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ATLANTIS - MISSIONE 03 RSS ATLANTIS - Missione 03

03.04 "Chi è Lazarus?"

di Dorothea "Thea" Reis, Pubblicato il 20-02-2017

5 Novembre 2171 Ore 01:02 Stazione Rigel 3



"Ci dica cosa possiamo fare Capitano! Chi è questo Lazarus?"
La voce di Random, seppur dal tono metallico, esprimeva appieno la sua frustrazione.
Conosceva da appena otto mesi la Reis, ma in quel breve lasso di tempo, lavorando fianco a fianco, si era affezionato a quella ragazza così strana: non era un legame emotivo vero e proprio, quanto più si sentiva in obbligo di proteggere la collega dal mondo esterno.
In quei momenti di ansia, rimpiangeva la vicinanza di Dorothea: la sua bellezza, esteriore ed interiore, dovuta alla semplicità delle sue azioni quasi banali, ma pur sempre imprevedibili, ed il suo essere in grado di trovare ovunque il modo per strappare un sorriso.
Era un'ottima panacea nei momenti di sconforto in cui Joshua ricadeva di tanto in tanto ricordando il suo incidente e si sentiva in colpa per non essersi accorto della trappola in cui erano caduti.
Era evidente che la rissa al bar era stata pianificata e se solo lui fosse stato più attento se ne sarebbe potuto accorgere.
O forse no.
Certamente avrebbe fatto di tutto per rimediare, se non altro perché quel guardiamarina della sicurezza, Squiretaker, non glielo avrebbe perdonato.
Al di là del grado, al di là dei doveri della Flotta, Joshua sapeva di non essere capace di affrontare quel ragazzo così tremendamente innamorato della Reis.
A bordo era evidente a tutti, probabilmente anche alla stessa Dorothea, anche se quest'ultima pareva dimenticarselo abbastanza frequentemente.
Colpa della sua patologia.
La stessa patologia che l'aveva resa facile preda per quel Lazarus, chiunque esso fosse.
Di certo, Cortes aveva un conto in sospeso con lui.
Dopo aver udito quel nome, si era come ammutolito.
Non aveva spiccicato parola, abbandonando come una furia la direzione della stazione, sotto lo sguardo stralunato di quell'aliena insopportabile.
Erano dieci minuti abbondanti che rifiutava di rispondere ad ogni richiesta di spiegazioni da parte sua e ciò stava innervosendo abbastanza Joshua, ma quello che peggiorava la situazione era la reazione altrettanto apatica da parte di John Blake.
L'ufficiale scientifico era solo da tre mesi a bordo della Atlantis, ma al di là del rammarico per quanto successo alla collega, non appariva particolarmente scosso dal punto di vista emotivo.
A mente lucida, Joshua avrebbe riflettuto sul fatto che probabilmente John aveva bisogno di più tempo per legarsi col resto dell'equipaggio, ma in quel momento non aveva la mente lucida.
E più si sentiva attorniato da silenzi più aumentava la sua rabbia e frustrazione.
Stava sul punto di esplodere, quando Cortes finalmente si decise a parlare:
"Signor Random, raggiunga la Atlantis: allerti il Tenente Kimura. Deve predisporre una squadra di intervento, possibilmente due ed allo stesso tempo tenga la nave pronta all'azione. La misteriosa sparizione del nostro anfitrione in un momento così cruciale per noi, così come la malattia del suo vice, sono un campanello di allarme che non intendo trascurare"
"Vuole che traccio una rotta di evacuazione?"
"No, non subito, ma si tenga pronto all'abbisogna. Ho un altro compito per lei: verifichi in maniera discreta le altre navi ancorate alla stazione. Qualcuna sarà molto attenta alle nostre mosse, voglio capire chi ci sta controllando. Verifichi i sensori, ma senza dare nell'occhio"
"Signorsì, ma chi è Lazarus?"
"Signor Blake, io andrò da solo all'appuntamento. Dovrà fare quanto in suo potere per monitorare a distanza ciò che succederà. In qualunque caso, nessuno, e ripeto, nessuno, dovrà intervenire: le squadre di Kimura hanno la priorità il recupero e la messa in sicurezza del Guardiamarina Reis. Lazarus non ha intenzione di farmi del male. Non mi succederà nulla. Almeno non subito".
"Sì Capitano, ma chi è Lazarus?"
"Un Vulcan... uno che potrà essere il migliore degli amici o il peggiore dei nemici... o entrambi a seconda del momento contingente.. non ama la mera logica, ma la combina con le emozioni e... ."
Di fronte all'espressioni perplesse dei due colleghi, incerti fra l'essere stupefatti o disorientati, Cortes decise che non era il caso di approfondire.
"Signori avete poco più di tre ore! Non perdiamo tempo.. ecco qua il mio piano... . "