Baby boom!










USS REDOUTABLE

presenta


USS REDOUTABLE

Baby boom!

Missione 04






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS REDOUTABLE,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS REDOUTABLE, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2014



www.starfleetitaly.it | USS REDOUTABLE








Equipaggio

Capitano Capitano Elya Koran Drey

Capo Operazioni Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan

Capo SEC/TAC Tenente Comandante Tkar

Consigliere Tenente Comandante Maia White Owl

Ingegnere Capo Tenente Comandante Droxine Carelli

Capitano
Elya Koran Drey
Capitano

Tenente Comandante
Tholos del Clan Rashan
Capo Operazioni

Tenente Comandante
Tkar
Capo SEC/TAC

Tenente Comandante
Maia White Owl
Consigliere

Tenente Comandante
Droxine Carelli
Ingegnere Capo

Ufficiale Medico Capo Tenente Comandante Mian Fei Tao

Ufficiale Scientifico Capo Tenente Comandante Anari

Tenente Comandante
Mian Fei Tao
Ufficiale Medico Capo

Tenente Comandante
Anari
Ufficiale Scientifico Capo


USS REDOUTABLE

Autori

Capitano
Elya Koran Drey
Laura Core

Capo Operazioni
Tholos del Clan Rashan
Fabrizio C.

Capo SEC/TAC
Tkar
Federico Pirazzoli

Consigliere
Maia White Owl
Q Continuum

Ingegnere Capo
Droxine Carelli
Massimiliano Badi

Ufficiale Medico Capo
Mian Fei Tao
Franco Carretti

Ufficiale Scientifico Capo
Anari
Luca Bonetti






Sommario


Sinossi
04.01 - FT01 Dalle Stalle alle Stelle
04.02 - Il Flash Fantasma
04.03 - Baby boom
04.04 - Una questione di ... dimensioni
04.05 - Arca
04.06 - Avatar
04.07 - Una brutta giornata per Jenkart
04.08 - Tante domande, nessuna risposta
04.09 - Dalla padella all'inferno
04.10 - Qualche risposta...
04.11 - La scelta
04.12 - La redenzione di Jenkar
04.13 - Ancora 11 ore ...
04.14 - Nuove tattiche
04.15 - Atto finale

Sinossi

Quarta Missione USS Redoutable.



04.01 - FT01 Dalle Stalle alle Stelle

Autore: Tenente Comandante Tkar

T.A.S. Drokin, Sezione Alloggi Passeggeri
20 Agosto 2393 (Data Stellare 70632.88)


I suoi movimenti erano di una lentezza quasi irreale e, alla tenue luce delle candele, pareva che la sua figura danzasse al rallentatore, mentre le mani si congiungevano l'una all'altra davanti al petto.
I movimenti di braccia e gambe, eseguiti ad una velocità studiatamente lenta, sarebbero apparsi ingannevolmente semplici ad un eventuale osservatore, che non avrebbe comunque potuto fare a meno di chiedersi come facesse l'uomo ad eseguirli ad occhi chiusi senza urtare mai le vecchie ed usurate pareti metalliche dell'angusta cabina passeggeri di quel malandato Cargo Tellarita.

=^=Rufio a Tenente Comandante Tkar...=^= chiamò una voce disincarnata, suonando ancor più stridula dell'originale in quell'apparato di comunicazione vecchio di forse quarant'anni =^=...volevo solo avvisarla che tra meno di un'ora saremo al punto di rendez vous con la U.S.S. Redoutable.=^=
Il Vulcaniano completò il movimento che stava eseguendo portando le braccia ai fianchi poi, aprendo gli occhi a fessura per adattarli alla luminosità della stanza, sollevò la mano destra verso il piccolo interfono incassato nella parete e - premuto l'interruttore di attivazione - rispose con voce neutra "Ricevuto, Comandante ... la ringrazio per l'informazione. Mi farò trovare pronto in Sala Teletrasporto al momento dell'arrivo, così da non impegnare il suo vascello per più tempo del dovuto. Tkar chiudo."
La mano del Vulcaniano disattivò la comunicazione tagliando in questo modo la colorita risposta del comandante Tellarita che - per nulla felice della deviazione di sei anni-luce che aveva dovuto fare per accompagnarlo al rendez vous con la Redoutable - nei giorni scorsi non aveva perso occasione per ricordargli quanto fosse scocciante dover dare passaggi gratuiti al personale della Flotta Stellare.

*Come se viaggiare su questo vascello si possa definire un piacere...* commentò tra sé il Vulcaniano, ripensando agli intensi sforzi di meditazione che aveva dovuto fare per escludere dal proprio io cosciente i forti odori che permeavano il Cargo Tellarita ed il suo equipaggio.
Rimproverandosi per quel pensiero poco logico, Tkar si affrettò a mettere gli abiti che indossava nel proprio bagaglio a mano e, preparata una divisa nuova sulla propria branda, si diresse alla piccola doccia sonica di cui era dotato l'alloggio.
Stando ai propri calcoli aveva esattamente 46.5 minuti per rendersi presentabile per la sua nuova assegnazione.

U.S.S. Redoutable, Sala Teletrasporto 1
47 minuti dopo


"Benvenuto a bordo della U.S.S. Redoutable, Comandante!" salutò un ufficiale con indosso la divisa della Sezione Comando e con i gradi di Comandante sul colletto "Sono il Primo ufficiale, Comandante Arjian Kenar..."

Tkar si mosse costringendosi ad ignorare il familiare senso di disorientamento dato dalla materializzazione poi, fissando lo sguardo sul Trill che era venuto a dargli il benvenuto, fece un cenno col capo e rispose "Comandante Kenar, lieto di fare la sua conoscenza. Tenente Comandante Tkar a rapporto, chiedo il permesso di salire a bordo per prendere servizio."
Kenar sorrise a mezza bocca vedendo il formalismo dell'altro, che ancora non si era mosso dalla pedana del teletrasporto in quanto in attesa di un'autorizzazione esplicita, poi aggiunse "Permesso accordato, Comandante...lieto di averla tra noi..."

Tkar scese dalla pedana del teletrasporto con il proprio bagaglio a mano sotto braccio e, quando l'ufficiale superiore gli fece cenno di seguirlo, si accodò in silenzio ritenendo di non dover aggiungere altro.

Percorsero alcuni metri lungo il corridoio del ponte poi, quando si trovarono davanti ad un Turboascensore, Kenar affermò "Avrà tempo per il lavoro, Comandante... intanto perché non passa nel suo alloggio a sistemare i suoi effetti personali? Sono certo che il Capitano Drey capirà se - dopo un viaggio di sei giorni su un mercantile Tellarita - desidera riposare un po' prima di prendere servizio."

Il Vulcaniano rimase leggermente interdetto a quelle parole e, mentre il Turboascensore si apriva davanti a loro, valutò rapidamente se l'odore acre del trasporto Tellarita avesse impregnato la sua persona o i suoi abiti nonostante le precauzioni che aveva preso.
Decidendo che non era quello il caso, Tkar comprese che il Comandante Kenar aveva solo voluto mostrarsi disponibile nei suoi confronti e rispose
"Non sarà necessario, Comandante. Ho avuto molto tempo per riposare in questi giorni...giusto il tempo necessario a depositare il mio bagaglio a mano nell'alloggio e sarò pronto ad adempiere ai miei doveri.

U.S.S. Redoutable, Sala tattica del Capitano
Poco dopo


"Avanti ..." sospirò Elya Drey, sollevando lo sguardo dal rapporto di missione che la squadra archeologica aveva compilato dopo l'esplorazione delle rovine di un'acropoli situata nel più piccolo dei continenti emersi di Tremer 11, attorno a cui la Redoutable orbitava lentamente.

Le porte della Sala Tattica si aprirono con un sibilo e la figura del suo nuovo Capo della Sicurezza si stagliò contro lo sfondo della Plancia, dove il Comandante Kenar aveva rilevato il Tenente Garibaldi al comando.
Il Capitano della Redoutable si concesse circa un secondo per studiare e memorizzare la fisionomia del Vulcaniano che stava entrando. Naturalmente ne conosceva lo stato di servizio ed il curriculum, ma non aveva mai avuto un Vulcaniano puro come Capo della Sicurezza e desiderava farsi un'idea dell'uomo, ancor prima che dell'ufficiale.

"Tenente Comandante Tkar a rapporto, Capitano." Affermò intanto il nuovo Capo della Sicurezza, assumendo una rigida posa di attenti e tenendo lo sguardo fisso in un punto imprecisato della paratia alle spalle della donna.

"Si accomodi, Tkar..." rispose la Trill, facendogli cenno di utilizzare una delle due poltroncine situate dall'altro lato della sua scrivania.
Quindi lo osservò mentre sedeva in maniera composta e rigida, non potendo fare a meno di pensare che - forse - per lui sarebbe stata la stessa cosa se fosse rimasto in piedi.

"Non si preoccupi, non voglio interrogarla..." affermò in tono cortese ma velato di sottile ironia, nonostante fosse conscia del fatto che difficilmente l'altro avrebbe risposto a tono all'affermazione "desideravo solo darle personalmente il benvenuto a bordo e conoscerla un po', visto che sarà il mio Capo della Sicurezza, ora che il Comandante Mckenzy è stato trasferito..."

Il Vulcaniano sollevò appena un sopracciglio a sentir parlare di interrogazioni, ma decise di non approfondire rispondendo invece "Sono a sua completa disposizione, se ha necessità di chiedermi qualche dettaglio circa le mie esperienze precedenti o le mie competenze."
La donna sorrise più apertamente a quella affermazione, ma scosse il capo in segno di diniego spiegando "No, Comandante, non ho necessità di sapere di più circa le sue competenze...ho letto i Diari di Bordo dei Capitani con cui ha servito e le referenze che hanno scritto su di lei. Sono solo curiosa di conoscere lei...mi dica, che ne pensa della sua nuova assegnazione?"

"A quanto ho avuto modo di leggere dalle parti pubbliche dei Diari di Bordo," iniziò cautamente il Vulcaniano, leggermente confuso dall'apparente cambio di argomento "la U.S.S. Redoutable è un'ottima nave con un equipaggio efficiente. Vi siete trovati in situazioni piuttosto...complesse, e ne siete usciti in maniera impeccabile. Ho però notato che vi sono state alcune falle nella sicurezza e, a tal proposito, vorrei suggerire..."

Ma il Capitano Drey lo interruppe con un gesto della mano...ricordava perfettamente le falle nella sicurezza, visto che era li ad essere stata rapita nel cuore della notte dalla sua astronave!
Ciononostante non era di questo che voleva parlare in quel momento col suo ufficiale, perciò spiegò "E' lei il Capo della Sicurezza, Tkar...se ritiene di poter migliorare la sicurezza della nave e l'efficienza della sua Sezione attraverso qualche procedura innovativa - non vietata dai regolamenti, beninteso - la applichi e basta, non ha bisogno della mia approvazione."

"Come desidera, Capitano..." rispose l'ufficiale, non dando l'impressione di essersi particolarmente offeso per il brusco arresto della conversazione. Dopodiché tacque nuovamente, mantenendo una postura rigida ed un atteggiamento assolutamente neutrale rispetto al suo capitano o alla stanza che lo circondava.

Drey rifletté per qualche momento, pensando a come fare ad infrangere quella corazza di fredda neutralità vulcaniana per vedere cosa effettivamente ci fosse sotto, ma alla fine decise di rinunciare.
Ovviamente tra loro non esisteva ancora quel rapporto di sufficiente fiducia reciproca che le avrebbe permesso di arrivare a comprendere meglio il suo ufficiale.

"Molto bene, Comandante...non la trattengo oltre..." affermò quindi, sciogliendo quella situazione imbarazzante e pensando, nel contempo *Avremo altre occasioni per scoprire chi sei veramente, Comandante Tkar...*

Il Vulcaniano fece un cenno affermativo e si alzò, ma prima di uscire venne bloccato un'ultima volta dalla voce della Trill che affermò "Avremo di certo altre occasioni per conoscerci meglio...intanto benvenuto a bordo!"

U.S.S. Redoutable, Alloggio di Tkar
Ore 23:12


"La mente è al di sopra del corpo...la mente controlla il corpo..."

Tkar era seduto in posa meditativa, con le gambe incrociate e gli occhi chiusi sul pavimento dell'alloggio, con solo la luce di una candela da meditazione a rischiarare quell'ambiente per lui così nuovo.

"Io sono la mente...io ho il controllo..."

La litania terminò e, su quelle parole, il Vulcaniano aprì gli occhi e sciolse la posa meditativa. In maniera efficiente spense la candela lasciando che fosse la fioca luce delle stelle che sfrecciavano a velocità curvatura nella finestra della stanza a rischiarare i suoi passi mentre riponeva gli oggetti da meditazione nel proprio armadio.
Era stata una lunga giornata, ma aveva avuto modo di conoscere buona parte del personale della sua Sezione e di parlare con il Comandante Anari circa le subroutines di controllo che desiderava inserire in una sezione protetta del Computer secondario della Sezione a Disco.
L'indomani avrebbe avuto il suo primo turno in Plancia e desiderava riposare adeguatamente per riprendersi dalle fatiche che - nonostante lo avesse negato col Primo Ufficiale - il viaggio sul cargo Tellarita aveva comportato.
Prima di chiudere gli occhi, però, decise di sedersi un momento accanto alla finestra e cominciò ad osservare le scie di luce che era possibile vedere.
Una parte della sua mente, quasi per un gioco personale, cominciò ad estrapolare da quel movimento le variabili necessarie a calcolare quale dovesse essere la effettiva velocità della nave. Un'altra parte, quella più profonda, richiamò invece alla memoria antichi ricordi appartenuti a suo nonno...ricordi di una vita trascorsa ad esplorare quella vastità infinita che ora lui stava guardando.
Rimase in quella posizione per 11.7 minuti, dopodiché decise che era giunto il momento di riposare e si sdraiò sul proprio letto stabilendo, appena prima di addormentarsi, che la velocità di crociera doveva essere di approssimativamente Curvatura 5.2.


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04.02 - Il Flash Fantasma

Autore: Tenente Comandante Mian Fei Tao

USS Redoutable, plancia
04/09/2393 Ore 05.16 - D.S. 70677.31


"Il turno peggiore...se prendo un altro caffè potrei rimanerci secco!" il Tenente Comandante Russo, dell'ufficio del personale della Redoutable e attualmente facente funzioni di Capitano per il turno delta, si alzò sbracciandosi platealmente in uno sbadiglio esagerato. Gli altri uomini in plancia appartenenti al turno "notturno", anche se di notte non si poteva esattamente parlare dato che nello spazio c'era solo quella, sorrisero all'unisono. Russo era così, non sarebbe mai diventato un vero capitano, ogni tanto faceva un turno in plancia quando la situazione era tranquilla, ma buttava sempre tutto troppo sullo scherzo perché potesse ricoprire un incarico di quella serietà. A lui stava bene così: 'L'umorismo non è una disposizione dell'animo, ma una visione del mondo' era solito dire e tutti, e persino gli ufficiali superiori apprezzavano quella sua visione del mondo e il buon umore con cui affrontava le situazioni, spesso difficili, che l'universo metteva sulla strada della Redoutable.
"Samuel qualcosa all'orizzonte? Che so: un pianeta, una stella particolare... un cubo borg! Darei il braccio destro per un bel cubo borg che ci tenga svegli per le prossime due ore! E poi il braccio sinistro per fare in modo che si tolga dai piedi..." sospirò sconsolato accasciandosi sulla poltrona che in quel momento gli apparteneva.
"Niente da segnalare! Posso metterti sullo schermo una bella partita di beach volley femminile!" scherzò l'addetto al tattico.
"Non mi tentare!" borbottò Russo sconsolato "Perché le cose succedono sempre nel turno alfa? Sembra di vedere un telefilm dove tutto succede ai protagonisti principali!"
"Ti lamenti che non succede nulla e poi quando succede ti lamenti perché succede... io, soprattutto dopo quello che è accaduto al capitano e la paura che abbiamo avuto di averla persa, preferisco di gran lunga un periodo di riposo! I miei nervi non sono più quelli di una volta!" intervenne il tenente Walters, l'addetto alla sezione scientifica, ormai prossimo al pensionamento.
"Quando hai ragione, hai ragione!" ammise Russo "Esimi colleghi, speriamo allora che non succeda niente!"
Un lampo di luce bianca molto più rapido di un flash fotografico inondò per un millesimo di secondo la plancia facendo ammutolire tutti.
"Avete visto anche voi?" chiese guardando gli altri.
"Si signore" immediatamente la professionalità dell'equipaggio aveva preso il sopravvento sulla goliardia.
"Walters rapporto..."
"Niente da segnalare Capitano... è stato talmente veloce che non ho capito da dove proveniva e i sensori non segnalano niente di strano!"
"Samuel rimandi le registrazioni video di quello che è successo..." Russo poggiò gli avambracci sulle gambe per sorreggersi mentre si piegava in avanti per meglio concentrarsi sul monitor principale. Sullo schermo si ripeterono le ultime battute e poi di nuovo ci fu il lampo bianco. L'addetto al tattico calcolò il punto esatto sul filmato ed ordinò al computer di bloccare l'immagine in quell'istante preciso.

"E' tutto bianco... non si vede se la luce proviene da un punto preciso. Samuel prova a controllare anche le altre telecamere presenti in plancia!"
"Niente da fare è tutto bianco anche nelle altre..." rispose l'altro dopo un veloce controllo.
=^=Sala macchine a plancia!=^=
"Qui plancia... mi dica Tenente" rispose Russo riconoscendo la voce del vice ingegnere capo Nairiam
=^=Forse non è niente, ma abbiamo notato uno strano flash bianco qui in sala macchine... ma non siamo riusciti a capire da dove provenisse!=^=
"Interessante... anche qui in plancia è successa la stessa cosa. Grazie Tenente, farò controllare anche su gli altri ponti!" esclamò interrompendo la comunicazione.
"Walters faccia un controllo dei sistemi per vedere se qualcosa non va, Narama, controlli sugli altri ponti se qualcuno ha notato la stessa cosa."
"Stanno già arrivando dei rapporti: ponte undici cartografia, ponte dieci bar di prora, ponte due mensa degli ufficiali... tutti affermano di aver visto la luce." Ebbe un attimo di esitazione e poi si decise a suggerire "chiamo il comandante Kenar?"
Russo accantonò per un attimo la domanda per rivolgersi al tattico "Samuel qualcosa all'orizzonte?"
"Niente di niente... evidentemente è qualcosa sulla nave!"
"Walters?"
"Tutti i sistemi perfettamente funzionanti, ho fatto partire una diagnostica di livello tre su tutti i sistemi... ci vorrà qualche minuto, se non da nessun risultato temo che ci sarà bisogno di qualcosa di più completo, ma per il momento..." sollevò le spalle in un gesto impotente.
"Manca poco al turno alfa e all'arrivo del capitano, dati i risultati del signor Walters non vedo la necessità di svegliare tutti prima del tempo... continuate con le diagnostiche e mandate qualcuno della sicurezza a fare un giro per i ponti a controllare di persona la situazione... quando il capitano arriverà in plancia con il suo tè del mattino voglio darle qualcosa su cui lavorare o per lo meno farle vedere che ci siamo dati da fare."
*Accidenti alla mia boccaccia* pensò Russo riguardando il video dell'accaduto ancora una volta.

USS Redoutable - Infermeria
18/09/2393 ore 7:00 - D.S. 70713.13


"Felice mattino Paula!" esclamò Tao entrando in infermeria.
"Buongiorno dottore... ha preso della dexedrina stamattina per essere così pimpante?" rispose lei guardandolo sorpresa.
"Niente anfetamine per me grazie, solo una bella notte di sonno ristoratore come non ne facevo da molto tempo!" rispose lui stiracchiandosi.
"Naturalmente quelle piante con le quali ha addobbato tutta l'infermeria sono solo per uso medico..." affermò lei sorridendo.
"Naturalmente! Tutte cose che il mio vecchio nonno prende da anni... dovrebbe vedere quant'è arzillo!" ribettè Tao facendola ridere apertamente.
Prese il D-padd di Paula mentre sorseggiava il caffè appena replicato "Bene cosa abbiamo stamattina?"
"Niente da segnalare... in giornata dovrebbero essere pronti i risultati di tutti gli esami fatti all'equipaggio dopo lo strano evento di due settimane fa. Quelli degli ufficiali superiori sono già sulla sua scrivania, ho fatto preparare prima i loro al computer."
"Già, il flash fantasma... beh tanto non avevamo niente da fare. Una bella revisione a tutto l'equipaggio non è stato un problema. Ottimo lavoro!"
Dopo un sorriso alla sua infermiera, il medico capo della Redoutable si rintanò nel suo ufficio per leggere i risultati medici degli ufficiali superiori. Si sedette sulla poltrona continuando a sorseggiare la nera bevanda.
*Bene, Kenar sta bene... un po' di stress fisico ma dopo quello che è successo con i romulani è il minimo, lo stesso per Garibaldi, anche lui ha passato un brutto periodo. Tholos è in forma smagliante e Tkar, il nuovo arrivato è in forma ottima.* si alzò per mettere nel replicatore la tazza vuota e quando tornò alla scrivania sullo schermo era apparsa la scheda medica del capitano Drey.
Fece scorrere velocemente alcuni dati per poi bloccarsi all'improvviso "Che mi venga un accidente!" esclamò sorpreso. "Bene bene... chi l'avrebbe mai detto!"
Dopo aver vagliato altri parametri del Capitano in cerca di una conferma sorrise sorpreso, questo proprio non se l'aspettava "Questa cosa merita una visita in plancia!"
Aprì una nuova scheda, questa volta quella del comandante Carelli, ancora sorridendo per quello che aveva scoperto e per un attimo non fece caso a quello che leggeva poi si fermò confuso... forse un errore del computer?
"Computer, verificare i dati degli esami del Capitano Drey e del Comandante Carelli!"
=^=Risultati confermati!=^= rispose la voce dal timbro vocale femminile. *Coincidenza?*
Mian passò immediatamente agli esami di Anari con gli stessi identici risultati... una era possibile, due improbabile, ma tre...
Prese il suo tricorder medico e tornò dall'infermiera che stava leggendo un D-padd medico, quando alzò gli occhi su di lui notò subito che qualcosa non andava.
"Dottore tutto bene?"
"Non lo so... devo controllare i tuoi livelli di HCG." rispose lui facendo scorrere il tricorder sulla ragazza.
"Tutto bene?" chiese lei e Tao le mostrò il risultato della scansione "Ma... non è possibile!"
Mian ricontrollò di nuovo per maggior sicurezza ma i risultati erano gli stessi. "Paula, sicura che non..."
"Comandante le assicuro che ci deve essere un guasto nel tricorder medico!" "Me lo auguro anch'io..." rispose lui enigmatico "Devo andare in plancia" ed uscì senza dare spiegazioni.

USS Redoutable - Plancia
18/09/2393 ore 8:10 - D.S. 70713.26


"Buongiorno dottore, qual buon vento?" chiese il primo ufficiale della Redoutable seduto comodamente sulla sua poltrona.
Tao non rispose e con il suo tricorder controllò di nuovo Droxine e Anari che lo guardarono allibite poi, senza dare ancora spiegazioni, si avvicinò alla postazione di Tkar dove quest'ultimo stava parlando con un splendida andoriana appartenente alla sua sezione.
Lui sollevò un sopracciglio mentre lei lo guardò sbigottita mentre il tricorder leggeva i dati fisici del tenente in questione.
"Signor Tao, le dispiace dirmi cosa sta facendo?" chiese Kenar ormai incuriosito per il suo strano comportamento.
"Il Capitano c'è? Noi tre dobbiamo parlare... in privato" lo sguardo del medico era pieno di sorpresa e preoccupazione.
"Andiamo..." rispose il comandante dopo un attimo di esitazione. L'ufficiale fece strada ed entrò nell'ufficio del capitano dopo aver ricevuto il via libera.
Il Capitano Drey aveva gli occhi chiusi e teneva fra le mani una tazza di te, dall'odore che si spandeva nell'aria si trattava di un tè allo zenzero.
"Capitano il comandante Tao desidera parlarci in privato... si sente bene?" chiese Kenar notando che il capitano sembrava un po' sofferente quella mattina, lei fece semplicemente cenno di continuare.
"Capitano..." iniziò Tao "Ho fatto diverse verifiche, persino mentre venivo in plancia e sono passato da diversi ponti..."
"Comandante Tao le spiace arrivare al dunque? Stamattina non mi sento benissimo!" lo esortò lei.
"Lo so signore..." a dire la verità non sapeva proprio da che parte prendere la cosa.
"Signor Tao, c'è qualcosa che non va? Ho sentito che anche il Comandante Carelli stamattina non era in perfetta forma... forse qualche virus che ha passato i nostri filtri?" chiese il primo ufficiale in tono preoccupato.
"Capitano... lei, e ho il forte sospetto tutte le donne della nave, siete incinta..."


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04.03 - Baby boom

Autore: Capitano Elya Koran Drey

USS Redoutable, Sala tattica
18/09/2393, ore 8:15 - D.S. 70713.27


Il cipiglio che il capitano Drey aveva inalberato non era esattamente rassicurante. Tao avrebbe dato qualunque cosa per poter essere teletrasportato in infermeria, il più lontano possibile dal suo superiore. Anche Kenar lo guardava sbigottito, ma era lo sguardo di Elya, qualche centimetro più in basso, a preoccuparlo di più.
"Si tratta di qualche sorta di stupido scherzo, dottore? Perché non riesco a trovarvi un lato divertente."
"Capitano, temo che i tricorder non abbiano un vero e proprio senso dell'umorismo..."

Drey allontanò la tazza di té allo zenzero e fece un lungo respiro, quasi per tenersi calma.

"Dottore, la situazione mi pare alquanto bizzarra, avrei bisogno di più dettagli."
"Glieli fornirei, se ne avessi, capitano, ma attualmente è tutto quello che so. Scientificamente è improbabile, statisticamente anche, tuttavia attenendosi alle rivelazioni questa è oggettivamente la realtà."
Drey si abbandonò sullo schienale della poltrona, pallida in volto. Ne aveva passate tante, aveva rischiato la pelle in ogni modo, ma quello le pareva troppo.

"E se fosse un'anomalia degli strumenti?"
Tao spostò il peso da un piede all'altro, come a disagio.
"Onestamente sono restio a crederlo. Ho rifatto le analisi sull'infermiera: gli strumenti sono affidabili."

La smorfia di Drey era indecifrabile, mentre si abbandonava allo schienale della poltrona.

"Indaghi ancora, dottore. Scopra qual è la causa, se interna o esterna, se ci sono contaminazioni o cosa. Fino ad allora farò mettere in quarantena la nave, allarme giallo fino a nuovo ordine."

USS Redoutable, bar di prora
27/09/2393, ore 18:00 - D.T. 70739.04


Il bar era meno rumoroso del solito in quelle sere. I sorrisi parevano più nervosi, la gente vi transitava con più fretta, quasi non volesse trattenersi per evitare domande sgradite.
*E di certo, viene servito molto meno alcol.*
Carelli rimirò lungamente l'infuso di bacche di jumja, sentedosi stupida.
*Persino io ne sono rimasta contagiata, in qualche modo.*
L'unica che pareva sentirsi egregiamente a suo agio era Anari, che sorseggiava un drink analcolico con una noncuranza che Droxine le invidiava.
Erano passate poche ore da quanto Tao aveva informato tutti, o meglio, tutte del loro stato interessante e Carelli non si era ripresa da quello che era un vero e proprio shock. E a giudicare dall'espressione sul suo volto, nemmeno il capitano Drey era stata contenta della notizia.
Tutte sembravano impazienti di risvegliarsi da quello che pareva un incubo o uno scherzo dell'infermeria.
Tutte, tranne Anari.
"Ho avuto modo di rifletterci un po',- riprese l'ufficiale scientifico - intendo come individuo, non in maniera razionale. E tutto sommato, avere un figlio non mi dispiacerebbe poi così tanto. Anzi, sarebbe una nuova sfida, una sorta di nuova frontiera da superare. Per migliorare me stessa."
Droxine la guardò in tralice al di là del tavolo.
"Non è un po' presto per fare progetti? Voglio dire, è accaduto all'improvviso, non sappiamo nemmeno quale sia la vera causa." Anari si accontentò di sorridere stringendosi nelle spalle.
"Mi piace prendere in considerazione tutte le possibilità. Certo, potrebbe anche rivelarsi un virus, una strana condizione indotta artificialmente..."
"Quello sicuro,- l'ingegnere capo sbuffò, a metà fra il preoccupato e la seccatura - credo che in poche se lo sarebbero andato a cercare. E poi, alla mia età sono quasi in procinto di chiudere 'bottega', per quanto riguarda lo sfornare pargoli."
La battuta strappò una risatina all'ufficiale scientifico.
"Ragione in più, mai dire mai."
"Beh, non è esattamente così che me lo sarei immaginato. Mi ricorda una vecchia religione terrestre. Se non sbaglio una fanciulla veniva inseminata da un essere divino. Dovevano esistere parecchie versioni...- Carelli sospirò, girando svogliatamente il cucchiaino nell'infuso - Ad ogni spero ancora che si tratti di un errore. E' troppo strano, tutto troppo strano..."

USS Redoutable, Infermeria
27/09/2393, ore 21:30 - D.S. 70739.44


La scrivania dell'ufficiale medico capo era sovraccarica di D-padd, ben oltre il normale disordine che lo contraddistingueva. I dati si accumulavano da sette giorni, in seguito a visite, prelievi, le più svariate analisi. Tao si era affaccendato per sbrigarne la maggior parte, con turni extra in infermeria e un debito di sonno che garantiva un paio d'occhiaie tutt'altro che gradevoli alla vista. Si stiracchiò la schiena, alla decima ora di lavoro ininterrotto. Il dottor McGregor, suo secondo, lo fissava con aria stanca.
"Ricapitoliamo ancora una volta,- disse Mian Fei, fissando un grosso monitor davanti a sé - tutti gli individui di sesso femminile presenti sulla nave risultano, come già notato da tempo, in stato interessante, e i valori paiono compatibili con un concepimento nel giorno in cui c'è stato quel flash osservato in plancia. Senza tenere conto della stadio del ciclo a cui si trovavano le attuali gestanti, come se fossero state fertilizzate prima."
"Tuttavia pare che il fenomeno, di qualunque tipo esso sia, non abbia interferito con le gravidanze già in corso. Per esempio, la bambina del guardiamarina Farrell non mostra di averne risentito, mostrando lo sviluppo normale di un feto al settimo mese..."
Tao annuì gravemente, prendendo un altro D-padd dal mucchio. "E abbiamo notato anche che le donne in menopausa non sono state interessate dal fenomeno, come il tenente Sher'pak..."
"Voglio ben dire, ha 120 anni almeno..."
Mian Fei fece una smorfia eloquente, per poi tornare a tamburellare con le dita sul monitor.
"Un altro dettaglio interessante viene dalle analisi genetiche parziali. Speravo ci dessero qualche indicazione sull'entità che ha preso in prestito i corpi delle nostre colleghe, ma qui i risultati sono più che sbalorditivi. Tutti i feti risultano essere della stessa razza delle madri."
McGregor giocherellava distrattamente con uno dei tanti D-Padd che ingombravano la scrivania.
"E se fossero dei cloni delle madri?"
"Ipotesi che dovremmo prendere in considerazione,- rispose Tao, passandosi una mano fra i capelli racchiusi in quella pettinatura così inusuale nella Flotta Stellare - ma qualcosa mi suggerisce che non sia questo il caso. Se si trattasse di cloni, avremmo tutti feti di sesso femminile, invece dalle analisi cromosomiche risulta che i sessi sono distribuiti casualmente. E poi non comprendo l'interesse di una simile clonazione. Ammettiamo per un attimo che il flash sia stato in grado, in qualunque modo, di... ehm, inseminare i membri dell'equipaggio. Per quale motivo creare dei cloni, per altro a sviluppo che fino ad ora pare normale e naturale nei tempi? Chiunque voglia utilizzare un clone per i suoi scopi, ha interesse a farlo crescere velocemente e in vitro. Per quale assurdo motivo sviluppare dei cloni in utero?" McGregor si strinse nelle spalle, evidentemente confuso.
"Il Dominio, forse..."
"Non mi convince. Non è il loro modo di agire e se ci fosse dietro il Dominio, sono certo che il capitano Drey ne sentirebbe la puzza. Li ha combattuti troppo a lungo per non riconoscere i loro intrighi."
"E allora?"
Il medico si alzò per andare al replicatore, dove ordinò una semplice tazza di acqua bollente. Dopodiché prelevò le foglie di tè dalla loro scatola di bambù e le lasciò sciogliere lentamente.
"E allora non lo so, Ian. Forse è semplicemente troppo presto per avere delle risposte. Ho chiesto che le gravidanze vengano portate avanti ancora per un po'. Per chiunque voglia interromperla, ci sarà ancora tempo dopo."

USS Redoutable, allogi del capitano
27/09/2393, ore 23:00 D.S. 70739.44


=^=Diario del capitano, data stellare 70739.44. La USS Redoutable procede a curvatura 2 verso il sistema Murasaki 312. La nave si trova sempre in quarantena a seguito del fenomeno, tutt'ora ancora inspiegabile, che ha colpito la quasi totalità degli individui femminili. Stiamo ancora indagando, sull'ipotesi che si tratti di un fenomeno come quello che colpì il consigliere dell'Enterprise in data stellare 42073.1. Ipotesi che tuttavia non convince né l'ufficiale medico, né l'ufficiale scientifico. Per ora è stato deciso che le gravidanze vengano portate avanti, per meglio comprendere il fenomeno...=^=

Il capitano dovette fare un profondo respiro per contenere un'ondata di nausea.
"Computer, pausa."
Un trillo le segnalò che la registrazione era sospesa. Elya andò a sedersi su una delle poltrone del suo alloggio, passandosi una mano sul viso. Si sentiva terribilmente stanca e assonnata, per quanto non avesse fatto nulla di particolare in tutta la giornata.
*Quanto durerà ancora questa storia? Quando potrò voltare pagina definitivamente su questa brutta avventura?* Un pensiero le fece correre un brivido gelido lungo la schiena. *Se ci sarà mai una fine...*
Tutto quello che Elya aveva sempre desiderato, fin da bambina, era il comando di una nave spaziale. L'equipaggio sarebbe stato la sua famiglia, le paratie di duranio la sua casa, l'intero universo il suo giardino. In tutto ciò, un figlio non era nemmeno lontanamente contemplato. Non faceva parte della sua indole e l'istinto materno non si era mai fatto vivo. Era stata padre, certo. O meglio, il simbionte Drey lo era stato, diverse volte, ma madre mai. Era una sensazione così nuova che nemmeno quei cinque secoli di esperienza gli erano di alcun aiuto.
*E ho paura, come se ne andasse della mia vita stessa, in pericolo da un momento all'altro.*
Eppure sua madre avrebbe tanto voluto un nipote da Elya, a mo' di conferma che quella sua primogenita era normale e non una scapestrata con la testa fra le stelle. Tutte le sue sorelle avevano avuto bambini. Tutti, tranne Elya e il suo gemello Leyan.
*E ci sarà una ragione...*
Il capitano Drey si morsicò una nocca, cercando di dominare il nervosismo. Non era l'unica in quella situazione e mentre vestiva i gradi sull'uniforme rossa doveva mostrarsi impassibile. Tuttavia nel suo alloggio poteva abbandonarsi all'insicurezza, alla paura, agli incubi. Forse erano gli ormoni, Tao gli avrebbe sicuramente suggerito quella scusa.
*No, è questo qualcosa che si è insinuato sotto la mia pelle, incastonato nella mia carne... non vedo l'ora di liberarmene.* Per la prima volta, una delle due mani scese a sfiorare il ventre. Elya lo guardò come se fosse la prima volta che lo vedesse. C'era un rigonfiamento appena percettibile, al di sotto della cicatrice che ancora si intravedeva quando le avevano assegnato Drey.
*Ma quando sarà il momento vorrò liberarmene?*


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04.04 - Una questione di ... dimensioni

Autore: Tenente Comandante Tkar

USS Redoutable - Plancia
01/10/2393 Ore 09.42 - D.S. 70749.06


La U.S.S. Redoutable stava procedendo a velocità di curvatura 7 verso il luogo dove, poco meno di un mese prima, un'anomalia visiva della durata di appena un centesimo di secondo aveva inspiegabilmente messo in stato interessante tutti i membri dell'equipaggio di sesso femminile in età fertile.
Il mese precedente era trascorso effettuando analisi di ogni genere nell'infruttuoso tentativo di individuare la causa del fenomeno, ma fino a quel momento non era stato possibile ispezionare il "luogo del misfatto" a causa degli altri compiti del vascello di classe Sovereign che - benché posto in stato di quarantena - non aveva potuto esimersi dal compiere le missioni di emergenza umanitaria che si erano rese necessarie per risolvere un'improvvisa crisi alimentare scoppiata nella remota colonia di Dantes V.
Ora che l'emergenza era stata messa sotto controllo e che la Redoutable aveva finito di fare la spola tra la Base Stellare 117 e Dantes V carica di container alimentari isolati in stive poste sotto vuoto, la nave stava procedendo spedita verso il luogo dove si era imbattuta in quello che l'equipaggio aveva cominciato a chiamare il "flash fantasma".
La nave procedeva a velocità sostenuta facendosi precedere dalle emissioni dei propri potenti sensori a lungo raggio che, già da alcune ore, stavano scandagliando la zona di interesse.
Non che quel tipo di apparato sensore - progettato principalmente per individuare con largo anticipo eventuali ostacoli lungo la rotta di vascelli lanciati a velocità di curvatura - potesse dire molto all'equipaggio della Redoutable, ma nessuno degli ufficiali addetti al turno Alpha presenti in Plancia aveva osato contestare l'ordine del Capitano, che quel giorno sembrava di umore particolarmente tetro mentre sorseggiava il proprio tè allo zenzero.
"Le scansioni a lungo raggio non rilevano nulla di anomalo nell'area di interesse, Capitano..." annunciò il Comandante Anari, dopo avere sollevato lo sguardo dalle letture giunte alla consolle scientifica "l'area di spazio che abbiamo attraversato durante il "Flash Fantasma" appare vuota, se si escludono la radiazione di fondo e la normale densità di pulviscolo interstellare. Rileviamo i residui di alcune tracce di curvatura vecchie di almeno due giorni, ma nulla che possa essere direttamente ricollegato alla nostra situazione."
Anche la consolle tattica aveva ricevuto la medesima lettura dei sensori e, mentre il Capitano rispondeva con un poco entusiasta grugnito alla prevedibile relazione dell'ufficiale Denobulano domandando un aggiornamento sulla stima temporale per l'impiego dei ben più sensibili sensori scientifici laterali, Tkar inserì il proprio codice di sicurezza per modificare l'impostazione dei sistemi di scansione a lungo raggio, riducendone di un 20% l'efficienza ma aumentando considerevolmente il raggio di analisi. L'intento del Vulcaniano era quello di verificare se fosse possibile estrapolare la rotta del vascello o dei vascelli le cui tracce erano state rilevate da Anari, al fine di appurare se anche su tali navi si fosse presentato il medesimo problema occorso alle donne dell'equipaggio della Redoutable, ma i risultati della scansione lo sorpresero. "Apparentemente il vascello rilevato dal Comandante Anari si trova ancora nel settore, Capitano..." ritenne opportuno comunicare, attirando l'attenzione della Trill che, in quel momento, stava chiedendo al proprio ufficiale scientifico di effettuare ugualmente un'analisi sulle tracce di curvatura rilevate .
Entrambe le donne, così come il resto dell'equipaggio di Plancia, si voltarono praticamente all'unisono verso la postazione tattica e il suo occupante si ritenne invitato a continuare "Ho esteso il raggio di analisi dei sensori per individuare la traiettoria del vascello transitato nell'area, nel caso si rivelasse possibile e opportuno verificare se il "Flash Fantasma" fosse avvenuto anche su di esso, ma non si è rivelato necessario. La nave è ancora nello stesso settore, anche se le rilevazioni circa la sua scia di curvatura sono quantomeno anomale."
Immediatamente Anari verificò i dati elaborati dal collega della sezione Sicurezza e, notato a sua volta quanto già osservato dal Vulcaniano, aggiunse "Effettivamente sembrerebbe impegnata in uno schema di ricerca a spirale all'interno del settore, ma..."
L'esitazione della Denobulana apparve strana al Capitano e al Primo Ufficiale, che avevano sempre visto la donna piuttosto sicura di sé e delle proprie opinioni, quindi - dopo un rapido scambio di occhiate - il Comandante Kenar la incitò a proseguire.
"Ma stanno effettuando tale ricerca a Curvatura 2.6...in un'area di spazio del diametro di appena 7 Ore-Luce." Spiegò, evidentemente incredula rispetto a ciò che aveva appena affermato.
Drey fece una piccola smorfia, evidentemente intenta ad effettuare alcuni calcoli mentali, poi affermò "Non mi sembra una maniera efficiente di effettuare una ricerca di qualsiasi tipo...a quella velocità attraverserebbero l'area di ricerca in quanto? Mezz'ora? I loro sensori non avrebbero neppure il tempo di effettuare una scansione approfondita..."
"15 Minuti e 34 secondi, considerando un transito completo sulla diagonale dell'area interessata..." precisò Tkar, ritenendo ragionevole omettere l'informazione circa i decimi di secondo del calcolo. Aveva notato che l'eccessiva precisione tendeva ad irritare la maggior parte delle specie che costituivano la Federazione, e non riteneva che l'attuale umore incostante del Capitano Drey facesse eccezione.
"Abbiamo modo di appurare di che tipo di vascello si tratta e a chi appartiene?" domandò il Capitano, dopo un sorso alla propria bevanda. La Redoutable - una volta appurato quanto capitato al proprio equipaggio - aveva infatti fatto emettere un ordine restrittivo che vietava il transito nel settore a qualsiasi vascello federale, sia che fosse civile o della Flotta Stellare.
Anari si mise subito all'opera, effettuando una serie di rielaborazioni sulle letture - a dire il vero un po' distorte dalla distanza - effettuate dai sensori a lungo raggio. Pulito il segnale di ingresso dalle interferenze, cominciò a confrontare i dati ricevuti con quanto si trovava nel database della nave e - dopo alcuni minuti - affermò "La forma della nave non è associabile a nessuna razza conosciuta, ma si tratta di una tecnologia primitiva, dotata di un sistema propulsivo comparabile con i motori a curvatura di Tipo 2...ritengo che la loro velocità attuale sia il massimo che sono in grado di raggiungere. Tenuto conto delle dimensioni del vascello e del tipo di propulsore, non può trattarsi di un vascello esplorativo a lungo raggio, quindi possiamo restringere, con un grado ragionevole di approssimazione, l'area da cui possono provenire.... "
Detto ciò la donna proiettò sullo schermo principale una mappa del settore in questione, allargandola fino a coprire lo spazio che quel tipo di nave avrebbe potuto percorrere senza esaurire completamente le proprie scorte energetiche. Il Capitano Drey vide subito che nello spazio interessato vi erano solo una manciata di sistemi solari e che, di questi, uno solo era catalogato come abitato da una specie dotata di tecnologia di curvatura. Appurato ciò, le risultò assolutamente naturale domandare "Cosa sappiamo di questi Keeriani?" Fu Tkar il primo a rispondere. Il Vulcaniano aveva infatti analizzato i medesimi dati elaborati dalla consolle scientifica e, ritenendo prevedibile quella domanda, aveva richiamato i dati tattici relativi alla razza che abitava il sistema solare in questione "Sono una razza estremamente xenofoba che, dopo il Primo Contatto avvenuto in data stellare 42179.19, ha ignorato ogni successivo tentativo di contatto e aperto il fuoco a vista sulle navi giunte per intraprenderlo. La loro tecnologia è limitata, ma le sonde automatiche inviate per monitorarli hanno rilevato che negli ultimi 38 anni hanno assemblato e messo in funzione più di cinquanta vascelli per la difesa del proprio sistema solare. A quanto risulta dagli archivi, i Keeriani hanno effettuato solo un volo a curvatura al di fuori del proprio sistema solare, circa undici mesi prima del Primo Contatto."
"E adesso sono di nuovo lì fuori..." commentò meditabondo il Comandante Kenar, guardando in direzione della mappa proiettata sullo schermo principale senza però osservarla realmente "e sembrano impegnati in una anomala ricerca molto lontano da casa ma decisamente vicino a dove abbiamo sperimentato il "Flash Fantasma. Difficile credere in una coincidenza..."
"Aprite un canale di comunicazione..." ordinò il Capitano rivolgendosi all'addetto alle comunicazioni, un Boliano piuttosto massiccio di nome Narama che indossava l'uniforme rossa della sezione comando ed aveva sul collo i gradi di Guardiamarina.
L'ufficiale dalla pelle blu operò per alcuni secondi sulla propria consolle, poi una espressione di disapprovazione si formò sul suo volto, rendendo in qualche modo più evidente la cresta superiore del suo cranio. Dopo aver tentato invano di ripetere la procedura di comunicazione standard, riferì con tono dispiaciuto "Sono spiacente, Capitano...ma stanno ignorando la nostra comunicazione."
La Trill, in quel momento piuttosto irritata, valutò per un momento la possibilità di ordinare di forzare la comunicazione con quell'astronave dalla tecnologia molto più primitiva, ma poi decise che non era così importante. Alla velocità attuale avrebbero intercettato quella nave in meno di 5 giorni, ma se la stessa avesse tentato di allontanarsi dalla zona in cui stava effettuando le proprie ricerche, la Redoutable aveva modo di ridurre drasticamente quel tempo.

USS Redoutable - Laboratorio Scientifico 1
Data 03/10/2393 Ore 02.11 - D.S. 70753.67


Anari stava lavorando senza sosta da undici ore al proprio progetto. La Denobulana era consapevole del fatto che, nelle proprie condizioni, sarebbe stato opportuno concedere al proprio organismo del tempo per riposarsi, ma il giorno precedente aveva avuto un'intuizione e riteneva necessario completare le analisi avviate per verificare la propria ipotesi.
La donna sorrise istintivamente nel pensare a come tutto aveva avuto inizio.
Si era recata al Bar di Prora per mangiare - come suo solito - con il Comandante Carelli, ma un 'piccolo inconveniente' legato alla propria attuale condizione l'aveva fatta ritardare di una decina di minuti e - quando era arrivata nell'ampia struttura adibita a mensa - aveva trovato Droxine seduta al tavolo con il Comandante Tkar, intenta in una fitta conversazione con quest'ultimo.
La Denobulana aveva salutato i due colleghi e si era seduta insieme a loro, iniziando a mangiare in silenzio per capire di cosa stessero parlando. Subito dopo aveva capito che la terrestre stava cercando di imparare qualcosa di più sul loro nuovo Ufficiale Tattico, e che lo aveva perciò coinvolto in una discussione sulle sue passioni.
Il Vulcaniano non pareva avere apprezzato granché il termine utilizzato, ma aveva comunque riferito di provare grande interesse per le arti marziali e per la collezione di testi cartacei. Quando Droxine aveva insistito su quest'ultimo punto, Tkar aveva citato diversi testi che aveva scelto di portare con sé, tra cui anche alcuni acquistati sulla Terra prima di partire.
Anari, intrigata dal curioso titolo di uno dei libri, aveva scelto quel momento per intervenire nella conversazione e chiedere maggiori ragguagli sul testo. Tkar aveva spiegato che Flatlandia (questo era il titolo del libro) era un racconto allegorico, volto a rappresentare una rivisitazione satirica della società vittoriana del XIX secolo terrestre attraverso la vita di un abitante di un ipotetico universo bidimensionale che entra in contatto con l'abitante di un universo tridimensionale.
Il capo della Sicurezza era andato avanti a parlare di questo libro, riferendo l'attenzione che l'autore, un matematico, aveva riservato all'accuratezza delle descrizioni circa l'interazione dell'essere tridimensionale - una sfera - con l' ambiente bidimensionale nel quale si manifestava come un cerchio di dimensione variabile. Furono queste parole a far scattare qualcosa nella mente dell'Ufficiale Scientifico che, terminato frettolosamente il proprio pasto, si rinchiuse subito nel laboratorio per verificare quanto aveva ipotizzato. Fissando i dati dell'elaborazione effettuata dal computer, il volto di Anari non poté che allargarsi in un sorriso stanco ma estremamente soddisfatto: le sue simulazioni - infatti - avevano ottenuto risultati incoraggianti, confermando quello che prima era stato solo un vago sospetto dettato da una intuizione: qualsiasi fosse l'origine della condizione sua e delle altre 322 donne dell'equipaggio rimaste incinte, essa esisteva nel subspazio di curvatura, mentre il lampo a cui avevano assistito non ne era che la manifestazione nel loro universo quadrimensionale.

USS Redoutable - Sala Riunioni Principale
Data 03/10/2393 Ore 08:30 - D.S 70753.48


"Multidimensionale?" ripeté Tholos, tamburellando le agili dita blu sul piano lucido del tavolo della Sala Riunioni "Cioé ritiene che quell'entità esista in più di quattro dimensioni?"
"Esattamente!" confermò Anari con enfasi, indicando lo schema di probabilità elaborato dal computer la notte precedente. Aveva dormito solo cinque ore, ma la consapevolezza di aver fatto un passo avanti nel mistero del 'Flash Fantasma' l'aveva riempita di energie "Come ben sapete, siamo a conoscenza dell'esistenza di diverse entità che esistono oltre le ordinarie quattro dimensioni..."
"Come gli alieni del Tunnel Spaziale bajoriano..." intervenne Garibaldi, dalla sua posizione accanto al Primo Ufficiale "se non sbaglio, essi esistono al di fuori del continuum spazio-temporale ordinario, quindi significa che esistono in almeno cinque dimensioni..."
"Proprio così," confermò l'Ufficiale Scientifico Capo "Tant'è che essi esistono nel Tunnel Spaziale, che è una struttura multidimensionale, mentre nello spazio normale si manifestano solo parzialmente."
"Ma nel nostro caso abbiamo incontrato la manifestazione del fenomeno mentre viaggiavamo a velocità curvatura..." fece notare Tkar, che stava seduto accanto all'Ingegnere Capo Carelli "quindi sarebbe una supposizione logica ipotizzare che tale fenomeno origini nel subspazio..."
"Mi sembra sensato..." convenne Droxine con un cenno di assenso, dopo avere poggiato sul tavolo la propria tazza di tè "e questo spiegherebbe perché, subito dopo il flash, i sensori non hanno individuato nulla. Noi cercavamo qualcosa che esiste nel nostro piano dimensionale, non nel subspazio..."
"Aspettate un momento..." li interruppe l'Andoriano a capo delle Operazioni "se in quel settore c'è qualcosa nel subspazio, l'unico modo per individuarlo è eseguire scansioni attive direttamente lì... Esattamente come sta facendo la nave Keeriana..."
A quelle parole seguì un lungo momento di silenzio, dopodiché il Capitano Drey prese la parola affermando quello che ormai tutti gli ufficiali riuniti attorno al tavolo stavano pensando "A questo punto, direi che possiamo concludere che la presenza della nave aliena nell'area è più di una coincidenza. Ritengo quindi imperativo tentare di comunicare con loro non appena ciò sarà possibile, al fine di scoprire cosa sappiano esattamente di questo fenomeno..."
"Fino ad ora hanno ignorato ogni nostro tentativo di comunicazione..." fece notare pacatamente il Comandante Kenar, dalla sua posizione immediatamente a destra del Capitano "e la loro razza non é esattamente conosciuta per le proprie capacità comunicative nei confronti di altre specie..."
"Ciononostante, da quanto ho capito, non rappresentano una minaccia dal punto di vista tattico, giusto?" domandò la Trill, rivolgendolo lo sguardo all'Ufficiale Tattico Vulcaniano, che rispose con un cenno di assenso "In tal caso spero che - quando ci troveremo faccia a faccia - la nostra presenza ed il nostro comune intento li inviti ad essere più...collaborativi..."
"Potremmo sempre aprire forzatamente un canale di comunicazione con loro..." suggerì Tholos con tono moderato. Non si trattava di una procedura standard codificata in qualche manuale della Flotta Stellare, ma tutti gli ufficiali delle Operazioni conoscevano qualche trucchetto per riuscire, alla bisogna, ad hackerare i ricevitori subspaziali di altre navi...soprattutto se si trattava di navi tecnologicamente meno avanzate. Ad ogni modo, proprio perché non era una procedura standard, aggiunse "Sono convinto che - se riuscissimo a spiegare loro che siamo interessati alla loro stessa ricerca e che disponiamo di mezzi più adeguati per portarla avanti - sarebbero più propensi ad ascoltarci..." "Terremo in considerazione anche questa possibilità..." convenne Drey con un cenno del capo "per ora limitiamoci a tenere costantemente d'occhio quella nave...se hanno informazioni pertinenti la nostra ricerca, è nel nostro interesse trovare il modo di convincerli a condividerle..."
Dopodiché, fissando ad uno ad uno i subalterni per i quali aveva degli ordini specifici, aggiunse "Numero Uno, dia disposizione agli Ufficiali in comando di tutti e quattro i turni affinché eseguano scansioni periodiche delle attività della nave Keeriana. Se si dovesse allontanare dalla zona bersaglio adegueremo la nostra rotta e velocità per non perderli..." dopodiché si rivolse all'Ufficiale Scientifico aggiungendo "Anari, programmi ed ottimizzi uno dei banchi sensori laterali per eseguire scansioni attive del subspazio a velocità curvatura..."
"I sensori non sono concepiti per questo tipo di scansione..." avvisò la Denobulana, mentre la sua mente già iniziava ad affrontare le equazioni necessarie ad eliminare almeno una parte della radiazione di fondo subspaziale che avrebbe "sporcato il segnale di ritorno dei sensori "questo tipo di modifica ridurrà drasticamente la loro portata..."
"Poco male," assentì il Capitano con una espressione molto meno tesa di quella che aveva avuto nell'ultimo mese "poiché conosciamo il punto esatto dove siamo entrati in contatto col fenomeno, non dovremmo avere necessità di analizzare grandi zone di spazio."
"Ed ora, signori..." aggiunse alzandosi in piedi con energia "diamoci da fare!"

USS Redoutable - Plancia
Data 04/10/2393 Ore 02.45 - D.S. 70756.48


Tkar sedeva tranquillamente sulla poltrona del Capitano e suddivideva equamente l'attenzione della propria mente addestrata tra il monitoraggio delle varie postazioni e la compilazione di un nuovo programma di addestramento olografico per il personale della propria Sezione.
Uno degli inconvenienti dell'attuale stato in cui versavano la maggior parte delle donne dell'equipaggio era stato la difficoltà sempre maggiore a trovare ufficiali disponibili a comandare e adoperare durante il turno Delta, ovvero il turno che copriva le ore notturne tra le 02:00 e le 08:00. Nonostante nello spazio non esistesse una vera "notte", pareva infatti che la maggior parte delle puerpere avesse sviluppato la necessità di concentrare il sonno in quelle ore, costringendo quindi i colleghi maschi a coprire circa il 90% delle operazioni di quel turno.
A parere di Tkar, che in quanto Vulcaniano aveva un bisogno di riposo inferiore a quello della maggior parte delle razze presenti a bordo, si trattava di un inconveniente non particolarmente grave, ma molti colleghi avevano già espresso malessere per quella situazione.
Ad ogni modo quel turno in particolare sembrava procedere senza problematiche di sorta, con la nave che continuava a viaggiare a Curvatura 7 verso la propria destinazione, in quel momento distante ancora 2 giorni, 5 ore, 46 minuti e 23 secondi. Tutti i sistemi operavano nella norma e nulla sembrava presagire qualche problema.
Come da ordini del Capitano, ogni 15 minuti veniva effettuata una nuova scansione della loro destinazione, al fine di verificare se l'astronave Keeriana era ancora impegnata nella propria ricerca.
Fu alla fine di una delle scansioni periodiche del settore che il Tenente Rexon, un Tellarite al momento assegnato al monitoraggio della consolle scientifica, richiamò l'attenzione del suo superiore affermando "Signore, sembra che una seconda nave stia convergendo nella zona di esplorazione...la traccia di curvatura è più potente di quella della prima, ma le emissioni energetiche sono simili. Potremmo avere un altro dannato vascello Keeriano nel settore dell'anomalia!"
Tkar decise di soprassedere sulla colorita metafora del Tellarite e preferì interessarsi a quanto aveva affermato, domandando "Anche il secondo vascello ha intrapreso uno schema di ricerca analogo al primo?"
"No, signore..." rispose l'alieno dalle fattezze porcine, mentre le sue pelose dita artigliate parevano danzare sui controlli dei sensori "viaggia a curvatura 3.5 in rotta di intercettazione col primo vascello e...che io sia dannato, ha appena attivato tutte le sue armi!"
"Analisi tattica di entrambi i vascelli!" ordinò immediatamente Tkar, volgendo lo sguardo verso il Guardiamarina T'Vor, che stava occupando la consolle tattica per la prima volta da quando era stato imbarcato a bordo. Il comportamento del secondo vascello lasciava ben pochi dubbi circa i suoi intenti, ma Tkar non vedeva la logica in tutto ciò.
"Il primo vascello dispone unicamente di una coppia di armi al plasma a basso potenziale ed è protetto da uno scafo singolo corazzato con un'armatura polarizzata." riferì il giovane Vulcaniano senza alzare lo sguardo dai dati che i sensori gli fornivano...avendo percorso più di metà della distanza che li separava dalla regione di spazio contenente l'anomalia, adesso i sensori a lungo raggio erano molto più efficienti "Il secondo vascello parrebbe una versione più avanzata del primo, concepita specificamente per il combattimento. Scafo doppio rinforzato con armatura polarizzabile, scudi monofasici di Tipo 1, armi al Plasma su tutta la lunghezza dello scafo e quattro tubi lanciasiluri..." "Bah! E' solo ferraglia..." intervenne Rexon con un piccolo ringhio che
fuoriuscì dalla bocca irta di zanne "se ci sparasse addosso con tutte le armi cogliendoci a scudi abbassati dubito che ci accorgeremmo di essere stati colpiti!"
"Ma, a quanto pare, non siamo noi i suoi bersagli." Fece notare semplicemente Tkar, prima di aggiungere "Il primo vascello ha reagito alla presenza dell' altro?"
"Ha cambiato rotta, cercando di allontanarsi a Curvatura nella direzione opposta rispetto a quella di provenienza del vascello assalitore." rispose T'Vor, mettendo sullo schermo principale una estrapolazione tattica delle rotte seguite dai due vascelli "La differenza di velocità è però troppo elevata per evitare il contatto. Tempo di intercettazione: 1 ora, 13 minuti e 26 secondi." "Appare evidente che la seconda nave intenda catturare o distruggere la prima.." commentò piattamente Tkar, incrociando pigramente le dita davanti a sé e riflettendo ad alta voce, quasi volesse rendere l'equipaggio di Plancia partecipe delle proprie deduzioni "Poiché l'equipaggio della prima nave pare avere informazioni inerenti il fenomeno sul quale stiamo investigando, ritengo necessario intervenire per accedere a tali informazioni prima che vengano perse o distrutte..."
Forse si trattava di una conclusione affrettata, secondo gli standard
Vulcaniani, ma il Capitano Drey aveva espresso chiaramente il proprio intento di entrare in contatto con la nave Keeriana intenta in una probabile ricerca del fenomeno subspaziale e ciò si sarebbe logicamente dimostrato impossibile se la stessa fosse stata distrutta o seriamente compromessa.
Attese un momento, quasi a sfidare i sottoposti a contestare la sua decisione, poi si voltò verso il Terrestre che stava gestendo il Timone in quel momento e ordinò "Molto bene, signori, passare in Allarme Giallo. Tenente Garin, regoli la velocità della nave a fattore Curvatura 9.9 e predisponga con la Sala Macchine una curva di accelerazione fino a Curvatura 9.99. In questo modo dovremmo intercettare i due vascelli Keeriani prima che abbiano il tempo di distruggersi o danneggiarsi vicendevolmente in maniera irreparabile."
L'Umano ebbe appena un momento di esitazione, poi eseguì l'ordine accelerando la nave fino ad una velocità 6.555 volte superiore a quella della luce. Il potente reattore Materia/Antimateria del vascello di Classe Sovereign cominciò a pulsare più velocemente per produrre l'energia necessaria a sostenere quella velocità e le sue vibrazioni si trasmisero lungo i 680 metri di lunghezza dello scafo.
Fatto tutto ciò che riteneva necessario a garantire il corretto espletamento degli ordini ricevuti, Tkar si accinse a contattare il Capitano Drey per informarla degli sviluppi della situazione.
Il Capo della Sicurezza ebbe appena il tempo di sfiorare il proprio comunicatore quando la voce del Capitano - evidentemente svegliata dall'improvviso aumento di potenza dei motori e dal segnale di Allarme Giallo- emerse dall'apparato di comunicazione installato sul soffitto
=^= Drey a Plancia...Tkar, che sta succedendo? =^=


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04.05 - Arca

Autore: Tenente Comandante Droxine Carelli

USS Redoutable - Alloggio di Droxine
04/10/2393 Ore 02.50 - D.S. 70756.48



Droxine aveva provato ad addormentarsi da ore ma non ci era riuscita.
Alla fine si era alzata e si era guardata allo specchio in bagno.
Questo era veramente poco caratteristico di lei. Non si ricordava l'ultima volta in cui aveva guardato con attenzione il proprio corpo.
Lo trovò come lo ricordava. Un po' rotondetto e sovrappeso. Dovrei proprio fare più attività fisica ecc. ecc.
Ma ovviamente non era l'adipe ad occuparle i pensieri.
Il tempo passava ed un bambino... un vero bambino... stava crescendo dentro di lei.
All'inizio lo aveva considerato una delle tante stranezze che una nave stellare incontra scorrazzando nel cosmo. Probabilmente lo era. Ma era passato un mese e la prospettiva di dovere fare un scelta che non era preparata a fare si faceva sempre più incombente.
Droxine Carelli. Capo ingegnere di una nave della Flotta Stellare. Dirigeva uno staff ben nutrito. Disponeva di apparecchiature e mezzi del valore di piccoli pianeti precurvatura.
Non si poteva certo dire che le facessero paura le responsabilità.
'Mamma Dro', la chiamavano talvolta.
I colleghi la vedevano come una figura materna.
Ma ora che c'era la concreta possibilità di diventarlo... cos'era quel sapore acido in fondo alla gola? Il respiro che si accorciava...
I sintomi di una crisi di panico? Lei? Con tutto quello che aveva affrontato? Eppure...
Droxine sospirò.
Dal suo incarico poteva fuggire. Alla fine era un lavoro. Le amicizie andavano e venivano. Gli amori idem. E del resto non aveva mi avuto relazioni durature. Un figlio no. Era per la vita. Non c'era via di fuga. Era un legame.
Ah... era questo il punto.
Aveva bisogno di una via di fuga. Una porta aperta attraverso la quale sfuggire. C'era stato bisogno di questo per accorgersi che non era la donna che credeva di essere. E quello che traspariva non era troppo edificante.
Il suono dell'allarme giallo la fece sobbalzare.
Azionò il comunicatore.
"Carelli a plancia. Cosa sta succedendo?"
=^= Tenente. Siamo in rotta di intercettazione. Prevediamo di arrivare a curvatura 9.99. Mi spiace disturbare il suo sonno ma forse è meglio che si rechi in sala macchine. =^=
"Nessun disturbo, mi creda."
Droxine si vestì in fretta e si precipitò fuori del suo alloggio.
* Sia ringraziata qualsiasi entità suprema guardasse da questa parte. Avevo proprio bisogno di un po' di azione per schiarirmi la testa... *

USS Redoutable - Alloggio di Anari
04/10/2393 Ore 02.50 - D.S.70756.48


Anari stava inconsapevolmente scimmiottando Droxine nel suo alloggio. Si stava guardando allo specchio.
Il sonno non voleva saperne di venire.
Non poteva fare a meno di fantasticare. Come sarebbe stato avere la pancia?
Si mise di profilo per rimirarsi meglio. E se avesse fatto una simulazione olografica?
Stava valutando il parto naturale. Perché teletrasportare un povero neonato quando poteva vedere la luce come innumerevoli infanti avevano fatto prima di lui? Certo, il teletrasporto era meno traumatico... ma diavolo. Quello che non ti uccide ti fortifica, no?!
Mentre pensava a questo aveva un sorriso un po' sciocco stampato sul viso. Ma piano piano svanì.
Non ci sarebbe stato nessun bambino giusto? Alla fine si sarebbe rivelato una bolla di sapone. Una delle tante pazze avventure su cui inciampare viaggiando su una nave stellare.
Il fatto era che si era un po' affezionata all'idea. Magari era un cliché, ma il suo istinto materno si era risvegliato.
Certo, aveva anche dei dubbi. Con il suo carattere estroverso, sarebbe stata una buona madre? O sarebbe diventata una madre-sorella maggiore? Le era sempre stato detto che una madre doveva fare la madre. Sarebbe riuscita ad essere dura quando necessario?
Fissò il suo viso allo specchio. Il suo riflesso le sorrise con fare saputo.
Ma certo che ci sarebbe riuscita. Milioni di anni di evoluzione materna convergevano su di lei! La selezione naturale non poteva sbagliare...
Si gettò di schiena sul letto a gambe e braccia spalancate e si mise a fissare il soffitto.
Se solo avesse potuto tenere il bambino... chi lo sa? In fondo era passato un mese ed il feto non presentava anomalie...
Il suono dell'allarme giallo la fece scattare in piedi. Attivò il comunicatore.
"Anari a plancia. Cosa succede?"
=^= Stiamo accelerando a curvatura 9.99 in rotta di intercettazione, Tenente. =^=
"Ma è fantastico!"
=^= ...lo è? =^=
"Sì! È esattamente quello che ci voleva per provare i nuovi sensori!"

Si vestì in tutta fretta e si precipitò in astrometria.

USS Redoutable - Alloggio di Elya
04/10/2393 Ore 02.50 - D.S. 70756.48


Elya stava cercando di prender sonno da ore. Era impaziente di dipanare il mistero di questa... cosa che era capitata a lei ed a tutte le donne della nave.
La verità era che la cosa la infastidiva a livello personale.
In qualche modo si sentiva violata. Qualcosa aveva oltrepassato il suo perimetro senza che lei se ne accorgesse e, soprattutto, che potesse anche solo accennare una qualche resistenza.
Certo, a mente fredda poteva considerare l'ipotesi che non fosse un atto ostile. In fondo non avevano ancora dati su cui basarsi, anche solo per fare ipotesi. A livello personale non poteva fare a meno sentirsi molto, molto arrabbiata. Fece un sorrisetto.
Daevon, un precedente ospite del simbionte Drey, avrebbe detto che il suo personaggio era un maniaco del controllo con una mentalità militare.
Sperava di avere una personalità più complessa di un personaggio bidimensionale di un romanzo... ma sì, le piaceva avere il controllo. Del resto era pur sempre un Capitano della Flotta Stellare.
Sta di fatto che non aveva considerato il bambino che le cresceva in grembo, altro che un problema di sicurezza.
Con buona pace dei cliché sull'istinto materno.
E se la situazione si fosse risolta in un nulla di fatto? Se quel bambino fosse sparito dalla sua vita, ma un domani avesse deciso di averne uno suo? Sarebbe stato anche lui o lei un elemento da controllare? Gli avrebbe fatto mettere una piccola uniforme della Flotta Stellare e lo avrebbe fatto marciare? Sarebbe stata una di quelle madri autoritarie e soffocanti?
Si mise seduta sul letto. Forse voleva solo ciò che volevano tutte le madri ed i padri della storia: un bel libretto di istruzioni.
Ma sapeva che non ce n'erano.
I precedenti ospiti del simbionte Drey le avrebbe dato un prezioso aiuto ma... suo figlio sarebbe stato solo suo figlio, non dei suoi precedenti ospiti.
L'allarme giallo venne provvidenzialmente a distoglierla da questo treno di pensieri.
Attivò il comunicatore.

"Drey a Plancia... Tkar, che sta succedendo?"
=^= Capitano, abbiamo rilevato un'altra nave, probabilmente anch'essa Keeriana, in rotta di intercettazione con la prima. Stiamo accelerando a curvatura 9.99 per poter avere la possibilità di intervenire. =^=
"Capisco. Arrivo."

Elya si vestì e si affrettò verso il turboascensore.

USS Redoutable - Plancia
04/10/2393 Ore 04.02 - D.S. 70756.62


La nave da guerra aveva iniziato a cannoneggiare pesantemente la nave più debole, che si limitava a subire. Le armi che aveva sarebbero state inefficaci contro il suo avversario e non le stava usando.

"Probabilmente stanno dirottando tutta la potenza agli scudi." Disse Kenar osservando lo schermo principale.
"Ed altrettanto probabilmente la nave da guerra ci ha rilevati e sta intensificando il fuoco per timore che interferiamo." Anche Elya guardava lo schermo.
"Timore fondato. Signor Tkar, appena a possibile estenda gli scudi alla nave più piccola. Signor Garibaldi, propulsori di manovra. Mettiamoci tra le due navi."

Le istruzioni furono eseguite con rapidità e scioltezza. In pochi secondi la Redoutable aveva posto termine al conflitto senza sparare un colpo.
Tkar fece rapporto.
"La nave da guerra ha smesso di sparare. Sembra non osino colpirci. E li capisco."
Kenar fece uno dei suoi mezzi sorrisi.
Elya era meno di buon umore.
"Ci siamo intromessi in un conflitto di cui non sappiamo nulla. È un rischio calcolato, ma un rischio che non mi piace. Signor Tkar, si accerti che armi siano attive ma non agganciate a nessuna delle due navi. Voglio che ci considerino pericolosi ma non aggressivi."
"Sì, Capitano."
"Signor Rashan, apra un canale di comunicazione..."
Tholos interruppe il Capitano.
"Capitano, ci stanno già contattando loro."
"Quale nave?"
"Entrambe, signore."
"Mi metta in comunicazione con la nave da guerra. Tenga in stand-by l'altra nave. Gli dica che conferirò con loro quanto prima."
Il Capo Operazioni azionò alcuni comandi e sul visore principale comparve una plancia di comando. Non dissimile nella disposizione delle consolle a quella della Redoutable, se ne discostava pesantemente nei toni e dei colori. Prevaleva il nero ed grigio metallico.
Su quella che evidentemente era la poltrona di comando era seduto un umanoide rettiliforme. Somigliava un po' ad un incrocio tra un Gorn ed un Cardassiano. Era vestito con una uniforme nera in tema con la plancia. Solo dei fregi di metallo brunito la decoravano.
Elya si domandò come facessero a distinguersi in quel vuoto di colore.
Il rettiloide prese immediatamente la parola con un certo cipiglio.

=^= Capitano, spero che mi vorrà spiegare questa... intromissione, spero. =^=

Elya sorrise. Senza scoprire i denti, nel caso avesse un qualche significato minaccioso.
"Salve, sono Elya Drey, Capitano della nave stellare U.S.S. Redoutable, della Federazione Unita dei Pianeti. Con chi ho il piacere di parlare?"

L'altro rimase a ribollire qualche secondo. Poi fece buon viso a cattivo gioco.
=^= Sta parlando Hiller. Alto Comandante del glorioso vascello da guerra Tarkas. Terzo Ciambellano del Gran Cancelliere Ospler, Venerato Faro del Direttorato Keerian. Conte delle Terre Secche e Guardiano di Confine. E gradirei, anzi esigo, una pronta riposta alla mia domanda. =^=

* È sempre un gran brutto segno quando mettono appellativi glorificanti ai nomi delle navi da guerra. * Pensò Elya.
"Capitano, vedendo un conflitto in spazio aperto abbiamo preferito indagare. Noterà che nessuna azione minacciosa è stata intrapresa nei confronti della sua nave."
=^= Non ne aveva un alcun diritto! Ha interferito con una legittima operazione di polizia! =^=
"Mi dispiace di sentirlo. Spero comprenderà che dovremo sentire anche la versione di questi... criminali."
Hiller arrivò quasi ad urlare.
=^= Non comprende proprio nulla! Questa storia non è affar suo. Le intimo di rilasciare quella nave e di abbandonare questa zona di spazio. =^=
Elya decide che era venuto il momento di lasciar percepire l'acciaio nel guanto di velluto. Indurì il tono.
"Capitano, con tutto il rispetto, l'ultima volta che abbiamo controllato, il Direttorato Keerian non estendeva il suo territorio in questo sistema. Siamo in spazio aperto e lascerò questo sistema quando e se crederò."

Hiller stava prendendo fiato per una replica che avrebbe potuto essere memorabile, se Elya non avesse fatto cenno a Rashan di interrompere la comunicazione.
Il rettiloide scomparve dallo schermo.
Kenar sorrise al suo Capitano.

"Grazie, Capitano. Non lo sopportavo veramente più."
Elya strinse le labbra.
"Vediamo di lasciarlo fermentare un po'. Nel frattempo... sentiamo l'altra campana. Signor Rashan? Ci metta in contatto con l'altra nave."

In pochi secondi sul visore principale comparve un'immagine. Molto diversa dalla precedente. La plancia della piccola nave era nel caos. Molte consolle erano esplose e c'erano detriti ovunque. Anche la figura che tentava di guadagnare una qualche dignità al centro della devastazione era Keeriana.
Il traduttore universale assegnò al rettiloide una voce femminile.
=^= Capitano, vi devo ringraziare per il vostro intervento. Senza di voi non ci saremmo salvati. =^=
Nonostante le parole Elya intuiva una certa incertezza nel tono dell'altra.

* Chi sono questi 'salvatori'? Cosa vogliono in cambio? Deve essere gente che non si può permettere spesso il lusso della fiducia. *
"È stato un piacere, Capitano...?"
=^= Oh bé... sono Jorette. Tecnicamente sono io al comando. E la nave... non avrebbe nemmeno un nome ufficiale tranne un codice di designazione. Noi abbiamo deciso di chiamarla 'Rosen'. Significa 'Speranza'. =^=
"Capisco... Io sono il Capitano Elya Drey della nave stellare USS Redoutable. Le nostre squadre di soccorso sono già pronte a salire a bordo per fornire soccorso. Posso chiedere perché eravate sotto attacco? Tra l'altro da una nave Keeriana."
=^= Certamente. Siamo in fuga, Capitano. Il nostro governo ci perseguita. Siamo in cerca di una nuova casa. =^=
Elya scrutò l'altra. Stava tacendo molto.
"Mi spiace sentirlo. Il Capitano Hiller afferma che siete terroristi e che siete pericolosi."
La voce di Jorette si fece amara.
=^= Non ho difficoltà a crederlo. Lui ha... una definizione molto ampia di terrorista. =^=
"Può essere. Ma non essere simpatico non è un reato. Quindi è la sua parola contro la sua."
=^= Io... non ho prove da darle. Non abbiamo armi pesanti a bordo, se questo può significare qualcosa. Se potesse accordarci la sua fiducia... =^=
* Mi piacerebbe. Ma non posso prendere questo genere di decisioni sulla base dell'istinto. Dovrò fare qualcosa che mi ripugna... *
"Sta chiedendo asilo politico?"
Jorette rimase confusa qualche secondo.
=^= ...mi perdoni, Capitano, ma il termine mi è sconosciuto. =^=
"Si intende asilo politico quando una persona perseguitata nel proprio paese chiede la protezione di una paese straniero."
Elya vide una luce di speranza negli occhi del rettiloide.
=^= È... possibile? =^=
"Possibile, ma tutt'altro che certo. Non è detto che la Federazione acconsenta."
=^= C'è qualche controindicazione? =^=
* Ecco il punto. *
"Nella vostra situazione? Non direi."
=^= In questo caso, Capitano, le chiedo ufficialmente asilo politico. La ringrazio di cuore. =^=
"Aspetti a ringraziarmi. Come le dicevo non è affatto scontato che vi venga concesso. Certo... potrei perorare la vostra causa, se me ne deste motivo." Ora Jorette era un po' stupita.
=^= Cosa intende, Capitano? =^=
La voce di Elya si fece più dura.
"Ad esempio mi potrebbe dire la verità su tutta questa vicenda. Siete in fuga...? Andiamo! Vi abbiamo incontrato un mese fa in questa regione di spazio e vi ci ritroviamo adesso, intenti in una ricerca ad alta velocità di curvatura. Ed il vostro governo? Ci ha messo un mese a scoprire la vostra fuga? La loro stupidità sembra superata solo dalla vostra. Sarebbe l'evasione meno riuscita della storia. E quindi... Voglio sapere cosa sta succedendo."
Mentre Elya parlava Jorette si irrigidiva. Aveva assunto un tono gelido e raddrizzato la schiena e guardava Elya dritto negli occhi.
=^= Quindi è questa la condizione? Informazioni in cambio di aiuto? =^=

Elya poté vedere che nella testa di Jorette tutto aveva riacquistato una prospettiva familiare. Un mondo in cui non ti puoi fidare di nessuno. Una vita a capo chino sperando di non spiccare dalla folla.
* Nessuno fa niente per niente. Ed adesso la straniera ha riconfermato la regola. La bontà disinteressata non esiste. Ed a questo mondo sai reagire, giusto, Jorette? E lo fai a testa alta guardando negli occhi l'aliena che comanda una nave in grado di spazzarti via in un secondo."
"No."
=^= No? =^=
"No. Mi perdoni. Le ho fatto uno scherzo crudele. Volevo vedere la sua reazione. Concederò asilo a lei ed al suo equipaggio. Senza condizioni. Le credo, almeno nello spirito. Certo, voglio ancora sapere quello che mi sta tacendo. Ma non farò pressioni."
Jorette guardava Elya a bocca aperta. Un'espressione così umana su quel volto scaglioso. Poi si riebbe.
=^= Capitano.. la devo ringraziare. =^=
Fece un attimo di pausa e distolse lo sguardo. Poi ripuntò gli occhi su Elya.
=^= Lei è una bastarda manipolatrice, lo sa? =^=
Elya rispose impassibile.
"Grazie. E sì."
Jorette spazzò via qualche detrito dalla poltrona di comando e si mise seduta.
=^= Allora... la verità. =^=
"Come le dicevo non è obbligata..."
=^= Oh, ma lo sono. Fiducia per fiducia. Lo scambio è questo ora. Per questo ho detto che è una bastarda manipolatrice. =^=
Elya rimase saggiamente in silenzio.
=^= La verità dunque. =^=
Jorette giocherellò pensosamente con un pezzo di consolle esplosa.
=^= Come le dicevo il nostro governo è una dittatura terribile. Il popolo è schiacciato sotto un tallone d'acciaio. Ci sono state rivolte, proteste, sempre represse con la massima efficienza e durezza. La verità è che è un governo troppo solido e ben radicato per sperare di rovesciarlo. Forse in futuro si indebolirà. Ma non presto. =^=
Lo sguardo di Jorette era perso nel vuoto. La sua voce era calma e pacata ora.
=^= L'unica speranza era la fuga. Ma anche questa era quasi impossibile. I confini sono blindati. Avevamo quasi perso la speranza, quando siamo stati contattati da un importante ricercatore nel ramo della ricerca militare. Non ne rivelerò il nome. Stava sviluppando una nuova arma che poteva esserci utile. Perché era anche un mezzo di trasporto. Non mi chieda di spiegarle. Non ho la preparazione per farlo. Diciamo che si tratta di una specie di sfera invisibile che può viaggiare a curvatura. Ma aveva una limitazione. Non poteva trasportare materia ma solo energia. =^=
Jorette sorrise. Elya non volle interromperla.
=^= Non potevamo quindi usarla per fuggire. Non un granché, giusto? Il ricercatore ci propose la sua soluzione. La sfera poteva trasportare informazioni. Come gli schemi genetici di un embrione. =^=
Elya raddrizzò la schiena. Temeva di capire come sarebbe continuata la storia.
=^= Le uniche navi autorizzate ad allontanarsi dal pianeta erano le navi di pattuglia avanzata. Mettemmo tutte le nostre risorse in campo per far assegnare nostri simpatizzanti ad una di esse. Quella su cui mi trovo ora, come avrà già indovinato. Secondo il piano avremmo raccolto gli embrioni di tutte le madri che lo desiderassero e li avremmo messi nella sfera assieme ad un'intelligenza artificiale, che avrebbe gestito e inviato gli schemi alla nostra nave una volta arrivati nello spazio aperto. Poi saremmo partiti in cerca di una nuova casa. Avremmo comprato uteri artificiali per sviluppare i feti. Uteri in affitto, se necessario. Era un rischio terribile. Coinvolgere così tante persone per ricevere gli embrioni. Eludere il controllo della sicurezza militare. Quando ci accorgemmo di esserci riusciti, pensammo ad un miracolo. Sembrava che avesse funzionato tutto, ma quando arrivammo qui non trovammo nulla. Il destino sembrava di nuovo essersi di nuovo preso di gioco di noi. Ugualmente non ci demmo per vinti ed iniziammo la ricerca. Ma non trovammo nulla. In quella sfera c'era la speranza di 1244 madri e di un popolo intero. E l'abbiamo persa. =^=
Elya stava per replicare, quando la voce di Anari la batté sul tempo. Era così concentrata sul racconto di Jorette che non si era nemmeno accorta che era entrata in plancia.

"Credo di averla trovata io."

Tutti gli occhi dei presenti si appuntarono di di lei.
Anari si rivolse ad Elya.
"Ero venuta in plancia proprio per dirglielo, Capitano. Grazie all'alta velocità di curvatura ho potuto scandagliare il subspazio molto in profondità con i nuovi sensori. Ho rilevato quella che la signora chiama sfera. Si tratta di una bolla statica di curvatura, Capitano. Credo che la propulsione sia stata un'onda subspaziale. Anche nella Federazione sono stati fatti degli esperimenti, come quello dell'Onda Soliton del professor Ja'Dar. Ma si sono rivelati inaffidabili."
La voce di Jorette nascondeva a malapena il tremore.
"Credete che sia possibile recuperarla?"
Anari non colse lo sguardo di avvertimento del suo Capitano rapita dalla sfida che le era stata posta.
"Recuperarla? È molto difficile. Potremmo usare il teletrasporto come canale. Ma dovrebbe essere eseguito ad altissima curvatura perché la bolla si trova molto in profondità nel subspazio, se mi consentite la semplificazione. E sta sprofondando sempre di più. E temo che sia colpa nostra."
Elya aveva perso la speranza di fermare il fiume di parole del vulcanico ufficiale scientifico. Se non puoi batterli alleati con loro... ma in seguito avrebbe fatto un discorsetto in privato con la denobulana.
"Cosa intende, Tenente?"
"Ritengo che quando abbiamo attraversato questa zona a velocità di curvatura abbiamo, per così dire, urtato la bolla. Questo ha causato quello che abbiamo chiamato 'lampo bianco'. A questo punto non ho elementi per spiegare l'inseminazione delle donne a bordo. Posso solo supporre che in qualche modo l'intelligenza artificiale nella bolla sia riuscita a trasportare parte degli embrioni che aveva in carico nei soggetti compatibili che aveva a disposizione, modificandoli per adattarli alle nuove ospiti - a proposito, signora Jorette, uno dei vostri figli si trova qui e sta bene." Disse accarezzandosi l'addome.
Lo stupore di Jorette non le permise di replicare subito.
Anari nel frattempo si precipitò alla consolle scientifica sprizzando entusiasmo da tutti i pori.
"Inizio subito a fare i calcoli. Un teletrasporto alla velocità di curvatura che sarebbe necessaria! Solo sincronizzare la variante temporale è praticamente impossibile!"
Disse tutta contenta.
Elya decise di rompere lo stupore di Jorette.
"Come il mio zelante ufficiale scientifico le ha riferito, almeno alcuni dei vostri figli sono in salvo. Apparentemente."
=^= Io... Capitano... sono sopraffatta... Quanti sono? =^=
"322. Non molti. Temo però che geneticamente non siano più solo vostri figli."
=^= È molto invece. Ed in fondo l'importante è che siano vivi. Non glielo ho detto, Capitano, ma uno degli embrioni era mio figlio. Posso almeno accarezzare la speranza che sia tra quelli che si solo salvati. =^=
Jorette non riuscì a trattenere un singhiozzo. La tensione accumulata stava presentando il conto.
=^= È così egoista da parte mia... ma non posso farne a meno. Come non posso fare a meno di chiedere a lei un servizio enorme. Il suo ufficiale crede che ci sia una sia pur piccola possibilità di recuperare gli altri embrioni. Le chiedo di tentare. =^=
"Lo prenderò in considerazione. Dobbiamo in ogni caso attendere che il tenente Anari termini i calcoli. Ed abbiamo anche il Capitano Hiller da gestire."
=^= Se lo farà, Capitano, la mia vita le apparterrà. =^=
Elya sorrise. Le mancava pure una schiava personale nel curriculum.
"Non sarà necessario arrivare a tanto. Nel frattempo se crede sarà gradita ospite a bordo del mia nave."
=^= Ne sarò felice, Capitano =^=
* Lo credo. Così potrai tenermi il fiato sul collo. Ed io sul tuo. *

La comunicazione si interruppe.

Elya si rivolse al suo primo ufficiale.
"Cosa ne pensa, Numero Uno?"
"Un storia che non sta in piedi, Capitano. Una bolla statica di curvatura lanciata con un non ben precisato sistema di curvatura? Con una intelligenza artificiale olografica all'interno. Con il loro livello tecnologico? Assurdo. Ed inoltre perché tante complicazioni? Perché non imbarcare gli schemi degli embrioni direttamente a bordo del nave con cui sono fuggiti?"
"A volte le varie culture sviluppano tecnologie in modi inaspettati. È uno dei motivi per cui esiste la Prima Direttiva. E la bolla esiste. Il Tenente Anari l'ha rilevata."
"È più probabile che l'abbiano comprata. O rubata."
"Ed è possibile che i controlli alla partenza delle navi di pattuglia sia particolarmente approfondita."
Kenar sbuffò per dimostrare la sua opinione.
"Sia come sia, la bolla di curvatura è una realtà. L'intera questione degli embrioni rischia di diventare secondaria."
"Vero. Dovremmo consultare il Tenete Carelli, ma le applicazioni militari sono molteplici. Così com'è si potrebbe riempire la bolla di energia e inviarla su un sistema bersaglio per rilasciare il carico. Un missile a lungo raggio non rilevabile. E col tempo è possibile che il limite del trasporto di materia venga superato e la bolla potrebbe essere utilizzata come trasporto truppe."
"Probabilmente sarà possibile costruire dei sensori per rilevale, e con il tempo fermarle. Comunque una simile arma in mano ai Keeriani non mi entusiasma. Mi piacerebbe analizzarla meglio. Il tentativo di recupero potrebbe darcene l'occasione."
"E con l'affabile Capitano Hiller come ci comportiamo?"
"Questa è una bella domanda, Numero Uno."


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04.06 - Avatar

Autore: Tenente Comandante Maia White Owl

Rosen - Plancia
04/10/2393 Ore 04.20 - D.S. 70756.65


Non appena la comunicazione fu terminata, una giovane donna dal volto estremamente addolorato si avvicinò a colei che si era presentata come la persona al comando.

"Sei sicura Jorette?"

Si voltò verso la giovane. Osservò i lineamenti delicati, il colore compatto e lieve della giovinezza le colorava il viso e gli occhi immensi e dolenti la scrutavano mobili.

"E' tutto quello che è successo no? Ho detto forse qualcosa di diverso dalla verità?"
"No. Non lo hai fatto. Si può mentire anche per omissione però."

La donna sospirò prendendosi qualche istante prima di rispondere.

"Tutte le nostre speranze sono racchiuse in quelle donne ed in quella sfera, e sono racchiuse per colpa di una menzogna enorme. Quel Capitano, che ci ha così 'cortesemente' invitato, sta dicendo tutta la verità secondo te?"
"Non sono in grado di dirlo, come potrei non conoscendola. Credo che nemmeno tu possa."
"Suvvia Borrua! Pensi che non abbiano capito che la sfera non è al pari con la tecnologia di questa nave o di quella che ci insegue? E quindi dato che l'hanno sicuramente capito perché non ne hanno parlato secondo te? Si tengono l'informazione e la useranno al momento che loro reputeranno opportuno. È sempre così, mia dolce Borrua. Per arrivare a rivestire quei ruoli devono saper approfittare delle debolezze altrui. Quindi, mia cara, proviamo a farlo anche noi. Teniamoci stretta questa piccola omissione, bugia se preferisci, almeno per qualche tempo ancora. Ci servirà come difesa."
"Le bugie non sono mai uno scudo Jorette, la nostra situazione dimostra che è così."
La donna, che in qualche modo aveva preso il comando di quel gruppo di fuggitivi che non avrebbero nemmeno saputo come definire sé stessi, voltò le spalle a Borrua.
"No. Quello che ci accade non è colpa di una bugia, è colpa mia."

USS Redoutable - Plancia
04/10/2393 Ore 04.20 - D.S. 70756.65


Quindi non era l'unica ad aver notato che in tutto quel racconto la falla fondamentale era rappresentata proprio da quella pazzia della bolla e del suo uso per lo scopo descritto. Si scoprì particolarmente sollevata, e questo la irritò, probabilmente un effetto collaterale della gravidanza.
Si voltò rapidamente verso Anari.

"Restiamo per un momento alla questione tecnologica. Il Signor Kenar suppone che la bolla possa essere il risultato di un furto. Comandante - riprese spostando la sua attenzione verso l'ufficiale scientifico - lei cosa ne pensa?"
"Sicuramente sì, Capitano. Non c'è alcun modo per cui possano averla costruita né tantomento ideata a fronte delle loro capacità. Non sono sicuramente contraria a parlare di caso, come magari potrebbe essere per il qui presente collega T'Kar, ma in quello in questione non credo proprio si possa utilizzare questo termine. Vede Capitano, non sarebbe un caso, ma sarebbe un vero è proprio miracolo. Siamo su tutt'altro livello mi creda."
"D'accordo, d'accordo - la interruppe Drey - e per quanto riguarda le due navi? Signor Anari Signor T'Kar? Cosa mi dite?"

Fu l'ufficiale tattico a prendere la parola, prima che la denobulana potesse ripartire lancia in resta in una dissertazione sulle differenze nel numero di punti di saldatura tra gli scafi delle due navi poco distanti da loro.

"Niente di particolare Capitano. Le navi sono comparabili per tipo di progetto e modalità di realizzazione. Le differenze tra le due unità sono legate semplicemente alla specializzazione delle stesse. Una è chiaramente una nave da guerra. L'altra, nonostante le dichiarazioni dell'aliena Jorette, più che una nave di pattuglia pare essere una nave scientifica e di esplorazione."
"Mi si conceda una semplificazione Capitano - intervenne Anari - sarebbe come andare in giro a pattugliare con una classe Oberth."
T'Kar la osservò attentamente.
"La sua semplificazione è eccessiva Tenente Comandante. La classe Oberth è finalizzata ad un solo compito. E' una nave medica. Al contrario la Rosen può semmai essere paragonata ad una vecchia classe Constitution, adatta sia ad esplorazione scientifica che al pattugliamento e ovviamente - terminò il vulcaniano puntualizzando l'ovvio, come spesso quelli della sua razza amavano fare - totalmente inadeguata a contrapporsi ad una nave attrezzata esclusivamente per la guerra."

Elya si sentiva particolarmente stanca, sballottata tra la istintiva loquacità di Anari, e la smodata ricerca di puntualizzazione del nuovo acquisto vulcaniano. Istintivamente passò una mano sul ventre.
*Almeno tu ...* bloccò il pensiero prima di terminarlo.
Non voleva assolutamente legare con la creatura che portava incidentalmente in grembo. Girandosi verso lo schermo trasse a sé tutte i residui di energia che aveva.

"Va bene, chiamiamola."

***Flashback***
Nave vulcaniana Sh'iana, Alloggio Maia White Owl
02/10/2393 Ore 22.15 - D.S. 70753.21


Stava di nuovo osservando T'Naiaka dormire.
Nonostante fossero passati tre anni, non si capacitava ancora di avere una figlia, seppure adottiva, di cui occuparsi e le capitava spesso di perdersi a guardarla, a godersi ogni piccolo istante della sua vita...
Tre anni eppure solo da qualche mese poteva dirsi finalmente in grado di gestire quella che ora, immersa nel sonno pesante dell'infanzia, sembrava una creatura dolcissima.
Quando aveva ricevuto gli ordini per la sua nuova assegnazione aveva lasciato la USS Lakota con un certo dispiacere di fondo. Quella nave era stata la casa che aveva visto la sua metamorfosi in genitore. Adulta lo era, per la sua cultura, da parecchio tempo. Niente però l'aveva preparata a quel passo successivo.
Prima di salire sulla USS Redoutable aveva deciso di chiedere qualche giorno di permesso da spendere su Vulcano. Lo scopo era solo fare in modo che la piccola passasse del tempo con suo padre. Nonostante si vedessero poco, anche per gli impegni pressanti di lui, era stata sua cura fare in modo che T'Naiaka sapesse esattamente chi fosse Naitok e cosa rappresentasse per lei. Così come le mostrava spesso registrazioni e olofoto della madre.
Il suo retaggio non doveva andare disperso solo perché ora viveva con lei. Naitok apprezzava quel comportamento. I nonni vulcaniani, se anche apprezzavano, erano abilissimi a nasconderlo. Al contrario, non nascondevano la loro logica disapprovazione per il fatto che la bimba fosse stata affidata a lei. Disapprovazione totalmente vulcaniana, ergo molto poco emotiva e moltissimo spiegata e dissertata in ogni possibile sfaccettatura.
Come ogni volta che ripartivano Naitok l'aveva ringraziata ed aveva salutato la piccola con la serenità di un uomo che fondamentalmente, pon-farr a parte probabilmente, non aveva avuto alcun interesse per la paternità.
Nella penombra della camera Maia carezzò quel viso ancora paffuto, spostando i capelli dietro all'orecchio. Osservò la curva del lobo che si spingeva fino alla punta leggermente arricciata all'indietro... aveva le orecchie di T'Vales.
Quanto le mancava la sua presenza così rassicurante.
La sua amica era stata un'ancora per lei in un mondo, l'Accademia, che pur essendo stato scelto volontariamente le era ostile. Se non altro per la parte fatta di numeri e logica. Cose che non le appartenevano e non facevano parte dei suoi interessi, ma che grazie a quella che si era rivelata nel tempo una splendida amica, lei aveva imparato a conoscere ed apprezzare.

'Infinite diversità in infinite combinazioni.'

Quella frase rappresentava tutta l'essenza vulcaniana della logica e del rispetto. Quanto fosse aderente a quello che aveva appreso da sua madre l'aveva sorpresa, affascinata e catturata giorno dopo giorno. Il rispetto quasi feroce della sua gente, elevato all'ennesima potenza ed incarnato nella figura dello sciamano, aveva catturato l'attenzione da studiosa di T'Vales.
Un rapporto nato per caso e diventato così profondo che l'aveva portata ad avere quel piccolo demonietto angelico affidato alle sue cure. Si allontanò dal letto sospirando e pensando che Naitok era stato fin troppo gentile procurandole quel passaggio, evitando così loro di viaggiare su un trasporto federale di dubbia comodità.
Il Capitano della nave scientifica su cui erano gentili ospiti aveva assegnato loro un alloggio degno di un Ammiraglio della Flotta Stellare. Camera da letto, salottino, bagno con doccia sonica queen size.
*Sì ok, sicuramente i vulcaniani non la definiscono così però è troppo bella per non approfittarne.*

***Flashback***
Nave vulcaniana Sh'iana - Alloggio Maia White Owl
04/10/2393 Ore 08.30 - D.S. 70754.39


"Sveglia signorina. Colazione."
La piccola si alzò senza protestare dirigendosi spedita verso il bagno. Ancora non si raccapezzava di come potesse essere folle allevare un bambino vulcaniano. Si passava da momenti come quello, a momenti di pura follia.
Quello che normalmente nessuno sapeva era quanto potesse essere violenta la loro emotività e quanto dovessero essere guidati nell'autocontrollo all'inizio del loro percorso nel mondo.
Non avrebbe mai pensato di dover essere lei a rivestire quel ruolo. Lei che fin da ragazzina era stata totalmente ribelle a qualunque tipo di guida i suoi tentassero di imporre.
Essere amica di una vulcaniana significava entrare in punta di piedi e comunque solo parzialmente in una realtà di cui nessuno era a conoscenza, o semplicemente di cui nessuno immaginava la reale dimensione. Lei stessa aveva compreso la reale dimensione di quella razza solo da quando aveva con sé T'Naiaka. Aveva sempre considerato i vulcaniani interessanti, ma i risvolti intimi e profondi, la violenza dei sentimenti e la forza spesa nel controllarli senza poterli in realtà mai annullare, li aveva scoperti nel mondo peggiore.
Senza esserci minimamente preparata.
Quando la figlia tornò dal bagno perfettamente vestita - in un modo inconcepibile per un bambino terrestre - le servì la colazione.

"Dormito bene?"
"Sì, sì. Arriviamo oggi?"

Ecco un'altra cosa che la sconvolgeva parecchio. La proprietà di linguaggio era davvero al di sopra di ogni previsione per lei.

"Credo domani T'Naiaka. Cosa vuoi fare oggi?"
"Non lo sai?"
Maia sorrise.
"Non sono io al comando della nave. L'arrivo è previsto per domani perché hanno dei lavori da fare, però se qualcosa cambierà ti avviserò."
"Ieri mio padre mi ha raccontato di sua madre."

Quale logica stesse seguendo la piccola proprio non lo sapeva.

"Non so molto dei tuoi nonni. Però sono certa che se chiediamo a tuo padre ci farà avere le storie scritte, così potrò leggertele fino a che non imparerai il vulcaniano."
"No. Quello deve raccontarlo lui. Io voglio sapere degli nonni terrestri"
*I nonni terrestri???*

Due ore dopo


Il Capitano aveva richiesto la sua presenza in plancia, salvandola da una serie infinita di domande su cosa volesse dire essere una sciamana. Purtroppo quella non era una nave normale sulla quale avrebbe potuto trovare a chi affidare la bambina aveva dovuto farsi venire un'idea geniale. Sua figlia adorava le piante e la natura, quantomeno in quel periodo, dato che cambiava spesso interessi, e - dato che a bordo c'era una serra idroponica di notevole completezza e bellezza - aveva chiesto ad una delle giovani botaniche a bordo di tenere d'occhio la piccola per un po' di tempo.
Dopo una discussione in stile vulcaniano, quindi per nulla una discussione, su quanto fosse esattamente la durata temporale associabile alla locuzione terrestre 'un po' di tempo', era riuscita a sganciarsi per raggiungere Malck in plancia.

"Capitano, mi scuso per l'attesa."
"Nei limiti dell'accettabile Consigliere. L'ho fatta chiamare perché quando abbiamo avvisato la Flotta Stellare che stavamo per arrivare al luogo del rendez-vouz con la USS Redoutable, ci hanno comunicato una variazione di programma ed inoltrato della documentazione per lei che chiarisse la situazione. Ha a disposizione il mio ufficio per aggiornarsi nonché per comunicare con il Comando di Flotta."

Ecco fatto. Praticamente non poteva neppure decidere come agire, perché tutto era già pianificato. Osservò l'uomo davanti a lei con attenzione. Non fosse stato vulcaniano l'avrebbe definito affascinante, avrebbe detto che quella luce negli occhi era stupore, e che il gesto della mano con cui le stava indicando la direzione per il suo ufficio mascherasse una certa impazienza, ma ovviamente niente di tutto ciò aveva un senso. Avviandosi prese a leggere rapidamente, scorrendo il testo e cercando di cogliere il significato, saltellando tra le parole quarantena - gravidanze - ufficiali superiori - subspazio. Mano a mano che leggeva, il suo passo rallentava fino a che non si fermò di botto a relativa distanza dalla porta che avrebbe dovuto attraversare.

"Problemi Consigliere?"
Si riscosse e si voltò verso il Capitano Malck.
"Sì... no... sì e no ... L'ha letto?" chiese agitando il D-Padd.
"No."
"Ma sa di cosa parla?..."
"Diciamo che mi è stato accennato qualcosa, visto che una notevole percentuale delle persone a bordo di questa nave è di sesso femminile."
"Lo sono anche io."
"Evidente."
"Questo potrebbe essere un problema."

Rosen, Plancia
04/10/2393 Ore 04.30 - D.S. 70756.67


"Perché non hai detto a quella donna cosa sono quelli che ci inseguono, Jorette?"
"Quella donna è una manipolatrice tanto quanto chi ci ha spinto su questa strada, Borrua. Devi rendertene conto. Non possiamo permetterci di vivere nell'illusione e nell'utopia di incontrare i salvatori puri e perfetti delle storie che si raccontano ai bambini. Non possiamo fidarci."
"Ciò nonostante vuoi accettare il suo invito?"
"Devo. Il mio compito in questo momento è difendere noi tutti, ma soprattutto salvare il salvabile - di nuovo un lampo di tristezza le passò nello sguardo - chissà quali sono i feti salvi dentro quelle donne." Si riscosse, "In ogni caso Borrua, devo soprattutto tenerla lontana da loro, così facendo la terrò vicina a noi. Inoltre, è un buon modo per controllare la salute dei nostri figli. Quei figli che, te lo ricordo, ci hanno rubato con l'inganno."
Borrua improvvisamente sembrò più giovane e spersa di quanto non fosse, mentre portava la mano al grembo così desolatamente vuoto.
Quella era una delle cose sottaciute.
Quegli embrioni che apparentemente ora si stavano sviluppando nelle femmine a bordo di quella nave aliena, non erano semplicemente informazioni liberamente donate per un alto scopo.
Erano il frutto di una coercizione. Un rapimento di geni.
La loro libertà per la libertà di qualcun altro.
Per quello le frasi del Capitano di quella nave, che le avevano così colpite, somigliavano così tanto all'altro ricatto.
Informazioni per informazioni.
Fiducia per fiducia.
Libertà per libertà.
Ma la loro libertà di essere, di essere lontane dal giogo di un regime e madri, si era scontrata con la libertà di un popolo che voleva travalicare i confini del proprio universo di esistenza per entrare in quello che i keeriani abitavano da sempre. Un popolo che per farlo aveva preso i loro geni e nascosto i frutti di quel rapimento, la dove loro non potevano andare nel subspazio, che era la loro casa.
"Sei sicura che Hiller..."
"Sì Borrua. Quello non è lui. Conosco il mio marito-padrone fin troppo bene. Il corpo è il suo, ma ciò che dice e ciò che fa non so come possano farlo esattamente, ma quello è uno di loro. E nulla mi toglie dalla mente che valga anche per tutti gli altri sul Tarkas."

***Flashback***
Nave vulcaniana Sh'iana, Ufficio del Capitano Malck
03/10/2393 Ore 10.40 - D.S. 70754.63


Aveva letto e riletto le informazioni fornite.
Tutte le donne in età fertile contemporaneamente gravide e tutte a partire dallo stesso istante.
Tutti i feti della razza delle madri surrogate - così poteva definirle, dato che la gravidanza non era stata iniziata in modo naturale - non cloni, dato che erano di entrambi i sessi e poi il subspazio...
*Sappiamo da anni che esiste almeno una razza che vive in quello che noi definiamo subspazio, ed una razza alquanto evoluta per quelli che sono i rapporti ufficiali. Normalmente contattano le altre razze come se fosse una prova per testare il loro livello tecnologico e non.*

"Consigliere"
La voce di Malck la riscosse.
"Non c'è ulteriore rischio al momento."
"Come può esserne certa?"
"Questione di logica. Questo rapporto parla di gravidanze contemporanee al milionesimo di secondo. Quindi non accadrà di nuovo."
"Illogico."
Maia sorrise.
"Dice Capitano? In realtà non è così. In ogni caso ho studiato un sacco di vecchi rapporti su parecchie delle razze incontrate nella storia della Federazione. Semplicemente perché è utile per comprendere la loro psicologia, ma alla fine anche per vera passione e curiosità personale. Per quanto riguarda il subspazio, al momento siamo a conoscenza di almeno una razza che ci vive, se sono loro. Penso di poter essere di aiuto..."
"Non ci sono elementi che possano indicare questa certezza."
"C'è l'istinto, Capitano."

Il sopracciglio del vulcaniano scattò verso l'alto in un gesto che la faceva sempre sorridere.

"Istinto?"
"Sì, istinto. Lo so, lo so ... non serve che mi dica niente. So come la pensate. In ogni caso, in quel rapporto che sicuramente posso ritrovare nell'archivio della Redoutable, ricordo chiaramente che si parlava di una razza del subspazio che cercava il contatto con altre razze attraverso quantomeno una prova: ne attiravano le navi nel subspazio e se riuscivano ad uscirne erano 'pronti' ad essere considerati da loro. Potrebbero aver cambiato prova, o potrebbe essere successo qualcosa... Devo raggiungere la mia nave Capitano!"
"Trovo questa situazione estremamente rischiosa per il mio equipaggio." "Teletrasporto?"
"Non c'è modo di ricondurla alla logica?"
Maia scosse la testa ed il vulcaniano semplicemente si girò per tornare in plancia.

USS Redoutable, Plancia
04/10/2393 Ore 04.30 - D.S. 70756.67


"Capitano abbiamo una richiesta di teletrasporto..."
Elya si voltò verso la consolle alle sue spalle.

"Come?!"
"Sì, Capitano. La nave scientifica Sh'iana, vulcaniana, chiede di poter teletrasportare a bordo il nostro Consigliere."
"Che follia è questa?! Non possiamo abbassare gli scudi ora!"
T'Kar fece un passo avanti. "Per la verità Signore, teoricamente potremmo."
"Ci si mette anche lei ora? Quella nave lì fuori" Elya indicò furiosa lo schermo prima di tirare un respiro cercando di calmarsi dannati ormoni "per quanto molto inferiori a noi è e resta una nave da guerra!"
"Sì Capitano, ma il tempo di un teletrasporto è inferiore ai 15 secondi. Inoltre quella nave non è dotata di sensori adeguati a capire che stiamo abbassando gli scudi."
Elya si voltò verso Kenar.
"Capitano se non altro potremmo avere il supporto di un Consigliere. Sono convinto che possa essere utile."
Se c'era un momento nel quale ascoltare opinioni altrui era quello. Quindi Elya sedette pesantemente sulla poltrona prima di riprendere la parola.

"E sia. Fasatevi con la nave vulcaniana. Teletrasportate il Consigliere qui in plancia."

Pochi minuti dopo


La luce azzurra del teletrasporto invase la Plancia. Elya scrutava all'interno della nuvola di energia.
Pochi istanti, e comparve la figura di una giovane donna con lunghi capelli sciolti sulle spalle ed una bambina in braccio, chiaramente addormentata, con il volto nascosto nell'incavo della spalla della madre.

"Tenente Comandante Maia White Owl a rapporto. Chiederei il permesso di salire a bordo, ma di fatto già ci sono."
"Permesso accordato Tenente Comandante"
Sul viso della donna comparve rapidissimo un sorriso mentre assestava il peso della figlia tra le braccia. Un sorriso che scomparve subito.
"Capitano, ho qualche informazione da fornirle che credo possa esservi utile. Mi lasci solo sistemare da qualche parte T'Naiaka, se possibile."


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04.07 - Una brutta giornata per Jenkart

Autore: Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan

Incrociatore Alieno
04/10/2393 Ore 05.00 - D.S. 70756.73


Il capitano Hiller aveva lasciato il comando al suo sottoposto e si era allontanato per far sbollire la rabbia.
Inutilmente.
Stava camminando per la nave già da parecchi minuti senza una meta precisa ed era arrivato in un'area tra l'hangar navette e lo scafo esterno in cui non andava mai nessuno.
Troppe cose stavano andando male. Prima Ssua moglie si era ribellata a lui e alla sua famiglia. Aveva persino messo in discussione 'loro'. Quando quel pensiero lo raggiunse la sua rabbia esplose materializzandosi in un pugno che raggiunse la dura paratia. Il dolore dell'impatto incrementò la sua ira. Guardò la mano dolorante e, nella sua mente, la colpa di quel gesto di autolesionismo andò alla moglie.

*Perché... perché a me* Pensò mentre lo sconforto lo raggiungeva.

Lui si era sempre considerato una brava persona. Aveva un comando suo, una posizione di potere nella migliore flotta della galassia e la migliore nave mai costruita. Recentemente aveva persino stretto amicizia con alcuni membri del regime... quel regime che tanto aveva a cuore il destino della loro razza.
Poi sua moglie aveva rovinato tutto. Gli aveva arrecato un torto immenso, a lui che le aveva persino permesso di studiare e di diventare scienziata e servire il regime. Era stato troppo buono con lei, la picchiava allo stesso modo in cui picchiava un soldato sottoposto.
In un rapido flash la sua mente ripercorse tutti gli avvenimenti della settimana e, quando raggiunse le ultime ore, la sua rabbia si trasformò in umiliazione e dolore. Era arrivato ad un passo dalla sua terribile vendetta contro la moglie e i ribelli, ma quella nave aliena aveva rovinato tutto. Era troppo potente anche per il suo glorioso incrociatore e nemmeno l'intera flotta avrebbe potuto sconfiggerla. Era impotente e umiliato.

"COSA FAI?" Chiese improvvisamente una voce che echeggiò sovrannaturale, antica e potente.

Hiller sussultò e, riconoscendo i suoi padroni, si mise in ginocchio.
"Stavo per distruggerle... come voi comandavate... ma gli alieni hanno interferito." Si giustificò prontamente il capitano.
"SILENZIO."
Hiller smise di parlare paralizzato dallo sconforto.
"TI DAREMO LA FORZA PER BATTERE GLI ALIENI, LA VUOI?"
Un sorriso si dipinse sul volto rettile di Hiller.
"Sì, la voglio."
"E COSI' SIA."

Ma l'essere non parlò degli effetti negativi legati al patto.
Il capitano rettiliforme iniziò a contorcersi in preda a terribili spasmi. Urlò in preda al dolore e una strana paura lo avvolse.
"Cosa mi fate?" Chiese Hiller in ginocchio.
Nessuno rispose.
"Aiuto!"
"TI STIAMO DANDO IL POTERE..."

Una strana scarica avvolse di energia blu avvolse il capitano. Il dolore si intensificò al punto da far urlare Hiller e cadere a terra. A carponi il rettile raggiunse una specie di comunicatore, ma non riuscì ad attivarlo. Il suo corpo iniziò a muoversi indipendente dalla sua volontà. Inizialmente sembrò un effetto delle convulsioni, poi il movimento divenne più regolare, più controllato.
Le folgori si avviluppavano attorno al suo corpo, come dei serpenti attorno alla vittima.
Dopo alcuni istanti il corpo iniziò a librarsi a mezz'aria.
Anche se esternamente sembrava normale, a parte le folgori e il galleggiare a mezz'aria, internamente Hiller provava intensi dolori.
Era cosciente, ma paralizzato.
In quelle ultime ore di vita il capitano Hiller ebbe la possibilità di vedere la vita dal punto di vista dello schiavo: non aveva il controllo del suo corpo e veniva torturato senza ragione.
Mentre percorreva contro la sua volontà i deserti corridoi della sua nave, promise a se stesso che se ne fosse uscito vivo, sarebbe cambiato ... ma per lui era ormai troppo tardi.

USS Redoutable - Ufficio del capitano
04/10/2393 Ore 04.30 - D.S. 70756.67


"Mi ha chiamato il facente funzione di capitano del Rosen. Hanno dei problemi a bordo e si teletrasporterà da noi più tardi." Il capitano prese la tazza di tè la fatta dal capitano quando disse problemi a bordo.
Entrambe sapevano che la situazione era delicata e che molto cose erano ancora oscure.
"Che genere di problemi." Incalzò rapidamente il consigliere Owl.
"Non lo sappiamo ancora." Il capitano fece una breve pausa. "Stiamo analizzando discretamente la Rose per cercare di capire cosa sta succedendo a bordo. "
"Problemi può significare tante cose, dalla rivolta contro il capitano fino a cercare di organizzare persone non abituate a lavorare sotto un organigramma passando per i problemi di natura tecnica." Analizzò rapidamente il consigliere.
"Esatto è quello che ho pensato anch'io." Il capitano annuì vistosamente. "ma sono certa che non ci hanno detto tutto. Anzi tempo che quello che vediamo è solo la punta dell'Iceberg."
"Concordo."
"Bene." Il capitano Drey si alzò dalla sedia ponendo fine alla discussione. "Io suoi ordini immagino che li abbia intuiti. Voglio che diventi una specialista di questa razza, che capisca il loro modo di fare e di agire e che mi aiuti ad anticipare le loro mosse. Chiaro?"
"Cristallino."

Incrociatore Alieno - sala macchine
Data 04/10/2393 Ore 05.20 - D.T. 70756.77


Per il soldato Jenkart la giornata era iniziata male. Era stato maltrattato dai superiori e trattato alla stessa stregua di un traditore, solo perché fratello di Jorette. Solo lui era considerato un traditore, per il capitano Hiller invece, marito di Jorette, tutti avevano parole di rispetto e ritenevano che fosse vittima di una grande ingiustizia.
Lui, Jenkart era un traditore perché sua sorella era al comando del Rosen, il capitano Hiller una vittima perché sua moglie comandava la Rosen. Il soldato riteneva che nella logica dei suoi camerati ci fosse qualcosa che non quadrava.
Era stato, tuttavia, assegnato alla difesa di un punto strategico della nave, la sala macchine. Durante il turno si era chiesto come potesse un traditore essere assegnato alla difesa di una zona così vulnerabile. Per la seconda volta non poté che rilevare l'illogicità di quella situazione così paradossale.
A difendere il locale erano in tre più ed erano disposti su una specie di passerella attorno al nucleo di curvatura, in modo da non dare fastidio ai tecnici.
Era quasi a metà turno quando sentì delle urla provenire da corridoio. Sfruttando l'istinto e l'addestramento il rettiloide si appostò contro una paratia con l'arma carica e pronta.
D'improvviso la porta esplose.
Jenkart si tenne pronto a folgorare chiunque fosse entrato, ma quello che vide lo paralizzò dal terrore.
Il capitano Hiller era appena entrato galleggiando a mezz'aria mentre folgori blu e rosse si avviluppavano attorno al suo corpo.
Il primo a riprendersi da quella macabra scena fu il Tenente al comando della difesa. Puntò l'arma e urlò: "Maledizione sparate! Anche tu sporco traditore."
*A te sparo, carogna.* Pensò Jenkart, ma si limitò a puntare l'arma contro il capitano e a far fuoco.
La reazione della sicurezza fu micidiale. Oltre ai 4 membri della sicurezza schierati in sala macchine, altri 3 arrivarono dai corridoi e tutti iniziarono a riversare scariche di plasma sull'aggressore.
Purtroppo si rilevò del tutto inutile. Le scariche di plasma, al contatto delle folgori, rimbalzarono in tutte le direzioni. Per uno strano scherzo del destino un colpo di rimbalzo di Jenkart colpì il Tenente, uccidendolo all'istante. Presto in sala macchine fu il panico totale e incontrollato: i colpi di rimbalzo centravano quadri e sistemi di controllo facendoli esplodere. Gli ingegneri e i tecnici cercarono di mettersi al riparo meglio che potevano.
"Cessate il fuoco." Ordinò un sottotenente arrivato dal corridoio.
Il capitano Hiller continuò a avanzare fino a raggiungere il nucleo a curvatura. Allungò una mano e le folgori si dilatarono fino a raggiungere il nucleo stesso. Al contatto il capitano riacquistò per poco tempo il controllo.

"Uccidetemi, fermatemi o distruggerò la nave!" Urlò, mentre il dolore causato dalle folgori sferzava il suo corpo.
Gli uomini della sicurezza non se lo fecero ripetere e spararono una seconda scarica ma anche questa fu completamente inutile.
D'improvviso la nave iniziò a tremare e a vibrare.

"Stiamo generando un campo di curvatura." Annunciò l'ingegnere capo.
Le parole che seguirono furono l'emblema dell'angoscia: "E' il capitano... ci sta facendo generare un campo di curvatura... è fuori scala."

USS Redoutable - Plancia
04/10/2393 Ore 05.30 - D.S. 70756.79


"Capitano, i sensori rilevano qualcosa." Annunciò Rashan, mentre i primi dati comparivano a monitor.
"Cosa?" Il capitano si alzò dalla poltrona e guardò intensamente l'ufficiale.
"Un campo di torsione sub spaziale... triangolo la posizione." Rispose l'ufficiale alle operazioni.
"Confermo." Si intromise l'ufficiale scientifico.
"E' il campo di torsione sub spaziale più grande che abbia mai visto."
"E' sulla nave aliena." Annunciò Rashan, mentre la Redoutable iniziava a subire una serie di scossoni...
Il comandante Kenar rimase interdetto per alcuni secondi poi disse: "Non ha senso! Non possono generare un simile campo. Non hanno la tecnologia."
"Non sono loro. Qualcosa sta usando le loro bobine a curvatura per generare il campo di torsione." Spiegò Anari.
"Confermo, la sorgente è a 1,3 metri dal loro nucleo a curvatura." Aggiunse Rashan, proiettando sullo schermo principale le rilevazioni dei sensori.
Il Capitano Drey tornò a sedersi mentre cliccava con veemenza sul comunicatore.

"Capitano a Carelli. Situazione?"
Dopo alcuni istanti arrivò la risposta dell'ingegnere capo.

=^=Sto intensificando i campi di integrità strutturale per impedire che la torsione subspaziale spezzi le gondole.=^=
"Possiamo generare un campo di curvatura stabile?" Si intromise il comandante Kenar.
=^=No. Attualmente è impossibile.=^=
"Faccia del suo meglio." Tagliò corto Drey.

Incrociatore Alieno, sala macchine
04/10/2393 Ore 05.31 - S.S. 70756.79


La situazione diventava sempre più critica. La nave stava cadendo letteralmente a pezzi e nessuno sapeva più cosa fare.
Quando Jenkar sentì l'ingegnere capo dire che la nave era sul punto di esplodere, decise di comportarsi come tutti lo stavano trattando: da traditore.
Abbandonò il suo posto e si mise a correre verso le capsule di salvataggio. Nel caos totale di una nave senza capitano e sul punto di esplodere, nessuno pose la minima attenzione a lui e quando venne dato l'ordine di evacuare il soldato era quasi arrivato alle capsule.
Passata una curva, raggiunse il punto di imbarco e vi trovò l'ingegnere capo. La persona che più di ogni altra doveva essere al suo posto per cercare di salvare la nave si stava comportando dal più grande dei vigliacchi.
"Tu? Cosa ci fai qui?" Chiese l'ingegnere capo. "Traditore!
Jenkan non trattenne più la rabbia, l'ipocrisia del superiore era troppa.
Una luce blu illuminò il locale. Poco dopo il giovane soldato salì sulla capsula di salvataggio lasciando il superiore steso a terra.

USS Redoutable - Plancia
04/10/2393 Ore 05.32 D.S. 70756.79


"Sembra che la sorgente che sta generando il campo di torsione stia intaccando le riserve di antimateria della nave aliena." Annunciò l'ufficiale scientifico.
"In che modo?" Chiese Kenar, avvicinandosi alla postazione del collega.
Anari notò il comandante avvicinarsi, ma continuò ad analizzare i dati.
"Sta aumentando l'energia dell'anti idrogeno... se il nucleo dovesse cedere l'annichilazione sarebbe 10 volte il normale ...quindi, sufficiente..."
"Sufficiente per distruggerci." Concluse Kenar.
Il Capitano non perse tempo e prontamente iniziò a gestire la situazione.

"Timoniere allontaniamoci, massimo impulso. Rashan, tutta l'energia disponibile sugli scudi e agganci il Rosen con un raggio traente, portiamolo via con noi. Capitano a Carelli."
=^=Dica.=^=
"Mi serve la curvatura. Subito!"
Carelli fu sul punto di rispondere ma Mckenzy fu più rapido.

"Capitano l'incrociatore alieno ha lanciato una capsula di salvataggio."


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04.08 - Tante domande, nessuna risposta

Autore: Tenente Comandante Anari

USS Redoutable, Plancia
04/10/2393 Ore 05.33 - D.S. 70756.79


"Quante persone a bordo della capsula?" domandò di rimando la Trill in tono secco e replicando istantaneamente.
"Una soltanto." rispose immediatamente T'Kar altrettanto velocemente, quasi senza guardare la propria strumentazione.

Elya si morse nervosamente il labbro spostando rapidamente lo sguardo dalla Rosen, già danneggiata dall'attacco precedente, al minaccioso incrociatore Tarkas capitanato da Hiller. Sapeva di dover prendere una decisione e di doverlo fare maledettamente in fretta, malgrado nessuna delle opzioni che aveva a disposizione la convincesse appieno.

"Teletrasportatelo in infermeria. Carelli possiamo fare qualcosa per salvaguardare la Rosen?" tuonò con foga appena qualche secondo più tardi in un tono che non ammetteva repliche.
=^= Non in queste condizioni ... - replicò a sua volta l'Ingegnere Capo che, a giudicare dal tono, sembrava aver capito appieno la gravità della situazione, benché non fosse stata ragguagliata in alcun modo - anche estendendo il campo di integrità strutturale dubito che migliorerebbe la situazione ... =^=
"Capitano! - Carelli fu nuovamente interrotta, stavolta però dalla voce del Capo Operazioni - La Rosen ci sta chiamando!"
"Dica loro di allontanarsi il più possibile dal Tarkas!"

Elya si volse ad osservare ancora una volta il monitor della plancia su cui comparivano le due navi, rendendosi così conto che l'immagine dell'incrociatore alieno si stava lentamente distorcendo.
Non avevano più tempo.

=^= Capitano, forse ... =^=

"Droxine, il suo forse mi basta ... qualunque cosa ha in mente, lo faccia! Ora!"

USS Redoutable, Infermeria
04/10/2393 Ore 05.35 - D.S. 70756.79


Jenkart non riusciva a capire esattamente come si fosse ritrovato sulla nave che si era frapposta fra il loro incrociatore e la Rosen. In una situazione del genere, qualsiasi membro della sua razza lo avrebbe lasciato a fluttuare nello spazio per un paio d'ore. Specialmente sapendo che nel giro di un paio di minuti una nave sarebbe esplosa distruggendo tutto quello che si trovava nel suo raggio di azione.
Nessuno di quegli esseri sembrava particolarmente interessato a lui ed anzi, sembravano ignorarlo bellamente, indaffarati nei preparativi volti a fronteggiare l'onda di torsione in arrivo.
Accadde tutto in un attimo. Un lampo bianco pervase la nave, pochi attimi prima che una forza immane impattasse contro lo scafo, costringendo il Keerian a rovinare a terra e con lui il personale presente in infermeria, e parecchie di quegli strani organismi vegetali che adornavano l'antro di quel bizzarro 'segaossa'. Avvertì distintamente un'accelerazione improvvisa che gli fece battere con violenza la testa contro l'angolo di un bioletto. Poi, l'oscurità iniziò a velargli rapidamente gli occhi, mentre lentamente la sua coscienza lo abbandonava.

USS Redoutable, Sala Macchine
04/10/2393 Ore 05.37 - D.S. 70756.8


Droxine riaprì lentamente gli occhi, cercando faticosamente di adattarsi nuovamente alla luce. Si passò velocemente la mano sulla fronte pulsante, accorgendosi di un'enorme bernoccolo stava rapidamente e dolorosamente facendo la sua comparsa. Cercò allora di rimettersi in piedi, mentre con la coda dell'occhio poteva intravedere parecchi membri del suo team cercare di fare altrettanto.

"Carelli a plancia ... - disse passandosi una mano sul proprio comunicatore, mentre con l'altra cercava rapidamente di controllare lo stato della nave - ... Capitano mi sente?"

Era accaduto tutto così velocemente, che neanche lei era stata in grado di comprendere completamente cosa era successo. Certo, lei aveva avuto l'idea di provare a contrastare l'anomalia facendone produrre una alla Redoutable. Se tutto fosse andato per il verso giusto le due anomalie, entrando in contatto, avrebbero generato un'onda d'urto capace letteralmente di catapultare la Redoutable e - con un po' di fortuna la Rosen - fuori dal raggio dell'esplosione.
Sempre ipotizzando che lei fosse riuscita a crearla e ad azzeccare le tempistiche al nanosecondo e soprattutto che le navi sopravvivessero all'onda d'urto generata. Ma qualcos'altro era invece intervenuto. Qualcosa che non aveva previsto e che, malgrado tutto, ancora non era in grado di identificare.
=^= Si, la sento... - rispose il Capitano dopo un paio di secondi che le sembrarono interminabili. Il tono della Trill lasciava intuire che il contraccolpo si fosse fatto sentire pesantemente anche sul ponte di comando. - ... sembra che ce l'abbiamo fatta ..."

USS Redoutable, Plancia
04/10/2393 Ore 05.37 - D.S. 70756.8


Elya si alzò dalla propria poltrona, mentre con estremo stupore osservava sullo schermo della plancia la Rosen, completamente integra, stagliarsi sui bagliori di un esplosione in lontananza con fierezza.

=^= Si, con qualche ammaccatura, ma ce l'abbiamo fatta ... - replicò l'Ingegnere Capo. In realtà il suo era un eufemismo, dato che le gondole di curvatura sarebbero state inservibili per almeno mezza giornata, così come alcuni sistemi secondari e perfino alcuni sistemi primari erano stati danneggiati, seppure in maniera non così grave. Ma avrebbe potuto andare molto peggio. - ... dai dati dei sensori sembra che la nave sia stata avvolta in un campo di curvatura generato da una fonte esterna, ma non riesco a individuarne con esattezza la fonte ... =^=
"Ha ragione ... - intervenne Anari operando rapidamente sulla sulla propria consolle - ... secondo i sensori una qualche fonte di energia proveniente dal subspazio ha avvolto la nave in un campo di curvatura e ci ha permesso in qualche modo di scamparla..."

Elya fissò non replicò, ma tutti i pezzi di quello strano puzzle sembravano comporsi in modo da indicare una sola possibile fonte. La sfera.

"Signore, ci chiamano dalla Rosen ..."

USS Redoutable, Infermeria
04/10/2393 Ore 05.45 - D.S. 70756.82


Jenkart aprì lentamente gli occhi, trovandosi davanti il volto e sopratutto la massa di strani capelli appartenenti al medico di bordo che lo stava esaminando scrupolosamente. Con un gesto decisamente atletico ed istintivo, lo scansò da una parte, sgusciando via dalle sue grinfie con agilità, rendendosi conto solo dopo aver effettuato la sua manovra che il medico non aveva minimamente tentato di opporsi.

"Vedo che si è ripreso completamente ..." affermò il Dottore, stringendo saldamente fra le mani il proprio tricorder.
"Il Tarkas ... - tagliò corto Jenkart, squadrando con sospetto il medico - ... il Capitano Hiller ... che fine hanno fatto?"

Il dottor Tao deviò momentaneamente lo sguardo, replicando in tono particolarmente serio.

"Siamo riusciti ad allontanarci prima dell'esplosione, ma nessuno avrebbe ..."
"Fatemi parlare col vostro Capitano - lo interruppe bruscamente - devo parlare con il vostro Capitano, ora!"


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04.09 - Dalla padella all'inferno

Autore: Tenente Comandante Mian Fei Tao

USS Redoutable, Infermeria
04/10/2393 Ore 05.48 - D.S. 70756.82


"Calma ragazzo... avvertiamo subito il Capitano e nel frattempo tu ti siedi e ti fai ricucire quelle scaglie." fece un gesto perentorio in direzione del biolettino e il soldato dopo un attimo di titubanza decise di ubbidire.
"Infermeria a Capitano!"
=^=Mi dica dottore... come sta il nostro ospite?=^=
"Stava bene, finché non avete deciso di trasformare questa nave in uno shaker... ma niente di irreparabile. Piuttosto pare abbia urgenza di parlare con voi... sembra un guardiamarina al suo primo esame!"
=^=Arriverò a momenti, stiamo aspettando feriti dalla Rosen... situazione a bordo?=^=
"Niente di grave, qualche braccio rotto o qualche ustione. Il più grave è il tenente Rorschach di astrofisica... gli è esplosa una centralina energetica davanti e per qualche tempo vedrà tutto a macchie."
=^=Dalla Rosen ci hanno comunicato che hanno qualche ferito più grave, il loro ufficiale medico è morto e hanno due membri dell'equipaggio in pessime condizioni quindi possono solo affidarsi a noi... purtroppo i sistemi non sono ancora al cento per cento, quindi non possiamo teletrasportarli direttamente in infermeria.=^=
"Eccoli... venga quando può! - esclamò Mian chiudendo la comunicazione e poi rivolgendosi al soldato - Tu fermo li, il Capitano verrà il prima possibile... come puoi vedere ci sono dei guai!"

Senza nemmeno aspettare una replica, si voltò verso la squadra medica appena arrivata.
Jenkart osservò incredulo lo strano medico che si dava da fare per salvare i membri di una razza che non era la sua, la stessa razza che un attimo prima aveva cercato di ucciderli tutti... eppure non solo si era occupato di lui, ma stava cercando di salvare anche altri.
Nell'infermeria c'era un via vai di gente, accanto a lui uno strano essere dalla pelle azzurra e le antenne se ne stava a braccia conserte senza togliergli i suoi glaciali occhi azzurri di dosso. Nella stanza c'erano altri come lui... o meglio, altri con il colletto giallo. In quanto alla razza sembravano essere tutti diversi. Tutti umanoidi, maschi e femmine in egual misura che sembravano lavorare di comune accordo.
L'essere che l'aveva curato sembrava avere il comando in infermeria, ma dava ordini in maniera del tutto diversa da quelli che venivano dati sulla sua nave... Sul Tarkas erano Ordini, gli veniva detto cosa doveva fare, quando doveva farlo e come doveva farlo. Qui il medico aveva solo dato qualche rapida indicazione e tutti quelli con il colletto verde si erano mossi come se avessero libertà di azione... forse un qualche tipo di mente alveare? Erano collegati mentalmente?

"A che razza appartenete?" chiese all'essere azzurro prima di rendersi conto di aver parlato senza aver ricevuto il permesso... attese un colpo che invece non arrivò.
L'essere invece lo guardò per un attimo e poi gli sorrise, pur rimanendo vigile: "Non siamo un'unica razza... io sono andoriano ad esempio, il medico che ti ha curato invece è un umano ma ce ne sono molte altre!"

* Inconcepibile, tante razze che lavoravano insieme. Come possono tante razze coesistere? *

In quel momento la porta dell'infermeria si aprì con un sibilo e due donne entrarono nella stanza. Una era Jorette, l'altra aveva strane macchie sul collo e il colletto rosso. Gli uomini con il colletto giallo sembrarono farsi più guardinghi, come se la persona che era entrata fosse l'unica cosa importante nella sala. L'andoriano si avvicinò ancora di più a Jenkart pronto ad intervenire al minimo segno di pericolo.
Il giovane soldato non era uno stupido come i suoi superiori credevano. Sapeva riconoscere qualcuno con il potere e quella femmina ne irradiava più di qualunque altro nella stanza. Forse era la compagna del Capitano se non addirittura sua moglie.

"Sono il Capitano Drey della USS Redoutable... mi hanno detto che voleva parlare con me!" attese qualche attimo senza ricevere risposta e si voltò verso il Capitano della Rosen "Qualche problema?"
"La nostra razza non considera le femmine in grado di comandare..."
"Ma lei è una femmina no?" chiese Elya senza scomporsi più di tanto
"Io sono una fuggitiva che si ritrova a dover ricoprire tale ruolo..."
"Capisco... Cerchi per un attimo di non far caso al mio sesso e mi dica cosa voleva dirmi di tanto urgente!"

Jenkar deglutì per un attimo confuso da tutte queste diversità e cercò di concentrarsi.
"Non è facile da spiegare, il nostro capitano era un Daiaken..." di nuovo la Drey si voltò verso Jorette in cerca di sopporto.
"Un prescelto, di solito vengono definiti così coloro che sono impegnati in una missione di importanza vitale... in questo caso suppongo fossimo noi i bersagli della missione."

Il giovane Jankar fece un cenno di assenso prima di continuare "Come ogni Daiaken riceveva direttamente le comunicazioni dei Grandi Signori e quindi dava ordini a noi sottoposti. Oggi qualcosa è cambiato, il capitano è divenuto un Daiaken-Aka... credo che letteralmente voglia dire 'corpo prescelto' e i Grandi Signori gli hanno ordinato di far esplodere la sua nave per distruggere sia la Rosen che voi."

"E il vostro capitano era pronto ad uccidere tutto il suo equipaggio pur di arrivare alla nostra distruzione?"

Non riusciva a capire come potesse esistere una così cieca fedeltà, poi però pensò a Wolf359 e a tutti quei capitani a cui era stato ordinato di attaccare il cubo borg e tutti loro l'avevano fatto per un bene superiore... chi di loro poteva capire cosa spingesse i Keeriani ad una così totale sottomissione ai loro Grandi Signori.

=^=Plancia a Capitano, ci sono delle letture anomale provenienti dal subspazio! E porti anche il dottore, ci sono notizie interessanti anche per lui." la voce di Anari era piena di compiacimento, i suoi sensori avevano fatto un ottimo lavoro.
"Veniamo subito..." rispose Elya guardando Mian che intanto si era avvicinato, ma anche lui non aveva idea di come le letture dei sensori potessero interessare anche lui.

USS Redoutable, Plancia
04/10/2393 Ore 06.30 - D.S. 70756.9


Dopo aver consegnato Jenkart alla sicurezza per farlo scortare in un alloggio, il Capitano Drey, quello della Rosen, Jorette, e il Comandante Tao fecero il loro ingresso in plancia.
Anari non stava più nella pelle e iniziò a parlare già dall'apertura delle porte del turboascensore.

"Non siamo in stato interessante... o meglio si, ma non come pensiamo noi!" disse tutto di un fiato seguendo il suo capitano che si stava dirigendo alla sua poltrona.
"Eppure posso assicurare che i dati clinici concordano con la mia diagnosi" commento Tao
"E io posso confermare che mi sento come se lo fossi" concordò Elya.
"Le letture che abbiamo fatto alla massima curvatura, hanno evidenziato un flusso di energia che dal subspazio, e dalla sfera in particolare, si dipana verso di noi... potrei definirlo un cordone ombelicale collegato direttamente con la sfera."
"A mio parere i feti che portate in grembo sono una sorta di 'ancora' psicofisica per la sfera!" intervenne il consigliere.
"Potrebbe essere... - borbottò Mian per poi sollevare un sopracciglio - e lei chi sarebbe?"
"Il nuovo Consigliere di bordo, sono appena arrivata!" sorrise lei di rimando "Comunque torniamo al punto più importante..."
"Non è una tecnologia al vostro livello..." terminò per lei il Capitano drey guardando intensamente Jorette. "A questo punto lei sa la situazione come la sappiamo noi può fidarsi di noi o no, non mi interessa... ma quelli della sfera sono i vostri figli e senza informazioni non possiamo aiutarvi."

Jorette si allontanò dal gruppo per andare verso il grande monitor che mostrava lo spazio davanti a loro. La Rosen, seppur danneggiata galleggiava placida in quel nulla così pieno di mistero e meraviglie.
"Il nostro popolo è estremamente xenofobo, i nostri confini sono pesantemente protetti e non permettiamo a nessuno di scendere sul pianeta... persino le nostre colonie minerarie sulle lune adiacenti al pianeta sono protette alla stessa maniera. Questa è una scelta culturale che deriva dalle regole imposte centinaia di anni fa da coloro che noi chiamiamo i Grandi Sognori."

La femmina Keeriana continuò a raccontare tornando verso il capitano Drey mentre tutti la ascoltavano affascinati.

"La loro comparsa sul nostro pianeta si perde nei miti e nelle leggende... però loro sono reali, ci proteggono e dominano sul nostro pianeta con un pugno di ferro che ha cambiato per sempre la nostra cultura, facendola diventare quella che è adesso. Alcuni anni fa io ero il capo progetto di un esperimento minerario su una delle lune più lontane del nostro sistema solare e per la prima volta nella mia vita ho conosciuto un essere di un altro pianeta... la sua nave era precipitata sulla luna e lo salvai tenendolo nascosto alla mia gente, finché non si riprese."

"Non sa da dove venisse?" chiese il comandante Owl, ma Jorette scosse la testa.

"Mi ha detto qualcosa ma sono nomi che non hanno significato per me... più il tempo passava e più i suoi racconti di fratellanza e comunione con le altre specie affascinarono me e coloro che ebbi il coraggio di mettere al corrente della sua esistenza. Lo portammo in segreto sul nostro mondo e alla fine lui ebbe modo di vedere i Grandi Signori... ne era terrorizzato. Aveva capito senza che noi dicessimo nulla che erano creature malefiche che avevano corrotto il nostro popolo." La donna sospirò e si prese un momento prima di riniziare a parlare "Alla fine mi disse che per salvare il mio popolo c'era un unico modo... un'incubatrice che avrebbe salvato i nostri figli, portandoli lontano dall'influenza dei malvagi. Lui aveva già la cosa che serviva nascosta nella sua navicella... la stava riportando nel suo mondo dopo un lungo viaggio da un altro settore di spazio... una sorta di cristallo dentro una scatola..."

Il Capitano Drey si alzò di scatto afferrando Jorette per le spalle, la sua voce si era alzata di volume quando con urgenza la scosse "Ha mai chiamato i Grandi Signori in qualche modo particolare? E' importantissimo!"

Jorelle spaventata dall'improvvisa reazione fece un cenno di assenso "Vedek Towar li chiamava Pah-wraiths"

"Oh dei del cielo..." commentò Carelli dalla sua postazione.


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04.10 - Qualche risposta...

Autore: Tenente Comandante Tkar

USS Redoutable, Plancia
04/10/2393 Ore 06.30 - D.S. 70756.9


Il silenzio che calò sulla plancia al sentir nominare i Pah-Wraiths fece capire a Jorette che - qualunque cosa fossero gli esseri che la sua gente chiamava Grandi Signori - si trattava di un male perfino peggiore di quanto avesse loro dato da intendere Vedek Towar.

"Voi li avete già incontrati..." arguì l'aliena dalle sembianze di rettile,
fissando il Capitano Drey, che pareva assorta nei propri pensieri.

"In effetti sì, anche se non abbiamo mai dovuto affrontarli direttamente..." le rispose il Primo Ufficiale, ricordando le oloregistrazioni che aveva potuto visionare.
Poco dopo la fine della guerra col Dominio il Capitano Benjamin Sisko aveva affrontato i Pah-Wraiths nelle Caverne di Fuoco su Bajor e, anche se l'ufficiale non era mai tornato dallo scontro, il suo tricoder aveva registrato il tutto permettendo ai posteri di conoscere ciò che era effettivamente accaduto.

"Si tratta di una razza transdimensionale che esiste al di fuori del tempo lineare..." spiegò allora Tkar, che tra tutti i presenti in Plancia era quello che si era ripreso per primo dalla sorpresa anche grazie al proprio addestramento al controllo sulle emozioni "la maggior parte di loro è considerata pacifica e risiede all'interno di un tunnel spaziale stabile che collega il Quadrante Gamma della Galassia allo spazio Bajoriano, vicino al pianeta di origine dell'essere che avete conosciuto come Vedek Towar. Alcuni, però, hanno rinnegato questa esistenza pacifica e hanno tentato di utilizzare i loro considerevoli poteri per abbattere la propria gente."

"E questo spiegherebbe anche quanto accaduto al Capitano del Tarkas..." intervenne nel discorso il Capitano, ricordando le parole di Jenkar poi, voltandosi verso Jorette spiegò "quelli che la vostra gente chiama Daiaken-Aka sono probabilmente esseri posseduti da un Pah-Wraiths.
E' così che questi esseri riescono a manifestare le loro capacità nello spazio quadrimensionale."

Dopo un ulteriore momento di riflessione, Drey fissò negli occhi la femmina Keeriana e aggiunse "Mi ascolti bene, Jorette, ora venga con me, perché dobbiamo parlare. Abbiamo assolutamente necessità di sapere cosa è successo dopo che siete entrati in contatto con Vedek Towar!"

L'aliena fece cenno di sì e il Capitano si diresse rapidamente verso la propria Sala Tattica, facendo cenno al Comandante Kenar e al Consigliere Owl di seguirla. Quando fu giunta sulla soglia diede i propri ordini agli altri Ufficiali Superiori "Anari, lei e Tholos iniziate i calcoli per effettuare il recupero della sfera mediante teletrasporto, Carelli, lei si occupi di riattivare la Curvatura al più presto. Dottor Tao, torni in infermeria e si occupi dei feriti della Rosen e lei Tkar tenga tutte le postazioni in allarme giallo. Se qualche nave Keeriana si avvicina con intenti bellicosi dobbiamo essere pronti in qualunque momento a metterla fuori combattimento."

USS Redoutable, Sala tattica del Capitano
04/10/2393 Ore 06.41 - D.S. 70756.92


Jorette era seduta su di una delle due sedie che si trovavano poste di fronte alla scrivania del Capitano Drey e aveva appena ricominciato il proprio racconto, mentre il Consigliere Owl, seduta al suo fianco, prendeva alcuni appunti in un D-padd.

"Dopo che Vedek Towar ebbe riconosciuto i Grandi Signori per il male che sono, ci disse che per lui era imperativo portare al più presto il cristallo che portava con sé lontano da Keerian II e che - se lo avessimo aiutato - lui avrebbe fatto il possibile per aiutare noi." iniziò la femmina Keeriana, mentre tre coppie di occhi erano fisse su di lei, come a voler cogliere qualsiasi informazione potesse essere rilevata anche dai suoi movimenti più infimi "Parlando con lui, che aveva una conoscenza ed un comprensione dello spazio circostante i nostri territori molto maggiore della nostra, riuscimmo a mettere insieme un piano ardito che permettesse a lui di salvaguardare la reliquia che stava custodendo e a noi di dare una speranza al nostro popolo. L'idea era quella di utilizzare una delle poche tecnologie salvatesi dallo schianto del suo vascello per sfuggire dallo spazio Keeriano. Vedek Towar possedeva infatti un dispositivo in grado di distorcere lo spettro EM attorno ad una nave, rendendola praticamente invisibile ai sensori..."

"Un dispositivo di occultamento?" domandò Kenar, dicendo subito dopo a sé stesso che era piuttosto probabile. Solo con uno strumento di quel genere la navetta di un Vedek Bajoriano sarebbe potuta entrare nel ben pattugliato spazio interplanetario di una razza estremamente xenofoba senza venire abbattuto.

"Lo chiamò così..." confermò Jorette, con un cenno di assenso ma senza distogliere il proprio sguardo da quello di Drey. Desiderava che il Capitano federale credesse alla sua sincerità completamente, perché quanto stava per confessare era una colpa terribile, che era costata tante vite innocenti e che gravava come un macigno sui suoi tre cuori "comunque il piano era quello di trasferire poco alla volta della gente fidata su di una nave di pattuglia di confine, della quale avremmo alla fine preso il controllo in maniera non violenta. Montando su questa nave il dispositivo saremmo scappati dallo spazio Keeriano fino a raggiungere il mondo di Vedek Towar, che promise di concederci ospitalità e una terra dove crescere i nostri figli."

La femmina rettiloide si interruppe un momento, prima di continuare "Ma c'era un punto debole nel piano. Potevamo usare le nostre risorse per trasferire le persone scelte su una nave e lo facemmo, scegliendo la Rosen che era un vecchio vascello da esplorazione risalente agli albori della nostra storia spaziale.
Una nave così vecchia, destinata a pattugliare un settore di spazio di scarsa importanza, era una meta poco ambita e nessuno si sarebbe lamentato per le assegnazioni. Quando i primi di noi presero servizio, però, ci rendemmo conto che usare una nave tanto vecchia presentava un problema serio da risolvere... la tecnologia di smorzamento dell'inerzia della Rosen é talmente limitata che ogni virata comporta veri e propri traumi fisici per gli occupanti. Ora, la nostra struttura ossea e la pelle a scaglie ci permettono di sopportare bene le accelerazioni dovute alle virate, ma nessun feto sarebbe stato in grado di sopravvivere a quegli sforzi, soprattutto se ci fossimo trovati in situazioni di combattimento. Quindi fummo costretti a trovare una soluzione alternativa per trasportare il futuro della nostra gente...in questo ci salvò Vedek Towar con la sua reliquia. Disse che il suo nome era 'Cristallo della Vita' e che poteva portare con sé la vita stessa, anche se solo le vite più pure sarebbero state ammesse al suo interno."

Jorette fece un'altra pausa, come per vedere le reazioni dei suoi interlocutori.
In effetti tutti e tre i membri dell'equipaggio della Redoutable si irrigidirono per un momento quando compresero che il cristallo di cui parlava la femmina rettiloide era probabilmente uno di quelli che i Bajoriani chiamavano 'Lacrime dei Profeti', ma non dissero nulla, lasciandole così continuare il suo racconto.

"Non so spiegare come avvenne, anche sospetto sia in qualche modo associabile alla vostra tecnologia di conversione di materia in energia, ma utilizzando il 'Cristallo della Vita', Vedek Towar riuscì a rimuovere dai nostri corpi i feti, trasferendo le loro essenze nel cristallo stesso. Ovviamente impiegammo mesi per farlo senza dare adito a sospetti, ma quel tempo ci servì per trasferire i pochi maschi di cui ci fidavamo e alcune di noi sulla Rosen.
Eravamo quasi pronte, quando feci il più grande errore della mia vita..."

Questa volta la pausa del Capitano della Rosen fu più lunga ed una piccola lacrima si formò nei suoi occhi da rettile. Istintivamente il Consigliere Owl le pose la mano destra sulla sua in un gesto di vicinanza che sorprese enormemente la femmina rettiloide. Dopo avere osservato per un momento quella piccola mano liscia e rosea poggiata sulla sua pelle squamosa, Jorette si fece forza e - drizzate le spalle - riprese il proprio racconto senza che nessuno dovesse incitarla a continuare "In tutto il tempo durante il quale avevamo organizzato questo piano avevo sempre coltivato il sogno di coinvolgervi Hiller. Mio marito era sempre stato un compagno rispettabile e, per quanto potesse concederlo la nostra cultura, rispettoso. Mi aveva aiutata ad accedere all'istruzione e, anche grazie a lui, avevo ottenuto un incarico a cui poche femmine avrebbero potuto ambire. Fu per questo che - quando tornò vincitore dalla sua missione biennale di pattugliamento dei confini esterni e lo vidi così orgoglioso della promozione appena ottenuta a Capitano del Tarkas - decisi di parlargli del nostro progetto. Il momento non poteva essere migliore, perché lui era di ottimo umore e, se lo avessi convinto, avremmo avuto a disposizione una delle navi migliori della nostra flotta ed il suo Capitano dalla nostra parte!"

"Ma le cose non andarono come sperava..." arguì Drey, dopo che l'aliena si fu presa un ulteriore momento di riflessione, come per capire cosa dire. La Trill poteva immaginare cosa fosse successo, ma aveva bisogno di ogni possibile informazione per imbastire una qualche linea di azione.

"Inizialmente Hiller si arrabbiò molto..." rispose Jorette, quasi cavandosi a forza di bocca ogni parola "ma ero preparata a questo e dopo lunga discussione pensavo di essere riuscita a convincerlo. Mi disse che sarebbe tornato sul Tarkas per organizzare il trasferimento dei nostri compagni dalla Rosen, ma che ci sarebbe voluto un po' di tempo ed io gli credetti. Pochi giorni dopo, invece, le nostre fonti sul Pianeta Madre ci dissero che Hiller aveva riferito del nostro tradimento ai Grandi Signori e che questi gli avevano ordinato di lavare tale onta col nostro sangue."

Nuove lacrime sgorgarono dagli occhi del rettile e si trattava di una vista piuttosto sconcertante per i membri dell'equipaggio della Redoutable, dato che la maggior parte delle razze rettiloidi conosciute dalla Federazione erano prive di dotti lacrimali, ma nessuno parlò lasciando al Capitano della Rosen il tempo di ricomporsi e continuare "L'avviso non ci giunse purtroppo in tempo per mettere tutti in salvo ed il Tarkas iniziò repentinamente un bombardamento finalizzato a distruggere la stazione scientifica e tutti i suoi occupanti.
Io ed alcuni altri riuscimmo a metterci al riparo utilizzando delle navette di salvataggio, ma molti - compreso Vedek Towar che era rimasto indietro per attivare il Cristallo della Vita affinché si proiettasse nel subspazio - non ce la fecero.
Richiamata d'urgenza durante l'attacco, la Rosen ci prese a bordo e riuscì a sfuggire al Tarkas grazie al dispositivo di mascheramento...di occultamento, scusate..."

"Quindi avete seguito il Cristallo della Vita fin qui, ed in qualche modo il Tarkas ha fatto lo stesso..." concluse per lei il Comandante Kenar, che fino a quel momento era rimasto in piedi immobile a braccia incrociate, con la schiena poggiata contro una parete della Sala tattica.

"La velocità del Cristallo era molto superiore alla nostra..." spiegò Jorette "ma avevamo scelto con cura le coordinate di rendez vous e sapevamo dove andare. Purtroppo la tecnologia del dispositivo di Occultamento era incompatibile con le fonti energetiche della Rosen e - a circa tre quarti del viaggio - si danneggiò in maniera irreparabile rendendoci di nuovo visibili al Tarkas.
Solo il vostro intervento ci ha salvati dalla distruzione..."

"Già..." convenne cupamente Drey, mentre la mano destra le scendeva istintivamente ad accarezzare il ventre...aveva percepito una brutta sensazione nascerle da lì ma per una volta non era stata in grado di dire se venisse dal Simbionte, dal feto o soltanto dai suoi più primordiali istinti di sopravvivenza "ora si tratta solo di trovare un modo per salvare tutti noi..."

Da qualche parte, in un qualche piano di esistenza transdimensionale
In un qualche punto della linea temporale


"Il vascello lineare esiste..." affermò una voce, sempre che di voce si potesse parlare, visto che l'essenza stessa della loro esistenza non era corporea.
"Il Capitano Hiller ha fallito." Commentò piattamente una seconda voce, unendosi e mescolandosi alla prima aggiungendo una nota di rimprovero a quella semplice constatazione.

"Il vascello lineare non poteva sopravvivere, ha ricevuto aiuto..." ribatté una terza voce, quasi a voler sfidare il consesso a criticarlo per la sua linea di azione, che aveva portato alla distruzione del Tarkas ma non aveva - purtroppo - ottenuto il risultato sperato di annientare anche la Redoutable e la Rosen.
"Il vascello lineare esiste. La sua presenza è una minaccia per tutti noi..." ribatté semplicemente la prima voce, come se l'obiezione appena percepita fosse irrilevante "i lineari sanno."

"Hanno compreso ciò che siamo." Confermò la seconda voce "se tale comprensione giungesse ai Bianchi, la nostra esistenza non sarà più tale."
"Il vascello lineare non deve giungere al Tempio." convenne la prima voce "Il vascello lineare non deve esistere."

"Il vascello lineare deve esistere." Li contraddisse una quarta voce, più imperiosa e carica di un tono di comando che zittì le altre tre. La nuova essenza, appena unitasi alla conversazione continuò "Il Cristallo della Vita è legato al vascello lineare. Esso sarà la nostra Arca per giungere al Tempio, invisibili ai Bianchi."

"E avremo la nostra vendetta" convenne la seconda voce, riconoscendo la verità in quanto affermato dalla quarta voce, mentre gli invisibili filamenti di energia che collegavano il Cristallo alla Redoutable diventavano evidenti ai suoi sensi.

"I Bianchi non saranno più." Confermò la prima voce "Ma ci serve il Cristallo."

"Il Cristallo della Vita è legato al vascello lineare" ripeté la quarta voce "solo il vascello lineare può riportarlo a noi. Se il vascello lineare fosse distrutto ora, il Cristallo andrebbe perso, oltre la nostra portata."

"Il Cristallo ha protetto il vascello lineare..." fece notare la terza voce, che aveva assimilato la notizia ricevuta e finalmente aveva compreso il perché del proprio fallimento nel tentativo di distruggere la Redoutable "Il potere dei Bianchi è in esso..."

"Il vascello lineare è legato al Cristallo e può recuperarlo." Affermò con forza la quarta voce, imponendo agli altri la propria visione "una volta tornato alla nostra portata, sottometteremo il potere dei Bianchi contenuto nel Cristallo e sarà la nostra Arca."
"Ci serve un tramite per prendere possesso del Cristallo..." fece notare la seconda voce.

"Il tramite esiste..." affermò semplicemente la prima voce "il tramite è già sul vascello lineare."

USS Redoutable, Sala Riunioni principale
04/10/2393 Ore 18.00 - D.S. 70758.21


Tutti gli Ufficiali Superiori della Redoutable erano riuniti attorno al grande tavolo della sala riunioni con davanti alcune tazze piene delle loro bevande predilette e parecchi D-padd.
Seduta a capotavola, il Capitano Drey fissò uno ad uno i propri sottoposti attraverso il fumo che fuoriusciva dalla sua tazza di tè, poi si rivolse a Carelli e chiese "Stato attuale della nave?"

Droxine prese un respiro prima di rispondere "Abbiamo riattivato tutti i sistemi principali, compresa la Curvatura. Il danno alla gondola di dritta è piuttosto serio, ma con l'utilizzo dei campi di integrità strutturale dovremmo riuscire a mantenere curvatura 7 senza difficoltà."

"Sarà sufficiente per tentare un recupero del Cristallo?" chiese Kenar, rivolgendosi al lato del tavolo dove erano seduti Anari e Tholos, che avevano lavorato incessantemente ai calcoli per il teletrasporto a velocità curvatura.

La Denobulana fece una smorfia, come se qualcosa l'avesse colpita al basso ventre, ma subito recuperò il proprio sorriso e affermò "Oh, beh...sarebbe stato meglio effettuare il recupero ad un fattore curvatura 9 o superiore, ma troveremo il modo di farcelo bastare...ci servirà però parecchia energia, quindi dovremo disattivare tutti i laboratori, staccare il supporto vitale su qualche ponte e magari attingere anche alle batterie..."

"Fate evacuare i ponti su cui verrà disattivato il supporto vitale ed i laboratori..." ordinò semplicemente il Capitano, rivolgendosi al proprio ufficiale Esecutivo poi, volgendo lo sguardo verso l'assemblea, affrontò il secondo problema "E con i Pah-Wraiths come la mettiamo? Abbiamo qualche strumento per contenerli, se dovessero rifarsi vivi?"

Fu il Capo della Sicurezza a rispondere per primo, dato che si trattava di una richiesta inerente le capacità tattiche della nave e dell'equipaggio "Ho analizzato i dati inerenti la Rosen ed il Tarkas, elaborando uno schema di fuoco che ci permetterà di inabilitare completamente una nave Keeriana senza distruggerla. Per quanto riguarda invece il confronto con un Pah-Wraiths che dovesse giungere a bordo, la situazione è più complessa. Non abbiamo dati a sufficienza per ipotizzare quali siano i limiti delle loro capacità di assumere il controllo di altri esseri senzienti, ma parlando con il sopravvissuto del Tarkas e confrontando la sua deposizione con le registrazioni del tricoder del Capitano Sisko... Apparentemente in quella forma sono estremamente resistenti al fuoco di armi e possono rilasciare energia in forma diretta, oltre a manipolare i campi energetici."

"Analizzando i miti Keeriani io e Jorette abbiamo scoperto qualcosa..." intervenne allora il Consigliere Owl "apparentemente, per assumere il controllo di un corpo ospite i Pah-Wraiths devono ottenere il consenso alla possessione.
Non sappiamo esattamente se ciò sia una 'conditio sine qua non' o semplicemente un metodo per controllare meglio il corpo, ma nella storia Keeriana tutti i Daiaken-Aka erano volontari e si preparavano alla possessione attraverso un rito."

"Se così fosse, avremmo un grosso vantaggio tattico..." commentò Tkar, ricordando come Jenkar gli avesse riferito che - poco prima di distruggere il Tarkas - anche il Capitano Hiller sembrasse aver ripreso momentaneamente il controllo di sé "i nostri scudi dovrebbero permetterci di impedire facilmente l'accesso di soggetti esterni alla nave e nessun membro dell'equipaggio, se avvertito del pericolo, accetterà di farsi controllare da una entità sconosciuta e ostile."

"Forse..." convenne Tholos dopo un minuto di riflessione "ma è comunque una scommessa che vorrei evitare, se posso."

"Neppure io sono propenso ad affidare la sopravvivenza della nave ad una ipotesi non avallata da fatti concreti," convenne il Vulcaniano, fissando il collega delle Operazioni "ma non dispongo di informazioni sufficienti ad elaborare una strategia migliore..."

"Io forse sì..." rifletté improvvisamente Anari, quasi saltando in piedi mentre interrompeva i due colleghi dalla divisa color ocra e nero "se ipotizziamo che i Pah-Wraiths esistano in uno spazio transdimensionale come i Profeti e controllino i loro corpi ospiti attraverso una sorta di legame, dovremmo poter interferire con tale legame modulando i nostri scudi sulle giuste frequenze.
Non importa quali siano i metodi con cui lo producono, un collegamento transdimensionale è sempre energia che viene trasmessa ad una determinata sequenza e noi potremmo individuarla, se programmassimo i sensori interni per farlo! In fondo abbiamo fatto lo stesso per individuare il legame tra noi ed il Cristallo e..."

"Fatelo!" la interruppe il Capitano, prima che la Denobulana si mettesse a snocciolare lì le equazioni necessarie a riprogrammare i sensori della Redoutable "Altri suggerimenti?"

"Se l'intuizione del Comandante Anari è corretta..." interloquì Tholos "forse potremmo disturbare il collegamento tra corpo ospite e Pah-Wraiths anche rimodulando i phaser manuali a determinate frequenze. Non sarebbero sufficienti a sconfiggerli, ma potremmo rallentarli in maniera più efficace."

"Possiamo programmare i sistemi di rimodulazione delle armi manuali per assumere le frequenze corrette una volta che le stesse saranno individuate dai sensori." Propose Tkar, riflettendo sull'intuizione dell'Andoriano e trovandola valida "In questo modo dovremmo essere in grado di adattarci anche in caso i Pah-Wraiths fossero più di uno o si dimostrassero in grado di rimodulare il segnale della loro...possessione."

"Ottimo signori, allora sapete cosa fare." Concluse Drey, chiudendo la riunione "Il Comandante Kenar darà notizia a tutto l'equipaggio del possibile pericolo della possessione da parte dei Pah-Wraiths e tutti voi dovrete preparare al meglio le vostre Sezioni. Tenteremo il recupero appena pronti, poi agganceremo la Rosen con un raggio traente e dirigeremo alla massima velocità verso lo spazio Bajoriano...se tutto va bene il Capitano Jorette ed il suo equipaggio avranno i loro cuccioli, Bajor avrà una nuova reliquia e dei Pah-Wraiths se ne occuperanno i Profeti."


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04.11 - La scelta

Autore: Tenente Comandante Droxine Carelli

Diario del Capitano.
Data Stellare 70758.35


Le rivelazioni della nostra ospite non possono essere definite che terrificanti.
Avere a che fare con esseri multidimensionali pericolosi come i Pah-Wraith non è qualcosa da prendere alla leggera.
A questo si aggiunge un cristallo dei profeti perso nel subspazio da recuperare.
Tutto questo mette la questione della gravidanza in secondo piano.
Ora ci apprestiamo all'operazione di recupero. Si tratta di un'operazione difficoltosa anche al massimo dell'efficienza e la nave ha subito danni ingenti.
Ho la massima fiducia nelle capacità dell'equipaggio e sono sicura che daranno il massimo per
far fronte all'emergenza.
Spero solo che sia sufficiente.

USS Redoutable, Plancia
04/10/2393 Ore 19.10 - D.S.70758.35


Elya sedeva al suo posto sulla poltrona di comando in attesa dei rapporti dei suoi ufficiali.
Che arrivarono puntualmente.
=^= Carelli a Capitano Drey. Siamo pronti a partire. =^=
"La nave reggerà, Tenente?"
=^= Mentirei se dicessi che sono tranquilla, capitano. Ma la Redoutable è una 'ragazzona' robusta. Ci sorprenderà. =^=
"Lo spero. E gli scudi del tenente Anari?"
=^= Li stiamo finendo di calibrare. Se i dati dei sensori sono corretti potrebbero funzionare. =^=
"Bene. Li attivi appena pronti."
=^= Certamente. Il Tenete Anari sta venendo in plancia per coordinare l'operazione. =^=
Perfettamente sul pezzo, Anari entrò in quel momento in plancia.
"È arrivata infatti."
=^= Bene. Io rimango in attesa di ordini. Carelli, chiudo. =^=

Anari sorrise al capitano e si diresse alla consolle scientifica.
Elya si rivolse all'equipaggio in plancia.

"Bene, signori. L'operazione corrente verrà guidata del Tenete Anari. Mi aspetto che tutte le postazioni si coordinino con quella scientifica."
Anari fece un piccolo inchino con un sorriso sornione stampato in faccia.
"Capitano, quando vuole..."
Elya annuì verso il suo ufficiale scientifico.
"Attivare."
"Bene attiverò gli scudi riconfigurati e genererò un campo di curvatura statico secondo le specifiche che compariranno sulle vostre consolle... adesso. Ci sono domande?"
Attese un attimo, poi proseguì.
"Attivazione scudi... adesso."

Alloggio di Jenkar.
In quel momento.


Jenkar stava sdraiato nella sua cuccetta. Non aveva molto altro da fare. Questi alieni lo avevano trattato sorprendentemente bene.
Se le parti fossero state invertite, bé, non ci sarebbero stati molti dubbi su come sarebbe andata.
Forse semplicemente non lo giudicavano un pericolo.
Per i Grandi Signori... probabilmente non lo era.
Non per la prima volta, si chiese perché faceva il soldato.
Non che fosse stata una sua decisione. Era stato preso, giudicato, analizzato e spedito in fanteria.
Probabilmente avevano bisogno di soldati e lui, non avendo particolari talenti, era stato scelto.
Era così che andavano le cose.
Inutile rimuginarci sopra.
All'improvviso si trovò in un ambiente spoglio. Privo di qualsiasi connotazione. Era circondato da sorta di oscurità caliginosa. Come una nebbia tenebrosa.

"Ma cosa..."
Voci imperiose lo investirono.
"TU. SEI STATO SCELTO."
"TU SARAI IL PORTATORE."

Jenkar si girò di scatto, alla ricerca della sorgente delle voci. Ma erano voci diffuse, sembravano provenire da ovunque e nessun posto. Un terrore gelido calò su di lui.

"Cosa... cosa volete?"
"VOGLIAMO CHE TU CI SERVA. COME MOLTI ALTRI LINEARI DEL TUO POPOLO HANNO FATTO PRIMA!"
"Voi... voi siete i Grandi signori!?"
Si prostrò a terra, in lacrime.
"Vi prego... vi prego... non volevo essere insolente. Perdonatemi. Non fatemi del male!"
"NON TI VERRÀ FATTO DANNO."
"TU SEI UN NOSTRO STRUMENTO."
Ma voce si Jenkar era flebile.
"Strumento?"

La terribile verità calò su di lui. Volevano fare di lui un Daiaken-aka. Come Hiller. Riusciva ancora a ricordare bene lo sguardo di assoluto terrore nei suoi ultimi attimi di vita, avvolto nel potere dei Signori.

"Oh vi scongiuro, tutto ma non questo!"
"SPIEGA IL DINIEGO."
"Non voglio finire come il capitano!"
"È LINEARE. NON CAPISCE."

Sembrava che i Signori discutessero di lui. Li stava deludendo? Cosa gli avrebbero fatto se si fosse rivelato inadeguato?
La scena cambiò all'improvviso. Era seduto in un ufficio. Grande, lussuoso.
Era seduto dietro la scrivania, non davanti. Come se fosse la sua.
Abbassò gli occhi sulla sua persona. Indossava un'alta uniforme. I gradi erano quelli di generale.
Dalla finestra si godeva un'ottima vista della capitale.
Una delle voci si rifece viva.

"QUI TU SEI VIVO."
"PER UN LINEARE QUESTO È DESIDERABILE."

A Jenkar girava la testa.
"Sì... è desiderabile."

Era il suo futuro che gli stavano mostrando? Un futuro di agio e rispetto. Due elementi che nella sua vita attuale mancavano del tutto.

"Cosa devo fare?"
Ora era di nuovo sulla Redoutable.
Strisciava per i condotti di manutenzione, fino ad un certo pannello di controllo. Poi rompeva qualcosa al suo interno.

"I LINEARI DEL VASCELLO HANNO TROVATO IL MODO DI IMPEDIRE IL FLUSSO TRA NOI E TE."
"MA NOI NON SIAMO LINEARI."
"IL VELO ESISTE QUI."
"MA NON QUI."

Jenkar era di nuovo nella sua cabina sulla Redoutable.

"TU SQUARCI IL VELO QUI."

Di nuovo nel condotto di manutenzione.

"QUI TI FORNIAMO IL POTERE DI CUI HAI BISOGNO."

Ora era in un corridoio della nave. Fulmini rossi e blu lo avvolgevano. Qualcuno tra gli alieni gli sparava, ma lui non sentiva nulla. Irrompeva in una stanza. C'era il capitano. Come si chiamava? Drey? Ed anche alcuni altri che non conosceva. Il capitano reggeva in mano una scatola con dentro un oggetto scintillante. Dalle sue mani scaturì un fulmine che scagliò indietro il capitano.
Il suo petto era una massa bruciata. Non si mosse più.
La scatola era caduta a terra. La sua mano si allungò verso di essa.
Sentiva le lacrime scorrere sulla sua pelle scagliosa.

"Vi prego... io non voglio uccidere il capitano. Non voglio uccidere nessuno."
"QUI LO VUOI."

Ora era sulla Tarkas. Hiller si librava a mezz'aria avvolto di fulmini. Lui gli sparava cercando inutilmente di fermarlo. Uno dei colpi rimbalzò uccidendo quel suo odioso superiore.
"È stato un incidente! Io non ho mai ucciso nessuno."
Era vero. Nella sua carriera nell'esercito non gli era mai successo di uccidere nessuno. Come la maggior parte dei suoi commilitoni. L'esercito aveva una funzione di controllo, ma non c'erano state vere guerre da molto anni ormai.
Ma le voci dei signori non sembrarono toccate da questo fatto.

"È NECESSARIO."
"SEI LINEARE."
"NON PUOI ESSERE QUI."

Il suo ufficio nel futuro.

"SENZA ESSERE QUI."

I resti fumanti del capitano giacevano di fronte a lui.

"Io... non voglio tutto questo. Non a questo prezzo!"

Ora era un bambino. Stava spiegando a sua madre tutto contento quello che sarebbe diventato da grande, durante un viaggio in un trasporto pubblico. La sua voce suonava stridula.

"Io sarò un grande comandante. Avrò un sacco di di gente che prende gli ordini da me!"

Sua madre e qualche altro passeggero sorrisero con indulgenza.
Implacabile la voce che veniva dal nulla lo incalzò.

"QUI TU VUOI."
"Ero solo un bambino. Non sapevo come era... come è il mondo."
"TI ABBIAMO FATTO VEDERE."

Jenkar scosse la testa. Era inutile opporsi. Tenevano la sua vita... tutta la sua vita, passata e futura, nel palmo della mano. Bastava una leggera stretta e...
Non si era mai sentito così insignificante in tutta la sua insignificante vita.

"ACCETTI IL NOSTRO POTERE?"

Jenkar era in piedi nello spazio vuoto, ora. Una scelta. Come se ne avesse veramente una. In fondo non era niente di diverso dal solito.

"Sì... lo accetto."

USS Redoutable Plancia
04/10/2393 Ore 19.15 - D.S. 70758.36


Anari operava con sicurezza la consolle scientifica.
"Scudi attivati. Procedo ad attivare il campo di curvatura."

Sullo schermo principale le luci delle stelle iniziarono a sfocarsi, senza assumere la caratteristica forma allungata tipica di quando la nave viaggiava a curvatura.

"Curvatura 1... Curvatura 2... Curvatura 3..."

Mentre Anari scandiva i fattori di curvatura lo schermo si oscurava sempre di più.

* È come scendere nelle profondità dell'oceano... * Pensò Elya. Ma tenne per sé il pensiero. Non voleva disturbare l'ufficiale scientifico.

"Curvatura 5... Curvatura 6... Anari a Carelli. Come va la nave?"

La voce del capo ingegnere arrivò prontamente.
=^= Colla e fil di ferro tengono per ora. Puoi procedere. Fai con calma ma non ci mettere troppo, intesi? =^=

Anari proruppe in una risatina.

"Ci proverò, Dro'"
Poi continuò.
"Curvatura 6.5... Curvatura 7."

Ora la plancia e, presumibilmente, tutta la nave era pervasa di cigolii e fruscii preoccupanti. Come di metallo messo a dura prova.
Tholos si rivolse ad Anari.

"Aumento l'integrità strutturale?"
"Negativo. Ho bisogno di tutta l'energia disponibile. La nave resisterà. Spero."

Elya strinse i denti e mantenne il silenzio.

"Inizio scansione del subspazio. Oh..." All'esclamazione di delusione dell'ufficiale scientifico Elya sentì di avere titolo per chiedere spiegazioni.
"Qualcosa non va, tenente?"
"Sì, capitano. Ho trovato la Lacrima dei Profeti, ma è fuori portata. È più in profondità di quanto sperassi."
"Non c'è nulla che possiamo fare?"
"Dovremmo aumentare la curvatura, almeno un fattore 7.9 ma..."
Elya la zittì alzando il dito indice. Quindi accese il comunicatore.
"Drey a tenente Carelli."
=^= Dica, capitano. =^=
"Abbiamo bisogno di spingere la curvatura ancora di più."
=^= Non lo raccomando, capitano. Potremmo veramente fare un finale col botto. =^=
"Ma può darci qualcosa?"
=^= Posso, capitano. Ma per pochi secondi e sarà molto pericoloso =^=

Elya esitò un attimo. Ma solo un attimo. Stava mettendo in serio pericolo le vite dell'equipaggio.
Ma non c'era solo in gioco la progenie dei rettiloidi. Una Lacrima dei Profeti era un oggetto molto pericoloso.
Avrebbe tentato l'impossibile per recuperarla. Anche considerato che c'erano in gioco anche i Pah-Wraith. Del resto sedeva sulla poltrona di comando proprio per prendere decisioni difficili.

"Lo faccia."
La voce di Droxine tradiva una giustificata preoccupazione.
=^= Agli ordini, capitano =^=
Elya si rivolse all'ufficiale scientifico.
"Proceda, Tenente."
"Sì, capitano. Curvatura 7.1, 7.2..."

Ora la nave stava distintamente tremando. Tutti sedevano rigidi alle loro postazioni, tranne T'kar che manteneva il suo solito autocontrollo.

"...7.7, 7.8, 7.9 ci siamo, passo le coordinate al teletrasporto!"

Ora al tremolio si unì una sorta di sibilo. Il comunicatore del capitano trillò.

=^= Capitano! Abbiamo una gondola in rottura! Dobbiamo interrompere! =^=

Elya lanciò uno sguardo verso la postazione scientifica dove Anari stava chinata sulla consolle quasi volesse costringerla a collaborare con la forza.

"Un secondo! Un secondo solo, capitano!"
=^= Ora, capitano. Dobbiamo interrompere ora! =^=
Arrivò lo strillo di esultanza da Anari.
"Ce l'ho!"

Elya si rivolse subito al comunicatore.

"Tenente Carelli inizi a diminuire la curvatura!"
Dal comunicatore non venne risposta. Probabilmente il capo ingegnere era troppo occupato.
Anari riprese a notificare il fattore di curvatura.
"Curvatura 7, curvatura 6... ne stiamo uscen..."

Fu interrotta da una scossa che quasi la gettò a terra. Questo la salvò perché quando la consolle scientifica esplose non la colpì in pieno.
Da altre postazioni eruppero cascate di scintille. Le luci lampeggiarono. Seguirono altre scosse.
Poi finalmente il silenzio.
Elya tossì a causa del fumo che aveva invaso la plancia.
Sentì Arjan contattare l'infermeria per chiamare soccorsi. T'kar stava già operando gli estintori sugli incendi che su erano sviluppati.

"Signor Rashan, rapporto."
Anche Tholos tossì un paio di volte prima di rispondere.
"Danni strutturali ingenti su tutta la nave, capitano. Abbiamo ancora il supporto vitale, ma stiamo operando con l'energia di emergenza. Non abbiamo la curvatura. Gli scudi modificati dal Tenente Anari sono attivi all'11%. Non posso ancora farle un rapporto dettagliato."
"Va bene, tenente."
Elya aprì il comunicatore.
"Drey a Carelli."
=^= Siamo qui, capitano. =^=
"State tutti bene?"
=^= Abbiamo dei feriti ce ne stiamo occupando. Il che è molto più di quanto mi aspettassi. =^=
Elya sentiva tutta la spossatezza del capo ingegnere.
"Cosa è successo?"
=^= È esplosa, capitano. La gondola è letteralmente esplosa mentre eravamo ancora in curvatura. =^=

Elya rabbrividì. Non serviva essere un ingegnere per sapere cosa significava perdere una gondola
in curvatura.

"Come possiamo essere ancora vivi?"
=^= Una manovra disperata e tanta tanta fortuna. Ho esteso il campo di curvatura dell'altra gondola per controbilanciare. Ed ho indovinato in nanosecondo giusto per farlo. La avverto. Un altro paio di miracoli simili e mi metto in lista per la canonizzazione... =^=

Elya si appoggiò alla spalliera della poltrona di comando.
"Perorerò la sua causa io stessa, mi creda, Tenente."
=^= Sfortunatamente lo sforzo ha fritto anche la gondola buona. E l'ondata di energia di ritorno ha rischiato di fare lo stesso con il nucleo di curvatura primario. Che ho dovuto eiettare.
Molte parole per un significato solo. Siamo un rottame alla deriva. =^=
"Ma siamo vivi. Grazie a lei."
=^= Grazie, capitano. Ora se permette vorrei avvantaggiarmi con il prossimo miracolo. Resurrezione di nave. Le faccio sapere come precede. =^=
"Certamente. Grazie, tenente."
Arjan le si avvicinò.
"Volevo comunicarle che il tenente Anari è fuori pericolo. Perderà l'occhio e la mano destri, ma
starà bene. Per il resto abbiamo molti feriti ma nessuna vittima."
Elya sospirò di sollievo.
"Sono felice di sentirlo. Dica al tenete Tao di affrettarsi a rigenerali, altrimenti la vedremo girare per la nave vestita da pirata, con benda sull'occhio ed uncino."
Arjan sorrise. Sfiorare così da vicino la catastrofe e cavarsela era in un certo senso inebriante.
"A lei la plancia, Numero Uno. Vediamo cosa abbiamo pescato..."

USS Redoutable Ufficio del Consigliere
04/10/2393 Ore 19.15 - D.S. 70758.36


Quando la nave aveva iniziato a rollare come impazzita, Maia aveva temuto che quella sulla Redoutable sarebbe stata l'assegnazione più breve della storia. Poi c'era stata l'esplosione e ne aveva avuto la certezza.
* Ho portato mia figlia a morire. *
Fu il suo primo pensiero.
Ma poco a poco le scosse si calmarono. Forse per stavolta l'avrebbero sfangata...
Allungò la mano verso il comunicatore per chiamare sua figlia.

* Povera piccola. Sarà spaventatissima, vulcaniana o no. Io di sicuro lo sono. *

E si ritrovò in uno spazio vuoto, privo di qualsiasi connotazione.
Una voce venne dal nulla.

"RICHIEDO IL TUO AIUTO, LINEARE."
Dopo qualche secondo di stupore Maia si ricompose a sufficienza per rispondere.
"Sto parlando con quello che noi lineari chiamiamo Pah-Wraith?"
"NO. NON NE FACCIO PARTE. "
"Un alieno del tunnel spaziale allora. O Profeta, che dir si voglia."
"LE DEFINIZIONI DI VOI LINEARI NON SONO IMPORTANTI. AL CONTRARIO È IMPORTANTE LA VOLONTÀ DI OPPORVI ALLE NOSTRE CORROTTE CONTROPARTI."
"Cosa devo fare?"

Ora erano in una sala teletrasporto nella nave. Il giovane soldato, ammantato di fulmini blu, alzò la mano verso il capitano che reggeva una scatola con dentro un cristallo scintillante. Un lampo ed il capitano fu a terra, in una massa di carne bruciata.
A Maia mancò il respiro. Fu di nuovo nello spazio vuoto.

"Quella non era una proiezione, vero? Ero proprio lì e stava accadendo..."
"TU SEI LINEARE. SEI LÌ ED ANCHE QUI."
"Dal tuo punto di vista è già successo, vero? Quindi è fissato. Non si può far nulla per impedire che avvenga, giusto?"

La voce ora aveva una nota di impazienza, come se dovesse spiegare concetti ovvi ad uno stupido.

"TU SEI LINEARE. IO NO."
"Quindi tu puoi cambiare gli eventi che avviamo visto?"
"LO STO FACENDO. COMUNICANDO CON TE."
"Mi puoi dare il potere di contrastare l'agente dei Pah-Wraith?"
"NO. SONO COSTRETTO IN QUELLA CHE VOI LINEARI CHIAMATE LACRIMA DEI PROFETI. I TUOI COMPAGNI LA HANNO RECUPERATA. HANNO ERETTO ANCHE UNA BARRIERA CHE IMPEDISCE AGLI ALTRI DI RAFFORZARE IL LORO AGENTE. SOLO PER QUESTO HO OSATO INTERFERIRE. MA PRESTO, DAL PUNTO DI VISTA LINEARE, NON SARÀ PIÙ. LORO SONO TROPPO FORTI PERCHÉ LI POSSA CONTRASTARE DIRETTAMENTE."
"Ma allora... cosa posso farci?"
"TRA TUTTI I LINEARI TI HO SCELTA PERCHÉ TU PUOI PIEGARE IL FLUSSO LINEARE."
"Tra tutti? Io sono solo il consigliere... oh... capisco. Devo far cambiare idea al loro agente, vero?"
"CORRETTO. NON POSSO DARTI POTERE. POSSO SOLO DARTI UN FRAMMENTO DI TEMPO LINEARE. SFRUTTALO BENE."
Maia si trovò di nuovo nel suo ufficio.
Ne uscì di corsa. Decisamente non aveva tempo lineare da perdere.
* Chiacchiere contro fulmini mortali. Ti sei scelta una bella professione Maia... *

USS Redoutable da qualche parte, nei passaggi di manutenzione
04/10/2393 Ore 19.18 D.S. 70758.36


Era stato facile in maniera spaventosa, pensò Jenkar, mentre strisciava nel condotto di manutenzione.
Nel suo alloggio per un breve attimo aveva avvertito in sé il potere dei Signori. Non era durato molto. Quanto basta per stordire la guardia fuori della porta. Poi era svanito. L'equipaggio della nave doveva aver fatto qualcosa che bloccare il potere dei Signori. Ma qualcosa gli avevano lasciato. Il percorso da seguire nei corridoi della nave e le pause da fare. Quando camminare e quando fermarsi. Tutti quelli che avrebbero potuto vederlo erano girati dall'altra parte o occupati a fare qualcosa. E così era riuscito a percorrere una sequela di corridoi relativamente affollati come se fosse un fantasma. Fino ad un certo sportello di accesso. In un certo senso questa si era rivelata una dimostrazione di potere ben più terrorizzante dell'energia che aveva avvolto Hiller. Campi di forza, disgregatori. Tutte cose che venivano costruite dai mortali. Niente di nuovo. Cambiava solo il livello tecnologico. Ma il potere di conoscere così nel dettaglio il futuro?
Come poteva non sentirsi una nullità al cospetto di tali esseri?
Nel frattempo era arrivato ad un certo pannello. Lo aprì. Dentro era pieno di lucette lampeggianti.
Jenkar non ci capiva nulla. Era un soldato semplice. L'istruzione che gli era stata data la più essenziale possibile. Una volta un suo istruttore aveva detto che la mente di una soldato non doveva venire appesantita da inutili fronzoli.

* Sparate quando vi viene detto... *

Jenkar fece un sorriso amaro con la sua bocca di rettile.
Ma ora questo non aveva importanza. Aveva bene impresso nella mente la sequenza di movimenti da fare. Premi qui. Estrai quel connettore. Ed in breve tempo le lucette si spensero.
Istantaneamente sentì il potere dei Signori pervaderlo.
Gli ormai familiari lampi rossi e blu lo avvolsero. La parete accanto a lui iniziò a sciogliersi.
Fluttuò attraversando muri e paratie come se fossero ragnatele, diretto verso il suo bersaglio. Nulla poteva fermarlo, ora.

USS Redoutable Plancia
04/10/2393 Ore 19.18 - D.S. 70758.36


Rashan attirò immediatamente l'attenzione del primo ufficiale, quando una ridda di allarmi affollarono il suo display principale.

"Comandante! Abbiamo perso gli scudi. In più rilevo un picco di energia in movimento. Non ho
mai visto un'impronta energetica simile."
Arjan si scosse subito dai suoi pensieri.
"Passiamo ad allarme rosso! Signor Tholos, dove di sta dirigendo la traccia energetica?"
"È incredibile, comandante ma... si sta muovendo in linea retta ignorando la struttura della nave. Si dirige verso la sala di teletrasporto 6."
* Verso la lacrima. E verso il capitano... *
Arjan fu raggelato.
Ma non sorpreso.
Non era difficile immaginare cosa stava succedendo.
Attivò immediatamente il comunicatore.

"Kenar a Capitano Drey..."

USS Redoutable Sala teletrasporto 6
04/10/2393 Ore 19.19 - D.S. 70758.36


Tutti i membri di una nave stellare, vivendo per anni nello spazio, si assuefacevano all'insieme di rumori e tremori tipici dell'ambiente.
Quindi, quando Elya sentì scorrere un brivido lungo la schiena pensò.
* C'è qualcosa che non va. *
Sensazione confermata dal trillare del suo comunicatore.
=^= Kenar a capitano Drey. Gli scudi di Anari sono abbassati e rileviamo una traccia energetica diretta verso di voi =^=
La porta della sala si colorò di rosso e si deformò. Tentò di aprirsi ma si bloccò perché non riusciva più a scorrere nelle guide. Poi semplicemente si sciolse.
Elya rispose senza distogliere gli occhi dalla figura ammantata di fulmini che stava entrando fluttuando.
"È già qua, Numero Uno. Credo di doverla lasciare."
=^= Capitano... =^=
Elya chiuse la comunicazione.
Il giovane soldato rettiloide si rivolse subito a lei.
"Capitano, mi dia quel cristallo. La prego."
E la preghiera in fondo alla frase era sincera, per quanto poteva dire Elya.
"Non posso. Tu capisci che non posso, Jenkar."
Il rettiloide rispose con un tono di profonda rassegnazione.
"Sì, lo so capitano. Mi perdoni."
Ed alzò una mano sfrigolante verso di lei.

USS Redoutable Sala teletrasporto 6
04/10/2393 Ore 19.19 - D.S. 70758.36


Maia arrivò correndo senza fiato alla sala di teletrasporto, un attimo prima di Garibaldi alla guida di un drappello di tute rosse. Avevano tutti estratto le armi. Che lei sapeva essere completamente inutili.
Comunicò a gesti di stare indietro al Capo della sicurezza. Un po' perché non voleva spaventare Jenkar, un po' perché doveva ancora smettere di ansimare.
Attraversò la porta semifusa e su investita da una vampata di calore. Tutti i peli le si rizzarono per l'elettricità statica.
Il capitano stava parlando.
"...capisci che non posso, Jenkar."
"Sì, lo so capitano. Mi perdoni."
"Aspetta!"
Stranamente Jenkar si fermò.
Si girò confuso a guardarla.
"Tu chi sei? Non c'eri l'altra volta."
"Immagino tu ti riferisca alle visioni indotte da quelli che chiami i Grandi Signori. Come vedi anche loro non sono così onnipotenti."
"Lo sono a sufficienza."
Maia cercò di interpretare le emozioni che il viso rettiloide esprimeva mentre parlava.
Disperazione e rassegnazione. Quindi non era felice di quello che stava facendo.
* Bene. Ci posso lavorare *
Lanciò un'occhiata al suo capitano in cerca di approvazione. Elya fece un minuscolo segno di assenso.
"Perché lo stai facendo? Cosa ti hanno promesso i Signori?"
"Una vita che chiunque vorrebbe."
"Chiunque... compreso tu? Perché non sento entusiasmo nelle tue parole. Non voglio sembrarti arrogante, ma non credo che quella vita ti interessi veramente."
Un lampo di rabbia attraversò il viso di Jenkar.
* Attenta Maia... *
"Cosa puoi saperne tu? Per tutta la vita sono sempre stato sull'ultimo gradino della società. E comunque non ho scelta. I Signori sono troppo potenti. Sono come un insetto che possono schiacciare in qualunque momento."

La mente di Maia correva cercando di analizzare la situazione. Jenkar era cresciuto in una società totalitaria. Probabilmente da una famiglia con una stazione sociale modesta. Ma il tormento che mostrava indicava che era rimasto pur sempre una persona decente. Su questo doveva fare leva.

"Dici di non avere scelta. Ma non è vero. I Signori, per potersi servire di te hanno dovuto chiedere il tuo permesso. Giusto?"
"E come potevo non farlo? Hanno la mia intera vita nelle mani. Me lo hanno mostrato."
"Sono potenti, è vero. Ma non quanto pensi tu. Loro vedono le nostre vite da fuori del tempo.
Cosa possono fare? Ucciderti nel passato? Se lo facessero, tu ora non saresti qui a servirli. Per loro sei un utensile da piegare ai loro scopi. Niente di più. Al contrario tu hai un potere immenso su di loro."
Stupore sul viso di Jenkar.
"Io... ho potere?"
"Hai il potere di scegliere. Puoi dire loro di no."
Jenkar la guardò negli occhi. Maia capì di aver fatto un passo falso.
"Chi sei tu?"
"Sono il consigliere della nave."
"Cosa è un consigliere?"
"Un consigliere si occupa, tra le altre cose, del benessere psicologico dell'equipaggio."
Jenkar fece un sorriso amaro.
"Una rovista cervelli. Ne abbiamo anche noi. Sempre pronti a manipolarti ed ad indottrinarti... come tu stai facendo con me."
Iniziò a voltasi di nuovo.
* Lo sto perdendo. *
Maia decise di giocare la sua carta migliore.
"Hai ragione. Ti darò altro, allora."
"Non hai nulla che mi interessi."
"Ti sbagli."
E iniziò ad allungare la mano verso il rettiloide avvolto da fulmini.
"Ti brucerai."
"Spero di no..."
Quando la mano di Maia fu a pochi centimetri dalla pelle di Jenkar ne scaturì una minuscola scintilla bianca e...

Jenkar e Maia sedevano in un bar.
Dalla finestra di osservazione sfilavano stelle.
Maia portò alle labbra una tazza di tè.
Jenkar mescolò il caffè nella tazza. Vestiva un'uniforme della Flotta Stellare. Il colore era rosso. Maia gli sorrise.
"Ti consiglio di provare la torta di mele. È ottima."
"La proverò."
Jenkar sospirò e si appoggiò alla spalliera della sedia.
"Cosa è questo?"
"Un frammento di futuro. Una possibilità."
"E' questa la controfferta del tuo Signore? Una vita da soldato semplice in una nave aliena contro una posizione di potere nel mio stesso mondo."
"No. Nessuno ti regalerà nulla. E ti garantisco che divisa che porti è dannatamente difficile da ottenere. Te la devi guadagnare. No siamo qui per dimostrarti che esistono altre possibilità. Ogni scelta che farai ti aprirà nuovi orizzonti. E te ne precluderà altri. Ma è tutto nelle tue mani. Ti ho sentito lagnarti del fatto che nella tua vita tu non abbia mai avuto scelte. Se seguirai la via che tracceranno per te i tuoi Signori... per te non cambierà nulla."
Jenkar prese un sorso di caffè. Mentre la guardava pensieroso.
"Sei molto convincente, rovista cervelli. Ma mi sopravvaluti. Io sono solo piccolo soldatino. Uno di quelli stupidi. Tutto questo parlare di cose complicate mi confonde. No. Non mi hai convinto. Per me è meglio continuare sulla strada che conosco."
Maia assentì.
"Capisco. Ed hai ragione. Avere scelta significa affrontarne le conseguenze. Significa affrontare la paura di prendere la strada sbagliata. Significa avere la responsabilità. Puoi alzarti un attimo?"
Jenkar la guardò perplesso ma obbedì.
Anche Maia si era alzata in piedi.
"Ed ora?"
"Ed ora ti parlerò in un modo che puoi capire."
E gli sferrò un pugno alla mascella. Fu un pugno portato con tutti i crismi. Portando avanti la spalla e tutto il resto.
Il massiccio rettiloide volò indietro e si trovò per terra a massaggiarsi la parte colpita, più sorpreso che ferito. Gli altri ospiti del bar si girarono a guardarli.
Maia sventolò la mano dolorante.
* Spero non sia rotta... *
Jenkar rimase a terra e la guardò esterrefatto.
"Ma cosa..."
Lo sguardo di Maia si era fatto duro come il metallo.
"Zitto ed ascolta. Quando hai fatto quello che hai fatto, ho corso con tutto il fiato che avevo in corpo per raggiungerti. Non ho potuto nemmeno chiamare mia figlia nel nostro alloggio. Che sarà spaventatissima, anche se non lo ammetterebbe mai. Ora è sola ed io non sono con lei. Quando hai scelto di renderti schiavo dei tuoi burattinai HAI fatto una scelta. E questa ha avuto tante conseguenze. Questa è una."
Jenkar era ancora a terra. Non accennò a rialzarsi.
"Tu... hai tua figlia a bordo?"
Maia non rispose. Invece gli porse la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
Stranamente Jenkar la accettò. Nonostante appartenesse alla femmina che lo aveva appena sbattuto al tappeto.

Ed erano nella sala teletrasporto.
I fulmini avvolgevano ancora il soldato.
Il consigliere abbassò la mano e disse con voce sommessa.
"Ora a te..."


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04.12 - La redenzione di Jenkar

Autore: Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan

USS Redoutable Sala teletrasporto 6
04/10/2393 Ore 19.25 - D.S. 70758.37


Jenkar era allo stremo delle forze.
Lui, una nullità, era diventato l'ago della bilancia di una lotta interstellare.
Percepiva una sorta di amarezza in quanto questi essere superiori, i Grandi Signori e i Profeti, stavano offrendo a lui un futuro straordinario, non per le sue capacità, ma perché si era trovato lì.
Tuttavia, per lui, il problema principale era cosa fare.
Da un lato i suoi Dei e il suo popolo gli comandavano di combattere quegli alieni della Federazione, in modo da proteggere la grande civiltà Keeriana.
Invece dall'altro lato, i 'federali' regalavano a lui la libertà e la possibilità di decidere del suo destino. Tradendo il suo popolo e i suoi dei avrebbe avuto la libertà dalle caste, la libertà dall'oppressione del suo governo e la libertà di vedere cosa c'era oltre al suo mondo.

"Mi state facendo questa offerta solo per vostro interesse." Replicò adirato il soldato. "Se la situazione non fosse questa, non mi offrireste un bel niente."
Ma Maia non si lasciò intimorire, fece un passo in avanti e incalzò il giovane:"Non è vero e tu lo sai."
"Noi non corrompiamo." Urlò il capitano Drey.
E questo bastò a far prendere una decisione a Jenkar.
"Bene." Il soldato abbassò le mani e i fulmini scomparvero. "Ho deciso, sono con voi."
Drey sospirò di sollievo e poco dopo la seguì anche Maia.

Purtroppo Jenkart era uno strumento per i Grandi Signori. Lo consideravano poco più che una fortunata casualità insignificante.
Sacrificarlo fu un scelta facile, ovvia e senza rimpianti.

Il potere si rivoltò contro Jenkar il quale si mise ad urlare e a contorcesi. Scariche energetiche simili a boa inferociti avvolsero il rettiloide stritolandolo tra mille folgori di vari colori.

Ma il giovane aveva fatto la sua scelta e ora era pronto a subirne le conseguenze. Malgrado il dolore rimase lucido e, ricordando la fine di Hiller, decise di allontanarsi.
Fece per alzarsi ma le gambe cedettero e lui cadde di nuovo. Cercò invano di aggrapparsi alle pareti e, al secondo tentativo, riuscì a mettersi in piedi.

"Sparatemi fuori nello spazio... non voglio farvi del male." Urlò il giovane soldato.
Maia fece un passo in avanti e cercò di dire qualcosa ma Drey la battè sul tempo:"Mi spiace... ."

Jenkar con uno sforzo immane entrò nella sala del teletrasporto.
Cadde più volte ma altrettante volte si rialzò. A pochi passi dalla pedana cadde rovinosamente sul pavimento.
Il dolore era accecante e paralizzante ma il soldato, a carponi, raggiunse la pedana.

"Alla fine la nullità ha sconfitto gli dei." Pensò lui e con questo pensiero si preparò a morire.

Una luce blu lo avvolse e poi venne il buio.

Comando della Flotta Keeriana
04/10/2393 Ore 19.36 - D.S. 70758.4


La stanza era enorme. Statue in marmo ornavano i lati mentre strane palme e piante paludose crescevano in un piccolo vivaio a destra.
L'umidità era altissima e faceva caldo.
Attorno ad uno strano tavolo in pietra una serie di ammiragli e alti ufficiali stavano discutendo della strana situazione.

"Uno dei nostri incrociatori è stato distrutto e hanno violato il nostro spazio." Tuonava l'ammiraglio Juntran, un vecchio e fiero rettoloide.
"Senza contare che quegli alieni hanno osato sfidare i Grandi Signori." Aggiunse il consigliere religioso, una sorta di grande sacerdote, che partecipava a tutte riunioni della flotta come portavoce degli Dei.
"Dobbiamo trovarli e vendicarci." Concluse l'ammiraglio Juntran.
"Il problema è trovare questi alieni." Constatò uno degli ufficiali in fondo al tavolo.
Il consigliere religioso sorrise e, con la sicurezza di chi ha in mano 4 assi e una scala reale, si mise a proclamare:"I Grandi Signori mi sono apparsi in sogno e mi hanno comunicato la posizione della nave aliena e... la nostra vittoria."

Un brusio di assenso e felicità invase la stanza.
Il consigliere religioso si alzò e digitò alcuni comandi su una consolle incastonata nel tavolo di pietra. "Ecco il settore."
L'ammiraglio Juntran attese alcuni istanti poi riprese a parlare:"Bene che tutte le navi convergano in quel settore. " Breve pausa:"Ammiraglio Henner a lei il comando delle operazioni sul campo."

Navetta 1
04/10/2393 Ore 20.25 - D.S. 70758.49


"Grazie per avermi accompagnata."
Rashan sorrise lievemente e puntò le antenne verso Carelli:"Di nulla, non mi è mai capitato di andare a recuperare un nucleo di curvatura."
"Mi fa piacere che trovi l'esperienza gratificante." Carelli sbuffò: "Non c'è niente di peggio per un ingegnere di perdere il nucleo e fare esplodere una gondola."
"Bè almeno ti rimane l'altra."
"Si ma hai visto in che stato è?" Carelli sospirò rassegnata."Alla prima manovra andrà in pezzi... la struttura è piena di danni e cricche."
Rashan sospirò a sua volta e decise che era meglio rimanere in silenzio.
Dopo alcuni istanti, l'ingegnere capo riprese a parlare:"Ecco il nucleo."
"Sensori al massimo... analisi in corso." Disse Rashan.

Passarono pochi secondi che per Carelli sembrarono ere geologiche.
Temeva che il nucleo fosse danneggiato e irrecuperabile o peggio sul punto di esplodere.

"E' intatto... qualche danno strutturale, ma nulla di irrecuperabile." Esclamò d'improvviso l'OPS.
La buona notizia migliorò notevolmente il morale dell'ingegnere capo.
"Bene, riportiamolo a casa."
"Attivo il raggio traente." Aggiunse il capo operazioni anche lui contagiato dal buon umore.
Carelli attivò la comunicazione:"Navetta 1 a Redoutable."
=^=Qui è la Redoutable.=^= Rispose prontamente il primo ufficiale.
"Nucleo di curvatura in vista, non ha subito danni rilevanti procediamo al recupero." Spiegò brevemente Carelli.
=^= Bene, buona fortuna.=^=

Redoutable, infermeria
04/10/2393 Ore 21.25 - D.S. 70758.6


Jenkar si svegliò di colpo. Malgrado la rapidità con cui riprese coscienza, i suoi occhi non funzionavano ancora bene e gli restituivano solo immagini sfocate e senza senso.
Tuttavia la sua mente non era interessata al mondo esterno, ma ad una domanda fondamentale: era vivo o morto?
Lentamente anche le orecchie tornarono in funzione e percepì alcuni suoni attorno a lui ma non riuscì ad identificarli. Anche gli occhi stavano riprendendo a funzionare e riuscì a scorgere due macchie nere ai suoi lati. Quella alla sua destra aveva delle sfumature rosse mentre quella alla sinistra aveva delle sfumature azzurre.
I suoni diventarono più chiari.

"Come sta?" Disse una voce femminile.

Improvvisamente gli occhi tornarono a funzionare e Jenkar vide il capitano Drey e il dottore Tao chini sopra di lui.

"Caro Jenkar, lei sta diventando un assiduo ospite del mio 'hotel'." Scherzò il dottore Tao.
Drey si avvicinò dicendo:"Sono contenta che hai scelto di non combatterci."
"Cosa è successo?"
"Il nostro capo operazioni è riuscito a riattivare gli scudi e a
interrompere il flusso energetico dei Grandi Signori prima che il suo corpo esplodesse." Spiegò il capitano.
"Mi spiace per averle fatto del male capitano. Lei è stata così gentile... ."
"Non si preoccupi, alla fine hai fatto la scelta giusta." Rispose con un sorriso Drey, poi verso il dottore aggiunse:"Dottore, andiamo? Così lasciamo il nostro ospite tranquillo."
"Arrivo."

Prontamente il capitano e il dottore uscirono.
Dopo qualche istante entrò nel locale una donna rettiloide e, vedendola, Jenkar riconobbe la moglie.

"Ciao!" Disse lui con tono di sorpresa e gioia.

Lei si avvicinò e raggiunse il lettino: "Sono fiera di te. Hai fatto una scelta ardua ma hai scelto bene... per noi e il nostro futuro."

USS Redoutable Sala riunioni
04/10/2393 Ore 23.00 - D.S. 70758.78


"Bene mi fa piacere constatare che il nostro ufficiale scientifico sia tornato fra noi." Commentò Drey dando così inizio alla riunione.
"Grazie capitano, non vedo l'ora di iniziare." Rispose prontamente Anari.
"Bene, anche perché ha un bel po' di lavoro da fare con quel cristallo." Commentò il primo ufficiale.
"Non vi preoccupate, il mio staff è già all'opera." Rispose l'ufficiale scientifico.
Drey annuì e si rivolse verso l'ingegnere capo:"Stato dei motori?"

Carelli era visibilmente stanca e provata e anche la sua uniforme dava segni di cedimento.

"I motori ad impulso sono funzionanti ma abbiamo perso molta manovrabilità." Fece una breve pausa e poi riprese a parlare:" I motori a curvatura
sono il vero problema. Abbiamo riattivato il nucleo ma con una gondola in meno raggiungeremo appena curvatura 1.2... al massimo 1.3."
"Questo è un problema se gli alieni ci inseguono non potremmo distanziarli." Commentò l'ufficiale tattico.
"Inoltre con gli scudi regolati per proteggerci dai Pah-Wraiths, avremmo una resistenza ridotta al 53 percento." Commentò Rashan.
"Tuttavia c'è una buona notizia." Il primo ufficiale guardò il capitano e, dopo aver ricevuto un gesto di intesa, riprese a parlare: "la Flotta Stellare ci ha inviato in rinforzo l'Argippa e la Romanov di classe Galaxy con la Nitani di classe Sabre. Tra circa 18 ore non saremo più soli."

Il morale aumentò parecchio nella sala non appena si diffuse quella bella notizia.

Drey si alzò prontamente in piedi: "Bene conoscete i vostri ordini. Voglio la nave pronta. Carelli cerchi di incrementare la nostra velocità di quanto può. E' tutto!"


Ammiraglia della flotta Keeriana
Data 04/10/2393 Ore 19.36 - D.S. 70758.4


Henner era un giovane ammiraglio. Era arrogante e superbo, ma in battaglia era astuto e efficiente. Il consigliere religioso gli aveva comunicato che la nave aliena era azzoppata e lui si prese tutto il tempo necessario per organizzare il suo piano.
Aveva radunato ogni nave disponibile e aveva mandato le più veloci a perlustrare il settore di spazio in cui stava navigando la Redoutable mentre le navi pesanti e meglio armate si tenevano pronte ad intervenire.
Sapeva che il vascello Federale era molto più potente dei suoi incrociatori e che, se fosse riuscito a catturalo, l'avrebbero promosso di grado all'istante.
Con una flotta di navi simili alla Redoutable al suo comando, avrebbe conquistato tutto quel settore di spazio senza problemi.

Per poter affrontare e disarmare la sua preda aveva elaborato una semplice e efficace strategia d'azione: avrebbe fatto attaccare la nave da piccoli gruppi in modo da logorare continuamente le difese della Redoutable e non darle la possibilità di scappare o difendersi.
Appena una delle sue navi fosse stata colpita e danneggiata, l'avrebbe cambiata con un'altra.
Avrebbe, infine, conquistato la Redoutable con un unico arrembaggio, e per lui sarebbe stata la gloria.

Ma i suoi pensieri furono interrotti da un sottoposto: "Mi scusi signore, abbiamo localizzato la nave aliena."
Henner sorrise e assaporò il momento: "Bene, posti di combattimento: attacchiamo."

USS Redoutable Sala riunioni
05/10/2393 Ore 01.00 - D.S. 70759.01


Il turno gamma sotto il comando del tenente Yural stava operando da alcune ore, in una notte che era molto tranquilla e calma.

Viaggiavano a curvatura 1.25, il massimo che avrebbero potuto raggiungere, e tutti gli ufficiali e i marinai in servizio stava riparando i danni subiti dalla nave.
D'improvviso l'ufficiale tattico in servizio, il tenente Rizzo, esclamò: "Signore rilevate navi in avvicinamento."
Yural si voltò verso il collega inarcò un sopracciglio, come solo sapeva fare la sua razza, e disse: "Sono i nostri rinforzi?"
"No, non rilevo nessun segnale di trasponder federale." Rispose Rizzo, poi, ricevendo nuovi dati, aggiunse:"Sono navi nemiche, in avvicinamento rapido... Stimo almeno una trentina di navi in arrivo, ma potrebbero essercene altre."
Yural non si scompose:"Allarme rosso, posti di combattimento. Capitano Drey in plancia."


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04.13 - Ancora 11 ore ...

Autore: Tenente Comandante Mian Fei Tao

USS Redoutable, Plancia
05/10/2393 Ore 01.05 - D.S. 70759.02


L'apparizione del Capitano Drey dopo solo 5 minuti dalla comunicazione fecero capire a Yural che non era andata a riposare come aveva promesso al medico capo e che, molto più verosimilmente, aveva aiutato nelle riparazioni.
Dopo un rapporto preliminare, durante il quale gli altri membri dello staff di comando facevano la loro comparsa in plancia con le divise macchiate da varie prove della loro insubordinazione agli ordini del medico, il Capitano si rivolse al Capo Operazioni.
"Signor Thalos la situazione?"
"Alcuni ponti sono stati evacuati e il supporto vitale staccato, l'energia degli scudi è adesso al 63% dal 53 che avevamo."
"Comandante Tkar c'è qualcosa la fuori che possiamo usare?"
"Niente di interessante signore... nessuna nebulosa o manifestazione spaziale che possa avvantaggiarci tatticamente, suggerisco di rimanere in curvatura quanto più possibile e poi affidarci alla nostra supremazia tecnologica." per quanto vulcaniano la voce lasciava trasparire i suoi dubbi sulle possibilità che la Redoutable potesse resistere molto in quella situazione.

"Plancia a infermeria!"
=^=Qui Tao Capitano, non è andata a riposarsi immagino...=^=
"Nemmeno lei se è per quello - sorrise Elya nonostante la situazione - Jenkar è in grado di venire in plancia?"
=^=Per quanto mi riguarda non ci sono grossi problemi, lo affido al consigliere che lo accompagnerà li da voi... Tao chiudo!=^=

Dopo pochi minuti Jenkar e il consigliere Owl fecero la loro comparsa in plancia. La divisa del rettiloide, ridotta in brandelli dall'ultimo evento, era stata sostituita da una divisa della Flotta Stellare dal colletto rosso.
Nessuno fece commenti sulla contravvenzione ai regolamenti della Flotta, dopotutto resistere a degli dei per evitare la distruzione della nave valeva un piccolo strappo alla regola.
Maia fece segno al Keeriano di sedersi alla sua poltrona alla sinistra del capitano.
"Le sta bene signor Jenkar..." lo accolse Elya con un sorriso nello sguardo.
"Grazie signore... anche se so che è solo un piccolo trucco da rovista cervelli" rispose lui con un pallido sorriso da rettile mentre Maia strizzava l'occhio al primo ufficiale "Cosa posso fare per lei?"
"Sullo schermo signor Tkar" un attimo dopo sul monitor apparve lo sciame di navi Keeriane.
"La Vajdok, la Ospla, la Unso... sono le tre ammiraglie della nostra flotta, sicuramente c'è l'ammiraglio Henner al comando. Per quanto la vostra tecnologia sia più avanzata della nostra non so quanto potrete resistere ad un attacco simile!"
"Lo sappiamo, per questo l'ho fatta chiamare... non vogliamo combattere, ma l'oggetto che abbiamo recuperato non deve cadere nelle mani dei Grandi Signori. Ci deve dire come poter danneggiare le navi senza uccidere nessuno, non ce l'abbiamo con il vostro popolo."
Jenkar sembrò riflettere per qualche lungo secondo e poi scosse la testa dispiaciuto "Mi dispiace Capitano ma ero un semplice soldato delle squadre di soppressione... su una nave keeriana non è permesso interagire fra sezioni, le posso dire la tattica usuale. Prima di tutto vi faranno uscire dalla curvatura..."
"Non sarà facile per loro" intervenne Tkar "le piccole navi non hanno abbastanza potenza di fuoco per farci uscire dalla curvatura."
"Non vi sparerano... una o due navi si sacrificheranno per il bene superiore..." rispose Jenkar, come se il suicidio degli uomini di una nave fosse una cosa totalmente naturale.
"Signor Tkar voglio che la nave sia fatta uscire dalla curvatura prima che l'eventualità si presenti..." ordinò Elya senza mostrare nessun sentimento particolare "Continui prego..."
"Una volta che sarete usciti dalla curvatura le tattiche variano da ammiraglio ad ammiraglio. Ho sentito dire che Henner è il più scaltro ma in generale la nostra razza si basa sulla nostra convinzione nell'essere i migliori in tutto..."
"Signor Tkar?"
"Singolarmente le piccole navi non sono un problema, solo le ammiraglie potrebbero essere di qualche pericolo... se arriviamo al combattimento, e ci attaccano tutti insieme, possiamo farcela solo se spariamo per distruggere... e anche così beh... sono molti signore."
"Non è un opzione accettabile Comandante..." rispose il Capitano, sapendo benissimo che il vulcaniano voleva solo proporre l'opzione più logica.
"Quanto possiamo resistere al fuoco nemico?" chiese Kenar
"Abbiamo convogliato tutta l'energia agli scudi... anche se riusciamo a disabilitare qualche nave al massimo un'ora." rispose l'ufficiale a capo della sezione Sicurezza e Tattico.
"Quindi possiamo resistere ancora un'ora circa in curvatura più un'ora di autonomia degli scudi... e nelle 14 ore rimanenti prima dell'arrivo dei rinforzi cosa facciamo?"

La domanda rimase senza risposta.

USS Redoutable, Plancia
05/10/2393 Ore 02.20 - D.S. 70759.17


"Signore due degli inseguitori hanno accelerato, sembra che il signor Jenkar avesse ragione: puntano alla gondola rimasta... non tentano nemmeno di sparare." la informò Tkar.
"Usciamo dalla curvatura, signor Garibaldi metta in moto il suo piano... inutile che le ordini di stare attento vero?" domandò sarcastico Kenar all'indirizzo del timoniere.
"Vedrà signore che funzionerà... ma lei tenga comunque le dita incrociate!" rispose l'uomo sicuro di sé.

La Redoutable uscì dalla curvatura mentre il timoniere compiva un'impressionante manovra chiamata "Virata di Immelmann" a pieno impulso. I vascelli dei keeriani uscirono dalla curvatura trovandosi una classe Sovereign in rotta di collisione con le ammiraglie, l'intera flotta avversaria si sparpagliò come un branco di pesci attaccati da uno squalo e la Redoutable si infilò in mezzo alle grandi navi negando agli avversari un sicuro bersaglio.
"Adesso!" esclamò Garibaldi e il fuoco dei phaser fulminò i motori di una delle ammiraglie nemiche, un attimo dopo la Redoutable saltava di nuovo in curvatura cogliendo i nemici alla sprovvista.
"Complimenti Tenente mi ha appena fatto perdere due anni di vita!" sospirò il primo ufficiale accasciandosi sulla poltrona "Ci siamo passati parecchio vicini..."
"E' solo un'impressione signore" rispose il timoniere compiaciuto.
"517,5 metri per l'esattezza" commento Tkar dalla sua postazione.
"Avrei preferito non saperlo..." intervenne il consigliere che si costrinse a staccare le dita dai braccioli della poltrona.
"Dubito che potremmo utilizzarlo di nuovo, ma almeno ci siamo tolti una delle navi ammiraglie dalle costole." esclamò il capitano Drey.
"Sono rientrati in curvatura... abbiamo guadagnato un'ora almeno!" comunicò Tkar.
"Plancia a sala macchine"
=^=Qui sala macchine!...=^=
"Comandante Anari le avevo detto di rimanere in infermeria!"
=^=Doc, calma, non mi sono nemmeno alzata dalla sedia a rotelle!=^=
"Siete tutti testardi su questa nave!"
Evidentemente il capo ingegnere non aveva chiesto al medico il suo parere quando si era autodimessa e lui l'aveva trovata.

"Comandante che ci fa in sala macchine?" chiese Elya pur sapendo l'inutilità della domanda.
=^=Sto aiutando il comandante Carelli a sistemare i motori... sto solo aiutando nei calcoli giuro=^=
"Signor Tao, la lasci stare. Se non ci rimettiamo in sesto non sarà più un problema se il Signor Anari non è a riposo... le dia l'assistenza di cui ha bisogno e la lasci li!"
=^=Si signore... Anari noi due ne riparleremo quando tutto questo sarà finito...=^= commento il medico capo.
=^=Ma doc, io...=^=
"Non c'è tempo adesso... rapporto." li interruppe il capitano.
=^=Stiamo lavorando ad un modo per convogliare l'energia agli scudi... tutto quello che riusciremo a spremere, ma, una volta fermi e attivate le procedure, dovranno trainarci a casa perché non sarà rimasto più niente.=^= intervenne Droxine.
"Chiameremo un carro attrezzi a quel punto... fra quanto sarete pronti?" chiese il primo ufficiale.
=^=Direi che il Signor Garibaldi ci ha fatto guadagnare il tempo che serviva... quando ci raggiungeranno di nuovo saremo pronti.=^=
"Tenetevi pronti, abbiamo un'altra idea in mente prima del gran finale."

Ospla, Plancia
05/10/2393 Ore 03.40 - D.S. 70759.32


"Mio Signore, i nemici escono dalla curvatura. La Vadk e la Iek stanno rientrando in formazione non c'è stato bisogno del loro sacrificio..."
L'ammiraglio Henner osservava lo schermo con rabbia mal celata. Nel loro primo scontro appena un'ora fa i suoi avversari avevano compiuto qualcosa che non riteneva possibile... quel tipo di attacco aveva dimostrato la loro pericolosità.
La Vajdok era stata danneggiata e non aveva potuto continuare l'inseguimento, per quell'insuccesso il capitano della nave e tutti gli ufficiali superiori erano stati giustiziati dal consigliere religioso, che aveva poi preso il comando in attesa delle riparazioni... a Henner non importava di quegli uomini, ma solo della riduzione della forza di attacco che tale evento comportava.

"Situazione tattica..." sibilò
"I loro scudi sono alzati... le armi non sembrano attivate. Una strana fonte di energia è appena apparsa a bordo della Unso, origine sconosciuta!" rispose un rettiloide seduto ad una postazione che sembrava una sorta di altare in pietra.

*Cosa hanno in mente adesso?*
"Ammiraglio Henner a Capitano Yoran!"
=^=Ammiraglio una strana fonte di energia è apparsa in sala macchine, le squadre di soppressione stanno andando ad investigare... attenda la prego. Collegare i sistemi con le squadre, attivare telecamere e inviare i dati immediatamente alla Ospla=^=

Sul monitor principale apparvero le immagini interne della Unso più varie mappe tattiche secondo le quali tre squadre da cinque uomini convergevano verso la sala macchine. Secondo i sensori cinque presenze ignote erano riuscite a salire a bordo.

*Ma come? Come hanno potuto entrare? Possibile che la loro tecnologia fosse superiore alla nostra? No... impossibile! Noi siamo superiori!*

=^=Squadra Oks a ponte, entriamo... tutti gli uomini della sezione meccanica sono a terra... attendere...=^=
Hennar strinse il pugno artigliato...

=^=Squadra Oks a ponte... non capisco signore... sono tutti vivi ma sono stati storditi. Entriamo nella camera dei motori.=^=
*Tutti vivi... appaiono dal nulla ed eliminano tutti i loro avversari senza uccidere nessuno. Incomprensibile!*
"Situazione tattica!" l'ufficiale tattico della Ospla tornò a guardare il suo schermo.
"Nessun cambiamento mio Signore. Diamo il via all'attacco?"
"Aspettate..." Hennar continuò a guardare il monitor, gli uomini della sicurezza entrarono di soppiatto nella sala del motore. Le luci erano spente, il buio era spezzato solo da alcune luci di emergenza azzurrognole che non contribuivano per niente alla visibilità.
I cinque uomini della squadra Oks e altri cinque di un'altra squadra senza nome entrarono, erano superbamente addestrati e motivati. Le luci verdastre dei piccoli generatori di energia delle armi rendevano i loro volti inquietanti.
=^=Dove sono...=^= sussurrò uno dei soldati ma il suo responsabile gli fece segno di tacere... troppo tardi.
=^=Qui...=^= rispose una voce nel buio.

Due esseri apparvero dal nulla colpendo con incredibile precisione, la loro divisa grigia con il colletto giallo li rendeva quasi invisibile nel buio.
Il primo di loro, una creatura senza scaglie dalla pelle blu e due orribili antenne sulla fronte, danzò fra gli uomini della sicurezza abbattendoli con precise tecniche di combattimento, le luci verdi delle loro armi sembravano attirarlo come una lanterna attira un'ape serpente delle lune di Tok.
Il secondo essere, di carnagione chiara e dalle strane orecchie appuntite, sembrava un fantasma silenzioso quanto il compagno ma a differenza dell'altro si muoveva con estrema efficienza afferrando la spalla dell'avversario che incontrava, facendolo accasciare a terra senza nemmeno un lamento.
Lo scontro durò pochi secondi, due uomini contro dieci...

=^=Comandante ha terminato?=^= dal buio uscirono le ultime tre creature della nave nemica, due erano femmine e la terza un altro maschio. Le comunicazioni erano ancora attivate e Heller era curioso di scoprire cosa avrebbero fatto... era forse una missione suicida? Ma come erano entrati?
=^=Tutto fatto... ho scollegato i collettori e Stephenson li ha distrutti=^= si guardò attorno contemplando l'operato dei due compagni =^=Voi due insieme siete pericolosi=^=
L'uomo azzurro sorrise =^=Anche lei e Anari insieme lo siete di solito=^= la donna lo colpì con un pugno sul braccio e si toccò il petto =^=Carelli a Redoutable missione compiuta!=^=

Heller rimase basito osservando le cinque figure che venivano avvolte da una luminescenza accecante, un attimo dopo erano tutti scomparsi.

USS Redoutable, Plancia
05/10/2393 Ore 04.20 - D.S. 70759.43


"Signor Tholos, signor Tkar i miei complimenti." commentò il primo ufficiale quando il gruppo rientrò in plancia. La nave era di nuovo saltata in curvatura e sembrava che i loro inseguitori tardassero a inseguirli.
L'assenza di tecnologia di teletrasporto nella cultura keeriana aveva fatto sbocciare un nuovo piano, questa volta del capo operazioni.
Il consigliere Owl era certa che la sicurezza della loro supremazia etnica e tecnologica avrebbe reso i keeriani estremamente arroganti e incauti, Anari era convinta che l'assenza di una tecnologia di teletrasporto avrebbe impedito anche lo sviluppo di scudi che potevano impedire tale tecnologia... o almeno era auspicabile.

Il capitano Drey aveva dato retta ai suoi ufficiali e non appena erano stati teletrasportati di nuovo a bordo, aveva dato l'ordine di partire in curvatura cogliendo di nuovo di sorpresa le navi avversarie.
Il cronometro ancora correva... e, in mancanza di altre idee brillanti, non rimaneva altro che fermarsi e convogliare tutta l'energia agli scudi...
Ancora 11 ore...


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04.14 - Nuove tattiche

Autore: Tenente Comandante Anari

Ospla, Plancia
05/10/2393 Ore 04:40 - D.S. 70759.36


"Spiegatemi ... - sibilò Henner con certo astio, mentre lentamente passava in rassegna i membri delle squadre che avevano partecipato all'azione sulla Unso e che erano stati prontamente radunati al suo cospetto - ... spiegatemi come dieci soldati d'élite, imbarcati su una ammiraglia per giunta, non sono stati in grado di fare assolutamente nulla per fermare l'attacco di questi ... - l'ammiraglio sembrò andare alla ricerca del termine migliore da utilizzare per esprimere il suo disprezzo, senza trovarne uno completamente calzante - ... questi esseri ..."
Nessuno, né il personale di plancia della Ospla, evidentemente troppo presi dai loro compiti, né gli uomini inginocchiati col capo chino al centro della plancia, fiatò per una serie di interminabili secondi. Fu il capo della squadra Oks che decise finalmente di prendere la parola.
"Erano tremendamente efficienti, signore ... - affermò in tono piuttosto neutro, senza alzare lo sguardo da terra - ... utilizzavano tecniche contro cui noi non eravamo addes ..."
Il keeriano fu interrotto da un brutale ceffone dell'ammiraglio che lo costrinse a rovinare di lato, in modo da permettere al suo superiore di assestargli un potente calcio nello stomaco capace di togliergli completamente il respiro.
"L'addestramento delle truppe non ha nulla a che fare con questa faccenda, inutile feccia! - affermò con rabbia Henner - voglio sapere quale tecnologia hanno utilizzato per infiltrarsi nella nave! Come hanno fatto a svanire nel nulla in quel modo! E sopratutto per quale assurda ragione hanno risparmiato la vostra ignobile vita!" l'ammiraglio, che aveva accompagnato ogni sua affermazione con un potente sinistro nello stomaco del suo interlocutore terminò con un altrettanto possente calcio, costringendo il caposquadra a vomitare sangue. L'ammiraglio si piegò poi verso il suo sottoposto, stringendo il volto deturpato dal dolore del capo fra le mani.

"Noi siamo la razza superiore! - l'ammiraglio avvicinò lentamente il volto del caposquadra al suo, ringhiando ogni parola mentre stringeva sempre di più la presa, quasi come se fosse un uccello rapace intento ad agguantare il proprio pranzo. Piccoli rivoli di sangue iniziarono a ruscellare copiosamente dal volto del caposquadra laddove le unghie dell'ammiraglio affondavano nelle carni - noi abbiamo il favore dei Grandi Signori, noi abbiamo la determinazione necessaria per servirli e saremo noi ad agguantare la vittoria!"

Con un ruggito proveniente dal profondo e un colpo secco, l'ammiraglio roteò velocemente la testa del suo sottoposto, spezzandogli il collo. Ansimando, si alzò lentamente dal cadavere, aprendo e chiudendo entrambe le mani insanguinate più volte. Si volse alle spalle, dove dalla sua poltrona a poca distanza da quella del Capitano, il consigliere religioso Yedan osservava la scena con apparente soddisfazione.

"La punizione per il vostro fallimento sarà esemplare ... - sentenziò mentre compiva ancora qualche passo in avanti, per poi volgersi nuovamente verso i penitenti - ... ma, forse, anche voi potrete gioire della gloria dei Grandi Signori ..."

Lo stupore si palesò negli occhi della maggior parte dei penitenti inginocchiati, convinti di aver visto l'ultimo dei giorni concessi dai loro malvagi protettori. Più di uno alzò il capo confuso, alla ricerca dello sguardo di coloro con cui condivideva l'infelice destino, prima di incrociare quello sicuro dell'ammiraglio che si era mosso verso la poltrona del Capitano.

"Potete decidere, se morire per mano mia o ardere nella fiamma perenne dei nostri Signori ..."

USS Redoutable, Plancia
05/10/2393 Ore 05:00 - D.S. 70759.47


"Situazione tattica." domandò con fermezza il Capitano Drey, posizionandosi nella poltrona del Comando scambiandosi una fugace occhiata con l'Ufficiale Tattico.
"I nostri inseguitori si avvicinano con una formazione a ventaglio ...- replicò il vulcaniano facendo danzare le dita sulla consolle che aveva davanti - ... ma la loro velocità è in continua diminuzione e se continuano di questo passo si fermeranno ad una manciata di chilometri dalla nostra attuale nel giro di quindici minuti ... forse le nostre tattiche li hanno intimoriti più del previsto ..."
"Le posso garantire che questo non è possibile. - lo interruppe Jenkar, nuovamente in plancia per offrire la sua consulenza, compiendo qualche passo verso il vulcaniano e parlando in tono parzialmente alterato, quasi offeso. Evidentemente parte del suo estremo orgoglio razziale dato dall'indottrinamento subito, non si era ancora sopito del tutto. - Indubbiamente le vostre precedenti manovre possono aver disorientato e confuso l'ammiraglio Henner, ma sicuramente non è schiavo della paura."

Il keeriano si voltò direttamente verso il Capitano Drey, compiendo qualche passo deciso verso la donna.

"Non è una tattica standard del nostro popolo, posso assicurarglielo. Come ho già detto in precedenza normalmente un paio di navi sarebbero state sacrificate utilizzando una tattica decisamente più aggressiva. - affermò muovendo freneticamente le mani un paio di volte - Ma ciò si è già rivelato inefficace e l'ammiraglio di sicuro sta architettando qualcosa, sarebbe saggio a cambiare posizione finché siamo in tempo."

Elya spostò il suo sguardo dal rettiloide a Tkar, cercando consiglio dal suo Ufficiale Tattico, ma fu il Comandante Kenar a rispondere per primo.

"E' un azzardo. - affermò il Trill alzandosi dalla propria poltrona, quasi come se si fosse dato il cambio con il suo Ufficiale Superiore che si era seduto poco prima - Così come è un azzardo rimanere qui inermi. Bisogna solo capire quale dei due ha la maggiore probabilità di vincita ..."
"Se devo azzardare ... - aggiunse il Capitano - ... preferisco avere qualche asso nella manica ... nessuno ha qualche idea?"
"Forse ..." rispose prontamente Tkar.

Ospla, Quartieri dei consiglieri religiosi
05/10/2393 Ore 05:30 - D.S. 70759.53


Henner se ne stava seduto al centro della stanza scarsamente illuminata da luci cremesi soffuse già da un paio di minuti oramai, perfettamente immobile, mentre il consigliere religioso Yedan gli camminava intorno lentamente.
"E' una tattica insolita ... - affermò l'anziano consigliere con la sua voce cavernosa. - ... ma non nego che potrebbe portarci alla vittoria ..."
"La nave della Federazione voleva dimostrare la sua superiorità sfidandoci in campo aperto, lasciando in vita i nostri uomini ... - aggiunse l'ammiraglio seguendo lentamente il consigliere che gli orbitava attorno - ... ma noi abbiamo dalla nostra parte i Grandi Signori. Siamo noi gli esseri superiori ..."
"Esatto, amico mio ... - aggiunse il consigliere, appoggiando una mano ossuta sulla spalla dell'ammiraglio per poi prodursi in un inquietante sorriso - ... esatto ..."

USS Redoutable, plancia
05/10/2393 Ore 06:15 -D.S. 70759.61


Il Capitano Drey osservava con crescente preoccupazione le varie navi che venivano mostrate sull'ampio schermo presente in plancia.
"Le navi keeriane si sono sistemate ad intervalli regolari in un ventaglio di centottanta gradi davanti alla nostra poppa ... - affermò Tholos dalla sua posizione - ... ma le loro armi non sono ancora attive ..."
"Preparate le manovre evasive come concordato ... - ordinò la Trill, voltandosi poi ognuno dei suoi sottoposti - ... qualche altra brillante idea che ci faccia guadagnare tempo?"
"Sembrano un plotone di esecuzione ..." affermò invece candidamente Anari, facendo il suo ingresso in plancia e calamitando lo sguardo di tutti i presenti.
"Quello è il loro intento ... - intervenì Maia, mentre con la coda dell'occhio notava il Primo Ufficiale che con uno sguardo decisamente eloquente cercava di far capire alla denobulana che era meglio se non aggiungeva altro - ... demoralizzarci, portarci all'errore e sopratutto, sfidarci apertamente ..."
"Beh, non ci sono riusciti - affermò il Capitano, accompagnando le parole con un gesto della mano - Attivate al mio via ..."
"Signore! - Tholos prese la parola dalla sua posizione - le navi più piccole danno energia alle armi e iniziano il movimento verso la nostra posizione!"
Sullo schermo, una nave di medie dimensioni si mosse rapidamente verso di loro.
"Garibaldi, è arrivato il momento!"
La Redoutable iniziò a muoversi immediatamente, pronta a schivare ogni attacco con maestria.

Ospla, Plancia
05/10/2393 Ore 06:30 - D.S. 70759.64


Henner fissava con aria soddisfatta i primi minuti della battaglia malgrado i loro risultati deludenti. Le navi del suo popolo infatti, malgrado il numero, non sembravano impensierire granché la nave Federale che rollava, schivava e difendeva con abilità estrema, anche se ciò non sembrava permettere loro di contrattaccare con efficacia. Ma lui aveva un piano ben preciso in mente per ribaltare la situazione. Sorrise.
"Fate fuoco sulla Gyaos ..."


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04.15 - Atto finale

Autore: Tenente Comandante Mian Fei Tao

USS Redoutable, Plancia
05/10/2393 Ore 06:45 - D.S. 70759.67


"Capitano la Ospla si prepara a sparare" commentò Tkar con la sua solita flemma, come se attorno a loro non imperversasse una battaglia ma fossero tutti in gita.
"Massima forza agli scudi frontali" ordinò il Primo Ufficiale mentre attorno a loro scintille e fumo continuavano a riempire la plancia "Attenti alla fregata a babordo è troppo vicina!"

Non fu possibile prevederlo, nessuno si sarebbe aspettato un azione simile.
Fasci di phaser di colore vermiglio mancarono gli scudi a protezione della Redoutable e centrarono con devastante potenza la Gyaos. L'esplosione che ne seguì investì la nave federale, disintegrando una delle gondole e almeno venticinque membri dell'equipaggio, gli smorzatori inerziali non riuscirono totalmente ad assorbire la tremenda spinta che li investì come uno tsunami e tutto quello che non era saldamente ancorato per terra fu sbalzato trasformando i suppellettili in proiettili impazziti.

Il capo ingegnere in seconda fu schiacciato da un carrello pieno di attrezzature solo un secondo dopo aver eroicamente espulso il nucleo di curvatura, salvando ogni uomo e donna presente sulla nave.
In infermeria il dottor Tao e l'infermiera furono feriti gravemente dall'esplosione di alcuni condotti e il personale medico fu costretto ad evacuare immediatamente l'infermeria.

All'esterno l'esplosione distrusse molte delle piccole navi di scorta e la battaglia si sarebbe presto trasformata in una devastante sconfitta, se un'altra delle navi di scorta della Ospla non avesse fatto fuoco sul nucleo di curvatura scambiandolo per un missile. La nuova esplosione staccò un pezzo di disco della nave federale ma cancellò ogni altra nave che ancora si aggirava in zona.
La Ospla fu l'ultima ad essere colpita ma i suoi scudi non poterono reggere un esplosione di materia/antimateria... la nave Keeriana fu scossa da numerose esplosioni che la lasciarono agonizzante.

"Rapporto!" urlò il Capitano Drey alzandosi dal groviglio di corpi e cavi in cui si era trasformata la plancia, attorno a lei la devastazione era quasi totale lo schermo principale aveva una crepa longitudinale ed era inservibile.
"Tutti i sistemi in avaria! Sensori, sistemi d'arma, scudi... è tutto andato, solo le comunicazioni a corto raggio sembrano funzionare." comunicò Carelli.

*Ciechi e sordi...* Commentò tra sé il Capitano.
"Numero Uno?" chiese voltandosi per trovarsi di fronte il trill con un detrito di metallo conficcato nella spalla.
"Sto bene, Capitano" disse lui lasciandola non molto convinta "C'è poco da fare, i nostri piani per potenziare gli scudi se ne sono andati insieme al nucleo di curvatura."
"Plancia ad infermeria!" chiamò il capitano aiutando il suo primo ufficiale a sedere sulla poltrona bruciacchiata
=^=Precisare la natura dell'emergenza medica!=^= chiese una voce diversa da quelle a cui era abituata.
"Chi ha attivato il M.O.E.?" Drey era sorpresa e preoccupata.
=^=Sono stato attivato dal dottor Tao un attimo prima che perdesse conoscenza, esattamente da 1 minuto e 35 secondi. In questo momento il dottore si trova in sala operatoria, lo sto operando.=^=
"Le condizioni del dottore e del resto dello staff medico?"
=^=Abbiamo 2 morti e 4 feriti, il resto dello staff è andato a prestare i primi soccorsi sui diversi ponti. Il Dottor Tao ha subito il collasso del polmone sinistro e gravi traumi agli organi interni a causa dell'esplosione in infermeria=^=
"Maledizione! Mi mandi qualcuno in plancia appena può, abbiamo dei feriti."
=^=Ricevuto.=^=

"Numero Uno, dovrà aspettare..."
"Nessun problema, se non le dispiace svengo due minuti..." per un attimo sorrise e poi svenne veramente.
"Ci penso io a lui..." esclamò Anari avvicinandosi con il tricorder "Capitano cosa facciamo? La Ospla è ancora la fuori... da qualche parte!"
"Lo so... Signor Tkar. Tempo previsto per l'arrivo dei rinforzi?"
"Otto ore." rispose con freddamente il vulcaniano.
"Ok... piano B!" commentò lei, alzandosi in piedi.
"Abbiamo un piano B?" chiese Garibaldi.
"Da adesso... signor Tkar, stato dell'hangar navette?"
"Non ne ho idea purtroppo..."
"Ok andiamo a vedere. Signor Garibaldi vada alla navetta del Capitano, Signor Tkar lei venga con me, dobbiamo passare prima a prendere una cosa!"

Ospla, Plancia
05/10/2393 Ore 08:05 - D.S. 70759.82


Lo stato della Ospla era pressoché simile a quello della sua avversaria. I suoi sistemi erano saltati e, se non fosse stato per le modifiche agli scudi per rendere inefficace quel diabolico sistema di intrusione che i nemici possedevano adesso, sarebbero tutti morti.
A differenza della Redoutable sulla Ospla le cure venivano date prima di tutto agli ufficiali superiori, primo fra tutti l'ammiraglio Hennar e subito dopo al consigliere religioso Yedan nonostante tutti e due non avessero niente più che leggere contusioni. In tutta la nave, i feriti più gravi e di minor valore venivano semplicemente uccisi con una semplice puntura e una veloce preghiera ai Grandi Signori.

"La nave federale deve essere distrutta..." commentò Yedan "se così non fosse a quest'ora avrebbero attaccato approfittando del nostro stato!"
"Qualcosa mi dice che quei deboli esseri non avrebbero inferto il colpo finale nemmeno se avessero potuto, in ogni caso il piano è riuscito, è solo colpa del comandante Boisk se ci troviamo in questa situazione... se non fosse morto con tutta la sua nave nell'esplosione del nucleo di curvatura avrei provveduto io stesso. In ogni caso abbiamo di nuovo dimostrato la nostra superiorità!"
"Così come deve essere!" commentò il consigliere con uno scintillio malvagio nello sguardo.

Una cascata di scintille avvolsero l'ammiraglio Hennar un attimo dopo del keeriano non c'era più traccia.

Navetta Jeanne d'Arc
Nello stesso momento


Un attimo prima era a bordo della sua nave ammiraglia, un attimo dopo Hennar si trovò con una pistola phaser puntata sul volto rettiloide.
L'arma era tenuta da una semplice donna, ma accanto a lei, con un'arma pronta, riconobbe lo strano essere dalle orecchie a punta che aveva invaso la Unso sbaragliando insieme al compagno una squadra di assalto.

"Così è questo il vostro modo di uccidere i nemici... li prelevate dalle loro navi! Siete senza onore..." disse rivolgendosi al vulcaniano.
"Non siamo qui per ucciderla Ammiraglio. Le ho portato un regalo!" esclamò la Drey infastidita per quel loro rifiuto nel considerare le donne, senza parlare del fatto che aveva quasi distrutto la sua nave "Capitano Elya Koran Drey della USS Redoutable, si rivolga a me e con rispetto altrimenti la trasformo in pulviscolo spazial!e" esclamò glaciale.
"Quindi è lei che comanda... e cosa mi avrebbe portato? La sua resa incondizionata?"
"Signor Garibaldi?"

Un fruscio fece voltare di scatto l'ammiraglio Hennar, dietro di lui un altro essere senza scaglie reggeva uno strano oggetto, una scatola rettangolare riccamente ornata e dai lati stondati. Hennar si voltò di nuovo sospettoso.
"Che significa?"
"Lo apra..."

Per un attimo il keeriano pensò di non accettare, ma le armi puntate su di lui rendevano la scelta obbligata. Tornò a voltarsi e allungò le mani artigliate verso l'oggetto, una luce di un azzurro accecante esplose attorno a loro.

"Andato... adesso torniamo alla nave mentre questo bastardo se la vede coi Profeti." commentò il Capitano aiutando Tkar a mettere seduto il loro prigioniero "Signor Garibaldi ci porti indietro."

Navetta Jeanne d'Arc
05/10/2393 Ore 10:25 - D.S. 70760.09


"Come sta Numero Uno?" chiese la Drey guardando fuori dalla vetro blindato della navetta in direzione dello spazio aperto. Guardare la sua nave ridotta in quello stato le spezzava il cuore.
=^=Abbastanza bene Capitano, nonostante le cure di Anari!=^= commentò ridendo della battuta di rimando dell'ufficiale scientifico.
"Notizie del dottore?"
=^=Il M.O.E. ha completato l'operazione, ma ancora è presto per dire se si salverà.=^=
"Quanti..." inziò lei.
=^=Non adesso Capitano, avremmo tempo per piangere i nostri morti. Perchè non è tornata a bordo?=^=
"Li posso fare ben poco, qui abbiamo almeno la strumentazione e nel caso possiamo ingaggiare. E comunque il nostro amico non è ancora uscito dalla trance dei Profeti."
=^=Magari se lo terranno..."
"Speriamo di no, abbiamo bisogno di lui per bloccare tutto questo. Sono necessarie ancora cinque ore prima dell'arrivo dei soccorsi federali. Dubito che la Ospla possa riprendersi, ma ho il sospetto che la Vajdok e la Unso potrebbero essere già ripartite... se non hanno chiamato anche altri rinforzi."
=^=Capisco... le faccio sapere qualcosa quando ho novità. Kenar chiudo.=^=

"Capitano!" la avvertì Tkar tornando ad alzare il phaser
"Bentornato ammiraglio..."
"Grandi Signori cosa abbiamo fatto..." commentò il keeriano portandosi gli avambracci davanti agli occhi in un curioso gesto di orrore senza rendersi conto che stava di nuovo pregando le stesse entità che adesso gli stavano provocando disgusto.
"Sapevo che i Profeti sarebbero stati più che convincenti."
"La situazione è peggiore di quello che lei pensa capitano" sospirò Hennar continuando a tenere nascosto il muso "fra meno di un'ora la Vajok e la Unso saranno qui e per la sua nave ci sarà ben poco da fare!"
"Non può ordinare ai suoi uomini di fermarsi?"
"Il comando dei vascelli è in mano ai consiglieri religiosi e loro non accetteranno mai ordini che non implichino la distruzione della vostra nave... e poi si fiderebbe di me tanto da rimandarmi sulla Ospla?"
"Potrei non avere altra scelta..."

I due si guardarono, per la prima volta l'ammiraglio Hennar guardò per davvero un membro di un altra razza, per giunta una femmina, valutandolo senza i preconcetti della sua razza e decise che i keeriani non erano gli esseri superiori che credevano di essere.

"Cosa conta di fare?" chiese lui
"Per il momento dobbiamo mettere al sicuro la Lacrima dei Profeti, non deve cadere in mano ai pah-wraith" Hennar rabbrividì sentendo quel nome
"Capitano abbiamo ricevuto comunicazione dalle navi federali in arrivo, stanno spingendo i motori al massimo ma... non saranno qui prima di quattro ore..." comunicò Tkar
"Quattro ore di troppo! Bene signor Garibaldi teletrasporti me, il signor Tkar e l'ammiraglio sulla Redoutable e poi lei porterà al sicuro la lacrima andando incontro alle navi in arrivo"
"Mi rifiuto Capitano, non posso andarmene lasciando i miei compagni e lei!" protestò con veemenza il timoniere
"Ammiraglio anche sulla sua nave si rifiutano di eseguire gli ordini?" chiese lei scherzosamente
"NO... da noi chi si rifiuta viene ucciso. Magari in una situazione come quella del suo signor Garibaldi solo fustigato... ha delle sincere attenuanti." rispose lui forse un po' troppo seriamente
"Signor Garibaldi la faccio fustigare dal capo della sicurezza se non fa quello che dico!"

Tkar vicino a lei sollevò un sopracciglio

USS Redoutable, Plancia
05/10/2393 Ore 11:45 - D.S. 70760.24


=^=Navetta De Gaulle a plancia!=^=
"Parli pure signor Tkar..." rispose il Capitano Drey senza smettere di lavorare alla console... non che le sue riparazioni potessero cambiare la situazione
"I sensori a lungo raggio segnalano l'arrivo delle navi keeriane. Sono la Vajdok e la Unso e hanno alcuni caccia di scorta"
"Signor Carelli è riuscita a riattivare le scialuppe di salvataggio?"
"Negativo capitano... è tutto andato."
"Signor Tkar..."
=^=Se sta cercando di dirmi di andarmene la avverto che potrebbero esserci dei disturbi sulla linea. Ingaggeremo e faremo del nostro meglio.=^=
"Attendete il più possibile... prima proverò a proporre la nostra resa. Drey chiudo!"
"Ho paura Capitano che non accetteranno una resa... non dei consiglieri religiosi almeno."

=^=Capitano le navi sono a distanza di comunicazione... la metto in collegamento=^=
"Qui Capitano Drey della USS Redoutable... ci arrendiamo. L'Ammiraglio Hennar è nelle nostre mani, lo libereremo in cambio della vostra assicurazione che al mio equipaggio non sarà fatto alcun male."

Il silenzio si protrasse per alcuni minuti poi una voce glaciale rispose lapidaria =^=Il sacrificio dell'Ammiraglio Hennar sarà ricordato dal nostro popolo e compiacerà i Grandi Signori!=^=

=^=Qui Tkar, le navi sono uscite dalla curvatura e preparano le armi...=^=
"Signori è stato un onore..." sospirò Elya mettendo una mano sulla spalla del suo primo ufficiale

La Unso si trasformò in una palla di fuoco.

=^=Signore! Quattro sparvieri klingon in disoccultamento a tribordo... la Vajdok ha cambiato bersaglio ma non credo che avrà molte possibilità. Chiamata dal Vascello Qu'vatlh dell'Impero Klingon!=^=
"Qui Capitano Drey della USS Redoutable, vi ringraziamo per l'assistenza!"
*E speriamo di non essere caduti dalla padella nella brace* pensò

=^=Capitano?=^=
"Garibaldi? Cosa ci fa su uno sparviero klingon?!"
=^=E' stato un caso fortuito... ho intercettato una comunicazione fra l'ambasciatore Kodesh e il pianeta natale klingon. L'ambasciatore era diretto all'ambasciata di denobula. Ho chiesto aiuto e lui mi ha concesso i suoi caccia di scorta!=^=
"I miei complimenti per aver convinto dei klingon ad aiutarci!" commento Kenar sorridendo
=^=Convincere i klingon ad infilarsi in una battaglia non è molto difficile... vero Capitano?=^=
=^=Capitano Ukart del vascello Qu'vatlh. Vi abbiamo riportato il ragazzino... che ne dobbiamo fare di quei petaQ là fuori?=^=
"Disabilitate i loro motori se non vi è di troppo disturbo, fra poche ore arriveranno i nostri aiuti... Drey chiudo!"

Il silenzio era sceso nella plancia, l'adrenalina scatenata dalle ore di insegumeno si dileguò lasciando il posto allo sfinimento.

Comando di Flotta, Sol III
15/11/2393 Ore 11:45 - D.S. 70872.57


"Ammiraglio sono tutti presenti in sala riunioni..." avvertì un giovane attendente affacciandosi sulla porta dopo aver brevemente bussato
"Grazie Jarvis..." l'ammiraglio Kaloethes si alzò sistemando la giacca della divisa e raccogliendo i suoi documenti.

Dopo un breve tragitto entrò nella piccola stanza insonorizzata, al tavolo cinque persone lo stavano aspettando immerse in una rilassata conversazione.
"Ammiraglio Hennar, Capitano Jorette, non ho ancora avuto la possibilità di darvi il benvenuto di persona sulla Terra."
"Avrei preferito che le circostanze fossero migliori..." rispose il keeriano stringendo la mano della sua controparte federale i suoi occhi rivelavano un tormento profondo ma sorrise sinceramente per poi tornare a sedersi avvicinandosi protettivo all'ex fuggitiva della nave Rosen. Sembrava che i lunghi giorni passati insieme per risolvere le vicissitudini che li avevano resi avversari li avessero in qualche modo uniti. Lei rispose con un cenno della testa.

"Capitano Drey... mi scusi ma la trovo inquietante! Senza offesa per i presenti!" la trill era stata chirurgicamente modificata per assomigliare ad un keeriano ed ora esibiva una pelle squamosa di una tonalità arancione
"Non le dico com'è per me svegliarmi e guardarmi allo specchio!" ribattè lei
"Come stanno i suoi uomini e la sua nave?"

Un velo di tristezza attraverso il suo sguardo "Ci sono stati 75 morti e svariati feriti. Il tenente comandante Tao è sopravvissuto ma dovrà passare parecchio tempo prima che possa rimettersi in piedi. I monaci del tempio dove vive suo nonno dicono che faranno di tutto per rimetterlo in sesto nel più breve tempo possibile... e sembravano aver preso la cosa come una priorità."
"Il Signor Tao ha reso la vita di quei monaci un inferno molto spesso" sogghignò Kaloethes "So che la Redoutable è ormai perduta e dovrà essere smantellata... l'intero equipaggio sarà imbarcato sulla nuova nave non appena saranno pronti a ripartire."

Kaloethes si voltò di nuovo verso Jorette "E l'equipaggio della Rosen?"
"Siamo stati accolti dal governo bajoriano, credo che portare loro una lacrima dei profeti abbia contribuito alla cosa. Grazie ai loro Vedek è stato possibile recuperare tutti i feti. I nostri cuccioli staranno bene."
"Bene terminati i convenevoli veniamo al dunque... pensate di farcela?"

L'ammiraglio Hennar prese di nuovo la parola "Il piano sembra buono... il capitano Ukart dell'impero klingon ha accetato di darci un assaggio fino al nostra pianeta, li cercherò di riprendere il controllo della situazione e insieme al Capitano Drey inizieremo a minare le fondamenta del culto dei Grandi Signori... Jorette... il Capitano Jorette - si corresse imbarazzato - ha deciso di accompagnarci per aiutarci grazie ai suoi contatti. Insieme forse riusciremo a creare una prima cellula di ribellione e con il vostro aiuto e quello del governo bajoriano forse un giorno il nostro mondo sarà libero dai Grandi Signori."

"Bene... Capitano Drey è sicura di volersi invischiare in questa cosa?"
"Sono forse più adatta all'infiltrazione che a comandare una nave... grazie al mio simbionte Koran credo di riuscire ad evitare le sonde mentali dei pah-wraith"
"So che ce la farà!" esclamò convinto l'ammiraglio stringendole la mano artigliata.
"Devo farcela... non possiamo permetterci di avere dei pah-wraith liberi per la galassia."


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FINE MISSIONE