spalle. "Capitano, se vuole seguirmi credo sia meglio che le faccia vedere."

Shran incuriosito si avviò dietro il klingon. Durani e Ramar, dato che nessuno aveva detto loro di rimanere indietro, li seguirono.
L'area riservata all'ambasciata klingon era un vasto locale diviso in più aree adibite a incontri, uffici e altre mansioni utili alla gestione delle attività più pubbliche. Dalla sala principale si poteva accedere ad altre sezioni fra cui le aree private come: gli alloggi di Rogal e del suo consigliere, la palestra, e altre sezioni che rendevano l'Ambasciata su Deep Space 16 comoda quanto una presente su un pianeta.

Nell'Ambasciata Klingon sembrava essere scoppiato un uragano. I mobili erano rovesciati e il pavimento era cosparso di documenti.

Le urla provenienti dalla palestra fecero accorrere immediatamente Vorn e Shran. All'interno sei guerrieri klingon cercavano di bloccare Rogal che ringhiava come un lupo e cercava di liberarsi con la sola forza bruta.
"Ha iniziato a farneticare sulle sparizioni sulla stazione. Inizialmente dando la colpa a lei per poi aggiungere i romulani alla lista dei cospiratori. Quando ha richiesto degli uomini per... prendere il controllo della stazione, suo fratello si è teletrasportato per un chiarimento. Rogal allora l'ha accusato di essere in combutta con... lei." disse il vecchio imbarazzato.
"Me? Che ho fatto?" chiese sorpreso Shran.
"Non ne ho idea, continua a dire: 'l'hanno rapita!'" rispose vago anche se lanciò un'occhiata verso il Capo Operazioni della base che in quel momento cercava di divincolarsi dalla presa d'acciaio del klingon a capo della sicurezza dell'ambasciatore.

"Ambasciatore, cosa sta succedendo? Lasci che l'aiuti in qualche modo!" eclamò Shran avvicinandosi.
"Capitano non credo che..." Ramar non fece in tempo a terminare la frase.

"Shraaaaaan!" Rogal esplose in un ruggito scaraventando due degli uomini che lo trattenevano contro le paratie. Questo gli permise di liberare un braccio e iniziò a colpire i suoi uomini con violenza.

Bastarono pochi istanti. L'enorme klingon si liberò degli ultimi guerrieri che lo trattenevano e si scaraventò contro l'andoriano. Prima che potesse mettere le mani su di lui Tara Keane si divincolò dalla presa di Stilgar e si frappose fra Rogal e il suo Capitano. L'impatto li fece cadere entrambi a terra e il Capo Operazioni si trovò inchiodata da una presa d'acciaio e dagli occhi di Rogal pieni di furia omicida.

Luogo sconosciuto - Forte - contemporaneamente.


Drillrush e Riccardi si precipitarono verso le urla aggirando una delle mura del fortino. Davanti a loro Parmak, sospeso a mezz'aria, si dibatteva fra le spire di una grossa pianta gommosa.
"Un'aiutino?" commentò il cardassiano con voce stentorea.
"Resista!" urlò Claire guardandosi attorno alla ricerca di qualche arma. "Signor Deker trovi del fuoco!" ordinò lasciando allibito il povero marinaio.
"E dove lo trovo?!" gli gridò dietro il giovane sollevando le braccia al cielo.

Riccardi schivò come un gatto l'ennesima spira che frustò l'aria dove si trovava appena un attimo prima e con un balzo si agganciò a quella che tratteneva Parmak cercando di abbassarlo al livello del terreno grazie al peso aggiuntivo.
"Ha per caso un'arma?" ringhiò Riccardi cercando di far mollare la presa al vegetale colpendo con la vecchia daga spuntata che aveva raccolto, ma con scarsissimo successo.
"Ho lasciato il phaser negli altri pantaloni, ma faccia con comodo!" commentò acido il cardassiano.

Sotto di loro, il comandante Drillrush colpiva con rabbia con un grosso bastone raccolto per terra sperando in qualche modo di far mollar la presa all'essere, ma la pianta sembrava ignorarla continando a cercare a tentoni altre possibili prede.
"Addosso!" dal fogliame proruppe un intero contingente di uomini armati di bastoni e pietre. Alcuni erano in divisa, altri in abiti civili. Uno addirittura, un boliano, era nudo e con solo un piccolo asciugamano stretto in vita.

Gli scomparsi di Deep Space 16 sembravano essersi raggruppati tutti in quella radura. Ognuno cercava di colpire la pianta con quello che aveva.
"Signor Derek il fuoco!" gridò Claire.
"Ci sto lavorando signore!" rispose di rimando il marinaio che strisciava alacremente un bastoncino fra le mani. Alla fine il giovane ebbe la meglio. Una piccola scintilla si depositò sull'esca e un filo di fumo iniziò a serpeggiare delicato nell'aria. Deker soffiò leggermente e l'esca prese completamente fuoco. Afferrò un bastone vicino a lui e si guardò attorno, la sua divisa non avrebbe preso fuoco decentemente, doveva trovare della stoffa o dell'erba secca per confezionare una torcia.

In quel momento un piccolo asciugamano atterrò vicino a lui.

Una spira afferrò il boliano nudo e il comandante Drillrush in un unico abbraccio e li sollevò da terra facendoli aderire uno contro l'altro.
"Marinaio di Seconda Classe Resed..." esclamò il boliano facendo il saluto con l'unica mano libera.
"Marinaio, crede che presentarsi possa migliorare la situazione?" commentò Claire sconsolata.

Le fiamme della torcia non attecchirono, dato che la consistenza della pianta sembrava più simile a quella di un copertone di un mezzo di terra. Nonostante questo, l'essere sembrò reagire immediatamente frustando l'aria con le spire e scagliando coloro che aveva catturato in mezzo alla vegetazione.
"Allontanatevi tutti immediatamente!" ordinò il Primo Ufficiale e tutti coloro che stavano attaccando la creatura si affrettarono ad ubbidire. L'ultimo fu il Marinaio Deker che sventolò ancora un paio di volte la torcia prima di ritirarsi.
"State tutti bene?" chiese Riccardi controllando le condizioni del cardassiano.
"Non si preoccupi per me, ci vuole ben altro per strangolare un cardassiano..." Lo tranquillizzò Parmak con un sorriso indicando il massiccio collo tipico della razza.
"Bene questa... cosa, ci da la conferma che non siamo sulla terra. Nonostante i corvi non credo che quella pianta faccia parte della flora terrestre." commentò Riccardi avvicinandosi al suo superiore.
"Quindi ricapitolando abbiamo un fortino e dei corvi terrestri, atmosfera compatibile ad un pianeta di classe Mishara ma con vegetazione che non mi pare di riconoscere... soprattutto quella pianta là... anche questo albero dal colore giallastro mi è nuovo." rispose Claire battendo infine una mano sul tronco liscio e giallo che aveva di fianco.
"E' boliano signore..." Resed sbucò dalla vegetazione tentando di coprirsi gli attributi con la vegetazione.
"Signor... Resed. Come mai lei è nudo?" chiese la donna.
"Mi scusi signore, stavo facendo il bagno quando sono stato... prelevato. Sono appena tornato su DS16 per una breve franchigia. Sono di servizio con il Comandante Rekon sull'altra stazione... ha detto che se non mi levavo di torno mi avrebbe strozzato." commentò sommensamente spalancando gli occhi a palla.
"Bella franchigia..." si intromise Deker
"Signor Deker trovi degli abiti per il Signor Resed... Signor Parmak, riunisca gli altri nel fortino e faccia liberare una zona da eventuali cadaveri, abbiamo bisogno di una base operativa. Comandante Riccardi raggiungiamo la cima del fortino, dobbiamo capire dove siamo capitati."

Deker, Parmak e Resed si guardarono frastornati mentre i due ufficiali si allontanavano.
"E' particolarmente schizzinoso in fatto di abiti?" chiese Deker guardando il boliano con sguardo innocente.

Deep Space 16 Gamma - Ambasciata Vulcaniana - Contemporaneamente


L'Ambasciatrice T'Lani aprì la porta della sua stanza ancora concetrata sull'enorme faldone di documenti che aveva appena finito di studiare e che ancora teneva fra le braccia. Ancora poche ore e poi poteva mettere al servizio del Capitano Shran le sue notevoli capacità analitiche per risolvere il mistero della nave romulana e dell'equipaggio scomparso.
Non provava curiosità per quanto stava succedendo, anche se una parte del suo cervello sembrava proporgli ogni tanto un quesito sui fatti accaduti distraendola in minima parte dai suoi impegni. Dopotutto era vulcaniana, la curiosità era solo un'emozione che poteva essere tenuta sotto controllo, per questo si era imposta di finire i documenti prima di passare ad altro.

Le camere private dell'ambasciatrice erano al buio più completo e quindi la vulcaniana non riuscì a capire cosa fosse la creatura urlante che si precipitò su di lei.

L'impatto dell'arma contro il suo petto le tolse il fiato per un attimo. Anche con il suo incredibile autocontrollo, riuscì a percepire un brivido lungo la spina dorsale.
Il shek, una spada rituale vulcaniana che teneva sulla scrivania appoggiata su un basamento in legno finemente inciso, si era conficcata nel grosso plico che teneva fra le braccia e che le aveva salvato la vita. L'urto la fece arretrare ed aprire le braccia lasciando cadere i documenti che, appesantendo la punta della spada, fecero perdere l'equilibrio all'avversario.
Approfittando di quel momento si aggrappò disperata alla maschera hazmat che il nemico usava, nel tentativo disperato di accecarlo e confonderlo quel tanto che bastava a cercare una via d'uscita a quella situazione mortale.
Il visore, che fino ad un attimo prima mostrava due occhi spiritati ed iniettati di sangue, si spostò di lato lasciando intravedere un orecchio.
Il sicario liberò l'arma e iniziò ad urlare mulinando la spada a destra e sinistra con ampi fendenti. Come un cieco che muove il proprio bastone alla ricerca di possibili oggetti sulla sua strada.
T'Lani si gettò a terra cercando di uscire dalla zona di minaccia e al contempo aggirare il suo nemico che nel corso dell'azione si era frapposto fra lei e l'uscita. Quando video la lama diretta verso il suo volto ebbe un nuovo fremito, messo di nuovo a tacere dalla sua incrollabile forza di volontà. Un attimo prima di essere colpita un effetto flash illuminò la stanza e il sicario cadde su di lei tramortito. Due guardie vulcaniane, allertate dalla confusione, avevano fatto irruzione nelle sua camere sparando immediatamente sull'intruso.

Dopo aver riattivato le luci con un comando vocale, si prese la briga di togliere completamente la maschera al suo avversario. La sorpresa dell'ambasciatrice, quando vide il volto della donna che l'aveva attaccata, durò nemmeno una frazione di secondo e comunque non modificò in nessun modo la sua espressione facciale se non con il tipico sollevarsi del sopracciglio. Perchè il Tenente Comandante Karana Vok aveva cercato di ucciderla e come era entrata nel suo alloggio? Ma soprattutto, perchè una donna data per dispersa adesso si trovava lì?

"Affascinante..." mormorò l'ambasciatrice. "T'Lani a Dottor Sonx"
=^=Mi dica Ambasciatrice, come posso aiutarla?=^= rispose immediatamanete il medico con la sua consueta disponiblità.
"Credo sia meglio che lei e una squadra di sicurezza mi raggiungiate immediatamente nel mio alloggio. Avverta il Capitano che ho trovato uno dei suoi uomini dispersi." Detto questo chiuse la comunicazione prima che il medico della stazione la trattenesse con inutili domande alle quali, era certa, non avrebbe potuto rispondere.

Deep Space 16 Gamma - Ambasciata Klingo, palestra - 09/06/2396 Ore 20:23


Un ringhio disumano proruppe dalla gola di Rogal facendo vibrare Tara sotto di lui. Gli occhi del klingon sembravano non riconocerla e rilucevano di sete di sangue. La bocca contratta e i denti snudati erano a pochi centimetri dal suo volto, un gesto, una parola fuori posto e avrebbe potuto strappargli la gola come un lupo affamato.

"Ambas..." cercò di dire Shran ma Angron, il fratellastro di Rogal, lo fermò immediatamente posandogli una mano sul braccio.
"Aspetti!" gli sussurrò zittendolo "In questo momento non è in sé... non lo vedevo così selvaggio da quando aveva cinque anni." Si arrotolò la manica della divisa e mostrò il braccio destro dove una porzione di carne sembrava essere stata strappata con un morso. "E tutto perchè gli avevo tolto del cibo..."
Shran incupito e ancora più spaventato per quello che poteva fare a Tara propose di stordirlo con un phaser, ma il Capitano della IKS Pagh Jegh scosse il capo "I suoi SuvwI' 'Iw la farebbero a pezzi ben prima che possa estrarre l'arma. Proverò ad allontanarlo dalla donna ma lei non intervenga."

Prima che Angron potesse compiere qualsiasi azione, Tara Keane iniziò a sussurrare. Nascosta dai dredlock metallici impiantati sul cranio del klingon, portò una mano al volto dell'ambasciatore continuando a parlare con voce dolce e tranquilla. Stranamente, per quanto pericolosa fosse la situazione, il capo operazioni non era particolarmente spaventata. Vedeva gli occhi grigi dell'uomo sopra di lui e capiva che non riusciva a riconoscerla, ma nonostante questo si era fermato, come se qualcosa dentro di lui avesse tirato un gunzaglio per bloccare qualsiasi altra azione.
"PeloS jot, jottaHchugh vay'. Maj... (Stai calmo, va tutto bene)" gli sussurrava Tara con voce suadente accarezzandogli il volto lentamente. "Jup wej jIHvaD 'oy' neH maH... [Siamo amici, non vuoi farmi del male'>."

Gli occhi di Rogal sembrarono mettersi a fuoco, il brontolio cupo che gli uscì dalla gola parve formare il nome della mezza klingon. Con uno sforzo di volontà aumentò lentamente le distanze fra i loro volti. Goccioline di sudore, simile a lacrime, scesero lungo le sue guance. "Stilgar..." mormorò a fatica nella tempesta di emozioni che lo stava invadendo. "Uccidimi!"

Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, anche solo stupirsi dell'ordine, il capo della sicurezza dell'ambasciatore colpì.

Deep Space 16 Gamma - Infermeria - 09/06/2396 Ore 21:25


Il Capitano Shran e il Comandante Keane entrarono in infereria preoccupati.
"Quant'è disperata la situazione?" chiese l'andoriano senza tanti preamboli.
"Da quando venti minuti fa le ho chiesto di mettere la stazione in quarantena abbiamo avuto altri casi di follia. Sulla passeggiata e in un paio di ristoranti ci sono stati dei violentissimi scontri, purtroppo abbiamo avuto due morti."
"Immagino che il virus sia stato propagato dal Comandante Vok... ma come ha fatto lei a salire a bordo!" chiese il Capitano più a se stesso che ai presenti.
"Nessuna traccia di teletrasporto. Se anche Karana avesse usato il teletrasporto della nave romulana per tornare a bordo avremmo avuto delle letture chiare. Oltretutto perchè nella stanza dell'ambasciatore T'Lani?" continuò Tara lanciando occhiate ansiose verso le due guardie klingon che presidiavano il lettino diagnostico dell'Ambasciatore Rogal.

"Gli ambasciatori come stanno?" chiese dopo un sospiro il Capitano della base.
"L'ambasciatrice T'Lani è stata infettata come molti altri, ma per il momento sembra stare bene. Per ora la meditazione sembra funzionare, ma non so per quanto. Il klingon..." Sonx sbuffò infastidito "Non so cosa succede Capitano, si rifiutano di farmi visitare l'Ambasciatore Rogal. Il suo medico personale sta facendo il mio lavoro e mi passa le informazioni, ma sento che c'è qualcosa che mi nascondono."
"E perchè le vietano di visitarlo?" chiese Shran stupito.
"Non ne ho idea Capitano, di certo non è qualcosa che ha a che fare con la politica o cose del genere, l'Ambasciatore K'ooD non si faceva problemi quando veniva da me. Per lo meno Vorn cerca di aiutarmi in tutti i modi, ma le due guardie non mi tolgono gli occhi di dosso. In ogni caso l'ambasciatore è sotto sedativi e la ferita che il suo capo della sicurezza gli ha provocato per stordirlo non è che un graffio."

"Capitano..." la voce di T'Lani si intromise nella coversazione. La donna, seduta alla scrivania del dottore, stava leggendo lo schermo del computer in compagnia del Comandante Ramar. I tre li raggiunsero.
"Novità?" chiese Sonx anticipando il Capitano.
"Niente sul virus, ma il Comandante Ramar ha esposto interessanti supposizioni." spiegò la vulcaniana "Ci siamo domandati come mai su una base che ospita migliaia di individui siano scomparse solo ventisette persone. Fra l'altro alcune di loro erano a bordo della nave Romulana, altre erano semplici civili. Razze diverse, sesso diverso, età diverse."

"Praticamente a caso!" commentò Sonx.
"Forse, ma perchè non cento o mille... Solo ventisette. Un numero molto preciso a mio parere." rispose Ramar per poi continuare "Dottore, sa quanti boliani ci sono sulla stazione?"
"Sono quattro. Escluse eventuali navi di passaggio o civili che non conosco." Rispose il medico.
"Abbiamo controllato - disse T'Lani prendendo la parola - non ci sono altre navi che trasportavano boliani e in tutto alla stazione si trovavano solo cinque di loro sulla stazione."
"Trovavano?" domandò Tara
"Esatto, il marinaio di seconda classe Resed era appena tornato su Deep Space 16 per una breve franchigia."
"Dove vuole arrivare Ambasciatrice?" chiese Shran che ancora non trovava il nesso, anche se la sparizione di tutti i boliani della stazione aveva un che di sospetto.
"Abbiamo controllato cosa avessero in comune i boliani e gli scomparsi ed è venuto fuori che tutti hanno una lieve alterazione della struttura genetica. Per i boliani è un tratto distintivo della razza, ma per gli altri si tratta di una cosa estremamente rara..."
"Che abbiano in comune un avo boliano?" chiese Shran
"Non lo so, ma è palese che tutti coloro che hanno quella particolare alterazione genetica sono spariti!" terminò T'Lani.

*Ma dove* pensò Shran sempre più preoccupato.