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ATLANTIS - MISSIONE 02 RSS ATLANTIS - Missione 02

02.05 " Opportunità per un delitto "

di Dorothea "Thea" Reis, Pubblicato il 10-08-2016

Altrove, in mare aperto, tempo indeterminato


I due Random osservarono entrambi per un lungo momento quella che da lontano pareva essere un'isola. Presentava un'alta parete rocciosa per quasi tutta la parte a loro visibile, tranne per una piccola insenatura probabilmente dovuta ad una frana in tempi non recenti.
Lì pareva esserci un declivio che terminava in una sorta di approdo naturale sabbioso o ghiaioso.
Le valutazioni differivano sotto qualche aspetto, ma entrambi ragionarono allo stesso modo sulla rotta da seguire per arrivare a destinazione.
Il mare sembrava essere insolitamente calmo, ma in lontananza nuvole facevano capolino sia a est sia a sud. Se si fosse alzato il vento, il tempo sarebbe cambiato in poco tempo.
Decisero di affiancarsi alla vogata, ma qualcosa aveva stabilito diversamente.
Il Tenente dell'Impero Terrestre si era involontariamente allungato nella metà barca del suo omologo della Flotta Astrale, quando fu sbalzato fuori bordo da un'invisibile parete di forza.
Una voce comparve dal nulla.
"Puoi salvarlo o lasciarlo affogare, solo uno dal mare si potrà liberare."

Altrove, in un deserto di fuoco, tempo indeterminato


L'oasi davanti ai loro occhi sembrava allontanarsi ad ogni passo, facendo infuriare il Cortes dell'Impero Terrestre che ringhiava e mugugnava dalla rabbia.
I suoi nervi erano tesi, al contrario del Cortes della Flotta Astrale che sembrava quasi rassegnato al suo destino.
Era un debole agli occhi del Capitano della ISS Atlantis... arrancava e tossiva... tossiva ed arrancava: un pusillanime senza addestramento.
In effetti, il Cortes dell'Impero Terrestre pareva essere quello più resistente alla fatica rispetto al suo omologo della Flotta Astrale.
Il primo camminava sì stancamente e pesantemente come il secondo, ma sopportava stoicamente il vento caldo che aumentava di minuto in minuto dando vita a nuvole di sabbia che bruciavano i polmoni e facevano lacrimare gli occhi.
Il Cortes della USS Atlantis invece tossiva a più riprese e pareva in difficoltà.
Ad un certo punto lo vide piegarsi su se stesso e cadere in avanti sulle ginocchia.
Una voce comparve dal nulla.
"Finiscilo e l'oasi troverai. Salvalo e mai più acqua berrai"

Altrove, in una valla innevata, tempo indeterminato


Erano passati pochi minuti dal ritrovamento del foglio e fra le due Reis era calato un inquietante silenzio.
Entrambe ispezionavano la piccola baita alla ricerca di qualche indizio, la Reis della Flotta Astrale, e anche di qualche arma, la Reis dell'Impero Terrestre.
Fu quando si ritrovarono di fronte che accadde:
Dorothea della Flotta Astrale lanciò un urlo.
"Ma tu chi sei?"
Gli occhi erano sbarrati da un autentico moto di spavento.
Di fronte a lei, la Reis dell'Impero Terrestre non mosse un muscolo, sbattendo a malapena le palpebre.
"Come?"
"TU chi sei? Sei la mia coscienza? Sei uno specchio?"
"Certo ed esaudisco desideri!" rispose sarcastica il Commissario della ISS Atlantis
"Allora vorrei tornare sulla mia nave.. certo questo posto mi piace, immerso nella neve.. ma sono da sola e non voglio.. voglio tornare dal Capitano... dal Capitano...ehm... ."
"Cortes?!"
"Uh? Eh? Sì lui!"
"Non ricordi? Solo una di noi due potrà tornare da Cortes! Stupida!"
"Ah... e l'altra?"
"Dovrà sacrificarsi!"
"Oh? Davvero? E perché?"
"Così è stato scritto!"
"Da chi?"
"Non lo sappiamo, ricordi?"
"E allora perché ci fidiamo di lui? O di lei?"
Le banalità delle domande della Reis della Flotta Astrale stavano stufando la sua controparte, quando come un fulmine a ciel sereno sentì formulare una questione sensata.
Avrebbe potuto ucciderla all'istante, ma poi chi o cosa le garantiva che sarebbe tornata a bordo della sua nave? Nel suo universo? Ad esercitare le sue funzioni? Chi le garantiva che non sarebbe finita come quella sua pallida copia, stordita e senza futuro?
Ucciderla subito, ora che era fuori di testa o usarla per trovare una via di fuga? Certo non che si potesse molto contare sull'intelligenza di quella donna, ma magari nella sua fissazione sulle cose stupide e banali avrebbe trovato qualcosa di utile per permetterle di uscire integra da quel casino e farla pagare a quello sciocco di Cortes.
Se avesse eseguito alla lettera gli ordini del Comando Imperiale di Flotta non sarebbero stati scaraventati in un altro universo in solitaria ad affrontare l'entità ionica.
Avrebbe dovuto risponderne lei, ovviamente.
E si sarebbe assicurata che Cortes la pagasse cara per quello, ma prima doveva uscire viva da quella specie di trappola per topi.
Osservò la Reis della Flotta Astrale che a sua volta la guardava con quegli occhioni spalancati in cerca di qualche risposta. Decise di dargliene qualcuna, a suo favore e di usare quella sua versione sbiadita di sé per trovare una soluzione.
"Cara Thea... devi sapere che... ."