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USS CRUSADER - MISSIONE 17 RSS USS CRUSADER - Missione 17

17.02 "Ipotesi"

di Edward Anthony Jenner, Pubblicato il 29-09-2016

Cantiere spaziale Dyson3, USS Crusader, Sala Tattica - 16/06/2396, ore 11:00


Jenner, Yager, Block e Vikram erano in sala riunioni appena prima della fine del loro turno. L'indomani sarebbero tutti partiti per il pianeta Nerion. L'ipotesi di sbarcare e rifiutarsi di seguire il Capitano Shaitan non aveva sfiorato nessuno. Nemmeno Vikram che, anche se era nuovo in Plancia, era rimasto colpito dalla fedeltà che l'equipaggio aveva dimostrando nei confronti del Capitano che, di primo acchito, gli era sembrato un po' freddo. Alla fine era rimasto incuriosito e, tutto sommato, si era detto pronto a correre il rischio.
Sul tavolo vari PADD con i report sui fatti avenuti su Nerion. I quattro ufficiali esaminavano le fotografie degli oggetti rinvenuti e i resoconti sul fiume. Le teorie formulate erano delle più disparate, qualcuna più verosimile delle altre. C'erano anche i fascicoli sugli uomini mandati in missione esplorativa e le foto dell'unico membro della squadra che era ritornato.
"Per quale motivo avrebbero dovuto smembrare e ricomporre quel poveretto?" domandò Yager ai colleghi.
"Esperimenti medici privi di senso morale e etico?" azzardò Vikram anche se lui stesso non ne era convinto.
"Difficilmente abbiamo trovato culture che come regola di buon vicinato prendono i messaggeri li spezzettano e poi li ricompongono a casaccio e li rispediscono indietro. Sarebbe come condannarli a morte." puntualizzò Block un po' più pragmatico.
"Invece che per ucciderli potrebbero averlo fatto per salvarli dalla morte." l'unico modo che Jenner aveva trovato per spiegarsi l'accaduto era stato mettersi nei panni degli alieni e trovare per quale motivo si potesse trovare nella necessità di rivoltare gli organi interni di una persona.
"Era quello a cui stavo pensando anch'io. E se, per sopravvivere in un'altra dimensione, fosse necessario riconfigurare in qualche modo gli organi interni?" propose allora Yager.
"L'essere umano è una macchina evoluta e resistente così com'è, se cambi le disposizioni degli organi butti via i secoli di evoluzione che sono stati necessari per questo risultato." intervenne ancora Block.
"La nuova disposizione potrebbe essere solo più efficiente dall'altra parte." L'ipotesi che stava prendendo forma piaceva molto di più anche a Vikram.
"Quindi l'hanno, diciamo, riconfigurato perché sopravvivesse di là, ma allora perché rimandarlo indietro senza farlo tornare alle condizioni iniziali?"
"Un'emergenza?" propose Jenner. "Magari è dovuto scappare velocemente."
"Oppure un pericolo improvviso. Un attacco di qualche nemico o una calamità di qualche tipo."
"Mi vengono in mente i periodi delle prime esplorazioni del genere umano, quando i coloni portavano con loro banali malattie assolutamente non pericolose ma che si rivelavano mortali per le popolazioni che incontravano. Ci furono dei veri e propri stermini." disse Block più pensieroso che altro.
"Stiamo parlando di una civiltà che almeno dal punto di vista medico è più evoluta della nostra. Secondo voi possono essersi fatti sorprendere da un'emergenza medica? Di sicuro avranno adottato qualche sorta di profilassi o quarantena." intervenne a quel punto Jenner.
Davanti a loro, sul tavolo, c'erano i fascicoli dei cinque pionieri mandati dall'altra parte. Quattro uomini e una donna. Un soldato dei corpi speciali, un ingegnere, un medico, uno scienziato e un ufficiale superiore. Ognuno a modo suo aveva anche una seconda specializzazione utile per una squadra di esploratori mandati alla scoperta di un mondo sconosciuto.
Il ritornato era il medico.
"Oltre che avere conoscenze mediche superiori alle nostre possiamo dire qualcos'altro dei nostri amici dall'altra parte del fiume?" cercò di fare il punto della situazione il Comandante Yager.
"Non è solo il campo medico, sembrano superiori da qualunque punto di vista biologico. In effetti, però, non c'è stato nessuno scambio, per così dire 'tecnologico'."
"Ottima osservazione, Comandante Vikram." disse Yager. "Potrebbero essere dal punto di vista tecnologico indietro rispetto a noi e l'arrivo di un gruppo di persone con attrezzature molto avanzate potrebbe aver introdotto un elemento destabilizzante."

Cantiere spaziale Dyson3, USS Crusader, Sala Macchine - Contemporaneamente


In sala macchine McAllister era preoccupato. Anche lui, come gli altri, aveva letto i dossier sulla squadra mandata lungo il fiume. Tra quelle persone ne aveva riconosciuta una e quello che ricordava di lei lo aveva impensierito. L'ingegnere della squadra mandata in missione era stata una sua compagna all'Accademia. Persona corretta e intelligente aveva però un difetto: un'ossessione che teneva nascosta a tutti. I Borg. La sua famiglia era stata sterminata da un attacco borg e lei stessa aveva subito un'iniziale assimilazione, fortunatamente fermata dall'intervento di una squadra della Federazione. Non era però più riuscita a levarseli dalla mente. All'Accademia aveva studiato tutto sulla loro tecnologia, sui loro comportamenti, e ogni volta che si scopriva qualcosa di nuovo non perdeva tempo per informarsi o fare esperimenti di qualche tipo. Il campo di studi su cui si era da sempre applicata maggiormente erano i naniti.
"E se fosse passata di là portandosi con se un campione di naniti?"
"Come ha detto, Comandante?" il viso asciutto di M'Ptak lo stava guardando con i suoi occhi scuri penetranti.
"Mi scusi M'Ptak, stavo pensando a quali potessero essere le conseguenze dell'introduzione di un gruppo di naniti in un ecosistema vergine."
"Dipende da diversi fattori, signore. Dal grado tecnologico del sistema, dalla facilità con cui si possono reperire metalli nell'ambiente, dal grado di intelligenza dei naniti stessi."
"Troppe variabili se non conosciamo l'ambiente."
"In ogni caso, signore, il primo contatto raramente è stato favorevole per le entità autoctone. Anche se in molti casi si è riusciti a scendere a compromessi."
"Sempre che ci si possa servire della tecnologia adeguata per comunicare con quelle macchine..."

Cantiere spaziale Dyson3, USS Crusader, Ufficio del Capitano - Contemporaneamente


Diario del Capitano, data stellare 73457.53.
Ho appena dato l'ordine di partire, la nostra destinazione è il pianeta Nerion nel quadrante Gamma. Non ho taciuto il grado di pericolosità della missione agli ufficiali comandati e dato loro l'alternativa di rimanere alla stazione spaziale di Dyson 3. Nessuno di loro sembra aver avuto la minima esitazione a seguirmi e queste mi riempie di orgoglio. Sento però che c'è una certa tensione in Plancia per via di quello che ci aspetterà e che ci è totalmente ignoto. Stiamo elaborando delle ipotesi per prepararci a quello che incontreremo oltre il fiume. Il mio triste compito è quello di scegliere la squadra che dovrà affrontare un pericolo sconosciuto con forse poche speranze di tornare indietro vivi. Data l'eccezionalità della missione e anche la sua segretezza non credo che ci saranno obiezioni se guiderò io i miei uomini. Non potrei mai lasciarli andare a morire da soli.
=^=Capitano Shaitan, qui Yager. In arrivo una comunicazione urgente per lei dal Comando di Flotta.=^=
"Me la passi qui, Numero Uno."
Sul piccolo schermo della stanza personale del Capitano comparve il simbolo della Federazione che a poco a poco lasciò il posto al viso dell'Ammiraglio Hassan. =^=Buon giorno Capitano, ci sono novità.=^=