Home Home
 
 
 
 
 
 
USS CRUSADER - MISSIONE 14 RSS USS CRUSADER - Missione 14

14.08 " Vita o morte "

di Edward Anthony Jenner, Pubblicato il 05-06-2014

Grotte muwai - 17/01/2394, ore 09:00


Nella grotta aleggiava un intenso odore di muschio e umido. Le pareti sembravano di fango ma come ricoperte da uno strato molliccio di chissà quale sostanza. Jenner per l'ultima volta provò a dare un strattone alla gamba, ma niente: non riuscì a muoverla neanche questa volta.
"Non credo otterrai nulla in questo modo doc. Quella roba seccata mi sembra più che robusta. E se dopo tutti quei tentativi non sei ancora riuscito a smuoverla non credo che ci riuscirai al prossimo."
Jenner cercò con un certo sforzo di abbassare la testa per guardare cosa gli teneva bloccati i piedi. Non ci riuscì. Era praticamente appeso alla parete dalle braccia. Due enormi catene nere, pendenti dal soffitto, erano chiuse ai polsi con delle manette. Avevano tutta l'aria di essere ben solide e resistenti, nonostante la ruggine abbondante e una strana sostanza verdastra che colava di anello in anello. Per la verità tutta la prigione, anche se era meglio definirla grotta, era piena di quella melma verde. Jenner guardò il suo compagno di sventure che, come lui, pendeva dal soffitto per i polsi sulla parete di fronte. L'illuminazione era scarsa. Due torce illuminavano debolmente la grotta: una vicino al piccolo buco di ingresso sulla destra e una sulla parete di sinistra. McAllister aveva i piedi intrappolati in quello che sembrava fango secco. Veniva su direttamente dal pavimento della cella e sembrava formare un tutt'uno con quello. Erano stati tramortiti e portati lì chissà da quanto tempo, si erano svegliati da almeno mezzora.
"Dobbiamo cercare di liberarci e avvertire gli altri che ci hanno scoperti." tagliò corto Jenner.
"Gli altri chi? Non riesco ancora a ricordare bene e quello che mi hai detto mi sembra ancora un po' incredibile." rispose McAllister.
"Dobbiamo avvertire il Capitano Shaitan e quelli della Diplomacy. Saasha e Nazja faranno catturare quelli di noi che hanno già iniziato a ricordare e li sbatteranno in cella come hanno fatto con noi."
"Credo che Nazja non centri nulla. Non può volermi rinchiudere in questo posto: siamo compagni. Credo che Saasha stia agendo per conto suo." intervenne McAllister.
"Credi quello che vuoi. Io non mi fido di questa gente: che siano uomini o serpenti. Ci hanno mentito e costretto a lavorare per loro come schiavi. E la tua 'compagna' è il capo qui sotto, se non mi sbaglio."
"Arriva qualcuno..."
Con un lieve fruscio una figura in tunica variopinta entrò nella stanza strisciando attraverso il piccolo buco che faceva da entrata.
McAllister subito lo apostrofò: "Perché ci hai rinchiuso in questo posto. Non abbiamo fatto nulla!"
"Non ancora, umano," rispose calmo Saasha, "non posso permettere che interferiate con il rito sacro dell'accoppiamento. È troppo importante, la sopravvivenza di tutta Muwai dipende da esso."
"La regina si arrabbierà se non mi troverà più. Io ero il suo compagno."
"Nazja troverà qualcun altro, Muwai dal canto suo è un dio flessibile e accondiscendente. Il rito avverrà comunque."
"I vostri riti non ci interessano, Saasha. Perché ci avete cancellato la memoria e ci state usando come schiavi?" intervenne il dottore.
"Lei, che è medico, più di tutti deve capire l'importanza della vita. La nostra specie è ormai sterile da generazioni. I maschi Muwai si contano sulla punta delle dita e gli ibridi, come me, sono infecondi. I brillamenti della nostra stella ci hanno alterato il dna condannandoci ad una morte lunga e triste. L'unica soluzione è accoppiarsi con altre specie con cui è possibile procreare."
"Gli umani, per esempio!"
"Per esempio. Mio padre era umano e mia madre muwai. I figli maschi nascono prevalentemente ibridi con sembianze umane, mentre le femmine ereditano tutto dalla madre e sono muwai quasi al cento per cento."
"Ma perché cancellarci la memoria e farci credere di essere come voi?" intervenne mcAllister.
"Avresti accettato di seguire la tua compagna se il rito prevedesse la vostra morte?"
"Morte? Non hai detto che è un rito per la vita?"
"Durante l'accoppiamento le femmine perdono la ragione e, spinte dall'istinto, divorano i loro partner. Poi si isolano in caverne come questa e qui creano un bozzolo dove depongono le larve. Quando le larve sono abbastanza mature divorano tutto ciò che trovano tra queste grotte, compresa, come ultima risorsa, la propria madre. Quando poi raggiungono uno stadio più adulto escono dalle grotte, se ce la fanno, e si uniscono a noi."
Jenner, che per canto suo aveva capito, non riusciva ad essere disgustato dal racconto di Saasha. Era in gioco la sopravvivenza di una specie, che aveva avuto l'unica colpa di trovarsi sul pianeta sbagliato.
"La nostra esistenza dipende da quanti stranieri riusciamo a catturare e a sacrificare nel grande rito. Io ho giurato di proteggere Muwai: la sua gente, le sue tradizioni e il suo Dio. Ora sapete. Adesso però vi devo lasciare. Addio, possiate nutrire le figlie di Muwai. Vi siamo debitori." E come era venuto se ne andò con un sibilo.
"Debitori un corno, viscido serpente dal sangue verde!" gli urlò contro McAllister.
"Credo che per lui possa essere considerato un complimento." osservò Jenner che intanto stava iniziando ad intuire l'origine della melma verdastra che ricopriva la grotta. "Non credo possano continuare con questo inganno ancora per molto. Già adesso noi e la Diplomacy sappiamo qualcosa. Questa gente ha le spalle al muro. Sono destinati all'estinzione."
"Su questo pianeta. Ma se riuscissimo ad andarcene?" disse una voce proveniente dall'entrata.
Entrambi gli uomini sussultarono non essendosi accorti che qualcuno era scivolato dentro la grotta.
"Io ti conosco. Tu sei Mandrita, l'ancella di Nazja." disse McAllister.
"Guardia del corpo e amante, umano." replicò la donna serpente.
"Perché ho la sensazione che tu non sia venuta per liberarci?" chiese Jenner.
"Non ho niente contro di voi umani e forse possiamo collaborare per andarcene da questo pianeta."
"Andarvene? Come mai volete andare via dal vostro pianeta natale?" disse McAllister.
"Per sfuggire al nostro destino e sopravvivere. Sappiamo bene cosa succede alle femmine che partoriscono. Non è sempre stato così. Prima che l'Urlo di Muwai iniziasse a investire il nostro pianeta, la nostra specie viveva sulla superficie e dava alla luce piccoli sani che crescevano senza dover lottare per la propria sopravvivenza. Dopo le prime manifestazioni dell'Urlo le nostre larve morivano inspiegabilmente e scoprimmo che proteggendole sotto terra riuscivano a crescere abbastanza per sopravvivere. Poi cominciammo a non poter vivere nemmeno noi in superficie e ci creammo questo mondo sotterraneo dove siamo confinati oggi. I nostri piccoli, mutati dalle radiazioni e dall'ibridazione con le altre razze, divennero sempre più aggressivi e voraci. Forse se ce ne andassimo via la vostra razza potrebbe curare le nostre ferite genetiche e permetterci di tornare normali come un tempo."
"E perché non ve ne siete mai andati?" chiese Jenner.
"I Guardiani di Muwai non ce lo permettono. Detengono la conoscenza del volo spaziale e controllano la popolazione con la forza e la paura."
"Saasha..." disse a dentri stretti McAllister.
"Saasha e quelli della sua stirpe. Dicono di servire il Grande Serpente ma quello che fanno è solo mantenere il potere nelle loro mani e confinarci tutta la vita rinchiusi in queste grotte. Se sarete disposti ad aiutarci libereremo voi e i vostri compagni."
"Dobbiamo avvertire il Capitano Shaitan prima che venga catturato dagli uomini di Saasha. Lui saprà cosa fare. Liberaci e vi aiuteremo." tagliò corto Jenner.
Proprio in quel momento dal tunnel che conduceva nella cella cominciarono a sentirsi dei rumori. Qualcuno si stava avvicinando.
"Questa grotta è più battuta del bar di prora in orario di punta." sbottò Jenner.
In quel momento un grosso bruco verdastro, grande la metà di un uomo, scivolò all'interno della cella seguito da un'altra mezza dozzina di suoi simili che per la foga si accalcavano gli uni sugli altri. Alcuni spingevano, altri mordevano, tutti cercavano di entrare per primi: avevano sentito l'odore di carne fresca.