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USS PYTHEAS - MISSIONE 00 RSS USS PYTHEAS - Missione 00

00.00 " L'infinito "

di Enizia del Clan Gishna , Pubblicato il 14-04-2014

Andoria - Casa Gishna - Studio di Sketh - 4 giugno 2392 - Ore 11:20

Era rientrata su Andoria più per il piccoletto che non per il resto del clan. Nonostante i dissidi del passato si fossero calmati e placati con lo scorrere del tempo, i suoi parenti avevano sempre un certo sguardo quando la osservavano.
Di fatto non capivano.
Non capivano come una con 'il suo talento' potesse aver rinunciato a tutto per andare a fare il militare. Non che fosse una carriera disdicevole, anzi, ma non era quella del suo clan.
Talento.
Non era mai stata certa del suo talento, aveva provato a scolpire, a plasmare i materiali, persino a dipingere. Alla fine l'unica cosa che le riusciva da ragazzina era vincere nella lotta contro i pari età degli altri clan, e spesso anche con quelli più grandi di lei. Ciò nonostante a volte si ritrovava ancora a giocare con la creta, anche se i risultati non la soddisfacevano altri dicevano che fossero belle creazioni.
Bello non era sufficiente però, non per i limiti che lei si poneva?
Skelth entrò di corsa nella stanza catapultandosi ad abbracciarla e lei non poté fare a meno che accettare quell'abbraccio che la riportava indietro nel tempo a quando erano bambini che si nascondevano da qualche parte a tramare.
"Perché accidenti hai accettato Enizia?"
Non rispose subito. Si sciolse dal suo abbraccio prima di rispondere.
"Perché è la mia vita Skelthiy. - interruppe sul nascere una sua protesta - Quello è l'infinito che ho sempre voluto esplorare lo sai bene anche tu. Quella è la mia vita come la tua è questa che ci circonda."
"Non sto dicendo il contrario sorella, ma la mia vita al massimo mi porta a fare qualche mostra nel Quadrante Alfa, non mi porta talmente lontano che potremmo non rivederci più."
Enizia si alzò per raggiungere un ripiano poco distante, dove aveva poggiato un piccolo contenitore. Lo sollevò tornando verso il fratello minore da lei tanto amato. Glielo porse in silenzio ed attese senza dire nulla.
Skelth lo aprì e ne trasse una piccola scultura, risalente a molti anni prima, quando era così piccolo che le mani e le dita, ancora prive della necessaria agilità, gli impedivano di curare i dettagli.
"Avevo dieci anni. La feci quando ti nascondevi dopo essere fuggita dall'Accademia."
"Vorrei tu la tenessi Skelthiy."
Lo sguardo profondo di suo fratello le si puntò addosso. Indagatore.
"Perché?"
"Perché ho intenzione di tornare a prenderla. Tu la dovrai conservare per me."
"Allora dovremo fare uno scambio Enizia."
Il giovane flessuoso si lanciò verso un vicino armadio lasciando la giovane donna perplessa. Quando lo vide tornare lo stupore aumentò ancora di più.
"Non ci credo? dove l'hai trovata?"
Quello che si trovò tra le mani e che l'aveva lasciata esterrefatta era una piccola statuina di creta. L'aveva riconosciuta prima ancora di averla in mano. L'aveva fatta quando aveva circa otto anni, Skelth ne aveva due.
Se la girò un po' tra le mani mentre il fratello la osservava sorridendo.
"L'ho trovata qualche tempo dopo la tua partenza per SOL III, non ho mai capito perché ti abbiano mandato laggiù. A quel tempo mi sentii solo, abbandonato. Ero così abituato a stare con te che saperti così distante era una cosa insopportabile. Spesso andavo di nascosto nella tua stanza, anche se i nostri genitori se ne sono accorti non me l'hanno mai detto né fatto capire. Normalmente mi limitavo a dormire sul pavimento, non volevo lasciare tracce. Poi un giorno ho visto quella sul ripiano più alto del tuo armadio a vista. Ero troppo piccolo. Negli anni successivi ho provato e riprovato fino a che non ci sono arrivato da solo. Era una specie di sfida."
Enizia ascoltava quel racconto, sentimenti di abbandono che non aveva mai creduto di aver suscitato nel suo fratellino preferito. Ascoltandolo continuava ad osservare quella statuetta.
Era Skelth.
Esattamente come lo ricordava. Quando aveva due anni era stato esattamente così. Una zazzera scomposta, le antenne sempre protese in avanti in cerca di chissà cosa, gli occhi vividi, le guance tonde a dare un aspetto quasi finto al suo viso buffo. Il corpo ancora tozzo da bambino piccolo, che non rivelava quello che sarebbe diventato.
Un giovane uomo affascinante, ma ancora con quello sguardo vivido, e soprattutto uno degli artisti più rinomati di Andoria. Un giovane uomo del quale era molto orgogliosa.
"Non è all'altezza di essere mostrata."
"Enizia non cominciare. Capisco che tu abbia scelto un'altra vita? ma quando hai fatto quella avevi sì e no otto anni. Non conta la perfezione, conta quello che è. Quello è il tuo amore per me. Non lasciarlo qui a casa, portalo con te. Io terrò qui il mio per te in attesa che tu torni. Quella invece viene con te per ricordarti che devi tornare."
Enizia strinse la statuina nel pugno abbracciando Skelth.
Ad entrambi sembrò infinito quell'abbraccio. Infinito ed infinitamente breve assieme.

Deep Space 9 - Gancio di Attracco 2
USS Baffin - Portello 1 - 3 luglio 2392 - Ore 10:00


"Chiedo il permesso di salire a bordo."
Il Capitano era lei, ma non aveva ancora preso ufficialmente servizio e la prassi prevedeva quella formuletta di rito che a molti pareva stucchevole. A lei invece piaceva recitare quella parte.
L'uomo davanti a lei sarebbe stato il suo Primo Ufficiale.
Un bel ragazzo non c'era che dire.
Alto, giovane ma non troppo, con la giusta struttura fisica? non troppo magro, non troppo imponente. Lo osservò in silenzio mentre lui faceva lo stesso. Sicuramente entrambi avevano speso del tempo a consultare il curriculum vitae dell'altro e cercare tutte le informazioni possibili che potessero aiutarli a conoscersi dato che non avevano mai avuto il piacere di lavorare assieme.
Il trill finalmente prese la parola.
"Permesso accordato Capitano Enizia."
Attese fino a che la donna non fu vicino a lui, poi le porse la mano.
"Lieto di lasciarle il comando della USS Baffin Signore."
Enizia strinse la mano del giovane.
"La ringrazio Comandante Thurax. Sono certa che lavoreremo bene assieme. Suppongo abbia già avuto modo di fare conoscenza con questa bella signora, quindi penso possa farmi da cicerone mentre qualcuno gentilmente porta il bagaglio nel mio alloggio?"
"Con piacere Capitano. Preferenze per cosa vedere? Da dove partire?"
"Tutto Comandante. - ritirò la mano che ancora stringeva la sua - E quando dico una cosa di solito intendo quella, quindi tutto è tutto. Questa nave devo conoscerla esattamente come conosco il contenuto del mio bagaglio. Faccia strada."

Deep Space 9 - Gancio di Attracco 2
USS Baffin - Alloggio Comandante Thurax- 3 luglio 2392 - Ore 18:00


Era stremato, era semplicemente stremato.
Quella donna era dotata di una resistenza fisica indubbiamente fuori del comune, ovvio d'altra parte visto che era un'andoriana. Oltre a quello sicuramente era affascinante, affabile, divertente? ma dannatamente intransigente e puntigliosa. Poco c'era mancato che volesse controllare lo stato di tutti i gelpack della nave.
=^= Infuso di lamponi e mandarino. Freddo. =^=
Raccolto il bicchiere dal piano del replicatore andò a buttarsi sul piccolo divanetto nel suo alloggio. Uno dei vantaggi del grado. Sorseggiando pigramente il suo infuso fresco si fermò a riflettere sul fatto che non si sarebbe aspettato quell'assegnazione. Era conscio che per un trill unito come lui, era un doppio rischio. Per sé stesso e per il simbionte dentro di lui. Thurax però era sempre stato un avventuriero a suo modo, anche quando si era dedicato a scrivere, aveva creato splendidi oloromanzi così avventurosi e carichi di battaglie, onore e guerrieri che erano apprezzati persino tra i klingon. Quando gli era arrivata la proposta per quella missione né lui né Thurax avevano avuto il minimo dubbio. L'unica ad aver avuto qualche dubbio era stata sua madre, ma non avrebbe detto nulla.
Quella era forse l'unica cosa che gli dispiaceva, ma non si sarebbe imbarcato per quel viaggio se non avesse avuto la certezza di tornare.

Deep Space 9 - Gancio di Attracco 2
USS Baffin - Alloggio Capitano Enizia - 3 luglio 2392 - Ore 18:00


Viaggio non stop da Andoria direttamente per la USS Baffin.
La sua permanenza a casa era stata come sempre breve, a parte suo fratello gli altri la facevano sentire a disagio. Aveva sistemato le sue poche cose nell'alloggio che le competeva come Ufficiale in Comando di quella nave, nonché di tutta quella spedizione dopo aver marciato tutto il giorno in giro per la nave.
* Ma chi me l'ha fatto fare? *
Se lo domandava da un mese oramai. Fino a che non era stato Skelth a farle la domanda non ci aveva pensato.
Accettare era stato naturale, come era naturale respirare.
=^= Computer temperatura. =^=
=^= 71.6 gradi Fahrenheit. =^=
Era la normale temperatura a bordo. Però dopo il viaggio su Andoria lei non era ancora riuscita a riabituarsi.
Diede un'occhiata al monitor sul suo tavolo.
Il logo della Flotta Stellare capeggiava in campo nero.
=^= Computer visualizzare USS Baffin. Vista di dritta. =^=
Il computer eseguì in silenzio. Era splendida. Un gioiello di tecnologia. Un giocattolo per adulti.
Soprattutto era 'sua'.
Forse era meglio dire che era stata affidata a lei, però lei la sentiva come sua. Come la sua casa. Come la sua vita.
Un po' anche il suo giocattolo, anche se aveva ben chiaro che quel giocattolo e tutte la vita che in esso pulsava era affidata alle sue capacità.
Una responsabilità che aveva cercato negli anni e che non le pesava, seppure ne percepisse la presenza.
Non il peso.
No.
La responsabilità non era mai un peso quando si era nati per averla e gestirla.
Si alzò per andare sul divano del suo alloggio, tirò su i piedi e si distese comodamente, sistemata in modo da vedere lo spazio fuori dalla nave.
Poco distante da loro, ad un altro pilone d'attracco stava la USS Curie, l'altra parte di quel convoglio. Sapeva chi era il Capitano assegnato, ma non la conosceva.
* Vulcaniana!... mah? *
Sì aveva dei dubbi su come si sarebbero relazionate. Al contrario non aveva dubbi sull'indubbio interesse che aveva suscitato in lei il Primo Ufficiale. Il che equivaleva a chiarire subito la situazione. Non voleva ombre ad offuscare il suo lavoro prima ancora di partire.
=^= Comandante Thurax, qui Capitano Enizia. Mi raggiungerebbe al Bar di Prora tra un'ora? Vorrei conoscere un po' meglio il mio Primo Ufficiale. =^=
=^= Posso proporre le ore 21:00? Prima c'è uno spettacolo musicale tenuto da due tecnici della sala macchine. =^=
Enizia scosse le antenne. La cosa le piaceva. Avrebbe speso molto tempo assieme su quella nave, era un fatto positivo che l'equipaggio stesse già legando in quel modo.
=^= Proposta accettata Comandante. A dopo. =^=

Deep Space 9 - Gancio di Attracco 2
USS Baffin - Bar di Prora - 4 luglio 2392 - Ore 00:10


Erano al Bar di prora da più di tre ore oramai.
Thurax era rimasto sorpreso dall'esordio del suo Capitano quando era arrivata. La stava osservando da lontano, era andata a prendere ancora da bere al banco mentre lui era rimasto seduto ad uno dei tavolini centrali.
Ripensò alla frase con cui si era presentata.
"Bene Rodel, - l'aveva detto sedendosi mentre lui si alzava - si sieda si sieda. Come le ho detto prima io amo parlare chiaro. Staremo su questa splendida nave per molto tempo, più di quello normalmente previsto per tutte le crociere di esplorazione della Flotta Stellare, quindi penso che la cosa migliore sia chiarire subito come la penso su un paio di cose. Che ne dice?"
"Beh, mi sembra un'ottima idea ma?"
"Bene quindi chiariamo. Quando siamo in servizio siamo in servizio. Lei è il Comandante Thurax, io sono il Capitano Enizia. Quando siamo fuori servizio possiamo anche darci del tu se vogliamo, ma solo se siamo in grado di distinguere bene i due momenti. Altrimenti meglio legare con qualcun altro. Concorda?"
"Direi che non c'è niente da eccepire? a parte il fatto che a volte lei non mi fa finire le frasi."
Una delle antenne di Enizia si piegò pericolosamente di lato. Se il trill si accorse di quello che poteva significare non lo diede a vedere.
"Mi dica allora."
"Credo sia estremamente importante legare al di fuori della plancia. Cinque e più anni senza altri contatti se non quelli tra noi e la Curie diventerebbero come cinque secoli. Però credo dovremo essere pronti a? raccogliere parecchi cocci."
"Sicuramente ha ragione, ma sta a noi due dare il buon esempio non crede? Come ufficiali superiori."
Nella mente di Thurax passò quello che gli sembrò essere un pensiero fuori luogo. Un pensiero che gli fece arrossare il volto e che gli fece sentire le orecchie scottare.
"Beh? sì?"
"Rodel se sta pensando a quello che credo? con calma. Ci siamo appena conosciuti. Ma non poniamo limiti al destino, in fondo lei ha un bel sedere."
Da lì in poi stranamente il clima si era sciolto. Quella che sarebbe potuta essere un'uscita imbarazzante aveva avuto la conseguenza di alleggerire la situazione.
Avevano bevuto, mangiucchiato chiacchierato. Scoperto di avere molte cose in comune e di dissentire su altrettante.
Enizia stava tornando.
Ecco una cosa che a lui non piaceva, lui si sentiva 'cavaliere', vedere la donna? per quanto fosse il Capitano, andare al bancone del bar a prendere da bere anche per lui non gli piaceva.
"Ecco qua Rodel. Ultimo giro che domani è già arrivato. Dimmi una cosa? questo tavolino centrale l'hai scelto di proposito?"
"Ammetto Enizia? sì? avevo un certo timore."
"Di me?"
Rodel sorrise apertamente. Solo poche prima non se lo sarebbe permesso.
"O di me? pure tu non hai un brutto sedere."