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USS RAZIEL - MISSIONE 11 RSS USS RAZIEL - Missione 11

11.02 "UN SOLO MOSES NON BASTA"

di Elaina Tarev, Pubblicato il 23-10-2020

Sol III - San Francisco
Ospedale Militare Letterman
Reparto di Medicina legale (Sala 02)
24 settembre 2400 - ore 16:32


Francis Moses era in piedi, fuori dalla sala autoptica, in attesa di poter entrare, e, nel mentre, stava fissando, fuori dalle grandi finestre, la silhouette della città che si stagliava all'orizzonte.
In verità, era lì solo fisicamente: la sua mente era attraversata da un turbinio di pensieri.
L'ultima volta che aveva percorso i corridoi di quell'ospedale stava per andare a conoscere i due nuovi mini-membri del suo equipaggio e approfittarne per canzonare un po' i due papà, ancora frastornati dall'evento.
Era stata una giornata spensierata, ma quella gioia era ormai lontana.
*Era solo una ragazzina..* l'immagine di Sybil Horizon si era conficcata nella sua mente, tanto che involontariamente Frank si ritrovò a digrignare i denti *..il suo sguardo.. era terrorizzata. Sapeva che stava per morire e che non avrebbe potuto far nulla per impedirlo*
"Comandante Moses?" la voce di un giovane internista umano interruppe i suoi pensieri "Mi scusi, l'Ammiraglio Bates ci ha informati del suo arrivo. Prego, si accomodi.."
Frank non se lo fece ripetere due volte ed entrò nella sala, ritrovandosi, nuovamente, a fissare quel giovane corpo ricoperto, dai piedi sino alle spalle, da un leggero lenzuolo verde acqua.
Nella sua carriera aveva visto centinaia di persone morire e molte delle quali le aveva spedite personalmente al creatore, ma quando vedeva qualcuno di così giovane passare a miglior vita si sentiva stringere il petto.
L'internista osservò per qualche attimo Moses per poi aggiungere "L'Ammiraglio ha informato il direttore dell'ospedale che aveva intenzione di avere il rapporto su quanto riscontrato sulla vittima il prima possibile, ma se preferisce che ne parliamo in un altro luogo"
"Proceda, dottor Adler"
Lo sguardo glaciale di Moses fece desistere il medico dal proseguire con la sua domanda mandandolo, per un attimo, in confusione nel sentirsi chiamare per nome, poi si ricordò che indossava la targhetta identificativa e riprese il suo lavoro
"Come vuole, allora possiamo procedere" attivò il sistema di registrazione audio e iniziò a leggere sul proprio pad
=^=Sono il dottor Adler Steward e sto per procedere con il controllo autoptico sul corpo di Sybil Horizon. La giovane è stata ritrovata all'interno di un edificio residenziale sito a San Francisco e, per la precisione, nel distretto Tenderloin, via Saint Clément n. 15. É stata dichiarata ufficialmente deceduta il 23 settembre 2400 alle ore 09:58. La vittima è una femmina di razza mista nata da madre Terrestre e padre Trill di venti anni. Dalle prime osservazioni si è determinato che si tratti di omicidio perpetrato con un'unica ferita da taglio al collo che ha reciso la carotide e la giugulare=^=
"Da cosa lo deduce?"
La domanda di Moses fece quasi trasalire il dottore, che era così immerso nel suo lavoro da essersi quasi dimenticato della presenza dell'ufficiale della flotta
"Ogni ferita d'arma bianca ha delle sue peculiarità che permette di catalogarle nelle tre grandi macro-categorie delle ferite da taglio, da punta o da punta-taglio. Nel nostro caso..." il medico si avvicinò indicando con il dito il collo della giovane "..la ferita si presenta con una lunghezza ben maggiore alla sua profondità e con i margini che combaciano perfettamente tra di loro è ben visibile che la divaricazione della lesione, nel suo punto massimo, raggiunge circa il centimetro. Le estremità della ferita hanno una forma di angolo acuto, con una evidente continuazione su un piano cutaneo più superficiale nelle classiche codette, certamente prodotte dal margine tagliente nella fase di penetrazione e di estrazione dell'arma"
"Codette?"
"Esatto, codette.. si tratta di ferite secondarie che si producono in fase di estrazione e penetrazione nel corpo"
"E da questo cosa possiamo dedurre?"
"Molte cose in effetti! Si tratta certamente di una ferita lineare. Questo tipo di ferite si realizza quando la lama si trova in posizione perpendicolare rispetto al piano cutaneo, attraverso un meccanismo di pressione e scorrimento, il che mi porta a ritenere che l'assassino sia più alto della vittima"
Per rendere l'idea il dottore passò un dito sul collo di Sybil
"L'arma è penetrata dal lato destro del collo, ha percorso i tessuti, determinando una ferita continua e sostanzialmente rettilinea, ed infine è uscita dal lato sinistro. La regolarità dei margini e la discontinuazione netta dei tessuti mi portano a determinare che l'arma usata fosse un tagliente tipico, ossia un'arma costruita per essere destinata al taglio e costituita da una lama provvista almeno di un margine tagliente. Non si tratta di un'arma improvvisata.."
"Come fa a sapere la direzionalità del colpo?"
"Per la forma che assumono le codette. Vede, quando si utilizza un'arma come un rasoio per ferire qualcuno, i segni che si lasciano sul corpo hanno delle caratteristiche tali da permettere di determinare anche la direzione. Ad esempio, ipotizzando che io decida di colpirla con un rasoio ad altezza del ventre o di un'altra superficie piana. Nel momento in cui la colpirei cercherei di affondare il colpo il più rapidamente possibile, quindi avremo una ferita di penetrazione molto breve che raggiunge rapidamente una buona profondità.. successivamente trascinerei la lama, creando la ferita, ed infine continuerei il movimento estraendo l'arma nel contempo.. la ferita di estrazione apparirebbe molto più lunga di quella impiegata in fase di penetrazione. Ma non è questo il nostro caso.."
Il dottore tornò nuovamente sul corpo della giovane
"Se la superficie è curva, come il collo o gli arti, le codette possono mancare oppure, come nel nostro caso, sono invertite: quella di entrata è lunga, mentre quella di uscita è breve. Considerata la direzionalità, la precisione e la profondità della ferita posso dedurre che l'assassino si trovasse alle spalle della vittima e che il colpo sia partito da destra a sinistra, il che rende necessariamente il nostro aggressore mancino o ambidestro"
"Quindi la ragazza avrebbe dato le spalle al suo assassino?"
"Ipotizzo di sì, permane la possibilità che l'aggressore si sia portato rapidamente dietro alla giovane per aggredirla, ma è poco credibile difficilmente la ragazza sarebbe rimasta immobile ed essendo così giovane aveva dei buoni riflessi, inoltre avrei dovuto comunque riscontrare delle ferite da difesa che qui non abbiamo. Devo quindi concludere che, con un alto grado di probabilità, la ragazza si fidasse dell'assassino"
Moses si limitò ad annuire "Prosegua"
Il medico annuì tornando al suo lavoro in modo piuttosto freddo
=^=Il cadavere è stato ritrovato in posizione supina, il che presuppone che sia stato voltato dall'assassino immediatamente dopo l'avvenuta aggressione=^=
Adler alzò lo sguardo su Moses ma, prima che potesse chiedergli nulla, aggiunse
"Dato che l'assassino era posizionato dietro la vittima, quest'ultima, una volta che è stata colpita, sarà caduta in avanti e quindi in posizione prona. La ferita era troppo grave e ha certamente comportato l'immediata perdita di conoscenza, non avrebbe avuto la forza di voltarsi da sola. D'altro canto, se fosse stata voltata dopo un certo lasso di tempo, il sangue fuoriuscito dalla carotide e dalla giugulare avrebbe imbrattato i vestiti della vittima davanti e non sulla schiena.. o meglio, non solo sulla schiena"
Moses si limitò ad annuire incrociando le braccia al petto e rimpiangendo un po' l'assenza di Tarev *Se qui ci fosse Elaina in meno di dieci minuti avrei avuto i dati che mi servivano e me ne sarei già andato*
=^=Il corpo, fin dal suo ritrovamento, aveva raggiunto una temperatura di equilibrio con quella ambientale, e questo va analizzato con gli ulteriori parametri desumibili dalla vittima e dal luogo di ritrovamento. La giovane godeva di ottima salute e non faceva uso di sostanze stupefacenti, non soffriva di malattie o infezioni e non vi sono segni che stesse compiendo degli sforzi fisici tali da comportarne una temperatura corporea ante mortem più alta del normale indossava degli abiti che hanno in parte rallentato la dispersione di calore, ma non in modo eccessivo. Allo stesso modo, da quanto risulta dalle rilevazioni fatte nel luogo di ritrovamento, la temperatura era controllata da un impianto di riscaldamento tarato per mantenere all'interno dell'edificio i ventiquattro gradi costanti con un grado di umidità omogeneo ed ottimale. Tutto ciò porta a ritenere che, in base alla temperatura, l'uccisione è avvenuta oltre le diciotto ore prima del rinvenimento=^=
"Non potrebbe essere più preciso sull'ora del delitto?" la voce di Moses suonò piuttosto scocciata
"Mediante l'algor mortis no, ma la temperatura cadaverica è un parametro molto utile a stimare il momento in cui è avvenuto il delitto solo nelle prime dieci, dodici ore. Non si preoccupi, il livor ed il rigor mortis ci sono molto più d'aiuto. Secondo i rilevamenti che mi sono stati consegnati, al momento della dichiarazione del decesso le analisi effettuate riportavano la presenza macchie ipostatiche semi fisse di color verdastro"
"Macchie ipostatiche?"
"Rappresentano la consueta decolorazione della salma a causa della stasi del sangue non più pompato dal cuore, che, per gravità, filtra lentamente verso il basso attraverso i tessuti"
Il dottore portò lo sguardo su Moses per poi aggiungere
"Quando una persona viene a mancare tutte le sue funzioni vitali cessano, fra cui anche il sistema cardiocircolatorio. In questo modo, il sangue finisce per restare bloccato nelle vene e nelle arterie e con il tempo, per gravità, finisce per cadere.. per così dire.. verso i tessuti che si trovano più in basso creando una sorta di chiazze che inizialmente ricordano molto degli ematomi.. dato che poi il sangue coagula questi ematomi passano dal colore rosso, al verde e, infine, raggiungono una tonalità brunastra. Nel nostro caso il grado di coagulazione individuato fa ritenere che l'evento omicida sia avvenuto all'incirca tra le 35 e le 38 ore prima del rinvenimento.. e ciò è confermato anche dal livello di rigidità cadaverica"
Moses iniziava ad essere impaziente con la sgradevole sensazione di essere tornato a dover subire le noiose lezioni dell'Accademia
"Riassumendo, possiamo dire che questa giovane è morta perché un soggetto ignoto, di cui lei si fidava, si è portato dietro di lei e le ha tagliato la gola per poi voltarla sulla schiena. L'omicidio è avvenuto all'incirca fra le 20.30 e le 23.30 del 21 settembre. Corretto?"
Il medico alzò il capo per poi annuire, ma non fece in tempo ad aggiungere nulla perché Moses gli aveva voltato le spalle andandosene di gran carriera
"Molto bene, appena avrà un rapporto scritto lo invii al Comando di Flotta, all'attenzione dell'Ammiraglio Bates.."

USS Raziel
Ponte 1 - Stazione Ombra
24 settembre 2400 - ore 18:16


Elaina era sbucata nuovamente a guardare se Sarah Mendel avesse finalmente scoperto dove si tenesse l'asta fino ad allora non aveva avuto molto successo: purtroppo tutte le spie e gli infiltrati della Flotta erano silenti.
"Qualche novità?" chiese la dottoressa
"Le stesse di dieci minuti fa.."
"Neppure sulla USS Zen?" aggiunse Elaina sperando in qualche notizia
"No, ma ho un buon presentimento. Sono sicura che Chase stia bene"
"Sarà anche vero, ma a me non basta" Elaina sospirò sedendosi a terra e guardando Sarah al lavoro.
Erano in viaggio da un po' di tempo e, all'inizio, non ci aveva neppure fatto caso più di tanto, ma, più si allontanavano dalla Terra, più Elaina aveva la netta sensazione che si erano scordati di qualcosa di assolutamente fondamentale.
"Dici che arriverà?"
La domanda di Sarah prese Elaina alla sprovvista "Arriverà chi?"
"Lo sai.."
Elaina sospirò pesantemente.
Il Comandante Moses era apparso dal primo momento come la classica spina nel fianco: una persona a cui avere gente intorno sembrava infastidire, estremamente burbero con tutti, pignolo fino all'inverosimile e sempre pronto a richiamare i suoi sottoposti per qualsivoglia cavillo ritenesse fuori posto.
Ma, conoscendolo, era diventato il loro Comandante Moses, l'ufficiale che si sarebbe fatto in quattro per loro, l'uomo che certamente avrebbe fatto di tutto se fossero stati in pericolo. Ed ora che non c'era, chi più chi meno percepiva che qualcosa non era come sempre.
"E' ferito, il Capitano ha deciso che fosse più prudente non venisse in missione ed io, in qualità di medico, credo abbia preso la scelta migliore"
"Ammettilo, anche tu stai sperando, come me, che se ne infischi degli ordini e ci raggiunga nella zona dell'asta. Il fatto è che senza di lui mi sento come Linus senza la sua coperta.."
Sarah si fermò dal suo lavoro e, vedendo la faccia perplessa di Elaina, aggiunse
"Era un fumetto del mio mondo, Sol III, di parecchi secoli fa. Si trattava di un bambino che girava sempre con in mano una coperta e quella gli serviva per sentirsi al sicuro. Il Comandante con noi aveva lo stesso effetto, con lui in campo ci siamo sempre sentite più sicure perché abbiamo l'idea che lui possa fare qualunque cosa"
"Anche se decidesse di voler ignorare gli ordini, cosa che, di fatto, ha già fatto quando se ne è andato per raggiungere la figlia, ora è impegnato a proteggere Margaret.. come madre non posso che ritenere corretta la sua scelta"
Sarah sorrise divertita "E come ufficiale della Raziel? Dai.. dillo.."
"Sì, lo vorrei qui con noi. La verità è che un solo Frank Moses non basta, ne servirebbero almeno due. E comunque, a questo punto, dovremo operare anche senza quella rete di sicurezza del nostro Primo Ufficiale, la situazione è troppo grave per poter attendere.." Elaina sospirò nuovamente "..anche se non sarà semplice"
"E quando mai è stato semplice?" Alexander entrò nella Stazione Ombra assieme a Fox "Le missioni che riceviamo sono sempre tra le più complesse che vi siano. Credo che, dopo questa, ci dovranno per forza dare una meritata vacanza da qualche parte"
"Sicuro?" Lucius osservò Wood sorridendo divertito "La scorsa volta hanno rapito tutte le donne e hanno creato il gemello di Isabella unendo le cellule di Elaina con quelle del Capitano. Proprio sicuro che a noi le vacanze facciano bene?"
"Mm.. in effetti le vacanze non fanno per noi, meglio tornare al lavoro" Alexander sorrise di rimando alle parole di Fox per poi guardare le due donne, nel mentre anche Terr raggiunse la Stazione Ombra
Elaina osservò i colleghi che scherzavano tra loro, ma non riusciva a condividere il loro piccolo momento di spensieratezza "Resta il fatto che sarà strana una missione senza Moses"
"Non è del tutto vero, siete tutti stati allenati dal Comandante. Avete passato ore ed ore nella sala ologrammi per apprendere le tecniche di autodifesa e devo dire che non ve la cavate male, alcuni di voi hanno anche un ottimo destro" Terr si voltò divertito verso Tarev "A proposito di destro, ma com'è finita la storia del pugno che hai sferrato a.. non ricordo il nome"
"Il Comandante David Canter, l'ex mentore di Victoria"
Sarah si voltò a guardare Elaina con espressione dubbiosa sul volto "Che poi, ma serviva proprio tirargli un pugno sul naso Elaina?"
"Così impara a leggere forzosamente la mia mente! E' altamente maleducato entrare nei pensieri altrui senza permesso. Ora sa che con me gli conviene evitare!"
Wood e Fox sorrisero divertiti, mentre l'ingegnere aggiunse "Se non altro non se l'è presa più di tanto.."
Elaina scosse il capo infastidita "No, il Capitano Jameson si è messo a ridere dicendo che, se fosse stato in me, lo avrebbe fatto prima, mentre Moses si è limitato a rimarcare qualcosa sul fatto che non accompagno abbastanza il colpo con il corpo e che devo migliorare la mia agilità"
Wood sorrise divertito "Andiamo, questa missione andrà bene anche se saremo sotto copertura senza il Primo Ufficiale"
"Sono d'accordo con te Alex" Terr sorrise per poi osservare la Mendel in attesa, ma, non vedendo novità, aggiunse "Io ed il tenente Fox intendiamo verificare quale potrebbe essere la migliore attrezzatura da portare sotto copertura.. magari migliorando i sistemi di comunicazione in modo da schermarli da possibili sistemi di rilevazione, vedrete che questa volta non ci saranno sorprese"
Wood salutò Terr e Fox prima che uscissero per poi aggiungere "Torno anche io in laboratorio, stiamo studiando un sistema di tracciamento con l'utilizzo di una sostanza che, a prima vista, potrebbe essere scambiata per profumo. Se dovesse funzionare, potremmo seguire eventuali soggetti o oggetti anche solo spruzzandogliene poche gocce addosso. Questo ci permetterà, caso mai dovessimo, di pedinare qualche criminale per trovare il luogo dell'asta.. è pur sempre una possibilità" quindi Alexander salutò e se ne andò a sua volta.
Le due donne rimasero da sole, Sarah restò per un attimo pensierosa per poi osservare Elaina "Ti hanno convinta?"
"No" fu la semplice risposta di Elaina "So di essere addestrata, so che mi ha preparato al meglio.. ma so che al solo pensiero che non vi sia Moses temo per il risultato della missione, ma forse è solo una preoccupazione inutile"
"Neppure io mi sento convinta" Sarah tornò ai monitor "Ci conviene tornare a lavoro, se dovesse spuntar fuori qualche novità certamente il Capitano ne vorrà essere informato"
"Ed io a questo punto me ne torno in infermeria a..." Elaina, in effetti, in quel momento non è che avesse proprio molto da fare, quindi fece spallucce "..meditare sulla possibilità di clonare il Comandante Moses, arrivederci"
"Bella battuta" rispose Sarah, sorridendo, per poi voltarsi di scatto, guardando Elaina andarsene "Perché stavi scherzando, vero?!?"

USS Raziel
Ponte 1 - Alloggio Atena Prince
25 settembre 2400 - ore 14:38


Atena aveva finito il proprio turno da un po' e, almeno in teoria, avrebbe dovuto mangiare qualcosa e tentare di riposare, eppure, in quel momento, anche le più semplici azioni le sembravano prive di significato.
Quanto era successo aveva impensierito tutti i membri dell'Empireo, ma per lei era stato molto più duro: la sparizione della USS Zen era qualcosa che l'aveva turbata nel profondo.
I suoi colleghi avevano in parte minimizzato, asserendo che si trattava di un gruppo di ufficiali esperti e che presto avrebbero trovato il modo di far sapere a tutti che stavano bene, ma quelle parole non erano comunque riuscite a tranquillizzarla.
Atena si soffermò a guardare la foto del Capitano Georgij Zukov sentendo una stretta al cuore.
Non le era mai stato facile fidarsi del prossimo e, di conseguenza, nessuno era mai riuscito a vederla per la donna che era, se non quel Capitano.
Il rapporto che il univa non era quello di un ufficiale con il suo sottoposto, assomigliava più a quello fra padre e figlia.
La timoniera si trovò a ripensare al primo periodo che aveva trascorso sulla Zen e del momento in cui conobbe Georgij: tra loro si sviluppò subito un'affinità naturale.
Atena sentì, improvvisamente, di aver trovato casa, di avere una sua zona sicura e questo la portò a sorridere di nuovo e, almeno in parte, recuperare un po' di spensieratezza.
Poi tutto era di nuovo cambiato, le era stata data la possibilità di andare avanti e dimostrare a tutti di che pasta era fatta.
Era un grande cambiamento, non tutti avrebbero accettato le sue particolarità e lasciare la Zen era come lasciare la sua famiglia, ma Zukov la convinse che quella era la scelta migliore per lei.
Aveva lasciato quell'unità sapendo che, se avesse davvero avuto bisogno di lui, il buon Georgij ci sarebbe stato ed ora, che era proprio il suo padre adottivo ad essere forse in pericolo, lei si sentiva impotente.
Avevano un compito da svolgere, centinaia di vite dipendevano da quanto avrebbero fatto, eppure lei non riusciva a non colpevolizzarsi per non essere stata sulla USS Zen, con la sua famiglia, nel momento del bisogno.
Il suono del sensore della porta era il segnale, inequivocabile, che qualche scocciatore era venuto a disturbarla, e, in fondo, sapeva bene di chi si trattasse.
Il suono si ripeté di nuovo, insistentemente, fino a che Atena non si decise ad aprire.
"Comandante Winslow.."
Victoria sorrise ad Atena "Come hai fatto a capire che ero io?"
"Beh, diciamo che non sono in molti a venire nel mio alloggio"
Atena fece un passo indietro lasciando entrare la consigliera, purtroppo gli alloggi della Raziel non era propriamente il massimo della comodità e quindi le due optarono per sedersi sul letto di Atena "Posso fare qualcosa per lei?"
"Speravo di poter fare io qualcosa per te"
Atena scosse il capo "So a cosa si riferisce, ma parlarne non mi è di nessuna utilità, sono un ufficiale della Flotta e farò il mio lavoro, è quello che avrebbe voluto il Capitano Zukov"
Victoria osservò Atena rendendosi conto che non avrebbe parlato con lei, forse avrebbe tentato di nuovo ad affrontare quell'argomento in una loro prossima seduta, ma in quel momento era del tutto inutile.
Si alzò sorridendo "Come vuoi, ma ricordati che ci sono sempre. Se sentirai il desiderio di parlarmi, sai dove trovarmi, buona giornata" Victoria lasciò l'alloggio, ma, fatti pochi passi lungo il corridoio, si fermò a riflettere *Con me non ne vuoi parlare, ma riuscirai a dir di no anche a lui?*
=^=Victoria ad Hazyel, come immaginavo non ha aperto bocca=^=
=^=Vuoi che ci provi io?=^=
=^=Sì, questa era esattamente la mia idea. Victoria chiudo=^=

USS Raziel
Ponte 1 - Alloggio Atena Prince
25 settembre 2400 - alcuni minuti dopo


Hazyel suonò un paio di volte restando in attesa.
Aveva preso in considerazione l'idea di andarsi a cambiare, quasi come se, indossando un abito civile, potesse apparire meno pericoloso, ma aveva desistito.
Nel bel mezzo di una missione così delicata, un ufficiale superiore che venisse pescato ad intrufolarsi nell'alloggio di un altro in abiti civili avrebbe dato adito a pettegolezzi.
"Victoria, già cambiato idea?" Atena spalancò gli occhi sorpresa alla vista del Capitano
"Posso?" Hazyel indicò l'interno dell'alloggio con un accenno di sorriso sul volto, senza forzare la timoniera ad invitarlo dentro
Atena era rimasta talmente sorpresa da essersi bloccata, ma alla richiesta del Capitano fu richiamata da Diana *Allora, finiscila di fissarlo con quella faccia de ebete e fallo entrare*.
La timoniera si spostò lateralmente, ancora un po' confusa di vedersi arrivare in alloggio il Risiano.
"Posso fare qualcosa per lei, signore?" la domanda di Atena era un po' rigida, non si trovava mai molto a suo agio in compagnia maschile
"Ho pensato che avessi voglia di parlare un po', sono stati giorni piuttosto pesanti per tutti e so quanto tu fossi affezionata all'equipaggio della USS Zen"
"Lo ha pensato lei o il Consigliere?"
Hazyel sorrise alla domanda "Potrei rispondere che menti geniali pensano all'unisono, ma, in fondo, ha davvero importanza chi ha avuto l'idea?"
"Immagino di no" Atena si sedette sul suo letto, mentre Hazyel appoggiò la schiena alla parete di fronte, restando in piedi.
Non voleva che un'eccessiva vicinanza alla timoniera potesse turbarla, ma dato che Atena era rimasta in silenzio, il Risiano portò lo sguardo verso il soffitto e riprese a parlare
"Allora parto io. Sulla USS Zen c'è un mio uomo, il Tenente Chase e sono preoccupato per lui. Dave è.. perché mi rifiuto di usare un tempo passato.. un uomo socievole e sincero, con un grande cuore. Aveva perso un occhio per cui si era resa necessaria la sua sostituzione mediante una protesi bionica: dalla sciagura, tuttavia, aveva anche guadagnato qualcosa, del resto la sua protesi era in grado di permettergli di percepire per intero lo spettro elettromagnetico. Era successo durante il secondo anno d'Accademia, il Tenente aveva partecipato ad un'esercitazione di volo atmosferico e, mentre stava eseguendo una manovra particolarmente delicata, la navetta subì un malfunzionamento riuscì a salvarsi, ma perse l'occhio sinistro"
Atena stava ascoltando irrigidita, ma dentro di sé si sentiva combattuta *Forse ha ragione.. forse parlarne con qualcuno potrebbe farmi bene*
*Ma dico, stai scherzando?* gli fece eco Diana *Ti sembra il caso di sfogarti con il Capitano? Lo sai che potrebbe metterti fuori servizio se ti ritenesse troppo turbata? Hai intenzione di farti tutto il resto della missione bloccata dentro questa stanza? Impazziresti in meno di un giorno!*
Nessuna risposta, ma Hazyel non voleva arrendersi
"Mi ricordo che era stato reclutato personalmente dal Comandante Moses, lo aveva convinto grazie alle specifiche di questa nave. Ma Chase non era solo il nostro timoniere, era un amico.. riusciva a fornire sostegno a Sarah quando erano sotto copertura ed aveva stretto amicizia con tutti gli altri ufficiali superiori. Era un po' emotivo forse, qualche difetto lo aveva anche lui, ma era entrato nel cuore di tutti. Poi è arrivato il momento di lasciarlo andare perché potesse progredire nella sua carriera, diventare con il tempo anche lui un ufficiale al comando di una propria unità"
Il Capitano fece una pausa, sornione
"E' stato dura per tutti vederlo partire, Sarah ed Elaina sono rimaste depresse per svariati giorni, ma sapevamo tutti che era la cosa migliore per lui.. come lo sapeva il Capitano Zukov quando ti ha mandato qui"
"Io non sono riuscita a legare così tanto con gli altri ufficiali, a parte un po' Sarah. A dir la verità, non credo di aver quasi mai parlato con Elaina, se non in occasione delle poche visite mediche fatte"
Hazyel non si scompose più di tanto
"Elaina è una Betazoide che ne ha passate tante e che tende a basarsi parecchio sulle sue percezioni empatiche, quando qualcosa non le torna preferisce alzare uno scudo con il suo interlocutore.. semplicemente non vi conoscete ancora abbastanza l'una con l'altra.."
Hazyel fece una piccola pausa per poi proseguire
"In ogni caso.. anche il Comandante Tarev non è più la stessa donna che si è imbarcata sulla nave molti anni fa. Tutti noi siamo portati a cambiare a causa delle esperienze che viviamo e lei.. beh, ne ha vissute di molto forti.. come anche te"
*Lo sai che adesso si aspetta che sia io a parlare..* Atena tornò a rivolgersi mentalmente al suo alter ego
*E tu lascialo aspettare, si stancherà prima o poi*
*Ne sei veramente sicura che questo Capitano possa giungere al punto di stancarsi e lasciar perdere?*
Diana controbatté immediatamente *No, ma non è sicuro confidarsi proprio con lui, credimi. Lo sto facendo per proteggerti, non puoi sapere con certezza a quali conseguenze porterà. Inoltre, pensi davvero che parlandone improvvisamente riapparirà la Zen con tutto il suo equipaggio illeso?*
"Potrei continuare a parlare di Dave per molto ancora, ricordo ogni singola missione a cui ha partecipato.. ma a questo punto forse sarebbe più sensato se a parlare fossi tu, Atena"
"Non ho molto da raccontare.." Atena era ancora sulla difensiva, indecisa se lasciarsi andare per una volta o dar retta a Diana
"Per come la vedo io.." Hazyel incrociò la braccia al petto osservando la timoniera "..poco è sempre meglio di niente"
"Beh, sa già molto dal mio curriculum. La USS Zen è stata la mia casa per molto tempo e sono molto legata al suo Capitano, quindi credo sia normale che io sia un po' in ansia per lui.. non credo ci sia altro da aggiungere, sono solo preoccupata"
Hazyel annuì osservandola "Zukov è un brav'uomo, un ottimo Capitano ed un amico prezioso per tutto il suo equipaggio e per le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo"
Atena rispose con una piccola smorfia "Non tutti la pensano come lei"
"Le viene in mente qualcuno che potesse avercela con lui?"
"La USS Zen non si occupava solo di inviare informazioni alle altre navi della Intelligence. Il suo scopo principale era svolgere operazioni di prevenzione della pirateria al confine dei settori controllati dal Sindacato di Orione. Non credo che serva dire che se qualcuno non vedeva di buon occhio quella nave era proprio.."
"..il Sindacato di Orione" concluse Hazyel per poi fare un passo avanti "Sentirò l'Ammiragliato chiedendo di allargare le indagini anche in quella direzione. Magari si scopre qualcosa di nuovo.. appena avrò qualche notizia ti terrò aggiornata"
"Grazie Capitano" fu la rapida risposta di Atena.
Hazyel accennò un sorriso verso la donna e poi lasciò il suo alloggio.

Sol III - San Francisco
Luogo imprecisato
26 settembre 2400 - ore 06:37


L'assassino, ancora incappucciato e mascherato, entrò di soppiatto nel proprio rifugio, sprangando la porta e lasciandosi, almeno per il momento, tutto il mondo alle spalle.
Aveva passato tutta la notte per le bettole più malfamate della città per parlare con chiunque potesse avere notizie o idee su come avvicinare quel maledetto Comandante o la sua famiglia e cosa aveva ottenuto? Assolutamente nulla!
Il Comandante Moses sembrava intoccabile e la sua famiglia anche peggio: la moglie era un Ammiraglio e lavorava al Comando di Flotta, impossibile raggiungerla il figlio, da quanto aveva sentito, si era diplomato in Accademia anni fa e si era imbarcato su una nave, il che lo rendeva difficilmente reperibile infine, c'era la figlia che, oramai, era, a sua volta, fuori portata.
Raggiunse la piccola e spartana camera da letto, togliendosi la maschera e guardandosi per qualche attimo allo specchio.
Aveva solo ventidue anni ed il suo viso sembrava quello di tante adolescenti, eppure i suoi occhi azzurri, seppur incorniciati dalle occhiaie per l'assenza di riposo, erano ancora carichi di tutta quella determinazione che le aveva instillato il padre prima di morire.
*Avrò la mia vendetta, non mi importa quanto ci vorrà*
Si abbassò il cappuccio lasciando che la sua fluente chioma bionda le ricadesse libera sulle spalle, poi iniziò a spogliarsi e restando completamente nuda ammirò il proprio corpo.
L'essere per metà Risiana era certamente un vantaggio, il suo corpo, praticamente perfetto, le aveva aperto molte più porte che il Latinum e la sua totale disinibizione in campo sessuale aveva fatto il resto.
Droga, sesso e Latinum erano le tre strade che le avevano permesso di uccidere molte persone, perché con Moses tutto questo sembrava non funzionare?
Stava per entrare nel bagno e godersi una doccia, prima di dormire qualche ora, quando vide il grande schermo del suo computer accendersi da solo.
La cosa non solo non la stupì, ma le donò una gioia insperata.
Da quando era iniziata quella strana storia la sua cara amica informatrice aveva sempre dimostrato l'impressionante abilità di sapere sempre dove si trovava e di poter sfruttare ogni apparecchiatura elettronica come più voleva.
Sino a che non si era palesata lei, tutti i suoi piani di vendetta erano solo i patetici vaneggiamenti di una giovane frustrata dalla vita, che era stata costretta a passare di casa famiglia in casa famiglia da un sistema che prima l'aveva ingoiata e poi sputata via al raggiungimento della maggiore età, con un buon capitale da parte e una rabbia omicida nel petto.
Ma poi era arrivata lei: si era presentata definendosi una sua amica e le aveva offerto una mano non aveva idea di chi fosse e francamente neppure le interessava, ma le informazioni che le aveva dato e tutti quegli insegnamenti su come sfruttare il Latinum ed il sesso per raggiungere i suoi obiettivi erano esattamente ciò di cui necessitava.
Senza perder tempo, si spostò al terminale, non si prese neppure la briga di coprirsi, restando totalmente nuda. Sullo schermo apparve una sagoma nera indistinta, la sua amica non era di certo il tipo che permettesse a qualcuno di vederla in volto.
"Sei tornata? Era qualche giorno che non avevo notizie da parte tua"
La consueta voce metallica non tardò a propagarsi attraverso il sistema acustico interno dell'appartamento:
=^=Non ritenevo vi sarebbe stata la necessità di nessun'altra comunicazione. Il nome dei tuoi obiettivi era nelle tue mani, così come il nome e la localizzazioni delle loro famiglie o di parte di essi. I sicari erano stati debitamente pagati ed il tuo addestramento avrebbe dovuto permettere di concludere la faccenda rapidamente e senza troppa pubblicità =^=
"Beh, ecco..."
=^=Hai fallito=^= la voce metallica era neutra, non esprimeva alcuna emozione, eppure quelle parole pesavano come macigni
=^=Il Comandate Moses è un ex operativo sgradito alla Flotta che è stato promosso a Primo Ufficiale di una base totalmente inutile in modo che possa raggiungere la pensione senza mettere in imbarazzo sé stesso, la sua famiglia e la Flotta Stellare. E' un buono a nulla, eppure sei comunque riuscita a fallire=^=
"Non era da solo e la prima volta ci ero arrivata molto vicina.."
=^=Dire di essersi avvicinati ad un obiettivo è un modo, come un altro, di ammettere un fallimento, mascherandolo come un mezzo successo=^=
"C'era un'altra persona, sono quasi certa fosse un Risiano.. aveva il nostro simbolo al centro della fronte e, beh.. era molto forte e veloce. Sono certa fosse qualcuno molto allenato, una persona normale non sarebbe così veloce"
=^=Di Risiano ci sarebbe il suo Ufficiale superiore, il Capitano Hazyel, ma anche lui non vale nulla. Si è portato a letto mogli e figlie di Ammiragli molto influenti che, alla fine, pur di liberarsi di lui, hanno avuto la bella pensata di promuoverlo Capitano e spedirlo così lontano da SOL III da mettere in sicurezza le proprie donne. Mi sono informata su di lui e, a parte il fatto di essere un Risiano, non credo affatto abbia altre qualità.. un appetitoso giocattolino sessuale=^=
"Se quel Capitano è un buono a nulla, allora ti garantisco che non è stato lui a scontrarsi con me" la giovane mezza Risiana scosse con vigore la testa "Chi mi ha attaccato era davvero molto forte ed agile"
=^=Era un maschio, certamente in uno scontro basato sulla forza bruta avrebbe avuto facilmente la meglio.. ma in velocità no. Mi domando se tutti i problemi che hai avuto in quello scontro siano dipesi dal fatto che quel Risiano fosse davvero così abile o dal desiderio sessuale che ti ha suscitato vederlo=^=
La giovane mezza Risiana arrossì di botto dando modo alla voce metallica di proseguire
=^=Te lo saresti portato a letto, ecco tutto. Ti sei distratta perché pensavi a quello, hai perso la concentrazione ed hai fallito. Ma la vera disfatta è avvenuta in Italia=^=
"Sì, è vero.. ma dai, in quale paesino sperduto potresti mai trovare un gruppo di anziani così?" la voce della mezza Risiana si alzò di un'ottava "Avevano addirittura un bazooka a concussione.. te ne rendi conto? Quale nonnino terrebbe un bazooka a concussione a casa propria? E' stato un autentico delirio, praticamente non si è salvato nemmeno un mercenario.. e per fortuna che erano dei professionisti"
=^=Di questo non devi preoccuparti, altri sette uomini si metteranno in contatto con te domani stesso. Piuttosto, devi concludere il lavoro=^=
"La fai facile te, dubito che quel Comandante se ne andrà in giro liberamente e, anche se lo facesse, sono certa che si guarderà molto bene le spalle. Oltretutto la sua famiglia è intoccabile.."
=^=Uno scrittore, vissuto molti secoli fa su SOL III, disse che la famiglia non consiste semplicemente nell'insieme di coloro con cui condividiamo il nostro sangue, ma anche in tutte quelle persone a cui noi daremmo il nostro=^=
La voce metallica si fermò per un attimo poi riprese
=^=Se non puoi arrivare ai suoi famigliari, allora punta a chi più vi assomiglia=^=
Sullo schermo apparve la fotografia di due bambini, dovevano avere quasi due anni. La piccola aveva i capelli lunghi e molto scuri, che incorniciavano un visetto vispo e sbarazzino su cui spiccavano due bellissimi occhi scuri. Il maschietto, viceversa, aveva i capelli corti e biondi che facevano ancor più risaltare due stupendi occhi grigi-azzurrognoli.
"Chi sono?"
=^=I figli del medico della base, avuti con l'ufficiale scientifico ed il Capitano.. credo che a quel Risiano non sia ancora passato il vizietto di portarsi a letto tutti quelli su cui riesca a far presa ed il risultato è stato quei due marmocchi. Stranamente sembra che al Comandante piacciano, le mie fonti dicono che lo hanno visto con quei bimbi su Risa è abbastanza affezionato a loro da trascorrervi del tempo assieme, non credo che se lo perdonerebbe se morissero a causa sua=^=
"E.. cosa dovrei fare"
=^=Quanto è necessario, il Comandante non si è sacrificato e per questo tutta la sua famiglia dovrà pagare, e se ciò non è possibile, a pagare saranno tutti coloro a cui è legato=^=
"Capisco, quindi devo partire immediatamente per Risa"
=^=Non sarà necessario, i bambini sono su SOL III, in visita ai nonni paterni, o almeno ad alcuni di essi. Sembra che siano stati prelevati da Risa e portati qui dalla nonna materna, una Betazoide di nome Dhania =^=

SOL III - Las Vegas
Residenza dei coniugi Wood
27 settembre 2400 - ore 15:22


La giovane mezza Risiana aveva atteso più di un giorno, monitorando gli spostamenti dei vari occupanti di quella casa, in attesa del momento propizio per colpire e, finalmente, la sua grande occasione era arrivata.
I nonni avevano lasciato temporaneamente i nipoti con la babysitter e si erano concessi una passeggiata per le vie della rumorosa città di Las Vegas.
Sapeva che doveva sbrigarsi, i nonni non lasciavano quasi mai i nipoti e, quando succedeva, non era mai per più di due o tre ore, ma voleva essere sicura che, quando avrebbe agito, la babysitter non sarebbe stata fra i piedi.
Continuò ad attendere fino a che i bambini furono messi a dormire nella cameretta e la tata se ne andò a leggere un libro nel soggiorno, ascoltando della musica ad un volume forse un po' eccessivo, solo allora si mosse.
Si arrampicò sull'albero di castagno presente nel giardino sul retro e forzò, senza troppa fatica, l'apertura della finestra senza lasciarne quasi alcuna traccia.
Scivolo all'interno della stanza come fosse un fantasma, guardando nella penombra i due lettini con le sponde alzate. Entrambi i bambini sembravano dormire profondamente, così decise di avvicinarsi alla bambina.
Isabella dormiva con il ciuccio in bocca, era coperta solo fino alla vita da un leggerissimo lenzuolo color pesca ed era in compagnia di un orsetto di pezza bianco che stringeva fra le braccia.
La sua espressione, del tutto innocente ed inconsapevole, fu come un pugno allo stomaco anche per quell'insensibile assassina.
Si ritrovò ad indugiare per svariati istanti, continuando a guardare quella creaturina ancora così piccola, ma aveva un compito da portare a termine e lo avrebbe fatto.
"Mi dispiace, ma voi siete le persone più legate a quel Comandante che io possa raggiungere e lui ha rifiutato, per ben due volte, di sacrificarsi per chi ama. E' un peccato sprecare delle vite ancora così giovani.."
La giovane mezza Risiana estrasse dalla fodera un pugnale, dalla lama argentea, ed alzò il braccio, pronta a sferrare il suo attacco, ripromettendosi di donare a quelle di piccole vittime una morte rapida ed indolore.
"No no!"
La mezza Risiana si voltò di scatto vedendo il piccolo che, alzatosi in piedi, si teneva alle sponde del letto fissandola con i suoi occhietti azzurri ed un broncio molto determinato sul volto.
Gabryel, fra i due gemelli, era quello più buono e remissivo, mentre Isabella tendeva a imporsi di più per il suo carattere forte e testardo.
Tuttavia, benché per i Risiani non fosse molto comune il sentimento della gelosia, il piccolo era estremamente protettivo e possessivo verso la sorella.
Isabella spesso lo faceva impazzire, ma era sua sorella e nessuno doveva toccarla!
La giovane assassina si trovò nuovamente ad indugiare di fronte allo sguardo risoluto e caparbio del bambino, rimanendo bloccata a guardarlo.
Le ricordava così tanto sé stessa da giovane che non poté far altro che riporre la lama nel fodero non sarebbe più riuscita a far loro del male, ma non poteva nemmeno andarsene e arrendersi.
Quelle due creature erano la migliore carta che aveva in mano per arrivare a Moses, ma forse non serviva ucciderli: se li avesse portati con sé quante possibilità c'erano che quel vecchio ufficiale se ne sarebbe rimasto al riparo senza tentare di salvarli? Nessuna.
Nella testa della giovane un nuovo piano prese forma: i piccoli li avrebbe solo presi in prestito per quel tanto che gli bastava per costringere Moses ad esporsi in campo aperto, nel luogo che avrebbe scelto lei e quella volta non ci sarebbero state brutte sorprese.
Si ricordò di avere con sé una bomboletta di gas anestetizzante che spruzzò sui volti di entrambi i bambini: Gabryel ricadde sul lettino addormentato, mentre Isabella continuò a dormire con il suo orsetto.
La giovane si sporse solo di poco dalla finestra per non attirare attenzioni moleste e, con un segnale concordato, fece avvicinare una coppia di mercenari il fatto che si trovassero sul giardino sul retro della casa e che quel posto fosse ben riparato anche dalla vista di eventuali vicini ficcanasi era stata una fortuna, ma non era il caso di rischiare.
Lasciò cadere fra le braccia dei due complici i piccoli ancora addormentati, poi rapidamente uscì dalla cameretta, chiudendo alle sue spalle la finestra e scendendo, senza eccessivo sforzo, dall'albero.
*E adesso vediamo cosa farai, caro Comandante*

SOL III - Las Vegas
Residenza dei coniugi Wood
27 settembre 2400 - ore 16:42


Katherine Lewis, la madre di Wood, fu la prima a rientrare in casa e si diresse direttamente verso la stanza dei bambini.
Aprì lentamente la porta per vedere se stessero ancora dormendo e le scappò una piccola risatina nel vedere i lettini vuoti.
Isabella e Gabryel avevano imparato da svariato tempo come evadere dai propri lettini e non era affatto strano che si nascondessero per fare uno scherzo ai loro nonni.
Si osservò attorno guardando la stanza, sapeva perfettamente che i nascondigli dei nipoti erano quattro: sotto ai loro lettini, dietro al fasciatoio, dietro all'enorme peluche a forma di elefante ed infine il loro preferito, ossia dentro all'armadio.
"Mm.. ma cosa vedono i miei occhi, qui mancano due bambini.. se li prendo me li mangio" Katherine rise divertita abbassandosi di scatto per vedere se i piccoli erano effettivamente sotto i due lettini
Niente. Non c'era nulla.
"Ah, sembra proprio che non siate qui.. ma tanto vi trovo.." la donna si spostò silenziosamente fino al fasciatoio, un massiccio mobile in mogano che era stato usato tanti anni prima per il piccolo Alexander. Sorrise propendendosi dietro allo stesso "Siete qui?"
Niente. I piccoli non c'erano.
Katherine passò dalla spensieratezza ad una sorta di ansia, in effetti, non aveva ancora finito di controllare tutti i punti in cui i bimbi si sarebbero potuti nascondere, ma, di solito, li sentiva ridacchiare dal loro rifugio, quel giorno la stanza era troppo silenziosa.
Fece pochi passi spostando il grosso peluche "Isabella, Gabryel.. siete qui?"
Niente. I piccoli non c'erano.
Ormai con il cuore in gola andò nell'ultimo posto dove i piccoli potevano essersi nascosti: il grande armadio aveva le ante inferiori quasi del tutto vuote ed offriva molto spazio perché i piccoli vi si potessero nascondere.
La donna aprì le ante del mobile e rimase paralizzata per qualche istante: i bambini non erano in camera.
Corse fuori tornando di corsa verso Dhania ed il marito Stephan con il terrore negli occhi "I bambini! I bambini sono spariti, non riesco a trovarli!"
Stephan spalancò gli occhi, sorpreso di trovare la moglie così tanto angosciata "Kathy, tesoro.. calmati. Sai che si divertono a giocare a nascondino"
"Ti ripeto che non ci sono! Ho cercato in tutta la cameretta!"
L'uomo cercò di calmare la moglie "Magari si sono nascosti nella stanza accanto, non facciamoci prendere dal panico. Ora controlliamo bene, vedrai che li ritroveremo"
Dhania annuì per tranquillizzare la donna "Oh, li troveremo in un attimo, non è facile nascondersi da chi può percepire gli altri empaticamente"
La Betazoide non finì del tutto la frase, accelerando il passo per raggiungere la cameretta e fu lì che il cuore le mancò di un battito
"Non ci sono i bambini..." si spostò per la casa camminando fra i vari corridoi come a volersi accertare di aver ragione, o, quanto meno, si prese qualche istante per riuscire ad accettare la situazione prima di esternarla a voce
"Katherine ha ragione: non ci sono i bambini! In questa casa percepisco la nostra presenza e di nessun altro! Ci siamo solo noi tre!"
Ciò che avvenne da quel momento fu tutto estremamente rapido.
I coniugi Wood ebbero la lucidità di contattare le forze dell'ordine della città di Las Vegas che raggiunsero la loro casa in pochi minuti: raccontarono agli agenti di aver lasciato i bambini alla babysitter e questa li aveva messi a dormire nei loro lettini.
Isabella e Gabryel si nascondevano spesso per giocare, ma non erano mai usciti di casa. Perché mai si sarebbero allontanati? Perché la babysitter non se n'era accorta?
Gli agenti avevano poi notato una serie di segnali poco incoraggianti: l'albero di castagno che dava sulla finestra della cameretta dei bambini aveva dei segni sulla corteccia ed un piccolo ramoscello era stato spezzato.
Controllata la finestra, fu evidente che era stata forzata, anche se in maniera molto accorta, quindi qualcuno era entrato in quella stanza ed aveva portato via i gemelli.
Gli agenti interrogarono anche la babysitter che, richiamata dai Wood, era tornata nella villa, ma non seppe dare alcuna informazione agli inquirenti: aveva messo a dormire i piccoli alle quattordici, aveva fatto spesso su e giù sino alla cameretta sino a che non era stata certa che dormissero profondamente e, solo allora, si era messa a leggere nel soggiorno.
Da quella posizione avrebbe visto la porta aprirsi se i piccoli fossero usciti, ma non avrebbe mai potuto notare se qualcuno entrava dalla finestra.
Ci era voluto poco tempo, ma il quadro che si profilava di fronte agli agenti era quello di un rapimento. Il detective incaricato del caso, non appena giunto sul luogo, si ritrovò la patata bollente del dover avvertire i familiari.
"Signori Wood, signora Majka, sono il detective Romes Bai del Terzo Distretto di Las Vegas. Mi duole informarvi che abbiamo motivo di credere che i vostri nipoti siano stati rapiti"
Katherine, a stento, trattenne un grido di dolore, mettendosi le mani davanti alla bocca, mentre Dhania cercava di riprendersi, chiudendo la mente a tutte le percezioni che le arrivavano addosso.
Stephan, angosciato e furioso, fu il primo a prendere la parola "Ma come è possibile? Perché rapire due bambini così piccoli? Cosa pensano di ottenere?"
"Speravo poteste darci voi una possibile pista. Avete notato movimenti sospetti intorno alla casa negli ultimi giorni? Qualcosa che, sul momento, vi era sembrato poco importante e potreste aver lasciato correre?"
Katherine scosse il capo "No, non abbiamo visto nulla"
"Ed io non ho percepito nulla" intervenne Dhania scuotendo il capo "Non posso credere che qualcuno abbia potuto prendersela con due bambini piccoli.. davvero, non posso crederci"
"Signori, fatevi forza. Ritroveremo quei bambini, ma è importante che voi cerchiate di restare lucidi" il detective attese qualche attimo, poi riprese "Il rapimento potrebbe aver a che fare con i genitori dei bambini?"
"No, lo escludo" Stephan scosse il capo convinto "Sono ufficiali della Flotta Stellare, questo è vero, ma sono stanziati su una base molto tranquilla. Non è di certo un lavoro che ti crea molti nemici essere gli ufficiali di una base periferica in cui non succede mai nulla, al massimo si annoiano"
"I genitori!" Katherine guardò gli altri due "Dobbiamo avvertirli, farli tornare indietro!"
Stephan scosse il capo "E come facciamo? Sono in viaggio, non è così semplice contattarli"
"Devono essere avvertiti, devono sapere cosa sta succedendo!" Dhania osservò i genitori di Wood con una grande determinazione sul volto "Chiamiamo il Comando di Flotta, loro sapranno come mettersi in contatto con Elaina, Alex e Hazyel!"

SOL III - San Francisco
Comando di Flotta
Ufficio Contrammiraglio Bates
27 settembre 2400 - ore 17:38


Moses camminava avanti e indietro sotto lo sguardo divertito della moglie. Le ferite erano state trattate e si erano perfettamente rimarginate, la figlia Margaret era stata scortata sino al Comando ed ora era al sicuro assieme alla madre, tutto andava bene a parte una piccola cosa: lui non era dove avrebbe voluto e dovuto essere!
Moses si fermò di colpo guardando la moglie "Perché ridi tanto?"
"Ti guardavo.." Bernadette appoggiò i gomiti sulla scrivania osservandolo "Sembri un'anima in pena"
"Mi sento in trappola, sono bloccato su questo pianeta senza poter far nulla!"
"Benvenuto nel mio mondo, amore.." Bernadette sorrise "Guarda che nostra figlia ed io siamo letteralmente bloccate qui dentro al Comando"
Moses si limitò a far spallucce "Mmpf.. è per la vostra sicurezza, non certo per un mio capriccio personale. Fino a che la situazione non si risolverà questo è il posto più sicuro qui sulla Terra"
Bernadette sorrise divertita alle parole del marito "Non credo che Margaret sia dello stesso avviso, sai?"
Frank rispose stizzito "Margaret è troppo testarda!"
"Già.. mi domando da chi mai possa aver preso il suo caratteraccio"
"Mmpf.. ad ogni modo, a che punto sono le indagini?"
"Stiamo ancora cercando di scoprire la zona dell'asta, ma riteniamo che la localizzazione esatta si scoprirà solo all'ultimo minuto, è più probabile che informino i partecipanti di portarsi in una data area e lì attendere ulteriori istruzioni. Sono informazioni cruciali e, chiunque le ha, sono certo che sappia bene di avere la Flotta alle calcagna"
"Quindi, al momento, non hanno nulla in mano. Male, molto male, mi aspettavo di meglio dal mio equipaggio. La Raziel è sempre diretta verso K4?"
"Fammi indovinare, stai già studiando il modo per raggiungerli, vero?"
"Rexen mi deve un favore, mi basta solo un passaggio in fondo.. a massima curvatura, ovviamente"
"Hazyel ritiene che, per questa volta, sia meglio che tu stia in panchina, devi riprenderti a pieno dalle ferite, hai perso parecchio sangue e, per quanto tu possa sbuffare, prima o poi, dovrai accettare il fatto che gli anni passano anche per te"
"Non accetto lezioni da quel pivello, l'equipaggio ha bisogno di me!"
"Sei preoccupato per loro eh? Vecchio orso, ammettilo.. ti sei affezionato a loro e hai paura che, senza di te, possa succedergli qualcosa di male"
"Il mio primo pensiero è alla missione, non voglio che nulla vada storto, la vita di molti ufficiali è in pericolo"
"Mm.. questo è vero in parte. Il fatto è che tu ti sei affezionato a loro ed il tuo equipaggio si è affezionato a te. Caro mio, ti ho visto.. te con la vecchiaia mi stai diventando sentimentale!"
"Hai visto cosa? Se fossi in te, prenderei un appuntamento con l'oculista!"
Bernadette ridacchiò pronta a rispondergli quando si sentì chiamare dal suo attendente
=^=Ammiraglio, una donna, di nome Dhania Majka, chiede insistentemente di poter parlare con qualcuno che possa metterla in contatto con la USS Raziel. Abbiamo fatto le verifiche del caso e si tratta realmente della madre del Comandante Tarev. Dal tono di voce sembrerebbe molto urgente, posso passarla a lei?=^=
Bernadette guardò per qualche attimo Frank, il suo sesto senso non le faceva presagire nulla di buono e lo sguardo del marito le fece capire che stavano condividendo le stesse paure =^=Sì, certo. Trasferisca la chiamata al mio terminale=^=
Sullo schermo, l'immagine statica del logo della Flotta Stellare venne presto sostituita dallo sguardo angosciato di Dhania =^=Ammiraglio, ho davvero molta urgenza! Bisogna chiamare immediatamente Elaina, Alexander e Hazyel per farli tornare qui su SOL III! Non c'è un minuto da perdere!"
Moses digrignò i denti, il suo istinto gli diceva che quanto avrebbe sentito non gli sarebbe piaciuto. Bernadette, dal canto suo, cercò di capire cosa stava succedendo "Si calmi e mi dica cosa è accaduto.."
=^=Li hanno rapiti! Hanno preso i bambini! Non sappiamo chi siano stati e perché, ma Isabella e Gabryel sono scomparsi! Dobbiamo informare immediatamente i genitori, devono tornare qui su SOL III!=^= una voce lontana sembrò attrarre l'attenzione di Dhania =^=Il detective mi sta cercando, devo andare..=^=
"Signora Majka, vada pure e stia tranquilla. Le prometto che faremo tutto il possibile per aiutarla. Vedrà che li riporteremo a casa sani e salvi"
Bernadette vide la chiamata chiudersi e portò lo sguardo su Moses "Era sconvolta, povera donna. Dici che la cosa possa avere a che fare con te?"
"E con chi altri?" Moses si rabbuiò all'improvviso "E' come una partita a scacchi, ha tentato di attaccare direttamente me, ma ha fallito.. ha tentato di colpire il mio unico familiare a cui aveva accesso, ma ha fallito. Ed ora, questo.."
=^=Ammiraglio, è giunto un messaggio indirizzato a lei, ma senza indirizzo del mittente. Stavo per eliminarlo, ma sembra contenere una olofoto all'interno=^=
Bernadette alzò il capo verso il marito sfiorando ancora l'interfono =^=Me la invii al mio terminale=^= quindi, senza perdere un secondo, aprì il messaggio bloccandosi nell'osservare l'immagine inviata.
"E' quello che penso?"
"Sì Frank, la foto è di Isabella e Gabryel. Il messaggio dice che se ti sacrificherai, i bimbi avranno salva la vita. Si farà vivo lui per il luogo e la data, ma ti intima di non chiedere aiuto né alle forze dell'ordine né alla Flotta Stellare"
Bernadette si morse il labbro "Dobbiamo chiamare Hazyel e.."
"NO!" il tono di Moses si fece perentorio "A cosa servirebbe? Sono in missione, centinaia di vite dipendono da loro, non possono semplicemente voltarsi e tornare a casa! Sarebbero costretti ad andare avanti, ma non sarebbero concentrati e questo li farebbe fallire!"
"Ma Frank.."
Moses si voltò a guardare la moglie con uno sguardo di fuoco "Me ne occuperò io, è il momento di chiudere il conto con la tizia incappucciata!"
"E pensi davvero che ti permetterò di fare tutto da solo? Non posso darti nessuno degli operativi se le loro identità sono a rischio.. quindi o avvertiamo qualcuno della Homeland Security e del Dipartimento di Sicurezza della Flotta di cui ci possiamo ciecamente fidare o ti servirebbe l'aiuto di qualcuno! Sei forte, sei esperto, ma quella gira in compagnia di mercenari armati!"
"I suoi amichetti sono morti tutti.."
"E pensi che non se ne sia già procurata altri?" Bernadette lo fissò preoccupata "Non voglio che tu ci vada solo"
"Non ci andrò da solo.." Moses guardò la moglie "Sul messaggio mi intimava di non rivolgermi alla polizia o alla Flotta, ma non era specificato che non potessi portarmi qualche vecchio amico"
Il Contrammiraglio Bates ci mise un attimo a capire di cosa parlava il marito e, prima che lei potesse urlargli dietro che era un pazzo, Moses aveva già lasciato l'ufficio.

SOL III - Toscana
Lucca - Isola Santa
Piazza del piccolo paesino
27 settembre 2400 - ore 18:21


L'arco del teletrasporto permise a Moses di raggiungere molto rapidamente il piccolo paesino toscano diroccato fra le montagne.
Non si soffermò a guardare il paesaggio, sebbene lo avesse sempre amato, e percorse rapidamente le viette sino a raggiungere la piazza.
Il paese era così piccolo da avere una sola piazzetta, in cui una volta alla settimana si teneva il mercato.
Al centro dello spiazzo, tuttavia, era stata posta una campana: i turisti di passaggio pensavano che fosse un cimelio storico, ma, in realtà, la sua funzione era ben diversa.
Moses raggiunse la campana iniziando a suonare con forza lo strumento. Bastarono pochi attimi ed all'interno di tutte le case si accesero le luci. Moses sorrise, aveva attirato l'attenzione generale.
Pochi minuti dopo una nutrita folla di vecchietti si erano radunati in piazza e fissavano Moses in attesa di capire cosa fosse successo
"Ho bisogno che voi tutti vi coalizziate e mi diate una mano a risolvere un problema di vitale importanza"
La signora Wojciechowski, metà Terrestre e metà Vulcaniana, si fece largo, un po' claudicante, nelle prime file: "un momento, forse non te lo ricorderai più, ma noi siamo qui per vivere in tranquillità ciò che resta della nostra vita e vorremmo che sia ancora molto lunga!"
Indicò poi la signora T'Vek "Senza contare che io non farò mai nulla assieme a lei, non mi fido! Sarebbe capace di spararmi alle spalle!"
"Se avessi voluto farti secca, lo avrei già fatto e non basterebbe lo scudo che hai fatto installare sul dondolo a fermarmi!" replicò stizzita la Romulana
T'Vek si voltò quindi verso Moses "Non ho mai fatto ciò che voleva un federale e di certo non inizierò ora, non sono interessata a nessuna missione. Se la sbrighi da sola la Federazione a risolversi i problemi"
L'Andoriana Pucci Zh'shivok, chiamata signora Pucci per comodità, scosse il capo a sua volta "No, credo di aver fatto abbastanza durante la mia carriera, ora è il momento che i giovani si diano da fare.. io ho la mia attività e, per quanto mi riguarda, sono felice così"
Ad uno ad uno, tutti i presenti scossero il capo e si prepararono a tornarsene a casa, ma Moses sorrise, sapeva bene di avere un asso nella manica.
"Un momento!" Moses attese che tutti tornassero a guardarlo per poi estrarre di tasca due fotografie e metterle di fronte a loro
"Si chiamano Isabella e Gabryel, hanno quasi due anni e sono stati rapiti alcune ore fa dallo stesso tizio che era venuto qui da voi. E' questo il mio problema, quindi non dite no a me, ditelo a loro due.."
"Sei un gran bastardo.." la Klingon Ki'Mbeir Lyn, dal nome così impronunciabile da essere stata ribattezzata Kimberly, fissò con sguardo truce Moses
"Grazie, lo prendo per un complimento. Allora? Che cosa decidete?"
Nessuno sembrò volerlo esprimere a parole, ma tutti erano pronti a vivere un'ultima missione dopo tanti anni di sedentarietà.
Rimasero in silenzio per svariati istanti assaporando quel momento di piacere donatogli dall'adrenalina che entrava in circolo.
"Vabbè.." il Boliano Marvin Boggs, il fornaio, fu il primo a muoversi "Vado a riprendere il maiale!"

USS Raziel
Ponte 3 - stiva di carico 2
27 settembre 2400 - ore 20:49


Hazyel fu il primo ad arrivare, assieme a Victoria, e prese posto a capotavola, nella consueta ricostruzione olografica che utilizzavano come sala tattica.
Il Capitano portò lo sguardo sulla Consigliera, vedendola un po' sovrappensiero. "Qualcosa non va?"
Victoria si voltò verso Hazyel sorridendogli "Oh, stavo solo pensando. Ho spesso assistito alla lotta che si facevano i miei fratellastri per avere le attenzioni paterne, ma non avrei mai pensato che anche su questa nave il sentimento non fosse poi così diverso. L'assenza di mio padre si sta facendo sentire parecchio e la cosa mi ha un po' sorpresa"
"Ti riferisci a qualcuno in particolare?"
"Beh, forse le più preoccupate per l'assenza di Moses sono Elaina e Sarah: erano abituate ad agire sapendo di avere le spalle coperte da mio padre ed ora sembra che siano più tese del solito.."
Victoria si sedette a sua volta "Ma in verità è una sensazione molto più generale, che riguarda un po' tutti i membri della nave. Era mio padre che gestiva le squadre da terra.. dava ordine ai vari gruppi sul come muoversi, dove andare e si preoccupava di mantenerli tutti al sicuro. Adesso che lui non c'è è come mancasse il loro leader, quella persona su cui fare affidamento se le cose andassero male"
"Hai provato a parlare con loro?"
La consigliera fece spallucce "Con Sarah sì, ma con scarsi risultati. E con Elaina, beh.. dopo l'esperienza con quella Trill cerca di evitare il più possibile i consiglieri di bordo, quindi neanche con lei ho avuto grandi risultati. Ad ogni modo, tese o no, sono certa che sapranno assolvere ai loro compiti"
Hazyel non rispose, sentendo gli altri ufficiali entrare in sala ologrammi
"Buonasera signori, prendete posto" il Capitano attese che si accomodassero tutti prima di iniziare a parlare "Molto bene. Come già sapete la data indicativa in cui si terrà l'asta è il 7 ottobre, purtroppo non ne abbiamo ancora la certezza, ma per il momento dovremo accontentarci.. Signor Terr, vuole prendere la parola?"
"Sì Capitano" l'ufficiale tattico si alzò in piedi osservando i colleghi "Siamo stati informati che è stato registrato un numero insolito di navi in transito nel settore Nausicano.. riteniamo che questo aumento di navi sia dovuto proprio all'asta"
"Ammesso che possa effettivamente essere il luogo che stavamo cercando.." prese la parola Atena "Non credo che potremmo semplicemente presentarci lì con la Raziel, è una nave federale"
"Se è per quello, non credo che potremmo presentarci noi a prescindere dalla nave" intervenne Fox guardando i colleghi "L'asta non era ad invito?"
La Mendel sospirò pesantemente "Già, chissà perché ho come l'impressione che a noi quell'invito non arriverà"
"Beh, se non arriverà direttamente a noi vorrà dire che prenderemo quello di un altro" rispose Hazyel mentre si girava un po' con la poltroncina attivando lo schermo visore, su cui apparve la faccia di un Boliano
"Vi presento Daithaw Belall, soprannominato anche il ratto. Nel suo curriculum abbiamo contrabbando di droga e di armi, pirateria e attività di ricettazione per un gruppo criminali e terroristico controllato da un Klingon. Fino ad ora non era ancora stato arrestato perché si sperava ci portasse al suo capo, ma.."
Hazyel fece una pausa tornando a guardare i suoi uomini
"Circa due giorni fa, ha ricevuto l'ordine di presentarsi ad una certa asta a nome del suo capo, che, a quanto pare, si trova in spazio Klingon e non farebbe in tempo ad arrivare di persona."
Altra breve pausa.
"Nel primo pomeriggio di oggi, il nostro infiltrato a bordo ha deciso che valesse la pena chiudere la partita e consegnare Belall alla Flotta.. è sfumata un'indagine sotto copertura che è durata più di quindici mesi, ma la precedenza, al momento, è recuperare quella lista. Mentre stiamo parlando, ho già ordinato la deviazione di rotta in plancia, arriveremo alla nave di Belall entro due o tre giorni"
"Quindi l'idea è che prenderemo il posto di questo Belall all'asta?"
"Sì, la sua cattura è stata tenuta segreta proprio per permetterci di prendergli la nave e presentarci noi all'incontro. Ognuno di voi avrà una sua identità che è ricalcata su uno dei membri effettivi della nave di Belall, mi aspetto che impariate tutti quei dati entro domani pomeriggio. La dottoressa Tarev si occuperà di modificare i tratti somatici della squadra per poter ricalcare al meglio la parte"
"Si ma.." Wood prese la parola "Il sistema Nausicano non sarà frequentato quanto SOL III ma non lo vedo adatto ad un'asta clandestina"
Terr osservò Wood annuendo "E difatti non sarà lì l'asta, sappiamo però che in molti hanno attraversato quell'area per andare verso il sistema planetario W3Z"
Eliana fece una smorfia "Ed è in quel sistema che si terrà l'asta?"
"Ne dubito fortemente, per come la vedo iom si tratta solo di un punto di incontro.. verificheranno che non ci siano federali nascosti e, a poco a poco, ci daranno indicazioni sempre più precise, sino a raggiungere il luogo effettivo in cui si terrà l'asta"
"Esatto Comandante" Hazyel osservò Terr "E questo è giusto il primo indizio. Domande?"
"Sì Signore.." Sarah prese la parola un po' titubante "Non essendoci il Comandante Moses, chi prenderà il posto di Belall?"
"Semplice" Hazyel sorrise tranquillo "Io".