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DS16GAMMA - MISSIONE 13 RSS DS16GAMMA - Missione 13

13.11 " Chiedere aiuto... "

di Shanja Xar, Pubblicato il 05-05-2014

Deep Space 16 Gamma - Ambasciata Romulana - ore 12.00

Lamak andava da un
lato all'alto del suo ufficio, riflettendo, pensando, rimuginando e
borbottando tra sé in varie lingue.
Cosa poteva fare? Come poteva
fermare quello che sarebbe stato un conflitto che avrebbe portato
disordini nell'intero quadrante? Sellok rivoleva il figlio, lo capiva,
ma scatenare una guerra in quel modo... come avrebbe potuto fermare
quella pazzia?
Come poteva fare una cosa simile? Le armi, le armi erano
in mano loro, erano lì, alla base, se le avesse consegnate... no non
poteva... non arbitrariamente almeno, sarebbe stato tradire, tradire...
da qualunque lato guardasse la cosa, comunque avrebbe tradito: doveva
solo capire chi avrebbe dovuto tradire e quale sarebbe stato il male
minore... si prese la testa tra le mani con disperazione: cosa doveva
fare ora?
Non si era reso conto di mandare segnali mentali a sua
moglie, ma Rain apparve improvvisamente nella stanza: era talmente
assorto che non si era reso conto delle paratie che si aprivano.
Rain
lo fermò prendendolo per le braccia: "Fermati o consumerai il pavimento
e farai scoppiare il mio cervello. Ora respira, calmati e respira a
fondo. Bravo, così! Ora dimmi che hai intenzione di fare!"
Ordinò al
marito con tono fermo.
Lamak la fissò, aprì la bocca per parlare, poi
la richiuse e scosse il capo sconfortato, allargando le mani.
Rain fece
un sorriso storto e lo abbracciò stretto, confortandolo per quanto
poteva.

Bar di prora - ore 12.15

Shanja raggiunse Khish al tavolo e
si sedette, portando una bibita analcolica per entrambi: erano ancora
in servizio, si erano presi una pausa per pranzare e riordinare i
pensieri: la situazione era a dir poco esplosiva.
"Allora? Pranzo
leggero?" domandò l'Andoriano ironicamente.
"Tranquillo, ora ci portano
le due insalate che ho ordinato, volevi anche un dolce?" ribatté lei
sullo stesso tono.
"No, vorrei poter pranzare come dico io, nei nostri
alloggi ma non ne ho il tempo..." sbuffò lui frustrato.
"Se è per
questo credo che nessuno sulla base abbia tempo per sé stesso in questo
periodo... come va?"
"Direi che siamo a buon punto, devo solo
controllare un paio di parametri, ah sembra che Shivhek si stia
riprendendo, lentamente, ma sta reagendo bene alla terapia."
"Ottimo,
sono ancora preoccupata per lui e il suo stato emotivo, speriamo che si
rimetta del tutto, altrimenti... dovrò consigliargli una vacanza."
Shanja storse il naso all'idea, ma non sapeva che altro fare per il
vulcaniano.
"Credo che affrontare il ricordo di Gladia possa essere
stato terapeutico, comunque." affermò convinta.
"Sì, lo credo anch'io,
come va con il tuo ex?" cambiò discorso lui.
"Bene direi, dopo che
abbiamo appurato che non era a conoscenza del contrabbando."
Khish
annuì: "Lo vedrai ancora?"
Shanja alzò lo sguardo che aveva puntato sul
portatovaglioli: "Io... lui me lo ha chiesto." rispose sincera.
"E?"
chiese l'Andoriano seriamente.
"E... non lo so, non ho molto da
dirgli... e non ho nemmeno voglia di rivangare ricordi che non sono
miei ma di Xar.... Sei geloso?"
Gli chiese perplessa nel vedere la sua
espressione.
"No, anch'io ho delle ex, non per questo ho voglia di
riallacciare una relazione con una qualsiasi di loro." rispose
noncurante.
Shanja annuì: "Bene, nemmeno io!"
"Bene!" Rinfocolò lui
serio e accanendosi sull'insalata che nel frattempo gli avevano
portato.
Shanja lo guardò con un mezzo sorriso: "Ehm... quella che hai
in mano è una forchetta... non una bat'leth."
Khish alzò il viso a
guardarla perplesso, poi guardò nel suo piatto e alla confusione che vi
aveva creato e strinse le labbra prima di ridacchiare e dire:
"D'accordo... lo sono... ma solo un po'."


Ufficio del capitano Spini - ore 13.00

Il capitano e i due ambasciatori osservavano Lamak che da
quanto aveva iniziato a parlare non aveva smesso un attimo di camminare
su è giù per la stanza, faticava a stare fermo e la sua abituale
diplomatica compostezza, si stava frantumando sotto il peso della
responsabilità che sentiva. Rain lo aveva convinto a chiedere aiuto ai
suoi 'amici'... era strano ma aveva ragione sua moglie, era così che li
considerava, dopo anni di lavoro fianco a fianco, e rivolgersi agli
amici nel momento del bisogno non era sbagliato. Aveva chiesto e
ottenuto che la riunione fosse segreta e che nulla di ciò che lui
avesse rivelato sarebbe uscito da quelle pareti.
"Ecco... questa è la
situazione, ora come possiamo agire?" domandò alla fine appoggiandosi
allo schienale della sua poltroncina.
Ci fu un momento di silenzio nel
quale tutti parvero riflettere, poi T'lani prese la parola: "Una
spedizione punitiva è da escludere, ma liberare i prigionieri è nostro
dovere... il ricatto, è una bieca forma di contrattazione ma molto
efficace... possiamo agire in due modi: accettare l'accordo, con la
quasi certezza che il ragazzo e gli altri ostaggi, se ce ne fossero,
verrebbero uccisi, oppure... far finta di accettare e prendere tempo
per organizzare un piano di azione."
"E andare da loro a riprenderceli
e basta?" domandò K'ood
Lamack roteò gli occhi sbuffando, ma intervenne
il capitano Spini: "Il fatto è che non sappiamo dove siano dislocati,
almeno per il momento, quindi rimarrebbe il piano di attirarli da
qualche parte e agire."
"Ma non portaranno con loro i prigionieri!"
esplose Lamak.
"No non lo faranno di sicuro, ha ragione Ambasciatore,
però potremmo usare le armi in nostro possesso per attirarli allo
scoperto e seguirli con navi occultate e..."
Lamack distolse lo
sguardo, T'lani sorrise tra sé: "Lo ha già fatto vero Ambasciatore?"
Il Romulano tentennò poi annuì secco sedendosi pesantemente sulla
poltrona.
La Spini e T'lani si guardarono per un attimo, la prima prese
la parola: "Ed è stato scoperto qualcosa?"
"Non ancora o almeno... non
ho ancora avuto notizie." mormorò Lamak facendo un gesto che avrebbe
voluto essere noncurante, se l'espressione del viso non lo avesse
smentito: era preoccupato dal silenzio radio dei suoi. La nave era
occultata ma... era comunque una missione pericolosa e se fossero
caduti in una trappola?
L'ambasciatrice si rivolse a K'ood: "E lei
K'ood? Ha fatto lo stesso?"
il Klingon si agitò sulla sedia: "Beh...ho
lasciato un paio di Sparvieri in occultamento, - indicò Lamak - ero
sicuro che lui lo aveva fatto, così... però sembra che fino ad ora non
si sia verificato nulla di particolare."
Il capitano respirò a fondo:
"Ha a che fare con il corpo Klingon che si vede nel video
Ambasciatore?"
Il Klingon ebbe la buona grazia di non negare, ma annuì
seccamente con un grugnito.
La Spini guardò i due ambasciatori: "Dove
avete lasciato le navi in ricognizione?"
"Nelle vicinanze del
pianeta..." mormorarono all'unisono.
"Beh, potranno tornarci utili,
se scopriranno qualcosa." disse T'lani.
Lamack si schiarì la voce:
"Sembra che avessero una traccia, e che siano andati a verificarla, ma
non ho più avuto notizie dal falco..." disse stringendosi nelle spalle .

"Posso mandare gli sparvieri in ricognizione..."
"Ambasciatore K'ood,
sicuramente lo farà e la ringrazio, ma ora dobbiamo decidere cosa fare:
le armi devono essere consegnate. E' l'unico modo di prendere tempo per
salvare il ragazzo." Disse Lamak angosciato.
I quattro si guardarono,
poi T'lani parlò: "Dove si trova la flotta Romulana?"