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USS CRUSADER - MISSIONE 19 RSS USS CRUSADER - Missione 19

19.06 "Arrocco"

di Edward Anthony Jenner, Pubblicato il 03-08-2018

Avamposto scientifico sconosciuto - data sconosciuta


La navetta vulcaniana era parzialmente nascosta nella semioscurità dell'hangar. Non era visibile nessuna luce dal di fuori, tutto era spento.
L'avamposto era sicuro, non c'erano tracce delle radiazioni che avevano ucciso la squadra di ricercatori vulcaniani. Alcuni sistemi di base della stazione erano accesi ma il computer non era accessibile. I generatori della stazione non funzionavano e non avevano trovato un modo per comunicare con nessuno. Erano isolati.
Bloch aveva avuto l'idea di controllare la navetta vulcaniana. Lui e Quatro erano riusciti ad entrare del velivolo e avevano iniziato la perlustrazione. Era più grande delle normali navette.
Shaitan e Yager cercavano tra il materiale disponibile qualunque cosa potesse essere di aiuto. Se non c'era più energia nella stazione dovevano andare in perlustrazione all'esterno. Il vero mistero era come erano finiti in quel luogo. Forse l'anomalia in cui la Crusader era incappata aveva anche trasferito loro cinque in un altro luogo. O forse era stato qualcun altro a portarli li. Se effettivamente dovevano porre rimedio ad un danno causato nel passato, forse erano stati portati proprio nel punto in cui era accaduto l'evento che avrebbe poi portato al genocidio. Direttive della Federazione da seguire o no, Shaitan aveva deciso che si sarebbe comportato secondo la propria coscienza.
All'improvviso un suono come di grossi accumulatori che si caricano di energia riempì l'hangar. Dalla sommità circolare del soffitto fino al pavimento, ad uno ad uno, cominciarono ad accendersi enormi pannelli concentrici che illuminarono tutto l'enorme locale.
Bloch li raggiunse dalla navetta insieme a Quatro. "Il nucleo della navetta aveva ancora energia, anche se non era caricato al massimo."
"Abbiamo attivato il computer e abbiamo attivato gli accumulatori della stazione. I sistemi dovrebbero ripartire in pochi minuti."
"Bene," disse Shaitan, "appena il computer termina il riavvio avremmo qualche informazione in più."
"Per esempio dove e quando siamo." disse Yager.
"E cosa è successo qui." aggiunse Bloch.
"Forse la navetta è in grado di decollare e portarsi nell'orbita del pianeta. Se la fortuna non ci ha abbandonato potremmo tentare anche qualche comunicazione." disse Shaitan.
"Mi sembra che la fortuna ci abbia abbandonato già da diverso tempo!" intervenne Yager.
"Si sbaglia, Numero Uno. Qui siamo nel passato. La fortuna ci abbandonerà almeno tra trecento anni."

Avamposto scientifico sconosciuto - mezzora più tardi


Mentre attendevano le operazioni di reboot Vikram, che era di guardia al di fuori della base, lanciò l'allarme.
Lo sciame di insettoidi aveva finito di divorare i propri simili storditi dall'attacco precedente e, seguendo le tracce degli uomini della Crusader, era giunto nei pressi dell'avamposto.
Arrivavano in gran numero, sempre più velocemente. Chi rallentava o si fermava veniva scavalcato da chi veniva dopo di lui. Le creature erano in preda ad una frenesia isterica causata dalla vicinanza del cibo. Qua e là alcuni individui cominciarono a lottare gli uni contro gli altri e i perdenti venivano inevitabilmente divorati da quelli che stavano intorno.
Shaitan e Yager raggiunsero subito Vikram sulla balaustra su cui aveva preso posizione per controllare le zone circostanti.
"Stanno tornando, Capitano!" avvertì Vikram.
"Sono troppo numerosi per fermarli." sottolineò Yager. "Questa base potrebbe non reggere l'urto di un attacco così incontrollato."
"Dobbiamo sigillare e rinforzare il portellone di ingresso." disse Shaitan. "Cerchiamo di guadagnare più tempo possibile. Numero Uno, dica a Quatro e Bloch che il tempo a nostra disposizione sta per scadere. Dobbiamo far decollare quella navetta."
"Subito, Capitano!" e Yager sparì.
All'improvviso un enorme boato congelò l'intero sciame all'istante. Gli insetti cominciarono a guardarsi in giro con evidente terrore. Il boato si ripeté e con esso una piccola scossa fece tremare il terreno. Come se comunicassero tra di loro telepaticamente, gli insettoidi cominciarono frettolosamente a scappare in tutte le direzioni. Un terzo boato ebbe l'effetto di aumentare la fuga disperata e incontrollata degli insettoidi che sparirono dalla vista degli uomini nell'avamposto.
Dopo pochi istanti la causa di quei boati uscì dal terreno.
Tutto intorno alla base cominciarono ad aprirsi grandi voragini da cui emersero strane macchine corazzate e cingolate simili a trivelle. Si disposero a cerchio in difesa dell'avamposto. E lì si fermarono.
Da dentro la base corse fuori Block col fiato corto.
"Capitano, deve essere successo qualcosa, i livelli di radiazione sono aumentati pericolosamente. Dovremmo... E quelli cosa sono?"
"La fonte delle sue radiazioni, Tenente." rispose Shaitan.

Avamposto scientifico sconosciuto - alcuni minuti più tardi


Da circa mezz'ora la situazione era rimasta immutata. Gli attaccanti non si erano fatti più vivi. Le macchine venute in difesa dell'avamposto non si erano mosse e nessuno ne era uscito. L'unico progresso era stato il recupero delle funzionalità del computer.
Bloch e Quatro avevano già cominciato ad analizzare la situazione e, dopo l'arrivo delle macchine, anche a tentare le prime comunicazioni.
"Sono riuscito a scoprire che le radiazioni non provengono da quegli strani mezzi ma dal sottosuolo. Fortunatamente, dopo essere usciti dal terreno, hanno ricoperto i buchi e il livello delle radiazioni è tornato accettabile."
"Forse sanno che ci sono nocive." propose Yager. "Magari i precedenti occupanti di questa postazione erano già venuti a contatto con questi esseri."
"Sarebbe una chiara violazione della prima direttiva." intervenne Bloch.
Shaitan era pensieroso.
Quatro ruppe il silenzio: "Capitano, ci chiamano."