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USS TOKUGAWA - MISSIONE 01 RSS USS TOKUGAWA - Missione 01

01.11 " Questione di Prospettiva "

di Maximilien Tracey, Pubblicato il 18-05-2014


Kor'n'Tha (Sin'Tau) &ndash USS Meleager - Stiva di carico 2
24 maggio 2390 - ore 22:12 - Data stellare 67394.31


La stiva di carico che avevano adibito a cella di detenzione assomigliava più ad una sorta di giungla che ad una parte di una nave, come d'altronde anche tutto il resto. Un infestazione del genere avrebbe richiesto almeno un paio d'anni, ma qui appariva quasi come se un botanista pazzo avesse esagerato col fertilizzante nella sua serra idroponica. Avevano letteralmente "insaccato" Francesca utilizzando una specie di liana spinosa, dura come l'acciaio ma flessibile come la gomma, che l'aveva completamente avvolta appena le si era avvicinata.
"Io non mi muoverei se fossi al suo posto..." le aveva gentilmente comunicato il capitano Michaels prima di andarsene con il guardiamarina Gill e i suoi altrove, lasciandola completamente sola.
* Conosci il nemico, conosci te stesso...*
Le parole del generale cinese Sun-Tzu le erano balzate alla mente appena aveva visto la figura di Rossi in mezzo allo spiazzo pochi minuti prima, il suo istinto l'aveva subito avvertita che qualcosa puzzava di bruciato, ma era voluta comunque stare al gioco. Infondo, erano lì per capire cosa fosse successo. Ma comunque un lieve senso di colpa per la sorte capitata al dottor Bergstain l'attanagliava facendo pressione sul suo cuore. Non era stata certo colpa sua, aveva intimato al dottore di stare indietro, ma aveva sottovalutato l'incosciente frenesia della scoperta in cui entrano gli uomini di scienza ad ogni novità e di questo si rammaricava. Almeno aveva protetto la dottoressa facendosi prendere in ostaggio. Tentò nuovamente di muoversi e di liberarsi o almeno di allentare la presa, come aveva fatto in precedenza, ma l'unico risultato che ottenne furono una serie di graffi e la pressione della liana sul suo corpo aumentare, arrivando a toglierle addirittura il respiro per una manciata di secondi.
"Le avevo suggerito di non muoversi ricorda?" affermò il capitano della Meleager entrando all'interno della stiva col sorriso sulle labbra
"Dov'è..." Francesca non potè finire la frase, interrotta dal capitano che riprese la parola.
"...il suo amico guardiamarina? Non si preoccupi, per il momento è al sicuro e non gli sarà torto un capello..."
Michaels iniziò ad osservarla attentamente con occhio critico, per poi riprendere a parlare
"Mmm... il veleno è già entrato in circolo vedo..." fece una pausa, ma prima che Francesca potesse replicare lui continuò la sua esposizione in tono da documentario indicando la liana "... è un costrittore... un po come alcuni serpenti terrestri, ma mostruosamente più efficiente ...sulle sue spine è presente un veleno paralizzante, in caso di movimento il nostro caro amico aumenta la sua stretta e conseguentemente più veleno entra nel suo corpo, arrivando alla fine a bloccare il cuore i..."
"Chi siete voi? E cosa volete da noi? Dov'è il vero capitano?" tagliò corto l'Alluso bombardandolo di domande. Era oramai certa che quello che aveva davanti non era il vero capitano Samuel Michaels della Uss Meleager, anche se ne aveva l'aspetto, ma lui invece la ignorò.
"... in ogni caso la sua fase digestiva non inizierà prima di sei o sette ore, abbiamo tutto il tempo di riparlarne..." sul volto di Michaels apparve un sorriso sardonico tornando a parlare mentre si aggirava per la stiva "... vede signorina Alluso... non è sposata vero?" domandò in un tono amichevole, che però appariva finto, quasi fosse fatto di plastica, ma Francesca non rispose. Le riserbò una rapida occhiata, prima di continuare nel suo monologo "...peccato... in ogni caso, noi... e con noi intendo la nostra specie, non esistevamo prima di un paio di settimane fa, quando voi ... o meglio, questo equipaggio non ha scoperto a proprie spese alcune delle peculiarità del pianeta su cui ci troviamo ... Kor'n Tha o Sin'Tau se preferisce..." il tono da documentario del capitano Micheals era parecchio irritante, senza contare che Francesca non si aspettava una reale risposta alle sue domande.
"...che fine ha fatto l'equipaggio?" Michaels le rivolse uno sguardo di sufficienza.
"Sono vivi se è questo che le interessa ... perlomeno, la maggior parte lo è..."
Il capitano ripercorse all'indietro i propri passi, avvicinandosi al Tenente tenendo qualcosa sulla mano destra. Inizialmente Francesca non riuscì a vedere cosa fosse, poi intravide tre piccoli esseri traslucidi dall'aria viscida, simili ad una sorta di lumache verdognole.
"... i suoi compagni spinti dall'ardore scientifico si sono superficialmente fermati alla buccia... ma il nostro pianeta è molto più complesso di quanto sembra..."

Uss Tokugawa - Sala Tattica
24 maggio 2390 - ore 21:50 data stellare: 67394.27


Quello stramaledetto mal di testa aveva assalito il Capitano Tracey da quando si erano avvicinati al pianeta per poi intensificarsi col passare del tempo, ma Maximilien riusciva a tenerlo a bada piuttosto efficaciemente, anche se gli eventi sembrano essere tutti volti ad aumentare la sua cefalea. I primi tempi dopo la morte dei genitori e il conseguente trasferimento su Betazed, aveva spesso quei mal di testa. I medici betazoidi li avevano definiti come una risposta psicosomatica a quello che gli era successo, legata parzialmente anche al sovraccarico del suo cervello dovuto all'uso intensivo dei suoi poteri empatici, di cui sulla terra non aveva mai avuto bisogno. Solo storielle da segaossa e strizzacervelli, almeno questo era quello che pensava. Il Capitano esordì poi secco, passando a fianco del tavolo ligneo con passo veloce, dirigendosi verso il suo posto, senza sedersi ma rimanendovi accanto.
"Non abbiamo tempo da perdere ne altre vite da sprecare ... ci serve un metodo rapido per prelevare gli ostaggi o per contrattaccare...possibilità?"
L'ufficiale scientifico li aveva appena raggiunti, appariva particolarmente pensieroso, come in preda ad una sorta di crisi mistica, ma fu il primo a prendere la parola.
"Un teletrasporto è fuori discussione. Il filtro del tenente Lind funziona, ma le interferenze sussistono ancora e renderebbe impossibile un aggancio corretto..."
Hair accennò il suo assenso con un gesto del capo prima che con le parole.
"Concordo, un teletrasporto in queste condizioni sarebbe improponibile. Bisogna scendere di nuovo con una navetta ma potremmo arrivare tardi..."
Tracey sospirò con stizza, mentre il consigliere Des Ayes prendeva timidamente la parola.
"Non possiamo far intervenire gli uomini della Montblanc? Sono già sul posto..."
"No. Il divario di numeri è troppo grande poiché risultino efficaci."
"Però..." l'ufficiale scientifico riprese la parola, la sua espressione pensierosa non era mai svanita durante la conversazione ed anche in quel momento il suo sguardo sembrava perso nel vuoto "... quando abbiamo elaborato il filtro ho notato una particolarità di questo pianeta... senza le ipotesi che ci ha fornito la dottoressa sarebbe rimasta una mera ed interessante peculiarità scientifica, ma forse..."
"Il suo forse è la migliore fra le nostre attuali opzioni, vada avanti..." gli intimò il capitano, l'ufficiale riprese fiato e iniziò la sua esposizione.
"Ecco... credo che possiamo utilizzare il pianeta a nostro vantaggio..."

Kor'n'Tha (Sin'Tau) &ndash USS Meleager - Stiva di carico 2
24 maggio 2390 - ore 22:15 data stellare: 67394.32


Michaels si produsse in un inquetantissimo sorriso, mentre lasciava che la poltiglia gelatinosa verde elettrico che una volta erano i tre esserini gli scivolasse dalla mano chiusa a pugno.
"L'evoluzione è una cosa magnifica non crede? Ieri potevo essere io quello che veniva spiaccicato..." fece una piccola pausa aprendo la mano e scrollando via la poltiglia rimanente con sdegno.
"Un giorno sei un piccolo afide su di una piccola stupida pianta..." ricominciò il suo discorso gesticolando con enfasi "...poi dal cielo appare una ciurma di scienziati spaziali che non si accorge dell'alta mutabilità genetica della tua specie, probabilmente affascinata dal metabolismo particolarmente accelerato di tutte le specie presenti sul pianeta e puff... la magia del teletrasporto fonde i suddetti afidi con delle cellule epidermiche residue rimaste su uno dei campioni, creando una nuova specie con dna compatibile con entrambe..."
Francesca era basita, era a conoscenza di incidenti col teletrasporto, ma era la prima volta che sentiva di un'intera specie evolutasi da un errore, o meglio una disattenzione, del genere. Senza contare che quello che aveva davanti non le sembrava certo un afide.
"Vuol dire che..."
"Esatto. I primi esseri a dna ibrido vegetale-animale del pianeta. Non ci abbiamo messo molto ad iniziare a mutare e ad evolvere ulteriormente ma i vostri esimi colleghi hanno pensato ad una contaminazione spontanea della specie e hanno iniziato a studiarci cercando un metodo per neutralizzarci senza commettere un genocidio..." sospirò pesantemente accennando di nuovo al suo sardonico sorriso parzialmente coperto dai baffoni scuri "...attenersi al protocollo federale non è certo una buona idea in situazioni come questa non crede?"


Kor'n'Tha (Sin'Tau) &ndash USS Meleager &ndash Alloggio del primo ufficiale.
Contemporaneamente


Nathalie osservava pensierosa quello che una volta era stato il replicatore dell'alloggio dell'originale primo ufficiale e che invece ora appariva più simile ad un vaso di gerani. Il piano di Michaels non la convinceva per niente. Non solo era rischioso per loro, ma poteva distruggere l'intero Kor'n Tha e Lui con esso. L'originale Nathalie non era mai stata religiosa e nemmeno lei lo era, ma il Thokor'n Thar, il Custode della Memoria, era un essere antico quanto potente, l'essenza stessa di Kor'nTha e non poteva permettere la sua distruzione. Almeno , quello era quello che le diceva la memoria istintiva ereditata dai suoi antenati. Nessuno di loro si era ancora connesso al Kor, la grande rete telepatica che univa la memoria di tutti gli esseri del pianeta. Il loro retaggio ibrido infatti li aveva privati dei normali mezzi comunicativi della maggior parte degl'esseri del pianeta e, comunque, nessuno di loro era particolarmente ansioso di incontrare, seppur solo mentalmente, quello che ritenevano una sorta di semidio, probabilmente per timore. Ma Michaels era diverso, più il suo cervello si evolveva, più il suo pensiero diventava contorto. Aveva provato a chiedere spiegazioni, ma l'aveva liquidata con un paio di parole. Era diventato de facto il capo grazie all'umanoide che aveva replicato e grazie ad una inesistente autorità e al suo carisma li aveva guidati lungo il percorso che lui aveva progettato, ma ora tutti erano abbastanza intelligenti da poter capire cosa stesse facendo realmente, anche se solo lei sembrava che lo intuisse. Distolse lo sguardo, sospirando. Nessuno poteva collegarsi direttamente al Thokor'n Thar, ma aveva bisogno di consiglio, di una guida e solo in lui poteva trovarla.

Uss Tokugawa - Sala Tattica
24 maggio 2390 - ore 22:20 data stellare: 67394.33


"Sta dicendo che..." Tracey osservava con sguardo critico l'ufficiale scientifico mentre parlava, la testa gli doleva tremendamente, ma se l'ufficiale aveva ragione la cosa sarebbe passata in secondo piano.
"Si" Rispose prontamente l'ufficiale scientifico "Sono convinto che il campo distorsivo sia di origine biologica. Siamo tutti a conoscenza delle possibilità di alcune specie telepatiche, non dobbiamo stupirci se una mente comune di queste dimensioni può generare così tanto ... rumore..."
"Ma come può tornarci utile questa scoperta?" chiese il consigliere Des Ayes.
"Non ne sono certo ... ma credo che come loro sono in grado di offuscare le nostre apparecchiature noi siamo in grado di disturbare la loro rete globale, falsando dei dati e magari anche disattivarla utilizzando solo un po di ingegno e..."
"...e...?" domandò Tracey.
"... e uno o più individui con capacità telepatiche che facciano da... diciamo da perno di sfondamento..."
Se l'ufficiale scientifico aveva ragione quella poteva essere la mossa che avrebbe cambiato completamente il risultato della partita. Ma Tracey sentiva che aveva ragione. Sapeva che le sue capacità empatiche erano limitate, perfino per un mezzosangue, ma la vicinanza a tutte quelle "menti" doveva aver sicuramente originato il suo mal di testa.
"Lo sconsiglio caldamente..." intervenne il medico che fino ad allora era rimasto ad ascoltare in silenzio.
"Qualora fosse anche vero quello che lei sostiene è molto probabile che la breccia nella rete causi una retroazione all'interno della mente di chi la sta aprendo e quindi un sovraccarico neurale. Parliamo di una coscienza di milioni, forse miliardi di individui..."
Tracey smise di ascoltare il dottore in quel preciso istante. Non gli erano mai andati a genio e dopo che ne aveva sposato una le cose non erano certo migliorate. Ma non poteva dissentire su di un fatto, il o i perni avrebbero subito una pressione mentale non certo indifferente, come quella che stava affrontando lui in fondo, anche se in altra maniera.
"Fra il personale a terra abbiamo individui adatti allo scopo?" domandò interrompendo bruscamente il dottore che continuava a parlare.
"All'interno delle due squadre l'unica persona dotata di capacità telepatiche è la dottoressa T'Laria ma i vulcaniani..."
"Contattate la Montblanc e il loro team e riferite la nostra teoria..."
Ancora non si capacitava di come era riuscito a diventare capitano prendendo decisioni così impulsive, ma spesso erano anche quelle giuste. Così mentre si alzava dalla sua postazione aggiunse.
"...ditegli che formeremo un team di telepati volontari, possibilmente esperti e di fare altrettanto ... qualche mente in più potrebbe farmi comodo laggiù..."
Il volto del primo ufficiale letteralmente sbiancò.
"Signore intende scendere con loro? ma..."
"Io sono dotato di poteri empatici. Io sono il capitano. Questa è una mia decisione... un uomo in più può fare la differenza laggiù e io non mi coprirò certo dietro i miei gradi... " Rispose Tracey zittendolo in tono brusco e fulminandolo con lo sguardo, per poi spostare lo sguardo su tutti i presenti per zittire qualsiasi altra protesta "... informate le squadre a terra di attaccare utilizzando tattiche mordi e fuggi e di ripiegare al primo segno di pericolo. Dobbiamo guadagnare tempo..."

Kor'n'Tha (Sin'Tau) &ndash USS Meleager - Stiva di carico 2
Contemporaneamente




La vista di Francesca iniziava ad appannarsi, probabilmente a causa del veleno contenuto all'interno delle spine della pianta che la teneva segregata.Cercò però di non mostrare la sua debolezza al capitano Michaels che invece continuava nel suo monologo.
"La nostra specie diverrà ben presto la specie dominante... siamo in continuo miglioramento ed evoluzione ... anche adesso, mentre le sto parlando il mio cervello sta formando milioni di nuovi percorsi sinaptici che..."
"Evoluzione ... rubando le conoscenze altrui?" lo interruppe Francesca, accorgendosi di iniziare ad avere anche il respiro affannato. Ora che aveva ottenuto delle informazioni doveva andarsene di lì al più presto. Michaels inarcò un baffo soffiando aria dal naso come se fosse un toro pronto alla carica.
"Deriviamo dai parassiti infondo e come tali ci siamo evoluti... purtroppo questa evoluzione ci costringe a cercare innesti di dna esterno per procreare ..." Michaels abbassò la voce avvicinandosi all'orecchio di Francesca con il suo sorriso ancora stampato sulle labbra, come se stesse rivelando un buffo segreto "... siamo impossibilitati a riprodurci usando il dna dei nostri simili... scherzi dell'evoluzione, che ci vuole fare..."
Fece una breve pausa, riportando il suo tono alla normalità e cambiando totalmente discorso.
"Sa... mi dispiace per il suo amico che abbiamo ucciso ... il piano originale prevedeva di catturarvi tutti assieme ma quell'idiota ha voluto fare di testa sua... questo però forse non è un male... voi mammiferi tendete a perdere il controllo davanti alla morte di un vostro simile..."
D'un tratto, di punto in bianco, Michaels tirava fuori la storia di Bergstain. Quell'uomo o qualunque cosa fosse era un enigma vivente.
"Glielo ripeto ... perché state facendo tutto questo... perché mi ha raccontato tutto su di voi..."
Il capitano inarcò nuovamente un baffo in una sorta sorriso appena accennato, l'ennesimo sardonico sorriso in cui si era prodotto in quella strana chiacchierata. Poi, con un candore angelico rispose alla domanda di Francesca.
"Dovevo pur passare il tempo mentre attendevo che i suoi amici cadessero nella nostra trappola..."

Kor'n'Tha (Sin'Tau) &ndash Rovine.
24 maggio 2390 - ore 22:24 data stellare: 67394.34


Nathalie era sgusciata fuori dalla nave appena aveva potuto. Sapeva come nascondere la propria presenza all'interno della grande foresta, non era difficile, lei era parzialmente una di loro, ma non sapeva come nascondere la propria assenza. Chiunque l'avesse cercata si sarebbe accorto che non era all'interno della Meleager e in una situazione del genere una passeggiata notturna non era nemmeno lontanamente contemplata. Ma doveva sapere, doveva intervenire. Mentre scendeva le scale scivolose delle Rovine Eterne non potè fare a meno di guardarsi attorno. Nessuno sapeva chi aveva costruito quelle rovine, ma erano lì da migliaia d'anni anche se stranamente erano coperte di arbusti in maniera minore della Meleager. La memoria istintiva che aveva ereditato le ricordava chiaramente dalla notte dei tempi. Forse erano le vestigia di una civiltà estinta o forse la loro costruzione era stata cancellata dalla memoria degl'abitanti di Kor'nTha. Non sapeva nemmeno se una cosa del genere si potesse fare a dir la verità, ma non avrebbe avuto molto senso in ogni caso dato che la maggior parte degl'abitanti del pianeta era poco più di un arbusto semovibile. Ci mise quasi quaranta minuti di passo svelto a percorrere per intero quelle scale ed arrivare alla Camera. Nessuna memoria arrivava fin lì, ne umana ne vegetale. I federali avevano appena iniziato l'esplorazione delle rovine, ma erano stupidamente partiti dalle grandi strutture simili a piramidi che decoravano e circondavano il vero ingresso da cui lei era scesa, e che altro non era che un buco nel terreno. Alla loro specie invece era addirittura interdetto avvicinarsi alle rovine, forse era per quello che c'erano così pochi arbusti. Il cuore le batteva all'impazzata mentre si avvicinava con lo sguardo piantato sul terreno ad una gigantesca sagoma seminascosta nell'oscurità. Aprì le mani avvicinandosi ad un enorme groviglio di radici che si propagavano verso la superficie e deglutendo a fatica alzò lentamente lo sguardo. Un enorme bozzolo pulsante grande quanto un palazzo si stagliava nella luce fioca proveniente da chissà dove. Il Thokor'n Thar, o meglio, uno dei suoi gangli superficiali. Sapeva che il corpo principale dell'essere era molto più in profondità, praticamente al centro del pianeta e che era estremamente più grande di quello che aveva davanti. Rimase impietrita per una manciata di secondi osservando ciò che non le era permesso osservare mentre il cuore che già prima batteva all'impazzata ora le sfondava la cassa toracica, quasi come se quel battito ritmico servisse realmente a pompare il sangue all'interno del suo corpo. Poi socchiudendo gli occhi ed estraendo un pugnale ricurvo che aveva portato al fianco del phaser iniziò a parlare.
"Thokor'n Thar nee Thalek o Shira. Ratanah melù t'Chora."
Come per le rovine, nessuno sapeva l'origine del loro linguaggio, gli ibridi erano gli unici esseri dotati del dono della parola mai nati su Kor'nTha, ma tutti i figli del Pianeta Verde lo custodivano all'interno delle proprie memorie e quindi tutti conoscevano il significato delle parole che aveva appena pronunciato "Custode della Memoria ascolta il mio lamento. Condividi con me il tuo eterno sapere."
Nathalie prese fra le mani una delle radici poste più in alto e la staccò dolcemente dal terreno con reverenziale delicatezza, dopodiché si sedette a gambe incrociate sul pavimento chiudendo gli occhi.
Quello che stava per fare sarebbe stato doloroso, ma era l'unica strada da percorre per comunicare direttamente con lui. Prese il coltello fra le mani e abbassò la testa, deglutendo un paio di volte prima di avvicinare il pugnale alla base del cranio. Un incisione piccola ma profonda. Urlò di dolore, sentì il sangue scenderle sul collo e inondarle l'uniforme, ma non poteva fermarsi, non ancora almeno, doveva arrivare il più vicino possibile alle vertebre cervicali. Buttò il coltello a terra, incapace di tenerlo ancora fra quelle mani che non riuscivano a smettere di tremare ne ad applicare la forza adeguata a tener stretto il tagliente attrezzo. A fatica prese la grossa radice e l'avvicinò alla sanguinante ferita. La sua vista iniziava ad annebbiarsi. Piccoli germogli scaturirono dalla radice immediatamente a contatto col sangue per poi dirigersi all'interno della ferita. Avvertì un'intensa fitta, come di un ago che le penetrasse nel cervello e poi migliaia e migliaia di immagini, suoni e odori le inondarono la mente come un fiume in piena. Viaggiò fra le epoche di Kor'nTha osservando la nascita e la morte di specie estinte da secoli, vide il primo vegetale dotato di una minima coscienza e poi il primo capace di muoversi in autonomia. Gli stimoli esterni divennero nulli per lei, il dolore che quella marea di informazioni le provocava, il sangue che le ruscellava dal naso e perfino il tempo che scorreva non aveva più alcuna importanza, perché semplicemente non riusciva a percepirlo. Finite le immagini, i suoni e tutto il resto si rese conto di non sapere quanto tempo fosse passato, ma ci mise comunque una decina di minuti per metabolizzare appena una minima frazione di quello che aveva visto. Il Thokor'n Thar non comunicava in alcun linguaggio specifico,solo attraverso le immagini i suoni e le emozioni che aveva immagazzinato in quattro millenni di esistenza. Inizialmente le risultò difficile capire le sue volontà, ma pian piano divenne sempre più semplice, finchè capì che le sue preoccupazioni erano giuste.
"Dobbiamo fermarlo ... stiamo sbagliando tutto ..."