Pianeta Orione - Città di Cadel
Centro di Controllo di Sicurezza
28/08/2404 - ore 22.56
Il bagliore dell'esplosione squarciò la notte come un lampo, mentre il quartiere a luci rosse della città vibrava sotto l'onda d'urto.
Le vetrate rinforzate dell'edificio tremarono, mentre una cascata di allarmi si accendeva in simultanea, avvolgendo la sala operativa in un manto di luce rossa intermittente.
Alera sollevò lo sguardo dagli ologrammi di sorveglianza: le sue iridi color smeraldo, marchio distintivo della famiglia Urzai, una delle più influenti del Sindacato di Orione, scrutavano con freddezza l'evoluzione degli eventi.
Gli Urzai avevano governato per generazioni su vasti segmenti del mercato clandestino, bilanciando il potere tra affari e rispetto delle leggi interne un equilibrio che lei, in quel frangente, doveva mantenere con precisione chirurgica.
Con un lieve movimento delle dita attivò la rete strategica di controllo ed un mare di dati prese forma davanti ai suoi occhi: rapporti in tempo reale, analisi biometriche della folla, variazioni nel traffico digitale.
L'esplosione non era stata casuale. Un attacco mirato? Un colpo di mano di una fazione ostile all'attuale Regina del Sindacato? O forse una strategia di distrazione per velare operazioni più profonde?
Raramente, anche nelle dispute tra le famiglie rivali più potenti, si era arrivati ad un attacco di tale portata.
Far esplodere un palazzo, nel bel mezzo di un quartiere denso di attività commerciali a luci rosse sempre pieno di turisti di altri pianeti oltre che di avventori Orioniani, era stata una mossa stupida e controproducente.
A maggior ragione da quando, per casi estremi tipo quello che stavano affrontando, la Regina del Sindacato aveva disposto un protocollo di allerta tale da concedere l'attivazione di una sofisticata rete di controllo, costruita su algoritmi di intelligenza artificiale, in grado di rilevare e rielaborare informazioni dai più disparati apparati.
"Attivare protocolli di sicurezza immediati. Inviate squadre di soccorso ed i Repressori. Voglio che venga analizzata ogni scheggia alla ricerca di informazioni" la sua voce risuonò nella sala, calma ma implacabile.
Uno schermo olografico, a dir poco gigantesco per le dimensioni di quella sala, proiettava l'andamento del panico: il caos indotto si stava manifestando in onde di individui che fuggivano alla cieca.
Il compito di Alera e del suo staff, in mezzo a quel frastuono emotivo, era di evidenziare e di far emergere dettagli che solo chi era addestrato alla lettura dei comportamenti poteva cogliere.
"Individuazione delle anomalie di comportamento. Attivazione del protocollo Caccia Silenziosa."
I droni di sicurezza V-9 SPECTER, leggeri e neri come il vuoto spaziale, si dispersero in stormi sopra i tetti delle strutture.
I loro scanner termici, uniti a sensori di biofeedback ed a sistemi di riconoscimento facciale, erano in grado di rilevare i pattern emotivi e i ritmi cardiaci delle persone in fuga, isolando chiunque mostrasse una reazione innaturale.
In un mare di terrore e caos, le matrici computazionali erano state programmate per evidenziare in modo spiccato quei soggetti il cui comportamento contrastava con lo stato collettivo.
Sulle decine di schermi olografici del centro di controllo, iniziarono ad affluire dati in tempo reale creando una mappa digitale dell'evento, mentre le luci rosse del sistema lampeggiavano in segnale di anomalie potenzialmente pericolose.
Poco per volta le prime incongruenze iniziarono ad emergere come cicatrici nella mappa termica: gruppi di individui o singole persone che non si muovevano coerentemente con l'evento in atto, nemmeno adottando oculate strategie di sopravvivenza in una calca presa dal panico.
"Teletrasporto immediato dei primi sospetti nelle celle di detenzione. Recuperate ogni individuo con anomalie comportamentali entro il raggio d'azione."
I sistemi di teletrasporto prelevavano gli individui segnalati e li trasportavano istantaneamente in strutture di detenzione, dando vita ad un'esecuzione pulita e precisa.
Alera non guardò nemmeno la sequenza delle persone catturate: le celle di detenzione erano ultra-sicure, dotate di barriere energetiche e monitoraggio costante per ulteriori analisi ed indagini.
La procedura era metodica: dall'attivazione iniziale dei sistemi, all'invio dei droni, fino al teletrasporto istantaneo degli individui, ogni fase era stata studiata per garantire l'efficacia dell'azione.
Ogni individuo veniva trattato con lo stesso rigoroso protocollo di indagine, privo di eccezioni. Trattandosi di una procedura estremamente invasiva, occorreva fosse del tutto asettica da contaminazioni dovute a lotte intestine politiche o criminali tra le varie famiglie del Sindacato.
Ogni informazione veniva incrociata con le banche dati Orioniane, permettendo di decifrare le coordinate precise di ogni comportamento sospetto.
In tal modo, i catturati per errore venivano rilasciati con una certa celerità , mentre avrebbero avuto tempo e modo di interrogare i reali sospetti.
Pianeta Orione - Città di Cadel
Quartiere a luci rosse
28/08/2404 - contemporaneamente
Fumo denso si innalzava dalle rovine di ciò che un tempo era una strada commerciale affollata, ora disseminata di detriti.
Mentre l'eco delle sirene di sicurezza risuonava nell'aria ed i droni volavano sopra il disastro, scrutando ogni angolo con il loro occhio elettronico, circa un centinaio di Orioniani guidati dal freddo e risoluto Comandante Zarek, piombarono in maniera concentrica sul luogo dell'esplosione, iniziando faticosamente a farsi largo in senso contrario rispetto alla fiumana di persone in fuga.
Gli appartenenti alle forze di sicurezza Orioniane, spesso in disgrazia presso le rispettive famiglie, erano stati relegati al difficile ruolo di esecutori della legge per necessità , non per vocazione.
Questi avevano poca fiducia nella sorveglianza digitale, erano abituati a risolvere le questioni con la brutalità , piuttosto che con la precisione impersonale della tecnologia.
Una volta circondato il perimetro, i Repressori avevano formato gruppi di perlustrazione aggressiva, formati da due o tre Orioniani cadauno.
Uno di questi, guidato da Velkos, un agente corpulento con una cicatrice che attraversava la guancia, aveva afferrato un Orioniano di mezz'età - dallo sguardo stravolto e chiaramente sotto shock - per il colletto e lo aveva spintonato contro una parete annerita dal fumo
"Chi c'era con te? Perché stai qui mezzo imbambolato a fissare il vuoto e non corri via come tutti gli altri?"
Il poveretto tremava, gli occhi pieni di paura, incapace di spiaccicare anche una sola sillaba.
Anche se avesse parlato, però, Velkos non aspettava reali risposte: voleva solo sfogare la sua rabbia repressa e le dita si serrarono sulla gola dell'uomo fino ad ucciderlo.
Sorev, uno dei suoi compagni dalla mandibola squadrata e il temperamento poco paziente, perquisiva e riempiva di pugni altri civili con la stessa crudeltà , sebbene con minor istinto omicida di Velkos.
"Se volete che finisca questa pagliacciata digitale e che i miei uomini smettano di ridurre le vostre ossa in gelatina, è ora che chi sa qualcosa, parli! Subito!" urlò il Comandante Zarek avallando soprusi ed angherie, mentre si avvicinava alla bottega di un mercante di spezie che da anni trafficava prodotti per le alte sfere del Sindacato.
La sua bottega, ancora intrisa del profumo di polveri aromatiche da varie parti dell'universo, aveva miracolosamente resistito all'onda d'urto, il che lo aveva immediatamente collocato tra i sospetti.
"Troppo fortunato, Mazek. Troppo calmo." esclamò Jorves, uno dei Repressori, mentre sfiorava con le dita l'unico contenitore ancora intatto tra le rovine e lo rovesciava con gesto sprezzante.
Il suo compare, Krell, più pragmatico, afferrò Mazek brutalmente per un braccio e lo spinse con violenza contro un muro.
"Parla. Cosa sai dell'esplosione? Chi è coinvolto?"
Mazek col volto tumefatto dall'impatto contro il muro, non disse nulla. Non sapeva nulla, ma la sua mente stava lavorando a un modo per salvarsi o sarebbe finito ammazzato.
"Se non parli, scegliamo un modo per farti cambiare idea."
L'agente lo spinse più forte, fino a fargli perdere l'equilibrio. Mazek si sforzò di sorridere esageratamente mentre il sangue iniziava ad uscire copioso dal naso spezzato.
Un istante dopo, uno dei droni V-9 SPECTER segnalò un'alterazione nella zona, illuminando Mazek con un fascio laser sottile.
In un battito di ciglia, Mazek sparì nel nulla, teletrasportato in una cella di detenzione orbitante per interrogatori più approfonditi.
Jorves sputò sul terreno con disprezzo.
"Che spreco. Era più divertente farlo parlare a modo nostro"
In un altro punto del Quartiere, nel cuore del mercato sotterraneo, due contrabbandieri, Zennor e Karlek, stavano negoziando qualcosa di importante che non poteva attendere oltre.
Zennor, un uomo dalla corporatura massiccia e dalla voce roca, stringeva un piccolo dispositivo di cifratura dati, di cui doveva liberarsi il più velocemente possibile.
Karlek, più raffinato della sua controparte, una volta verificata la transazione in latinum, allungò una mano per prenderlo, ma l'attimo dopo fu interrotto da un colpo secco: erano stati trovati! Un drone li aveva marcati come sospetti.
"Dannazione."
Senza esitare, Karlek tentò di nascondere il dispositivo nel mantello, ma una scarica elettrica partì dal drone, paralizzandolo per qualche secondo. Era una tecnologia sofisticata, sviluppata per fermare individui prima che potessero eliminare prove.
Le forze di sicurezza furono su di loro in un istante.
Zennor riuscì a estrarre un piccolo blaster, ma non ebbe nemmeno il tempo di alzarlo. Con una violenza inaudita, uno degli agenti gli sferrò un pugno sotto la mascella, mandandolo al tappeto.
"Troppi segreti in un momento come questo. Portateli dentro."
In meno di due secondi, uno dei teletrasporti li inghiottì entrambi.
Nel frattempo, un altro gruppo di tre agenti aveva circondato una giovane Orioniana dai capelli bianchi, con buona parte del vestito in mille brandelli abbrustoliti dal fuoco. Chiaramente esausta si era lasciata cadere appena fuori dalla zona di massimo pericolo. Eppure per i tre, aveva un qualcosa di sospetto.. o, più probabilmente, la bellezza tragica della ragazza aveva attirato la loro attenzione.
"Non corri, non piangi. Hai visto chi ha piazzato l'esplosivo?"
La donna rimase in silenzio, le mani strette attorno a un comunicatore portatile. Prima che potesse rispondere, uno degli agenti la scaraventò contro un banco rovesciato.
"Ora parli, oppure ci divertiamo un po'.. oppure chissà faremo ugualmente entrambe le cose.."
Non c'era protocollo, non c'era metodo. Solo il caos e l'istinto brutale di una classe di sicari caduta troppo in basso per preoccuparsi dell'etichetta.
Mentre i droni inviavano rapporti precisi su anomalie biometriche e trasferivano sospetti nelle celle orbitali, loro seminavano terrore in modo diretto.
Pianeta Orione - Città di Cadel
Quartiere a luci rosse
28/08/2404 - qualche istante prima
Dopo il primo momento di aggiornamento che avevano avuto quando Moses aveva issato al sicuro Elaina, gli uomini della USS Raziel erano avanzati tra la calca ed il panico fino a quando Fox, con il suo occhio bionico, aveva rilevato un movimento nel cielo di Cadel.
"Abbiamo compagnia, droni!" esclamò Lucius cercando di non mostrarsi eccessivamente allarmato
Lo sguardo che si scambiarono Moses ed Hazyel fu abbastanza eloquente: occorreva diventare invisibili, muovendosi con movimenti studiati e controllati, e sfruttare ogni angolo buio per diminuire il rischio di essere individuati.
Sarebbe stata questione di tempo, Frank lo sapeva bene, un qualsiasi scanner con rilevazione di temperatura li avrebbe individuati anche in un logo totalmente privo di luci.
Trovarono rifugio in un vicolo stretto e soffocante, il pavimento umido per qualche perdita d'acqua dai tubi sopraelevati. La dottoressa Tarev, ancora scossa dall'impatto delle emozioni tumultuose della folla, si appoggiò alla parete, chiudendo gli occhi per schermare il sovraccarico mentale.
"Abbiamo bisogno di metterci in contatto con la Raziel" bofonchiò Moses a bassa voce, riprendendo fiato e sfiorando il comunicatore.
"Bloccato" esclamò frustrato Fox dopo alcuni tentativi
"Stanno isolando le comunicazioni. Qualsiasi trasmissione che non provenga dai loro centri di comando viene interrotta" confermò la Mendel "e non posso fare nulla se non accedo alla rete. In una situazione simile, dubito di trovare un qualsiasi terminale in grado di violare il blocco dovuto all'allarme"
Wood, dal canto suo, fece un rapido controllo per verificare se i sistemi di teletrasporto fossero ancora operativi. L'unico risultato fu un messaggio d'errore e un avviso automatico in lingua orioniana. "I teletrasporti sono fuori uso." esclamò laconico
"Non tutti, direi che quelli della sicurezza Orioniana funzionano a pieno regime" affermò T'Pak mentre scrutava la situazione sulle strade attorno a loro
Un silenzio pesante calò sul gruppo.
Mendel, l'esperta informatica, fece scorrere le dita sul proprio dispositivo da polso. Il suo volto si irrigidì.
"Hanno messo su un sistema di prim'ordine, qualsiasi cosa sia successa, credo vada ben oltre l'esplosione e le sue conseguenze. Se non raggiungiamo il punto di rendez-vous senza essere visti, siamo finiti."
La realtà della situazione era semplice e brutale: dovevano diventare invisibili.
Il problema era che, con la sorveglianza dei droni, l'unico modo per scomparire era deviare la loro attenzione su qualcosa di più grande. Qualcosa che facesse sembrare ogni altra anomalia insignificante.
Hazyel si passò una mano sulla mascella, valutando le opzioni. Ogni secondo, trascorso in quella stradina, aumentava il rischio che fossero individuati. E non avevano molte alternative.
"La caccia è già aperta," disse, senza esitazione. "Ci serve un esca. E sarò io."
Moses lo guardò con una smorfia incredula.
"Tu? Ti rendi conto di cosa stai dicendo?"
"Sì Frank, lo so perfettamente.. ma sai pure te che tra tutti sono l'unico che può reggere un interrogatorio il più a lungo possibile"
"Mmpf.. Stronzate! Io mi sono fermato, questi non si fermeranno mai"
"Appunto per quello conto su di te per tirarmi fuori dai guai. Senza contare che uno con la tua fisionomia è già ricercato per il furto al database. Se dovessero catturare te, dopo quanto pensi che l'informazione verrà venduta a Vala Urmel? Alexander ed Elaina hanno constatato direttamente il lavoretto che fanno sui malcapitati che quella donna sospetta essere colpevoli del furto subito"
"Mmpf.. quindi io e Wood siamo fuori gioco"
"E' così, ma Alexander ed Elaina devono raggiungere il punto di estrazione. Le loro competenze sono preziose per capire come affrontare queste nuove epidemie. E quale migliore scorta di te, Numero Uno?"
"Mmpf.. va avanti"
"Fox, ho bisogno che vai a conoscere la famiglia di Malice.. non è il momento migliore per conoscere i tuoi.. ehm.. suoceri. Ma, per quanto la sua famiglia sia relativamente poco significativa all'interno del Sindacato, potrebbero essere fonte di informazioni privilegiate rispetto a quello di dominio pubblico."
"Va bene, ma non sono propriamente riconoscibile conciato in questo modo"
"Al contrario, Malice sa esattamente come sei vestito e saprà che sei te. Visto che non ha senso farti rischiare una fuga, dovrai assumere dalle due alle tre pastiglie che simulano una sbronza colossale. Per chiunque ti dovesse trovare, risulterai semplicemente un ubriaco che si è divertito troppo.. una volta finita la caccia all'uomo, potrai raggiungere Malice e da lì attendere istruzioni."
"Sarah" continuò Hazyel rivolgendosi alla Mendel "quanto è sicura la mia copertura?"
"Semplicemente perfetta come quelle che creo per tutti" ribatté Sarah con malcelato orgoglio "Nihzorr Khael è semplicemente perfetto: pirata raffinato non affiliato a nessuna famiglia, con vari incarichi da freelance, sebbene abbia lavorato molto per la famiglia Tendi.. esteticamente Orioniano, se ti dovessero fare delle verifiche, scoprirebbero che sei Risiano, ma esistono studi medici approfonditi sulle complessità di un'unione tra Risiani ed altre specie. Tra l'altro, sussiste quella che loro definiscono una patologia, sempre se vogliamo così definire il corredo genetico, che prevede che tu possa aver ereditato dalla madre la pigmentazione della pelle, mentre la struttura degli organi interni sia propria ai Risiani"
"Inoltre" intervenne Elaina soffocando un groppo in gola "Questo ti permette di eludere in gran parte l'effetto dei feromoni. In circolo hai una particolare molecola autorigenerante che ti consente di ridurre al minimo l'effetto che subisci. E' stata creata in laboratorio, ma è quasi impossibile da rilevare. E l'essere Risiano con pelle da Orioniano dovrebbe confondere abbastanza le idee senza permettere loro di focalizzarsi su quella molecola."
"Perfetto! Il resto della storia la conosco a menadito.. a maggior ragione se potrò contare sul nostro hacker preferito." aggiunse Hazyel con un sorriso prima di rivolgersi alla responsabile della sicurezza
"T'Pak sarai l'ombra di Sarah.. non ho idea se le occorra andare sulla Raziel o tornare alla nostra vecchia casa sicura per poter violare i sistemi. Ma dove va lei, andrai te.. se tornate alla casa sicura, troverete il buon vecchio Tars ed i due incursori ai suoi ordini."
Elaina scosse il capo, visibilmente scossa, anche a causa della marea di emozioni che continuava a recepire dal panico per le strade
"Hazyel, se ti prendono - e ti prenderanno - non è detto che saremo in grado di tirarti fuori! Victoria non ce lo perdonerebbe mai.. anzi, a dirla tutta, non ti perdonerebbe mai"
Il Risiano si avvicinò alla Betazoide abbracciando teneramente la donna nonostante uno risentito sbuffo di gelosia da Wood.
"Conto su di te perché non le succeda niente.. né a lei, né alla creatura che porta in grembo.. tieni il segreto finché ti sarà possibile" le sussurrò all'orecchio prima di stamparle un bacio in fronte
"Tranquilla" le disse alzando la voce di un'ottava e mettendo una mano tranquillizzante sulla spalla di Alexander "Lo faccio perché ho piena fiducia in tutti voi.. e poi sono certo che tornerete a prendermi, vero Numero Uno?"
"Mmpf.." annuì Moses sarcastico
"Le forze di sicurezza stanno diventando sempre più aggressive ed i droni affinano le scansioni ogni secondo che passa. E' solo questione di tempo prima che ci riescano ad individuare. Se mi faccio notare abbastanza, concentreranno le loro risorse su di me e voi avrete qualche istante per sparire tra la folla."
T'Pak annuì lentamente: la certezza della voce del loro Capitano sembrava incrollabile e sapeva che discutere era inutile.
"Basteranno pochi minuti di distrazione se riesci a far credere che sei un bersaglio prioritario."
Hazyel si sistemò il mantello di seta scura sulle spalle, controllando che non intralciasse i movimenti. Il suo fisico massiccio e l'alterazione estetica lo rendevano indistinguibile dagli Orioniani, ma doveva sfruttare quell'aspetto per qualcosa di più sottile.
Una frazione di secondo dopo, il Capitano fece un passo fuori dal vicolo.
Pianeta Orione - Città di Cadel
Centro di Controllo di Sicurezza
28/08/2404 - ore 23.51
Alera era intenta ad osservare la folla attraverso la griglia olografica della sala di controllo, le mani intrecciate con calma metodica, mente con sguardo allenato scrutava alla ricerca di dettagli che potessero sfuggire ai sensori: gesti impercettibili, tensioni nei muscoli, un controllo troppo affinato per essere casuale.
All'improvviso, da una stradina laterale, sbucò un Orioniano, in apparenza indistinguibile dagli altri disperati in fuga, che, però, catturò l'attenzione di Alera.
Qualcosa nella sua presenza lo separava dagli altri. Era alto, più della media: uno dei guerrieri di certo, o forse un leader di una fazione rimasta nell'ombra.
I quasi due metri di pura muscolatura non erano insoliti tra le caste superiori della gerarchia Orioniana, ma la sua postura tradiva un addestramento raffinato. Aveva la compostezza di un soldato ed il passo di un predatore che non reagiva impulsivamente al caos.
Non poteva essere uno delle squadre di sicurezza, spesso poco più che marmaglia messa a disposizione dalle varie famiglie del Sindacato per prestare soccorso e porre fine a risse o a minacce di scarsa importanza.
Non era un incarico molto amato ed i fortunati erano scelti tra coloro che erano in qualche modo puniti dalle loro famiglie. Spesso, ed a maggior ragione quando li guidava quel folle di Zarek, il loro intervento aveva come primo risultato l'espandersi delle risse, prima che l'allargarsi della competizione non costringesse tutti a mettere la testa a posto.
Alera decise di puntare su quella figura misteriosa l'attenzione di uno dei droni di sorveglianza.
Nihzorr Khael - quello era il nome con cui era stato registrato allo strip club Nyx'ara Zorgon Nights - presentava tratti del viso marcati e possenti, con occhi color ambra intensa in grado quasi di riflettere le luci intermittenti della città , il tutto evidenziato dalla particolare tonalità della pelle, particolarmente gradita al lato libidinoso di Alera, tendente al verde scuro satinato.
Il mantello di seta nera scorreva lungo le sue spalle con una fluidità naturale, segno distintivo di un individuo che conosceva il valore della discrezione. Non era un capo banale, ma un tessuto scelto con cura: leggero ma resistente, progettato per mimetizzarsi nelle ombre e nascondere movimenti rapidi senza attirare attenzione.
Sotto di esso, l'abbigliamento aderente era ben calibrato—una tunica orioniana ricamata con finiture in filo metallico, i pantaloni in tessuto flessibile che garantivano libertà di movimento, stivali rinforzati sulle caviglie.
Alera si trovò, suo malgrado, a combattere tra eccitazione e senso del dovere: Nihzorr Khael la ammaliava e la preoccupava allo stesso tempo. Sarebbe potuto restare nell'ombra e difficilmente i droni di sicurezza lo avrebbero individuato.
Il battito era regolare, i movimenti misurati, ma consoni ad una situazione di pericolo la registrazione olografica mostrava un uomo dai tratti scolpiti, immerso nel vortice del panico senza essere assorbito da esso.
Aveva optato per farsi notare.
Alera si appoggiò lentamente alla console, un sorriso impercettibile sulle labbra: era solo una questione di tempo prima che Nihzorr Khael fosse costretto a giocare la sua mano.