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USS NOVALIS - MISSIONE 14 RSS USS NOVALIS - Missione 14

14.07 " Entrax III "

di Coral Nimosit, Pubblicato il 16-01-2016

Navetta Kant, in rotta verso il sistema Entrax
22/06/2395 ore 16.04 - D.S. 72473.06


Il vascello che aveva personalmente scelto per quella missisone era uno shuttle tipo 11. Si trattava di una delle tante navette che la Novalis aveva a sua disposizione, ma era particolarmente indicata per operazioni di recupero in territorio inospitale, esattamente come quella alla quale erano stati assegnati. La sezione posteriore era attrezzata con una piccola ma efficiente infermeria e poteva trasportare fino a dieci persone. Inoltre era pesantemente armata per essere uno shuttle, e questo contribuiva a rassicurare Nimosit in caso avessero fatto brutti incontri.
L'equipaggio era composto da lui stesso, Kuz, Sev ed il dottor Di Maria, oltre a tre addetti alla sicurezza del corpo dei Seal federali esperti in operazioni del genere questi ultimi selezionati personalmente da Sev.

Erano partiti in fretta e furia, visto l'urgenza della richiesta dell'Ammiraglio Valar e probabilmente dovevano ancora del tutto metabolizzare la cosa. Era una strana missione, rifletté Nimosit, mentre controllava i comandi della navetta. Dovette ammettere che erano molte le incognite in quella storia, tuttavia riassaporare il piacere di pilotare un vascello, se pur piccolo come quello, gli stava regalando sensazioni piacevoli. Di Maria era seduto sulla seconda fila di posti, insieme a Sev ed agli altri tre della sicurezza, intenti a riportare alla mente le procedure di base per missioni di recupero. Al suo fianco c'era il comandante Kuz, che lo stava osservando di sfuggita. Se ne accorse con la coda dell'occhio.

"Deve dirmi qualcosa comandante?" La punzecchiò.
"No signore." - Fece lei scrollando leggermente la testa. - "Stavo solo appurando come tutto sommato non le dispiaccia essere su quella poltrona." Lui sogghignò.
"Ed è un male?"
"Affatto signore. Anzi, pensavo di essere l'unica a bordo che trovasse interessante questo tipo di missioni."
"Già. Questo tipo di operazioni possono risultare molto...'seducenti', diciamo così tuttavia sono sempre ad alto rischio e necessitano di approfondita pianificazione. Sono molte le cose che possono andare storte."
"La nostra approfondita pianificazione è durata sì e no quindici minuti!" Sottolineò la giovane incrociando le braccia sul petto.
"Esatto, e questo aspetto non mi fa stare particolarmente tranquillo. Ma a bordo con lei ci sono ufficiali di una certa esperienza, confido che riusciamo a portare a termine il nostro compito senza complicarci troppo la vita." E le sorrise, anche se mille interrogativi si susseguivano nella sua testa.

Stavano viaggiando alla massima curvatura sopportata dalla navetta, tra poco sarebbero arrivati in vista del sistema Entrax. Nimosit era sempre stato convinto che la riuscita di una qualsiasi operazione era tanto più certa quanto più accurata fosse la sua preparazione. Gli anni a bordo di una nave stellare come la Novalis gli avevano fatto però capire che la strategia conta per un buon 80%. L'ultimo 20% si tinge di imponderabile, non c'è verso. In quell'area inesplorata sopravvive chi meglio si adatta alle mutevoli condizioni.
Ignoravano del tutto ciò che avrebbero trovato nel sistema Entrax, dovevano essere cauti ma reattivi nel cambiare modus operandi se ve ne fosse stata la necessità.

Il pensiero corse per un attimo al consigliere. Sapeva che Dwalla si stesse sentendo come una leonessa in gabbia, ed in effetti la visione era particolarmente azzeccata. Ma sapeva anche che il capitano aveva ponderato bene la scelta di tenerla sulla Novalis, il suo ruolo era più importante di quanto apparisse superficialmente. Nimosit aveva fiducia in lei.

Un allarme della consolle di navigazione lo riportò alla realtà.

"Siamo vicini." Annunciò digitando dei comandi.
"Quanto vicini?" Chiese Sev alle sue spalle.
"Bè, non tanto da fare una foto ricordo al sistema, amico mio." - Rispose. - "Vorrei arrivare sul posto senza la banda ed i fuochi d'artificio!!"
"Ottima idea signore, allora non dormiva alle lezioni di tattica come si dice in giro!" Lo schernì l'ufficiale alla sicurezza.

Uscirono dalla curvatura ad una distanza di sicurezza da Entrax, come aveva preannunciato Nimosit, ed impostarono una velocità di crociera che li avrebbe condotti ai margini del sistema in un tempo ragionevole.

"Che ne dite di ripassare il piano?" Annunciò il dottore alle loro spalle. Nimosit annuì. Kuz si mosse subito.
"Ho impostato le coordinate che ci sono state fornite nel messaggio intercettato, provengono da una regione montuosa del continente più vasto del terzo pianeta del sistema. Si tratta di un pianeta classe M, anche se un pò sotto la media come dimensioni."
"Che condizioni ambientali troveremo." Volle sapere Nimosit.
"Freddo. Condizioni meteorologiche avverse probabilmente, è una zona montuosa abbastanza impervia, oltre i 1800 mt di altitudine sul livello del mare."
"Perfetto come nascondiglio." - Sentenziò Sev. - "A bordo abbiamo tutto il necessario per resistere alle basse temperature ed alle turbolenze atmosferiche."
"Dove atterreremo?" Chiese Di Maria.
"Dipende essenzialmente dai risultati della scansione a corto raggio che sto effettuando." Rispose Kuz voltandosi verso il dottore. Intanto potevano cominciare ad osservare Entrax dal lato di dritta.
"Nessun comitato di benvenuto?"
"Sembrerebbe di no signore." Fece lei intenta ad analizzare i dati ricevuti dai sensori della navetta.
"Se ci fossero romulani in gita di piacere però sarebbero occultati e noi non lo sapremmo mai." Puntualizzò Sev. Lei si voltò con un sorriso sardonico in volto.
"Sapevo che l'avrebbe detto comandante. Ho modificato le frequenze di scansione dei sensori per uniformarle a quelle, a noi note, impiegate nei sistemi di occultamento dei vascelli romulani."
Sev, sinceramente stupito, alzò entrambe le mani in un chiaro segnale di resa.

"Colpito e affondato." - Lo sfotté Nimosit. - "Dunque?"
"Soli soletti signore!"
"Molto bene. Procediamo." Concluse Nimosit, dando avvio alle manovre di ingresso nell'atmosfera del terzo pianeta.

La scelta del punto di atterraggio sarebbe stata piuttosto complicata, rifletté Nimosit. Oltre all'orografia del terreno e alle condizioni climatiche non favorevoli avrebbero dovuto fare i conti con la quasi inaccessibilità dei luoghi per far atterrare lo shuttle. Era prioritario poter trovare un luogo d'atterraggio strategico ma allo stesso tempo ben riparato e protetto da occhi, e sensori, indiscreti.
Appena la navetta federale ebbe fatto il suo ingresso nell'alta atmosfera planetaria, un piccolo vascello si disoccultò dove prima c'era solo spazio. Lo stemma dell'impero romulano stampato ben in vista sulla fiancata dello scout a lungo raggio di classe Rehntet.

"Le informazioni in nostro possesso sembrano essere vere, dunque." Fece uno dei due ufficiali ai comandi.
"Già. La fonte di queste informazioni è la Flotta Stellare stessa!"
Rispose D'Amarok, osservando la scena ed incrociando le braccia sul petto dove campeggiava il simbolo della Tal Diann, i servizi segreti imperiali.
"Cosa facciamo, signore?"
"Riferiamo, e attendiamo istruzioni dal comando."

USS Novalis, Ponte 9 - Laboratorio astrometrico
Nello stesso momento


In piedi, con i palmi delle mani appoggiate allo schermo sul quale era riprodotto il sistema Entrax, Dwalla quasi sperava che quel contatto fisico bastasse a darle indicazioni sulla strada da seguire e, allo stesso tempo, potesse calmare il turbinio interiore che provava. Una leonessa in gabbia, era così che si sentiva, desiderosa di essere altrove, eppure altrettanto impotente. Mise in atto molte delle tecniche di controllo per riuscire a calmarsi, se pur parzialmente. Il capitano era stato chiaro, anzi....cristallino e le aveva affidato un compito. Lei sapeva di essere l'unica persona a bordo ad avere una se pur minima speranza di riuscire lo sapeva...lo sapeva, ma questo non riusciva ad attenuare il desiderio di essere con i suoi colleghi su quella navetta, verso Entrax, verso Selk! La giovane ed entusiasta Kuz, il ribelle Sev, Nimosit, quell'incosciente! Sperava solo che la buona sorte e la saggezza del dottor Di Maria li avrebbe fatti tornare sani e salvi. Con Selk.
La porta si aprì alle sue spalle, ma lei non la degnò di uno sguardo.

"Pensavo avessi bisogno di una mano." Sussurrò Moore facendo qualche passo avanti nella penombra.
"Si." Rispose lei.

Non c'era molto altro da aggiungere.

SOL III, San Francisco - Lincoln Blvd
22/06/2395 ore 19.57 - DS 72473.51


Il passo sicuro, il respiro ritmico. Il Consigliere Noxin si stava cimentando in uno dei suoi hobby preferiti, lo jogging al calar della sera. Lincoln blvd era il posto ideale per lasciarsi andare e godere del tramonto sulla South Bay e su Baker beach. Il meteo stava cambiando rapidamente, nubi minacciose si stavano addensando all'orizzonte, oscurando parzialmente il caldo sole di inizio estate.
Molti, come lui, dopo una giornata intensa venivano lì e lasciavano ai muscoli il lavoro più faticoso. In una ventina di minuti, rifletté l'ufficiale, si sarebbe lasciato alle spalle il Golden Gate Bridge Welcome Center, a quell'ora ancora pieno di turisti e dopo, prima del calar della sera, avrebbe raggiunto l'antico e prestigioso St. Francis Yacht Club.
Stava ancora pensando a quello quando, quasi dal nulla, gli si affiancò, seguendo il suo passo, un giovane atletico.

"Cosa...ci fai qui?" - Lo rimbrottò dopo un attimo Noxin. - "Non dobbiamo....farci vedere...insieme."
"Kuribayashi ha mandato una squadra su Entrax." Lo ignorò il giovane.
"A fare che?" Maledisse Noxin a denti stretti, temendo la risposta.
"Supponiamo a recuperare Selk."

Un ghignò disgustato si fece largo sul volto prima rilassato del Consigliere.

"Te l'avevo....detto! Quel dannato vulcaniano...non è morto...finché non vedi...il cadavere."
"Qualcuno lo ha avvertito." Sentenziò il giovane.
"E' evidente...che qualcuno lo ha...avvertito. Ora dov'è Kuribayashi?"
"Lo ignoriamo, la Novalis non ha fatto rotta su Entrax."

Silenzio.

"Vattene! Ti ricontatterò io....con i nuovi ordini." L'altro obbedì e lo lasciò al tramonto, alle nubi scure che si addensavano sulla west coast e sul futuro.

Entrax III, posizione sconosciuta
Nello stesso momento


La discesa sul pianeta stava procedendo bene, per lo meno per i parametri di Nimosit. La forte tempesta di neve nella quale erano immersi consentiva solo un volo strumentale e gli scossoni non mancavano di certo. I sensori dello shuttle erano all'opera per scovare un punto ottimale per la manovra di atterraggio.

"Forse ci siamo!" - Intervenne Kuz dopo parecchi minuti - "1.3 kilometri dritto di prua."
"Bene. Comincio a ridurre la velocità e modifico gli angoli di volo." Spiegò Nimosit.
"Non sarebbe più facile far fare tutto al computer?" Chiese Di Maria.
"Forse...ma ci perderemmo tutto il divertimento!" Ridacchiò il primo ufficiale, sotto lo sguardo perplesso del dottore.

Dopo poco furono sopra l'area prescelta, la navetta cominciò una lenta e graduale discesa verso terra, costantemente sballottata dalle potenti raffiche di vento e ghiaccio.

"Che condizioni ambientali ci sono all'esterno?" Fece Sev.
"A parte il vento oltre i 48 nodi, la temperatura è di meno 17 e la visibilità ridotta forse ad un metro."

I dati enunciati dall'ufficiale scientifico non lasciavano molto spazio ai dubbi.

"Uscire così alla ricerca di un superstite in un territorio sconosciuto è pura follia!"
"E noi non siamo dei folli comandante." - Sentenziò Nimosit rivolto al capo della sicurezza. - "Non possiamo fare altro che aspettare che passi la tempesta, o eventualmente che si attenui quel tanto che basta per permetterci di organizzare una ricerca."
"I sensori hanno rilevato quello che resta di una navetta a circa due chilometri da qui. Potrebbe trattarsi di quella di Selk!"
"Potrebbe." - Rivolto a Kuz -"Potremo esserne più sicuri solo dopo la tempesta. Per stasera ci accamperemo qui."

Nessuno di loro era entusiasta all'idea di riposare sui sedili dello shuttle, ma non avevano altra scelta.

Entrax III - posizione sconosciuta
Dieci ore dopo


Alle prime luci dell'alba la tempesta di neve si era molto attenuata anche se un vento teso proveniente da nord persisteva ancora. Non nevicava più, ma la navetta era ormai sommersa da uno strato alto almeno mezzo metro. Dopo una breve colazione Nimosit volle tutti a rapporto nell'infermeria di poppa.

"Bene signori, la nostra missione è apparentemente semplice il nostro compito è quello di recuperare un ufficiale di alto grado dei servizi federali di nome Selk. Supponiamo che sia in grave difficoltà su questo pianeta e sia in possesso di informazioni vitali per la sicurezza della Federazione. Purtroppo abbiamo pochissime informazioni riguardo la sua esatta posizione e le sue condizioni fisiche, ma soprattutto...ignoriamo chi altro possa essere interessato a lui."
"Romulani? Visto che siamo quasi in casa loro?" Intervenne Sev.
"Forse. Ma non solo." Breve pausa.
"Qualche idea signore?" Lo incalzò Di Maria incuriosito. Nimosit ispirò profondamente.
"Come sapete la Novalis ha ricevuto ordini contrastanti, provenienti dal Comando di Flotta e dai Servizi in merito a Selk. Se siamo qui è perché, insieme col capitano, abbiamo ritenuto di dare credito a questi ultimi."

Fece una pausa, lasciando al resto degli ufficiali il tempo per metabolizzare a fondo le possibili implicazioni celate nelle sue parole.

"In sostanza signore, i Romulani potrebbero non essere il nemico, in questo frangente." Riassunse Kuz, dopo alcuni minuti.
"Potrebbero non essere l'unico nemico, perlomeno." Puntualizzò lui.
"Come procediamo quindi?"

Nimosit osservò l'ufficiale alla sicurezza.

"Usciremo da questa navetta appena avremo preso la strumentazione, le armi e gli indumenti protettivi necessari. Cercheremo di localizzare Selk nel più breve tempo possibile, lo preleveremo e lo porteremo sulla Novalis."

Sev annuì.

"Io e la mia squadra siamo pronti, vi faremo da apripista e retroguardia."
"Molto bene, io e Kuz vedremo di guidare il gruppo verso Selk. Dottore, spero vivamente di non aver bisogno delle sue conoscenze mediche, ma non so proprio cosa aspettarmi!" Terminò il primo ufficiale.
"Ovviamente!" Gli fece eco Di Maria annuendo.