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USS PYTHEAS - MISSIONE 00 RSS USS PYTHEAS - Missione 00

00.07 " Verso l'ora zero "

di Timeran Bhreel Legen, Pubblicato il 28-04-2014

Accademia della Flotta Stellare - Terra - 27 giugno 2392 - Ore 14:35

"Pertanto sarebbe improprio definire patologico un comportamento che, nella peggiore delle ipotesi, affonda le sue radici prime in un evento significativo del passato del paziente e che, di conseguenza, può essere trattato con un'appropriata serie di sedute terapeutiche incentrate su?"
Timeran Bhreel si fermò improvvisamente a metà del suo discorso alla parete, le mani ancora a mezz'aria impegnate nel gesticolare che caratterizzava sempre le sue spiegazioni. Spiegazioni generalmente infarcite di aneddoti sui suoi precedenti ospiti e di proverbi terrestri rigorosamente stravolti, fatto che sembrava divertire notevolmente i suoi studenti.
Il suo sguardo si fissò sul quadro alla parete, il paesaggio regalatole l'anno prima da Kala.
Era storto.
Sì, era decisamente storto.
E più lo guardava più si domandava come avesse fatto a non accorgersene prima, soprattutto considerando che da quasi un'ora passeggiava per la stanza provando la lezione del giorno successivo. Era sicura che la sera precedente, quando era uscita dall'ufficio, quel quadro fosse diritto.
Senza accorgersene inclinò leggermente la testa di lato, le sopracciglia aggrottate mentre osservava con attenzione il dipinto.
La voce di Thomas la fece sobbalzare.
"Di preciso cosa stai facendo, Timeran?"
Lei si voltò di scatto verso la porta.
"Signore, mi scusi, non l'ho sentita entrare."
Thomas sorrise, osservandola con quel suo solito sorriso che si estendeva agli occhi chiari e che aveva il potere tanto di rassicurare i pazienti quanto di far temere il peggio agli studenti.
"Me ne sono accorto. Che ha la parete che non va?"
La donna tornò a voltarsi verso il muro, fece qualche passo avanti e circumnavigò la scrivania ingombra sul cui piano campeggiavano il terminale, una pila di D-Pad ordinatamente disposti, un paio di olofoto incorniciate, una tazza colma a metà e una scatola aperta di cioccolatini aldebarani. 
In volto le si dipinse un'espressione sospettosa mentre osservava il dannatissimo quadro. Il suo sguardo vagò per un istante per la stanza, quasi si aspettasse di trovare la spiegazione del mistero scritta sulle pareti, poi tornò al dipinto.
"Non le sembra storto?" domandò indicandolo con un cenno del mento, le braccia incrociate.
Thomas si strinse nelle spalle.
"Non mi pare."
"Davvero?"
"Davvero. Ma non sono venuto qua a parlare dei tuoi quadri e della loro collocazione, per quanto trovi la questione affascinante."
"No, no, certo?" commentò ancora assorta prima di riscuotersi, staccare, con una certa difficoltà a dire il vero, la sua attenzione dalla molesta disposizione del dipinto e portare finalmente lo sguardo sul superiore.
Come al solito si prese qualche istante per osservarlo, mentre girava nuovamente intorno alla scrivania per fronteggiare il Comandante.
Alto, il viso quadrato, gli occhi azzurri, i capelli grigio ferro, le aveva sempre dato l'idea del Professore, ruolo che effettivamente ricopriva sin da quando lei l'aveva conosciuto. Anche sapendo che in passato era stato sul campo quanto e più di lei, le era difficile immaginarselo in quei panni.
Lo sguardo di Timeran si spostò dagli occhi alla fronte, a quella ruga sottile che la solcava e che era sempre più profonda quando c'erano brutte notizie in arrivo.
"Cosa posso fare per lei, Signore?"
"Puoi cominciare con il prendermi un caffè e poi sederti."
Thomas si accomodò su una delle poltroncine di fronte alla scrivania. Timeran annuì immediatamente e si avvicinò al replicatore, effettuando automaticamente l'ordinazione per il superiore.
=^= Caffè caldo con zucchero e panna. =^=
Sotto lo sguardo attento di Thomas, prelevò la tazza dal piano e tornò verso la scrivania, porgendo poi la bevanda al Comandante. Prese posto a sua volta nell'altra poltroncina, con calma accavallò la gamba destra alla sinistra e attese.
Thomas sorseggiò per qualche istante il caffè in silenzio.
"Carver mi ha raccontato del problema con gli studenti. Mi ha detto che i cadetti sono rimasti profondamente turbati."
Timeran rimase immobile per qualche momento sulla sua poltroncina.
"Mi pare eccessivo. Non si è trattato di una faccenda così grave. Questi ragazzi devono andare nello spazio ad affrontare soltanto gli Spiriti sanno cosa. Sarebbe il caso che non si turbassero così facilmente. In ogni caso, io avrei evitato di condividere la notizia con gli studenti. Da parte del Capitano è stato? incauto."
"Avrei giurato che stessi per dire idiota. O sbaglio?"
La risposta sincera era no. Thomas lo sapeva, ma lei non volle dirlo.
Si limitò a stringere le labbra in una smorfietta significativa.
"È un ufficiale di grande esperienza, Timeran."
"Evidentemente questo non gli impedisce di essere un idiota."
L'uomo rise, genuinamente divertito.
"Sei sempre più acida, lo sai?"
Fu il turno di Timeran di stringersi nelle spalle con un sorriso.
"Lo sono sempre stata. Comunque la questione è quasi risolta. Vedremo di lasciare tutti soltanto profondamente turbati. Niente panico."
"Fortunatamente nessuno è ancora stato così stupido da usare il termine panico."
"E nessuno deve farlo. Per gli Spiriti, Carver m'impalerebbe!"
"Plausibile."
Thomas sorrise di nuovo, ma questa volta c'era una sfumatura di rammarico nei suoi occhi.
"La questione non è più di tua competenza, in ogni caso."
Timeran lo scrutò per un istante, un po' perplessa e un po' guardinga.
"Perché?" domandò semplicemente, senza giri di parole.
"La tua domanda per un incarico operativo è stata accettata. Partirai domani per DS9. Sei il nuovo Consigliere della Curie. Congratulazioni."

Deep Space Nine - Gancio di attracco 3
USS Curie - Ufficio del Primo Ufficiale - 03 luglio 2392 - Ore 09:30


* Tutto sommato, - rifletté Timeran mentre percorreva il corridoio, diretta all'ufficio del secondo in comando - forse ho fatto bene ad accettare il trasferimento. *
Era stata lei a richiedere un incarico operativo ma questo piccolo, insignificante dettaglio non le aveva impedito, al momento della partenza, di farsi venire il dubbio di aver appena commesso una sciocchezza.
Naturalmente mai, nemmeno sotto tortura, lo avrebbe ammesso.
Per gli Spiriti, ci si aspettava da lei che fosse il punto di riferimento per la sanità mentale dell'equipaggio.
Ma quale sanità mentale? Quella gente sarebbe partita per il Delta per stare via chissà quanto tempo.
Non c'era sanità mentale in questo.
Fortunatamente per lei, però, il dubbio se ne era andato velocemente come era arrivato, quando dal portello aveva visto per la prima volta la Curie.
Quella nave era effettivamente un notevole pezzo di tecnologia, oltre ad essere decisamente confortevole.
Anche Whinston, che amava i cambiamenti ancor meno di lei, sembrava apprezzare il loro nuovo alloggio. E, naturalmente, a fugare ogni suo dubbio avevano contribuito anche i fascicoli del personale che le erano stati inviati qualche giorno prima.
Equipaggio? singolare.
Per il momento non c'era termine migliore, ma confidava di poter affinare la sua valutazione. Dopotutto, avrebbe avuto alcuni anni a disposizione. Sua madre glielo aveva cupamente ricordato giusto la sera prima.
La donna allungò la mano destra a sfiorare il sensore della porta, si ravviò una ciocca di capelli fissandola all'acconciatura ordinata che portava, si lisciò con un gesto una piega sulla giacca dell'uniforme e attese con pazienza l'invito ad entrare.
Quando l'invito giunse, varcò la soglia e assunse la consueta posa formale, mentre gli occhi indagavano rapidamente la stanza e si fermavano sul Primo Ufficiale alla scrivania.
"Tenente Comandante Bhreel a rapporto, Signore."
Accennò un sorriso cortese, attendendo il permesso di sciogliere l'attenti.
Nel frattempo la sua mente catalogò automaticamente i particolari della stanza e della persona stessa di Pierce, in attesa di poterli rielaborare e commentare in seguito. Naturalmente era a conoscenza dei trascorsi dell'uomo e si era riproposta di tenerlo d'occhio con discrezione durante la missione.
Non che si aspettasse problemi, non dopo dieci anni e nessun segnale allarmante. Ma le vecchie cicatrici difficilmente scompaiono del tutto.
Pierce le sorrise in risposta, facendole cenno di sciogliere pure il saluto e sedersi. Biondo, occhi azzurri, abbronzatura. Anche osservandolo seduto dietro la scrivania, era facile intuirne l'altezza e il fisico robusto.
Quell'uomo indubbiamente emanava un certo fascino.
"Prego. Spero abbia fatto buon viaggio fino a qui."
"È stato un viaggio piacevole, Signore. La ringrazio. Devo ammettere che ero piuttosto impaziente di arrivare. La nave è stupenda."
"Lo è."
Pierce la osservò per qualche istante, il suo sorriso professionale e allo stesso tempo amichevole in volto, a sua volta in valutazione della donna che  aveva di fronte.
Aveva letto il suo curriculum vitae, come quello di tutti i membri dell'equipaggio, e si era fatto un'idea preliminare del nuovo Consigliere.
Le sue aspettative non erano state disattese. Bassa, minuta, piuttosto bella con quel contrasto tra gli occhi chiari e i capelli scuri e l'aria delicata, sembrava decisamente più portata per la vita accademica che per l'azione e l'esplorazione. Le valutazioni dei superiori sembravano confermarlo, anche se, a quanto pareva, aveva avuto in passato la sua dose di guai.
Si appoggiò allo schienale della poltroncina, in una posa rilassata ma composta, e decise per il momento di sospendere il giudizio.
"Credo l'apprezzerà ancora di più quando saremo partiti. Nel frattempo le do il benvenuto a bordo."
Le allungò la mano, sporgendosi leggermente al di sopra del piano della scrivania, e Timeran, dopo un istante di esitazione, la strinse con delicatezza. Dopo tanti anni ancora non si era abituata a quel gesto di cortesia tipicamente umano.
Da parte sua, Pierce notò l'esitazione ma non commentò.
"Ha già espletato le formalità d'imbarco?"
"Ancora no. Mi presenterò al più presto dalla Dottoressa Fuentes per la visita di routine e credo andrò a vedere il mio studio subito dopo."
Pierce sorrise in risposta, ricordando di dover andare egli stesso in infermeria. Il pensiero non gli dispiacque minimamente.
Annuì.
"Il Capitano Suri vuole incontrarla. Prima passi da lei. Alle 15:00 ci sarà una riunione per gli ufficiali superiori."
"Di certo sarà interessante. Non mancherò."
Timeran se l'era aspettato e in un certo senso lo pregustava. Sperava fossero presenti anche gli ufficiali della Baffin, ma non lo disse. Era curiosa di capire quali sarebbero state le interazioni tra i due Capitani.
La scelta del Comando di Flotta era stata, per usare un eufemismo, particolare anche se, si poteva supporre, calcolata.
"Bene. Direi che non c'è altro, Comandante. Può andare."
Senza farselo ripetere due volte, Timeran si alzò.
Due minuti dopo percorreva di nuovo il corridoio in senso opposto.
Si prospettava un viaggio interessante.