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USS ERINLE - MISSIONE 07 RSS USS ERINLE - Missione 07

07.05 "ARVOLES, o come un imbroglio venne alla luce"

di Ezra Madrigali, Pubblicato il 06-09-2023

SOL III, maggio 2403, San Francisco - Accademia della Flotta Stellare, Dipartimento di Medicina, Pronto Soccorso Beta2, ore 7:45


Il Pronto soccorso del campus dell'Accademia viveva, come la maggior parte dei servizi preposti alle urgenze, di flussi discontinui. Sembrava non esserci una regola definita. Ezra infatti, dopo qualche giorno di servizio, aveva cercato di tracciare una sorta di trend degli accessi delle urgenze ma si era trovato di fronte a variabili piuttosto aleatorie. E amareggiato aveva deciso di viversi questa limitata esperienza ospedaliera così come veniva.
Infatti, in attesa del rientro della USS Erinle dalla sua ultima missione, era stato distaccato dal Comando a prestare servizio presso il Dipartimento di Medicina della Flotta dell'Accademia. Di fatto affiancava i docenti con cattedra nella didattica e copriva turni al pronto soccorso come responsabile medico, mentre Zod, la sua compagna, era stata presa nello staff di comando del dipartimento, beata lei. E così, come in questa domenica mattina di un maggio dall'anomala umidità, era entrato nel suo laboratorio, accolto da un pervasivo odore di disinfettante felicemente coniugato con una totale asetticità, insieme all'usuale frenesia di medici ed infermieri presi dalle attività preliminari.
Ezra entrò e saluto con cordiale vigore i colleghi. "Situazione?" chiese sereno. L'infermiere Ashlon, un trill specializzando, carico di entusiasmo: "Per ora nessun paziente. Stiamo facendo diagnostici sui sistemi e check dell'inventario dei farmaci". Lui fece un cenno d'assenso. "Allora, un po' di musica? Cosa ne dite?", chiese l'ufficiale superiore e raccolse sorrisi ed espressioni affermative. "Computer, Avishai Cohen, Arvoles", disse a voce bassa, mentre in pochi secondi la stanza si riempì delle sonorità intimiste del basso pizzicato e del piano jazz dell'artista israeliano, che gli offrivano una sorta di elevazione. Ezra aveva studiato come questa sensazione fosse stata approfondita nel XXI secolo dal filosofo e rabbino inglese Sir Jonathan Sacks che aveva affermato, in quel periodo inquieto precedente la Terza Guerra Mondiale, che non c'era nulla di casuale nella connessione tra musica e spirito. Tutto pareva avere origini nella prima azione che gli ebrei avevano fatto appena usciti dall'Egitto, quando uniti per la prima volta come un'entità sociale, tra le mille cose che potevano fare decisero di mettersi a cantare. Sarà stato istintivo o meno, di fatto nella storia del popolo di Ezra, che annoverava attraverso i secoli tanti artisti nell'ambito della musica, l'immagine dell'arpa del Re David, appesa sulla parete alla testata del letto le cui corde producevano note alla brezza notturna, era ben impressa nell'immaginario collettivo. La musica, aveva detto lo scrittore inglese di fine 800 Arnold Bennett, è "un linguaggio che solo l'anima comprende ma che l'anima non può mai tradurre. Il Tenente comandante Madrigali, il cui stesso cognome richiamava il canto, catturato da questi pensieri, iniziò a preparare gli strumenti diagnostici quando la porta automatica scivolò di lato, facendo entrare uno studente dell'Accademia, la pelle verde degli Orioniani e un'espressione sul volto tutt'altro che serena.
"Professore, mi scusi.., credo di avere un problema".
Ezra guardò il suo stato confusionale e pensò: "forse più di uno", a cui aggiunse la personale riflessione sul non essere per nulla abituato ad essere chiamato professore dato che tecnicamente non lo era. Lo fece accomodare sul Biolettino. "Che succede ragazzo? Nome e numero di matricola".
"Ecco. Questo è il problema: non ricordo chi sono". Indossava la divisa da cadetto, dipartimento scientifico.
Ezra alzò un sopracciglio. "E' successo qualcosa questa mattina?".
"Ah..è mattina? No, non ricordo nulla di particolare". Ezra fece un cenno ad un infermiere che rientrava nel suo campo visivo.
Un infermiere prese il tricorder medico e lo passò sul capo. Erano riscontrabili delle alterazioni negli schemi neurali, ma difficile da pensare che potessero incidere così in modo significativo sulla memoria.
"Dove ti trovi?", chiese l'infermiere. Il ragazzo alzò gli occhi. "Credo di essere entrato in un'infermeria".
"Ok, ma cosa hai fatto questa mattina prima di entrare da me?"
Lui sembrò rifletterci. Ricordo solo di essermi trovato in un piazzale".
"Di colpo? E prima dove ti trovavi?", chiese non senza perplessità il Tenente comandante Madrigali.
"Ehm, non ricordo. Però c'era comunque molta confusione. Questo lo riesco a ricordare".
"Ok, Signor non-so-chi-sono, ti sottopongo ad un diagnostico completo. Cercherò di monitorare tutti i tuoi parametri per capire cosa ti sta capitando. Sei comunque un cadetto della Flotta Stellare. Dipartimento Scientifico, stando all'uniforme. Questo ti dice qualcosa?"
L'orioniano cercò di fare un sorriso "Immagino che dovrebbe". Ezra fece un cenno d'assenso: ottimo, pensò eufemisticamente.
L'infermiere fece sdraiare il ragazzo e avviò la scansione completa, mentre la portà si aprì di nuovo. Si trattava di una ragazza terrestre questa volta, che appariva però altrettanto tesa e preoccupata.
"Posso esserle d'aiuto?", chiese Ezra.
"Io, non so dove mi trovo, ...non so chi sono...". Ezra e Ashlon la guardarono allarmati e diedero in contemporanea uno sguardo rapido anche all'orioniano, poi Ashlon disse: "Venga, si accomodi anche lei sul lettino che vediamo. Direi che sia in buona compagnia".
Lei si fece accompagnare preoccupata e i bio scan iniziarono a tracciare lo stato della paziente che presentava i medesimi percorsi neurali alterati senza però generare un quadro diagnostico grave.
"Si ricorda l'ultima cosa che stava facendo?", chiese l'infermiere accanto al biolettino alla ragazza.
Lei, dai cui occhi si poteva percepire una paura quasi paralizzante, rispose: "..ricordo un bar. Non so dirle quale, ma c'era tanta gente che faceva colazione, ricordi le luci del giorno, e poi...una luce, e mi sono trovata qui".
Ezra ascoltò e alzò un sopracciglio, ma un'idea prese forma nella mente: "Computer ricostruire le posizioni del badge comm della paziente".
Il computer elaborò in pochi secondi: << sono state rilevate 45 posizioni diverse nel campus>>.
"Non male, Computer: individua se tra queste localizzazioni c'è uno o più bar?".
In quel momento apparvero altre tre persone alla porta del Pronto soccorso, dalla cui espressione Ezra reagì prontamente nel farli accomodare anche loro nei lettini e attirò subito l'attenzione di tutti i presenti al Pronto soccorso. "Ufficiali medici e sottoufficiali qui un attimo!".
Gli ufficiali specializzandi si radunarono intorno ad Ezra Madrigali. Ezra attivò anche il MOE per avere un accesso rapido a multipli consulti. Il medico olografico si unì al gruppo immediatamente: "Precisa la natura del problema", disse l'ologramma dalle fattezze del dottor Lewis Zimmerman, contenente informazioni da più di 3000 culture, l'esperienza personale di 47 chirurghi, 2000 riferimenti medici, la capacità di applicare cinque milioni di terapie, e il solo eterno dubbio sul perché esistessero ancora i medici come in carne ed ossa.
"Non ne abbiamo idea: i pazienti affermano di non avere memoria. Sto cercando di rintracciare i luoghi visitati", rispose Ezra all'ologramma, guardando i colleghi radunati intorno al capo medico nello stile di una squadra sportiva.
<>, interruppe il Computer.
Mentre il MOE si accingeva a guardare i valori dei diagnostici di tutti i pazienti, attingendo direttamente al reporting della strumentazione, Ashlon incalzò il computer: "Il locale è comune a tutti i pazienti presenti?"
In quel momento arrivò una chiamata dal sistema di comunicazione generale del Pronto Soccorso. Ezra alzò gli occhi al cielo: "Qui Pronto Soccorso Beta2", rispose.
Nell'ologramma video prese forma il volto teso e serio di Zod: "Ezra abbiamo un problema: ci sono almeno una decina di studenti che stanno vagando per il campus senza una meta. La vigilanza li ha fermati in vari punti e tutti dicono di non ricordarsi nulla, a partire dalla loro stessa identità".
Ezra iniziava a sentire che la situazione stava andando fuori controllo. "Di male in peggio, allora. Qui ho cinque pazienti adesso ricoverati con lo stesso problema. Stiamo tutti cercando di avere qualche elemento in più. Dai ordine di teletrasportare tutti i ragazzi vaganti nel campus, direttamente qui". Poi guardò il suo team di lavoro: "Signori, teniamoci pronti!". E tutti corsero a predisporre i biolettini ed impostare i diagnostici.
E così accadde, e così i pazienti salirono in pochi minuti a venti: la Emergency Room era diventata un affollato ricovero di ragazzi tra i diciotto e i venticinque anni che si lamentavano o parlavano preoccupati, privi di identità e qualsiasi forma di minima consapevolezza spazio-temporale. Una sorta di resort per adolescenti, dove il personale correva da una postazione all'altra.
Arrivò il responso del Computer: << AFFERMATIVO. Il bar è una comune posizione a tutti i soggetti individuati nella fascia oraria 7:15-7:35>>. Ashlon rimase sorpreso dal dato e incrociò lo sguardo del personale infermieristico.
Il MOE guardò, per quanto un ologramma possa farlo in realtà, Ezra. "Dobbiamo capire cosa è successo nel bar. Possibilità generali: contagio virale, fenomeno isterico di massa, intossicazione da elemento ingerito o respirato, allergia, reazione ad esposizione batteriologica."
"Stop, sono tutte cause che avrebbero lasciato delle tracce fisiche nei pazienti. L'unica cosa che vediamo in tutti è una leggera scompensazione dei percorsi neurali dei pazienti", aggiunse di risposta Ashlon, osservando la reazione di Ezra e non degnando di attenzione. I trill non erano così in zona comfort con le IA e preferivano la relazione, data la prospettiva antropologica insita nel profondo legame con i simbionti.
Il MOE inclinò il capo di lato: "Considerazione solo parzialmente corretta: la reazione fisica all'esposizione ad agenti batteriologici può essere di varia natura, ad esempio".
Intervenne Ezra: "Ok, ma quale probabilità reale abbiamo che ci sia stato un attacco batteriologico che abbia passato i bio filtri del campus dell'Accademia? E pressoché irreale". E fece seguito Ashlon: "Abbiamo una comparazione con un caso di simile alterazione neurale?".
Il personale medico, mentre correva da un lettino all'altro per monitorare, calmare e in certi casi sedare i ragazzi, attirò l'attenzione digitale del MOE che aggiunse: "Una simile alterazione è stata rinvenuta nel 2145 in un caso di teletrasporto malfunzionante".
Ezra sbarrò gli occhi" Ehi! Ashlon: questa non è una cosa da poco!". Non ci aveva pensato inizialmente, ma ora la cosa assumeva una veste logica. Poi rivolto al computer, "Computer le 545 posizioni diverse nel campus della ragazza sono state rilevate a causa di una successione rapida di teletrasporti?".
Il computer elaborò in pochi secondi la risposta: << Affermativa. La paziente indagata presenta quarantacinque diversi teletrasporti in serie dalle 7:20 alle 7:47>>.
Uno specializzando tellarita si permise di esprimere un parere e, alzando il suo sopracciglio destro, disse: "la dislocazione multipla spazio temporale crea fenomeno di disorientamento e se ripetuto in un numero così elevato può aver generato piccole alterazioni temporali delle sinapsi e, rimosso temporaneamente la percezione dello spazio tempo nei passaggi. In poche parole le serie ripetute di teletrasporti li ha resi smemorati".
"Grazie...Signor?, chiese Ezra. "Brok, Signore. Specializzando in medicina." Ezra gli rispose: "ottimo, dobbiamo però capire cosa ha generato questi teletrasporti".
"Non sono un ingegnere. Però credo che..." iniziò Brok, ma Ezra lo fermò alzando la mano e guardandolo male. "Diamo dei sedativi a tutti i pazienti, prima di ogni elucubrazione. Credo che con un paio di ore di riposo le connessioni neurali possano ridurre o far scomparire le anomalie e, di conseguenza, far riavere ai ragazzi la memoria indietro".
"Credo che la sua soluzione sia probabilisticamente la più azzeccata", disse Brok a cui si era affiancato il curioso ed efficiente Ashlon.
Ezra fece un cenno d'assenso e fece un sospiro di sollievo. Ma non avevano finito, non ancora. "Computer disattiva tutti i badge dei pazienti". Infatti qualora fosse confermato un problema di malfunzionamento del teletrasporto, qualunque fenomeno fosse intervenuto a causarlo doveva aver agito agganciando le tracce nel bar dei badgecomm. Disattivando i badge almeno evitava che la situazione potesse ripetersi.
Stanco, Ezra si sedette alla consolle. "Computer riattiva Arvoles, volume basso". La musica sembrò avere un effetto calmante e terapeutico e sorridendo tra sé aprì un canale con Zod.
"Ezra, come va?", chiese la ragazza i cui toni duri spesso nascondevano tante fragilità.
"Meglio. Credo che con un po' di riposo la situazione possa medicalmente tornare alla normalità. Ma devi aiutarmi nel trovare una riposta a ciò che possa aver generato questa situazione", e le raccontò rapidamente le deduzioni a cui erano giunti lui e il bisbetico MOE, compreso questo famigerato bar, le 4 Stelle, da cui tutto era partito con un'attivazione anomala di una serie di teletrasporti.
Lei lo guardò attenta. "Andiamo a vedere questo locale", disse lei. Ezra osservò come, sebbene ci fosse il MOE attivo e forse da lì a trenta minuti sarebbero arrivati altri medici, la responsabilità dei pazienti fosse sua e che non poteva allontanarsi.
"Va bene, concordo. Vado a vedere io e mi porto un ingegnere con me. Ti aggiorno, a dopo." Fece una pausa, "Ne abbiamo viste ben di peggio" e accennò ad un sorriso, "Resisti. Cerchiamo di scoprirlo presto. Zod chiudo".
Lui si buttò sullo schienale della poltroncina. "Situazione, Signori Ashlon e Brok?", chiese rivolto ai due giovani che erano diventati ufficialmente i suoi aiutanti di campo.
"Come potete sentire il silenzio diffuso è espressione dell'effetto dei sedativi e...della musica". Ezra sorrise e fece alzare di un punto il volume.



SOL III, maggio 2403, San Francisco - Accademia della Flotta Stellare, Dipartimento di Medicina, Pronto Soccorso Beta2, ore 9:15


"Ci siamo, forse. Abbiamo alcuni elementi utili", disse Zod dal badgecomm, essendo ancora in sopralluogo.
"Procedi", disse Ezra curioso. Zod gli spiegò che il locale aveva una propria unità di teletrasporto e che la divisione Ingegneria aveva rilevato una modifica agli schemi logici. Un po' come nei cervelli dei pazienti c'era stata un'alterazione. Ma ancora non era chiara la sorgente di questa alterazione. In qualche modo inspiegabile il teletrasporto era stato sollecitato ad andare fuori fase e, senza controllo logico, aveva progressivamente agganciato i clienti del bar, sottoponendoli a ripetute fasi di teletrasporti, mandandoli in giro senza nesso spaziale, nel campus.
Ezra sembrava pensieroso, soprattutto al concetto che la sorgente del problema potesse essere esterna.
Guardò i due colleghi: "Posso chiedervi cosa vi viene in mente nel sentire questa dinamica?", chiese Ezra
Brok, i cu i standard comunicativi tellariti erano meno formali e rispettosi di quelli umani, si lasciò scappare: "Non sono un indovino, tantomeno mi cimento in giochi di logica".
Ezra sorrise e fece un cenno d'assenso "Indubbiamente". Ashlon allora cercò di alleggerire i toni e aggiunse: "Tornando alla domanda, credo che sia una sorta di over reaction di un sistema."
"Come un'allergia!" si lasciò scappare con enfasi Ezra, con Brok che di colpo faceva un cenno di assenso.
"Esattamente. Ma la tecnologia può essere allergica?". Madrigali corse al computer e chiamò ZOD sul badge =/\= "Scusami. È solo una teoria. Ma possono esserci in zona dei fattori ambientali che possono aver interagito e sollecitato il teletrasporto? =/\=
Lei fece una pausa: "Ambientale?", chiese stupita. "Tipo?".
"I miei collaboratori non sono indovini, come io non sono un ingegnere, ma pensa alle muffe, alle spore fungine, esse alterano i materiali ad esempio". Aggiunse Ezra.



SOL III, maggio 2403, San Francisco - Accademia della Flotta Stellare, Bar LE 4 STELLE, ore 9:18


Zod Elyar si toccò il suo orecchino bajoriano. Pur avendo solo origini lontane bajoriane il gesto aveva per lei una valenza quasi scaramantica. Era come se la struttura della sua tradizione culturale, un po' come accadeva a livello psicologico con Ezra nei confronti dell'ebraismo, le desse una forza e sicurezza necessaria in certi momenti. Iniziò a guardarsi intorno. Anche lei era un medico, specializzata in virologia, non nella ricerca di una sorta di allergene che potesse interagire con i circuiti di un Teletrasporto. Fece un cenno d'assenso al giovanissimo Tenente Amir Hassan, un ufficiale della divisione ingegneria di origini palestinesi.
"Allora, Amir, dobbiamo trovare un elemento esterno al locale. Qualcosa che può essersi introdotto e plausibilmente per vie aeree e aver interagito con i circuiti", disse lei.
Amir Hassan fece un cenno d'assenso "Interagire come ossidare?", chiese ancora sbalordito il ragazzo mediorientale, tra i primi della sua classe per intuizione e competenze. Paragonato ad un enfant prodige.
"Non ti so dire se si tratta di ossidazione o di qualche altra reazione chimico fisica. Ma siamo nel dominio dell'azione sui materiali. Ci sono elementi aggredibili dall'esterno in un teletrasporto?", chiese pensando all'analogia con il corpo umano.
Lui si guardò attorno, poi vagheggiando con la mente alla ricerca di una risposta, disse: "Dunque un teletrasporto ha componenti di vari materiali, ma quella più facilmente aggredibile a livello chimico è la ceramica degli induttori ceramici. Il materiale può rispondere ad aggressioni chimiche."
"E queste aggressioni, se esistite, potrebbero aver causato l'alterazione degli schemi logici del teletrasporto?", chiese lei.
"Perché no?! È plausibile dopo tutto". Aggiunse alzando le spalle. "Il più è capire quale tipo di agente aggressivo...come diceva lei dovrebbe provenire dall'esterno". E ad ampi passi uscì dal locale trovandosi in una piazzetta del campus. Si guardò intorno. Dietro di lui arrivò Zod che d'istinto estrasse il tricorder medico.
Dopo pochi secondi ad entrambi scappò un: "Interessante!", proclamato quasi in coro.



SOL III, maggio 2403, San Francisco - Accademia della Flotta Stellare, Dipartimento di Medicina, ore 9:45


I pazienti stavano ancora lasciandosi andare tra le braccia di Morfeo, il MOE era ancora attivo e monitorava i parametri, un paio di medici si erano aggiunti in support ed Ezra, più positivo del solito, stava osservando la progressiva ripresa dei tradizionali pattern neurali, quando arrivò la video chiamata di Zod dal comando dell'Accademia.
La sua immagine, quando si materializzò la fece apparire serena e, anomalo per le sue origini bajoriane, quasi sorridente. Le sue belle labbra incurvate le davano un'aria ironica.
"Ezra, forse abbiamo risolto. Sei pronto?". Lui incrociò le mani davanti al volto: "Come sempre".
E gli raccontò, con voce elettrizzata, come nella piazza su cui si affacciava il Bar erano stati piantati da pochi giorni degli alberi provenienti da Ferenginar, pianeta per natura umido e piovoso. Era ovviamente una specie arborea molto rara per la terra, con chiome di colore viola intenso e un fusto nodoso di colore quasi simile all'ebano. L'albero, non ancora del tutto noto ai botanici della terra, in rare circostanze climatiche, una combinazione tra temperatura e umidità, poteva emettere delle spore. Circostanze che nell'umida città di San Francisco, avevano una probabilità del 3% su base annua. Queste spore a loro volta, entrate per via aerea nel bar, avevano alterato gli schemi della tecnologia, in particolare modificata la struttura fisica di alcuni collettori ceramici, che a loro volta avevano indotto uno schema logico diverso nel teletrasporto del locale.
Lui trattenne una risata. Dopo tutto era stata una specie di allergia sul serio. Il MOE accanto a lui faceva vistosi cenni con il capo di soddisfazione.
"Ma la cosa che ci ha colpito è che questi alberi ci sono stati letteralmente donati dal governo Ferengi".
"Donati? Dai Ferengi?" osservò divertito Ezra.
"Esatto. Devi sapere che uno dei rami commerciali intergalattici attualmente più redditizi è proprio quello dei componenti ceramici. E sono pure costosi, data la difficoltà di produzione a partire dal sistema estrattivo!"
Lui non poteva crederci. Era stato una strategia commerciale. Un brutale imbroglio, ben camuffato.
"E gli alberi, adesso?" chiese l'ufficiale medico, mentre dietro di lui si era raccolta la maggior parte dello staff medico, per ascoltare la fine di tutto.
"Sono stati subito sostituiti da bellissimi e noti pini marittimi."
E l'album Arvoles in quel esatto momento finì la sua ultima traccia, "Face me".
"Verranno riconsegnati a Ferenginar...magari evitando un teletrasporto", concluse un po' divertita anche Zod.
E anche lo staff medico, da Brok, Ashlon a tutti gli infermieri, fece seguire la frase con un sorriso.