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USS TOKUGAWA - MISSIONE 07 RSS USS TOKUGAWA - Missione 07

07.12 "L'Ombra"

di Margret del Keth R'Haal , Pubblicato il 30-01-2017

USS Tokugawa - Sala macchine - 27 maggio 2396, 00.36


Un SOS pareva un messaggio dannatamente chiaro.
Per un istante Hesse rimase immobile a fissare i due ufficiali, riflettendo rapidamente sullo strano volgersi degli eventi. Sparizioni, tempeste di sabbia in plancia, fantasmi e ora un SOS. In confronto all'andazzo precedente, la situazione stava prendendo una svolta leggermente migliore. O almeno così sperava.
"Comandante, è sicuro che si tratti di un SOS?" domandò facendo due passi verso i due ufficiali alla consolle.
Hair annuì. "Sicurissimo." Si fece leggermente da parte per mostrare al proprio capitano la registrazione dei segnali. "Vede? Tre punti, tre linee, tre punti. Una sequenza ripetuta tre volte. Non so se il comandante Margret o il guardiamarina Blendin conoscano il codice Morse, ma Carpenter sicuramente sì."
"Non può trattarsi di una fluttuazione casuale?"
"Non con uno schema così preciso, Signore."
"Tuttavia," si inserì Glasgow, "rimane comunque un'ipotesi. Sicuramente è la spiegazione più logica..."
"... ma di fatto non abbiamo prove," concluse per lui Hesse.
"No, infatti. Sono d'accordo che non può trattarsi di una fluttuazione casuale e che sembri un tentativo di comunicazione. Ma di chi?"
Hair assunse un'espressione pensierosa, il volto attraversato da una ruga sottile tra gli occhi. "Il codice Morse è terrestre e in disuso da secoli. Non sono molti colore che sono in grado di utilizzarlo, nemmeno parzialmente. Se si trattasse di un'entità aliena di qualche genere, come potrebbe usarlo?"
"Senza conoscere la natura della creatura è difficile dirlo."
Il capo ingegnere annuì un paio di volte. "Siamo ancora nel campo delle ipotesi. Tuttavia rimane il riflesso del comandante sulla pietra dell'anello."
Hesse chinò il capo per un attimo, poi si guardò intorno nella sala vuota come se si aspettasse di vedere la soluzione al problema apparire nell'aria. Vista la comparsa dell'anello, chi poteva dire che non sarebbe successo?
Esattamente di fronte a lui, Margret ricambiava, non vista il suo sguardo. Ogni volta che qualcuno,specialmente Hesse, lanciava casualmente un'occhiata nella sua direzione si trovava a pensare *Dai, sono qui! Guardami!*
Non succedeva mai, ma lei non smetteva comunque di provarci.
Ora teneva una mano sollevata, indicando a Carpenter e a Blendin di rimanere fermi e attendere. Se Hesse, Glasgow e Hair fossero arrivati alla loro stessa conclusione avrebbero potuto tentare di comunicare ma, vista la difficoltà del mezzo di trasmissione, avrebbero dovuto porre la massima attenzione. Inoltre non voleva rischiare di destabilizzare senza motivo il nucleo causando un danno maggiore, per esempio l'accidentale esplosione della nave.
Fortunatamente Hesse parve arrivare rapidamente alla stessa idea.
"Immagino che il modo più semplice per scoprirlo sia fare un test," commentò verso i due colleghi. "Margret, Carpenter... o chiunque sia in ascolto, se si tratta di un tentativo di comunicare," disse all'aria davanti al nucleo di curvatura, "direi che è il momento di un altro SOS."
Margret si voltò e annuì in direzione di Carpenter.

Abraxas - 27 maggio 2396, 00.41


La perdita di Tenas aveva scosso la squadra - e lei stessa - più di quanto Francesca fosse disposta ad ammettere. Non era la prima volta che perdeva un uomo, era stata addestrata ad affrontare la cosa, conosceva il carattere di Tenas ed era consapevole di essersi trovata in una situazione di temporanea inabilità. Tuttavia durante il viaggio di ritorno alla tenuta aveva riflettuto su cosa avrebbe potuto fare per evitare la scomparsa del suo miglior tiratore.
Mai una volta, comunque, aveva mostrato questi sentimenti ai suoi sfortunati compagni di squadra.
Kheller aveva camminato al suo fianco per un po', forse pensando che lei potesse avere nuovamente bisogno di sostegno. Non era stato necessario, ma Francesca ne aveva approfittato per discutere dell'accaduto.
Avevano raccolto campioni di quella specie di strane uova che avevano poi inviato a bordo. Avevano scansionato con cura l'intera zona, verificando l'assenza di altri esseri del genere. Avevano cercato residui energetici lasciati dai raggi luminosi, forse un sistema sensore, fuoriusciti dall'ombra. Non avevano trovato nulla di specifico ma tutte i risultati erano comunque stati inviati alla nave per successive analisi. Francesca aveva allora ordinato di rientrare. Era inutile rimanere oltre, almeno per il momento, e alla tenuta le comunicazioni con la Tokugawa sarebbero state meno difficili.
Kheller era stato pensieroso per tutto il tragitto finchè Francesca non gli aveva chiesto cosa avesse sentito. La strumentazione evidentemente non era molto d'aiuto e lei aveva percepito soltanto un fetore nauseante, un ronzio alle orecchie e poi più nulla, ma Kheller e Molabe possedevano sensi molto più acuti dei suoi.
L'Abraxiano rimase silenzioso per un momento, in apparente riflessione.
"E' difficile da spiegare. Non è stato soltanto l'odore o la vibrazione. E' stata una sensazione istintiva di minaccia."
"Di minaccia?" domandò la donna. "Intende dire di spavento?" Lo chiese con la massima delicatezza possibile, così che l'altro non si sentisse accusato in qualche modo di essere un codardo.
"No, non in questo senso." Kheller arricciò il naso e mosse le orecchie. "Non è il comune spavento per una situazione pericolosa, capisce, ma qualcosa di diverso. Mi sono già trovato in situazioni critiche, ho provato la paura in battaglia o davanti all'ignoto. Ma questa volta è stato come se il mio corpo sapesse, istintivamente, di dover fuggire. Come un lhait di fronte ad un sek."
Francesca aggrottò le sopracciglia. "Come, scusi?"
Kheller scosse la testa. "Si tratta di animali abraxiani." Sembrò cercare un termine adeguato, quindi si arrese. "Come un preda di fronte al suo naturale predatore," disse infine.

USS Tokugawa - Sala macchine - 27 maggio 2396, 00.53


C'erano voluti quasi venti minuti, ma alla fine parevano aver stabilito un codice di comunicazione. Il segnale di SOS si era ripetuto con regolarità ad ogni loro richiesta. Hair aveva quindi deciso di utilizzare il vecchio trucco del sistema di domanda e risposa più semplice, quello che prevedeva solo sì e no. Un colpo per il no, due per il sì.
Il capo ingegnere prese un respiro e domandò: "Avete compreso il codice?"
Due colpi.
Annuì a Glasgow e ad Hesse. Il capitano si voltò nuovamente verso il nucleo. "Ok. Carpenter, è lei?" chiese.
Due colpi.
"Margret e Blendin sono con lei?"
Due colpi.
"State bene?"
Due colpi. Hesse annuì. Hair e Glasgow si scambiarono un'occhiata di sollievo.
"C'è qualcun altro con voi?"
Un colpo solo.
"Bene," fece Hesse a mezza voce. "Almeno non c'è qualcun altro che gira per la mia nave a mia insaputa."
Margret, non udita, rise. Glasgow fece notare con gentilezza che non era affatto stabilito e si guadagnò un'occhiataccia cerchiata di nero. Hair si schiarì leggermente la voce. "Signore, posso?"
Hesse annuì. "Certamente."
"Comandante, state agendo direttamente sul nucelo?"
Due colpi.
"Riuscite a interagire con la matrice del dilitio?"
Due colpi.
"Dovranno fare parecchia attenzione," si inserì Glasgow.
Hair annuì. "Altrochè. E' interessante, tuttavia. E' come con l'anello, sembra che la connessione avvenga tramite il dilitio."
"Mi chiedo se non dipenda dalla particolare frequenza di risonanza della struttura cristallina," riflettè Glasgow.
"Potrebbe dipendere dalla frequenza di risonanza del reticolo del cristallo," disse Carpenter nello stesso momento. Sorrise leggermente.
"A quanto pare avete la stessa idea," commentò Margret con ovvietà. Quindi il suo sguardo caddè su Blendin che la fissava ad occhi sbarrati. No, non fissava lei. Fissava qualcosa dietro di lei. Le sue antenne vennero improvvisamente investite da una vibrazione che le inviò una scarica lungo la spina dorsale Si voltò, proprio nel momento in cui Carpenter gridava un avvertimento e le sue orecchie registravano un acuto ronzio..
L'ombra nera le si precipitò addosso, ma prima che potesse colpirla, Blendin si buttò sopra di lei.
A pochi metri, Hair, Glagow e Hesse proseguivano nella loro discussione, completamente ignari.
"Carpenter avrà sicuramente un'ipotesi," commentò il capo ingegnere, abbassando gli occhi per leggere la risposta. Nessun colpo.
Aggrottò le sopracciglia.
"Carpenter? Comandante?"
Nessun colpo.
L'uomo alzò gli occhi perplesso ma prima di poter dire qualcosa una delle consolle intorno al nucleo emise una pioggia di scintille. Nello stesso instante le figure di Margret e Blendin ricomparvero dal nulla, improvvisamente. Non ci furono sfarfallii o lampi di luce. Nessuno spostamento d'aria. Un attimo prima non c'erano, quello dopo i due corpi erano lì, crollavano sul pavimento e rimanevano immobili.
Hesse scattò in avanti insieme a Glasgow mentre Hair premeva con forza il comunicatore. "Emergenza medica in sala macchine!"
Quando i due li raggiunsero, il guardiamarina Blendin era morto.