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USS NOVALIS - MISSIONE 15 RSS USS NOVALIS - Missione 15

15.09 "Sabotaggio"

di Coral Nimosit, Pubblicato il 18-02-2017


Luogo ignoto
DT 17/07/2395, ore 21:40 - D.S. 72542.19


A Nimosit molte cose non quadravano. Era quasi una sensazione fisica. Era come se i suoi sensi lo stessero ingannando.
Era buio, buio pesto. Cercò di ricordare le lezioni di Dwalla sulla concentrazione, sforzandosi di focalizzare la propria percezione su ciò che lo circondava. Gli sembrò di cogliere una vibrazione familiare, un suono flebile e ritmico che credeva di conoscere. Uno di quegli stimoli sensoriali che avvertiamo tutti i giorni e che finiamo per dare per scontato, senza farci attenzione. Cercò di concentrarsi su quello, provando ad isolarlo ed a riconoscerlo. All'improvviso una strana idea prese forma nella sua mente.

E se quello che ci circonda non fosse reale? Se non fossimo prigionieri in qualche luogo strano...
Se tutto questo fosse una articolata messa in scena...
Se non fossimo altro che a bordo della Novalis?
Una volta eliminato l'impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, dev'essere la verità.

La frase del buon vecchio sir Arthur Conan Doyle gli rimbalzò tra le sinapsi.

Luogo ignoto Nello stesso preciso istante


Borodin, l'ingegnere capo della Novalis russava sonoramente steso per terra. Accanto a lui, rannicchiata nella completa oscurità, Dwalla Thevek era concentratissima. Se la sua ipotesi era corretta avevano una speranza di liberarsi. La sua mente aveva setacciato tutto intorno a lei, non era sola. A parte il russo steso li vicino. I cadetti, possibile, molte voci, molti echi ... Dovevano essere loro, più vicino di quanto credesse. Ma stava cercando altro. Dopo una breve ricerca trovò quel che stava cercando. Una mente lineare, per certi versi semplice, ma sufficientemente lucida e testarda. Nimosit.
Sorrise inavvertitamente. Non poteva raggiungerlo e spiegargli la sua idea, ma forse ... poteva aiutarlo a focalizzarla, dargli una spintarella, metterlo nelle condizioni migliori per tirar fuori il 100%.
Si concentrò, lo sforzo era notevole, la nebbia da diradare molta, ma lei non mollò.
Sentì le unghie affondare nella carne delle mani.

Luogo ignoto Contemporaneamente


Si meravigliò che nella sua testa fosse tutto così chiaro, così ... nitido.
Ammise a se stesso che la sua ipotesi era abbastanza improbabile, ma avrebbe potuto fare un tentativo per verificarne l'esattezza.
"Tanto, peggio di così..." - Sibiló tra sé, incrociando le gambe sul pavimento duro e umido. Poi con voce ferma e decisa, aggiunse "Computer, disattiva simulazione!"

Non successe nulla. Non che se lo fosse aspettato, ma doveva provare.

"Riproviamo con qualcosa di più ufficiale ... Computer, disattiva simulazione. Autorizzazione Nimosit beta sette nove quattro alfa charlie!"

Non successe nulla nemmeno questa volta.

"Forse ho davvero sbagliato" rifletté amaramente il primo ufficiale. Ma non per questo si arrese.
"Spero che il capitano non se ne abbia a male ... Computer, disattiva simulazione. Autorizzazione Kuribayashi gamma tre otto uno beta tango!"

Teoricamente non avrebbe dovuto conoscere quel codice, ma in realtà ... on successe nulla. Poi un lieve bip che lo fece quasi sobbalzare.
=^= Autorizzazione negata! =^= Fu il commento del computer.

Se il luogo dove si trovava Nimosit fosse stato illuminato, allora si sarebbe potuto vedere distintamente la smorfia furbesca disegnata sul volto stanco del primo ufficiale.

"Bingo!" Disse piano.

Nel buio che lo circondava incrociò le nocche delle dita e le fece 'scrocchiare' con un gesto universale.
Se era su uno dei ponti ologrammi a bordo della nave, aveva alcune possibilità di evasione.
Cominciò a perlustrare tutta la sua prigione, centimetro per centimetro, con le mani, per riuscire a trovare ciò che cercava. Non era sicuro che lo avrebbe trovato. Doveva ammettere che chiunque fosse salito a bordo della sua nave e fosse riuscito in così poco tempo a ricreare una simulazione così ben fatta e realistica doveva essere piuttosto in gamba e soprattutto conoscere bene gli schemi della Novalis. Questo apriva parecchi agghiaccianti scenari di cui al momento non era in grado di occuparsi. Però se il diavolo fa le pentole forse qualche volta si dimentica di fare i coperchi, rifletté. Forse quella simulazione non era così precisa e perfetta come ad un primo sguardo poteva apparire. Le sue mani toccarono una piccola scanalatura sul muro, le sue dita la seguirono, ne decifrarono i contorni. Poi, tirando con un po' di sforzo riuscì ad aprire un piccolo pannello sul muro. Il pannello rivelò alcuni sottosistemi del ponte ologrammi. Se lo ricordava perché aveva visto farlo alla sua vecchia amica Rem Sibek un paio di volte! Non sapendo con chi avesse a che fare né con quanti avesse a che fare, decise di non interrompere brutalmente la simulazione, ma solo di ingannare il computer facendogli credere che questa stesse continuando.
Sul fondo della prigione si aprirono le porte del ponte, rivelando i corridoi della nave. Con un sospiro di sollievo si alzò, si liberò del suo commbadge e uscì. La prima cosa da fare era verificare lo stato dell'equipaggio.
Digitò dei comandi sulla prima consolle che gli capitò a tiro.

"Alcune forme di vita nel ponte ologrammi 1 ... forse i cadetti ... due forme di vita sul ponte ologrammi 3 ... Dwalla e Borodin? Centinaia di forme di vita nelle stive di carico ... ecco dov'è il mio equipaggio." pensò.

I parametri vitali, benchè da una analisi molto superficiale, sembravano essere buoni per tutti! Volle capire chi fosse il suo nemico. Quattro forme di vita di cui tre in plancia e una in ingegneria! Doveva darsi delle priorità andare fino alle stive sarebbe stato lungo e pericoloso.
Aveva poco tempo.
Cominciò a correre.

USS Novalis, Ponte 8, sala ologrammi uno e tre
Poco dopo


Armeggiando velocemente sulla consolle di controllo riuscì facilmente ad aprire le porte della sala ologrammi uno. I cadetti lo squadrarono esterrefatti, quasi fosse apparso loro difronte un fantasma. Le loro menti erano ancora ottenebrate dalla simulazione. Nimosit bypassó anche quella è lì aiutò ad uscire ed ha liberarsi dei propri commbadge. Quando si ritrovarono sul corridoio della nave cominciarono a capire cosa fosse reale e cosa no.
Nimosit stoppò ringraziamenti e commenti. Ripetè la stessa procedura sulla sala ologrammi poco più avanti e riuscì a liberare anche il comandante Thevek e l'ingegnere capo Borodin.
Anche i due ufficiali della nave erano abbastanza scossi da quell'esperienza, ma l'addestramento ricevuto e l'esperienza maturata resero il recupero molto più agevole, soprattutto quello di Dwalla, dalla mente ordinata, che lo squadrò per alcuni istanti con malcelata soddisfazione.
Nimosit li ragguagliò brevemente su ciò che sapeva.

"Che facciamo?" Chiese infatti subito il consigliere.
Lui le appoggiò una mano sulla spalla. "Seguitemi, svelti!" - Li condusse a passo veloce lungo i corridoi fino a varcare una porta.

"Forza, entrate tutti!"
"E questa cos'è?!?" Balbettò il cadetto Morein.
"Cosa le sembra."
"Un armeria molto ben fornita!" Concluse il giovane ammirando le armi archiviate tutto intorno.
"È quello che è, cadetto. Non ci muoveremo da qui se non armati." e cominciò a distribuire phaser a tutti.
"Settateli su stordimento mi raccomando." Per sé prese un fucile alquanto ingombrante.
"E quello, signore?" Chiese uno dei giovani.

Nimosit armò il fucile.
"Fucile disgregatore d'assalto SS77, per gentile concessione dei nostri marine!" Spiegò il numero uno con una certa soddisfazione, passandone uno ciascuno anche al consigliere ed all'ingegnere capo.
"Purtroppo non abbiamo tempo di riposarci, dobbiamo riprendere il controllo della nave. Ci sono quattro unità, tre in plancia ed una sul ponte ingegneria."
"Non dovrebbe essere un problema metterli fuori gioco. Siamo in netta superiorità numerica." Commentò spavaldamente il cadetto Bod.
"Non abbiamo idea di cosa ci troveremo ad affrontare!" Spiegò Thevek ai ragazzi.
"Esatto." proseguì Nimosit "Dobbiamo considerare che siano tutti pesantemente armati e le loro armi non siano settate su stordimento. Il nostro piccolo e forse unico vantaggio tattico sta nel fatto che ancora non si sono accorti della nostra fuga. Ma lo faranno presto. Cosa fareste per prima cosa?" Chiese Nimosit.
"Metterei fuori uso i comandi di plancia, signore." Intervenne Hugh.
"Se ne accorgerebbero subito e passerebbero al contrattacco." Scartò l'ipotesi Thevek, scuotendo lievemente la testa.
"Un po' di vecchia sana guerriglia?" Paventó McInnis.
"Be' quasi. Pensavo più che altro ad un più efficace sabotaggio." Fece lui posando gli occhi su Borodin.
"Da. Ho paio di idee per mettere fuori uso nucleo, quel tanto che basta a far rallentare nave..."
"In modo da permettere l'arrivo della cavalleria!" Terminò entusiasta la cadetta Rizaich.
"Se tutto va come previsto...." Spiegò Nimosit "Tutto chiaro? Io sarò in testa al plotone insieme a Thevek, Borodin chiuderà la fila, occhi aperti e in guardia. Non useremo turbo ascensori per arrivare sul ponte ingegneria."
"Tubi di Jefferies, allora!" Concluse il cadetto Va'Lah.

Navetta di osservazione, Plancia
Poco dopo


"Molto strano capitano!" Kuz cercò di attirare l'attenzione di Kuribayashi.
"Cosa è strano comandante." Fece lui precipitandosi alle spalle dell'ufficiale scientifico.
"Dall'analisi della scia di curvatura della Novalis, direi che stanno rallentando."
"Di quanto!"
"Di molto, dal massimo di curvatura direi che sono scesi di circa l'85%! E il tutto piuttosto repentinamente." "Ipotesi?" Kuz scosse la testa.
"A questa distanza non è possibile dirlo, potrebbero essere arrivati nel luogo che stavano cercando di raggiungere forse."
"O forse un problema tecnico alla propulsione della nave." Ipotizzò Sev alle loro spalle.
"O un sabotaggio!" Concluse pacatamente Romanov.
"Sabotaggio?" Lo incalzò il capitano.
"Perché no. I nostri ufficiali sono ancora sulla nave per quello che ne sappiamo. Se io fossi in loro organizzerei dei sabotaggio mirati, per farci guadagnare terreno e raggiungerli." Spiegò l'ufficiale.

USS Novalis, ponte 9, ingegneria principale
Contemporaneamente


Il tipo che avevano trovato sul ponte ingegneria aveva opposto poca resistenza anche perché non si aspettava certo un attacco alle spalle. Steso per terra, dormiva come un 'angioletto' sotto i phaser puntati dei cadetti che non gli staccavano gli occhi di dosso.

"Ci hanno escluso dai sottosistemi del nucleo." Annunciò Borodin deluso, dopo pochi minuti.
"E questo cosa vuol dire."
"Che sanno che siamo evasi e che siamo fastidiosi. Non possiamo più armeggiare a piacimento." Spiegò Nimosit.
"Ho impostato subroutine di manutenzione, non possono portare nave a più di curvatura due." Intervenne l'ingegnere capo, alzando le spalle.
"Se ricordo come fa Kuz..." Nimosit staccò un pannello da sotto una consolle e rivelò una piccola postazione secondaria nascosta "Dunque, dovrebbe essere questa la stringa di comando ... Bah speriamo solo di non aver dichiarato guerra ai Klingon!!"
"Come ai Klingon, signore?!?" Si allarmò il cadetto Va'Lah.
"Lasci perdere, spero di essere riuscito ad infilare un breve messaggio tra le radiazioni emesse dal nostro disco deflettore. Un messaggio difficile da individuare dalla plancia." Spiegò Nimosit.
"Un messaggio a chi?!" Chiese Lee.
"Non ne sono sicuro, ho cercato di inviarlo con uno spettro molto ampio anche se questo potrebbe abbreviare la sua corsa. Speriamo che il capitano e gli altri riescano ad individuarlo!"

Navetta di osservazione, Plancia
Poco dopo


"Tra quanto saremo al rendez-vouz con la Shadow e con la Superior?" La tensione di Kuribayashi era palpabile e del tutto legittima, visto che la sua nave era nelle mani di uno sconosciuto manipolo, alcuni suoi ufficiali superiori ed i cadetti che gli erano stati affidati tenuti in ostaggio.
"Tre ore alla nostra attuale velocità. Ma dobbiamo tenere conto che siamo molto vicini alla Novalis dopo che hanno rallentato vistosamente."
"Quanto vicini, comandante!" Kuz armeggió con il computer di bordo.
"Se procediamo così tra poco più di un'ora li raggiungiamo capitano." Kuribayashi annuí soddisfatto.
"Che mi venga un colpo!" Si intromise Sev, curvo su una delle postazioni della plancia.
"Signor Sev!" Urlò il capitano.
"Mi scusi signore, ma sto analizzando le comunicazioni su tutte le bande di frequenza e, come ha suggerito Denay, non solo le portanti, ma anche le bande di frequenza meno visibili..."
"Eee ..." Lo incalzò lei.
"... e sembra che qualcuno ci stia inviando un sos!! Debole, schermato, difficile da scovare, ma pur sempre di una richiesta di aiuto si tratta."
"Posizione stimata?" Chiese la donna.
"Ancora non sono in grado di definirlo, ma proveniente da qualcosa che sta difronte a noi."
"La Novalis?" Chiese Kuribayashi impaziente.

Sev temporeggió.

"Potrebbe."
"Analizzi l'sos e mi dia altre informazioni."
Il bajoriano annuí.

"Decisamente questo è un codice federale!" sbottò soddisfatto dopo alcuni minuti "Anzi è un nostro codice. È la Novalis capitano!"

Romanov annuí soddisfatto, come a voler dire ... 'Ve l'avevo detto'.

"Cosa dice il messaggio, Sev?" Chiese Di Maria, rimasto chiuso in un preoccupato silenzio fino ad allora.
"Non molto, temo che non abbiano avuto molto tempo per inviarlo. La Novalis è sotto il comando di quattro unità non identificate, tutti i cadetti stanno bene e anche Nimosit, Dwalla e Borodin stanno bene. Cercheranno di rallentare la nave il più possibile per agevolare il nostro arrivo."
"Tutto qui?"
"Tutto qui."
"Quattro sole unità?" Si chiese realmente sorpreso Romanov "Un così ridotto gruppo di persone deve essere assolutamente ben addestrato e conoscere nel dettaglio le specifiche federali per poter sperare di governare una nave come la nostra."
"Già..." intervenne il capitano annuendo "E questo non mi fa stare per niente tranquillo! Comandante Kuz avverta la Shadow e la Superior che non ci fermeremo al punto di rendez-vous stabilito, ma proseguiremo fino ad intercettare la Novalis. Li aspetteremo lì."
La donna annuì tarsmettendo il messaggio.

USS Novalis, ponte 9, ingegneria principale
Nel frattempo


"Cosa facciamo adesso signore!" Chiese Hugh impaziente.
Un suono del computer avvertì Nimosit che da quel momento erano stati confinati su quel ponte.
"Be' da qui non si esce, signori. La nave non può procedere a più di curvatura due, ma io vorrei tentare di fermarla del tutto."
"E come?" Intervenne Morein.
Dwalla posò gli occhi su Borodin.
"Che ne dice signore se ci facciamo dare dei suggerimenti da queste giovani menti?" Intervenne la donna rivolta poi al primo ufficiale, che annuì perfettamente d'accordo. Conoscendo il russo era certo che avrebbe dato di matto.

"Idee?" Chiese quindi Nimosit al cadetto Zh'shyllir , sapendo che la ragazza si stava specializzando in ingegneria.
"Forse." Rispose titubante lei.
"Avrei preferito un 'sicuro signore, ho già in mente un piano che non può fallire...' ma vedrò di accontentarmi." La canzonò il primo ufficiale "Fuori il sacco!"
"Ho sentito il comandante Borodin lamentarsi più volte delle prestazioni del modulatore di trasferimento primario, chiedendo che venisse sostituito quanto prima ..." Fece la ragazza.
"Modulatore di cosa??" Chiese Nimosit scrollando la testa.

La giovane si morse il labbro inferiore.

"Si tratta di un sistema che regola il flusso in entrata nel nucleo di curvatura della materia e dell'antimateria. Solo la perfetta interazione tra i due flussi in entrata garantisce la nostra sicurezza e l'efficacia della reazione all'interno del nucleo." Spiegò lei.
"Lei mi sta dicendo che potremmo in qualche modo intervenire su questo sistema per diminuire ulteriormente la potenza del motore, giusto?" Sintetizzò il primo ufficiale, mentre alle sue spalle l'ingegnere capo della Novalis sbraitava, tutto rosso in viso.
"In teoria...si." annuì la ragazza "Possiamo addirittura fermare l'intero approvvigionamento, tanto il sistema prevede un allarme di sicurezza che in questo caso blocca la reazione e disattiva il nucleo, scaricando all'esterno materia e antimateria residue."
"E tu sapresti come fare?" Chiese meravigliato Bod.
"Mmm...più o meno..." Ammise candidamente la giovane.
"Ok ok, le daremo una mano noi." intervenne Nimosit. Il piano sembrava ardito, ma sufficientemente realistico anche se Borodin avrebbe insultato tutto e tutti per i prossimi cento anni, ma d'altra parte dovevano fare qualcosa. In fondo in quella sala c'erano dei buoni cervelli, un qualche risultato sarebbe di sicuro venuto fuori. "Dunque, organizziamoci. Il sottoscritto, lei e Lee, penseremo a disattivare il flusso, Borodin ci fermerà solo quando staremo per far saltare in aria tutta la baracca ..." Puntualizzò rivolto al suo ingegnere "Va'Lah e Rizaich terranno d'occhio il bello addormentato, mentre Hugh, Bod, McInnis e Morein, sotto il comando del nostro consigliere, sarete la nostra scorta. Chiunque oltrepassi quella porta deve essere reso inoffensivo! Tutto chiaro?"

Si sorprese per essersi ricordato tutti i nomi di quei baldi giovani.
I cadetti annuirono sicuri e si misero al lavoro.

"Hai un futuro come capitano!" Sussurrò divertita Dwalla all'orecchio del primo ufficiale.
"Bah, troppo stress se stai facendo dei colloqui per un maggiordomo personale tieni in seria considerazione la mia candidatura. Una vita più tranquilla e meno problemi."
"Attento! Potrei prenderti in parola...." Fece lei sbattendo platealmente le palpebre e allontanandosi lentamente con il grosso fucile d'assalto appoggiato con apparente noncuranza sulla spalla destra.

Nimosit scrollò la testa con un ghigno divertito.

"Femmina fantastica, non trova comandante?"
Era Morein, alle sue spalle.
Nimosit alzò gli occhi al cielo, poi lo guardò di traverso dall'alto in basso.
"Disattivi gli armamenti, signor Morein! In tutta sincerità, credo che lei abbia più possibilità di conquistare una 'femmina' Klingon che non il consigliere Thevek." Rispose Nimosit allontanandosi, lasciando il giovane cadetto perplesso e leggermente ferito nell'orgoglio.