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USS PYTHEAS - MISSIONE 00 RSS USS PYTHEAS - Missione 00

00.03 " Nuovi orizzonti "

di Brennon Boram Tynan, Pubblicato il 28-04-2014

USS Kirchoff - Sala Ologrammi 3 - 02/07/2392 - Ore 20:25

L'enorme biblioteca era pervasa da un irreale silenzio, malgrado fossero presenti diverse persone disposte a gruppi, quasi a macchia di leopardo. Le alte colonne in marmo bianco finemente lavorato e i grandi e fastosi affreschi che dominavano la volta avrebbero potuto collocare l'edificio all'interno del barocco o del rococò terrestre, ma le scene rappresentate in quegli stessi affreschi che vedevano un eterogeneo miscuglio di diversi umanoidi dotati delle più disparate caratteristiche fisiche (come strane creste frontali o pelle bluastra e antenne o ancora pelle ricoperta da macchie) tradivano l'appartenenza a tutt'altro periodo storico.
"Non ci credo, l'hai fatto veramente ... di nuovo ..."
Una voce stentorea ruppe come un fulmine a ciel sereno l'assordante silenzio che ancora pervadeva la grande sala, facendo girare parecchie teste, ma Brennon, seduto su di un divanetto scarlatto bordato d'oro poco distante stringendo fra le mani un volume dal titolo in klingon non sembrò curarsene, o forse non se ne accorse proprio.
Il giovane uomo di colore dalla mascella squadrata si fece strada verso di lui con il passo deciso del conquistatore sul suolo straniero oltrepassando diversi avventori del luogo, uno dei quali, vestito con un elaborato farsetto e provvisto di un pizzetto puntuto, avvicinò l'indice alle labbra al suo passaggio.

"Shhhhhh."
"Computer, zittisci William Shakespeare." lo interruppe quasi immediatamente il giovane rivolgendo all'uomo, che stava ancora cercando di produrre il suo oramai non più udibile sibilo, un espressione di scherno.
"Sul serio Bren... - continuò il ragazzo arrivato a poca distanza da Brennon, pochi attimi prima di trascinare sul pavimento una sedia su cui poi si posizionò in maniera scomposta, provocando una reazione di sconforto misto a rassegnazione nel poeta inglese poco distante - ... usare la sala ologrammi per creare una biblioteca?"
Il Trill chiuse sonoramente la propria lettura con un fluido gesto della mano, squadrando poi il suo interlocutore con un vacuo sorriso sul volto.

"Leo...  - lo etichettò il Trill - ... questa non è una biblioteca qualsiasi ..."
"Sì sì, lo so... - replicò l'altro gesticolando con le mani come se fosse un oratore di qualche tipo - ...questa biblioteca racchiude fantastilioni di libri provenienti da trilioni di posti diversi eccetera eccetera eccetera... - terminò lasciando cadere la testa, facendola ciondolare sul petto a peso morto, fingendo di essersi addormentato e russando sonoramente, per poi però riattivarsi appena pochi attimi dopo con rinnovato entusiasmo - Non c'era proprio altro modo di passare le tue ultime ore in questo quadrante?"

Conosceva Leo Watson dai tempi dell'Accademia ed era stato perfino suo compagno di stanza per un paio d'anni, quindi Brennon sapeva già dove il suo amico volesse andare a parare. Avevano parecchie cose in comune, come la passione per la speleologia e per la paleontologia, ma erano diversi sotto altrettanti aspetti e Brennon oramai era in grado di fiutare a chilometri di distanza quando l'amico voleva coinvolgerlo in qualcosa che non era particolarmente di suo gradimento. Come probabilmente stava per accadere.

"Ad esempio, perché te ne stai rintanato qui dentro con fra tomi polverosi e poeti olografici ancor più polverosi... - affermò indicando con uno strano gesto del pollice William Shakespeare che se ne stava alle sue spalle, muovendo la bocca senza emettere alcun suono come in una sorta di maledizione silenziosa - ... quando potresti venire con me al bar di prora a bere qualcosa? So già cosa stai pensando? - continuò poi l'umano di colore bloccando preventivamente ogni replica dell'amico alzando la mano sinistra, per poi continuare senza quasi riprendere fiato - ?ma come ti ho già detto non ti permetterò certo di ammuffire qui dentro e di gettare le tue ultime ore in questo quadrante!"
Brennon lo squadrò con occhio critico. Era passeggero a bordo della Kirchoff solo dall'inizio del suo viaggio verso Deep Space 9, dove lui e altre persone sarebbero sbarcate, quindi non conosceva ancora nessuno a parte Leo. Probabilmente però conoscendo Leo, il suo vecchio amico era riuscito nell'intento di organizzargli un party d'addio che doveva essere segreto, fallendo però miseramente nel tentativo di mantenerlo tale.
Un freddo party di circostanza fra persone che conosceva appena. Quello sì che non era il modo che aveva preventivato per passare i suoi ultimi giorni nel quadrante, ma sapeva bene che Leo non avrebbe mollato la presa tanto facilmente.

"Veramente, prima dobbiamo arrivare su Deep Space 9 e in ogni caso sono abbastanza sicuro che la partenza che non avverrà prima di uno, forse due giorni...  inoltre, so già che al party a sorpresa a cui stai cercando di trascinarmi... - Leo cercò malamente di dissimulare un certo disappunto per il fallimento del suo segretissimo piano - ...sarà presente anche quella Simmons di cui mi hai parlato qualche giorno fa e quindi mi toccherà inventarmi un sacco di qualità che non possiedi... perciò... - replicò Brennon poggiando il libro sul divanetto ed alzandosi in piedi guardando negli occhi Leo - ... mezz'ora, non di più ..."

Sul volto dell'umano apparve un inquietante sorriso che gli prendeva da un orecchio all'altro.

"Affare fatto amico! Non te ne pentirai!" replicò alzandosi dalla sedia su cui era seduto con una prodezza felina, facendo strada al Trill verso la porta della sala ologrammi camminando all'indietro.
"Di un po'... hai già provato il programma del Tenente Hudson sulle grotte di Vulcano? Dicono sia spettacolare e..." la voce di Leo iniziò a perdersi nei meandri dei corridoi della nave mentre sul volto dello Shakespeare ammutolito, prima di scomparire nel vuoto della sala ologrammi, comparve un espressione di soddisfazione per la ritrovata e tanto agognata quiete...

Deep space 9 - Gancio d'attracco 3
USS Curie - Laboratorio Astrometrico - 03/07/2392 - Ore 18:16


Finito di sistemare con precisione millimetrica le sue cose nel suo alloggio Brennon si era prontamente recato a farsi visitare dal medico di bordo così come gli era stato richiesto appena messo piede sulla Curie.
Persona decisamente gradevole quella Fuentes, oltre che un ottimo medico. Doveva esserlo altrimenti non le avrebbero mai assegnato quell'incarico, così come tutti gli altri membri dell'equipaggio dovevano essere parimenti dotati nel loro ruolo per essere lì. Un pensiero che lo metteva un po' a disagio.
Quasi tutti avevano molta più esperienza sul campo di lui, che invece aveva passato buona parte della sua carriera in laboratorio fra studi teorici e master in discipline pressoché inutili e ciò lo faceva sentire vagamente inadatto a ricoprire un ruolo di tale importanza, ma invece la Flotta aveva scelto proprio lui per il ruolo di Ufficiale Scientifico della Curie, quindi qualcosa doveva pur significare. Ancora perso nei suoi cupi pensieri si era ritrovato a girovagare per la nave senza meta, concludendo il suo viaggio nei pressi dei laboratori scientifici, praticamente davanti al laboratorio astrometrico. Fu per puro caso che entrando si accorse della presenza di una persona all'interno.
Una giovane donna dal fisico longilineo e i lunghi capelli corvini raccolti in un crocchio sopra la testa da cui solo una piccola ciocca laterale riusciva a fuggire se ne stava sdraiata sul pavimento della stanza con le braccia appoggiate dietro la nuca, osservando il mutare dei sistemi stellari sul grosso monitor della sala quasi fosse una specie di planetario improvvisato.
Brennon accennò ad un finto colpo di tosse e solo allora la donna sembrò accorgersi della sua presenza, cercando frettolosamente di riguadagnare la posizione eretta.

"Oh, mi scusi, non avevo notato che fosse entrato qualcuno..."
Il Trill la osservò meglio mentre si sistemava l'uniforme. La livrea del colletto indicava la sua appartenenza alla sezione comando, mentre i gradi la identificavano come Tenente, ma la cosa che lo colpì di più in assoluto furono i grandi occhi a mandorla della donna.

"Oh beh, sono appena arrivato, ma potrebbe spiegarmi il motivo della sua presenza qui Signor...?"
"Tenente Jin Hee Hwang, Timoniere della USS Curie... - replicò immediatamente lei allungando la mano verso di lui e accennando ad un sorriso imbarazzato - ...ma tutti mi chiamano Jeany... Signore..."

Brennon non esitò a ricambiare istantaneamente il gesto con un sorriso gentile.
"Tenente Comandante Brennon Tynan, Ufficiale Scientifico Capo. Non per essere pedante, ma non ha comunque risposto alla mia domanda, Tenente..."
"Beh ecco io... vede... - la giovane donna iniziò a gesticolare nervosamente, cercando di trovare le parole giuste - ...ecco ...probabilmente suonerà come una sciocchezza, ma sostanzialmente stavo visionando le nostre mete più vicine... è una specie di rituale che faccio sempre..."
"...sempre ...in questo modo?" intervenne lui con un nuovo sorriso, alleviando così la tensione sul volto della donna di origini asiatiche.
"Più o meno... - replicò lei con un sorriso, tornando però seria e sfoggiando un'espressione decisamente contrita pochi secondi dopo - ...è un problema?"
"Solo se lascia accese le luci quando esce..."