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USS WAYFARER - MISSIONE 14 RSS USS WAYFARER - Missione 14

14.12 "Nella penombra"

di Dorian Zsolt Ristea, Pubblicato il 29-03-2017


*** Lektus II, Mlibel, Palazzo Reale, Sala del Trono d'Avorio
Nello stesso istante ***


Alcune guardie fecero per muoversi verso Kraven, ma il re li fermò con un gesto della mano.
"Julia!" gridò Kiron, lanciandosi attraverso la folla.

Squiretaker, che aveva capito le intenzioni del capitano, sfoderò immediatamente il tricorder e corse nella sua scia, sfruttando Kiron e Krentar come arieti attraverso gli attoniti astanti.
Cooper, dal suo canto, osservava tutto dalle retrovie.
Con un semplice cenno, re Mosi fece spostare le guardie. Due secondi dopo, gli ufficiali di StarFleet erano gia' vicini al principe accasciato.

Con fare brusco ma efficiente, Julia scansò uno dei medici e iniziò la scansione al tricorder.

"Cosa significa questo?", disse quello che sembrava il Capo Medico.
"Chi sono questi intrusi?"
"Siamo della Federazione", rispose Kiron. "Siamo qui per aiutarvi. Possiamo..."
"Voi non avete nessun diritto né ragione di essere qui! Allontanatevi immediatamente dal Principe e lasciateci fare il nostro lavoro."
"Che continuino", intervenne re Mosi, avvicinatosi anch'egli all'esanime Prakash. Con gli occhi, comunque, non distoglieva la sua attenzione da Kraven, ancora vicino alle cucine, che silenzioso lo ricambiava.
"Mio Signore, questo non ha senso! Perché dovremmo fidarci dei Federali? Non..."
"E' mio giudizio stabilire di chi fidarsi e chi non", lo interruppe Mosi. "E, a meno che di non passare dai Tre Giudici, non devo giustificare le mie scelte. Che il tenente Squiretaker continui l'analisi."
"Inoltro formale protesta!", disse il Capo Medico. "A questo punto, io e il mio staff non ci assumiamo nessuna responsabilità sullo stato del Principe e sulla prognosi."
E detto questo, con un cenno si ritirò, e la sua truppa di medici biancovestiti con lui.

Julia, nel frattempo, senza ancora aver detto una parola né sollevatasi dal principe, preparò febbrilmente un hypospray e lo iniettò direttamente nell'area toracica.

Alcuni interminabili secondi dopo, Prakash ebbe una breve convulsione, sussultò e ricominciò a respirare. I suoi occhi si aprirono.
Julia finalmente sorrise. "Si riprenderà facilmente. Anzi, tra poco dovrebbe essere in piena forma."

L'atmosfera generale si alleggerì come per miracolo. I volti corrucciati di Mosi e Kraven si rischiararono per un secondo, per poi ritornare seri. La situazione era ancora grave, e non lo dimenticavano.

Re Mosi baciò la mano di una esterrefatta (e sotto sotto lusingata) Squiretaker, ed estese la mano a Kiron. "Grazie, Capitano. Il nostro popolo è in debito con lei, il suo ufficiale medico e la Federazione intera."
"Nostro dovere", disse Kiron. "Si è assunto un bel rischio, lasciandoci carta bianca."
"Decisioni esecutive", disse il Re. "A questo punto devo decidere di chi fidarmi. E il mio istinto - ma anche la ragione - mi dice che voi siete la parte più neutrale e oggettiva in tutto questo."

"Interessante come la truppa di medici sia comparsa improvvisamente, vero?", sussurrò Cooper, materializzatosi improvvisamente dietro Kraven.
Il principe si girò.
"E anche come certe persone possano improvvisamente teleportarsi a piacimento, a dispetto di un totale blackout delle comunicazioni".
Cooper annuì. "Quando l'hanno teletrasportata dalla Prigione Reale?"
"Non più di un minuto fa", disse Kraven. "E' chiaro che la mia presenza sul luogo del delitto avrebbe messo il chiodo definitivo sulla mia bara... almeno nelle intenzioni di chi c'e' dietro tutto questo."
"L'arrivo immediato dello staff medico è opera sua?"
Kraven annuì a sua volta. "Li ho messi in stato d'allerta dal giorno dell'avvelenamento dell'assaggiatore", disse. "Uno staff di 5 persone per ognuno dei membri della Famiglia Reale."
Cooper sorrise. "Presenti ma discreti."

Kraven non disse nulla, gli occhi sempre puntati su Prakash e la fervida attività intorno a lui.

"Ha salvato la vita di suo cugino", disse Gregory.
"No", disse Kraven. "Quello lo avete fatto voi. Io ho solo cercato di essere previdente."
Kraven finalmente si girò verso Cooper. Una silente intesa si instaurò tra i due.
"Qual è la prossima mossa?" disse Cooper.
"Seguiremo l'onda", disse Kraven. "Per ora, io sono il capro espiatorio."

Le guardie che precedentemente erano state bloccate dal re, ora si avvicinavano a Kraven, sicuramente con l'intenzione di riportarlo in prigione.

"Speriamo serva a stanare i responsabili. Mi fido di voi", disse Kraven, dirigendosi a sua volta verso le guardie. Rivolse un ultimo sguardo a Cooper. "Fate in modo che ne valga la pena."
Cooper assentì, guardandolo mentre le guardie lo ammanettavano.

Nessuna pressione, si disse. Come diavolo è che da giudici di un concorso culinario adesso siamo superdetective responsabili di risolvere un potenziale conflitto mondiale?

Nel frattempo, dall'alto della sua postazione subito dietro le Principesse Reali, non vista da nessuno, Velastra tradiva sul suo volto un milione di emozioni contrastanti.

Mlibel, Palazzo Reale, una delle stanze retrostanti la sala del Trono d'Avorio


La stanza polverosa era volutamente tenuta in penombra, occupata unicamente da scaffali semi occupati da scatolame vario. Due persone erano vagamente riconoscibili, la loro silhouette tracciata nella poca luce.

"Ha preso il veleno volutamente!" disse la prima figura, tradendo una certa agitazione.
"Questo non cambia i piani", disse la seconda, più rotonda ma anche dalla voce più sicura. O no?
"Prakash vuole fare l'eroe ma non ha ancora capito niente", continuò.
"Stiamo assumendo troppi rischi", riprese la prima figura. "Mi sono esposto in prima persona su prove unicamente indiziarie! Neanche Krentar ha mangiato la foglia. I Tre Giudici si metteranno a ridere quando la richiesta arriverà da loro, e il re lo sa. Se il piano non ha successo, la mia carriera - e la mia vita - è finita!"
"Tranquillizzati", disse la seconda, tradendo un certo disgusto per la paura che trapelava dal suo compagno. "La presenza della Federazione non cambia niente, come ti avevo già detto. Dobbiamo solo accelerare ulteriormente la prossima azione."
"E Kraven? Che mi dici di Kraven? Si è lasciato andare come se niente fosse!"
"Ok, il principe Kraven potrebbe stare dimostrandosi più intelligente
delle nostre previsioni", disse la rotonda figura. "Forse è l'influenza di quella pestifera Ammiraglia... teleportarla via probabilmente non è stata una buona idea."
La figura filiforme era sempre più agitata. "Quella era una tua idea!
Io avevo puntato su Kraven dall'inizio, e tu con le tue idee di scagliare le colpe sulla Federazione hai confuso tutto!"
"Taci", lo zitti' la seconda. "Niente è perduto. Kraven ritorna a essere il nostro colpevole. La sua uscita dalle cucine sul luogo del crimine dovrebbe essere sufficiente per una propria incriminazione... non più su basi indiziarie, come dici tu."

La prima figura rimase silenziosa per un poco, respirando affannosamente.

"Sarà meglio che il piano funzioni", disse. "Finora sotto la lente ci sono solo io. Ma se tutto va a carte quarantotto", disse puntando il dito, "non sarò il solo a cadere."
La seconda figura sembrò sorridere. "E' una minaccia?"
"Interpretala come vuoi", disse la prima. "Ora al lavoro."
E detto questo, si girò e uscì dalla stanza.

La seconda figura rimase immobile per qualche istante, poi si girò verso un angolo remoto della stanza.

"Jokubas sta diventando un problema", disse.

Una terza figura emerse dall'ombra.
"Dobbiamo liberarcene?", disse, con la sua voce baritonale.
La figura rotonda sembrò pensare un attimo. "Non ancora", disse. "Ma appena la richiesta di incarcerazione passa, uccidilo. Sembrerà dare ancora più forza alla cosa. Niente di meglio che un martire per la causa."
La terza figura entrò in piena luce.
"Come preferisci", disse Feonas.