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DS16GAMMA - MISSIONE 18 RSS DS16GAMMA - Missione 18

18.11 "Scoperte"

di Claire Drillrush, Pubblicato il 08-02-2017

Deep Space 16 - Infermeria - 10/06/2396 - ore 09:42


Shran aveva percorso tutta la strada fino all'infermeria a passo svelto, facendo ben poco caso a ciò che aveva intorno e rimuginando su quanto stava accadendo. Per quanto si sforzasse, non riusciva a trovarne un senso e l'unica cosa che, a quanto pareva, poteva augurarsi era che tutto finisse alla svelta. Non un granché come prospettiva, specialmente per un uomo abituato all'azione.
Entrando in infermeria trovò il dottore in uno stato di eccitazione febbrile. Il debobulano rimbalzava praticamente tra le pareti del suo ampio ufficio.
Shran non ebbe bisogno di dire nulla.
"Capitano, ho capito! Finalmente, ho capito! Non so come ho fatto ad essere così cieco, è stato davanti ai miei occhi per tutto il tempo."
Shran protese le antenne in avanti, un moto istintivo di curiosità verso uno sviluppo qualsiasi in una faccenda che pareva drammaticamente arenata. Sollevò tuttavia anche una mano con l'intento di calmare il medico. "Dottore, si calmi e mi spieghi cosa ha scoperto."
Sonx pareva non riuscire a star fermo. Voltò lo schermo del terminale sulla sua scrivania e lo indicò a Shran. "Vede?" domandò con il tono di chi indica una giraffa improvvisamente comparsa in mezzo alla stanza, inspiegabile quanto evidente.
Per l'andoriano, sfortunatamente, non era così evidente. Sollevò lo sguardo sul denobulano con espressione interrogativa. "Temo di no."
Il medico lo fissò per un istante, apparentemente congelato dove si trovava. Poi riprese come nulla fosse. "Io pensavo fossero i boliani. Pensavo che la connessione fosse il DNA boliano le tracce più o meno consistenti presenti negli individui che sono stati rapiti e invece no, non è quello. Non solo quello, almeno."
L'espressione di Shran, in paziente attesa, non mutò.
"Non si tratta di essere boliani o di avere dei DNA boliano. Si tratta di un particolare gene che è connesso ad alcune specifiche varietà di genoma boliano."
"Sono i boliani ma non sono i boliani?" domandò il capitano, ora vagamente confuso.
"Sì e no. Il gene è effettivamente presente per la maggior parte nei boliani, ma il punto è un altro. La mia ipotesi iniziale era che avessero scelto specificatamente i boliani, ma non credo più che sia così. Credo che abbiano scelto coloro che possiedono questo gene."
"Ancora non vedo il nesso."
Sonx scosse appena la testa, come a schiarirsi le idee. "Il gene è responsabile di una maggior resistenza degli individui che lo possiedono all'influenza di determinate frequenze di onde gamma, che sono connesse negli umanoidi agli stati di intensa tensione emotiva."
Le antenne di Shran si drizzarono appena. "Come quelli che abbiamo sperimentato recentemente?"
Il dottore annuì lentamente. "Hanno rimosso gli individui che sarebbero stati meno facilmente influenzabili da... beh, da qualunque cosa stia facendo chiunque sia responsabile di tutto questo."
Il capitano si voltò e fece due passi per la stanza, sotto lo sguardo vigile dell'altro. Per un attimo nessuno dei due uomini parlò.
"Dottore, tutto questo può significare solo una cosa, credo."
"Già," rispose lentamente Sonx. "Si tratta di un esperimento."

Deep Space 16 - Passeggiata - 10/06/2396 - ore 09:43


Il Vimalum si stiracchiò come un gatto e si mosse, non visto, verso il suo pasto. Le emozioni annidate nel piccolo locale sulla passeggiata erano per lui un'attrattiva irresistibile, così si mise in caccia. I suoi sensi percepirono istintivamente le emozioni degli esseri intorno a lui. Paura, sospetto, rabbia. Il Vimalum non aveva una mente abbastanza complessa da capirne il significato, per lui si trattava solo di cibo. Se l'avesse avuta si sarebbe reso conto di quanto quelle emozioni erano provocate dalla situazione attuale di incertezza e di quanto fossero in realtà tenute a bada dal puro autocontrollo del personale.
Il Vimalum tuttavia non comprendeva e nemmeno se interessava. Un guizzo di timore proveniente da un guardiamarina poco più avanti attirò la sua attenzione e agì su di lui come un eccitante. Cambiò direzione, serpeggiando come un rettile tra gli esseri riuniti nel locale.
Raggiunta la sua vittima, cominciò a nutrirsene, assaporando lentamente l'emozione che percepiva.
La paura del giovane guardiamarina si trasformò in terrore, poi in rabbia contro chiunque in generale e contro l'uomo seduto di fronte a lui in particolare. La conversazione si alzò di tono.
Mentre il Vimalum si nutriva, volò il primo pugno.

Luogo imprecisato - Fattoria di campagna - 10/06/2396 - ore 09:50


Drillrush e Riccardi parlavano piano tra loro. Il resto delle persone rapite si era rapidamente installato nella fattoria. D'altra parte l'interno non pareva più pericoloso dell'esterno e almeno era caldo e relativamente comodo. In più avevano del cibo. Avevano riflettuto a lungo sull'opportunità di mangiare o meno, ma infine Claire aveva deciso di poter correre il rischio. Erano affamati e demoralizzati, un buon pasto avrebbe giovato a tutti. Riccardi aveva concordato. Normalmente nessuno dei due si sarebbe mai sognato di assaggiare nemmeno una briciola, ma non sembrava ci fossero molte altre alternative.
Dopo il breve pasto, tutti se ne erano andati a riposare. Drillrush e Riccardi avevano organizzato i turni di guardia ed erano rimasti soli.
Claire si appoggiò allo schienale della sedia e sospirò.
Riccardi non la conosceva bene - per la verità, non la conosceva affatto - ma non la invidiava per nulla. Non era certo una situazione ideale in cui trovarsi appena insediati in un nuovo incarico.
"In tutto questo, c'è qualcosa che non mi torna," disse lei.
"Di cose che non tornano ce ne sono parecchie, Comandante."
"Sì, certamente. Ma il fatto è... perché questo?"
"La fattoria?"
"Tutto." Claire agitò appena la mano a comprendere vagamente l'ambiente intorno. "Il forte. La pianta carnivora. La collina. E ora questo. Perché questi ambienti?"
Riccardi annuì lentamente. "Sembra quasi che ci stiano mettendo alla prova in qualche modo."
"Già," concordò Claire lentamente. "E' proprio questo che mi preoccupa."

Spazio - 10/06/2396 - Contemporaneamente


"Signore, il Vimalum si sta nutrendo, è confermato."
"Stiamo registrando, mi auguro."
"Sì, Signore."
Il secondo controllò nuovamente la sua strumentazione. I vari display sulla consolle erano un tripudio di colori e profili armonici complessi mentre la strumentazione registrava il banchetto del Vimalum su tutte le bande.
"Il personale della stazione?"
"Reagisce, Signore. Come previsto."
Un secondo display alla sua destra mostrava le principali attività dei sistemi e il monitoraggio delle comunicazioni interne alla stazione. Il secondo lo esaminò con attenzione.
"Pare che sulla passeggiata sia scoppiata una rissa. Direi che si tratta del Vimalum, a giudicare dalle proporzioni e dalla posizione. La sala comando sta inviando delle squadre a sedare i disordini."
"Come previsto," annuì soddisfatto il comandante.
"Come previsto, Signore," concordò il secondo. "Solo..."
"Cosa," abbaiò l'altro.
"Ecco, secondo le comunicazioni interne pare che il medico di bordo abbia chiamato il capitano dicendo di avere grandi sviluppi da comunicare."
"Sappiamo a cosa stava lavorando?"
Il secondo annuì appena. "Dati genetici del personale in custodia."
Per un attimo calò il silenzio.
"Lo stato del personale in custodia?"
Il secondo digitò rapidamente sulla propria consolle, aprendo una finestra secondaria suddivisa in due settori. In uno scorrevano file di dati medici. Nell'altra era mostrata una panoramica delle capsule di animazione sospesa contenenti gli individui prelevati dalla stazione.
"Tutto regolare, Signore," disse il secondo, soddisfatto.