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ATLANTIS - MISSIONE 02 RSS ATLANTIS - Missione 02

02.01 " uno sguardo riflesso "

di Joshua Enric Random, Pubblicato il 09-07-2016

25 giugno 2171, NX.04 Atlantis, ore 4.15



Il sogno rappresenta una terra di confine tra realtà ed emozioni. Secondo la fede Hinduista l'anima, durante le ore di sonno, entra in una dimensione spirituale distaccata dal corpo, in grado di vagare nello spazio tempo, arrivando anche a studiare con celebri yogis, arricchendosi di contenuti
spirituali ed insegnamenti unici, che altrimenti nella vita reale non sarebbero possibili.

Il capitano Cortes non sapeva dove fosse stata la sua anima nelle ore di sonno, sapeva solo che al momento del risveglio qualcosa quella mattina non funzionava. Era una sorta di asincronia con il suo vero sé.

Si agitò tra le lenzuola, nel tentativo di riprendere sonno, ma l'orologio al quarzo lo fissava ed inevitabilmente lo richiamava alla realtà, implacabile memorandum della suo ruolo a bordo della Atlantis.

Spazientito si alzò, si guardò allo specchio. Gli occhi erano i suoi, come le leggere occhiaie appesantite dal sonno instabile e dallo stress, ma in un certo modo non si sentiva a suo agio con l'immagine riflessa.

Scosse il capo e si passò l'acqua sul volto, godendosi l'improvvisa
freschezza. Volevo scrollarsi via quello stato innaturale. Afferrò la divisa e uscì con calma dal suo alloggio. I corridoi erano silenziosi a quell'ora, non c'era ancora la frenesia dei turni giornalieri di servizio, di marinai che corrono, parlano e riempiono lo spazio e il tempo con la loro attività febbrile.

Nella camminata Fabio incrociò un paio di guardie della
sicurezza e un ingegnere alle prese con alcuni interventi manutentivi di minima, il genere di azioni che si fanno di notte per non vincolare l'attività principale.

Un breve cenno di saluto, uno sguardo d'intesa e tutto nel silenzio proseguiva ininterrotto, senza distogliere lattenzione da quello che ciascuno in quel momento stava facendo.


Un motivetto mai sentito si intrufolò nei pensieri di Cortes. Era una combinazione di note musicali banali, ma estremamente attrattive a quell'ora della notte e fu così che il capitano proseguì la sua camminata notturna di bordo, fischiettando quell'inusuale brano. Aveva qualcosa di seducente e al contempo struggente e sembrava enfatizzare la sensazione di
dissociazione che stava provando. Era come se quel brano musicale, quasi infantile nella sua ossessiva ripetizione, non gli appartenesse. Si sentiva di aver plagiato la canzone che apparteneva ad un altro. Scrollò le spalle, a quell'ora tutto era possibile. In parte tutto era ancora solo un residuo
onirico.



Fabio Cortes arrivò in plancia. Respirò l'aria fresca, unico punto della nave dove alle 4 di mattina si poteva respirare una qualche forma di vitalità.
Lanciò curioso uno sguardo ai presenti: Random preso a verificare
qualcosa dalla sua postazione e Reis che sembrava lanciare dei diagnostici per le funzionalità della Comunicazione

"Signori, tutto bene?" chiese l'ufficiale che comandava quella unità NX, mentre le note echeggiavano ancora nella mente.


"Perfettamente, capitano. I sistemi di comunicazione stanno operando ora in condizioni regolari, nonostante questa notte ci siano state varie interferenze", rispose la giovane Reis che non riuscì a trattenere un: "Ma non è ancora il suo momento per essere in plancia?"

Fabio accennò ad un sorriso davanti all'impazienza giovanile della ragazza.
"...diciamo una nottata difficile. Lei Random, tutto bene?"


Joshua sembrava preso da qualcosa. "Sì e no, capitano. Ho rilevato strane intense tracce ioniche, ma non riesco a trovarne la posizione precisa. Non vorrei che ci stessimo avvicinando a nostra insaputa ad una tempesta ionica anomala. L'equivalente di una Tempeste perfetta...."

"E' impossibile da un punto di vista scientifico non trovarne l'origine, tenente Random. E' certo che non ci siano disfunzionalità nei nostri sensori?", precisò Cortes con tono affabile, ma fermo.

"Capitano i sistemi di rilevamento sono al massimo dell'efficienza ed è questo il problema: ricevo segnali ad intermittenza, come se la sorgente apparisse, poi scomparisse. Sto facendo scansioni di ogni genere, ma non ho elementi concreti per ora."

Fabio si sedette sulla sua poltrona e appoggiò il gomito destro al bracciolo. Era pensieroso e quella notte sembrava assumere una veste sempre più anomala e qualcosa in lui la denotava come surreale. "Ha inviato una sonda?"

Joshua scosse il capo "Non ancora, prima di sprecare tecnologie volevo qualche dato maggiore su queste anomalie. Ma a tal punto, forse è il caso. Procedo?"

Il capitano Cortes fece un cenno d'assenso. "Invii una sonda verso le coordinate in cui ha rilevato l'ultima traccia ionica. Se l'intensità rilevata è alta, è bene sincerarci di non incappare nel nostro cammino in un guaio più grande del previsto".

"Sì signore." Ribadì il navigatore che con un rapido tocco sulla consolle lanciò nel freddo buio siderale dello spazio una sonda. Era un dispositivo più piccolo di un siluro, dotato di un motore ad impulso ed una tecnologia in grado di attivare un campo sferico di rilevamento alquanto accurato, secondo gli standard della Flotta Astrale.

La sonda raggiunse il punto localizzato in pochi minuti per poi però esplodere improvvisamente in un bagliore di luce e frammenti metallici.

"Capitano, la sonda ha perso contatto con noi. Temo che sia esplosa. Non credo che una tempesta ionica, per intensa che possa essere sia in grado di ridurre in polvere una sonda. Da quello che so può creare interferenze e fenomeni distorsivi elettromagnetici, ma non distruggere... ." affermò Joshua,
che sentiva la tensione crescere nel petto e il cuore accelerare il proprio battito.

"Qualcosa non torna... in quel punto sta succedendo qualcosa". Ribadì il capitano sempre più inquieto anche lui. Cortes percepì ancora quella sensazione di spersonalizzazione. Come se stesse progressivamente diventando un osservatore esterno del capitano Fabio Yager Cortes.


"Non è il caso che stiamo lontani da quell'anomalia?" chiese l'ufficiale alle Comunicazioni, ma non finì di esprimere i propri timori che Joshua la interruppe con tono concitato: " Signore, rilevo ora una perturbazione ionica di elevata intensità alle coordinare 7540, 10000, 15462. Il campo del subspazio sembra implodere! La tempesta ionica si è manifestata e c'è altro... ." Ma le sue parole finirono nel nulla. La Atlantis venne violentemente scossa, un improvviso bagliore invase la plancia e l'intera carena della nave sembrava gridare di dolore, come il ghiaccio.



I tre membri si tennero ben saldi alle loro postazioni. Joshua ritrovò la sua voce metallica: "Capitano, la tempesta ci ha raggiunti! Si è mossa ad una velocità vicina a quella della luce! I sistemi di bordo sembrano essere impazziti, ho perso il controllo della nave, anche il sistema ausiliario non riesce ad intervenire... ."

"Allarme rosso: spenga i sistemi di navigazione, shut down totale dei sistemi non vitali. Lasci sistema di supporto vitale ed energia ausiliari. Subito!" Ordinò perentorio il capitano.


Joshua fece del suo meglio e sebbene i comandi non operassero più in condizioni ordinarie, riuscì a disattivare alcuni sistemi di navigazione.
Le luci di bordo si abbassarono. La quiete sembrò impossessarsi della nave, mentre un anomalo silenzio regnò in plancia.

Dorothea, con il suo approccio solare e positivo fu la prima a parlare, avendo in mente come prima cosa le condizioni dei colleghi. Con voce dolce ma sicura chiese: "State bene?"



Cortes era scosso. Le parole vennero pronunciate con chiarezza, ma sottendevano un velo di tensione inevitabile. "Sì, ma occorre inviare il team medico a verificare che non ci siano stati problemi in giro". Tutto era stato così rapido ed inaspettato.

Dorothea, ancora scossa, si passò una mano scostando una ciocca dei lunghi capelli biondi, poi aprì il canale di comunicazione di emergenza: "Qui plancia. Si richiede un check del team medico ad ampio spettro, per verificare che non ci siano emergenze. Intervento: prioritario di emergenza". Il messaggio arrivò attraverso i canali di bordo direttamente allo staff medico, il quale diede subito un tempestivo responso: i dottori e gli infermieri, di corsa, stavano prendendo le attrezzature mediche ed erano pronti a controllare d'urgenza la situazione.

"Ottimo." Rispose con tono calmo il capitano. "Signor Random, siamo in grado di ripristinare i sistemi di bordo, compresi sopra tutto i sensori?"

Joshua era già all'opera e aveva effettuato una serie di diagnostici. "Sì signore. I sistemi sono all'85% di efficienza. Lancio subito una scansione a corto raggio e verifico al contempo che non ci siano stati danni strutturali allo scafo."

La cosa pareva ovvia al capitano, il quale si limitò ad aggiungere: "....E cerchiamo di scoprire che cosa ci sia là fuori ora, prima possibile". E non espresse loro ciò che stava provando. La sensazione, da quando si era svegliato, era che qualcosa non stesse andando nella normale direzione. Unasorta di inversione della realtà.

Passarono qualche minuto, Random lavorava e si poteva leggere sul suo volto un susseguirsi di strane espressioni, dall'attonito al preoccupato, all'agitato al... sovraeccitato.

Con la sua voce metallica, tanto fonte per lui di disagi emotivi, Joshua finalmente parlò.

"Capitano, rilevo un vascello davanti a noi. Posizione 3450,1770,2340. Si tratta di un'unità dalla struttura federale, ma non riesco ad agganciarla al database della Flotta."

Cortes si alzò di scatto dalla poltroncina: "Reis cerchi le frequenze di comunicazione. Se il database non la riconosce, dubito che comunichi sulle frequenze standard dalla Flotta Astrale."

Dorothea fece un cenno d'assenso e i suoni che il sistema di comunicazione faceva erano testimoni della ricerca del giusto canale di comunicazione.
"Ho una sorpresa, capitano. Ci stanno contattando loro. Usano una frequenza mai utilizzata da alcun vascello terrestre o a noi conosciuto"

"Metta on air." disse Fabio. I tre ufficiali si scambiarono uno sguardo in bilico tra sorpresa e timore, cosa che si accentuò quando sentirono la voce. Era roca, bassa, ferma e si poteva percepire un pizzico di presunzione.

=^= Vascello non identificato: avete la struttura di un vascello identico al nostro, ma non siete stati individuati dal nostro database. Siete tenuti a farvi riconoscere subito comunicandoci: numero di matricola, Settore di appartenenza e missione operativa in cui siete attualmente impegnati. Nel caso in cui non ricevessimo alcuna informazione entro 2 minuti, verrete polverizzati dai nostri disgregatori già puntati sui punti sensibili del vostro scafo.
Qui... è il capitano Fabio Yager Cortes della ISS Atlantis, dell'Impero Terrestre. Chiudo =^=. E la voce si dissipò in una leggera interferenza.



Per un attimo Cortes si rivide allo specchio, quella mattina. Incrociò nella sua memoria il suo sguardo riflesso: rivisse quel non essere lui che l'immagine gli aveva evocato.

"Impero terrestre?" chiese il tenente Random facendo un'espressione stranita.

"Già... c'è qualcosa nella parola Impero che non lascia presagire nulla di buono...". E nella mente del capitano della NX Atlantis le note musicali che componevano il motivetto tornarono a bussare, come sensori di un'imminente catastrofe di universi paralleli collassati uno sull'altro.