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USS PYTHEAS - MISSIONE 06 RSS USS PYTHEAS - Missione 06

06.06 " Il Volto del Male "

di Piotr Alexei Volkoff, Pubblicato il 16-03-2016

USS Cepheus - Ponte inferiore - 05/12/2395 - ore 12,45


Ognuno reagiva alla cattività in maniera differente.
Suri era seduta al tavolo e non aveva mosso un muscolo nella mezz'ora passata dall'incontro con il Capitano Norton, stessa cosa per i Comandanti Bhreel e Boram che sembravano immersi in una trans ipnotica per quanto erano immobili. D'altro canto Brown e Volkoff sembravano due tigri in gabbia. Camminavano incessantemente avanti e indietro per la stanza, il primo cercando un modo per fuggire, il secondo cercando un modo per distruggere qualcosa.

Piotr non era fatto per l'inattività, soprattutto in una situazione di pericolo. Il suo istinto faceva a cazzotti con il cervello che cercava di tenerlo calmo. Lanciava occhiate in direzione dei superiori sperando che a qualcuno venisse un'idea o gli indicasse un bersaglio qualsiasi.
Brown aveva gli stessi problemi. Si trovava di fronte a una tecnologia nuova e le sue mani prudevano dal desiderio di tuffarsi in quel ben di dio... se solo i campi di forza non gli avessero impedito di toccare qualsiasi cosa adesso la paratia e quello che c'era dietro sarebbe già stata smontata da un pezzo. Una vibrazione all'interno della giacca lo bloccò di colpo.
"Vorrei proprio sapere cosa stanno aspettando..." esclamò sospirando e tornando a sedersi al tavolo "ho assistenti olografici che fanno un lavoro migliore!"
Suri voltò leggermente lo sguardo e sembrò rilassarsi, per quanto possibile per un vulcaniano, poi con tono freddo riprese l'ufficiale "La prego di astenersi da innervosire i nostri carcerieri. Evidentemente devono valutare tutte le opzioni quindi è meglio rimanere calmi e mantenere un basso profilo. Ci sarà tempo per valutare la situazione, fino a quel momento rimanga tranquillo."
Brown fece un cenno affermativo con la testa e Volkoff sospirò sconsolato... il messaggio era chiaro. La prima parte del piano era andata a buon fine ma Suri preferiva attendere.

***Flashback***


USS Baffin - Sala Tattica - 05/12/2395 - ore 11,20
Suri sollevò il sopracciglio alla vista del congegno che Brown aveva appoggiato sul tavolo. Sembrava un disco di metallo di circa sei centimetri di diametro per due centimetri di spessore. La sua superficie superiore aveva delle scanalature che emettevano una debole luce azzurrognola.
"Lei cosa ne pensa del Capitano Norton?" chiese il Capitano Enizia all'indirizzo della pari grado mentre cercava di dissimulare la curiosità. Nessuno di loro avevano la certezza che quello che dicevano non potesse essere ascoltato dai loro catturatori e quindi stavano costruendo un piano parlando di altro.
"Abbiamo dieci minuti prima dell'incontro e spero di essere pronta per affrontarlo a quel punto." rispose Suri guardando Brown mentre parlava.
*10 minuti? Nessun problema...* L'uomo fece un impercettibile cenno affermativo con la testa in risposta.
"Ritenete che sia saggio andare in così tanti? Più siamo e più è un rischio per la sicurezza... non vorrei che qualcuno compia per sbaglio qualche gesto che viene mal interpretato"
*Tutto è possibile...* Brown fece una smorfia prima di rispondere "Il rischio c'è sempre, ma siamo i più qualificati per un primo contatto. L'alternativa è affidarci solo alle nostre menti". Per poi terminare pensando: *O meglio a quella di Boram*
"Capitano Enizia, cosa ne pensa? Il signor Brown potrebbe essere superfluo in questo incarico." chiese Suri pur conoscendo la collega abbastanza da immaginare la risposta.
"Credo che avremo bisogno di qualsiasi tipo di aiuto... solo dovete stare estremamente attenti."

Brown fece un sorriso sotto i baffoni ormai ricresciuti e fece roteare l'oggetto per aria prima di riprenderlo al volo con gesto di soddisfazione.
Era stata sua l'idea ma era stato complicato spiegarla ai colleghi usando frasi abbastanza innocenti da passare inosservate. Gli unici ad aver capito quello che voleva fare erano Boram perchè glielo aveva letto direttamente nella mente e Volkoff che aveva riconosciuto il disco che teneva in mano.
"Signor Brown allora sarà dei nostri, ma nessuno deve fare niente senza mio preciso ordine!" Suri guardò Brown intensamente e l'ingegnere fece un cenno affermativo.

*Spero tu sia davvero bravo quanto credo, amico mio...* pensò Alan infilando il disco nel taschino interno della giacca e battendo un paio di colpetti affettuosi sull'oggetto.
Erano anni che lavorava su Zac, il suo assistente olografico. L'aveva dotato di una completa enciclopedia sulla meccanica e sull'ingegneria. Molti, Volkoff compreso, trovavano il suo amico un po' inquietante con quel suo aspetto da fantasma e quella calma serafica con cui si rivolgeva ai presenti. Dopo le ultime avventure avute nel quadrante delta e i misteriosi congegni che l'enorme russo sembrava far sbucare dal nulla, aveva pensato di dotarlo anche di sofisticati algoritmi di infiltrazione. In quella modalità Zac poteva entrare all'interno dei sistemi di una nave e raccogliere informazioni senza essere scoperto... certo non poteva fare molto, non aveva dei software di guerra informatica, si limitava a raccogliere dati, ma in quella situazione era già un lusso non indifferente.

USS Cepheus - Tutta la nave - 05/12/2395 - ore 12,45


Zac volava attraverso i sistemi della nave dissimulando il suo segnale. Aveva trovato molti software di anti intrusione durante il suo viaggio ma era riuscito a superarli sfruttando le loro debolezze. Quei software si aspettavano di intercettare programmi che carpivano dati o manomettevano i sistemi, lui si limitava a girare per la nave e 'imparare' da quello che vedeva. Usava le telecamere, microfoni ambientali, persino i dpad lasciati incustoditi pur di vedere e sentire tutto quello che succedeva in giro. Fu da uno di quei dpad che fece la conoscenza di Clarice.
La bambina, che non sembrava avere più di sette anni, se ne stava in un angolo mordendo il piede di una malfatta bambola. La stanza era quasi al buio e da come se ne stava raggomitolata Zac capì che aveva freddo. L'ologramma assimilò l'informazione e poi passò oltre, ma qualcosa nella sua programmazione, che nemmeno lui riusciva a spiegarsi, lo fece tornare indietro. Attivò lo schermo del dpad abbandonato che diffuse una luce un po' spettarale nella stanza. Dal punto di vista della bambina sembrava che qualcuno avesse aperto una finestra sul pavimento e adesso la luce di una spelndida giornata di sole, facesse capolino nella sua piccola stanza.

=^=Ciao!=^= esclamò con voce allegra Zac. La bambina dopo un attimo di titubanza si affacciò allo schermo è spalancò gli occhi.
"Chi sei?" chiese lei alzando il dpad per guardarci sotto.
=^=Io sono Zac... credo di essermi perso.=^=
"Dove stavi andando?" chiese lei dopo averci pensato un attimo.
=^=In realtà non lo so... stavo gironzolando. Come ti chiami?=^=
"Clarice... perchè sei nel dpad della mia mamma?" la bambina morse di nuovo la bambola. Sembrava spaventata, come se sapesse che toccare la roba di sua madre fosse una cosa da non fare.
=^=Signorina Clarice è un piacere conoscerla...=^= i due parlarono molto. Zac cercava di carpire qualche informazione dall'unico membro dell'equipaggio che non lo avrebbe tradito... e se anche avesse parlato di lui nessuno avrebbe creduto alla storia di un uomo che appare in un monitor. Nonostante la sua missione di raccolta informazioni si ritrovò restio ad abbandonare la ragazzina, qualcosa nei suoi sistemi gli impediva di andarsene...
*Dovrò richiedere a Brown una verifica dei miei sistemi...* pensò l'ologramma.

USS Cepheus - Ponte inferiore - 05/12/2395 - ore 14.25


La paratia si aprì di nuovo con un sibilo e il Capitano Norton entrò accompagnato dal suo primo ufficiale. Sul volto dei due era disegnato il solito ghigno malvagio che faceva accapponare la pelle a Bhreel ogni volta che posava lo sguardo su di loro.
"E' un piacere rivedervi..." commentò Norton "Spero che abbiate pensato a quello che vi ho detto."
"Certamente, ma non capiamo cosa si aspetta da noi." chiese Suri con noncuranza. "Volete che ci uniamo a voi in cosa? Una vendetta verso uomini morti da cento anni? Contro l'intera Federazione?"
"Il piano qual'è? Viaggiare per setta'anni verso la terra e poi distruggerla?" commentò Volkoff scuotendo la testa come se parlasse con degli imbecilli.
Il Comandante David fece un ringhio nella sua direzione ma Norton lo bloccò.
"Signori vi prego. Non dovete per forza credere che solo perchè vi abbiamo catturati noi siamo i cattivi..." Norton alzò le mani in segno di pace e sorrise, anche se non con gli occhi.
"E' vero, vogliamo vendicarci della Federazione e della Flotta Stellare, ma non come crede il vostro grosso ufficiale - riprese quando anche Volkoff si sedette - la nostra intenzione è tornare a casa e rendere pubbliche le azioni compiute verso i nostri genitori. Sarà l'opinione pubblica a decidere se abbiamo ragione o torto e a decretare se e quanto la Federazione sia colpevole e come punirla. Per noi sarà una vittoria in ogni caso. Riporterò la mia gente a casa e avrò, per così dire, la mia vendetta. Sono certo che la gente non apprezzerà quello che ci è stato fatto."

Volkoff guardò la dottoressa Fuentes e il comandante Bhreel. La prima sembrava pensierosa come se accettasse la cosa come giusta, la sua empatia la metteva sempre dalla parte del debole e sicuramente l'equipaggio della Cepheus faceva degnamente la parte della vittima. Il comandante Bhreel aveva invece aggrottato la fronte.
Dal canto suo Piotr, pur ritenendo che l'equipaggio della Cepheus aveva tutto il diritto di chiedere soddisfazione e l'avrebbe fatto in un modo del tutto legale, soprattutto perchè non erano davvero degli ufficiali della Flotta Stellare e quindi non soggetti a determinati giuramenti verso la stessa, non si fidava assolutamente di quell'uomo. Il sorriso di Norton era ferale... certo era un uomo nato e vissuto in un posto orribile e affrontando chissà quali sofferenze, ma il suo istinto gli gridava di ucciderlo... e lui si era sempre fidato del suo istinto.

"E quale sarebbe il piano? Come ha detto il signor Volkoff il viaggio per tornare sulla terra sarebbe troppo lungo." commentò Brown.
"Il piano è semplice ma pericoloso... molti di noi non sopravviverebbero ad un viaggio così lungo, ma abbiamo delle opzioni. Tempo fa abbiamo localizzato un nodo di transcurvatura borg..."
"Siete pazzi?!" il comandante Boram, che era rimasto in silenzio fino a quel momento si alzò di scatto facendo cadere la sedia.
"Comandante si sieda!" esclamò glaciale il Capitano Suri "Continui prego Capitano..." l'ufficiale scientifico guardò i compagni e tornò a sedere rimettendo la sedia al suo posto.
"In questi anni, come avete capito, abbiamo sviluppato una serie di tecnologie ricavate dalla stessa razza che vi spaventa così tanto. Certo il rischio rimane, ma molto inferiore a quello che pensate voi... non posso assicurare niente, non abbiamo nemmeno un piano. Ma ora abbiamo qualcosa che prima non avevamo. Voi! Se naturalmente deciderete di aiutarci a tornare a casa."
"Dovremmo discutere la cosa e, nel caso accettassimo, definire un piano d'azione congiunto." rispose Suri con tono neutrale. Era difficile capire se la vulcaniana trovasse la cosa accettabile.
"Come le ho detto, prima di oggi non avevamo niente se non questa nave. Non c'erano speranze di tornare. Adesso una speranza c'è, sta a voi decidere se aiutarci a tornare a casa o abbandonarci come ha fatto la Federazione."
"Potreste sempre unirvi a noi nel nostro viaggio. Non sareste più soli..." intervenne il Consigliere della Curie come a voler dare un nuovo punto di vista.
"Comandante sono certo che dal suo punto di vista questa è un opzione accettabile, ma lei non ha vissuto gli orrori che abbiamo vissuto noi. Non potrebbe mai capire cosa vuol dire per noi rimanere qui quando c'è una sola possibilità di fuggire." per un attimo gli occhi di Norton espressero un genuino dolore e un orrore sconfinato. Timeran rabbrividì.

"Comunque adesso vi faremo riaccompagnare in sala teletrasporto e da lì tornerete sulla vostra nave. Vi daremo il tempo per prendere una decisione."
"E se fosse negativa?" chiese Suri sollevando un sopracciglio.
"Come ho detto io farò di tutto per riportare a casa la mia gente. Non posso costringervi, ma posso lasciarvi qui in questa sacca di nulla a provare quello che abbiamo provato noi. Ma sono certo che i vostri giuramenti di aiutare chi è in pericolo, vi spingeranno a darci una mano... e permetteranno anche a voi di tornare a casa."
Il Capitano Suri fece un segno di assenso con la testa.
"Comandante David li faccia tornare alla loro nave."
"Signore?" chiese questi come se non credesse alle proprie orecchie.
"E' un ordine!" rispose solamente Norton prima di sparire attraverso la paratia.

USS Baffin - Sala telatrasporto 1 - 05/12/2395 - ore 15.45


Lo sfolgorio del teletrasporto, simile ad una cascata di coriandoli luminosi era appena terminato che nella sala era scoppiato un pandemonio. Il Capitano Enizia sembrava aver trattenuto il fiato per tutto il tempo della missione e ora lo faceva uscire tutto in una volta insieme ad un'infinità di domande.

"Cosa è successo? Cosa vogliono da noi? Dove diavolo ci hanno portati!"
"Si calmi Capitano - commentò Suri lanciando un'occhiata verso il personale della sala teletrasporto che mostrava palesemente la loro preoccupazione - appena arriviamo in sala riunioni la informeremo di tutto quello che abbiamo scoperto." poi si rivolse al suo ufficiale scientifico passando il Capitano della Baffin in secondo piano "Comandante Boram, è riuscito a leggere le loro menti?"

"Mi dispiace signore ma gli impianti borg che sembrano aver adottato mi permettevano di leggere solo le loro emozioni e dalle mie percezioni direi che il Capitano Norton è completamente fuori di testa!"
"Il termine corretto è pazzo da legare..." commentò il consigliere Bhreel vicino a lui mentre la dottoressa Fuentes confermava annuendo con enfasi.

"Signore..." la voce di Brown distrasse tutti sembrava preoccupato. "Non trovo più il mio amico..." mostrò il disco le cui scalanature non avevano più la luce blu e fece una smorfia. "Ci sono delle informazioni, ma il programma principale è assente. Zac è rimasto a bordo..."

Suri lo guardò per un attimo e poi si girò verso il turbo ascensore. "Capitano venga è arrivato il momento delle spiegazioni!"

USS Cepheus - Ufficio del Capitano - 05/12/2395 - contemporaneamente


"Opinione pubblica?" esclamò il primo ufficiale entrando nell'ufficio e sbattendo con uno schianto i palmi della mani sulla scrivania. I suoi occhi mandarono lampi di odio sconfinato.
"Si sieda comandante..." mormorò Norton senza alzare gli occhi dal pad che stava leggendo.
"Io non le permetterò di..." non terminò la frase, la mano del suo capitano gli afferrò i capelli sbattendogli la testa contro la scrivania, un fiotto di sangue macchiò il legno del mobile. Gli occhi di David si spalancarono per la paura vedendo la lama di un coltello a pochi millimetri dal suo occhio.
"Non ti permetto di parlarmi così! Vuoi ascoltare o preferisci finire nella Bara?" David deglutì sentendo il nome dello strettissimo tubo jefferies che spesso usavano come cella.
"Mi scusi Capitano..." mormorò senza smettere di guardare la lama del coltello.
"Ho un piano!" commentò allegro Norton come se niente fosse successo continuando a muovere il coltello come la bacchetta di un direttore d'orchestra. "Un piano geniale per fargliela pagare!" Fece un passo di danza e sorrise, questa volta il sorriso raggiunse anche gli occhi.
"E in cosa consisterebbe?" chiese cauto l'altro.
"Come ho detto assalteremo il nodo di transcurvatura borg, ne prenderemo il controllo e lo calibreremo per tornare sulla terra."
"Tutto qui?"
"Dovranno fornirci i codici per l'accesso alle difese della federazione, i nostri sono vecchi di cento anni... lasceremo quei codici negli archivi del nodo Borg. Pensa David! Centinaia di cubi Borg che raggiungono il quadrante alfa e spazzano via tutto!" la risata di Norton fu agghiacciante, il sorriso di David non fu da meno.