Home Home
 
 
 
 
 
 
USS CRUSADER - MISSIONE 14 RSS USS CRUSADER - Missione 14

14.02 " Covo di vipere "

di Edward Anthony Jenner, Pubblicato il 15-04-2014

Muwai, Sala delle udienze - 15/01/2394, ore 08:00


La lunga sala era divisa in tre navate, separate da due file di colonne imponenti. Il rosso brillante di questi pilastri rifletteva in parte la luce violacea che sembrava permeare tutta la città sotterranea. Lungo le pareti laterali diverse fontane riversavano la loro acqua in enormi vasche marmoree da cui poi fluiva delicatamente in due canali paralleli che si estendevano per tutta la lunghezza della stanza. I capitelli in alto e le volte ancora più su erano leggermente in ombra perché la luce proveniva solo da alcune lampade poste in basso in corrispondenza delle fontane e vicino all'alcova di Nazja, ricavata in un abside alla fine della stanza. Le grandi navate risuonavano delle conversazioni e dei rumori prodotti dalle decine di muwaiane che facevano il bagno, erano di guardia o semplicemente si godevano il tepore del luogo distese lungo i bordi dei canali. Il chiacchiericcio era più del solito in quel periodo e le donne erano visibilmente contente e trepidanti. L'alcova era ricoperta di sete e cuscini colorati. Nazja era adagiata sulle sue spire, la schiena diritta appoggiata ad uno schienale, anch'esso in seta scarlatta. Le sue braccia erano appoggiate su due alti cuscini dorati e con le dita giocherellava con le trecce dorate che dai cuscini scendevano fino a terra. Il suo sguardo era fisso sulla figura di un umanoide con il quale stava parlando. Nonostante la presenza dell'acqua corrente, l'aria era piuttosto pesante: la temperatura era alta e l'umidità di certo non aiutava. Il maschio non sembrava perfettamente a suo agio e si rigirava le mani continuamente. Semplicemente non curanti della piccola folla gioviale, ma rispettosa, i due conversavano.
"Ti vedo nervoso, Saasha. Qualcosa turba i tuoi sogni?" domandò Nazja.
"Mi dispiace se ti manco di rispetto, Volto di Muwai, ma dopo tutto questo tempo non mi sono ancora abituato a questa umidità." rispose l'uomo-serpente. La sua testa completamente pelata era, insieme alle mani, l'unica parte visibile del suo corpo coperto di sete e ori. L'uomo sudava visibilmente.
"Questo clima è perfetto per noi figlie di Muwai. Egli ci avvolge con le sue spire e ci riscalda."
"Purtroppo, Prima tra le Figlie, sai bene che l'Eterno ha previsto un altro destino per noi figli maschi. Per questo lo ringraziamo e lo onoriamo ad ogni rito."
"A proposito di riti. Come vanno le operazioni per la costruzione del nuovo nido?" Chiese Nazja.
"Il dono che il Sibilante Muwai ci ha portato sta già cominciando a venire disassemblato in queste ore. Devo dire che da quando servo le Preferite di Muwai non mi è mai capitato di vedere una nave stellare come questa. Sei tenuta in grande considerazione Nazja, Volto e Verbo di Muwai."
"Quello che dici è giusto, saggio Saasha. L'Eterno mi ha anche concesso di trovare un compagno per il supremo rito dell'accoppiamento. A lui sono grata sopra ad ogni cosa."
"Ero venuto già a conoscenza di questa notizia."
"Non ne dubitavo minimamente, mio fedele servitore."
"Rientra nei miei doveri essere sempre ben informato su tutto ciò che accade, Figlia e Sposa di Muwai."
"A volte, Saasha, mi domando se sai più cose tu o L'Eterno Muwai." rise Nazja guardando rispettosamente verso il centro dell'enorme sala. Nella sua voce non c'era cattiveria: solo un po' di ironia. Nazja sapeva che senza il prezioso aiuto di Saasha, lei e le altre che l'avevano preceduta non sarebbero mai riuscite a governare il loro popolo. A Saasha però non sfuggiva nulla. Aveva informatori ovunque e potevi stare certo che se succedeva qualcosa di nuovo Saasha era il primo a saperlo.
Anche Saasha si girò verso il centro della stanza: "Io conosco solo quello che l'Infinito Serpente sussurra alle mie piccole orecchie." E dicendo questo inchinò il capo.
Quella che entrambi guardavano in quel momento era l'enorme statua del dio serpente che campeggiava al centro della navata centrale: un enorme serpente che scendeva dal soffitto a botte, finemente dipinto, avvolgendo una gigantesca colonna in decine di spire. Non aveva tratti particolari se non la grande mole. Sembrava uno di quei serpenti d'acqua lunghi e affusolati con la testa allungata e arrotondata sul muso. Aveva la testa sollevata nel gesto di annusare l'aria circostante attraverso la lunga lingua biforcuta. I suoi occhi erano rivolti verso Nazja e sembravano bruciare come brace sul fuoco: ora più vividi e lucenti e un attimo dopo più opachi, come se la statua respirasse. I bracieri alla base della statua facevano salire lunghe lingue di fumo porpora.
Per un minuto i due continuarono a fissare la statua in silenzio, ciascuno immerso nei propri pensieri.
"A volte quella statua sembra scrutarti da lontano con quei suoi occhi ardenti per vedere dentro di te cosa conservi nel cuore." disse Nazja continuando a fissare la statua.
Saasha annuì: "Credo che lo faccia per capire chi è amico e chi è nemico."
"E tu Saasha, sei amico o nemico?"
"Io servo un serpente. Sono neutrale."
"Tornando a noi Saasha." Nazja riportò bruscamente l'attenzione di entrambi ai doveri materiali. "I preparativi per il rito dell'accoppiamento a che punto sono?"
"I medici stanno proprio ora valutando i maschi più idonei al rituale e quelli che potranno servire come me i voleri del Divino."
"Molto bene, Saasha. So che sei il maschio più impegnato del popolo. Ti lascio ai doveri che il Divino Muwai ha scelto per te."
"Ti ringrazio mia signora, tornerò a riferire le novità. Che il calore delle spire del Divino Serpente non ti abbandoni mai." Si inchinò e se ne andò, scomparendo nella penombra della parete dietro a una colonna vicina. Se un osservatore fosse stato nascosto lì vicino avrebbe visto l'uomo calvo frusciare velocemente attraverso una porta segreta non prima di essersi voltato a guardare Nazja con sguardo lievemente rattristato. Saasha era stato sincero nei confronti di Nazja: la morte era necessaria alla vita, non era lui a decidere, lui serviva solo un padrone. Nazja avrebbe dovuto seguire il destino che il Grande Serpente aveva scelto per lei. E con lei il suo consorte.

Muwai, Infermeria - 15/01/2394, ore 09:00


"Ma sono proprio necessari tutti questi test che state facendo ai miei uomini?" domandò Shaitan ad un indaffarato Jenner che trafficava tra apparecchiature e pazienti.
"Il divino Muwai ha a cuore la salute di tutti i suoi figli." replicò Jenner senza nemmeno guardarlo. "Solo che ha preferito lasciare a me il compito di verificarla. Immagino che tu sia qui per sua precisa volontà, in modo da rendere la cosa ancora più piacevole..."
"Sono qui per chiederti se è possibile velocizzare le procedure. Abbiamo un grosso lavoro da terminare e il tempo che ci è stato dato stringe."
"Velocizzare? Abbiamo raddoppiato i turni per riuscire a terminare tutti gli esami prima della scadenza. Se posso dirlo: stavamo meglio prima, quando eravamo..." Jenner interruppe la frase a metà guardando perplesso il soffitto con aria interrogativa.
"Quando eravamo cosa?" chiese Shaitan leggendo distrattamente un rapporto che aveva raccolto sulla scrivania di Jenner.
Jenner si avvicinò a Shaitan e gli prese il rapporto di mano. "Quando eravamo giovani, mio caro Capitano. Non ti sei accorto che stiamo sempre più perdendo colpi?"
"Come mi hai chiamato?"
"Mio caro! È un appellativo che si usa tra conoscenti. Sottintende una certa intesa. Anche se il più delle volte viene usato in tono ironico."
"Ma no. Dopo 'mio caro'."
"'Perdendo colpi!' Stiamo diventando anche sordi? Oppure è una degenerazione del sistema nervoso centrale dovuto all'elevata esposizione al campo magnetico di Muwai. Ieri, per esempio, è passato di qua Saasha per il suo consueto giro di controllo e ci ha rispiegato tutta la procedura per filo e per segno. Come se fossimo dei bambini nati ieri..."
"Saasha hai detto?" Shaitan era pensieroso. Avvertiva sempre più chiaramente quella strana sensazione che qualcosa fosse fuori posto. E questa sensazione diventava maggiore quando di mezzo c'era Saasha.
"Già. Non mi sembra un cattivo soggetto. Anche se a volte mi mette i brividi." disse Jenner.
"Forse perché è il Capo della Sicurezza dell'intera colonia? Quell'uomo-serpente davvero subdolo come un rettile. La gente sparisce quando non è d'accordo con lui."
"Allora forse deve avere avuto una discussione con il nostro caro Quatro. Doveva presentarsi in infermeria mezz'ora fa, ma ancora non l'ho visto."
"Si sarà fermato a parlare con qualche ragazza lungo i corridoi. Ultimamente le donne stanno diventando piuttosto invadenti, non trovi?" domandò Shaitan.
"Se per 'invadenti' intendi che quando ti vedono ti salutano radiose, o che trovano continuamente una scusa per fermarti a chiacchierare, o che ogni volta che ti giri a guardarle loro ammiccano e sorridono maliziose... Beh, allora abbiamo una diversa interpretazione del termine 'invadente'. Per esempio una persona che viene da te quando hai una montagna di lavoro da terminare e ti fa un sacco di domande strampalate, lei come la definirebbe?"
"Ho capito, ho capito. Me ne stavo comunque andando. Vado a vedere che fine ha fatto McAllister. Doveva consegnarmi un rapporto sui nuovi materiali."