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USS TOKUGAWA - MISSIONE 01 RSS USS TOKUGAWA - Missione 01

01.12 " Risonanza "

di Albert K. Hair, Pubblicato il 18-05-2014


Kor'n'Tha (Sin'Tau), Rovine Eterne
24 maggio 2390, ore 22:24, Data Stellare: 67394.34


Il Thokor'n Thar non comunicava in alcun linguaggio specifico, solo attraverso le immagini i suoni e le emozioni che aveva immagazzinato in quattro millenni di esistenza. Inizialmente le risultò difficile capire le sue volontà, ma pian piano divenne sempre più semplice, finché capì che le sue preoccupazioni erano giuste.
"Dobbiamo fermarlo... stiamo sbagliando tutto..."

USS Tokugawa, Runabout
24 maggio 2390, ore 23:15, Data stellare: 67394.43


La navetta stava scendendo lentamente nell'atmosfera, e Tracey si rivolse all'interno della cabina:
"Hair, mi rispieghi di nuovo perché l'ho portata con noi. Non mi risulta che lei abbia qualche tipo di abilità telepatica e non mi sembra neanche che sia il tipo che si diverte a lanciarsi in avventure solo per il gusto di sentirsi vivo."
"Vede, Capitano, in una delle mie precedenti missioni, sono venuto in contatto con una potente entità telepatica e siamo diventati molto... intimi."
L'imbarazzo sul volto di Albert si fece abbastanza visibile e se i vari telepati a bordo non fossero stati concentrati tutti quanti a sovrapporre le proprie onde telepatiche alla frequenza di risonanza degli esseri biologici del pianeta il Capitano Tracey si sarebbe fatto una grassa risata leggendo lo stato d'animo che aveva l'Ingegnere Capo in quel momento.
"Quindi?" disse con un tono neutro il Capitano.
"Riesco ad avvertire i riflessi di ciò che una persona come lei, un empatico, avverte dei miei stati d'animo."
"Continui..."
"Ci ho lavorato parecchio, seguendo in special modo le lezioni di meditazione vulcaniana che abbiamo nel database del Ponte Ologrammi, ed ho imparato a concentrarmi nel modo giusto per riuscire a percepire questi riflessi. Fino a poco tempo fa solo in alcune occasioni mi rendevo conto della cosa e credevo mi riuscisse solo in sua presenza. Sa, mi è capitato quando ho preso servizio e probabilmente la tensione di vederla per la prima volta ha fornito la giusta combinazione di elementi. Poi ho capito che era una questione di concentrazione e mi sono, per così dire, esercitato con l'altro paio di betazoidi che sono a bordo."
"Interessante. Credo anche di capire cosa intende dirmi: si è offerto per fare da campanello d'allarme."
"Sì, direi che possiamo metterla in questo modo. Finché non sento il riflesso delle mie emozioni provenire dal pianeta vuol dire che non mi hanno individuato."

Kor'n'Tha (Sin'Tau), USS Meleager, Plancia - Contemporaneamente


Michaels si aggirava nervoso per la Plancia continuando ad imprecare contro chi teneva d'occhio i sensori.
"Allora?"
"Capitano, gliel'ho già detto: il campo che stiamo generando per nascondere noi stessi impedisce anche a noi di rilevare loro."
"E com'è che loro sono riusciti ad aggirare il nostro campo e a capire dove ci troviamo?"
"Si sono adattati e..."
"Adattiamoci anche noi!" quasi urlò Michaels sempre più nervoso.
"Ma Capitano..." tentò di ribattere l'addetto.
"Silenzio! Prenda altri due di quelli che erano adibiti alla sezione scientifica e scavate nelle loro memorie per trovare la soluzione!"
"Sì, signore..." esalò il tecnico lasciando la Plancia.
Le cose non andavano come aveva previsto. Qualcosa lo turbava. Con l'andar del tempo avvertiva sempre di meno la popolazione presente sulle navi in orbita. Sapeva che qualcuno era in procinto di scendere ma ora non ne era più così sicuro. Non capiva da cosa dipendesse. Aveva il sospetto che la fusione dei DNA presenti nel suo corpo stesse facendo prevalere caratteristiche che smorzavano la sua capacità telepatica. Eppure sentiva il legame con il resto del pianeta ancora molto forte. Ed era quello che gli permetteva di 'sentire' gli uomini della Federazione.
*Allora che diavolo sta succedendo?* pensò dando un pugno sulla consolle vicino a lui.

Kor'n'Tha (Sin'Tau), Rovine Eterne
24 maggio 2390, ore 23:43, Data Stellare: 67394.49


Natalie, provata moltissimo dalla 'connessione' con il Thokor'n Thar, uscì barcollando dalle Rovine Eterne e si rese conto di aver passato troppo tempo lontano dalla USS Meleager. Sicuramente erano in procinto di venirla a cercare e sarebbe stato difficile spiegare la sua assenza.
Aveva bisogno di riposare, era spossata, ancora in preda ad una certa agitazione sia per il carico di informazioni che erano arrivate alla sua mente, sia per l'implicazione che queste informazioni avevano.
Il suo pensiero di fermare Michaels, una volta uscita dalle Rovine, le sembrò al contempo molto più difficile da attuare di quanto le era parso ad un primo momento, e molto meno logico. Proprio per questo, e proprio perché aveva ancora dentro di sé il ricordo della certezza che aveva in quei momenti di connessione, sentiva l'impellente necessità di fermarsi e riposare. Ma non poteva farlo lì, fuori dalle Rovine Eterne.
Si mosse in direzione della nave ma, proprio quando sembrava che stesse per riprendere un passo sufficientemente sicuro, si sentì coprire la bocca e stringere una sorta di cappio attorno ai polsi. Senza che si rendesse neanche conto di cosa fosse successo, si ritrovò al buio e trasportata a braccia da un gruppo di persone. Era troppo stanca per reagire e, con la consapevolezza di non essere in pericolo di vita, si abbandonò ai suoi rapitori.
*Se avessero voluto uccidermi, a quest'ora sarei già morta.*

Kor'n'Tha (Sin'Tau), radura vicina alle Rovine Eterne
24 maggio 2390, ore 23:40, Data Stellare: 67394.48


Hair, Tracey e due Vulcaniani dell'equipaggio della USS Tokugawa uscirono dal Runabout e si misero in cammino verso la USS Meleager. Quando si mossero attraverso la fitta selva di alberi, si accorsero che alla loro destra la vegetazione si diradava leggermente e sembravano spuntare alcune conformazioni particolari. Decisero che valesse la pena spendere qualche minuto per poter dare un'occhiata, perché era un agglomerato inaspettato. Quando si avvicinarono capirono che non erano semplici ammassi di roccia, ma che erano le rovine di qualche costruzione e la cosa li riempì di aspettative positive: potevano dare un'occhiata e cercare al loro interno qualche indizio di ciò che successe agli antichi abitanti del pianeta.
Continuarono l'avvicinamento concentrandosi costantemente sulla frequenza di risonanza telepatica concordata ma, quando furono a meno di duecento metri dalle Rovine, Hair si fermò di colpo ed imprecò.
"Dannazione, mi hanno beccato!"
Tracey si girò verso di lui e gli ci volle un bello sforzo per non perdere la concentrazione, specie con quel continuo mal di testa che non lo abbandonava mai.
Albert, però, dopo un primo smarrimento, fece un cenno con la mano: "No, Capitano, c'è qualcosa di diverso. Non sono gli ex membri della Meleager ad aver percepito il mio stato d'animo, è qualcos'altro."
"Cosa?"
"Non lo so, ma non mi sembra un pericolo."
"Non sembrerà a lei, ma diventa anche difficile trascurare questo nuovo sviluppo."
Decisero comunque di proseguire quando si accorsero di una figura che si issava fuori dalla costruzione centrale. Tracey prese una decisione fulminea, forte del fatto di non essere 'percepito' e la squadra riuscì ad avvicinarsi abbastanza da riuscire a rapire l'essere in controllo del Tenente Green.
L'euforia fu solo temporanea, perché Tracey si rese subito conto che il loro prigioniero era praticamente svenuta o qualcosa di simile.

Kor'n'Tha (Sin'Tau), radura vicina alle Rovine Eterne
24 maggio 2390, ore 23:52, Data Stellare: 67394.5


Il gruppetto era tornato al Runabout e Hair e Tracey stavano discutendo sul da farsi.
"Allora, Albert, riesce ad essere un po' più preciso?"
"No, Capitano. Come le ho detto, capisco che questi riflessi arrivano da qualcuno o qualcosa presente sul pianeta, ma non è la stessa entità che abbiamo incontrato fino ad ora."
"Accidenti, che guaio!"
"La frequenza di risonanza telepatica di questa nuova entità dev'essere per forza diversa dalla precedente, perché percepisco solo i suoi riflessi e non quelli del resto del pianeta. Quindi, da questo punto di vista, siamo al sicuro e la vostra schermatura funziona."
"Sarà un amico o un nemico?"
"Bella domanda. La ragazza, qui, potrebbe esserci d'aiuto quando riprenderà conoscenza, dato che proveniva proprio dalle rovine. Inoltre ha visto in che modo era ferita, sulle base del collo."
"Un taglio profondo che arriva quasi alle vertebre, e ci sono dei filamenti estranei nella ferita. In effetti, è il posto migliore per intercettare i fasci nervosi. Ma non affrettiamo le conclusioni..."
Proprio mentre stava parlando, Natalie si risvegliò dal suo stato di incoscienza. Standole abbastanza alla larga e tenendola sotto il tiro di un phaser, Tracey iniziò a fissarla.
La ragazza rispose allo sguardo, producendosi in una espressione concentrata.
"Se stai comunicando con gli altri tuoi compagni, sappi che quando arriveranno ti troveranno morta. Non ho nessuna intenzione di rischiare nulla."
"No, la prego, non ce n'è bisogno! Non sto comunicando con nessuno."
"Difficile crederlo, dopo quel che è successo."
"Anche se volessi non potrei. Sono ancora troppo debole, così debole che non percepisco neanche voi."
Tracey diede un'occhiata ad Hair e agli altri e decise di non raccontare nulla del loro stratagemma.
"Devo rientrare alla Meleager." esordì Natalie.
"Certo... Vuoi anche un phaser?" replicò d'istinto Hair.
Tracey fece un cenno con la mano ad Albert e si rivolse alla prigioniera:
"Facciamo finta che io sto al tuo gioco e ti faccio la domanda: perché vorresti tornare alla Meleager?"
"Perché devo fermare Michaels."
"Oh, ok. Vedo che il gioco ti piace. Continua."
"Sta commettendo un grosso errore e se non lo fermo potrebbe mettersi male per troppi."
"E perché mai?"
"Non ve lo posso dire."
"Ah, certo... Così si che mi ha convinto."
"Senta, Capitano, voi avete tutto l'interesse ad andarvene dal pianeta, Michaels ha tutto l'interesse a prendere più prigionieri possibile per convertirli, voi avete una prigioniera che sta rischiando la vita nelle mani di Michaels. Non c'è molto spazio per le trattative prolungate. Io le propongo un patto: se lei mi lascia tornare alla Meleager cercherò di fermare Michaels e, come segno di buona volontà, libererò la vostra compagna prigioniera."
"E io come faccio a verificare la sua buona volontà?"
"Dovrà fidarsi."
"Troppo poco."
Natalie stava per replicare, ma il Capitano la zittì con un gesto e chiamò a sé Hair.
"Senta, Albert, lei è l'unico non telepate qui, inoltre ha detto che quella presenza solitaria diversa dagli altri sul pianeta si è accorto della sua presenza. Ha idea di dove provenga?"
"Non così precisamente, Capitano, non sono molto abile nel capire come funziona questa mia abilità. Capisco che non è qualcuno dei soliti, ma non riesco a capire chi possa essere."
"Capisco. Le do una missione. Prenda queste cariche esplosive e si diriga verso le rovine. Ci porteremo dietro la nostra prigioniera e faremo finta di voler far saltare tutto in aria. Non so a che gioco stia giocando, ma se c'è anche la più piccola possibilità che si possa liberare il Tenente Alluso, direi che dobbiamo giocarcela."
"Va bene, mi preparo."
"Ok, io intanto do ordine agli altri di contattare la dottoressa T'Laria e il resto di quelli che sono rimasti sul pianeta per concordare qualche strategia."
Natalie non capiva tutto questo confabulare, ma non tardò a capire cosa stesse raccogliendo Hair all'interno della sua borsa. Nelle memorie del Tenente Green scovò la corrispondenza alle cariche ad alto potenziale.
Quando Tracey la mise in piedi e, con Albert, la fecero incamminare di nuovo verso le rovine cominciò a provare un po' di preoccupazione.
"Che volete fare?"
"Non possiamo fidarci di lei. Andremo alle rovine e faremo saltare quel posto, con lei dentro."
"No!", urlò quasi disperata Natalie, "Perché volete fare una cosa così crudele? Vi ho detto che posso aiutarvi a liberare la vostra compagna!"
"Come le ho detto, mi è ben difficile poterci fidare di lei."
Hair, sempre silenzioso, avvertiva in continuazione il riflesso delle sue emozioni e man mano che si avvicinava ai resti della costruzione sentiva aumentare questa sensazione.
"Qualunque cosa sia a provocare i riflessi, ci stiamo avvicinando.", disse Albert sottovoce a Tracey.
"Capisco."
Arrivati sul posto, Albert legò Natalie ad un tronco di una pianta e cominciò a piazzare le cariche.