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USS RAZIEL - MISSIONE 11 RSS USS RAZIEL - Missione 11

11.01 "UNA NOTTE DA LEONI"

di Francis "Frank" Moses, Pubblicato il 12-10-2020

Sol III - San Francisco
Comando di Flotta
Sezione Crimini Informatici
22 settembre 2400 - ore 04:00


"Ancora niente?" chiese Gary McKinnon piegandosi in avanti per osservare lo schermo sul quale il collega lavorava.
"Niente ancora, Solo... questo tizio è bravo." rispose Kevin Mitnick, nome d'arte Condor, rivolgendosi al suo capo reparto.
Kevin adorava usare i nickname, lo facevano sentire un agente speciale. Beh.. in fondo lo era, ma così faceva più figo.
"Hai contattato qualche esterno?" domandò frustrato Gary che non si capacitava come il fior fiore della sezione cibernetica della Flotta Stellare fosse stata messa in scacco da un comune hacker.
"Non possiamo farlo, Rexen ci farebbe fuori!"
"Si ok... a chi hai mandato i dati?" Gary sapeva bene che Kevin odiava perdere quanto lo odiava lui. Ammiraglio o no avrebbe fatto di tutto per scoprire chi aveva forzato i loro firewall e scaricato i dati segreti.
"E va bene... C0mrade, Iceman ed Astra. Ma ancora non mi hanno detto niente." ammise Kevin con un sospiro.
"Lo Shadow Crew?"
"Troppo pericoloso, sono difficili da gestire."
"E l'Ombra?" chiese ancora Gary
"E come faccio a contattarlo? Non abbiamo idea di chi sia, di solito si fa vivo lui quando ha delle informazioni utili per noi... non lascia mai un modo per contattarlo e i crediti che gli passiamo per le informazioni spariscono nel nulla come se non fossero mai esistiti, ho tentato spesso di rintracciarli."
=^=Mi cercavate?=^= La scritta apparve sul portatile personale che Kevin teneva aperto sulla scrivania... e dire che la connessione lì dentro doveva essere criptata.
"Parli del diavolo... avevo lasciato dei messaggi nel dark web, ma non credevo si facesse vivo." borbottò Kevin digitando la risposta al messaggio: =^=Abbiamo bisogno di aiuto per trovare la firma dell'hacker che è riuscito ad entrare nella nostra banca dati... Ombra è una cosa seria...=^=
=^=Lo immaginavo, sono già a lavoro. Vi farò sapere.=^=
=^=Come diavolo hai fatto ad entrare anche tu nel nostro database?=^=
=^=Non l'ho fatto... ho hackerato C0mrade, Iceman e Astra... buona giornata.=^=
"Non ha hackerato la Flotta, ma tre hacker professionisti che hanno collaborato alla creazione dei firewall che usiamo? Praticamente può fare quello che vuole questo qui" commentò Gary preoccupato, ma non era il momento per pensare all'Ombra, avevano altri guai molto più pressanti.
In realtà, l'Ombra non aveva bisogno di hackerare i firewall della Flotta per entrare nei database, aveva la sua password, che era, fra parentesi, di un livello superiore a quella di Gary e Kevin.
Sarah Mendel si stiracchiò e si alzò dalla sua poltrona all'interno del Trono di Odino "Che ore sono?" chiese in generale rivolta a tutta la stanza. Su vari schermi apparve l'ora e Cippy trillò il suo dissenso sul fatto che la padrona fosse ancora sveglia.
"Poche storie Cippy, la cosa sembra seria. Sarà una lunga giornata! Prima di tutto una damigiana di caffè e poi ci mettiamo a lavoro... perché non abbiamo fatto installare un replicatore dentro il Trono di Odino?"
Il piccolo meccanismo svolazzante rispose con tono petulante.
"Ma quello era il nostro periodo salutista, adesso siamo nel periodo 'chi se ne frega'... dovrò parlarne con Lucius, ho proprio bisogno di un replicatore qui dentro."

Sol III - Parigi
Casa sicura
22 settembre 2400 - ore 05:20


"Come sta Moses?" chiese Hazyel guardando la Tarev che entrava in cucina dove lui era seduto a sorseggiare un tè.
"Ho rigenerato i tessuti e starà bene, ma le terminazioni nervose sono ancora infiammate. Il dolore dev'essere notevole, ma preferisco aspettare un'oretta prima di operare di nuovo sui nervi... ha collezionato una nuova serie di cicatrici di tutto rispetto."
Scosse la testa ripensando al reticolo di segni sul corpo dell'uomo
"Non ho idea di come abbia fatto a resistere prima che tu arrivassi."
"Cattiveria e rabbia... stava proteggendo Victoria, per fermarlo avrebbero dovuto usare un cannone particellare" rispose Hazyel sorridendo.
"Stessa cosa per te... mi hanno detto che sei saltato da un palazzo mezzo nudo e armato solo di un coltellino svizzero."
"Era una Tik'leth, non è proprio un coltellino"
"Mi domando chi passeggia per Parigi armato di un Tik'leth"
"Avevo anche due Kabar..."
"Naturalmente... lei come sta?"
"Meglio... adesso è sulla Raziel in orbita. Sulla nave hanno l'ordine di non farla scendere nemmeno se minacciasse tutti con un phaser."
"Lo faranno? Lo sai che stravedono tutti per Victoria e sono parecchi che le devono un favore."
"Ho fatto credere loro che l'ordine è del vecchio orso... dubito che qualcuno sulla nave sia tanto sciocco da ripagare quel debito" il Capitano della Raziel sorrise divertito.
"Vogliamo parlare anche del bacio?" chiese Eliana con gli occhi che le scintillavano.
Il comunicatore trillò.
=^=Bates a Hazyel!=^=
"Ammiraglio mi dica... l'ho messa in viva voce"
"Salvato in corner..." sussurrò la Tarev con un sorriso.
=^=Abbiamo qualche novità. I file sottratti al Comando di Flotta saranno messi all'asta tra due settimane, ancora non sappiamo dove, ma abbiamo alcuni infiltrati in gruppi criminali che potrebbero farci sapere presto qualcosa... infiltrati che, vorrei precisare, stanno rischiando la vita rimanendo al loro posto nonostante ci siano anche i loro nomi su quei file=^=
"Lo sappiamo Ammiraglio... appena avete qualcosa per noi saremo pronti a partire. Ho dato ordine alla Mendel di iniziare a creare le nostre coperture, ci faremo trovare fra gli invitati all'asta costi quello che costi." rispose il Risiano con sicurezza.
=^=Un'altra cosa. T'ikal, Broyles e Rosenburg erano della vecchia guardia, avevano con sé dei rilevatori ambientali. Quelli di T'ikal e Rosenburg erano danneggiati, ma Broyles ci ha aiutato. C'è una registrazione che potrebbe interessarvi=^=
"Mandi pure"
=^=*Suono di applauso* Ammiraglio la ringrazio... *Gorgoglio incomprensibile* il suo sostegno e aiuto alla causa è stato encomiabile *Gorgoglio incomprensibile* il suo sacrificio è sufficiente a lavare le sue colpe... la sua famiglia non subirà conseguenze, ha la mia parola.=^=
"La voce non è riconoscibile, sembra che usi una sorta di camuffamento vocale, ma quell'applauso..."
=^=Dal tuo rapporto anche il vostro assalitore si era messo ad applaudire... mi pare un po' strana come coincidenza. E anche lui usava qualcosa per distorcere la propria voce.=^=
"Lei..."
=^=Lei?=^=
"Era una donna, me ne sono reso conto subito dopo i primi secondi di combattimento."
=^=Capisco... comunque se supponiamo che le morti e l'attentato a Frank siano tutti eventi collegati, non sarà difficile scoprire chi è questa donna. Non sono molte le azioni che hanno visto partecipare Moses, T'ikal, Broyles e Rosenburg insieme=^=
"E il quinto? Mi aveva detto che l'hacker ha messo online cinque nomi."
=^=Il quinto si chiama Paul Saint James, ma quello non sarà un problema=^=
"In che senso?" chiese Hazyel
=^=Paul Saint James non esiste, è il nome che Moses dava a tutti i civili che lavoravano non ufficialmente nelle missioni. Praticamente non esiste un Paul ma ce ne sono centinaia. L'assassina non riuscirà a trovare nulla di concreto=^=
"Però potremmo sfruttare la cosa a nostro vantaggio facendole trovare un Paul Saint James messo a sua disposizione da noi. Ne parlerò con il Comandante Mendel."
"Scusate..." si intromise la dottoressa Tarev "Ma l'assassina ha detto a Broyles che il suo sacrificio era sufficiente e la sua famiglia non subirà conseguenze... con il Comandante Moses però ha fallito."
"Vai a chiamare Frank!" ordinò Hazyel "Ammiraglio, lei deve mettersi al sicuro."
=^=Io non corro rischi, dato quello che è successo sono confinata qui in Ammiragliato finché non risolviamo la cosa e quindi dubito fortemente che riesca ad entrare al Comando di Flotta.=^=
"Victoria è al sicuro sulla Raziel e suo figlio Robert è imbarcato sulla USS Sarek"
=^=Avvertirò il Capitano Edison che potrebbero esserci guai e che tenga d'occhio Robert senza fargli sapere niente, non voglio che si preoccupi=^=
"Ammiraglio, Robert è figlio suo e di Moses... se gli tiene nascosto che la sua famiglia è in pericolo se la legherà al dito" commentò il Capitano della Raziel
=^=Hazyel i suoi sottintesi non mi piacciono molto e me la legherò io al dito=^= ribatté lei divertita
"Capitano! Moses non c'è più!" avvertì Eliana tornando in fretta dalla camera del degente.
"Lo immaginavo... Margaret è un possibile bersaglio.. deve averci sentito parlare. Credo che penserà lui alla ragazza... meglio così, viste le sue condizioni, non volevo farlo partecipare alla missione."
"Se è per quello, non doveva nemmeno alzarsi dal letto!" intervenne spazientita la dottoressa Tarev
=^=Tranquilla Eliana mio marito ha la pelle dura come il duranio ed è altrettanto testardo, non saresti riuscita a fermarlo nemmeno se eri in camera con lui quando se n'è andato. Adesso penserà lui a Margaret, voi potete prepararvi per la missione. Bates chiudo.=^=

USS Raziel
Ponte 1 - Trono di Odino
22 settembre 2400, ore 13:50


Il Tenente Comandante Sarah Mendel stava sbavando sulla tastiera.
"Chiudo un attimo gli occhi per riposarli" aveva detto a Cippy mezz'ora prima, ma la stanchezza e la notte in bianco l'avevano fatta crollare.
Fu svegliata di soprassalto dal trillo felice della IA svolazzante: aveva terminato l'analisi dei file e scovato quello che la sua padrona stava cercando.
"Sì ho capito! Stai calmo!" esclamò Sarah spostando la pallina che sbatteva sullo schermo come una mosca impazzita.
Aprì i pezzi di codice su diversi schermi e li confrontò. C'era una sola stringa che non portava a niente, era sospesa lì in mezzo al codice, mischiata ad altre stringhe esattamente uguali.
"System.err.exit... esci su errore dal sistema. Ma niente porta a quella stringa e quella stringa non porta a niente. È come se non esistesse per il programma... Cippy fai un controllo se ci sono attacchi con firme uguali."
Dopo qualche secondo, una lista di software utilizzati in attacchi ad infrastrutture della Flotta Stellare apparvero sullo schermo.
"Tutti attacchi falliti e tutti ad installazioni della Flotta Stellare, ce l'hanno proprio con noi... questo me lo ricordo. L'ultimo attacco era praticamente inutile... no aspetta un secondo! Cippy metti gli attacchi in ordine di data."
"Che figlio di puttana!" esclamò Sarah dopo alcuni minuti "È stato davvero un genio... lo odio." borbottò mordendosi un unghia. "Ogni attacco puntava a far cambiare determinate cose sui firewall, ad ogni nostro aggiornamento lui contrattaccava con un altro virus che esponeva altre falle e via così, finché i nostri aggiornamenti non hanno proprio aperto la falla che lui aspettava... davvero bravo!"
"E ora vediamo chi sei... fai una ricerca su qualsiasi programma o software creato" la ricerca fu molto veloce, più di quanto Sarah si sarebbe aspettata. "Solo cinque programmi, e tutti creati da... Sybil Horizon durante i suoi studi all'accademia. Computer, mostrami le informazioni su questa ragazza... ok non sono una psicologa, ma direi che era fuori di testa, ecco perché l'hanno cacciata, ma non si erano accorti di quanto brava fosse e quanto questa espulsione l'avesse fatta arrabbiare. Secondo lei era stata cacciata per un errore del sistema... System.err.exit... appropriato."
Sarah lesse le ultime note poi, con un sospiro, premette sul comunicatore =^=Mendel ad Hazyel, ho il nome del nostro hacker. Se facciamo un salto a San Francisco lo becchiamo di sicuro=^=
=^=Ci vorrà un salto parecchio lungo Comandante, siamo partiti due ore fa verso K4... scommetto che ha fatto nottata e si è addormentata sulla tastiera come al solito. Invii le informazioni all'Ammiraglio Bates, penserà lei a far arrestare l'hacker... e vada a farsi una dormita decente... è un'ordine=^=
Sarah Mendel arrossì.

SOL III - Toscana
Lucca - Isola Santa
Casa di Margaret Bates/Moses
22 settembre 2400 - ore 18:05


L'arco del teletrasporto emise il consueto scintillio ed una giovane di circa vent'anni apparve sul disco di ricezione.
Margaret tirò un sospiro a pieni polmoni assaporando l'aria delle montagne toscane: la mattina prendeva il teletrasporto per andare a lavorare al Comando di Flotta a New York e la sera tornava in quello splendido posto che chiamava casa.
Quel paesino toscano era un luogo nascosto nel cuore delle Apuane, sulle rive di un piccolo lago circondato da boschi di castagno.
Le casette di pietra, dai tetti di ardesia, fedelmente ricostruite al posto degli antichi ruderi preesistenti, erano dei veri gioielli in mezzo ad un luogo incantato.
Sebbene avessero l'aspetto vetusto di antiche case di campagna, all'interno erano provviste di tutti i comfort tecnologici di cui la gente era ormai abituata... o almeno casa degli altri.
Lo stabile zero zero aveva avuto un proprietario che, se proprio non detestava la tecnologia, poco ci mancava.
Aveva la cucina al posto del replicatore alimentare, aveva la doccia ad acqua al posto di quella sonica e un caminetto a legna al posto del riscaldamento centralizzato. Insomma era la casa di suo padre anche se non aveva idea di quando ci andasse.
Era arrivata in quella casa cinque anni prima per aiutare Frank a preparare le sue cose per il trasferimento al nuovo incarico e se ne era immediatamente innamorata.
Ancora non capiva perché avesse scelto di lavorare in un luogo sperduto come la Macchia di Rovi, ma, in realtà, di lui non sapeva molto... non c'era quasi mai sia adesso che nella sua infanzia.
In una normale famiglia, probabilmente, l'assenza di uno dei genitori avrebbe portato alla separazione dei coniugi e anche a portare i figli a dimenticarsi, o quasi, del genitore assente, nella sua, invece, le cose erano andate diversamente.
Quando Frank Moses tornava a casa per i figli era sempre stata una festa e faceva dimenticare loro il tempo che passavano senza di lui.
Margaret amava il padre alla follia e tutt'ora lei e Robert si contendevano l'affetto del paterno come due bambini... e lei era convinta di essere in vantaggio sul fratello.
Quando aveva chiesto al padre di venderle la casa, pensava che lui avrebbe detto no. Invece l'aveva guardata intensamente per un lungo momento, come se il suo cervello vagliasse decine di scenari e poi aveva acconsentito senza battere ciglio.
Solo che non gliel'aveva venduta, solo prestata, almeno finché il suo incarico alla stazione lo teneva lontano da loro.
Tornò a guardarsi attorno e notò subito la signora Wojciechowski, la sua vicina di casa, una vecchietta di oltre 90 anni che camminava a stento e che si ostinava ad andare a fare la spesa personalmente invece di ordinarla via comunicatore.
La signora Wojciechowski non era nemmeno la più vecchia, a pensarci bene il più giovane abitante di quel paesino era lei con i suoi 23 anni, gli altri partivano tutti dagli 80 anni suonati.
Forse era per quello che suo padre aveva accettato di farla vivere lì, non c'era il rischio di incontrare qualche baldo giovane.
"Signora! Ancora con quelle borse!?" la rimproverò Margaret fermandola e prendendo le buste della spesa.
"Ah Margaret che fortuna che sei passata di qua, se non ci fossi tu!" le sorrise la vecchietta dandole un buffetto sulla guancia.
"Non faccia la furba con me, sa benissimo che torno sempre a quest'ora e lei è lì che mi aspetta con le borse in mano" le sorrise la giovane.
"Ah! Beccata!" sghignazzò la vecchietta prendendo il braccio che le veniva offerto.
"Oggi c'è un sacco di via vai" riprese la donna guardando a terra per controllare che non ci fossero buche lungo il suo cammino "Il vecchio Johnson mi diceva stamattina che ha male all'anca... vuol dire che ci sono guai in arrivo!"
"Dubito che il signor Johnson abbia mai azzeccato una previsione del tempo."
"Può darsi... - poi continuò come se niente fosse - la mia amica Kimberly e quella pettegola della signora T'Vek sono ai ferri corti e si sono chiuse in casa... sicuramente è maretta anche lì. Abitano di fronte a noi e mi guarderei bene dal mettere il naso fuori stasera. La T'Vek è una tipa strana, ha troppi grilli per la testa."
"Certo signora Wojciechowski" concordò Margaret senza nemmeno ascoltarla veramente.
Quando finalmente abbandonò le borse della spesa sulla soglia della vicina e si trovò nella pacifica solitudine della sua casa, la giovane tirò un sospiro di sollievo.
La vicina non stava mai zitta ed ogni giorno le raccontava vita, morte e miracoli dei vecchietti che si aggiravano nel borgo, ma in fondo era simpatica.
Tutti quanti in paese si comportavano come dei nonni che facevano a gara per prendersi cura della nipote.
Gran parte della serata passò a preparare la cena, mangiare e guardare un film, finché, intorno a mezzanotte, un forte rumore all'esterno la costrinse a dare un'occhiata dalla finestra.
Tutto il paesino sembrava dormire, sicuramente i vecchietti erano crollati già da ore.
Nel silenzio della notte quel forte rumore la incuriosì spingendola ad uscire per dare un'occhiata, fece alcuni passi all'esterno e sentì il lieve rumore di un applauso.
La giovane si voltò incuriosita.
Ad una decina di metri da lei un gruppo di uomini armati puntavano dei phaser nella sua direzione.
"Tu devi essere Margaret..." la voce dell'uomo davanti a lei era meccanica, la ragazza provò un brivido di paura, ma era comunque un ufficiale addestrato della Flotta Stellare e non si poteva far certo bloccare dal panico.
"Chi siete?"
Si guardò intorno: poteva intravedere movimenti furtivi nel buio.. per fortuna, gli abitanti del borgo erano a letto, altrimenti la situazione poteva peggiorare.. anche se un numero così alto di nemici non erano certo una gran fortuna per lei.
"Mi dispiace, ma tuo padre non si è sacrificato per la sua famiglia... non avermene a male" la voce meccanica era quasi dolce, come se si scusasse veramente per quello che stava per fare.
"Che volete da me e mio padre?" chiese lei facendo qualche passo indietro lungo il portico che condivideva con la vicina.
"Voglio che paghi per quello che mi ha fatto" rispose l'uomo, questa volta con rabbia.
"Ed hai portato solo quattro gatti con te?" la voce alle sue spalle fece fare un balzo spaventato a Margaret che si girò con un grido sorpreso.
"Papà!" per un attimo fu felice della sua presenza, poi la paura tornò ad assalirla. Loro cercavano proprio lui. Che diavolo ci faceva suo padre lì?
Tornò a guardare i suoi avversari ed intanto indietreggiò verso il padre che, seduto sulla panca a dondolo, si accendeva un sigaro con un accendino.
"Vattene di qui, stanno cercando te, io cerco di distrarli" sussurrò la ragazza all'indirizzo del padre.
Moses guardò la figlia divertito e soffiò una nuvola di fumo.
"Mettiti seduta qui vicino a me tesoro, vedrai che andrà tutto bene."
Visto che la figlia non accennava a sedersi, la prese gentilmente per il braccio e la costrinse a mettersi seduta.
Margaret, con orrore, si rese conto che il padre era ferito.
La mano che l'aveva afferrata era debole e tremante, lui sembrava sul punto di svenire anche se non lo dava a vedere.
Un nuovo applauso derisorio disturbò la quiete della notte.
"Quindi sei venuto a saldare il tuo debito... posso assicurarti che alla tua morte, tua figlia non subirà nessun danno" disse l'uomo dalla voce meccanica.
"Mmpf! Poche ciance e venite a prendermi se proprio volete" commentò Moses espirando una nuova nuvola di fumo.
Due uomini in tuta nera e passamontagna si fecero avanti guardinghi.
L'uomo davanti a loro non sembrava impugnare armi, ma il loro leader aveva detto che era pericoloso.
Avrebbero voluto sparargli almeno con il settaggio su stordimento per poi farlo finire dal capo, ma sapevano bene che lui voleva che le vittime fossero indebolite, ma sveglie.
Quando raggiunsero una distanza di tre metri da loro, la porta della vicina si aprì, la signora Wojciechowski ne uscì claudicante imbracciando un enorme fucile ad impulsi che scaricò a bruciapelo sui due malcapitati facendoli volare ad almeno quindici metri dalla loro precedente posizione.
"Ehi teppistelli!" esclamò la vecchia, mentre con mano ferma e senza esitazione faceva scorrere la slitta per ricaricare "È questa l'ora per fare casino alla porta di una vecchietta?"
"Adria, ti trovo in forma vecchia ciabatta!" borbottò Moses con un ghigno divertito mentre Margaret guardava la vicina a bocca aperta.
"Lo sapevo che ci avresti portato guai, l'anca di Johnson non mente mai!" lo rimproverò la donna, ma ne suoi occhi si leggeva un antico scintillio battagliero.
Gli assassini scelsero quel momento per iniziare a sparare.
La vecchia signora si gettò all'interno della casa al riparo con sorprendente agilità e Moses tirò un'altra boccata dal sigaro mentre i phaser venivano deviati dallo scudo che li circondava.
"Adria ha paura che T'Vek le spari dalla casa di fronte mentre fa la pennichella pomeridiana.. quelle due non sono mai andate molto d'accordo, però lei è stata la prima a tentare di uccidere l'altra cinquant'anni fa su Romulus, così ha fatto montare uno scudo di livello dieci sull'altalena." spiegò Frank alla figlia che continuava a guardarlo a bocca aperta mentre i phaser continuavano a tempestarli.
"Romulus? Sparare? Perché mai la signora T'Vek dovrebbe sparare? Eppoi non era Vulcaniana?"
"No è Romulana, ex Tal Shiar e T'Vek adora sparare alla gente..." indicò la finestra della casa di fronte. La vecchietta in questione aveva appoggiato un fucile di precisione sul davanzale e iniziava a freddare con colpi mirati gli avversari che si stavano disperdendo ovunque in cerca di riparo.
Gli abitanti del paese iniziarono ad uscire, tutti armati e con un sorriso sulle bocche sdentate.
Un piccolo manipolo di nemici, nascosto dietro il furgone del lattaio, fu spazzato via dalla signora Pucci, la pescivendola, con un bazooka a concussione che fece volare il furgone sopra un albero.
Marvin Boggs, il fornaio, lanciò una granata con un lanciagranate che aveva tolto da un maialino di pezza che teneva sempre sul banco del suo negozio.
Tutto attorno a Margaret era follia e distruzione: gli abitanti del borgo erano irriconoscibili e meglio armati di un plotone di incursori.
"Ma... ma..." farfugliò la giovane guardando il padre.
"Benvenuta al Santuario, la casa dei RED... Reduci Altamente Distruttivi" borbottò Moses tirando una nuova boccata dal sigaro... nella via a fianco, quasi a voler sottolineare le sue parole, il chiosco dell'edicola esplose in migliaia di schegge.
"Peccato che il nostro ospite non è rimasto a godersi la festa."
Solo allora Margaret si accorse che l'uomo con la voce meccanica era svanito lasciando i suoi uomini nei guai.

SOL III - Toscana
Lucca - Isola Santa
Casa di Adria Wojciechowski
23 settembre 2400 - ore 02:14


"Kimberly sta curando tuo padre, tranquilla non è niente di grave.. è solo un po' stanco... si è rammollito in questi ultimi anni."
"Mi pare di capire che né mio padre, né voi tutti, siete quello che io credevo."
"Siamo dei comuni pensionati, niente di più, niente di meno" rispose la vecchietta sedendosi su una sedia accanto a lei come se avesse trecento anni.
"Sta esagerando signora, l'ho vista saltare come una gazzella poco fa."
"Non so di cosa tu stia parlando tesoro... vuoi del latte caldo?"
"Margaret preparati dobbiamo andare" Moses uscì dalla camera indossando una maglia pulita seguito dalla vecchia Kimberly. Per la prima volta Margaret vide le cicatrici sul corpo di suo padre, nel corso degli anni lui aveva fatto di tutto per non mostrarle ai figli.
"Andare dove?" rispose lei intontita.
"Ho parlato con tua madre, abbiamo un incarico" rispose Frank "Ti saluta..." aggiunse poi come se se ne fosse dimenticato.
"Hai bisogno di qualche genere di prima necessità?" chiese la vecchietta girando la statuetta di un gattino sul finto caminetto.
L'intera parete si aprì rivelando un arsenale degno di uno stato in guerra.
"Solo della vecchia Bessy" rispose lui spingendo avanti la figlia che era rimasta di nuovo imbambolata.
"Non se ne parla! Non Bessy!"
"Fallo a nome dei vecchi tempi..." disse lui con un sorriso
"Ai vecchi tempi ho cercato di farti fuori due volte!"
"E io non ho reagito, quindi mi devi un favore."
La vecchia ci pensò un attimo e sbuffò
"Ok, ma se me la graffi ti vengo a cercare."
Il battibecco fra i due continuò mentre scendevano verso la dispensa.
Lì, dietro una parete illusoria, c'era parcheggiata una navetta Tipo 6 che sembrava essere più vecchia della signora Wojciechowski di almeno vent'anni.
"Salta su!" ordinò Frank spingendo la figlia.
"Papà..."
"Sei sicuro? Puoi lasciarla qui con noi, veglieremo su di lei come abbiamo sempre fatto." chiese Adria
"Papà..." cercò di nuovo di intervenire Margaret
"Non posso portarla da sua madre perché è blindata in Ammiragliato e lasciarla qui non è il caso... siete più pericolosi voi di quei mercenari e ora che lei sa e non dovete più nascondere i vostri hobby diventereste ancora peggio. Preferisco portarla con me."
"Papà!" la giovane si mise quasi ad urlare
"Che c'è?!" domandò Moses esasperato
"Io non mi muovo di qui finché non mi dici cosa sta succedendo!" rispose lei esasperata.
"Ok, ma non qui... salta su e ti spiego tutto, promesso."
E fu così che Margaret Bates/Moses scoprì perché suo padre era sempre assente e perché il suo corpo fosse un reticolo di cicatrici.

SOL III - San Francisco
Tenderloin District
23 settembre 2400, ore 09:32


La navetta era stata rimandata a casa con il computer di bordo, al suo posto Frank aveva fatto salire la figlia su un blindato delle forze speciali.
La casa era sorvegliata da quando Sarah Mendel aveva dato il nome dell'hacker ed un contingente della sicurezza aveva monitorato la zona tutto il tempo, senza molto successo.
"Non c'è nessuno in casa?" chiese Moses all'ufficiale al comando.
"Non lo sappiamo, le scansioni sono state deviate da qualche congegno di disturbo e ci sono dei server lì dentro che producono un certo calore, quindi anche gli infrarossi non servono a molto. L'Ammiraglio ci ha detto di aspettare lei, altrimenti avremmo già fatto irruzione."
"Bene, datemi una squadra e andiamo a verificare. Tenente, le affido mia figlia, la tenga chiusa nel blindato anche con la forza se necessario."
"Mmpf!" bofonchiò Margaret battendo il piede a terra.
Il Comandante Moses non diede tempo alla giovane di discutere e, con la squadra, entrò di soppiatto nell'edificio fatiscente, poi, raggiunto l'appartamento, sfondarono la porta e si catapultarono all'interno.
A terra, riversa in una pozza di sangue raggrumato, c'era Sybil Horizon. Il suo corpo era ormai freddo da tempo e la gola tagliata non buttava più sangue.
"Era solo una ragazzina..." mormorò Moses chiudendole gli occhi con le dita. "Impacchettate tutto e inviatelo alla Sezione Indagini Crimini Informatici... fate più in fretta che potete, dobbiamo sapere dove avverrà l'asta."
Frank lanciò un ultima occhiata alla vittima e poi uscì dall'appartamento.