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DS16GAMMA - MISSIONE 13 RSS DS16GAMMA - Missione 13

13.09 " Ricordi e falsi segreti "

di Sherja T'Jael Spini, Pubblicato il 06-05-2014

Deep Space 16 Gamma - Sala riunioni - Ore 08:45

Aveva faticato a trattenersi poco prima, quando T'Lani aveva porto la
guancia alla lama di K'ooD, però aveva compreso esattamente quello che
il klingon provava. L'Ambasciatrice quel giorno era diversa dal
solito, li aveva spiazzati tutti.
Nella sala riunioni era rimasta sola con Shivhek e Khish, li stava
osservando in silenzio ormai da qualche minuto. Due uomini così
diversi che avevano non solo imparato a lavorare insieme, ma anceh a
capirsi... più di quando lei stessa avrebbe potuto immaginare.
In tal senso una notevole scossa in avanti era stata, anche se nessuno
ne aveva apertamente parlato, la particolare situazione 'emotiva' del
Comandante Shivhek. Incredibile a dire, ma la percezione della
situazione aveva spinto il loro rapporto ad una collaborazione più
spinta.

"Cosa mi proponete Signori?"

Khish scosse le antenne.

"Credo che in questo caso solo Shivhek può dirci come muoverci. Io
sono qui a dare tutto il mio appoggio di Ufficiale e collega."

Il vulcaniano non batté ciglio a quell'affermazione. Si limitò a
prendere la parola spiegando la situazione e le sue affermazioni
durante la riunione.

"I ricordi che ho dentro di me... sono evidentemente i ricordi dei tre
uriani che abbiamo conosciuto ed ospitato a bordo. Il problema è che
non sono ancora tutti chiari. Molti sono soppressi dal mio controllo
emotivo e forse semplicemente dal fatto che sono ricordi di una mente
con percorsi cognitivi ed emotivi molto diverse da tutte quelle che io
abbia... toccato negli anni."
"Comandante mi sta dicendo che ha anche i ricordi dei due androidi?"
"Non precisamente Capitano. Gladia era in contatto con gli androidi... e
di conseguenza i loro ricordi, i loro punti di vista delle situazioni
che hanno vissuto, erano presenti nei ricordi di Gladia. C'è però da
tenere conto che proprio per questo è come se passassero attraverso un
doppio filtro. Io non ho il contatto diretto con i ricordi dei due
androidi, ma solo con quelli di Gladia."
"Se ho compreso quello che vuole dirmi è che non può essere certo che
lei abbia involontariamente reso i loro ricordi in modo diverso perché
filtrati dalla sua stessa emotività."
"Precisamente Capitano. Ciò nonostante credo di poter portare alla
superficie più dettagli..."

Khish scosse le antenne perplesso. Sherja capì esattamente a cosa
stesse pensando l'andoriano.

"Comandante, non ho intenzione di sacrificarla sull'altare della pace
senza avere certezze di riuscita. Posso anche concederle che per il
bene dei molti spesso bisogna sacrificare i singoli... ma quando il
sacrificio è totalmente campato in aria onestamente ho delle
difficoltà ad accettare questa teoria."
"Non ci sono molte altre opzioni Capitano."

Khish prese la parola.

"Mi permetto di dissentire. L'Ambasciatrice T'Lani non sapeva nulla
della sua specifica situazione, e se ha detto quello che ha detto
durante la riunione, vuol dire che doveva avere una soluzione che non
fosse quella da lei proposta."

Il vulcaniano annuì brevemente, ma non concesse spazio a quel ragionamento.

"Concordo pienamente con lei, ma abbiamo visto tutti quanto al di la
del suo normale modus operandi si stesse muovendo l'Ambasciatrice. Se
ha colto con tanta prontezza la via d'uscita che la mia affermazione
le ha fornito, è perché l'alternativa poteva essere più difficile, più
pericolosa o più semplicemente meno 'corretta' da gestire."

Khish sbuffò.

"E cosa c'è di corretto, facile e non pericoloso nel suo tentativo di
catturare quei ricordi che le sfuggono Comandante?"
"Pericoloso e difficile potrebbe esserlo... - sospese la voce brevemente
scambiano un lungo sguardo con il Capitano, conscio che lei poteva
capirlo forse meglio dell'andoriano - ...ma è la cosa più corretta per
me."

Khish stava per ribattere nuovamente, ma Sherja lo fermò con un cenno
della mano.

"Capisco Comandante. Non so se questo le porterà quello che si aspetta
o qualcosa di diverso, ma se questa è la sua scelta allora non posso
che accettarla. Detti lei le regole."
"Ci ho pensato a lungo Capitano, potrebbe essere una cosa difficile,
come ha fatto notare il Signor Khish, vorrei farlo nei miei alloggi... e
gradirei la sua presenza."

Sherja capì al volo. Comprendeva sia il suo bisogno di intimità e
riservatezza che la logica che lo aveva spinto. Gli serviva un
vulcaniano, qualcuno di cui fidarsi, qualcuno che potesse tenergli
testa da un punto di vista fisico. Se non fosse stato per quell'ultimo
punto probabilmente avrebbe chiesto a T'Lani di presenziare, ma in
caso di violente reazioni fisiche l'Ambasciatrice probabilmente non
sarebbe stata in grado di difendersi.

* ...capisco ma non so se merito la fiducia che sta dietro questa richiesta... *

Lo pensò ma non lo disse. Non poteva minare il tentativo prima ancora
di iniziare.
Osservandolo attentamente vide oltre il ragionamento logico, l'ombra
negli occhi dell'uomo davanti a lei parlava più di fiducia e paura... di
emozioni quindi, più che di logica. Forse per questo si permise un
suggerimento.

"C'è la possibilità di un'altra presenza Comandante. Dovrebbe essere... un amico..."
"Ci ho pensato Capitano... ma non è una cosa facile né da chiedere né da
accettare."

Khish continuava ad agitare le antenne e saltò in piedi senza poter
più contenere il fastidio che ancora, nonostante quell'uomo gli
piacesse, per quel suo modo vulcanianamente algido di affrontare
tutto... o quasi.

"Vulcaniano se c'è qualcuno che possa aiutarla chieda dannazione! Non
faccia l'eroe duro e puro anche quando non è necessario. Dove è questa
persona? Devo andare a prenderla per portargliela di persona?"

Shivhek si voltò verso l'uomo al suo fianco fronteggiando la sua esplosione.

"Per la verità pensavo a lei."

Per una volta Khish restò senza parole e si lasciò sprofondare
nuovamente nella sedia. Lasciò vagare lo sguardo verso Sherja che
stava mal celando un lieve sorriso per poi riportare l'attenzione su
Shivhek... cosa aveva detto il Capitano prima? Amico???
Le antenne si drizzarono di colpo.

"Ci sto."


Prigione - Da qualche parte nel Quadrante Gamma

Ansimi.
Li sentiva ma non capiva chi fosse. Si concentrò. Trattenne il fiato
per sentire meglio.
Niente.
Poi di nuovo... ansimi.
Fu allora che comprese, capì di essere lui ad ansimare. Il respiro
rotto, singhiozzante quasi.
Doveva essere stato quell'ultimo colpo allo sterno, se provava a
respirare a fondo per stabilizzare il ritmo sentiva una fitta
lancinante a destra. Evidentemente una costola aveva ceduto.
Evitò di respirare di nuovo a fondo e provò con una tecnica diversa.
Respiri superficiali e rapidi per ossigenare il corpo.
Dopo qualche minuto la nebbia che gli avvolgeva i pensieri sembrò diradarsi.
E la porta si aprì.

"Non pensavamo proprio che tu avessi tanta resistenza romulano."

Jekal era accecato dalla luce. Non riusciva a mettere a fuoco.
Continuò a respirare preparandosi al dolore. Perché sicuramente il
dolore sarebbe arrivato.
Arrivava sempre quando arrivava lui.

"Come hai detto di chiamarti? Daneel?"
"Danyt. Erei Danyt."
"Sei sicuro romulano? Non è che vuoi cambiare versione questa volta?
Perché lo sappiamo entrambi che stai mentendo."
"Danyt. Erei Danyt."

Lo ripeté come una filastrocca per cercare in sé la forza per
resistere ancora... e ancora... e ancora... fino a che sarebbe stato
necessario.

"Bene Danyt. Erei Danyt... ti presento Chani, il nostro Hadar."

E la figura si spostò di lato per lasciare il vuoto abbacinante della
porta libero. Se fosse stato in altre condizioni fisiche Jekal si
sarebbe lanciato in quel vuoto, ma tutti sapevano che non ridotto in
quelle condizioni...
...gli occhi si stavano abituando alla luce e mise a fuoco l'uomo davanti a lui.

* Quanto è giovane... fino a pochi giorni fa anche io ero così giovane...
non lo sarò mai più... *

Un solo singolo fugace pensiero. E nel silenzio che seguì a quella
presentazione attese...


Deep Space 16 Gamma - Alloggio Comandante Shivhek - Ore 09:15

Aprì la porta e si spostò per fare entrare i suoi due ospiti.
Il Capitano Spini aveva scelto per indossare una veste civile ed aveva
suggerito al Comandante Khish di fare altrettanto.
Avevano fatto bene... voleva provare ad uscire con la meditazione da
quella situazione, sarebbe stato più facile se non avesse vissuto la
cosa come 'lavoro' o 'dovere' probabilmente.

Sentiva forte il profumo della moglie, ma un vago sentore, quasi
impercettibile lo sormontava a momenti.
Gladia.
Quando il Capitano entrò nella stanza a quei profumi si miscelò quello
della donna al comando di quella stazione, ed anche Khish aveva un suo
'profumo' che gli colpì le narici. Era chiaramente in uno stato di
sovraeccitazione sensoriale.
Quel miscuglio lo stordì per un momento.

"Tutto a posto Comandante?"

Si riscosse.

"Sì... sì... vi prego accomodatevi. Ho pensato che il salottino andrà più
che bene per questo tentativo. Io prendo posto qui per la meditazione,
e voi potete stare o qui di lato oppure sulle poltroncine."

Il basso tavolino che Shivhek chiaramente era solito usare per la
meditazione era stato posizionato al centro del salottino. Dei
tappetini attorno. Candele al centro del tavolinetto.
Il divano era stato spostato distante, due poltroncine erano state
avvicinate al tavolino.

"Io non ho problemi a partecipare alla meditazione stando qui accanto
a lei... - così dicendo Sherja spostò una delle due poltroncine - ...anche
se non sono razza pura anche io medito con regolare frequenza."

Khish non aveva mai avuto modo di partecipare in modo così diretto a
quella che per i vulcaniani era una cerimonia molto intima. Osservò i
due orecchie a punta e poi decise di seguire l'esempio del Capitano.

"Se dobbiamo farlo facciamolo bene."

Spostò l'altra poltroncina e si accomodò a terra come gli altri due
avevano già fatto.

=^= Computer abbassare le luci. Livello 0.5. =^=

Da quel momento in poi Khish assistette a qualcosa che non avrebbe mai
creduto di poter vedere nella vita. Osservò Shivhek cambiare davanti
ai suoi occhi mentre si spingeva dentro sé stesso fino a raggiungere i
ricordi sopiti e nascosti.
Mentre Shivhek sembrava tranquillizzarsi scendendo nelle profondità
del suo animo, il tumulto emotivo in lui saliva. Per un attimo si
trovò a pensare che se anche lontanamente quello era l'intensità
normale per un vulcaniano capiva la loro necessità di controllo e
soppressione.
Guardò per un momento verso il Capitano e si domandò come potesse fare
una mezza vulcaniana a trovare l'equilibrio. Doppia dose di emozioni,
mezza capacità di controllo.
Un mix potenzialmente esplosivo.

Si riscosse d'improvviso quando Shivhek iniziò a tremare violentemente.

"Gladia..."

La mano di Shivhek scattò verso l'avambraccio del Capitano
arpionandolo in una stretta violenta. Sherja non si scompose al
contrario di Khish che era sempre più stupito del livello di violenza
repressa nel vulcaniano.
Non era preparato a sentire la voce di Shivhek cambiare intonazione,
raccontare quello che viveva nella sua mente, dentro di lui... dentro
altri...

"Collem... non sai quanto io ti sia grata."
"Non voglio la tua gratitudine Gladia... lo sai cosa desidero, non posso
pensare di non restare con te."
"Collem io ho dei doveri..."
"Permettimi di essere al tuo fianco come tuo sostegno mia adorata..."

Shivhek spinse il busto verso il Capitano e Khish era già pronto a
lanciarsi contro di lui, ma la donna scosse il capo. Non era il caso,
non ancora almeno. Per lui il vulcaniano stava già superando i limiti,
evidentemente il limite per Sherja non era ancora stato superato.
La vide assecondare il movimento di Shivhek, posandogli il capo sulla spalla.
Stava chiaramente interpretando quello che secondo lei Gladia avrebbe
fatto, voleva impedire all'uomo di uscire dal livello di meditazione
che aveva raggiunto. Era una situazione surreale.
Si era accoccolata sulla spalla di Shivhek come una giovane donna
innamorata, ma teneva gli occhi fissi nei suoi, parlandogli con lo
sguardo, pronta a tutto eppure perfettamente rilassata.

"O come vorrei fosse possibile Collem..."

Shivhek fu scosso da un altro violento brivido.

"Collem... come possiamo spiegarti quanto il tuo aiuto sia importante
per noi... per me..."
"Gladia quando mi hai spiegato... mostrato... come avrei più potuto fare
altro che quello che sto facendo?"
"Giskaard, vieni. Mostra al mio caro Collem come modificare il tober.
Mostragli come potrà aiutarci quando sarà il momento."

Un altro violento brivido e improvvisamente Shivhek afferrò il
Capitano alla nuca attirandola verso il suo volto. Khish scattò in
piedi per fermarsi alle spalle del Comandante bloccato nel suo slancio
da una mano alzata di Sherja.
Shivhek era come congelato, il volto vicinissimo a quello del suo
Capitano. Le labbra quasi si sfioravano. Khish avrebbe giurato di
vedere i muscoli agitarsi sotto la camiciola che il vulcaniano
indossava, come preda di spasmi.
Non poteva vedergli il volto.
Sherja osservava il suo ufficiale con gli occhi chiusi ed il volto
rilassato, nonostante sentisse la violenza che il suo corpo stava
frenando.
Doveva rompere il ricordo di Gladia, era l'unico modo. Non sapeva se
quello avrebbe aiutato Shivhek a ricomporre tutti i dettagli della sua
vita, ma sperava lo portasse almeno al suo solito livello di controllo
e serenità.
Ricambiò la stretta di Shivhek attirandolo contro di sé, sforzandosi
di vincere la sua resistenza, ci mise tutta la forza che aveva, fino
ad arrivare a poggiare le labbra sulle sue.
Fu un attimo un solo attimo.
Shivhek sembrò rilassarsi, ma Khish alle sue spalle non era ancora tranquillo.
Il vulcaniano si staccò dal Capitano aprì lentamente gli occhi e cercò
l'andoriano. Quando il suo sguardo incontrò quello color ghiaccio
dell'amico iniziò a parlare lentamente, spiegando nei dettagli come si
sarebbe dovuto intervenire sui tober.
Che circuiti modificare, che livelli starare, che feedback
interrompere e quali chiudere.

"Tutto chiaro?"
"Sì Shivhek."
"Bene."

E crollò afflosciandosi a terra.

=^= Capitano Spini a Dottor Sonx, immediatamente nell'alloggio del
Comandante Shivhek! =^=
=^= Capitano qual è il problema? =^=
=^= Si muova... non c'è tempo. =^=


Prigione - Da qualche parte nel Quadrante Gamma - Nel frattempo

"Quindi il tuo nome sarebbe Erei Danyt."

Jekal non ebbe esitazioni.

"Sì."
"Qualcuno qui non è convinto di questo... eppure nonostante ti sia stato
chiesto numerose volte ed in molti modi, tu non cambi versione."
"Non c'è un'altra versione. Io sono Erei Danyt."
"Potrei quasi crederti romulano. Se non fosse che io so esattamente
chi sei. Perché non ammetti che ti chiami Jekal?"