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USS PYTHEAS - MISSIONE 00 RSS USS PYTHEAS - Missione 00

00.06 " Una nuova vita "

di Samak figlia di Kum , Pubblicato il 28-04-2014

Flashback

Tutti i saluti per l'imminente imbarco di Samak verso il Quadrante Delta erano già stati consumati. Lei e suo marito Faber, erano prima passati dai suoi genitori su Vulcano poi in una piccola regione sperduta del pianeta Terra.
A Samak i saluti non erano mai piaciuti, prima di tutto per il suo carattere molto discreto e poi perché non aveva mai avuto la propensione alle lacrime, insomma, lei era una vulcaniana! Le lacrime non erano logiche, non avevano senso né alcuna utilità, ma sempre ne vedeva versate copiose ad ogni sua partenza. Fortunatamente però, spesso riusciva a sottrarsi a i vari piagnistei dei suoi parenti, ma per quell'imbarco aveva voluto fare un'eccezione.
Già, quella volta era diverso e lo sapeva anche lei.
Quella volta sarebbe stata via davvero parecchio, in rotta verso un quadrante
ignoto, ostile ma soprattutto molto lontano. In fin dei conti le sembrava corretto fare un passo verso le abitudini terrestri del marito.
Nel momento in cui aveva deciso di comunicare a Faber di aver accettato l'imbarco sulla USS Baffin, si era resa subito conto del vero e proprio panico che gli aveva procurato. Ciononostante la decisione era presa: il Progetto Pytheas aveva come obiettivo la sicurezza dei territori della Federazione dalla minaccia Borg e lei con i Borg aveva già avuto grosse esperienze in passato.
Nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea, di certo non la riluttanza delle
persone che non capivano e né si sforzavano di capire il suo lavoro.
Per Faber, il viaggio della moglie era davvero troppo lungo, e gli ci erano volute decine di giorni per capacitarsene. Vero è che si era innamorato di quella vulcaniana proprio per la sua caparbietà e testardaggine e da lei aveva cercato di imparare la logica delle giuste decisioni, così le amava definire quando non le capiva, quindi alla fine anche lui aveva scelto la strada della carriera?
Faber era un valido medico e, non avendo figli a cui badare, aveva deciso di approfittare della lontananza della moglie per accettare un lungo corso di specializzazione clinica su Denobula. Del resto, non poteva fare altrimenti.
L'ultimo saluto che rimaneva da fare, era quello a Samak più caro.

Flashback
Vulcano - Casa di Samak - 1 Luglio 2392 - Ore 19:00


Sul ciglio della porta di casa, Samak e suo marito aspettavano di dare il benvenuto ai loro ospiti: Numa, il suo compagno Gioshy e la loro piccola figlia Rauda. Numa era una bella donna andoriana che Samak aveva conosciuto sulla Terra quando erano piccoline.
Le due erano rimaste in contatto per tutti quegli anni, in vero, quasi esclusivamente grazie alla testardaggine della prima.
Trovandosi faccia a faccia sull'uscio, Numa e Gioshy affondarono i loro occhi colmi di un'infinita tristezza in quelli di Faber e Samak, trasmettendo tutta la loro pena per quell'addio. Tale turbinio di sentimenti aveva però commosso solo Faber.
Samak era rimasta immobile con gli occhi fermi e sicuri per tutto il tempo, aspettando che le forti emozioni dei presenti si acquietassero.
Suo malgrado, Samak aveva dovuto accettare il loro comportamento, quella di salutare tutti era stata una sua decisione?
"Buon?" Samak stava per rompere il silenzio con un saluto, quando la piccola Rauda si intromise.
"Dov'è Atena?"
Atena era una bellissima piccola gattina che Samak aveva portato via con sé durante un viaggio sulla Terra, e fino a quel momento non era mai successo che Rauda arrivasse in quella casa senza trovarla che faceva capolino dietro le gambe della sua padrona.
"Atena è nell'altra stanza, a dormire sul divano, non si è accorta del vostro arrivo!"
Gli occhi della bimba presero subito un'altra espressione e le piccole antennine ricurve verso il basso.
"Rauda, pensi di essere capace di prenderti cura di lei? - riprese a parlare Samak - Sai, io dovrò stare via per un po' di tempo e non la posso portare. Ti piacerebbe tenerla con te su Andoria?"
Gli occhi della piccola stavano brillando di gioia, mentre si rivolgeva con entusiasmo alla mamma Numa che, con un sorriso, accettò l'affido.
Finalmente il ghiaccio era rotto, Samak invitò tutti ad entrare in casa. Gli ospiti vennero accolti da un'atmosfera davvero particolare: le candele erano state disposte in modo da fare giochi di luce sulle pareti, tutto aiutava la pace interiore?
"Bene! Che ne dite tutti di metterci a tavola?" chiese Faber ad un certo punto con aria stranamente serena facendo strada verso una tavola apparecchiata di tutto punto da lui stesso.
Samak raggiunse Numa che era rimasta in disparte mentre gli uomini prendevano posto. Silenzio. Per lei perdere un'amica a cui aveva tenuto così tanto era inconcepibile.
Numa faceva l'artista e passava gran parte del suo tempo in casa, vicina a tutti i suoi affetti e non riusciva proprio a comprendere i motivi che avessero spinto Samak a spingersi così oltre.
"Numa, non penso che sia così grav?" Samak non riuscì a finire la frase, che i loro occhi si incrociarono.
Sicuri e fermi quelli di una, umidi e tremanti quelli dell'altra e dopo interminabili istanti Numa si gettò al collo della sua amica.
Mai.
Questo Samak non lo avrebbe mai potuto accettare: Numa sentì sotto il suo abbraccio i muscoli della vulcaniana che poco alla volta si stavano irrigidendo: prima il collo, poi le spalle, la pancia?
"Scusa." disse mollando subito la presa.
"Fa nulla." rispose Samak fredda e ferma come una roccia.
"Alla fine hai deciso davvero di partire, non fare caso ai miei occhi pieni di lacrime, sono molto legata a te, Samak, e so benissimo che partendo tu stia facendo la cosa giusta. Anche se forse non lo sto dimostrando, sono davvero orgogliosa di te? Congratulazioni!" e sorrise.
Ecco perché Samak era, stranamente, così legata a quella donna: anch se si lasciava spesso trasportare dalle sue emozioni, era molto intelligente e, a modo suo, sapeva usare la logica al momento giusto. Non c'è che dire, non aveva affatto sbagliato a concederle l'amicizia per tutto quel tempo.
"Sono felice che tu abbia accettato la mia decisione, Numa."
Samak aveva imparato subito che quando un non-vulcaniano provava dei sentimenti molto forti, piangere per lui era come una liberazione, l'amica andoriana non faceva eccezione ed infatti dopo poco erano finalmente tutti a tavola, in un bel clima disteso.
"Davvero vuoi che mia figlia badi ad Atena durante la tua assenza?" chiese Numa.
"Certo! - rispose Samak - La porterei con me, visto che la responsabilità della sua vita è mia da tempo, ma il Quadrante Delta non è certo il posto migliore per un felino così piccolo. Rauda, ti va quindi di prendertene cura?"

USS Baffin - Portello 1 - 06 luglio 2392 - Ore 09:00

"Chiedo il permesso di salire a bordo."
"Permesso accordato Tenente." rispose il Capitano Enizia e si strinsero la mano.
* Ancora una vulcaniana? - pensò tra sé il Capitano - ?vedremo? *
Samak aveva già studiato il curriculum del suo futuro Capitano, e a dire il vero, anche quello del Comandante, ma la prima impressione che ebbe da quella stretta di mano fu la certezza di trovarsi davanti una persona sicura, coraggiosa e determinata.
"Tenente Samak, benvenuta sulla Baffin! Guardiamarina, accompagni il Tenente nei suoi alloggi. Ci vediamo alle ore 13 in sala tattica per la nostra prima riunione. A dopo!"
Certo non si poteva dire che la stima del Capitano Enizia verso i Vulcaniani fosse rinomata, ma a Samak non poteva interessare. Era lì per lavoro, e seguì il Guardiamarina.
"Alle 13 in sala tattica, Capitano."

USS Baffin - Alloggi - 06 luglio 2392 - Ore 09:30

Gli alloggi dei vulcaniani non sono mai pieni di ninnoli e di memorie.
Certo è che di sicuro Samak non poteva separarsi dalle sue candele e dal telo che usava per meditare. La riunione era alle 13, messo a posto qualche abito civile che aveva portato con sé, la divisa nel cassetto e il comunicatore sul tavolino, decise di farsi subito una doccia e di mettersi a meditare. Le due navi le avrebbe visitate a fondo subito dopo la riunione.
Accese l'ultima candela, poggiò il telo per terra, incrociò le gambe e chiuse gli occhi?
=^= Tenente Samak! Sono il Tenente Volkoff! So che è appena salita a bordo, che ne dice di conoscerci un pochino prima della riunione? =^=
Il comunicatore la fece trasalire.
* Non sono ancora in servizio su questa nave e adesso ho solo bisogno di meditare. * pensò tra sé.
=^= Buongiorno Tenente, sarei lieta di fare la sua conoscenza, ma in questo momento non sono disponibile. Potremmo conoscerci direttamente alla riunione, magari dopo potrebbe accompagnarmi nello studio della Baffin? se ne avrà tempo. =^=
=^= Ha ragione! Mi scusi non la volevo disturbare così presto, allora alle 13! Sarò lieto di farle da Cicerone dopo! =^=
Samak fece un lungo sospiro e riprese la meditazione.
Poco prima delle 13 la vulcaniana riaprì gli occhi e si preparò alla sua nuova vita.