USS ERINLE
presenta
Missione 7
Missione 07
Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS ERINLE,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM
Starfleet Italy
Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS ERINLE, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.
Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.
Anno pubblicazione 2023
www.starfleetitaly.it | USS ERINLE
Equipaggio

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Capitano Sidzi Drax Ajen Capitano
| Tenente Trevix Capo Operazioni
| Tenente Alexis Draen Ingegnere Capo
| Tenente Comandante Ezra Madrigali Ufficiale Medico Capo
| Tenente Shinead O'Lauglin Ufficiale Scientifico Capo
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Tenente Robert Naholo Ufficiale SEC/TAC
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Autori
Capitano Sidzi Drax Ajen Silvia Brunati
| Capo Operazioni Trevix Nazareno Marzetti
| Ingegnere Capo Alexis Draen nd nd
| Ufficiale Medico Capo Ezra Madrigali Roberto Battistini
| Ufficiale Scientifico Capo Shinead O'Lauglin nd nd
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Ufficiale SEC/TAC Robert Naholo Fabio Ormindelli
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Sommario
Sinossi
07.00 - Per il primo giro di birra
07.01 - Di licenze, missioni e segreti
07.02 - Viva gli sposi! Addio agli sposi
07.03 - Ritorno al passato
07.04 - Vecchi amici e vecchi lavori
07.05 - ARVOLES, o come un imbroglio venne alla luce
07.06 - A casa
07.07 - Polvere Cosmica
07.08 - Polvere di stelle
Sinossi
Descrizione temporanea
07.00 - Per il primo giro di birra
Autore: Tenente Comandante Ezra Madrigali
Base stellare Yorktown,
Ottobre 2402
Il Tenente comandante Ezra Madrigali entrò nella zona lounge bar della stazione spaziale Yorktown, poco prima di quello che sul Sol III sarebbe stato il tramonto. Gli avventori, una gradevole e rumorosa mixitè di civili, per lo più dediti al commercio e ufficiali della flotta fuori servizio, iniziava ad affollarsi dato l'orario di inizio aperitivo. L'uomo, sulla cinquantina, si avvicinò al bancone con espressione stanca, seppur irrimediabilmente carica di vitalità.
"Signor Madrigali, cosa la porta a questo bar?", chiese l'andoriano dall'altra parte del bancone. Ezra fece un accenno di sorriso e rispose "principalmente la sete".
L'Andoriano aprì le braccia: "E' nel posto giusto, allora. Cosa le posso offrire?"
"Per altri quindici minuti nulla. Poi una birra ghiacciata", rispose Ezra appoggiando i gomiti al bancone.
"Come mai questa attesa?", chiese incuriosito il barista.
"Oggi è un giorno speciale nella mia tradizione. Seppur io non sia religioso, nel senso tradizionale, ci sono però degli aspetti della tradizione stessa che amo onorare. Ed oggi è uno di quei momenti".
"Non bevete fino al tramonto?" chiese ancora più animato dal voler scoprire il mistero della cultura di Madrigali.
"Vede il popolo da cui discendo oggi festeggia Yom Kippur. Si deve digiunare da liquidi e cibo e rappresenta un momento per riflettere sull'anno trascorso, sulla propria vita e sulle cose da mettere a posto. Una specie di espiazione delle proprie azioni e un occhio rivolto alla speranza del perdono".
"Interessante..interessante, allora aspettiamo questi 15 minuti magari raccontandomi di più del suo popolo".
Ezra fece un cenno d'assenso. " Le posso raccontare piuttosto una breve storia che, secondo me, è abbastanza simbolica della festa di oggi".
"E allora, per ricambiare questo suo racconto, offro io il primo giro di birra!", propose entusiasta l'Andoriano.
Ezra accolse la proposta e si schiarì la voce, che usciva da una gola piuttosto arsa per l'assenza del bere.
"In realtà questa storia mi è stata riferita dalla mia compagna, che ha origini bajoriane e un passato piuttosto interessante dal punto di vista culturale. Tutto ebbe inizio in un villaggio bajoriano durante il terribile periodo di occupazione Cardassiana. Il villaggio, un piccolo avamposto, sorgeva in un'area desertica dove per natura le risorse idriche erano limitate. La popolazione locale era solita approvvigionarsi d'acqua tramite pozzi di estrazione". Fece una pausa e guardò il barista, "nel territorio in cui sono nato l'acqua da diversi secoli è un bene raro e sistemi di estrazione tecnologicamente avanzati sono stati messi in piedi per fermare il processo di desertificazione e per garantire la dotazione idrica idonea per la popolazione. Ma su Bajor era un'altra cosa e i villaggi potevano fare ben poco affidamento sulla tecnologia, mentre i sistemi di estrazione collettivi restavano i più comuni. Ciò era purtroppo ben noto agli occupanti cardassiani e un po' alla volta riuscirono a prendere il totale controllo delle poche risorse idriche".
"Ma perché? Solo per piegare la popolazione?" chiese l'Andoriano.
"Piegare al proprio volere, che era la fornitura di schiave per il piacere e manodopera a costo zero per la costruzione delle proprie installazioni. La popolazione inizialmente non vide alternative all'accettare questa condizione. Le famiglie dovevano dissetare i propri figli, i contadini dovevano continuare la produzione agricola che sosteneva i villaggi, ma a lungo andare, e a ciò contribuì anche l'indomito e fiero carattere dei bajoriani, tutto questo divenne insostenibile. Madri, donne giovani sottratte alle loro famiglie solo per soddisfare i sordidi interessi dei Gul locali. Il senso di insofferenza sfociò nella costituzione di cellule ribelli i cui atti di sabotaggio alle installazioni dei Cardassiani, aveva come fine il minare la loro fiducia nel sistema da loro stessi costruito. Far capire che le cose, così non avrebbero continuato. I cardiassiani a loro volta iniziarono i rastrellamenti, il cercare di colpire innocenti cittadini per screditare la resistenza. Ma nei giovani la ribellione stava prendendo sempre più spazio. Uno di questi, che chiamerò Ral, vide massacrare davanti ai suoi occhi entrambi i genitori. Inutile dire che lui, rimasto orfano, divenne un abile combattente per la libertà. Avendo solo undici stagioni delle piogge, non gli venivano affidati compiti militari veri e propri, bensì si limitava a rubare l'acqua. Venne sopranominato "la volpe", quanto era scaltro nel saccheggiare i pozzi, muoversi nella notte senza essere visto dalle ronde cardassiane e riuscire a distribuire l'acqua trafugata a tutti. Era stimato ed affidabile agli occhi di tutto il villaggio. Le sue imprese divennero così famose che Ral, la volpe, divenne famoso in tutti i villaggi del territorio. Da lui dipendeva l'approvvigionamento idrico, la vita di tanti e mai deludeva nessuno".
"Qualcosa mi diche che le cose da un certo punto di vista stavano andando troppo bene, per proseguire", soggiunse con un tocco di amarezza il barista.
"Già, così è spesso la vita, per qualcuno. E Ral durante tutta l'occupazione aveva destato troppa attenzione nei cardassiani. Al punto che una notte, quando l'Occupazione era ormai finita e la Federazione aveva iniziato ad essere presente, Ral non arrivò nel villaggio per distribuire l'acqua. Tutti temevano il peggio e, effettivamente, avevano visto bene. Gli era stata tesa un trappola, una sorta di ritorsione per quella che aveva fatto durante l'Occupazione, da cui neppure il più abile toporagno del deserto poteva scappare. Venne circondato e pestato a sangue. Molti arti vennero fratturati e la violenza che subì fu tale se non fosse intervenuta la fortuna, o qualsiasi altra cosa che fosse, sarebbe morto di certo. Alcuni membri della Flotta Stellare, già operativi per seguire la fase di decomissioning cardassiana, riuscirono a trovare il corpo e ad allontanare i cardassiani. Così fu condotto a bordo di un vascello federale in orbita, portato d'urgenza nella sickbay, dove venne fatto il possibile per salvarlo. Ral rimase in vita. Non poteva più camminare, tantomeno parlare normalmente, ma la sua tenacia lo caratterizzava a tal punto che, nonostante le sue condizioni, decise di entrare nella Flotta Stellare. Entrò nell'Accademia e divenne un giovane ufficiale scientifico, esperto proprio in ingegneria idraulica. Per lui la flotta rappresentava la salvezza e la vita, ma oltre alla tenacia, ciò che maggiormente lo animava era l'odio per i cardassiani e, qualche volta, di nascosto aveva pure aiutato ciò che restava delle cellule Maquis."
"Mmm..si, ne ho sentito parlare", riflettè l'Andoriano. "Ma questo gli rovinò la carriera. Immagino"
"Ah no. Lui restava la Volpe nel cuore e nel cervello e non venne mai scoperto, ma le cellule Maquis un giorno gli riferirono che presso un remoto avamposto federale sarebbero arrivati in visita dei delegati cardassiani che erano stati attivi come Gul nel suo stesso territorio d'infanzia. Ral non poteva perdere l'occasione per ciò che bramava da sempre: la più crudele delle vendette. Così riuscì a farsi destinare a quella stazione nello stesso periodo della presenza dei cardassiani con una motivazione scientifica e con l'aiuto segreto dei Maquis preparò una trappola a sua volta. Riuscì a portare gli ex Gul in una sala ologrammi e, tolti i parametri di sicurezza, trasformò una serata piacevole in un incubo. Quando finalmente i cardassiani vennero catturati, lui si presentò a loro. Con grande dolore riconobbe tra loro il volto di due che avevano coordinato e eseguito il suo pestaggio. Non fece fatica a raccontare chi era e cosa gli avevano fatto. Osservò i due cardassiani. Vide il loro volto e per la prima volta trovò traccia nei loro occhi dello stesso terrore che aveva provato lui. Prese un fucile phaser, lo configurò sul livello letale e lo puntò alla testa del primo. Vide le lacrime scendere sulla pelle da rettile del cardassiano e si sentì implorare. Lui aveva avuto più dignità, non aveva supplicato. Non era andato alla ricerca delle pietà degli assalitori, a soli undici anni, ma qualcosa di inspiegabile, remoto e nascosto, in lui scattò. Si chiese per una frazione di secondo se era questo veramente ciò per cui aveva vissuto o se, nella vita, forse aveva appreso valori diversi. Si chiese se il loro sangue avesse lavato via la sua sofferenza. E capì che solo una cosa poteva allontanare per sempre il suo dolore: il perdono. Il tenente Ral abbassò il fucile, guardò un'ultima volta i suo aguzzini e scomparve dalla loro vista".
"Accidenti, questo non me lo aspettavo. Sorprendente!", disse data anche l'indole guerriera da Andoriano che albergava nel cuore del barista.
"Questo è il vero senso di Yom Kippur. L'espiazione e il perdono. Solo così l'Universo può migliorarsi. E tutto ciò al di là che si creda in un Dio o meno. E' un fatto", e Ezra si toccò il cuore, "di anima."
Il barista disse "Tenente Comandante Madrigali, è giunta l'ora per offrirle il primo giro di birra?"
Ezra guardò il Pad e sorridendo fece un cenno d'assenso, "Sì, è ora". Fece una pausa "Devo anche festeggiare il mio nuovo incarico: fra qualche mese sarò sulla USS Erinle e questa volta con la mia famiglia".
"Allora stasera abbiamo da bere in abbondanza", soggiunse l'Andoriano tirando fuori una bottiglia affusolata di birra andoriana.
Ezra rimase per un paio d'ore a parlare con il barista, poi ritornò nel suo alloggio. La porta si aprì e vide i suoi figli già addormentati nei loro letti e Sod nel letto matrimoniale che gli fece un sorriso complice: " Hai finito il Kippur?", chiese.
Ezra fece un cenno d'assenso, si sedette sul letto accanto a lei, che sentì facilmente l'odore di alcol.
"Non hai esagerato con la birra?", chiese.
Lui sorrise "Dovevo festeggiare il vostro arrivo e la nostra nuova casa".
Lei scosse la testa "Scommetto che avrai raccontato la solita storia acchiappa primo giro di birra del piccolo bajoriano ferito?", chiese lei toccandosi i capelli ricci castani.
Ezra fece un sospiro: "Sono così prevedibile per te?" poi concluse, "Però non ho romanzato troppo e non ho raccontato che era tuo padre".
I due si baciarono. L'indomani sarebbero partiti per Sol III e dove avrebbero atteso istruzioni per raggiungere la USS Erinle di ritorno dalla sua ultima missione.
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07.01 - Di licenze, missioni e segreti
Autore: Capitano Sidzi Drax Ajen
Sol III - San Francisco
Comando di Flotta - sala d'attesa dell'ammiraglio Clissohg jav Dehg
17 aprile 2403 - ore 08:15
Il capitano Sidzi Drax Ajen era seduta sulla poltroncina con il busto piegato in avanti, i gomiti posati sulle ginocchia e le mani strette fra di loro, e aspettava di essere ammessa nell'ufficio dell'ammiraglio. La gamba sinistra ballava leggermente, impaziente.
Quasi un anno di fermo per la Erinle, un anno in cui era stata fatta la manutenzione della nave (che ormai doveva essere perfetta considerato il tempo trascorso).
Quasi un anno in cui aveva cercato di indagare, con discrezione, sull'evoluzione delle indagini sulla colonia Chuldriel, scontrandosi contro muri di riservatezza e silenzio.
Ed aveva fatto lunghe sedute con il consigliere Soraya.
Ed aveva tenuto lezioni all'accademia.
Ed aveva fatto la ragnatela nella sala d'attesa dell'ammiraglio per sentirsi dire: "i lavori alla sua nave, non sono ancora finiti, quindi goda la licenza e si tolga dai piedi!"
Stavolta era diverso però, stavolta era stata Clissohg jav Dehg a convocarla e questo poteva solo indicare che c'erano delle novità.
Finalmente la segretaria andoriana le fece cenno di entrare. Drax si alzò di scatto, fece un paio di passi verso la porta dell'ufficio dell'ammiraglio e si fermò. Respirò a fondo e, solo quando fu sicura di avere il pieno controllo di sé, entrò.
La tellarite era seduta alla sua scrivania, con la solita espressione torva, e pestava le dita sulla consolle come se quella fosse un nemico. Dopo qualche secondo sbuffò e la fissò con un lungo sospiro seccato.
"Beh? Niente domande? Proteste? Lamentele, capitano Drax?" la apostrofò.
"Dopo l'ultima volta, signore, ho imparato ad aspettare che sia lei a parlare." Rispose lei cercando di mantenere l'espressione neutra.
"Umpfh! Si vede che finalmente un po' di sale le è entrato in quella zucca da Trill! Si segga, non mi faccia perdere tempo in convenevoli," le disse in tono sbrigativo indicando la poltrona davanti alla sua scrivania. "Sarà felice di sapere che la U.S.S. Erinle è pronta a ripartire, gli ordini arriveranno nei prossimi giorni." Le disse quando si fu seduta.
"Bene," fu la risposta sollevata di Drax, seguita, subito dopo, da uno sguardo incerto.
"Cosa c'è? Cosa c'è? Cosa c'è ancora? No, non posso dirle nulla di Chuldriel, quella missione non è più di vostra competenza e no, non ci sarà alcuna possibilità che veniate coinvolti in futuro. La situazione della sua nave si è sbloccata solo perché la gestione dell'intera vicenda al vostro ritorno non è stata gestita come piace a me."
Il capitano aprì e richiuse la bocca di scatto a quelle parole, ma l'ammiraglio continuò come se non ne avesse visto la reazione.
"Nessun membro della mia squadra deve essere interrogato senza che a) io ne sia informata e b) abbia approvato. Non mi fraintenda," aggiunse interrompendo nuovamente il tentativo di Drax di parlare, "avete sbagliato, ma le circostanze in cui è avvenuto il vostro sbaglio giustificano l'errore sia vostro che di quei finti ufficiali della U.S.S. Hope."
"Signore..."
"Non mi faccia la paternale sui finti ufficiali capitano! Sono bravi, ma hanno ancora tanto da imparare! Invece di difenderli pensi a risolvere i suoi di problemi, che loro sanno benissimo difendersi da soli!"
"Si signore," dopo tutti quei mesi, ormai, Drax aveva imparato quando era il caso di smetterla di discutere. L'ammiraglio emise una specie di grugnito di approvazione.
"Ora, gli ordini della vostra prossima missione arriveranno fra qualche giorno e, lo dico adesso e non lo ripeterò un'altra volta capitano, non riguarderanno né si avvicineranno nemmeno lontanamente al presunto capitano Landar."
"Si signore," rispose nuovamente Drax serrando la mascella.
"Aggiungo che, se per puro caso le capitasse di imbattersi in quel suo guardiamarina sotto copertura, lei non farà nulla per coinvolgere la sua nave ed il suo equipaggio in missioni che mettano a rischio l'intera operazione super segreta, sono stata chiara?"
"Si signore," mugugnò Drax.
"Non metta a rischio l'operazione di altri comandante," ripeté l'ammiraglio scandendo parola per parola, "sono ammesse solo missioni che riguardano la Erinle e il suo equipaggio. Chiaro? Il suo equipaggio."
Il capitano e l'ammiraglio si fissarono per alcuni lunghi secondi.
"Si signore," rispose di nuovo Drax trattenendo a stento un sorriso.
"Ora si tolga dai piedi! E buon volo".
Il capitano Sidzi Drax Ajen si alzò dalla poltrona, salutò l'ammiraglio e lasciò il suo ufficio a passo svelto.
Una volta fuori dall'ammiragliato trovò Toran ad attenderla. L'ornariano le lanciò uno sguardo interrogativo notandone l'espressione.
"Possiamo ripartire, dovremmo ricevere gli ordini di missione nei prossimi giorni" gli spiegò lei sorridendo. "E l'ammiraglio è stata molto chiara: non dobbiamo interferire con le missioni di altri."
Il primo ufficiale della Erinle non disse nulla mentre le camminava a fianco.
"Questo non vuol dire che se, ipoteticamente parlando, in un qualche futuro un certo guardiamarina in missione sotto copertura, cercasse di contattarci, noi non faremo di tutto per aiutare un membro del nostro equipaggio," proseguì Drax mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé. "Anche su questo è stata molto chiara."
"Oh," sul volto di Toran comparve un sorriso felino. "Bene."
"Dovremo essere molto discreti, signor Toran, e attenti."
"Lo saremmo, signore." Poi, dopo alcuni minuti di silenzio le chiese: "Sa già quale sarà la nostra prossima destinazione?"
Drax scosse la testa e strinse le spalle. "Può essere di tutto, Toran, di tutto.
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07.02 - Viva gli sposi! Addio agli sposi
Autore: Tenente Trevix
Sol III - San Francisco
Baia di San Francisco - Salone delle cerimonie
21 aprile 2403 - ore 11:15
L'officiante concluse il rito matrimoniale con il terrestre "E lo sposo può baciare la sposa". In platea tutti applaudirono, Trevix saltò letteralmente in piedi, superò le barriere di fiori poste intorno all'altare e, appena Ukoi e Casandra si staccarono, baciò prima il marito e poi la nuova moglie del marito.
"Non ti uccido perché ci sono troppi testimoni" gli disse Casandra nel suo abito da sposa che la faceva sembrare una bomboniera. "Ma non tentare la fortuna una seconda volta!"
"Non garantisco" rispose il denobulano ridendo "Oggi è il secondo giorno più felice della mia vita." Guardò verso Ukoi che ricambiò il sorriso.
Per Trevix quell'anno non è stato un anno perso, anzi. Pur non potendo partecipare come membro attivo dell'equipaggio, il tenente era stato ospite della Asceplius, dove aveva potuto trascorrere molto tempo con suo marito e Casandra, con la quale, oltre a litigare ogni ora del giorno, aveva portato a termine il nuovo firewall.
Il matrimonio tra Ukoi e Casandra era in programma già da tempo, ed era stato solo per puro caso che fosse avvenuto poco prima della ripartenza della Erinle.
Qualche ora dopo Trevix e Ukoi si trovarono a chiacchierare in un angolo appartato del ristorante dove Casandra ballava con tutti coloro che glielo chiedevano.
"Così la nostra convivenza è già finita" commentò Ukoi.
"Non fingere che ti dispiaccia. Non dovrai più sentire me e Casandra litigare."
"Ormai ci avevo fatto il callo. Perché non chiedi il trasferimento sulla Asceplius?"
"Perché mi sento molto legato alla Erinle. E tu perché non chiedi il trasferimento alla Erinle?"
"Sei matto? Quella nave porta sfiga! Pare che dovunque andiate ci sia qualcosa di pericoloso ad attendervi!"
Entrambi scoppiarono a ridere. Poi "Quando ripartite?"
"Non lo so."
"Forse facciamo in tempo a fare una parte della luna di miele insieme."
"Ah no. La luna di miele è solo per te e Casandra. Mi raccomando: voglio un figlioletto."
"Non garantisco."
Si baciarono. Poi Ukoi si alzò e tirò su anche Trevix. Il novello sposo tornò da Casandra, e Trevix li guardò ballare con le lacrime agli occhi.
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07.03 - Ritorno al passato
Autore: Tenente Alexis Draen
Sol III - San Francisco
Laboratorio informatico
21 Gennaio 2403 - ore 10:15
Alexis camminava lentamente tenendo le mani ben affondate nelle tasche dell'ampia felpa, si avvicinò alla cabina sollevando lo sguardo sul cartello presente sulle porte, snodo idrico 512, un sorriso le si dipinse sul volto mentre spostava la polvere dal lettore magnetico apponendovi, successivamente, una tessera.
Alcuni secondi dopo le porte si aprirono con un sonoro sbuffo, all'interno un ascensore la portò rapidamente a parecchi piani sotto terra.
All'apertura delle porte si trovò davanti il capitano Stepnov, anch'esso in abiti civili. "Capitano grazie di avermi dato accesso al nucleo" sorridendo ricordando come era chiamato scherzosamente il laboratorio informatico dell'intelligence.
Stepnov si girò lentamente osservando la sua vecchia studentessa "Tenente" fece un lieve sorriso "Difficile dire di no quando ti arriva una richiesta così tanto garbata e piena di trasporto."
Alexis sorrise leggermente "Si anche a me l'ammiraglio T'Li fa gelare il sangue nelle vene ogni volta che mi chiede qualcosa."
Sedutasi ad una delle poltroncine attivò il pannello olografico davanti a lei. Stepnov si accomodò al suo fianco "Si ma ancora non ho capito cosa dobbiamo fare."
L'ingegnere dell'Erinle annuì guardando lo schermo "Questa è una bellissima domanda. Domanda alla quale ho solo informazioni parziali. Qualcuno vuole avere accesso ad una ricerca che stavano sviluppando alla Tyrrell Corporation mentre ero impegnata là. Solo che era solo marginalmente legato a quello che facevo io," lanciò alcuni comandi che restituirono una serie di errori di accesso.
"Mhhh quindi un compito a casa decisamente arduo," commentò Stepnov osservando gli errori che comparivano allo schermo
La donna annuì osservando lo schermo "Mhhh diciamo che mentre ero là ho disseminato qualche piccolo bot che facesse da spia." si girò ad osservare il capitano "Si lo so non si fà. Si lo so è una cosa brutta, ma se qualcuno è ancora attivo magari riusciamo ad andare a casa per cena," lanciò un collegamento verso una delle IA abbandonate nel server che finalmente rispose con un bel "Ready."
Stepnov osservò lo schermo "Mh e chi sarebbero quelli interessati a questo progetto?"
Alexis osservò lo schermo mentre cercava di navigare attraverso le fitta rete di informazioni. "Non lo so e ho come l'impressione che non voglio saperlo. So che sono dei nostri e questo mi basta." sorrise poi osservando lo schermo "Mhhh forse abbiamo qualcosa" strinse le labbra "Mhhh strano il progetto è iniziato vent'anni fa ma negli ultimi tre ha cambiato focus. Volevano trasferire la coscienza umana da un corpo ad un altro, ma non ci riuscirono. A quanto sembra ora invece vogliono impiantare diversi schemi neurali che rimangono dormienti nella mente del soggetto fino ad un evento particolare che li scatena," allungò una mano prendendo uno dei chip isolineari agganciandolo al computer iniziando a trasferire tutti i dati presenti.
Stepnov si massaggiò il mento "Mhhh come il progetto MKULTRA terrestre? Usavano delle droghe per indottrinare degli agenti che restavano dormienti fino ad un determinato evento."
Alexis finì di trasferire i dati osservando il superiore, "Teoricamente si ma sembra si siano spinti oltre in questo caso. Nel caso MKULTRA potevano far compiere alcuni gesti automatici. Qui no il soggetto cambia totalmente coscienza," sganciò quindi il chip per poi far cancellare il bot presente nel db della Tyrrell Corp al fine di far sparire le tracce lasciate.
"Credo che chiunque avesse bisogno queste informazioni le troverà decisamente interessanti," si alzò dalla sedia avviandosi verso l'uscita del laboratorio "Vado a portare il chip all'ammiraglio poi prendiamo una birra capitano?"
Stepnov osservò Alexis annuendo "Con piacere è molto che non ci vediamo. Quando partite con l'Erinle?"
Alexis si strinse nelle spalle "Ancora non lo so, siamo in riposo forzato. Tra due giorni parto per Risa e attendo istruzioni da li," sorridendo salendo sul turboascensore
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07.04 - Vecchi amici e vecchi lavori
Autore: Tenente Robert Naholo
Sol III - Baviera Tedesca
Casa del tenente Robert Naholo
21 Maggio 2403 - ore 16:15
La porta della casa di campagna in Baviera si aprì.
Non aveva dimenticato quanto poteva essere piacevole una bella camminata nella natura ed allo stesso modo aveva mantenuto il brutto vizio di lasciare tutta l'attrezzatura da trekking vicino all'ingresso, ma l'unica cosa che voleva ora era una bella doccia. La casa era decisamente in ordine, ma nonostante alcune settimane di licenza non era riuscito a fare andare via l'odore inconfondibile di una casa chiusa da tempo. Nonostante tutto non se ne voleva privare. Ci aveva passato tanto tempo e li dentro c'erano tantissimi ricordi.
L'acqua della vecchia doccia era aperta. Ci voleva un poco affinché la temperatura fosse ottimale, e nel mentre si stava togliendo tutti i vestiti sudati.
La quiete si ruppe con il suono del comunicatore.
"Ed io che pensavo di stare da solo per un po'"
Si mise un asciugamano legato in vita e si diresse al padd più vicino.
Sul visore la scritta: Accetta comunicazione in ingresso.
Un attimo di esitazione e mentre con una mano si assicurava l'asciugamano con l'altra iniziava dava inizio alla chiamata.
"Ehi amico! Un uccellino mi ha detto che ti sei vinto una bella licenza. Ed io lo devo venire a sapere così casualmente?"
"Ciao Jacob. Vedo che le notizie viaggiano veloci nonostante la mia riservatezza.."
"Lo sai che è sempre così. Senti arrivo a Nuova Berlino, domani ho un incontro per uno nuovo progetto nel quale sono stato coinvolto. Domani sera birra. Non accetto un rifiuto. Ti aspetto nel locale dove avevamo festeggiato la vittoria nell'ultimo torneo."
Una voce di una giovane donna dietro all'amico li interruppe.
"Ora devo andare", disse con un sorriso sornione.
"Ti faccio sapere"
Come al solito l'amico era una valanga, un fiume in piena. D'altro canto erano sempre andati d'accordo perché erano molto diversi.
Sbatte un paio di volte gli occhi come per ridestarsi. Era stato travolto e non aveva avuto nemmeno modo di confermare o no.
Sol III - Nuova Berlino
Locale tipico
22 Maggio 2403 - ore 21:15
Il posto era decisamente informale e si era vestito in modo totalmente comodo e casual.
Come d'abitudine era arrivato 15 minuti prima dell'orario comunicato da Jacob. Si era seduto in un tavolino un po' appartato con luce soffusa. Stava controllando le persone attorno a lui.
Abitudine da ufficiale tattico, ma anche un modo per passare il tempo aspettando l'amico.
Tre ragazzi che giocavano a freccette poco lontano. Sembrava stessero divertendosi e vista la mira erano le prime birre che bevevano. Un paio di lavoratori al bancone da soli con un birra. Distanziati perciò non si conoscevano. uno con vestiti un po più sgualciti mentre l'altro un po più elegante. Si vedeva che entrambi erano stanchi ed avevano lo sguardo fisso dentro il bicchiere. Due coppie che giocavano a biliardo con le due ragazze che non erano molto a loro agio con un bastone di 147 cm ed i due ragazzi erano più abili a scherzare che a giocare.
Poco dopo, l'attenzione cadde su tre persone che stavano entrando che erano decisamente fuori luogo. Gli ufficiali vestiti di tutto punto gli si avvicinarono.
"Buona sera Jacob, come mai vestito di tutto punto? Pensavo fosse l'occasione per una birra tra amici"
Jacob abbassò lo sguardo, pensando ad una scusa credibile. La donna più anziana, con una folta e lunga capigliatura bianca, prese la parola. Probabilmente era l'ufficiale più alto in grado.
"Buona sera Tenente Naholo"
Fece un passo in avanti come per mettersi dietro di lei i suoi due compagni.
"Sono il comandante Judith Hintzen. Come penso il tenente Jacob Grylac abbiamo fatto proprio oggi una riunione a Nuova Berlino."
Si interruppe e con guardando i colleghi e con un gesto della mano indicò l'altra donna, più giovane e con capelli rossi e carnagione chiara.
"Tenente le presento anche il tenente Sonja Dahmen."
La donna molto composta ma con fare timido salutò con un un accenno di inchino.
"Piacere di conoscervi. Se avessi saputo che era un raduno di ufficiali della flotta avrei insistito con Jacob nel scegliere un altro luogo e soprattutto mi sarei preparato vestendo la mia divisa ufficiale", disse in modo pungente lanciando un'occhiataccia all'amico da basso verso l'alto.
Si accorse che scortesemente non si era nemmeno alzato dal tavolo e passò oltre facendo un gesto ai colleghi di sedersi con lui.
Era pur sempre in licenza e non voleva interromperla. Si girò e fece un gesto alla cameriera che colse subito l'ordinazione di una birra.
"Vi posso offrire qualcosa?"
"Magari dopo che le avremo fatto la nostra proposta", disse in modo molto diretto l'ufficiale in capo che nel mentre stava scostando la sedia per sedersi con lui. Imitando il gesto anche gli altri sue si accomodarono.
Robert non riusciva a staccare gli occhi da Jacob, cercando in lui un cenno di scuse per l'improvvisata.
La donna al comando cerchi di chiarire le cose.
"Non se la prenda con il tenente Grylac, ci ha decantato le sue capacità e ci ha detto che vi dovevate vedere. E' stata una mia decisione di prendere la palla al balzo e chiederle la sua collaborazione. Ci servirebbe proprio una persona con le sue capacità"
Robert alzò le mani e si allontano il busto appoggiandolo sullo schienale della sedia quasi facendola alzare e rischiando di finire a gambe all'aria.
"Ehi ma io sono in licenza e soprattutto sono assegnato alla Uss Erinle. Prima di accettare dovrei comunicarlo al mio ufficiale superiore e penso che il capitano Sidzi Drax sia abbastanza indaffarato dopo la nostra ultima missione"
Nel mentre la cameriera arrivo e gli poso una birra weiss con tre centimetri di schiuma sul tavolo. A quel punto aveva un buon motivo per riappoggiare gli avambracci sul tavolo.
Con un cenno la donna più giovane chiese la parola al suo ufficiale superiore, mentre lo sguardo di Jacob era ipnotizzato dalla birra.
"Tenente, vengo subito al dunque"
La voce era suadente e dolce, ma il suo modo di fare si faceva più deciso. Sembrava che al lavoro fosse molto più a suo agio che nel presentarsi a colleghi sconosciuti.
"L'idea di questo progetto è del tenente Grylac che ha fatto ufficiale richiesta di sviluppo del progetto. Il tenente Hintzen è a capo del progetto ed io sono la responsabile tecnica per l'ingegnerizzazione"
Il suo fare si era più spigliato. Prese fiato e continuò mentre Robert appoggiò le labbra sulla schiuma del suo bicchiere
"Stiamo testando un device che potrebbe aiutare nei combattimenti phaser i nostri colleghi della flotta. L'idea è che tramite un visore e l'aiuto computerizzato, i tempi di fuoco tra il puntamento, l'analisi decisionale ed il comando siano più brevi e con minori rischi di incidenti."
"mmhhh ci eri rimasto male quando in accademia ti avevano fatto ripetere il test al poligono. Capisco questa tua idea, ma secondo me è meglio le due vecchie A: addestramento ed allenamento", disse il tenente Naholo protendendosi verso l'amico.
"Oggi volevano mettere il progetto in standby perché il software con risponde come dovrebbe. Tu potresti darci dati utili per favore, so che avrei dovuto avvisarti prima ma il Tenente Hintzen concorda con me"
"Io no, penso che serva solo più tempo per test", disse la giovane. "Scusi la franchezza"
I quattro rimasero un attimo in silenzio. Nel mentre Robert si fece un grosso sorso di birra, appoggiò il bicchiere e si passo la mano sinistra sul viso sfregandosi gli occhi.
"Non mi farai perdere la mia licenza vero?"
L'amico con le mani giunte come per pregare gli rispose prontante. "Assolutamente no e vedrai che ci divertiremo"
Sol III - Baviera Tedesca
Casa del tenente Robert Naholo
25 Maggio 2403 - ore 8.55
Nella sala di controllo il Tenente Hintzen era in piedi dietro alla console del tenente Dahmen. Dietro a loro almeno 5 ingegneri armeggiavano tra tablet e console pronti ad analizzare i dati
"Tenenete Dahmen a squadra rossa e squadra blu. Siamo pronti ad avviare la prima simulazione. Robert, ho apprezzato il racconto di ieri sera a cena della famiglia vulcaniana che ti ha ospitato però ho pensato ad un paesaggio simile a vulcano per la simulazione"
Nella sala ologrammi Jacob diede un'occhiata interrogativa a Robert inclinando di lato la testa e cercando il contatto oculare dell'amico.
"Sei andato a cena con Sonja?"
Naholo non accettò il contatto oculare controllando il fucile phaser della suimulazione.
"... e con ciò? ti ricordo che io sono in licenza."
Poi si rivolse alla sala controllo.
"squadra rossa pronta tenente Dahmen"
D'un tratto la piccola sala ologrammi si trasformò in un deserto con diversi fabbricati in pietra ed argilla con tetti piani, sole a picco con grosso salto di luminosità tra interni ed esterni e 50 gradi percepiti. Alcuni erano in parte crollati e tra i fabbricati e con cumuli di pietre tatticamente ottimi come ripari.
"Squadre rosse e blu: simulazione ambito desertico urbano abbandonato avviato. Squadra blu: auto-fire semi automatico avviato"
Sol III - Baviera Tedesca
Casa del tenente Robert Naholo
25 Maggio 2403 - ore 11.55
=^=Sala controllo a squadra rossa e blu. Simulazione terminata. Grazie a tutti e soprattutto grazie Robert=^=
Il paesaggio con vegetazione tropicale svanì di colpo e le pareti diventarono nere. Le due squadre di scambiavano saluti e nonostante l'agonismo dimostrato fino a pochi istanti prima.
Robert e Jacob si abbracciarono.
"Hey la prossima volta che sono il licenza e vuoi una sfida tipo soft air come facevamo in accademia tra una partita di pallavolo e l'altra, non presentarti con degli ufficiali della flotta"
Naholo gli strizzo l'occhio punzecchiando l'amico. Alla fine si era divertito.
"Si si, certo, poi fammi sapere come va con Sonja, vecchio marpione. Da un anno provo ad invitarla a cena e non ci sono mai riuscito. Alla fine è uscita con te."
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07.05 - ARVOLES, o come un imbroglio venne alla luce
Autore: Tenente Comandante Ezra Madrigali
SOL III, maggio 2403, San Francisco - Accademia della Flotta Stellare, Dipartimento di Medicina, Pronto Soccorso Beta2, ore 7:45
Il Pronto soccorso del campus dell'Accademia viveva, come la maggior parte dei servizi preposti alle urgenze, di flussi discontinui. Sembrava non esserci una regola definita. Ezra infatti, dopo qualche giorno di servizio, aveva cercato di tracciare una sorta di trend degli accessi delle urgenze ma si era trovato di fronte a variabili piuttosto aleatorie. E amareggiato aveva deciso di viversi questa limitata esperienza ospedaliera così come veniva.
Infatti, in attesa del rientro della USS Erinle dalla sua ultima missione, era stato distaccato dal Comando a prestare servizio presso il Dipartimento di Medicina della Flotta dell'Accademia. Di fatto affiancava i docenti con cattedra nella didattica e copriva turni al pronto soccorso come responsabile medico, mentre Zod, la sua compagna, era stata presa nello staff di comando del dipartimento, beata lei. E così, come in questa domenica mattina di un maggio dall'anomala umidità, era entrato nel suo laboratorio, accolto da un pervasivo odore di disinfettante felicemente coniugato con una totale asetticità, insieme all'usuale frenesia di medici ed infermieri presi dalle attività preliminari.
Ezra entrò e saluto con cordiale vigore i colleghi. "Situazione?" chiese sereno. L'infermiere Ashlon, un trill specializzando, carico di entusiasmo: "Per ora nessun paziente. Stiamo facendo diagnostici sui sistemi e check dell'inventario dei farmaci". Lui fece un cenno d'assenso. "Allora, un po' di musica? Cosa ne dite?", chiese l'ufficiale superiore e raccolse sorrisi ed espressioni affermative. "Computer, Avishai Cohen, Arvoles", disse a voce bassa, mentre in pochi secondi la stanza si riempì delle sonorità intimiste del basso pizzicato e del piano jazz dell'artista israeliano, che gli offrivano una sorta di elevazione. Ezra aveva studiato come questa sensazione fosse stata approfondita nel XXI secolo dal filosofo e rabbino inglese Sir Jonathan Sacks che aveva affermato, in quel periodo inquieto precedente la Terza Guerra Mondiale, che non c'era nulla di casuale nella connessione tra musica e spirito. Tutto pareva avere origini nella prima azione che gli ebrei avevano fatto appena usciti dall'Egitto, quando uniti per la prima volta come un'entità sociale, tra le mille cose che potevano fare decisero di mettersi a cantare. Sarà stato istintivo o meno, di fatto nella storia del popolo di Ezra, che annoverava attraverso i secoli tanti artisti nell'ambito della musica, l'immagine dell'arpa del Re David, appesa sulla parete alla testata del letto le cui corde producevano note alla brezza notturna, era ben impressa nell'immaginario collettivo. La musica, aveva detto lo scrittore inglese di fine 800 Arnold Bennett, è "un linguaggio che solo l'anima comprende ma che l'anima non può mai tradurre. Il Tenente comandante Madrigali, il cui stesso cognome richiamava il canto, catturato da questi pensieri, iniziò a preparare gli strumenti diagnostici quando la porta automatica scivolò di lato, facendo entrare uno studente dell'Accademia, la pelle verde degli Orioniani e un'espressione sul volto tutt'altro che serena.
"Professore, mi scusi.., credo di avere un problema".
Ezra guardò il suo stato confusionale e pensò: "forse più di uno", a cui aggiunse la personale riflessione sul non essere per nulla abituato ad essere chiamato professore dato che tecnicamente non lo era. Lo fece accomodare sul Biolettino. "Che succede ragazzo? Nome e numero di matricola".
"Ecco. Questo è il problema: non ricordo chi sono". Indossava la divisa da cadetto, dipartimento scientifico.
Ezra alzò un sopracciglio. "E' successo qualcosa questa mattina?".
"Ah..è mattina? No, non ricordo nulla di particolare". Ezra fece un cenno ad un infermiere che rientrava nel suo campo visivo.
Un infermiere prese il tricorder medico e lo passò sul capo. Erano riscontrabili delle alterazioni negli schemi neurali, ma difficile da pensare che potessero incidere così in modo significativo sulla memoria.
"Dove ti trovi?", chiese l'infermiere. Il ragazzo alzò gli occhi. "Credo di essere entrato in un'infermeria".
"Ok, ma cosa hai fatto questa mattina prima di entrare da me?"
Lui sembrò rifletterci. Ricordo solo di essermi trovato in un piazzale".
"Di colpo? E prima dove ti trovavi?", chiese non senza perplessità il Tenente comandante Madrigali.
"Ehm, non ricordo. Però c'era comunque molta confusione. Questo lo riesco a ricordare".
"Ok, Signor non-so-chi-sono, ti sottopongo ad un diagnostico completo. Cercherò di monitorare tutti i tuoi parametri per capire cosa ti sta capitando. Sei comunque un cadetto della Flotta Stellare. Dipartimento Scientifico, stando all'uniforme. Questo ti dice qualcosa?"
L'orioniano cercò di fare un sorriso "Immagino che dovrebbe". Ezra fece un cenno d'assenso: ottimo, pensò eufemisticamente.
L'infermiere fece sdraiare il ragazzo e avviò la scansione completa, mentre la portà si aprì di nuovo. Si trattava di una ragazza terrestre questa volta, che appariva però altrettanto tesa e preoccupata.
"Posso esserle d'aiuto?", chiese Ezra.
"Io, non so dove mi trovo, ...non so chi sono...". Ezra e Ashlon la guardarono allarmati e diedero in contemporanea uno sguardo rapido anche all'orioniano, poi Ashlon disse: "Venga, si accomodi anche lei sul lettino che vediamo. Direi che sia in buona compagnia".
Lei si fece accompagnare preoccupata e i bio scan iniziarono a tracciare lo stato della paziente che presentava i medesimi percorsi neurali alterati senza però generare un quadro diagnostico grave.
"Si ricorda l'ultima cosa che stava facendo?", chiese l'infermiere accanto al biolettino alla ragazza.
Lei, dai cui occhi si poteva percepire una paura quasi paralizzante, rispose: "..ricordo un bar. Non so dirle quale, ma c'era tanta gente che faceva colazione, ricordi le luci del giorno, e poi...una luce, e mi sono trovata qui".
Ezra ascoltò e alzò un sopracciglio, ma un'idea prese forma nella mente: "Computer ricostruire le posizioni del badge comm della paziente".
Il computer elaborò in pochi secondi: << sono state rilevate 45 posizioni diverse nel campus>>.
"Non male, Computer: individua se tra queste localizzazioni c'è uno o più bar?".
In quel momento apparvero altre tre persone alla porta del Pronto soccorso, dalla cui espressione Ezra reagì prontamente nel farli accomodare anche loro nei lettini e attirò subito l'attenzione di tutti i presenti al Pronto soccorso. "Ufficiali medici e sottoufficiali qui un attimo!".
Gli ufficiali specializzandi si radunarono intorno ad Ezra Madrigali. Ezra attivò anche il MOE per avere un accesso rapido a multipli consulti. Il medico olografico si unì al gruppo immediatamente: "Precisa la natura del problema", disse l'ologramma dalle fattezze del dottor Lewis Zimmerman, contenente informazioni da più di 3000 culture, l'esperienza personale di 47 chirurghi, 2000 riferimenti medici, la capacità di applicare cinque milioni di terapie, e il solo eterno dubbio sul perché esistessero ancora i medici come in carne ed ossa.
"Non ne abbiamo idea: i pazienti affermano di non avere memoria. Sto cercando di rintracciare i luoghi visitati", rispose Ezra all'ologramma, guardando i colleghi radunati intorno al capo medico nello stile di una squadra sportiva.
<
>, interruppe il Computer.
Mentre il MOE si accingeva a guardare i valori dei diagnostici di tutti i pazienti, attingendo direttamente al reporting della strumentazione, Ashlon incalzò il computer: "Il locale è comune a tutti i pazienti presenti?"
In quel momento arrivò una chiamata dal sistema di comunicazione generale del Pronto Soccorso. Ezra alzò gli occhi al cielo: "Qui Pronto Soccorso Beta2", rispose.
Nell'ologramma video prese forma il volto teso e serio di Zod: "Ezra abbiamo un problema: ci sono almeno una decina di studenti che stanno vagando per il campus senza una meta. La vigilanza li ha fermati in vari punti e tutti dicono di non ricordarsi nulla, a partire dalla loro stessa identità".
Ezra iniziava a sentire che la situazione stava andando fuori controllo. "Di male in peggio, allora. Qui ho cinque pazienti adesso ricoverati con lo stesso problema. Stiamo tutti cercando di avere qualche elemento in più. Dai ordine di teletrasportare tutti i ragazzi vaganti nel campus, direttamente qui". Poi guardò il suo team di lavoro: "Signori, teniamoci pronti!". E tutti corsero a predisporre i biolettini ed impostare i diagnostici.
E così accadde, e così i pazienti salirono in pochi minuti a venti: la Emergency Room era diventata un affollato ricovero di ragazzi tra i diciotto e i venticinque anni che si lamentavano o parlavano preoccupati, privi di identità e qualsiasi forma di minima consapevolezza spazio-temporale. Una sorta di resort per adolescenti, dove il personale correva da una postazione all'altra.
Arrivò il responso del Computer: << AFFERMATIVO. Il bar è una comune posizione a tutti i soggetti individuati nella fascia oraria 7:15-7:35>>. Ashlon rimase sorpreso dal dato e incrociò lo sguardo del personale infermieristico.
Il MOE guardò, per quanto un ologramma possa farlo in realtà, Ezra. "Dobbiamo capire cosa è successo nel bar. Possibilità generali: contagio virale, fenomeno isterico di massa, intossicazione da elemento ingerito o respirato, allergia, reazione ad esposizione batteriologica."
"Stop, sono tutte cause che avrebbero lasciato delle tracce fisiche nei pazienti. L'unica cosa che vediamo in tutti è una leggera scompensazione dei percorsi neurali dei pazienti", aggiunse di risposta Ashlon, osservando la reazione di Ezra e non degnando di attenzione. I trill non erano così in zona comfort con le IA e preferivano la relazione, data la prospettiva antropologica insita nel profondo legame con i simbionti.
Il MOE inclinò il capo di lato: "Considerazione solo parzialmente corretta: la reazione fisica all'esposizione ad agenti batteriologici può essere di varia natura, ad esempio".
Intervenne Ezra: "Ok, ma quale probabilità reale abbiamo che ci sia stato un attacco batteriologico che abbia passato i bio filtri del campus dell'Accademia? E pressoché irreale". E fece seguito Ashlon: "Abbiamo una comparazione con un caso di simile alterazione neurale?".
Il personale medico, mentre correva da un lettino all'altro per monitorare, calmare e in certi casi sedare i ragazzi, attirò l'attenzione digitale del MOE che aggiunse: "Una simile alterazione è stata rinvenuta nel 2145 in un caso di teletrasporto malfunzionante".
Ezra sbarrò gli occhi" Ehi! Ashlon: questa non è una cosa da poco!". Non ci aveva pensato inizialmente, ma ora la cosa assumeva una veste logica. Poi rivolto al computer, "Computer le 545 posizioni diverse nel campus della ragazza sono state rilevate a causa di una successione rapida di teletrasporti?".
Il computer elaborò in pochi secondi la risposta: << Affermativa. La paziente indagata presenta quarantacinque diversi teletrasporti in serie dalle 7:20 alle 7:47>>.
Uno specializzando tellarita si permise di esprimere un parere e, alzando il suo sopracciglio destro, disse: "la dislocazione multipla spazio temporale crea fenomeno di disorientamento e se ripetuto in un numero così elevato può aver generato piccole alterazioni temporali delle sinapsi e, rimosso temporaneamente la percezione dello spazio tempo nei passaggi. In poche parole le serie ripetute di teletrasporti li ha resi smemorati".
"Grazie...Signor?, chiese Ezra. "Brok, Signore. Specializzando in medicina." Ezra gli rispose: "ottimo, dobbiamo però capire cosa ha generato questi teletrasporti".
"Non sono un ingegnere. Però credo che..." iniziò Brok, ma Ezra lo fermò alzando la mano e guardandolo male. "Diamo dei sedativi a tutti i pazienti, prima di ogni elucubrazione. Credo che con un paio di ore di riposo le connessioni neurali possano ridurre o far scomparire le anomalie e, di conseguenza, far riavere ai ragazzi la memoria indietro".
"Credo che la sua soluzione sia probabilisticamente la più azzeccata", disse Brok a cui si era affiancato il curioso ed efficiente Ashlon.
Ezra fece un cenno d'assenso e fece un sospiro di sollievo. Ma non avevano finito, non ancora. "Computer disattiva tutti i badge dei pazienti". Infatti qualora fosse confermato un problema di malfunzionamento del teletrasporto, qualunque fenomeno fosse intervenuto a causarlo doveva aver agito agganciando le tracce nel bar dei badgecomm. Disattivando i badge almeno evitava che la situazione potesse ripetersi.
Stanco, Ezra si sedette alla consolle. "Computer riattiva Arvoles, volume basso". La musica sembrò avere un effetto calmante e terapeutico e sorridendo tra sé aprì un canale con Zod.
"Ezra, come va?", chiese la ragazza i cui toni duri spesso nascondevano tante fragilità.
"Meglio. Credo che con un po' di riposo la situazione possa medicalmente tornare alla normalità. Ma devi aiutarmi nel trovare una riposta a ciò che possa aver generato questa situazione", e le raccontò rapidamente le deduzioni a cui erano giunti lui e il bisbetico MOE, compreso questo famigerato bar, le 4 Stelle, da cui tutto era partito con un'attivazione anomala di una serie di teletrasporti.
Lei lo guardò attenta. "Andiamo a vedere questo locale", disse lei. Ezra osservò come, sebbene ci fosse il MOE attivo e forse da lì a trenta minuti sarebbero arrivati altri medici, la responsabilità dei pazienti fosse sua e che non poteva allontanarsi.
"Va bene, concordo. Vado a vedere io e mi porto un ingegnere con me. Ti aggiorno, a dopo." Fece una pausa, "Ne abbiamo viste ben di peggio" e accennò ad un sorriso, "Resisti. Cerchiamo di scoprirlo presto. Zod chiudo".
Lui si buttò sullo schienale della poltroncina. "Situazione, Signori Ashlon e Brok?", chiese rivolto ai due giovani che erano diventati ufficialmente i suoi aiutanti di campo.
"Come potete sentire il silenzio diffuso è espressione dell'effetto dei sedativi e...della musica". Ezra sorrise e fece alzare di un punto il volume.
SOL III, maggio 2403, San Francisco - Accademia della Flotta Stellare, Dipartimento di Medicina, Pronto Soccorso Beta2, ore 9:15
"Ci siamo, forse. Abbiamo alcuni elementi utili", disse Zod dal badgecomm, essendo ancora in sopralluogo.
"Procedi", disse Ezra curioso. Zod gli spiegò che il locale aveva una propria unità di teletrasporto e che la divisione Ingegneria aveva rilevato una modifica agli schemi logici. Un po' come nei cervelli dei pazienti c'era stata un'alterazione. Ma ancora non era chiara la sorgente di questa alterazione. In qualche modo inspiegabile il teletrasporto era stato sollecitato ad andare fuori fase e, senza controllo logico, aveva progressivamente agganciato i clienti del bar, sottoponendoli a ripetute fasi di teletrasporti, mandandoli in giro senza nesso spaziale, nel campus.
Ezra sembrava pensieroso, soprattutto al concetto che la sorgente del problema potesse essere esterna.
Guardò i due colleghi: "Posso chiedervi cosa vi viene in mente nel sentire questa dinamica?", chiese Ezra
Brok, i cu i standard comunicativi tellariti erano meno formali e rispettosi di quelli umani, si lasciò scappare: "Non sono un indovino, tantomeno mi cimento in giochi di logica".
Ezra sorrise e fece un cenno d'assenso "Indubbiamente". Ashlon allora cercò di alleggerire i toni e aggiunse: "Tornando alla domanda, credo che sia una sorta di over reaction di un sistema."
"Come un'allergia!" si lasciò scappare con enfasi Ezra, con Brok che di colpo faceva un cenno di assenso.
"Esattamente. Ma la tecnologia può essere allergica?". Madrigali corse al computer e chiamò ZOD sul badge =/\= "Scusami. È solo una teoria. Ma possono esserci in zona dei fattori ambientali che possono aver interagito e sollecitato il teletrasporto? =/\=
Lei fece una pausa: "Ambientale?", chiese stupita. "Tipo?".
"I miei collaboratori non sono indovini, come io non sono un ingegnere, ma pensa alle muffe, alle spore fungine, esse alterano i materiali ad esempio". Aggiunse Ezra.
SOL III, maggio 2403, San Francisco - Accademia della Flotta Stellare, Bar LE 4 STELLE, ore 9:18
Zod Elyar si toccò il suo orecchino bajoriano. Pur avendo solo origini lontane bajoriane il gesto aveva per lei una valenza quasi scaramantica. Era come se la struttura della sua tradizione culturale, un po' come accadeva a livello psicologico con Ezra nei confronti dell'ebraismo, le desse una forza e sicurezza necessaria in certi momenti. Iniziò a guardarsi intorno. Anche lei era un medico, specializzata in virologia, non nella ricerca di una sorta di allergene che potesse interagire con i circuiti di un Teletrasporto. Fece un cenno d'assenso al giovanissimo Tenente Amir Hassan, un ufficiale della divisione ingegneria di origini palestinesi.
"Allora, Amir, dobbiamo trovare un elemento esterno al locale. Qualcosa che può essersi introdotto e plausibilmente per vie aeree e aver interagito con i circuiti", disse lei.
Amir Hassan fece un cenno d'assenso "Interagire come ossidare?", chiese ancora sbalordito il ragazzo mediorientale, tra i primi della sua classe per intuizione e competenze. Paragonato ad un enfant prodige.
"Non ti so dire se si tratta di ossidazione o di qualche altra reazione chimico fisica. Ma siamo nel dominio dell'azione sui materiali. Ci sono elementi aggredibili dall'esterno in un teletrasporto?", chiese pensando all'analogia con il corpo umano.
Lui si guardò attorno, poi vagheggiando con la mente alla ricerca di una risposta, disse: "Dunque un teletrasporto ha componenti di vari materiali, ma quella più facilmente aggredibile a livello chimico è la ceramica degli induttori ceramici. Il materiale può rispondere ad aggressioni chimiche."
"E queste aggressioni, se esistite, potrebbero aver causato l'alterazione degli schemi logici del teletrasporto?", chiese lei.
"Perché no?! È plausibile dopo tutto". Aggiunse alzando le spalle. "Il più è capire quale tipo di agente aggressivo...come diceva lei dovrebbe provenire dall'esterno". E ad ampi passi uscì dal locale trovandosi in una piazzetta del campus. Si guardò intorno. Dietro di lui arrivò Zod che d'istinto estrasse il tricorder medico.
Dopo pochi secondi ad entrambi scappò un: "Interessante!", proclamato quasi in coro.
SOL III, maggio 2403, San Francisco - Accademia della Flotta Stellare, Dipartimento di Medicina, ore 9:45
I pazienti stavano ancora lasciandosi andare tra le braccia di Morfeo, il MOE era ancora attivo e monitorava i parametri, un paio di medici si erano aggiunti in support ed Ezra, più positivo del solito, stava osservando la progressiva ripresa dei tradizionali pattern neurali, quando arrivò la video chiamata di Zod dal comando dell'Accademia.
La sua immagine, quando si materializzò la fece apparire serena e, anomalo per le sue origini bajoriane, quasi sorridente. Le sue belle labbra incurvate le davano un'aria ironica.
"Ezra, forse abbiamo risolto. Sei pronto?". Lui incrociò le mani davanti al volto: "Come sempre".
E gli raccontò, con voce elettrizzata, come nella piazza su cui si affacciava il Bar erano stati piantati da pochi giorni degli alberi provenienti da Ferenginar, pianeta per natura umido e piovoso. Era ovviamente una specie arborea molto rara per la terra, con chiome di colore viola intenso e un fusto nodoso di colore quasi simile all'ebano. L'albero, non ancora del tutto noto ai botanici della terra, in rare circostanze climatiche, una combinazione tra temperatura e umidità, poteva emettere delle spore. Circostanze che nell'umida città di San Francisco, avevano una probabilità del 3% su base annua. Queste spore a loro volta, entrate per via aerea nel bar, avevano alterato gli schemi della tecnologia, in particolare modificata la struttura fisica di alcuni collettori ceramici, che a loro volta avevano indotto uno schema logico diverso nel teletrasporto del locale.
Lui trattenne una risata. Dopo tutto era stata una specie di allergia sul serio. Il MOE accanto a lui faceva vistosi cenni con il capo di soddisfazione.
"Ma la cosa che ci ha colpito è che questi alberi ci sono stati letteralmente donati dal governo Ferengi".
"Donati? Dai Ferengi?" osservò divertito Ezra.
"Esatto. Devi sapere che uno dei rami commerciali intergalattici attualmente più redditizi è proprio quello dei componenti ceramici. E sono pure costosi, data la difficoltà di produzione a partire dal sistema estrattivo!"
Lui non poteva crederci. Era stato una strategia commerciale. Un brutale imbroglio, ben camuffato.
"E gli alberi, adesso?" chiese l'ufficiale medico, mentre dietro di lui si era raccolta la maggior parte dello staff medico, per ascoltare la fine di tutto.
"Sono stati subito sostituiti da bellissimi e noti pini marittimi."
E l'album Arvoles in quel esatto momento finì la sua ultima traccia, "Face me".
"Verranno riconsegnati a Ferenginar...magari evitando un teletrasporto", concluse un po' divertita anche Zod.
E anche lo staff medico, da Brok, Ashlon a tutti gli infermieri, fece seguire la frase con un sorriso.
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07.06 - A casa
Autore: Tenente Shinead O'Lauglin
Edinbarra, vecchia Scozia, pianeta Terra, 17/04/2403
Shinead camminava senza fretta fra i filari di piante di fagioli che si estendevano tutto intorno alla fattoria, togliendo una foglia secca qui, raddrizzando un sostegno là. Il sole spendeva nel caldo pomeriggio, e la ragazza, il volto abbronzato dal sole, ne godeva tutto il calore. Indossava una camicia a scacchi con le maniche rimboccate, un paio di comodi pantaloni di fustagno e scarponcini. L'ampio grembiule ospitava nelle capaci tasche un paio di cesoie e l'immancabile dpadd, perché, comunque, doveva essere sempre reperibile.
Non era stato facile, dopo il fallimento della missione congiunta Erinle - Hope: erano passati da essere una unità di èlite, specializzata in missioni sotto copertura, con il 100% di successi, ad essere un imbarazzante fallimento. E la notizia si era diffusa rapidamente in tutta la flotta ed in tutte le basi, perché non c'è niente come una informazione riservata che si diffonda in un battibaleno.
Li avevano messi a terra, con la scusa di "manutenzioni straordinarie" alla nave, e molti non l'avevano presa affatto bene. Una parte aveva chiesto il trasferimento, subito accordato, altri si erano iscritti a tutti i corsi possibili, cercando di primeggiare in ogni modo, forse per impiegare il tempo, forse per dimostrare che quanto accaduto non era colpa loro.
Lei invece aveva fatto il conto di tutte le licenze non godute e di quelle premio ed aveva chiesto di poter tornare a casa, cosa che le era stata accordata senza problemi ed anche, le era parso, con un certo sollievo, così come le erano state accordate tutte le proroghe che aveva chiesto "in attesa del ritorno in servizio della U.S.S. Erinle".
E così era passato quasi un anno. A dire il vero, non le era sembrato che la nave fosse così mal ridotta, e si domandò, ancora una volta, cosa stavano cercando sull'Erinle. O forse, cosa stavano mettendo...
Tornata a casa, aveva messo le sue competenze scientifiche al servizio della comunità, occupandosi di quella che chiamava, con una certa ironia, biologia delle verdure, un bel cambiamento dalla Xenobiologia spaziale. Era rimasta in contatto con i suoi colleghi, mentre della Hope e del suo equipaggio, nessuno aveva più sentito parlare. Certo, a loro era andata anche peggio, pensò, erano considerati l'esperimento fallito.
Anche se, ancora una volta, Shinead si chiese quale fosse, davvero, l'esperimento. Mettere una nave nelle mani di ufficiali senza alcuna esperienza, sia pure con una ottima formazione? Questo aveva dimostrato che senza esperienza si era destinati a fallire, ma era questo lo scopo? E se invece fosse stato tutt'altro?
Cosa sarebbe successo se, per qualche sfortunata circostanza, l'Erinle si fosse trovata senza tutto il gruppo di comando, impossibilitato ad agire o morto, e la nave fosse stata affidata a giovani ufficiali senza esperienza? Cosa avrebbero dovuto saper fare, questi? O meglio, quale addestramento avrebbero dovuto avere per renderli in grado, pur in mancanza di adeguata esperienza, di governare in maniera soddisfacente la situazione? E se fosse stato questo lo scopo della missione? Verificare cosa sarebbe servito insegnare ai cadetti per renderli autosufficienti e preparati in caso di assoluta emergenza. Questo significava che tutti i programmi di addestramento della Flotta Stellare avrebbero dovuto essere rivisti e modificati, alla luce di quanto successo a loro, in quanto avevano ampiamente dimostrato di essere del tutto inadeguati sotto questo punto di vista.
Shinead sorrise. Magari, fra una ventina di anni, l'operazione Erinle - Hope, o meglio Hope - Erinle avrebbe costituito materia di studio all'Accademia, e loro sarebbero diventati famosi, come la Kobayashi Maru!
Gregor la abbracciò da dietro, arrivandole silenziosamente alle spalle. "A che cosa sta pensando il mio ufficiale scientifico preferito?" le chiese baciandola sulla nuca.
La donna si abbandonò nel suo abbraccio.
"Pensavo che è quasi ora di raccogliere i fagioli!"
"Oh, e io ci credo!" rispose lui ridendo.
Proprio in quel momento il dpadd cominciò a vibrare, Shinead lo estrasse dalla tasca del grembiule con un sospiro, aprì il messaggio e fece scorrere rapidamente lo sguardo sullo schermo, poi lo spense e lo ripose nella tasca. Gregor rimase silenzioso alle sue spalle, abbracciandola solo un poco più forte mentre la donna faceva scorrere lo sguardo sui campi verdi. Sapevano entrambi che quel momento sarebbe venuto, la vacanza non poteva durare per sempre.
"Bè, che dice il messaggio?" le chiese lui.
"Hanno finito di riparare l'Erinle, per cui ci reimbarchiamo. Devo partire fra 4 giorni."
Gregor la strinse ancora un poco più forte, e restarono lì, immobili, abbracciati per una manciata di secondi. Poi lui la prese per le spalle ridendo e la fece voltare verso di lui, baciandola con passione.
"Solo 4 giorni ? Allora non abbiamo tempo da perdere!", le disse prendendola fra le braccia.
"Ehi, no, cosa fai!" gli rispose la donna.
"Oh, lo vedrai!"
E, ridendo entrambi, si avviarono verso la casa.
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07.07 - Polvere Cosmica
Autore: Tenente Trevix
USS Erinle - sala tattica - 2403/09/25 08:20
Drax, seduta da sola nella sala tattica, fissava leggermente crucciata il padd. Negli ultimi mesi, da quando finalmente erano tornati nello spazio con una Erinle tirata a lucido, avevano scortato un carico di materie prime, accompagnato un ambasciatore su Beteljuise, analizzato i vapori di una cometa e verificata una segnalazione di un'anomalia spazio temporale poi rivelatasi per un nulla di fatto. E ora la nuova missione si prospettava essere l'ennesima missione di routine. Era come se qualcuno avesse voluto tagliare la Erinle fuori dagli avvenimenti più caldi. E ce n'erano stati. l'episodio degli alberi che causavano problemi al teletrasporto aveva aperto ad una serie di missioni diplomatiche con i Ferenghi che stava rivoluzionando tutto l'accordo commerciale con tale razza, c'erano state scaramuccie al confine con l'ordine cardassiano e una nave era scomparsa senza lasciare tracce, ma loro erano ad accompagnare ambasciatori nella parte interna della federazione.
Frustrante, ecco qual era la parola che cercava.
Lentamente i vari ufficiali giunsero in sala tattica, molti di loro sorpresi di trovare Drax già seduta al suo posto. Salutarono e si sedettero, scambiando pochi convenevoli: l'espressione del capitano scoraggiava chiacchiere rilassate.
Quando finalmente tutti furono al proprio posto, il capitano si alzò e proiettò sul monitor un sistema solare "La nostra prossima missione" esordì pragmatica "si svolgerà nel sistema Joo-koo. Per l'esattezza sul secondo pianeta, classe M, ha una civiltà pre-curvatura che ha appena iniziato la rivoluzione industriale. Da qualche giorno non abbiamo più i rapporti della missione di osservazione di quel pianeta. Dobbiamo andare e verificare come mai le comunicazioni sono cadute. È una missione di routine, ma confido nella vostra professionalità nel trattare questa missione con la massima attenzione e efficienza." Fissò tutti gli ufficiali per smorzare sul nascere qualsiasi tipo di lamentela.
USS Erinle - Plancia - 2043/09/27 14:40
Sinclair annunciò dalla sua postazione al timone "Capitano, siamo appena entrati nel sistema Joo-koo."
"Bene. Avviciniamoci lentamente. Cosa dicono i sensori?" rispose Drax.
"Finora tutto regolare" rispose O'Lauglin. "Però... Trevix, puoi darmi più energia sui sensori a corto raggio?"
"Ci sto provando" rispose Trevix, accigliato "C'è qualcosa che non va."
Proprio in quel momento chiamò Draen dalla sala macchine.
=^=Draen a plancia. Cosa sta succedendo?=^=
"Qui plancia. Spiegati meglio."
=^=I condotti al plasma sono intasati, anche se i sensori non rivelano niente=^=
"Confermo" disse Trevix "Tutti i condotti stanno progressivamente intasandosi. Tra meno di un'ora non avremo energia. Propongo di ridurre al minimo l'afflusso energetico per guadagnare tempo."
"Fatelo! E cercate di capire cosa sta accadendo!" esclamò Drax alzandosi dalla poltrona. "Sinclair, portaci in un'orbita stabile fuori dai loro occhi. Potremmo aver bisogno di mantenerla a lungo."
USS Erinle - Da qualche parte nei tubi Jeffry - 2403/09/27 18:30
"Non ha senso" Trevix si appoggiò con la schiena contro lo stretto corridoio.
"No" rispose Draen vicino lui guardando i risultati dei tricorder "Ma è l'unica risposta valida."
"Polvere"
"Polvere" confermò l'ingegnere capo "Un tipo di polvere che non abbiamo mai incontrato, che contamina lo spaziotempo e si infila nei condotti di plasma. Dovremo analizzarla."
"Da dove viene?"
"Avremo bisogno di ricalibrare i sensori per capirlo."
"Ci vorranno tre ore almeno. E dobbiamo anche trovare un modo per spurgare i condotti al plasma"
"Sì ma dobbiamo anche trovare un modo per evitare che si insinui di nuovo nel motore a curvatura, altrimenti sarà del tutto inutile."
"Non so tu, ma io ordino la cena e me la faccio portare qui."
"Buona idea. Pizza?"
"Pizza".
USS Erinle - Plancia - 2403/09/27 22:54
"Capitano" disse O'Lauglin "Ora i sensori riescono a tracciare la polvere cosmica"
"Non possiamo dargli un nome migliore?" Chiese Drax, massaggiandosi la base del naso.
"Credo che provenga dal secondo pianeta."
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07.08 - Polvere di stelle
Autore: Tenente Alexis Draen
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SS Erinle - Sala Tattica - 2403/09/27 20:30
Il capitano osservava il resto degli ufficiali superiori tenendo tra le mani il padd, all'appello mancavano, al momento, solo il tenente Trevix e il tenente Draen impegnati a capire cosa fosse la strana polvere insinuatasi nei loro condotti e, possibilmente, come sbarazzarsene.
"Sappiamo che questa.." il capitano si fermò cercando esattamente le parole "polvere? Diciamo così..proviene dal pianeta su cui era presente una squadra di monitoraggio. Al momento non possiamo avvicinarci al pianeta, pena il completo annullamento dei nostri sistemi energetici." fece scorrere lo sguardo sui presenti "In oltre la prima direttiva ci impone di non interferire in nessun modo con lo sviluppo naturale di quel pianeta."
Il primo ufficiale prese un lungo sospiro "Ma non possiamo neppure lasciare i nostri nei guai. Tanto più che non possiamo sapere se la loro presenza non abbia già influenzato quel pianeta"
Naholo tamburellava con le dita sul padd pensieroso prima di prender parola. "Se troviamo il modo per scendere sul pianeta potremmo preparare una squadra di esplorazione." Sollevò lo sguardo a osservare i colleghi "Grazie ai rapporti del gruppo di analisi sappiamo molto sulle usanze e i costumi del popolo presente sul pianeta quindi non dovrebbe esser difficile mimetizzarci con loro e svolgere le nostre analisi. Specialmente se utilizziamo una squadra di pochi uomini."
Il nuovo ufficiale medico annuì alle parole del collega "Ho studiato la morfologia degli indigeni e credo che le modifiche fisiche da apportare siano veramente irrisorie"
La porta si spalancò facendo entrare gli ultimi due ufficiali superiori dopo i saluti di rito Draen fece qualche passo avanti appoggiando uno strano frammento metallico sul tavolo. Il frammento presentava tracce di bruciature ma si potevano osservare all'interno dei cristalli molto ben delineati.
Il capitano inclinò la testa osservando i due "Buona sera tenenti" storse leggermente le labbra "Cosa stiamo guardando?"
Trevix prese la parola "Questo è lo strano materiale che si sta accumulando nei nostri condotti del plasma"
O'lauglin allungò una mano prendendo il campione "Mhhh decisamente interessante. Ha una matrice cristallina molto ben delineata, ma sembra che sia intramezzata di un qualche elemento non del tutto chiaro" osservò i superiori "Sono certa di potervi dire di più dopo un'analisi in laboratorio" storse le labbra "Ma non so dirvi quanto ci vorrà è la prima volta che sento un materiale che resiste alle temperature del plasma"
Drax osservò il materiale e portò poi lo sguardo sull'ingegnere capo. "Tenente lei ha letto i rapporti della squadra d'indagine e ha fatto le scansioni sul pianeta. Quali sono le possibilità che possano individuarci?"
Draen increspò le labbra "Mhh le loro trasmissioni si basano essenzialmente su cavi. Non hanno un sistema di monitoraggio extra-planetario. Anche se alcuni scienziati stanno puntando l'interesse verso lo spazio, ma niente più che analisi ottiche."
Toran ascoltò il rapporto della donna annuendo "Quindi se ci teniamo tra loro e la loro stella non dovremmo esser individuati...."
Le parole dell'ufficiale vennero interrotte dal suono del comunicatore
=^= Qui plancia abbiamo rilevato il lancio di un siluro spaziale diretto nella nostra direzione. =^=
Drax scattò in piedi sfiorando il comunicatore "Allarme rosso, manovre evasive"
Dopo pochissimi istanti il suono dell'allarme rosso si diffuse su tutta la nave mentre l'Erinle si spostava dalla traiettoria del siluro. Chiunque avesse guardato dai finestroni avrebbe visto il bolide spaziale passare accanto alla nave sfrecciando verso la stella del sistema disintegrandosi nelle sue vicinanze.
Nuovamente le comunicazioni interruppero il silenzio =^= Signore rilevato un secondo lancio. Medesima traiettoria del primo. Sembra che il siluro fosse nella nostra direzione ma non fossimo noi il loro bersaglio. Dopo l'esplosione del siluro i sensori hanno rilevato un aumento esponenziale di quella strana polvere. Ci muoviamo per evitare di entrarne in contatto signore=^=
Drax guardò gli altri parecchio confusa sfiorando poi il comunicatore "Grazie plancia. Passare ad allarme giallo" poi guardò gli altri "A quanto sembra sono loro a spargere questa polvere nello spazio. Ma ne ne capisco il motivo" rimase qualche secondo in silenzio cercando di riordinare le idee poi osservò Draen e Trevix. "E' possibile secondo voi approntare una navetta per avvicinarci al pianeta senza venir influenzati da quella polvere?"
I due si guardarono per qualche secondo poi la donna prese la parola "Al momento sappiamo che reagisce solo al plasma di curvatura." Trevix completò l'idea della collega "Teoricamente approntando una navetta priva del nucleo di curvatura non dovrebbe aver nessun problema"
Drax annuì "Bene allora domattina io, il tenente comandante Madrigali e il tenente Naholo scenderemo sul pianeta per scoprire cosa diavolo sta succedendo. Sinclair lei ci porterà a distanza di teletrasporto e poi tornerà sull'Erinle" si voltò poi verso Toran "Numero uno lei terrà la nave" poi verso gli altri "A voi il compito di scoprire cosa sia quella cosa e come buttarla fuori dalla mia nave" si alzò osservando gli altri "Ora in libertà abbiamo tutti qualcosa da fare"
Pianeta Sconosciuto - Mercato cittadino - 2403/09/29 10:00
Durante la notte la navetta si era portata a distanza di teletrasporto dal pianeta teletrasportando poi la squadra di sbarco in un magazzino che risultava adibito a deposito di granaglie. Non di certo la miglior sistemazione, ma sicuramente una delle meno appariscenti. Ora i tre ufficiali della flotta camminavano nel mercato cittadino imbardati in repliche perfette degli abiti indigeni, che insieme alle modifiche fisiche apportate dal comandante Madrigali li faceva apparire come gente del posto. Il traduttore universale aveva faticato un po' per adattarsi, ma vista la grande disponibilità di dati presenti al mercato in pochi minuti i tre membri dell'Erinle potevano comunicare con un perfetto idioma.
Drax camminava al centro dei due uomini facendo saettare lo sguardo da una parte all'altra cercando qualcosa che potesse attirare la sua attenzione, un indizio, una frase, qualcosa.
Fu in quel momento che la sua attenzione venne attirata dalla conversazione di due persone "Si lo so anche ieri è esploso se non riusciamo a finire i grandi salvatori ci abbandoneranno"
la donna con cui stava parlando "Abbandonarci è il meno dei mali hai visto cosa hanno fatto a Kipler quando ha fallito? Hanno schioccato le dita ed è diventato di luce"
I tre ufficiali si guardarono l'un l'altro riconoscendo immediatamente la descrizione di un teletrasporto.
USS Erinle - Laboratorio Scientifico - 2403/09/29 11:00
Toran, Draen e Trevix osservavano la riproduzione olografica di un reticolo cristallino proiettata al centro del laboratorio scientifico
Il primo ufficiale inclinò la testa "Mhh quindi questa è la struttura interna di quella polvere?" rivolto a Shinead.
La donna annuì osservando i presenti "Si e no. Quello che state vedendo è il reticolo quando viene esposto al plasma. Non sono ancora riuscita a capire a fondo il materiale di base, ma posso darvi le sue specifiche. Si tratta di un minerale che più viene esposto al plasma e alle radiazioni, più modifica la propria struttura rafforzandosi." Osservò lo sguardo interrogativo dei colleghi "Sul pianeta terra si usava un sistema analogo per creare il vetro. La silice veniva fusa ad altissima temperatura generando il vetro. Ecco la stessa cosa in questo caso solo che le temperature sono quelle del plasma. Allungò un padd verso i colleghi "Ho effettuato alcune scansioni nei punti d'esplosione di quei siluri. Dai dati rilevati ne erano letteralmente coperti."
Trevix strinse le labbra "Quindi abbiamo dei siluri che più si avvicinano ad una fonte di plasma più la loro struttura si rafforza? Sarebbe una rivoluzione nei sistemi d'arma..."osservò poi fuori dai finestroni la stella del sistema "Se funzionasse"
Draen osservò il padd "Rimane il fatto che non capisco come possa esser entrato nei nostri condotti del plasma. E' un sistema chiuso e non ci sono perdite di nessun tipo."
Shinead fece un sorriso amaro "Su questo ho solo delle ipotesi. Analizzando i cristalli sembra che siano stati esposti ad emissioni che possono esser rilevate solo vicino ad una singolarità quantica. Questo farebbe si che delle micropolveri passino attraverso la schermatura dei nostri condotti. In condizioni normali verrebbero distrutte dal flusso di plasma, ma in questo particolare caso iniziano a reticolare generando quello che abbiamo visto"
Trevix annuì "Già peccato che su quel pianeta non ci sia nessuno che neppure immagini cosa sia una singolarità quantica.....e noi conosciamo qualcuno che è sempre interessato a nuovi armamenti e che guarda caso ha come sistema di propulsione un motore a singolarità quantica"
Pianeta Sconosciuto - Mercato cittadino - 2403/09/29 20:00
Per non destare sospetti i tre ufficiali avevano acquistato alcuni manufatti locali e alcune verdure non ben identificate.
Improvvisamente un lungo fischio riecheggiò in tutto il mercato e tutti i presenti si affrettarono a raggiungere il grande anfiteatro al centro del mercato. I tre seguirono la massa cercando di confondersi per non farsi scoprire.
Quando tutta la folla fu radunata tutti sollevarono le braccia al cielo iniziando ad intonare una cantilena.
"Supremi salvatori volgete a noi il vostro benevolo sguardo"
Un flash invase il centro del piccolo palco facendo apparire due figure incappucciate. Bastò loro sollevare le braccia per far calare il silenzio.
Le due figure abbassarono le braccia e subito dopo una voce imponente, per gli indigeni, iniziò a diffondersi nel piccolo anfiteatro.
"Voi chiedete il nostro sguardo benevolo, ma cosa ci date in cambio?" la voce tuonava, grazie al sistema audio abilmente camuffato, ma era con tono calmo e atono.
"Anche ieri il materiale delle stelle ha fallito. Non ne producete abbastanza e non ne producete di qualità." le due figure fecero un passo avanti abbassando i cappucci rivelando due uomini dalle fattezze romulane.
"Tra due lune la nostra arca tornerà a prenderci e allora solo i più meritevoli potranno raggiungere la gloria. Per gli altri ci sarà solo il pentimento"
Tornarono a coprirsi la testa per poi sollevare una mano scomparendo per effetto di un teletrasporto. In tutto l'anfiteatro si sollevò un mormorio di sgomento e paura.
Drax strinse le labbra "Metallo delle stelle? Cosa diavolo hanno in mente stavolta" osservò i due colleghi "Dobbiamo tornare alla nave non sappiamo quanto tempo siano due lune ma presto avremo visite"
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FINE MISSIONE