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USS NOVALIS - MISSIONE 14 RSS USS NOVALIS - Missione 14

14.13 " Negoziato "

di Coral Nimosit, Pubblicato il 29-05-2016


Navetta Romulana catturata - Plancia
24/06/2395 ore 11:45 - D.S. 72478.05


=^= Può abbassare le armi Comandante Nimosit, siamo amici. =^=

Il primo ufficiale rimase interdetto e confuso per alcuni istanti, fino a quando il volto attraente, ma segnato, dell'ammiraglio Valar comparve sullo schermo della navetta.

"Signore!" - Esclamò alla fine con sollievo. - "Siamo tutti molto contenti di vederla, mi creda."
"Lo immagino" - Fece lei - "preparatevi ad essere teletrasportati."

Nimosit vide i suoi colleghi cominciare a svanire davanti ai propri occhi, prima di seguire la loro stessa sorte, qualche attimo prima che la navetta fosse bersagliata dai colpi provenienti dallo scout romulano e definitivamente distrutta. Gli ufficiali della Flotta non poterono neppure essere testimoni dell'urlo di frustrazione di D'Amarok che quasi increspò lo spazio-tempo circostante, mentre assisteva impotente alla fuga delle sue prede e dei suoi personali sogni di gloria.

USS Ghostshell, sala teletrasporto 1
subito dopo


Si ritrovarono a bordo della potente nave dei servizi segreti federali, difronte a loro alcuni ufficiali e all'ammiraglio Valar che tese subito la mano a Nimosit.

"Come state comandante." Volle sincerarsi senza troppi convenevoli.

L'uomo diede una rapida occhiata alla truppa dietro di lui.

"Un po' ammaccati, ma decisamente tutti interi." Valar annuì poi cercò con lo sguardo l'ultimo di quel drappello, silenzioso ma vigile. Esattamente come se lo ricordava. Si mosse verso quella figura.

"Selk! Amico mio."
Il vulcaniano la fronteggiò senza battere ciglio, poi alzò la mano destra nel tipico saluto della sua razza, mentre la donna, noncurante, lo abbracciò con affetto sincero.
"Sei vivo dunque!" Fece, staccandosi quasi subito dall'altro, ancora un po' stordito.
"Non posso contraddirti, ammiraglio." Rispose con la solita flemma, strappando una smorfia a Nimosit che assisteva alla scena.
"Dottor Di Maria, la nostra infermeria è a sua disposizione" Fece la donna qualche istante dopo "a patto che anche lei si faccia dare un'occhiata."
"Assolutamente sì, ammiraglio, la ringrazio." Rispose lui.
"Stiamo già procedendo a massima curvatura verso la nostra meta, appena sarete pronti vi ragguaglierò sulla situazione. Abbiamo molte cose di cui parlare!" Spiegò la donna alla fine.

USS Ghostshell, sala tattica
un'ora dopo


Per essere una nave fantasma aveva la miglior sala tattica che Nimosit avesse mai visto. Non c'era il classico tavolo da riunione con poltroncine intorno, ma un basso tavolino centrale contornato da comodissime poltrone in pelle, grandi e avvolgenti.

"Ve la spassate di brutto da queste parti!" Si lasciò scappare il primo ufficiale appena mise piede nella stanza. L'ammiraglio Valar sorrise mentre fece cenno ai suoi ospiti di prendere posto a sedere.
"La nostra, comandante, è una vita di privazioni, fisiche, mentali, affettive. Ogni tanto ci piace prenderci cura di noi stessi. È importante mi creda."
"Non volevo sembrare scortese...." Cominciò lui, stoppato dal superiore con un cenno della mano.
"Lo so bene. Non si preoccupi. Mi dispiace non potervi concedere altro tempo, ma dobbiamo sfruttare al meglio quel poco che ci rimane a disposizione."
Attese fino a quando Nimosit, Kuz, Sev, Di Maria e Selk furono seduti nelle rispettive poltrone.
"Stiamo facendo rotta su Nike II alla massima curvatura, là è in corso la rinegoziazione di alcuni trattati tra Federazione ed Impero Romulano. Il sistema Entrax non rientra ufficialmente tra quelli oggetto del negoziato. Ma in realtà è il cuore del problema. Una delle lune di Entrax contiene tanto di quel dilitio da soddisfare il fabbisogno federale per circa 50 anni." Kuz sobbalzó.
"Sorpresa?" Le chiese l'ammiraglio.
"Dalle stime che ne facemmo sulla Mendel si parlava di circa 20 anni, non pensavo...."
"Analisi successive hanno incrementato quel valore, più che raddoppiandolo. Già questo da solo porterebbe un macroscopico sbilanciamento dei rapporti tra le forze del quadrante se una sola delle razze presenti ottenesse i diritti di estrazione. "
"Guerra!" Intervenne Sev.
"Probabilmente. Tuttavia dobbiamo considerare che esistono tecnologie in grado di trasformare il dilito in trilithium, quest'ultimo è un componente altamente instabile e potente. Si stima che un siluro al trilithium avrebbe la stessa potenza distruttiva di circa 40 siluri fotonici standard!"

Pausa.

"Dio mio."
"Esatto comandante." Rispose lei al commento di Nimosit. "Chi potesse disporre di armi tanto potenti avrebbe la capacità di annientare le altre specie del quadrante."
"Al momento chi dispone di questa tecnologia." Chiese il Primo Ufficiale della Novalis.
"Il DSS, anche se a livello puramente sperimentale. Ma ... temiamo che frange deviate dei servizi vogliano aiutare i Romulani ad ottenere i diritti di estrazione su Entrax e le sue lune per poi fornire loro la tecnologia per derivare il trilithium."

"Sarebbe la fine della Federazione!" Concluse Sev sconcertato.
L'ammiraglio Valar annuì grave.
"Come possiamo impedirlo?" Volle sapere Di Maria.
"Abili manovre diplomatiche hanno fatto sì che ai negoziati la Federazione sia rappresentata da degli stolti. Se non agiamo con tempismo questi cederanno su un vassoio d'argento ai Romulani i diritti di estrazione. Il vostro capitano ha suggerito che inviassimo a supporto della nostra delegazione il vostro consigliere, il comandante Thevek, " Nimosit sobbalzò "che é stata molto scaltra nel farsi invitare ed è l'unica capace al momento di raddrizzare la situazione. Adesso è su Nike II. Il vostro compito era quello di ritrovare vivo Selk, che ha le prove di quanto detto, il mio compito è quello di farlo arrivare sano e salvo al negoziato, in modo da smascherare i Romulani ed i loro contatti nei nostri servizi, impedendo loro di impossessarsi di un arma così distruttiva."
"Non pensa che se fosse la Federazione ad impossessarsi del dilito potrebbe sfruttarne a suo vantaggio le caratteristiche, magari anche contro gli stessi Romulani? Probabilmente una guerra sarebbe comunque inevitabile." Concluse Kuz.
"Condivido le sue argomentazioni." intervenne Selk, che fino ad allora era rimasto in assoluto silenzio. "Sarebbe preferibile mantenere un equilibrio che consenta alle nostre specie di non annientarsi vicendevolmente."
"Ma questo non è compito nostro." Spiegò Valar.

Nike II, Nike City - Luogo sconosciuto
25/06/2395 ore 00.43 - D.S. 72479.53


Noxin era scosso. Fino ad allora aveva sempre pensato di avere molta libertà di manovra, scoprire che qualcuno controllava il suo operato così da vicino lo aveva innervosito parecchio. Qualcuno poi a cui non sapeva dare un volto.

In condizioni normali avrebbe fatto fare quel lavoro a qualcun altro, ma fino ad allora quegli incapaci non avevano fatto altro che rovinare tutto! Doveva agire lui stesso. Rifletté mentre nell'oscurità quasi totale camminava a passo svelto fiancheggiando un grosso capannone alla periferia della città. Si fermò poco dopo davanti ad un varco, da un invisibile punto del muro uno scanner biometrico verificò che la retina fosse inserita nel database delle persone abilitate all'ingresso, poi si aprì silenziosamente lasciando entrare il consigliere.
A pochi metri di distanza Romanov osservò la scena, protetto dall'oscurità. Non sarà banale entrare, rifletté, dovrò ricorrere a qualche schema d'attacco della vecchia scuola!
Poco dopo un ubriaco si aggirava barcollando lungo lo stesso fabbricato, canticchiando rime stonate. A mala pena si reggeva in piedi. Si fermò appoggiandosi al muro con una mano proprio in corrispondenza del varco dal quale era entrato Noxin. Cominciò a cantare sempre piu forte, a ridere, sorseggiando allegramente da una bottiglia che reggeva con l'altra mano. Due paia di occhi lo fissavano da una piccola sala tattica dietro il muro.

"Se non smette attirerà di sicuro qualcuno." Imprecò una delle due guardie romulane.
"Feccia umana!" Intervenne l'altro "Lo farei fuori volentieri."
"Non sarebbe saggio lasciare cadaveri davanti all'entrata."
"Lo so bene, che credi." si alzò stancamente "Farò un lavoro pulito." Si diresse al varco a pochi metri di distanza e digitò un codice su un tastierino numerico.

Romanov sapeva di essere studiato dall'interno quello che non sapeva era quanti stavano controllando ogni sua mossa e che armi avessero. Tuttavia, rifletté l'ufficiale, se quello era un luogo segreto doveva essere presidiato da pochi, per non attirare troppo l'attenzione. Nella sua mente ordinata aveva già studiate almeno mezza dozzina di tattiche d'attacco, in base a chi si fosse trovato davanti.
Appena uno dei due romulani scivolò fuori proprio acconto a Romanov, l'ufficiale iniettó una neurotossina sul collo dell'altro che non si aspettava quella reazione. Il tempo di sgranare gli occhi che precipitò nell'incoscienza finendo addosso al federale che fece finta di cadere all'indietro col romulano che gli finì proprio sopra.
L'altra guardia all'interno, assistette alla scena senza accorgersi di niente. Quello che vide fu il suo collega che stese l'ubriaco. I due a terra non si mossero per alcuni minuti.

"Che sta facendo quell'incapace!" Sbuffò infastidito. Dopo un istante si alzò "Lo sapevo ... avrei dovuto pensarci io da subito." Concluse dirigendosi verso il varco.

Romanov attese che la guardia si sporgesse fuori per sparare un minuscolo dardo con la neurotossina direttamente sul collo del romulano che piombò a terra esanime.
A questo punto non perse tempo, si scrollò di dosso la prima guardia e sgattaiolò attraverso il varco, sperando che la sua ipotesi delle sole due guardie fosse corretta.


Nike II, Nike City - Residenza delegazione Federale
Appartamento di Dwalla Thevek
nello stesso momento



Dwalla e Lan avevano fatto ritorno alla residenza della delegazione.
Lui la stava osservando, appoggiato ad una delle grandi vetrate che dava sulla città, mentre lei girava per l'appartamento. Ad un occhio distratto sarebbe sembrato un classico tentativo di mettere in ordine la stanza. Oxila però la studiava sapendo bene che non ci fosse niente fuori posto e che il consigliere stava solo cercando la concentrazione che le serviva per metabolizzare quello che era successo da poco.

"Tutto ok?"
"Si! No! Non lo so..."
"Amico o nemico?" Proseguì il timoniere poco dopo. Lei si bloccò e lo fissò, per diversi istanti.
"Amico, o non staremmo qui a parlarne." Ovviamente si riferivano alla figura incappucciata che li aveva salvati poco prima.
"Ma amico di chi?"
"Buona domanda tenente." Annuì lei con gli occhi oltre la città in lontananza. "Non ho una risposta soddisfacente al momento."
Sbuffò insoddisfatta.

"Ma la troverò." Pensò tra sé la donna.
Così tanti interrogativi si stavano accavallando nella sua mente, tutti ancora senza risposta. Tante tessere di un puzzle del quale non riusciva a vedere chiaramente i contorni. Sapeva che tutto era legato ai negoziati in corso, ma in che modo? Perché lei? Non aveva riflettuto sul fatto di poter rappresentare un bersaglio. Doveva pensare.

"Deve dormire!" - già! Dormire. - "Domani l'aspetta un'altra lunga giornata e deve essere riposata."
Ovviamente Lan aveva ragione.

Nike II, Nike City - Luogo sconosciuto
Nello stesso momento.


Romanov non perse tempo, nonostante non avesse idea di cosa cercare e dove cercarla. Ipotesi. Fino ad allora aveva fatto delle ipotesi. Ma era tutto da verificare. Noxin non era altro che uno strumento nelle mani di qualcuno ben più potente. Aveva la sua rete di pedine che era riuscito sin qui piuttosto abilmente a manovrare per indirizzare gli eventi secondo schemi preordinati. Era un tipo al quale piaceva avere tutto sotto il proprio controllo, rifletté l'ufficiale mentre avanzava cauto nella quasi totale oscurità. Sperava col suo intervento di aver fatto vacillare le certezze del consigliere federale inducendolo a commettere un qualche errore.
A quanto pareva doveva trovarsi in una specie di buio corridoio che scendeva leggermente verso il basso. Pareva esserci una flebile luce a qualche decina di metri dalla sua posizione. Aveva due phaser con sé, uno di questi ben stretto nella mano destra, mentre avanzava lentamente. Si fermò solo appena giunto alla fine del corridoio. Il chiarore si era fatto decisamente più intenso e questo faceva presagire la presenza di un altro locale.
Delle voci concitate provenivano da là.
Cautamente si acquattò al muro cercando di sbirciare dentro.

Nike II, Nike City - Residenza delegazione Federale
Appartamento di Dwalla Thevek
Contemporaneamente


Lo sguardo di Dwalla si posò casualmente sullo specchio di camera e quello che vide non le piacque. Aveva ragione Lan, doveva smetterla di girare in tondo e sbattere la testa contro il muro. Rischiava solo di rompersela. Le prossime due sessioni del negoziato sarebbero state cruciali, rifletté la donna. Fino a quel momento la delegazione romulana aveva fatto la parte dello squalo con la sua preda.
Concessioni e aperture su temi di scarsa rilevanza, mentre Dwalla era convinta che tenessero le carte ben coperte avrebbero scoperto il loro gioco solo al momento opportuno puntando dritti su un obiettivo fino ad allora nemmeno considerato e di scarsa importanza apparente.
Entrax.

"Stavo pensando che, visto quello che è successo stasera, non sia affatto sicuro che lei rimanga qui da sola." Fece Oxila interrompendo quel flusso di pensieri.
"Sta cercando di dirmi qualcosa tenente?"
Chiese lei sorridendo furbescamente. L'altro prima impallidì poi arrossì balbettando una qualche sorta di difesa.
"Sto scherzando Lan. Rilassati."
Il timoniere parve sollevato, ci mancava solo un incidente diplomatico col capo del corpo diplomatico!

"Pensavo solo che ..."
"Hai ragione, non sarebbe saggio." Concluse lei con le mani sui fianchi.

Oxila indicò con il dito indice la stanza attigua.

"Divano."

Nike II, Nike City - Luogo sconosciuto
Nello stesso momento.


Noxin era infuriato. Davanti a lui un giovane romulano, più alto di almeno 15 cm, stava subendo una bella lavata di capo. Quello che però attrasse maggiormente l'attenzione di Romanov si trovava a pochi metri dai due. Su una sedia, legato, il mento appoggiato al corpo, il volto sporco di sangue. Era un umano, difficile dire se fosse ancora vivo o meno.

"Siete riusciti a fallire in tutto, dannazione! Selk è vivo e ne avete perso le tracce. Potrebbe essere già qui per quanto ne sappiamo, e questa sarebbe una catastrofe."
"Si calmi consigliere."
"Ah! Calmarmi. Sono settimane che mi dite di calmarmi ma la verità è che siete solo di intralcio al nostro piano! Avrei dovuto far fare questa cosa a qualcuno dei miei."

L'uomo sulla sedia si mosse, gemendo sommessamente. Per lo meno è vivo, rifletté Romanov. Anche Noxin e il romulano si girarono verso l'umano.

"Cosa avete scoperto da lui?" Chiese il consigliere cambiando discorso.
"Niente, ha resistito fino ad ora. Dovremo cambiare metodo di persuasione." Minacciò il romulano.
"Finirete solo con ucciderlo, non vi dirà niente."

Il romulano estrasse un phaser e lo appoggiò sulla fronte dell'uomo seduto. Doveva intervenire, pensò Romanov.
La sua entrata in scena fu uno shock, soprattutto per Noxin che si trovò a fronteggiare nuovamente lo sconosciuto incappucciato. Il romulano cambiò bersaglio e fece fuoco nella direzione occupata un attimo prima dal federale che però si era già mosso una frazione di secondo in anticipo. Il colpo di phaser dell'ufficiale fu molto più preciso e colpì il romulano proprio al centro del torace, fondendogli alcuni tra gli organi vitali, uccidendolo all'istante. Romanov si guardò intorno subito dopo ma di Noxin nessuna traccia, evidentemente aveva approfittato del breve conflitto a fuoco per dileguarsi. Si avvicinò all'uomo legato respirava, ma a fatica. Escoriazioni, contusioni, tagli, almeno esternamente. Purtroppo non aveva un tricorder medico con sé, ma non ci voleva un genio per capire che avesse bisogno di cure mediche immediate.

"Sono il comandante Romanov della Flotta Stellare." Sussurrò. L'altro aprì l'occhio sano e ispirò.
"Comandante Moore ... USS Novalis." Romanov annuì.
"Comandante, lei ha bisogno di cure mediche immediate. La sua nave è in orbita..."
"Il mio.....comunicatore...." Sussurrò l'altro muovendo gli occhi di qua e di là in cerca del suo combadge. Romanov lo vide a terra, a circa due metri di distanza. Lo raccolse e, dopo aver slegato l'uomo, lo toccò prima di riconsegnarlo a Moore.
"Romanov a USS Novalis."
=/\= È la Novalis, sono il capitano Kuribayashi, lei chi è! =/\=
"Capitano, sono qui con uno dei suoi ufficiali, il comandante Moore che necessita di cure mediche. Teletrasportatelo immediatamente in infermeria."
=/\= Non ha risposto alla mia domanda. =/\= Continuò dopo un attimo il capitano.
"Non sono autorizzato a darle ulteriori informazioni signore, mi dispiace. Romanov chiudo." Moore svanì davanti a lui fece appena in tempo a scorgere un 'grazie' nello sguardo dell'uomo.

Era tempo di muoversi.

USS Ghostshell - ponte 13, corridoi
25/06/2395 ore 05.45 - D.S. 72480.10


Valar procedeva di gran carriera verso l'hangar principale seguita dalla squadra della Novalis e da Selk. Le porte si aprirono al loro passaggio mentre l'ammiraglio si fermò e si girò verso Nimosit.

"Questo è il nostro punto di non ritorno, comandante. Oltre queste coordinate metteremmo a rischio la nostra copertura, la nostra stessa esistenza. Confido nel vostro senso dell'onore e nel vostro coraggio. Da adesso in poi dipende solo da voi." Nimosit gonfiò il petto.
"Ammiraglio ci avete salvato la vita, questo non possiamo dimenticarlo. Inoltre il vostro intervento ci ha dato un vantaggio. Chiunque sia il nostro nemico, non sa dove siamo in questo momento."
"Quella navetta classe 12 è per voi." Fece, indicando lo shuttle "Non è grandissima, ma vi porterà su Nike II molto velocemente. Arrivati lì la chiave di tutto sarà Selk."
Si avvicinò al vulcaniano che come al solito era quasi in disparte.
"Amico mio, non so se questo sia un addio o solo un arrivederci, comunque sia ... buona fortuna. Lunga vita e prosperità. " Lui la fissò per un lungo istante.
"Pace e lunga vita, ammiraglio."
"Molto bene truppa" Fece Nimosit ai suoi "è ora di andare."

Nike II, Nike City - Palazzo Consiliare, Sala dell'Assemblea
25/06/2395 ore 16.12 - D.S. 72480.84


Dwalla era stanca. Le cose si stavano mettendo male. Non tanto perché Noxin fosse sparito senza lasciare traccia anzi di fatto era più un vantaggio che uno svantaggio, visto che aveva sin lì remato contro gli interessi federali in maniera del tutto plateale. Il fatto era che gli altri membri della delegazione si erano dimostrati assolutamente incapaci ed il peso dell'intero negoziato era ricaduto pesantemente sulle sue spalle. Era sola. Non aveva potuto stabilire una strategia insieme con nessuno né chiedere un consiglio. Solo il buon Oxila le era stato accanto, supportandola sempre e, a dire il vero, anche sopportandola!
I Romulani erano invece sicuri, anzi no, tronfi del loro successo finale, non servivano certo le sue qualità empatiche per capirlo. Aveva ancora poche frecce al proprio arco. Per non parlare dei dubbi che la stavano assalendo che fine aveva fatto Moore? Chi era l'uomo incappucciato che le aveva salvato la vita? Selk sarebbe mai riuscito ad arrivare in tempo?

Kuribayashi le aveva chiesto di prendere tempo per dare una chance ai suoi colleghi. Non era sicura di poter andare avanti per molto con la sua strategia. Come avrebbe fatto notare Nimosit ... stava mettendo in atto delle manovre evasive. Solo manovre evasive!

USS Novalis in orbita attorno a Nike II - plancia
Nello stesso momento


"Navetta tipo 12 appena uscita dalla curvatura a cinque minuti dalla nostra posizione, capitano, in rapido avvicinamento!" Annunciò l'ufficiale alle comunicazioni.
Kuribayashi balzò letteralmente in piedi.
"Allarme giallo. Identificateli!" Ruggì l'ufficiale in comando.
"Nessun numero di registro, signore." L'altro annuì "Ci chiamano."
"Sullo schermo."

La faccia stanca del primo ufficiale comparve a tutto schermo.
"Salve capitano, chiedo il permesso di appontare sulla Novalis. Abbiamo una consegna importante da fare."
"Se non è quella giusta, comandante, la spedisco sul serio a consegnare viveri agli avamposti scientifici!" Rispose Kuribayashi per le rime.
"Permesso accordato."

Nike II - Nike City - Palazzo Consiliare, Sala dell'Assemblea
25/06/2395 ore 12.32 - D.S. 72480.88


La delegazione romulana stava snocciolando una interminabile, a loro dire, sequela di azioni scorrette di parte federale che avrebbero potuto far fallire il negoziato già in partenza tuttavia, il buon senso e la grande disponibilità romulana avevano fatto si che quella grande opportunità per il quadrante non andasse definitivamente perduta.

Dwalla aveva voglia di vomitare.

Secondo i romulani alcune fasce della zona neutrale andavano riviste poiché danneggiavano l'impero in quanto ostacolavano alcune fondamentali rotte commerciali. Lo squalo stava puntando la sua preda, pensò il consigliere. La proposta romulana consisteva nel far entrare nella zona neutrale alcuni territori imperiali in cambio di altri che sarebbero diventati romulani a tutti gli effetti. Il sistema Entrax non venne mai menzionato esplicitamente, ma il consigliere della Novalis sapeva che era fra questi ultimi.

Inspiró profondamente. Era il suo turno. Se avesse fallito, una guerra tra Federazione ed Impero Romulano sarebbe stata ben più di un vago esercizio di stile. Stava per cominciare il discorso che aveva preparato quando la sua attenzione fu attratta da uno dei messi consiliari che, entrato quasi di soppiatto, si chinò all'orecchio del cancelliere per sussurrargli qualcosa, con sguardo grave. Il cancelliere, l'arbitro della disputa in quel frangente, quasi sobbalzò, prima di rispondere al messo, con un ulteriore bisbiglio.

Pochi attimi dopo le porte della sala consiliare si aprirono. Dwalla vide il capitano Kuribayashi fare il suo ingresso a passo deciso seguito da un vulcaniano. Gli anni trascorsi erano passati quasi indenni su di lui, l'esilio forzato e le relative privazioni, invece, erano ben visibili ai suoi occhi. Ma era lui senza ombra di dubbi.
Selk!
Sentì i propri battiti accelerare.

Si sorprese a fissare la figura entrata dietro a Selk. Nimosit. Lo vide muovere gli occhi freneticamente per scrutare tutto il consesso, fino ad incrociare il suo sguardo. Poi lui, lentamente, alzò la mano destra con il pollice in sú. Dwalla, con un sorriso tirato sul volto, ricambiò il gesto con sollievo.

L'arrivo in extremis di Selk ebbe l'effetto di una granata al plasma. Quello che successe nei minuti seguenti fu solo bagarre, accuse reciproche, caos, pugni sul tavolo. Il negoziato, così come i romulani lo avevano pianificato, era definitivamente saltato.

Dwalla, quasi in disparte, appoggiò stancamente la schiena sulla poltrona, sciolse i capelli, fin lì raccolti elegantemente dietro la nuca, lasciando che ricadessero morbidi sulle spalle e si godette il momento, liberando molte delle tensioni sino ad allora accumulate.