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USS CRUSADER - MISSIONE 14 RSS USS CRUSADER - Missione 14

14.13 " Scelte difficili "

di Stephen McAllister, Pubblicato il 15-09-2014

Pianeta Muwai, Sala del Trono - 17/01/2394, ore 12:50

Nazja socchiuse gli occhi in un evidente smorfia di concentrazione, fissando l'immagine olografica del pianeta su cui si trovavano e della poco lontana stella, cercando al contempo di assimilare e comprendere l'esposizione di McAlliser.
Il ruolo scelto per lei prima della sua nascita le aveva permesso di accedere ad un'istruzione di altissimo livello, ma il suo curriculum di studi era pur sempre quello di un leader e capo di stato, non di uno scienziato, così buona parte dei termini tecnico-scientifici utilizzati dall'ingegnere si erano rivelati a lei quantomeno oscuri, benché l'umano barbuto cercasse in maniera visibile di essere il più chiaro possibile, riuscendoci solo in parte.
Appena Stephen terminò la sua esposizione, Nazja volse il suo sguardo verso il Capo Ingegnere, scrutandone il volto alla ricerca di qualche segno sul suo viso che tradisse la sua eventuale malafede.
"Hai detto che sarà necessario del tempo prima di riuscire a notare qualche effetto..." domandò senza distogliere lo sguardo, "Quanto?"
"I primi risultati potrebbero..."
"Quanto, Stephen?" tagliò corto lei, riservando all'umano un'occhiata tagliente. "Voglio una stima realistica, non qualche ipotesi generata dalla speranza..."
L'ingegnere sospirò pesantemente, abbassando lo sguardo per un paio di secondi, prima di riprendere la parola in tono mesto.
"Le stime più ottimistiche parlano di dieci, quindici anni..." Nazja sbuffò, volgendo lo sguardo nella direzione opposta, "Forse meno, ma non abbiamo abbastanza dati sulle capacità di recupero del vostro organismo..."
"La nostra specie vive a lungo ma... posto anche che io credessi ai dati che mi hai mostrato, ed è tutto da vedere... - la donna serpente alzò lievemente la voce, in tono decisamente contrariato, ma non tanto da farsi sentire dalle guardie appena fuori dalla stanza, "Come credi che possa fare a convincere il mio popolo ad attendere tutto questo tempo? Saremo costretti a saltare a piè pari almeno due cicli!"
"Tu sei la loro leader," replicò l'umano in tono conciliante, compiendo cautamente un passo verso di lei, cercando di non incalzarla troppo malgrado l'urgenza, "loro si fidano del tuo giudizio e delle tue decisioni. Così come mi fido io..."
Nazja si produsse in un sorriso amaro.
"Se credi di potermi convincere facendo leva sui miei sentimenti, ti sbagli di grosso..."
"Io non credo nulla. Semplicemente so che il tuo unico interesse è la salvaguardia del tuo popolo..." concluse l'Ingegnere Capo, porgendo il proiettore olografico verso lei, pochi attimi prima di sfiorare il comunicatore e scomparire in una serie bagliori azzurrognoli, esattamente pochi attimi prima che un drappello di guardie facesse il suo ingresso nella stanza.

Pianeta Muwai, sotterranei - Poco dopo

L'impasse in cui si trovava la squadra capitanata ora da Shaitan, sembrava non voler aver fine. I colpi scambiati tra i due schieramenti avevano continuato lentamente a diminuire dato che entrambi volevano chiaramente resistere il più possibile senza cedere terreno, ma Shaitan sapeva che la cosa non avrebbe potuto continuare così ancora per molto. L'andoriano era ben conscio infatti che i suoi uomini non avrebbero resistito più di un'ora, forse due in quella situazione e benchè non sapesse delle possibilità dei nativi, dubitava fossero in grado di resistere molto di più.
=^=McAllister a Capitano...=^= la voce dell'Ingegnere Capo proruppe dal comunicatore sovrastando di poco il rumore di uno sparo e il gemito di un nativo.
"Mi dica che è riuscito a convincerla..."
=^=La verità è...=^= l'ingegnere fece una pausa di un paio di secondi, proseguendo poi in uno strano tono decisamente mesto, =^=La verità è che non lo so. Mi ha ascoltato... ma non sono sicuro di averla convinta.=^=
Shaitan non rispose immediatamente, focalizzando invece la sua attenzione su di un fucile phaser che qualcuno gli aveva passato, esaminandone attentamente la polvere residua e le lievi ammaccature presenti qua e là, segno che quel fucile era già passato di mano più volte, probabilmente concentrate nelle ultime ore.
"Bhe, la cerimonia dovrebbe avere inizio fra pochi minuti...- replicò infine l'andoriano, predisponendo l'arma per l'azione per poi prendere rapidamente la mira. "Lo scopriremo subito..."
Sovrastato dai rumori del combattimento, non si accorse del fruscio che lentamente si avvicinava verso la sua posizione.

Pianeta Muwai, Sala del Trono - 17/01/2394, ore 13:15

Con un fruscìo l'ultima delle vesti rituali scivolò dolcemente sulla schiena di Nazja, mentre Latastei, la più minuta e giovane delle sue ancelle, le pittava il volto nei colori rituali con un sorriso mellifluo.
Da quando Mandrita era scomparsa qualche ora prima, lei aveva informalmente ma saldamente preso il comando del suo entourage malgrado non avesse visto più di un paio di urli nel corso della sua vita, probabilmente grazie all'intromissione di Saasha, che tempo addietro l'aveva già scelta come prediletta.
"Ti vedo turbata, Volto di Muwai..." affermò mantenendo lo stesso sorriso e parlando in tono amichevole. Ma Nazja sapeva che quella non era altro che una facciata, come per tutte le femmine che Saasha aveva proposto come sue dame di compagnia. Per questo lei aveva scelto Mandrita. "ma non devi esserlo, presto la Gloria di Muwai risplenderà..."
"Cosa penseresti..." la interruppe la regina, agguantandole un polso per fare in modo di avere la sua completa attenzione, "se ti dicessi che potrebbe esserci un altro metodo per permetterci di procreare..."
La giovane ancella assunse un espressione sconvolta, quasi come se Nazja le avesse rivelato uno dei maggiori orrori dell'universo.
"Sarebbe un sacrilegio!"
Nazja sapeva che Latastei non avrebbe mai accettato alcuna soluzione alternativa ma sentiva fisicamente il bisogno di confrontarsi con qualcuno.
"Ma se ci permettesse di tornare agli antichi fasti... se ci permettesse di procreare nuovamente in libertà come una volta, senza l'obbligo di basare la nostra sopravvivenza sui capricci del Sibilante..." si lasciò sfuggire Lanzai, l'ancella più giovane del gruppo, intenta a lisciare i capelli di Nazja. Il volto di Latastei mutò in una smorfia seccata e il suo sguardo divenne di fuoco mentre apriva minacciosamente la bocca, producendo un suono a metà tra un sinistro sibilo ed uno sputo, interrompendola.
"Taci! Il solo pensiero sarebbe una bestemmia!" sentenziò acida nei confronti della povera collega, che decisamente intimorita sembrò cercare rifugio dietro le spalle di Nazja. Latastei assunse poi un'espressione contrita, riacquistando un tono più amichevole. "Mi scuso per lo sfogo mia signora. Lanzai non sa quello che dice... è risaputo che nella sua covata l'intellegenza scarseggia... ma non è salutare che lei abbia questi dubbi prima del Grande Rito. Noi ora dipendiamo dalla benevolenza del Sibilante, questo è un dato di fatto che non è possibile modificare. Lei deve solo pensare a fare ciò che è necessario..."
"Sì..." replicò il Volto di Muwai atona. "hai decisamente ragione..."

Pianeta Muwai, Sala del Rito - Contemporaneamente

Saasha aveva iniziato ad intonare i canti rituali assieme agli altri diplomatici di alto rango presenti nella stanza. Il comunicatore ancora attivo, perennemente connesso con le squadre impegnate nel combattimento e con il centro di difesa planetario, continuava a sputare fuori dati sui vari fronti senza sosta.
Sapendo di essere un ottimo stratega avrebbe voluto essere là, a comandare direttamente la linea di difesa, ma sapeva anche che se non avesse partecipato al rituale l'intera impalcatura di menzogne che i suoi predecessori avevano creato e lui aveva protetto fino a quel momento sarebbe crollata come un castello di carte.
L'unica cosa che poteva fare ora era attendere, pregando che il Sibilante concedesse al suo popolo la forza di resistere.

USS Crusader, Infermeria - Contemporaneamente

Jenner era da poco tornato al proprio posto dopo essere stato risistemato da uno dei suoi colleghi quando arrivò una comunicazione dal Capitano.
=^=Crusader!"=^= il medico si stupì di quanto la voce dell'andoriano sembrasse affaticata e ansimante. =^=Ho bisogno di... un teletrasporto d'emergenza! Usate le coordinate del mio comunicatore!=^=
"Signore cosa..."
Senza che potesse aggiungere altro, sul lettino che Jenner aveva davanti si materializzò quello che inizialmente gli sembrò poco più di un ammasso di carne pulsante. Non riuscì immediatamente a riconoscere i lineamenti femminei orrendamente deturpati da quelle ferite simili a morsi, nascosti da quel pastone di sangue e sabbia, ma riconobbe immediatamente l'aspetto serpentiforme di colei che aveva davanti.
Fu però solo quando la donna serpente volse l'unico occhio rimasto verso di lui che la riconobbe.
"Mandrita?"

Pianeta Muwai, Sala del Rito - 17/01/2394, ore 13:42

Nazja fece il suo ingresso all'interno della sala satura di vapori e di incensi seguita dal suo stormo di fedeli ancelle, spaziando lo sguardo attorno a se, esaminando attentamente lo sparuto gruppo di seguaci intenti nei loro canti rituali. Individuò Saasha, in prima fila a poca distanza dal Generale Ection e da altri membri dell'alta società Muwai che attendevano con trepidazione l'inizio del rito.
Il suo entourage si fermò, rinculando poi verso l'ingresso della sala, mentre lei proseguiva sola verso l'imbocco della struttura che sarebbe diventata il suo nido, scambiando una rapida occhiata con quelli che di lì a poco sarebbero diventati i suoi partner. Qualcosa di fisiologico e viscerale iniziò a ruggire prepotentemente dentro di lei, gridando con forza inaudita la sua volontà.
Il battito di entrambi i suoi cuori accelerò in maniera esponenziale mentre le sue pupille si dilatavano e il respiro diventava più affannoso. L'efficienza di ogni suo senso sembrò migliorare di colpo e la sua mente sopraffatta da quella miriade di colori, sensazioni e soprattutto odori che le affollavano le narici.
Non aveva mai sperimentato qualcosa di così potente e viscerale in precedenza. Un movimento di fianco a lei catturò la sua attenzione, costringendola a rendersi conto dei vari partners che si muovevano all'ingresso cilindrico del nido.
Ne agguantò uno con dolcezza, passandogli la mano sul petto e lasciandogli quattro leggeri solchi sulla pelle, graffiandolo involontariamente mentre lo sospingeva lievemente verso l'ingresso del nido, respirandone a pieni polmoni l'odore pungente.
*Umano...*
Aprì la bocca, intenzionata a mordergli la spalla, poi si fermò. Deglutì a fatica.
Si volse verso Saasha con un movimento fluido e sinuoso del capo. Le ci vollero un paio di secondi prima di riuscire a dissipare la nebbia sensoriale che gli offuscava la vista prima di riuscire a vedere il suo obiettivo assieme al resto dei partecipanti al rito che, continuando nel loro canto, avevano iniziato una lenta processione verso l'uscita.
Processione che venne fermata dalle guardie personali della regina qualche secondo più tardi. Saasha si volse verso di lei. Il volto deturpato dallo stupore e da qualcosa che Nazja riuscì ad identificare dal puzzo. Terrore.
"Che cosa significa tutto questo?"
"Che... è arrivata... l'ora di rinascere..."

USS Crusader, corridoi verso l'Infermeria - 23/01/2394, ore 08:00

Nazja, seguita da una piccola parte del suo nuovo entourage, capitanato ora da Lanzai, sembrava trovarsi decisamente a disagio all'interno dei corridoi che la stavano conducendo verso l'infermeria, dove avrebbe incontrato Mandrita. Esattamente come aveva già fatto nei giorni passati.
"Mi dispiace che le cose siano andate in questo modo..." affermò la donna serpente in tono decisamente contrito, cercando di evitare il contatto diretto con lo sguardo dell'equipaggio intento a fare il proprio dovere, "ma non posso fare altro che ringraziarvi dal profondo del cuore. Se voi non foste intervenuti..."
"Ciò che è successo ha segnato profondamente entrambi gli schieramenti..." tagliò corto Shaitan, affrettando il passo, "ma è il risultato che conta..."
Poco dopo essersi rifiutata di proseguire il Rito dell'Accoppiamento, il Volto di Muwai aveva iniziato ad esporre ai membri più di spicco della politica del suo mondo ciò che Stephen le aveva spiegato in precedenza. In molti avevano espresso dubbi o fatto domande a riguardo, ma altrettanti concordavano su di una cosa. La soluzione proposta dalla Regina era la reale rinascita citata nei testi sacri.
Saasha, in preda al panico causato da una situazione imprevista, aveva cercato dapprima di far passare la regina come una pazza eretica controllata dai Federali, fallendo però miseramente, lanciandosi poi in un folle attacco diretto alla Regina.
Le guardie non riuscirono a fermarlo in tempo ma per Nazja, ancora in quello stato di ebbra estasi fisica e sensoriale, lui era poco di più di un fastidioso insetto.

USS Crusader, Infermeria - Contemporaneamente

Stephen sospirò pesantemente, sedendo in silenzio al fianco di Mandrita, mentre Jenner poco distante controllava i segni vitali della donna serpente su uno dei monitor.
"Senza il tuo intervento saremmo morti..." affermò in tono mesto il Capo Ingegnere che finalmente si era deciso a visitarla, ora che aveva saputo che la Crusader sarebbe ripartita nel giro di qualche ora e che il rimorso lo aveva costretto a passare un paio di turbolente notti. Prima di continuare, scambiò un'occhiata di sottecchi con il medico, rendendosi conto di quanto la scelta fatta qualche giorno prima, seppure obbligata, pesasse anche su di lui. "Noi pensavamo..."
"Non crucciarti, umano. Voi non siete guerrieri..." lo interruppe Mandrita con voce roca e affaticata, spostando lo sguardo verso l'Ingegnere. Lui era però incapace di eseguire, incapace di lasciarsi alle spalle il fatto che lei in quella dannata grotta aveva lasciato parecchio. Aveva perso l'occhio sinistro e la sua androgina bellezza era stata deturpata dalla perdita di un seno e dalla miriade di cicatrici e morsi che ora ricoprivano il suo corpo. "Se le posizioni fossero state invertite, avrei fatto lo stesso..."
Stephen spostò nuovamente lo sguardo verso di Jenner, sospirando. Ne lui, ne il medico avevano idea di come la donna serpente fosse riuscita a sopravvivere, dato che Mandrita glissava sistematicamente la domanda semplicemente sostenendo di aver semplicemente combattuto in quanto appartenente alla casta dei guerrieri. Forse era per lo stesso motivo che aveva rifiutato ogni intervento volto a restituirle, almeno parzialmente, ciò che aveva perso.
"Le scritture avevano ragione..." si lasciò sfuggire con un debole sorriso ed un colpo di tosse, "Gli Uomini delle Stelle sono arrivati, ora il nostro mondo sta bruciando e presto ci sarà la rinascita..."
Benché le antiche scritture parlassero per metafore, sembravano descrivere piuttosto bene la situazione politica del pianeta natale della donna serpente. Caduto Saasha infatti, era rapidamente caduta con lui anche gran parte della rete di potere che lo sosteneva, creando il vuoto e costringendo i vertici Muwai a cercare nuove soluzioni. Stephen aveva saputo dal Capitano che sul pianeta ora i venti soffiavano in favore della democrazia, spinti dalla regina stessa, la quale aspirava in un futuro prossimo di entrare a far parte della Federazione malgrado i trascorsi.
Alcuni signorotti locali contrari a queste scelte, forse addirittura collusi con Saasha, avevano deciso di ribellarsi ma il popolino era dalla parte della regina e questi piccoli focolai di violenza sembravano destinati ad ardere per una decina di giorni o poco più.
Fu in quel momento che la porta dell'infermeria si aprì con un sibilo, lasciando entrare la piccola delegazione Muwai.

USS Crusader, alloggi del Tenente Comandante McAllister - 23/01/2394, ore 17:53

Stephen tirò fuori dalla tasca il piccolo medaglione ovoidale che Nazja gli aveva regalato qualche ora prima, rigirandoselo fra le mani così come aveva fatto per la mezz'ora precedente.
Benché la stessa donna serpente avesse dichiarato di provare e aver provato solamente una violenta attrazione fisica nei suoi confronti, l'Ingegnere Capo non riusciva a smettere di pensare che quel dono di addio contraddicesse quella dichiarazione, rivelando una verità non detta.
Inspirò profondamente, stendendosi sul letto guardando il soffitto, inerme.
Ora più che mai, forse grazie al lieve ronzio dei motori della Crusader che segnalavano il prossimo rientro nello spazio federale, sentiva un nodo allo stomaco ingarbugliarsi sempre di più.
Benché fosse ben conscio del fatto che tutti gli avvenimenti successi sul pianeta fossero frutto di un qualche tipo di condizionamento mentale, Stephen non riusciva a levarsi di dosso i sensi di colpa.
Sensi di colpa verso Aleena, sua moglie, che aveva miseramente tradito, verso i suoi figli che lo attendevano a casa e perfino verso Nazja, che sentiva di aver semplicemente sfruttato.
Sospirò nuovamente, cercando di venire a patti con la verità e con il senso di colpa da esso derivato. La verità che gli diceva che quel condizionamento mentale aveva semplicemente annullato la sua parte razionale, mettendo a nudo quella parte che avrebbe voluto mantenere nascosta, la parte che era caduta sotto l'incantesimo di Nazja appena la sua mano gli aveva sfiorato la guancia.
Si rimise seduto sul letto, stropicciandosi il volto con le mani più volte, prima di fissare il vuoto al centro della stanza per un paio di minuti. Deglutì a fatica, conscio delle sue colpe e oppresso dal rimorso che portava sul groppone. Poi, finalmente si decise.
"Computer, apri un canale sub-spaziale... Marte, abitazione della Famiglia McAllister..."