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ATLANTIS - MISSIONE 02 RSS ATLANTIS - Missione 02

02.03 " Il commissario di Bordo "

di Fabio Yager Cortes, Pubblicato il 22-07-2016

ISS-04 Atlantis, Plancia ore 4.49


Il Commissario di Bordo passava quasi tutto il tempo nel suo alloggio-studio a valutare e giudicare l'operato dell'equipaggio e, raramente, veniva chiamato dal capitano con lo scopo di consigliarlo in caso di problemi politici o simili. Spesso però i capitani usavano i Commissari di Bordo come capro espiatorio per situazioni impossibili. Dal canto loro i Commissari avevano il potere di mettere sotto accusa il capitano e a causarne la destituzione o morte.
Il Commissario di Bordo della Atlantis monitorava la situazione e la chiamata non la colse impreparata. Semplicemente si alzò dalla sedia e di diresse fuori a passo veloce.
Il Commissario adorava il rumore dei tacchi contro il duro metallo della pavimentazione. Quel rumore secco e deciso annunciava che lei stava arrivando incutendo nei marinai e negli ufficiali un terrore totale. In molti scappavano cercando di allontanarsi da lei mentre altri lavoravano più rapidamente. La sua era un'arma di intimidazione e di guerra psicologica, si trattava di una mossa di semplice ma efficace psicologia. Dietro di lei camminava il fido Alejandro, la sua guardia del corpo. La guardia del corpo camminava in silenzio pochi passi dietro il commissario e io suoi pesanti scarponi militari non producevano alcun suono. Alejandro teneva in mano un pesante fucile al plasma con la sicura disinserita.
Dopo un breve viaggio il gruppo arrivò in plancia.
Il Commissario, seguita dalla fida guardia del corpo, arrivò dal capitano:" Mi ha chiamato?"
"Sì." Cortes indicò lo schermo che riproduceva l'immagine della Atlantis della Federazione.
Il commissario scoppiò a ridere: "Ha paura di una nave tatticamente inferiore?" La donna si avvicinò allo schermo:" I disgregatori di questa nave sono molto più potenti dei phaser che equipaggia... ."
Cortes perse la pazienza, si alzò dalla poltrona e si avvicinò al Commissario. Prontamente Alejandro si preparò ad intervenire mentre le guardie del capitano alzarono le armi. Ma non accadde nulla, Fabio si limitò a dire: "La sua superficialità mi disgusta ha visto i rapport... ."
"Ho visto i rapporti.... ."Il commissario scoppiò a ridere per poi aggiungere: "Se vuole le faccio un riassunto."
"Proceda."
"Bene. Stavamo inseguendo l'entità ionica con la sesta flotta, poi l'entità ha generato un campo energetico che ci ha scaraventati qui dove abbiamo trovato una nave simile alla nostra." Il commissario fece alcuni passi per la plancia. "Le basta come riassunto?"
"Direi di sì." Cortes sorrise ironicamente: "Io sono un semplice capitano e non ho accesso alle informazioni riservate del comando di flotta per cui ho bisogno di una conferma da chi può avere accesso ad ogni rapporto."
"Bene mi dica."
"Defiant."
Il commissario sorrise, il capitano aveva colpito il punto fondamentale.
"La nave identificata come classe Constituction apparsa anni fa proveniente da un universo parallelo." Il commissario raggiunse la postazione scientifica: "Signor Mouri mi dia la lettura quantica della nave sconosciuta."
Lo scienziato si voltò verso il capitano come per chiedere conferma e, dopo aver ricevuto l'assenso, richiamò i dati: "Eccoli... ma sono in opposizione di fase rispetto alla nostra lettura."
"E' sicuro?" Chiese Cortes ringhiando.
"Non ho commesso errori." Si difese l'ufficiale.
"E allora la nave proviene dallo stesso universo della Defiant solo da un tempo allineato col nostro. Non dal futuro." Concluse il Commissario.

Uss Atlantis nel frattempo


Nemmeno il capitano Cortes della nave federale aveva perso tempo. Kimura aveva eseguito una serie di analisi tattiche e stava esponendo il rapporto:" Le loro armi sono superiori alle nostre direi in rapporto di un trentatré percento in più di potenza di fuoco. Mentre come difese siamo equivalenti."
Non erano le buone notizie che Cortes si sarebbe aspettato.
"Anche come manovrabilità e velocità siamo equivalenti." Aggiunse il timoniere Random con la sua secca voce metallica. Poi non seppe trattenere il commento:" Sembra di avere a che fare con una nave della nostra stessa classe solo che armata in modo diverso."
"Vero ha ragione." Ammise Cortes.
Anche Mouri aveva appena finito l'analisi e, con un sorriso di orgoglio, disse: "In qualcosa siamo superiori. I nostri sensori sono migliori dei loro. Sia in precisione che in portata."
Kimura alzò lo sguardo scioccato e Random disse: "Come?"
Il capitano Cortes non voleva perdere tempo: "Bene allora sfruttiamolo, situazione della scansione a lungo raggio?"
"E' in corso signore, rileviamo una serie di disturbi che ci rallentano le analisi." Rispose l'ufficiale scientifico.
Fabio poté quindi concentrarsi sugli svantaggi della sua nave: "Tenente Kimura voglio che si metta subito al lavoro per culminare lo svantaggio."
"Si signore." Rispose prontamente l'ufficiale.
"Tenente Random voglio che si tenga pronto ad eseguire ogni manovra evasiva conosciuta... dobbiamo avere un vantaggio nella manovrabilità." Ordinò il capitano Cortes.
Infine il capitano su voltò verso il guardiamarina alle comunicazione: "Rileviamo comunicazioni?"
"Eh?" Rispose Reis sovrappensiero.
"Guardiamarina!" Brontolò il capitano.
"No non rilevo nulla." Rispose la ragazza.
Cortes aveva dato ai suoi uomini gli ordini. Forse avrebbero dovuto combattere contro una nave pari alla loro. Ma non erano "le" Atlantis a preoccupare il capitano Cortes ma bensì gli uomini che le comandavano.

ISS-04 Atlantis, Plancia ore 5.03


"... maledizione Mouri, non ha ancora trovato l'entità?" Protestò Cortes.
"No signore troppe interferenze."
"No troppe scuse." Cortes era furibondo e tornò a sedersi alla sua postazione. "Random rapporto."
Il tenente al timone sembrava più un androide che un umano. Aveva la parte destra del viso lacerata e sostituita da uno strano impianto cibernetico.
"Manteniamo la posizione."
"Bene." Cortes annuì e si rivolse all'ufficiale tattico:"Kimura si tenga pronto ad attaccare la creatura ionica casomai si facesse rivedere e anche la nave di quella ridicola Federazione."
"Ma noi non vogliamo attaccarli, noi vogliamo il loro aiuto." Si intromise con un sorriso maligno il Commissario.
"Ma certamente:" Rispose il capitano e, facendo segno alla collega di iniziare, aggiunse: "Proceda pure."
Il capitano e il Commissario erano sempre pronti a tramare e complottare l'uno contro l'altro ma quando c'era un nemico comune sapevano fare saldamente fronte e coalizzarsi. Il loro piano era piuttosto semplice: allearsi con la Federazione, catturare con il loro aiuto l'entità ionica e ritornare nell'Impero portandosi dietro, oltre la creatura, un secondo trofeo: l'altra Atlantis con l'equipaggio in schiavitù.
Eppure Cortes temeva qualcuno: il suo sé stesso sulla Atlantis. Se gli assomigliava anche nel carattere sapeva di trovarsi di fronte ad un uomo molto diffidente che avrebbe spremuto al meglio i suoi uomini al fine di uscire da quella situazione. Cortes aveva sempre creduto che per trovare il peggiore nemico una persona doveva guardare in sé stessa. Oggi avrebbe verificato questa sua massima, perché si trovava a confrontarsi letteralmente con sé stesso. Per questa ragione aveva chiesto al Commissario di Bordo di prendere lei la palla e chiedere all'altra Atlantis di aiutarli. Voleva spiazzare l'altro capitano, confondergli le idee e lasciare che il bel visino del Commissario lo convincesse ad aiutarli e a fidarsi.
Il Commissario di Bordo si avvinò allo schermo e disse: "Comunicazioni aprire il contatto con l'altra Atlantis."

Uss Atlantis nel frattempo


*... il mio più grande nemico lo devo cercare dentro di me. * Cortes stava pensando ad una sua vecchia massima dei tempi dell'accademia. L'aveva coniata mentre studiava e lottava per passare gli esami al fine di concentrarsi nel superare i suoi limiti e difetti. Ora invece sembrava che si trovava ad una sua strana copia di cui non riusciva a fidarsi.
Era così sovrappensiero che quasi non si accorse che il guardiamarina Reis lo stava chiamando: "Capitano."
"Mi dica guardiamarina." Rispose Cortes.
"Comunicazione in arrivo dall'altra nave." Rispose prontamente la ragazza.
"Sullo schermo."
Dopo pochi istanti comparve sullo schermo l'immagine di una ragazza di circa trent'anni coi capelli biondi e gli occhi verdi. Indossava una strana uniforme grigia con ornamenti d'orati e rossicci. La ragazza sorrideva con un sorriso ammaliante. Dietro di lei, a pochi passi di distanza il capitano Cortes dell'Impero, stava osservando la situazione seduto alla sua poltrona.
"Ma sono io... ." Dorothea non poté a far meno di lasciarci scappare quel commento ma il Commissario politico non le diede peso:=^=Capitano Cortes, è un piacere incontrarla.=^=
Cortes rimase colpito nel vedere che stava parlando con una donna che assomigliava molto al suo addetto alle comunicazioni.
"Il piacere è mio." Rispose Cortes con un sorriso.
=^=Io sono il Commissario politico Dorothea Reis.=^= La ragazza sorrise e aggiunse:=^=Mi scuso per l'inconveniente. Il capitano di questo vascello ha cercato soltanto di proteggere la sua nave e il suo equipaggio lanciandovi l'ultimatum, per fortuna siamo ancora in tempo per evitare inutili scontri.=^=
Cortes notò che il commissario non chiamò il capitano con il nome ma rimase vaga come per nascondere qualcosa. L'umano però cercò di non darlo a vedere e accettò questa strana e inattesa proposta di pace: "Molto bene, sono contento che il malinteso sia chiar... ."
Una serie di allarmi si accesero all'improvviso sulla postazione scientifica, Mouri quasi urlò interrompendo il capitano: "Rilevo una massa in avvicinamento rapido... rotta di intercettazione."
"Confermato." Si limitò a dire Kimura per poi aggiungere: "Impatto 7 secondi... non posso colpirlo, scudi al massimo... ."
Ma Cortes non sentì neppure la seconde parte della frase. Con la coda dell'occhio vide su un monitor l'avvicinarsi di un oggetto con una traiettoria perpendicolare alla linea immaginaria tracciata tra le due navi. Era grande e veloce. Si aggrappò alla poltrona e ordinò: "Signor Random azione evasiva."
La comunicazione era rimasta aperta e Reis, quella della Uss Atlantis, era rimasta ad osservare la situazione: vide la sua controparte voltarsi di scatto e parlare con l'altro capitano Cortes il quale si attivò subito urlando ordini furiosi contro l'equipaggio e promettendo punizioni esemplari in caso di errori. Il guardiamarina rimase incuriosita dalle reazioni di quell'equipaggio così simile ma così diverso, conscia di poter apprendere di più su di loro in quella situazione che in un ora di conversazioni di facciata. Premette il tasto di registrazione e memorizzò un breve filmato di diversi secondi nelle memorie interne della nave. Una parola la colpì e venne pronunciata pochi istanti prima che Cortes ordinò di chiudere la conversazione: entità ionica.
Nel frattempo Random sentì l'ordine del capitano ma aveva già previsto tutto: si aggrappò ai comandi e, con tutta la forza che aveva in corpo come se dovesse fisicamente spostare lui la nave, diede il comando di rollata a destra con una secca cabrata accendendo tutti i propulsori. Vide sui sensori di navigazione che nello stesso istante anche l'altra nave aveva eseguito una manovra simmetrica e stavano volando affiancati. Poi l'allarme di collisione si attivò: mancavano 3 secondi all'impatto con l'oggetto in avvicinamento.