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USS CRUSADER - MISSIONE 14 RSS USS CRUSADER - Missione 14

14.07 " Pensieri persistenti "

di Stephen McAllister, Pubblicato il 20-05-2014

Cantiere USS Crusader, Infermieria - 17/01/2394, ore 01:00


"Si ricordi le raccomandazioni che ci ha dato il Tenente Xian..." affermò Jenner guardandosi attorno con fare ombroso subito dopo aver attivato l'impianto all'interno del corpo del Capitano.
"Sì, certo..." replicò massaggiandosi la base del collo l'andoriano, prima di scendere con un balzo dal lettino medico su cui era seduto, "ma anche lei si assicuri di mantenere un basso profilo e di non sembrare così sospettoso..."
Shaitan iniziò finalmente ad incamminarsi verso i propri alloggi, rimembrando il loro incontro avvenuto venti minuti prima con la squadra di sbarco della Diplomacy.

[Flashback'> Cantiere USS Crusader, Infermieria - 17/01/2394, ore 00:40


Shaitan si trovava ancora all'interno dell'infermeria quando, con enorme sorpresa degli astanti, un piccolo drappello di persone sconosciute fece il suo ingresso nella struttura. Entrambe le parti si squadrarono per una manciata di secondi, sorprese, ma fu una giovane donna di origine asiatica a prendere la parola per prima.
"Capitano Shaitan..." sussurrò quasi come stesse parlando a se stessa, ma non così a bassa voce da impedire ai presenti di percepire distintamente le sue parole. Le antenne del Capitano ebbero un visibile fremito.
"Lei conosce la mia identità ..." si lasciò sfuggire a sua volta l'andoriano squadrando la donna da cima a piedi, la quale replicò con un ampio sorriso, tirando fuori da una tasca quello che aveva tutta l'aria di essere un tricorder federale.
"Tenente Xiaoli Xian, Ufficiale Operazioni della USS Diplomacy." affermò facendo eseguire all'apparecchio che teneva fra le mani la scansione degli astanti, "È un vero colpo di fortuna che i vostri trasmettitori non funzionino a dovere..."
"Uss Diplomacy?" intervenne Jenner spostandosi al fianco del suo Capitano. "Quindi la Federazione ci sta cercando? Da quanto tempo siamo dispersi?"
"La nostra nave ha ricevuto l'incarico di venirvi a cercare dopo che il Comando di Flotta non ha ricevuto vostre notizie per un paio di giorni." un omone calvo, dalla pelle color ebano e un curatissimo pizzetto corvino si fece avanti, prendendo la parola mentre la sua collega riponeva nuovamente il proprio strumento all'interno della tasca.
"Due giorni? Solo due giorni?" replicò sorpreso il medico della Crusader. "Ho l'impressione di essere su questo pianeta da una vita..."
"Quindi avete già un piano per recuperare i miei uomini?" tagliò corto Shaitan, irrompendo nuovamente nella discussione, notando solo in quel momento che, al di sotto degli ampi mantelli, i suoi interlocutori indossavano uniformi federali.
"Sì." replicò prontamente Xian. "Perlomeno abbiamo... o, meglio, avevamo un piano per far recuperare i ricordi a tutto l'equipaggio della Crusader... ma ora che sappiamo che siete di nuovo dalla nostra parte questo piano ha molte più probabilità di riuscita."

Alloggi del Tenente Comandante McAllister - 17/01/2394, ore 01:05


Stephen si rigirò nuovamente, come aveva fatto già molte volte in quelle ore, ritrovandosi a pancia all'aria a fissare il soffitto perlaceo della sua stanza da letto invasa dall'oscurità. Sbadigliò stancamente, appoggiandosi il braccio destro sulla fronte quasi volesse pararsi il viso da una luce inesistente, tamburellandosi un paio di volte sulla pancia con le dita della mancina.
Benché i suoi alloggi fossero relativamente freschi, l'altissima percentuale di umidità nell'aria rendeva la respirazione particolarmente faticosa, ma non era quello a dargli noia e non era nemmeno l'assenza della sua 'compagna'. Malgrado infatti fossero già passate parecchie ore dall'incontro con Saasha, le sue parole continuavano a ronzargli per la testa al pari di un fastidioso insetto, impedendogli di prendere sonno. Certo, il consigliere non gli era mai andato particolarmente a genio, una repulsione a livello fisico decisamente irrazionale e forse immotivata ma, in fin dei conti, non aveva detto che ovvietà a cui Stephen era preparato da tempo. Senza contare che aveva addirittura utilizzato quel suo tono finto, cortese e carico di deferenza che normalmente riservava solo alle figlie più autorevoli di Muwai come Nazja. Forse per quel motivo sentiva che c'era qualcosa che non andava, che Saasha gli nascondeva qualcosa, ma non era nemmeno quello a turbare il suo riposo.
Stephen era consapevole fin dall'inizio di quella relazione prettamente fisica di ciò che sarebbe successo, benché non sapesse quando. Sapeva perfettamente che la carica ricoperta da Nazja le forniva svariati privilegi ma la assoggettava altresì ad altrettanti doveri, fra cui quello, in qualità di prescelta di Muwai, di dare alla luce gli individui che avrebbero guidato la sua gente, eppure ora che quella idea stava per diventare realtà non riusciva a smettere di pensarci. Non era gelosia nei confronti della sua compagna di letto, era qualcosa di più profondo e radicato, quasi come una sensazione di vuoto e di mancanza, come se qualcosa gli fosse stato brutalmente strappato dal cuore. Qualcosa stranamente legato alla mera idea di progenie e discendenza.
Inspirò profondamente, prima di girarsi ancora una volta, facendogli cadere l'occhio sull'appunto gettato alla meglio sul comodino a poca distanza.
David. Susan. Alice.
Non aveva idea di cosa quelle parole significassero, ma aveva sentito l'impulso irrefrenabile di trascriverle da qualche parte appena Saasha aveva lasciato il suo alloggio. Sospirò. Non aveva idea del perché avesse dovuto farlo, senza contare che non aveva alcuna idea di come quelle parole fossero collegate al suo attuale disagio, però sentiva che erano importanti. Tremendamente importanti.
Con un movimento alquanto sgraziato allungò la mano verso quegli appunti, agguantandoseli e portandoseli più vicino fissandoli per un paio di minuti prima di aggiungere un'altra accozzaglia di lettere senza senso che gli frullava in testa da un paio di giorni.
Aleena.
Sospirò, gettando distrattamente ciò che teneva fra le mani nuovamente sul mobile a fianco del letto.
"Domani è meglio che mi faccia dare un'occhiata da Jenner..." affermò in tono decisamente poco convinto, prima di girarsi un paio di volte, portandosi in posizione supina.

Plesso termale di Muwa-jashi, 17/01/2394 - Ore 07:05


Con un dolce e fluido movimento Nazja portò il collo all'indietro facendo oscillare la testa un paio di volte prima di lasciare che il suo corpo si distendesse per la sua intera lunghezza all'interno delle calde acque fumanti per poi alfine socchiudere gli occhi, lasciandosi andare ad sibilo carico d'estasi. Gli antichi scritti della sua gente non accennavano ad alcun luogo simile al 'Paradiso Terrestre' di cui gli aveva raccontato McAllister durante una delle loro lunghe disquisizioni notturne ma a lei piaceva immaginarselo molto simile al luogo in cui si trovava ora: umido, caldo e carico di vapori colorati. Il pensiero di Stephen la fece sorridere lievemente.
Era la prima volta in vita sua che si sentiva così presa da un maschio, oltretutto da un maschio di una specie così diversa dalla sua. Le sarebbe piaciuto che la sua prima covata avesse la stessa peluria dell'Ingegnere Capo, ma ben sapeva che era impossibile per più di una ragione e così preferì tornare a pensare ad altro, in modo da potersi gustare appieno il suo tanto agognato momento di relax. Le ultime ore erano state particolarmente stancanti e sapeva, con l'avvicinarsi del rito dell'Accoppiamento, che quelle che avevano da venire lo sarebbero state ancora di più, senza contare le preoccupazioni di Saasha. Aveva cercato di liquidarlo ostentando una massiccia dose di sicurezza e noncuranza, ma sapeva che il suo servitore non era uno stupido e che quindi i suoi sospetti non dovevano essere totalmente infondati.
Sospirò, lasciandosi affondare ulteriormente nell'acqua, producendo così una serie di bolle davanti a se, ma prima che potesse tornare a rilassarsi completamente vide arrivare Manditra, sua più fida ancella e guardia del corpo, con il suo sgargiante corredo di sete bianche e rosse stretto fra le mani.
"Muwa-noshi..." esordì appena fu giunta a pochi metri da lei. Nazja si chiese se la sua ancella avrebbe mai volontariamente smesso di utilizzare quel suo modo di parlare così arcaico e formale. "È giunto il momento di andare."
"Devo proprio?" domandò di rimando Nazja in tono esageratamente amareggiato, riportando la testa completamente fuori dall'acqua. Manditra non rispose, limitandosi invece a mostrarle le vesti che avrebbe dovuto indossare in maniera piuttosto eloquente. Il Volto di Muwai sbuffò sonoramente, ma poi, diligentemente, puntellò il bordo della vasca con le braccia, sollevandosi lentamente in modo da lasciar defluire l'acqua. "Sei proprio una rompiscatole..."
"Rompi... scatole?" domandò incuriosita Manditra, aspettando che la sua padrona uscisse completamente dall'acqua prima di aiutarla a rivestirsi. "Non sono avvezza a questo genere di linguaggio... immagino sia conoscenza giunta attraverso l'umano..."
"Esatto." replicò sorridendo Nazja mentre l'ancella, che la sovrastava di almeno una spanna e aveva un aspetto decisamente più massiccio, le stringeva una fascia alla vita. "So che non ti va a genio la nostra relazione, ma Stephen è..."
"Umano." tagliò corto l'altra quasi con sdegno, concludendo la sua opera con un solido nodo.
"Sei gelosa?" la punzecchiò Nazja, provocando immediatamente una reazione nell'altra. Ma le labbra di Manditra non furono in grado di muoversi e di replicare, bloccate immediatamente dal fugace e dolce contatto di quelle della padrona.
"Sai bene che ne abbiamo bisogno..." riprese la parola Nazja. "Di lui come del resto dell'equipaggio... che male c'è nel divertirsi aspettando che finiscano il lavoro?"
L'ancella non replicò, iniziando invece a muoversi verso un'altra zona poco distante.
"Il termine è quasi giunto..." affermò varcando la soglia di un immensa caverna naturale carica di vapori, in cui erano all'opera un gran numero di altre femmine. "tosto avremo un nuovo nido..."

Cantiere USS Crusader, Infermieria - 17/01/2394, ore 08:15


Jenner aveva appena finito di impiantare un inibitore in un giovane Guardiamarina che gli aveva inviato Shaitan utilizzando una scusa quando vide arrivare sulla sua porta McAllister. Conscio della sua 'relazione' inizialmente si irrigidì, cercando però di fare buon viso a cattivo gioco.
"Stephen..." esordì compiendo qualche passo verso di lui, "a cosa devo la visita?"
McAllister replicò con un sorriso stanco. "Probabilmente nulla di che, doc..." lo scozzese barbuto fece a sua volta un paio di passi verso l'altro, andandosi autonomamente a sedersi sopra uno dei lettini. "Ho solo dormito male... alcuni pensieri..."
L'Ingegnere Capo lasciò la frase a metà, ma Jenner prese immediatamente la palla al balzo. "Pensieri di che genere?" incalzò il dottore, cercando poi un modo per esprimersi con chiarezza. "Ad esempio, chessò... simili a frammenti di uno specchio di cui non sapevamo l'esistenza, piccoli e asimmetrici ma taglienti e dolorosi?"
McAllister fissò il medico per un paio di secondi, forse non riuscendo nemmeno a capire esattamente cosa il collega intendesse dire, ma poi finalmente replicò.
"Qualcosa del genere..." Jenner decise che era arrivato il momento di passare all'azione, posizionò entrambe le mani sulle spalle di McAllister, prima di continuare cercando di sembrare il più convincente possibile. Se anche lui avesse riacquistato i propri ricordi, grazie ai suoi contatti altolocati si sarebbe rivelato un alleato inestimabile.
"Stephen, quelli non sono semplici pensieri... quelli sono..."
"Sono cosa, Dottor Jenner?"
Prima ancora di vederlo il dottore riconobbe la voce proveniente dalla porta dell'Infermeria.
Saasha.