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DS16GAMMA - MISSIONE 18 RSS DS16GAMMA - Missione 18

18.05 "Il giorno dei Corvi"

di T'Lani , Pubblicato il 12-09-2016

Deep Space 16 Gamma - Studio del Capitano - 09/06/2396 Ore 17:20


Nelle ultime ore non c'erano state altre sparizioni, e quella era una buona notizia. L'unica buona notizia, per la verità.
Il capitano Shran era seduto sulla poltrona dello studio. Il monitor davanti a lui inquadrava la nave romulana. La nave sembrava sospesa, indifferente al caos che il suo arrivo aveva procurato come ai cadaveri che ancora si trovavano al suo interno. Shran continuava a fissarla come se guardandola potesse trovare qualcosa - qualsiasi cosa - che svelasse il suo mistero. Alzò la testa, sentendo il rumore delle porte che si aprivano.
"Novità?" - disse.
Il comandante Ramar gli porse un dipad:
"Ho terminato l'analisi dei dati che le ha consegnato il capitano Jo'Trel per conto dell'ambasciatore romulano. Non c'è quasi niente da segnalare."
"Non mi aspettavo di trovare qualcosa di interessante... - sospirò Shran, prendendo il dipad - O i romulani non ci avrebbero consegnato i dati così facilmente, senza neanche aspettare una richiesta formale da parte nostra"
"Ho detto quasi, capitano"
Shran drizzò le antenne. Scorse rapidamente i dati sul dipad. C'erano elencati diari di navigazione, rapporti su rotte commerciali, documentazioni doganali.
"Mi risparmi tempo. Dove devo guardare?" - domandò il capitano, accennando al bajoriano di accomodarsi su una delle poltroncine davanti alla sua scrivania.
"L'ultimo viaggio - disse l'altro, sedendosi dove era stato indicato - La nave risulta aver visitato, fra le altre, una colonia mineraria in un territorio ai margini dell'Impero Romulano. E' stata l'ultima tappa che ha fatto, prima di scomparire"
"E allora? Era strano? Era una deviazione dalla rotta abituale?"
"No. Anzi, era una tappa abituale. Portavano rifornimenti e medicinali per la popolazione che viveva intorno alle miniere. Ma ho fatto una ricerca nel database, tanto per vedere se c'erano dei superstiti di quel periodo... Non ce ne sono."
"A cent'anni di distanza, mi stupirebbe il contrario"
"...Così, sono tornato a parlare con il capitano Jo'Trel. Gli ho chiesto di raggiungermi qui, per raccontare anche a lei di che cosa si tratta"
Pochi istanti dopo, il capitano romulano comparve di fronte alla porta. Shran lo fece entrare.
L'uomo rifiutò gentilmente il the che l'andoriano gli offriva, quindi attaccò:
"Non c'è bisogno che parliate con l'ambasciatore. Ho letto della colonia di cui mi ha chiesto il comandante Ramar. Non avevo idea però che quella nave... - accennò al monitor del capitano - Fosse in qualche modo collegata ai fatti di quella colonia. Questa è una novità per me, e credo che lo sia anche per lo stesso governo romulano"
Il capitano Jo'Trel sospirò:
"...Anche se non so quanto questo possa essere di aiuto per scoprire la verità. Dal punto di vista romulano, la vicenda di quella colonia è la fonte di innumerevoli teorie complottistiche, romanzi, pseudo documentari e via dicendo. Il problema, semmai, è depurare le informazioni ed i dati effettivi da tutte le ipotesi che sono state fatte negli anni e che hanno finito con il sedimentarsi anche nei testi più seri"
"E, detraendo al massimo, depurando tutto il depurabile... Che cosa ci può dire, esattamente, capitano?" - chiese Shran.
"La sola cosa sicura è che morirono tutti."
"Tutti?" - domandò Shran.
"Tutti gli abitanti: anche i vecchi ed i bambini. Era una colonia abbastanza popolosa. Non ricordo esattamente il numero, ma siamo sopra il migliaio di individui. E morirono tutti, nel giro di pochi giorni. Forse perfino di poche ore"
Puntò il dito in direzione del monitor, sul quale ancora campeggiava l'immagine della nave romulana:
"Pensandoci bene, è la stessa cosa che è successa su quella nave. Tutti morti!"
"Lei ha parlato di teorie, ipotesi... Quali sono le più quotate?" - chiese Ramar.
L'uomo scosse la testa:
"Alcuni parlano di una lite che è sfociata in una faida sanguinosa che ha finito con il coinvolgere l'intera colonia. Altri, pensano ad un intervento di alieni nemici. Altri ancora, di una febbre omicida... Ma non c'è niente che abbia un senso"
"Forse un senso non ce l'ha - commentò Shran, a bassa voce - Però, direi che di sicuro, c'è un collegamento. E quindi, è un punto di partenza per capire che cosa sta succedendo."

Forte - Luogo e tempo non definiti


Deker arrivò in cima alla salita per primo seguito a pochi passi di distanza dai due ufficiali superiori. Fu quindi il primo a raggiungere l'entrata del forte. Il marinaio osservo l'ingresso composto da un ponte levatoio e da un pesante portone aperto. Una serie di feritoie proteggevano l'ingresso. Non c'erano soldati a guardia, o almeno, Derek non ne vide.
Poi qualcosa attirò la sua attenzione: "Venite a vedere..."

Riccardi lo sentì, prima di vederlo. L'odore gli si infilò in gola, pesante e insopportabile e gli fece salire in bocca un conato di vomito. Odore di morte. Rimpianse la tuta extraveicolare che aveva dovuto indossare per salire a bordo della nave romulana.
Il portone si apriva su un cortile lastricato in pietra, con al centro un pozzo ricoperto da una lastra di metallo. C'era un cadavere, nero, enfiato, con quello che restava della testa appoggiata al pozzo e le gambe nude allungate sull'impiantito.
Serrò le narici con la mano, per potersi accostare. Era un umano, maschio, disteso con quello che restava della faccia rivolto verso l'alto. La testa mostrava un lungo taglio trasversale che lasciava scoperti parte dei denti. Il ventre era aperto e nello squarcio ronzavano delle mosche. Provò a scacciarle, ma ritornarono sul corpo con un ronzio rabbioso.
"E' - era - un umano" - disse Claire Drillrush, con voce soffocata. Anche lei si teneva il naso per non respirare.
"Ed è stato ucciso con un'arma da taglio... Probabilmente quella daga - bofonchiò, indicando una lama che spuntava da sotto il corpo.
Si allontanò dal corpo il più possibile prima di permettere ai polmoni di inalare, per concludere la frase - E' proprio com'è successo sulla nave che siamo andati ad esplorare."
"Non è l'unico!" - Si udì una voce. Dall'alto di una merlatura si affacciò un volto noto.
"Parmak! - esclamò Riccardi - Che ci fa qui?"
Il cardassiano si sporse dall'apertura tra due merli:
"Ecco una domanda cui mi piacerebbe saper rispondere..." - gridò Parmak. Uno stridio di corvi si concentrava sopra la torre. Strano che non li abbia notati salendo, pensò Riccardi. Il cardassiano continuò:
"...Quello che so è che qualche ora fa, stavo servendo cioccolato aromatizzato al kanar al vostro dottore sulla Base e dopo poco mi sono ritrovato nel cortile dove ora vi trovate. Per farla breve: non ne ho la minima idea. Suppergiù la stessa cosa che ci fate voi, direi...
Ovvero cercare di capire come sono arrivato qui e come faccio a tornare al mio ristorante. Vero?"
"Vero - riconobbe Riccardi - Com'è arrivato lassù?"
"Non ho avuto il tempo di visitare tutto il forte, ma ho visto che c'è una scaletta a lato di quella che sembra la sala principale - il cardassiano puntò un dito verso un portone che si apriva sul cortile - Da lì porta ai piani superiori e si sfocia su questo corridoio"
"Ha visto niente di interessante nel forte?"
"Solo un sacco di cadaveri. Non ne avevo visti tanti dalla fine della guerra - Parmak si interruppe, guardando verso l'alto, quindi continuò - Sono contento di non essere da solo. Solo due giorni fa, mi dicevo che avevo bisogno di farmi una vacanza, ma non credo che avrei messo questa tra le mie mete preferite. Adesso scendo e vi raggiungo"
Scomparve dietro i merli. Il cielo era pieno di ombre nere che stridevano passando. Una di quelle ombre scese nel cortile, andando a poggiarsi sul bordo del pozzo. Li fissò con occhi neri quasi di sfida, quindi aprì le ali e si posò sulle pietre del selciato, accanto al cadavere.
"Sono corvi. Corvi terrestri" - notò Claire.
"Davvero?" - domandò Derek.
"Si. Non li riconosci? Credevo che fossi un umano" - chiese Claire.
"Sono umano, ma non sono terrestre. Sono nato in una colonia - rispose Derek - Ho visto la fauna terrestre solo durante l'Accademia, a San Francisco. E no, non mi ricordo di aver mai visto uccelli del genere sulla Terra. Hanno un significato particolare?"
"I corvi sono carnivori... Se qualcosa li ha attratti, vuol dire che qui c'è tanta carne frolla da mangiare" - disse Riccardi, con una smorfia che avrebbe voluto dissimulare l'orrore.
"Vuol dire anche che siamo sulla Terra - sottolineò il primo ufficiale - Non mi risulta che siano stati importati corvi su altri pianeti o colonie. Non sono animali da compagnia né da allevamento"
Riccardi guardò di nuovo verso il corpo disteso, senza avvicinarsi. L'uomo indossava i resti di una veste in tela pesante, di colore marrone brunastro, che lasciava scoperte le gambe. Un piede era nudo, l'altro mostrava un sandalo di cuoio di fattura artigianale.
"La Terra, si. Solo che questa non è la Terra che conosciamo noi. La Terra del nostro tempo" - disse il primo ufficiale.
"Avremmo viaggiato nel tem..." - Derek si interruppe a metà.
"Qualcuno ha gridato!" - esclamò Claire, girandosi di botto verso l'interno del forte.
"E' il cardassiano!" - rimandò Riccardi. L'uomo si chinò ad afferrare la daga che spuntava da sotto il cadavere, quindi corse verso l'apertura.

Deep Space 16 Gamma - Studio del Capitano - 09/06/2396 Ore 19:00


"Perché, in nome di Kahless, le chiedo: perché non sono stato informato?" - gli occhi dell'ambasciatore klingon lampeggiavano di rabbia sulla pelle scura. Arrivò ad un centimetro da Shran, che sostenne il suo sguardo:
"Non vedo come..."
"Ho dovuto saperlo dai miei uomini! - urlò Rogal Dothrak - Che mi hanno riportato voci sentite sulla Passeggiata! Lei, capitano, lei..." - agitò minacciosamente un dito di fronte al capitano - Lei Avrebbe dovuto informarmi!"
"Abbiamo informato la sua ambasciata!"
"Li avete informati di un allarme generico. Non che fosse sparita... - si riprese Rogal - Che fossero scomparsi ben 27 esseri senzienti".
"Non sono stati coinvolti dalle sparizioni elementi del suo seguito - ribatté Shran - E nemmeno klingon di passaggio. Sono scomparse 27 persone. Le stiamo cercando. Stiamo facendo tutto il possibile per ritrovarle e..."
"E non avete fatto un solo progresso, non è vero? Non uno solo, da quando sono scomparse quelle persone. E questo mi dice che forse non volete ritrovarle"
Shran lo fissò stranito:
"...Ma che le salta...?"
Rogal scosse la testa, quindi arretrò verso la porta, senza mai perderlo di vista:
"Non so che cosa la sua Federazione sta complottando. Ma stia sicuro che qualunque cosa stia succedendo, non verrà trascurata dall'Impero Klingon!"
"Ambasciatore, nessuno qui sta trascurando la situazione!" - Shran esclamò, girando intorno alla scrivania. Dothrak aveva raggiunto la porta dello studio. Aprì la porta ed uscì. Shran rimase sulla soglia, cercando di ripetere dentro di sé l'intera conversazione, chiedendosi che cosa avesse detto, che gesto avesse fatto per indurre quella reazione dall'ambasciatore. Chiuse la porta, pensando di raggiungere l'ambasciata vulcaniana. Non si accorse che alle sue spalle, poco sopra la finestra che dava sullo spazio, stava svanendo una vaga luminescenza...