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USS REDOUTABLE - MISSIONE 04 RSS USS REDOUTABLE - Missione 04

04.03 "Baby boom"

di Elya Koran Drey, Pubblicato il 12-04-2014

USS Redoutable, Sala tattica
18/09/2393, ore 8:15 - D.S. 70713.27


Il cipiglio che il capitano Drey aveva inalberato non era esattamente rassicurante. Tao avrebbe dato qualunque cosa per poter essere teletrasportato in infermeria, il più lontano possibile dal suo superiore. Anche Kenar lo guardava sbigottito, ma era lo sguardo di Elya, qualche centimetro più in basso, a preoccuparlo di più.
"Si tratta di qualche sorta di stupido scherzo, dottore? Perché non riesco a trovarvi un lato divertente."
"Capitano, temo che i tricorder non abbiano un vero e proprio senso dell'umorismo..."

Drey allontanò la tazza di té allo zenzero e fece un lungo respiro, quasi per tenersi calma.

"Dottore, la situazione mi pare alquanto bizzarra, avrei bisogno di più dettagli."
"Glieli fornirei, se ne avessi, capitano, ma attualmente è tutto quello che so. Scientificamente è improbabile, statisticamente anche, tuttavia attenendosi alle rivelazioni questa è oggettivamente la realtà."
Drey si abbandonò sullo schienale della poltrona, pallida in volto. Ne aveva passate tante, aveva rischiato la pelle in ogni modo, ma quello le pareva troppo.

"E se fosse un'anomalia degli strumenti?"
Tao spostò il peso da un piede all'altro, come a disagio.
"Onestamente sono restio a crederlo. Ho rifatto le analisi sull'infermiera: gli strumenti sono affidabili."

La smorfia di Drey era indecifrabile, mentre si abbandonava allo schienale della poltrona.

"Indaghi ancora, dottore. Scopra qual è la causa, se interna o esterna, se ci sono contaminazioni o cosa. Fino ad allora farò mettere in quarantena la nave, allarme giallo fino a nuovo ordine."

USS Redoutable, bar di prora
27/09/2393, ore 18:00 - D.T. 70739.04


Il bar era meno rumoroso del solito in quelle sere. I sorrisi parevano più nervosi, la gente vi transitava con più fretta, quasi non volesse trattenersi per evitare domande sgradite.
*E di certo, viene servito molto meno alcol.*
Carelli rimirò lungamente l'infuso di bacche di jumja, sentedosi stupida.
*Persino io ne sono rimasta contagiata, in qualche modo.*
L'unica che pareva sentirsi egregiamente a suo agio era Anari, che sorseggiava un drink analcolico con una noncuranza che Droxine le invidiava.
Erano passate poche ore da quanto Tao aveva informato tutti, o meglio, tutte del loro stato interessante e Carelli non si era ripresa da quello che era un vero e proprio shock. E a giudicare dall'espressione sul suo volto, nemmeno il capitano Drey era stata contenta della notizia.
Tutte sembravano impazienti di risvegliarsi da quello che pareva un incubo o uno scherzo dell'infermeria.
Tutte, tranne Anari.
"Ho avuto modo di rifletterci un po',- riprese l'ufficiale scientifico - intendo come individuo, non in maniera razionale. E tutto sommato, avere un figlio non mi dispiacerebbe poi così tanto. Anzi, sarebbe una nuova sfida, una sorta di nuova frontiera da superare. Per migliorare me stessa."
Droxine la guardò in tralice al di là del tavolo.
"Non è un po' presto per fare progetti? Voglio dire, è accaduto all'improvviso, non sappiamo nemmeno quale sia la vera causa." Anari si accontentò di sorridere stringendosi nelle spalle.
"Mi piace prendere in considerazione tutte le possibilità. Certo, potrebbe anche rivelarsi un virus, una strana condizione indotta artificialmente..."
"Quello sicuro,- l'ingegnere capo sbuffò, a metà fra il preoccupato e la seccatura - credo che in poche se lo sarebbero andato a cercare. E poi, alla mia età sono quasi in procinto di chiudere 'bottega', per quanto riguarda lo sfornare pargoli."
La battuta strappò una risatina all'ufficiale scientifico.
"Ragione in più, mai dire mai."
"Beh, non è esattamente così che me lo sarei immaginato. Mi ricorda una vecchia religione terrestre. Se non sbaglio una fanciulla veniva inseminata da un essere divino. Dovevano esistere parecchie versioni...- Carelli sospirò, girando svogliatamente il cucchiaino nell'infuso - Ad ogni spero ancora che si tratti di un errore. E' troppo strano, tutto troppo strano..."

USS Redoutable, Infermeria
27/09/2393, ore 21:30 - D.S. 70739.44


La scrivania dell'ufficiale medico capo era sovraccarica di D-padd, ben oltre il normale disordine che lo contraddistingueva. I dati si accumulavano da sette giorni, in seguito a visite, prelievi, le più svariate analisi. Tao si era affaccendato per sbrigarne la maggior parte, con turni extra in infermeria e un debito di sonno che garantiva un paio d'occhiaie tutt'altro che gradevoli alla vista. Si stiracchiò la schiena, alla decima ora di lavoro ininterrotto. Il dottor McGregor, suo secondo, lo fissava con aria stanca.
"Ricapitoliamo ancora una volta,- disse Mian Fei, fissando un grosso monitor davanti a sé - tutti gli individui di sesso femminile presenti sulla nave risultano, come già notato da tempo, in stato interessante, e i valori paiono compatibili con un concepimento nel giorno in cui c'è stato quel flash osservato in plancia. Senza tenere conto della stadio del ciclo a cui si trovavano le attuali gestanti, come se fossero state fertilizzate prima."
"Tuttavia pare che il fenomeno, di qualunque tipo esso sia, non abbia interferito con le gravidanze già in corso. Per esempio, la bambina del guardiamarina Farrell non mostra di averne risentito, mostrando lo sviluppo normale di un feto al settimo mese..."
Tao annuì gravemente, prendendo un altro D-padd dal mucchio. "E abbiamo notato anche che le donne in menopausa non sono state interessate dal fenomeno, come il tenente Sher'pak..."
"Voglio ben dire, ha 120 anni almeno..."
Mian Fei fece una smorfia eloquente, per poi tornare a tamburellare con le dita sul monitor.
"Un altro dettaglio interessante viene dalle analisi genetiche parziali. Speravo ci dessero qualche indicazione sull'entità che ha preso in prestito i corpi delle nostre colleghe, ma qui i risultati sono più che sbalorditivi. Tutti i feti risultano essere della stessa razza delle madri."
McGregor giocherellava distrattamente con uno dei tanti D-Padd che ingombravano la scrivania.
"E se fossero dei cloni delle madri?"
"Ipotesi che dovremmo prendere in considerazione,- rispose Tao, passandosi una mano fra i capelli racchiusi in quella pettinatura così inusuale nella Flotta Stellare - ma qualcosa mi suggerisce che non sia questo il caso. Se si trattasse di cloni, avremmo tutti feti di sesso femminile, invece dalle analisi cromosomiche risulta che i sessi sono distribuiti casualmente. E poi non comprendo l'interesse di una simile clonazione. Ammettiamo per un attimo che il flash sia stato in grado, in qualunque modo, di... ehm, inseminare i membri dell'equipaggio. Per quale motivo creare dei cloni, per altro a sviluppo che fino ad ora pare normale e naturale nei tempi? Chiunque voglia utilizzare un clone per i suoi scopi, ha interesse a farlo crescere velocemente e in vitro. Per quale assurdo motivo sviluppare dei cloni in utero?" McGregor si strinse nelle spalle, evidentemente confuso.
"Il Dominio, forse..."
"Non mi convince. Non è il loro modo di agire e se ci fosse dietro il Dominio, sono certo che il capitano Drey ne sentirebbe la puzza. Li ha combattuti troppo a lungo per non riconoscere i loro intrighi."
"E allora?"
Il medico si alzò per andare al replicatore, dove ordinò una semplice tazza di acqua bollente. Dopodiché prelevò le foglie di tè dalla loro scatola di bambù e le lasciò sciogliere lentamente.
"E allora non lo so, Ian. Forse è semplicemente troppo presto per avere delle risposte. Ho chiesto che le gravidanze vengano portate avanti ancora per un po'. Per chiunque voglia interromperla, ci sarà ancora tempo dopo."

USS Redoutable, allogi del capitano
27/09/2393, ore 23:00 D.S. 70739.44


=^=Diario del capitano, data stellare 70739.44. La USS Redoutable procede a curvatura 2 verso il sistema Murasaki 312. La nave si trova sempre in quarantena a seguito del fenomeno, tutt'ora ancora inspiegabile, che ha colpito la quasi totalità degli individui femminili. Stiamo ancora indagando, sull'ipotesi che si tratti di un fenomeno come quello che colpì il consigliere dell'Enterprise in data stellare 42073.1. Ipotesi che tuttavia non convince né l'ufficiale medico, né l'ufficiale scientifico. Per ora è stato deciso che le gravidanze vengano portate avanti, per meglio comprendere il fenomeno...=^=

Il capitano dovette fare un profondo respiro per contenere un'ondata di nausea.
"Computer, pausa."
Un trillo le segnalò che la registrazione era sospesa. Elya andò a sedersi su una delle poltrone del suo alloggio, passandosi una mano sul viso. Si sentiva terribilmente stanca e assonnata, per quanto non avesse fatto nulla di particolare in tutta la giornata.
*Quanto durerà ancora questa storia? Quando potrò voltare pagina definitivamente su questa brutta avventura?* Un pensiero le fece correre un brivido gelido lungo la schiena. *Se ci sarà mai una fine...*
Tutto quello che Elya aveva sempre desiderato, fin da bambina, era il comando di una nave spaziale. L'equipaggio sarebbe stato la sua famiglia, le paratie di duranio la sua casa, l'intero universo il suo giardino. In tutto ciò, un figlio non era nemmeno lontanamente contemplato. Non faceva parte della sua indole e l'istinto materno non si era mai fatto vivo. Era stata padre, certo. O meglio, il simbionte Drey lo era stato, diverse volte, ma madre mai. Era una sensazione così nuova che nemmeno quei cinque secoli di esperienza gli erano di alcun aiuto.
*E ho paura, come se ne andasse della mia vita stessa, in pericolo da un momento all'altro.*
Eppure sua madre avrebbe tanto voluto un nipote da Elya, a mo' di conferma che quella sua primogenita era normale e non una scapestrata con la testa fra le stelle. Tutte le sue sorelle avevano avuto bambini. Tutti, tranne Elya e il suo gemello Leyan.
*E ci sarà una ragione...*
Il capitano Drey si morsicò una nocca, cercando di dominare il nervosismo. Non era l'unica in quella situazione e mentre vestiva i gradi sull'uniforme rossa doveva mostrarsi impassibile. Tuttavia nel suo alloggio poteva abbandonarsi all'insicurezza, alla paura, agli incubi. Forse erano gli ormoni, Tao gli avrebbe sicuramente suggerito quella scusa.
*No, è questo qualcosa che si è insinuato sotto la mia pelle, incastonato nella mia carne... non vedo l'ora di liberarmene.* Per la prima volta, una delle due mani scese a sfiorare il ventre. Elya lo guardò come se fosse la prima volta che lo vedesse. C'era un rigonfiamento appena percettibile, al di sotto della cicatrice che ancora si intravedeva quando le avevano assegnato Drey.
*Ma quando sarà il momento vorrò liberarmene?*