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USS WAYFARER - MISSIONE 12 RSS USS WAYFARER - Missione 12

12.08 " Chi non risica, non rosica "

di Asuna Pauline Ichigawa, Pubblicato il 17-01-2015

USS Wayfarer, Infermeria
20/08/2394, Ore 12:15 - 71634.28


Julia alzò lo sguardo allibita dallo schermo del computer sulla sua scrivania, da cui stava attentamente monitorando i segnali vitali di Cooper e Wu e scattò in piedi.

Il D-padd che aveva tra le mani le scivolò dalle dita che,
all'improvviso, avevano perso la presa e rimbalzò sul suo piede prima di fermarsi definitivamente sul freddo pavimento dell'infermeria.

Quel D-padd racchiudeva tutte le informazioni finora note a sua disposizione riguardanti il virus ed i risultati di tutte le ricerche effettuate. Lo aveva letto almeno un centinaio di volte e lo conosceva a memoria, ma lo rileggeva di tanto in tanto nella speranza di trovare qualcosa che non aveva considerato. Quel qualcosa che le era sfuggito
od a cui non aveva dato la giusta importanza e che avrebbe portato le ricerche in una nuova direzione: quella che avrebbe portato alla definizione di una cura efficace e di un vaccino.

La voce dell'Ammiraglio Squiretaker, sua nonna, appena udita per via dalla comunicazione aperta con la plancia l'aveva lasciata di stucco.

Cosa significava che era stata infettata? Come poteva essere possibile? Quando era successo? Ma soprattutto: perché lei non ne sapeva niente?

Erano queste le domande che volteggiavano nella sua mente mentre il suo cuore prese a battere improvvisamente più forte e frequentemente del solito.

"Tutto bene Comandante?", chiese il Guardiamarina Dalloway.

Nonostante fosse arrivata da poco, Julia aveva fatto una buona impressione su tutti coloro che lavoravano in infermeria grazie al suo modo risoluto di procedere ed alla sua disponibilità e attenzione ai bisogni dei colleghi. Vederla con quell'espressione shockata fece cadere quel velo di perfezione che la avvolgeva agli occhi del Guardiamarina, che realizzò che quella donna era umana quanto lei.

Si allontanò dall'armadietto dei medicinali che stava riordinando, si avvicinò a Julia, raccolse il D-padd da terra e glielo porse.
Julia lo afferrò sospirando. Fece un profondo respiro e si calmò.

"Certo Dorothy, la ringrazio."

Non aggiunse altro e tornò a sedersi ancora un po' turbata.
La donna le sorrise, ma in quel momento le porte dell'infermeria si aprirono e fece il suo ingresso l'Ammiraglio. Il Guardiamarina comprese la situazione e tornò al suo lavoro con discrezione lasciando le due faccia a faccia.

Julia fissava la nonna con sguardo severo. Fin dall'infanzia non aveva mai avuto motivo per dubitare di lei. Si era sempre fidata ciecamente di quella donna che per lei era sempre stata un modello da seguire e colei che l'ha ispirata durante la sua crescita personale e
professionale.

"Perdonami Julia", disse l'anziana con sguardo sinceramente dispiaciuto, dopo essersi avvicinata alla scrivania.
"Immagino che se me lo hai tenuto nascosto avrai avuto le tue buone
ragioni." rispose Julia.

"Solo che devo ammettere che non me lo aspettavo", ammise abbassando lo sguardo.

L'Ammiraglio sedette alla scrivania, di fronte alla nipote annuendo.

"Come è successo?", chiese quest'ultima.
"Ricordi che al tuo ritorno non mi hai trovata perché ero in viaggio?
Mentre ero via, sono stata consultata dal centro Vulcaniano che si occupava delle ricerche del virus e sono stata chiamata lì personalmente per gestirle in via del tutto eccezionale in quanto esperta nel settore e conoscitrice di alcune tecniche mediche di nicchia. Ritenevo però inefficace l'approccio che stavano applicando nelle ricerche, dal momento che il cristallo in cui era stato racchiuso il campione che avevi riportato interferiva con le analisi, ed ho pertanto suggerito di procedere estraendo direttamente il DNA contenuto nel capside del virus in modo da poterne analizzare con maggiore precisione la struttura genomica e da poterne poi sviluppare un vaccino."

Fece una pausa. Julia la ascoltava seria in silenzio.

"Come potrai immaginare mi è stato risposto dagli altri membri del team di ricerca che era troppo rischioso poiché per estrarre il DNA dal virus senza danneggiarlo e renderlo inutilizzabile avremmo prima dovuto estrarlo dal cristallo che lo conteneva e questo avrebbe portato ad un elevato rischio di contagio. Un rischio che non potevano permettersi, e che avrebbe rappresentato un pericolo piuttosto concreto nonostante tutte le misure di sicurezza utilizzate."

Fece una nuova pausa. Questa volta più lunga. Julia sembrava avere intuito cosa era accaduto, ma le sembrava impossibile.

"E poi penso immaginerai come è finita la storia...Chi non risica non rosica. Così ho insistito e li ho convinti che se mi avessero chiuso in un ambiente stagno sarei stata l'unica a rischiare conseguenze. Hanno risposto che non potevano permettersi di rischiare anche se si fosse trattato di perdere anche una sola vita umana e hanno cercato di farmi desistere dalla mia posizione, ma alla fine li ho convinti che se eri riuscita a contenere il virus da sola, sebbene con un metodo empirico, avrebbero potuto utilizzarlo anche su di me, in caso di emergenza...Emergenza che speravo non si sarebbe verificata dal momento che, consapevoli del rischio, abbiamo preso misure cautelative estremamente elevate. Ma purtroppo tutte le misure precauzionali che sono state intraprese per proteggermi si sono rivelate insufficienti e sono stata contagiata. Fortunatamente il virus ha avuto solo alcune ore di azione sul mio corpo e non ha riportato danni irreparabili dal momento che non appena ho mostrato i primi sintomi di infezione, i ricercatori e medici presenti sono intervenuti prontamente utilizzando la stessa tecnica che hai scoperto tu stessa per contenere l'infezione."

"Capisco." commentò Julia. "Onestamente credo che al tuo posto avrei agito allo stesso modo, se avessi avuto la possibilità di farlo. Ad ogni modo...preferirei non corressi più rischi simili considerata la
tua età. La prossima volta che vuoi fare una cosa simile ti prego di chiamarmi e la farò io.", disse con una stretta al cuore ripensando a quanto fosse stata vicina la probabilità di perdere per sempre sua nonna, il suo punto di riferimento in quell'infinito universo.

"Alla mia età?", chiese l'Ammiraglio lasciandosi sfuggire una risatina. "Certo che voi giovani siete davvero insolenti. Non ti interessa piuttosto sapere se quello che ho fatto è servito a qualcosa?"

Julia annuì con sguardo curioso e serio.

"La maggior parte dei contenuti dei report arrivati dal centro Vulcaniano sono le conclusioni a cui siamo giunti dopo che ho estratto il DNA del virus. Sfortunatamente il virus muta piuttosto velocemente quindi non è assolutamente banale, come ben sai, produrre un vaccino per prevenire il contagio. Gli algoritmi predittivi che stavamo utilizzando possono solo definire come evolverà il virus con una certa probabilità in base a come si è evoluto da quando abbiamo iniziato a studiarlo ad ora. Però il risultato non è assolutamente certo. Per lo stesso motivo non siamo ancora riusciti ad elaborare una cura, dal momento che evolvendosi il virus potrebbe anche generare sintomi differenti. Credo fermamente che tu possa trovarla. Ho fiducia in te.
Ed ho intenzione di lavorare al tuo fianco se me lo permetterai."

Si fermò osservando la nipote seria.

"Prometto di non rischiare ulteriormente la vita.", aggiunse ridacchiando.
"Sarà un onore", rispose Julia.
"Sarà meglio che vada a dare da mangiare al mio povero cagnolino o
morirà di fame!", esclamò uscendo dall'infermeria.

USS Wayfarer, Infermeria
Alcuni minuti dopo


=^= Kiron a Infermeria: Il Comandante Cooper ha terminato le analisi.
Stiamo per teletrasportare lui ed il Comandante Wu in infermeria. =^=

Julia si diresse verso i biolettini, nei pressi dei quali furono teletrasportati Cooper e Wu.

Il volto di Cooper quando si materializzò in infermeria era viola dalla rabbia.

"Sapeva quali rischi correvamo là fuori e ci ha mandati lo stesso? E' una vecchia pazza! Questa è follia! Può essere solo pura follia!", urlò.

"Si calmi. Sta insultando un Ammiraglio.", esclamò Wu parandoglisi davanti con sguardo minaccioso.

Lui si fermò ricordando quanto accaduto l'ultima volta, ma con un'espressione che era tutt'altro che tranquilla e traspirava irritazione da ogni singolo poro.

"Chi non risica non rosica, signor Cooper", rispose calma Julia scrollando le spalle e causando una reazione ancor più furiosa dell'Ufficiale Scientifico.

Wu fermò un furibondo Cooper e lo costrinse con la forza a sdraiarsi sul biolettino più vicino.

"La ringrazio, Comandante. La prego di sdraiarsi anche lei in modo che possa procedere alla scansione.", disse Julia, facendole l'occhiolino.

"Spero per voi che non mi sia successo nulla. Se scopro che mi manca anche un solo capello...", disse minaccioso per poi fermarsi dopo aver incontrato lo sguardo di Wu, che per lui non rappresentava altro che una violenta macchina da guerra.

Wu si accomodò sul biolettino a sua volta con calma e rimase immobile mentre il suo corpo e quello di Cooper venivano scansionati.

Julia osservò i risultati delle analisi nell'ordine in cui apparvero sullo schermo.

"Comandante Wu, lei è sana come un pesce", le annunciò con tranquillità, osservando i valori ed i grafici generati dalle analisi.

"E io?", chiese un ansioso Cooper con aria di sfida mettendosi a sedere.

Julia spostò lo sguardo sul risultato della scansione effettuata su Cooper ed il suo sguardo rilassato cambiò.

"Signor Cooper, torni a sdraiarsi. Voglio ripetere la scansione. C'è qualcosa che non mi torna...", fu la risposta di una neutrale Squiretaker.

Il volto di Cooper si fece pallido e rimase in silenzio qualche secondo.

Wu spostò lo sguardo da Julia a Cooper con uno sguardo che non lasciava traspirare nessuna emozione, positiva o negativa che fosse.

Lui indietreggiò di un passo. "E' tutta colpa di quella vecchia strampalata! Appena uscirò di qui vedrete...!", gridò avvicinandosi al biolettino.

L'espressione sul volto di Cooper tradiva la superbia che cercava di dimostrare. Aveva paura.

E se fosse stato infettato? E se non fosse riuscito a sopravvivere a quel dannato virus che tanto aveva insistito per distruggere? O magari era quel dannato biolettino a non funzionare bene...oppure...

"Gregory", disse Julia avvicinandosi con calma interrompendo il flusso di coscienza dello scienziato.

"Non so come dirtelo.. si insomma.. anche se non ci crederai mai... sei sano come un pesce pure te, proprio come il Comandante Wu... completamente... anche la tua famosa gamba sta bene.. sei solo un insopportabile rompipalle!"

L'espressione seria di entrambe le donne sfociò in una sonora e genuina risata divenendo contagiosa anche per il personale che le circondava.

Solo Cooper mantenne un espressione seria ed inebetita per diversi secondi prima di rilassarsi in un tirato sorriso.

"Ma andate al diavolo tutti quanti! Specialmente tu bionda malefica..."