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USS REDOUTABLE - MISSIONE 04 RSS USS REDOUTABLE - Missione 04

04.09 "Dalla padella all'inferno"

di Mian Fei Tao, Pubblicato il 12-04-2014

USS Redoutable, Infermeria
04/10/2393 Ore 05.48 - D.S. 70756.82


"Calma ragazzo... avvertiamo subito il Capitano e nel frattempo tu ti siedi e ti fai ricucire quelle scaglie." fece un gesto perentorio in direzione del biolettino e il soldato dopo un attimo di titubanza decise di ubbidire.
"Infermeria a Capitano!"
=^=Mi dica dottore... come sta il nostro ospite?=^=
"Stava bene, finché non avete deciso di trasformare questa nave in uno shaker... ma niente di irreparabile. Piuttosto pare abbia urgenza di parlare con voi... sembra un guardiamarina al suo primo esame!"
=^=Arriverò a momenti, stiamo aspettando feriti dalla Rosen... situazione a bordo?=^=
"Niente di grave, qualche braccio rotto o qualche ustione. Il più grave è il tenente Rorschach di astrofisica... gli è esplosa una centralina energetica davanti e per qualche tempo vedrà tutto a macchie."
=^=Dalla Rosen ci hanno comunicato che hanno qualche ferito più grave, il loro ufficiale medico è morto e hanno due membri dell'equipaggio in pessime condizioni quindi possono solo affidarsi a noi... purtroppo i sistemi non sono ancora al cento per cento, quindi non possiamo teletrasportarli direttamente in infermeria.=^=
"Eccoli... venga quando può! - esclamò Mian chiudendo la comunicazione e poi rivolgendosi al soldato - Tu fermo li, il Capitano verrà il prima possibile... come puoi vedere ci sono dei guai!"

Senza nemmeno aspettare una replica, si voltò verso la squadra medica appena arrivata.
Jenkart osservò incredulo lo strano medico che si dava da fare per salvare i membri di una razza che non era la sua, la stessa razza che un attimo prima aveva cercato di ucciderli tutti... eppure non solo si era occupato di lui, ma stava cercando di salvare anche altri.
Nell'infermeria c'era un via vai di gente, accanto a lui uno strano essere dalla pelle azzurra e le antenne se ne stava a braccia conserte senza togliergli i suoi glaciali occhi azzurri di dosso. Nella stanza c'erano altri come lui... o meglio, altri con il colletto giallo. In quanto alla razza sembravano essere tutti diversi. Tutti umanoidi, maschi e femmine in egual misura che sembravano lavorare di comune accordo.
L'essere che l'aveva curato sembrava avere il comando in infermeria, ma dava ordini in maniera del tutto diversa da quelli che venivano dati sulla sua nave... Sul Tarkas erano Ordini, gli veniva detto cosa doveva fare, quando doveva farlo e come doveva farlo. Qui il medico aveva solo dato qualche rapida indicazione e tutti quelli con il colletto verde si erano mossi come se avessero libertà di azione... forse un qualche tipo di mente alveare? Erano collegati mentalmente?

"A che razza appartenete?" chiese all'essere azzurro prima di rendersi conto di aver parlato senza aver ricevuto il permesso... attese un colpo che invece non arrivò.
L'essere invece lo guardò per un attimo e poi gli sorrise, pur rimanendo vigile: "Non siamo un'unica razza... io sono andoriano ad esempio, il medico che ti ha curato invece è un umano ma ce ne sono molte altre!"

* Inconcepibile, tante razze che lavoravano insieme. Come possono tante razze coesistere? *

In quel momento la porta dell'infermeria si aprì con un sibilo e due donne entrarono nella stanza. Una era Jorette, l'altra aveva strane macchie sul collo e il colletto rosso. Gli uomini con il colletto giallo sembrarono farsi più guardinghi, come se la persona che era entrata fosse l'unica cosa importante nella sala. L'andoriano si avvicinò ancora di più a Jenkart pronto ad intervenire al minimo segno di pericolo.
Il giovane soldato non era uno stupido come i suoi superiori credevano. Sapeva riconoscere qualcuno con il potere e quella femmina ne irradiava più di qualunque altro nella stanza. Forse era la compagna del Capitano se non addirittura sua moglie.

"Sono il Capitano Drey della USS Redoutable... mi hanno detto che voleva parlare con me!" attese qualche attimo senza ricevere risposta e si voltò verso il Capitano della Rosen "Qualche problema?"
"La nostra razza non considera le femmine in grado di comandare..."
"Ma lei è una femmina no?" chiese Elya senza scomporsi più di tanto
"Io sono una fuggitiva che si ritrova a dover ricoprire tale ruolo..."
"Capisco... Cerchi per un attimo di non far caso al mio sesso e mi dica cosa voleva dirmi di tanto urgente!"

Jenkar deglutì per un attimo confuso da tutte queste diversità e cercò di concentrarsi.
"Non è facile da spiegare, il nostro capitano era un Daiaken..." di nuovo la Drey si voltò verso Jorette in cerca di sopporto.
"Un prescelto, di solito vengono definiti così coloro che sono impegnati in una missione di importanza vitale... in questo caso suppongo fossimo noi i bersagli della missione."

Il giovane Jankar fece un cenno di assenso prima di continuare "Come ogni Daiaken riceveva direttamente le comunicazioni dei Grandi Signori e quindi dava ordini a noi sottoposti. Oggi qualcosa è cambiato, il capitano è divenuto un Daiaken-Aka... credo che letteralmente voglia dire 'corpo prescelto' e i Grandi Signori gli hanno ordinato di far esplodere la sua nave per distruggere sia la Rosen che voi."

"E il vostro capitano era pronto ad uccidere tutto il suo equipaggio pur di arrivare alla nostra distruzione?"

Non riusciva a capire come potesse esistere una così cieca fedeltà, poi però pensò a Wolf359 e a tutti quei capitani a cui era stato ordinato di attaccare il cubo borg e tutti loro l'avevano fatto per un bene superiore... chi di loro poteva capire cosa spingesse i Keeriani ad una così totale sottomissione ai loro Grandi Signori.

=^=Plancia a Capitano, ci sono delle letture anomale provenienti dal subspazio! E porti anche il dottore, ci sono notizie interessanti anche per lui." la voce di Anari era piena di compiacimento, i suoi sensori avevano fatto un ottimo lavoro.
"Veniamo subito..." rispose Elya guardando Mian che intanto si era avvicinato, ma anche lui non aveva idea di come le letture dei sensori potessero interessare anche lui.

USS Redoutable, Plancia
04/10/2393 Ore 06.30 - D.S. 70756.9


Dopo aver consegnato Jenkart alla sicurezza per farlo scortare in un alloggio, il Capitano Drey, quello della Rosen, Jorette, e il Comandante Tao fecero il loro ingresso in plancia.
Anari non stava più nella pelle e iniziò a parlare già dall'apertura delle porte del turboascensore.

"Non siamo in stato interessante... o meglio si, ma non come pensiamo noi!" disse tutto di un fiato seguendo il suo capitano che si stava dirigendo alla sua poltrona.
"Eppure posso assicurare che i dati clinici concordano con la mia diagnosi" commento Tao
"E io posso confermare che mi sento come se lo fossi" concordò Elya.
"Le letture che abbiamo fatto alla massima curvatura, hanno evidenziato un flusso di energia che dal subspazio, e dalla sfera in particolare, si dipana verso di noi... potrei definirlo un cordone ombelicale collegato direttamente con la sfera."
"A mio parere i feti che portate in grembo sono una sorta di 'ancora' psicofisica per la sfera!" intervenne il consigliere.
"Potrebbe essere... - borbottò Mian per poi sollevare un sopracciglio - e lei chi sarebbe?"
"Il nuovo Consigliere di bordo, sono appena arrivata!" sorrise lei di rimando "Comunque torniamo al punto più importante..."
"Non è una tecnologia al vostro livello..." terminò per lei il Capitano drey guardando intensamente Jorette. "A questo punto lei sa la situazione come la sappiamo noi può fidarsi di noi o no, non mi interessa... ma quelli della sfera sono i vostri figli e senza informazioni non possiamo aiutarvi."

Jorette si allontanò dal gruppo per andare verso il grande monitor che mostrava lo spazio davanti a loro. La Rosen, seppur danneggiata galleggiava placida in quel nulla così pieno di mistero e meraviglie.
"Il nostro popolo è estremamente xenofobo, i nostri confini sono pesantemente protetti e non permettiamo a nessuno di scendere sul pianeta... persino le nostre colonie minerarie sulle lune adiacenti al pianeta sono protette alla stessa maniera. Questa è una scelta culturale che deriva dalle regole imposte centinaia di anni fa da coloro che noi chiamiamo i Grandi Sognori."

La femmina Keeriana continuò a raccontare tornando verso il capitano Drey mentre tutti la ascoltavano affascinati.

"La loro comparsa sul nostro pianeta si perde nei miti e nelle leggende... però loro sono reali, ci proteggono e dominano sul nostro pianeta con un pugno di ferro che ha cambiato per sempre la nostra cultura, facendola diventare quella che è adesso. Alcuni anni fa io ero il capo progetto di un esperimento minerario su una delle lune più lontane del nostro sistema solare e per la prima volta nella mia vita ho conosciuto un essere di un altro pianeta... la sua nave era precipitata sulla luna e lo salvai tenendolo nascosto alla mia gente, finché non si riprese."

"Non sa da dove venisse?" chiese il comandante Owl, ma Jorette scosse la testa.

"Mi ha detto qualcosa ma sono nomi che non hanno significato per me... più il tempo passava e più i suoi racconti di fratellanza e comunione con le altre specie affascinarono me e coloro che ebbi il coraggio di mettere al corrente della sua esistenza. Lo portammo in segreto sul nostro mondo e alla fine lui ebbe modo di vedere i Grandi Signori... ne era terrorizzato. Aveva capito senza che noi dicessimo nulla che erano creature malefiche che avevano corrotto il nostro popolo." La donna sospirò e si prese un momento prima di riniziare a parlare "Alla fine mi disse che per salvare il mio popolo c'era un unico modo... un'incubatrice che avrebbe salvato i nostri figli, portandoli lontano dall'influenza dei malvagi. Lui aveva già la cosa che serviva nascosta nella sua navicella... la stava riportando nel suo mondo dopo un lungo viaggio da un altro settore di spazio... una sorta di cristallo dentro una scatola..."

Il Capitano Drey si alzò di scatto afferrando Jorette per le spalle, la sua voce si era alzata di volume quando con urgenza la scosse "Ha mai chiamato i Grandi Signori in qualche modo particolare? E' importantissimo!"

Jorelle spaventata dall'improvvisa reazione fece un cenno di assenso "Vedek Towar li chiamava Pah-wraiths"

"Oh dei del cielo..." commentò Carelli dalla sua postazione.