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DS16GAMMA - MISSIONE 21 RSS DS16GAMMA - Missione 21

21.10 " Sotto pressione "

di T'Lani , Pubblicato il 04-04-2019

DS16 Gamma - Settore detenzione della Sicurezza -01 novembre 2398, ore01:30





"Sono loro?" - domandò il capitano Shran, accostandosi ai monitor. Sugli schermi, si vedevano quattro differenti immagini, provenienti da altrettante celle di detenzione. Si trattava di tre uomini e una donna, tutti cardassiani. La donna sedeva rigida sul bordo della branda. Si muoveva appena, lanciando rapide occhiate verso l'alto, in direzione della olocamera, per poi riabbassare subito lo sguardo di fronte a sé, come per timore di essere scoperta. L'uomo arrestato al magazzino, Kosloav, era in piedi con le spalle alla paratia in fondo alla cella. Anche attraverso le olocamere a media risoluzione del settore detenzione si poteva vedere che era pallidissimo.

Riccardi assentì, sedendosi a braccia incrociate sul bordo della sua scrivania:

"Si. Li abbiamo fermati per accertamenti con un pretesto e li abbiamo messi in celle separate."

"Che genere di pretesto?"

"Piccole irregolarità doganali"

Shran sbuffò. Riccardi fece una smorfia:

"Si, lo so che è debole"

"Non possiamo certo trattenerli a lungo, per delle piccole irregolarità doganali!"

"L'unico per cui abbiamo prove da portare in tribunale è Kosloav, e lui finora non ha parlato... Del resto, lo ha visto anche lei, capitano, quando lo abbiamo preso, che non ha parlato nemmeno quando Kimmar gli ha puntato il pugnale alla gola"

"Si, lo so... Anche se il ferengi ha recitato bene, si vedeva che quel tipo aveva più paura di parlare che di lui"

Shran tornò a fissare i monitor, stavolta concentrandosi sugli altri due uomini. Uno dei due si era disteso sulla branda, con gli occhi e le braccia incrociate, in apparenza tranquillissimo. L'altro era vicino al campo di forze che chiudeva la cella, e fissava con occhi di fuoco le guardie dall'altra parte. Era l'unico dei fermati, Kosloav a parte, a mostrare un certo nervosismo, pensò Shran.

"Siamo almeno sicuri che si tratta di loro?"

Riccardi si morse le labbra prima di rispondere:

"Sono abbastanza certo di non sbagliare - disse - Anche se il nostro amico del magazzino non ha voluto parlare, abbiamo tracciato il segnale del suo comunicatore fino ad una piccola nave commerciale cardassiana. I miei uomini la stanno perquisendo con cura in questo momento. "

"Abbastanza certo?" - le antenne di Shran si irrigidirono -

"Non posso darle una certezza assoluta, capitano, fino a quando non avremo fatto delle indagini più accurate. Ma la nave era ormeggiata non troppo lontano da dove sarebbe dovuta approdare la nave ferengi esplosa. Sono sicuro che questa non è una coincidenza. Hanno fatto saltare la passeggeri ferengi - e causato tutti quei morti - solo per distrarci, per impedirci di trovare qualsiasi cosa avessero con loro. "

"E pensa di tenere quella gente - Shran puntò il dito sui monitor - in cella fino a quando? La Federazione dei Pianeti Uniti ha ancora leggi e regolamenti che dobbiamo rispettare, e questi non permettono di tenere in cella dei sospetti indefinitamente. O fino a quando non saranno terminate le indagini"

"Spero almeno di trattenerli abbastanza da impedire loro di commettere l'attentato. So benissimo che se non si trova qualcosa di più valido contro di loro più che subito, rischiamo di doverli mandare via liberi e con tante scuse..."

Fu interrotto dal suono della porta che si apriva. Si girò, per vedere Ramar Rogers:

"Capitano, tenente..." - li salutò.

"Ha qualcosa per noi?" - fece Shran. Ramar si strinse le spalle:

"Non molto, purtroppo. Non ho avuto tempo di approfondire... Ho fatto qualche controllo sulla nave che ci interessa nei database della Flotta. Ho scoperto che risulta di proprietà di una società armatrice di Cardassia che è stata iscritta nei registri solo tre mesi fa. Secondo i registri, il proprietario della società si chiama Werrek"

"Uhm... - fece Shran perplesso - Il nome dovrebbe dirmi qualcosa?"

"Non credo proprio- rispose Ramar - Soprattutto considerando che questo Werrek risulta deceduto nella strage che seguì alla rivolta contro l'occupazione del Dominio su Cardassia!"

"E' sicuro? Non potrebbe essere un omonimo?" - domandò Riccardi.

"Per iscrivere una nave in un registro commerciale di Cardassia occorre depositare l'impronta del d.n.a., tenente. Non sono possibili errori: hanno depositato il d.n.a. di un uomo deceduto da più di dieci anni... Il motivo può essere uno solo"

"Già - disse Shran - Hanno creato una compagna armatrice fantasma per prepararsi nel caso che non avessimo creduto alla colpevolezza del ragazzo romulano"

"Oppure non erano preparati affatto a buttare la colpa addosso al ragazzo romulano - ipotizzò Roberts - Dopotutto non potevano sapere in anticipo del suo tentativo di fuga, no? Il loro potrebbe essere un modo per approfittare di una situazione favorevole"

Riccardi scrollò la testa:

"No, questo non lo credo. Un attentato come quello, contro un dignitario di tale importanza e durante una manifestazione sportiva - che comporta di per sé stessa controlli ed attenzione alla sicurezza - presuppone per forza una pianificazione accurata, una organizzazione che si occupi anche dei dettagli. Del resto, Kimmar può aver detto ai cardassiani del previsto tentativo di fuga del giovane romulano..."

"L'organizzazione e la pianificazione non possono essere stati tanto accurati se adesso i cardassiani sono nelle nostre celle" - obiettò Shran.

"Per nostra fortuna" - aggiunse Ramar.

"Già. Per nostra fortuna - commentò amaro Riccardi - Questo però non ci fa fare un passo avanti nelle indagini. Se la nave appartiene ad un armatore fantasma possiamo legalmente sequestrarla, ma dovremo pur sempre lasciar andare l'equipaggio non appena scaduti i termini per trattenerli."

"C'è anche di peggio" - disse Shran.

"Cosa, capitano?" - domandò Riccardi.

"La sicurezza non ha ancora trovato l'esplosivo - disse Shran - Se non lo troviamo più che subito, se non saremo assolutamente certi che la cerimonia di inaugurazione dei giochi sia in sicurezza, sarà necessario annullarla. Dovrò andare di fronte ai diplomatici, all'ammiraglio Maelstrom e a tutta la cricca dei giornalisti che dovevano trasmettere la cerimonia via subspazio e dire loro che non si fa più... Gli alti papaveri della Flotta Stellare saranno sicuramente contentissimi della gran figura che fa questa Base Stellare di fronte a tutti: potenze regionali, pianeti non allineati, Bajor, Cardassia... Chiunque... - fece una smorfia - E questo significa che la Flotta farà finire con la testa su un ceppo chiunque ritenga responsabile. Spero che almeno si accontentino della mia..."



DS16 Gamma - Alloggio di Durani -01 novembre 2398, ore02:00





La piccola Jul'eth si era addormentata su una poltrona. Jorhom non si era staccato un secondo da lei, ma era evidente che le tensioni delle ultime ore si stavano facendo sentire anche sul fisico del giovane atleta. Il ragazzo si alzò senza far rumore, stiracchiandosi le giunture, poi si avvicinò a Durani, che si era seduta di fronte alla sua consolle di comunicazione.

"Funziona?" - le chiese, a bassa voce.

"Credo di si" - rispose Durani. In quel momento, una sinusoide si trasformò nel volto di un anziano Klingon:

=^= Q'aplà! =^=

"Q'apla! Onore a te, Kheldas!"

=^= Perché mi hai chiamato? Non è coraggio correre rischi inutili! =^=

"Ti ho chiamato perché An'eth K'Ploct si trova qui, sulla Base Stellare 16 Gamma... - disse Durani - E perché è arrivato il momento per restituire l'onore alla casata Kanjis..."






DS16 Gamma - Ufficio ambasciatrice T'Lani -01 novembre 2398, ore07:30





"Da quanto tempo ci conosciamo, ambasciatrice?"

T'Lani inarcò un sopracciglio:

"Da abbastanza tempo da farmi dubitare della tenuta della sua memoria, se mi fa questa domanda, ambasciatore Lamak"

L'uomo si era seduto di fronte alla scrivania della vulcaniana. Contrariamente al suo solito, aveva rifiutato - per quanto garbatamente - l'offerta dell'ottimo té verde che l'ambasciatrice si faceva venire apposta da Vulcano. Riunì le punte delle dita di fronte a sé, altro gesto che la donna riconobbe.

"La mia memoria non è ancora così malandata. Sono molti, molti anni che ci conosciamo. In tutti questi anni, ci siamo trovati anche su fronti differenti..."

"Qualcosa che spero non accada mai più" - disse T'Lani socchiudendo gli occhi.

"Sono d'accordo, ambasciatrice... Mai più" - disse con enfasi.

Il discorso stava avendo sottintesi che non le piacevano affatto, pensò T'Lani. Poggiò i palmi delle mani sulla scrivania di fronte a sé - un gesto che anche lui sicuramente riconosceva in lei - prima di domandare:

"Non ho motivo di credere che questo possa accadere di nuovo. Lei no, Lamak?"

"Forse"

Bene, pensò T'Lani. Niente più sottintesi:

"Per quale motivo?" - domandò, quasi brusca.

"Nelle ultime ore sono stato contattato da una allenatrice spaventata. Un giovane atleta, un minore che le era stato affidato, non si è presentato agli allenamenti. La famiglia ha provato a contattarlo, inutilmente, così è stata attivata la mia ambasciata. Ho fatto cercare presso l'infermeria, ma non risultano ricoverati corrispondenti alla sua descrizione. Così, ho provato a chiedere alla Sicurezza della Base, casomai il ragazzo si fosse trovato in qualche guaio... E' appena un adolescente, dopotutto. Ma qui, le risposte che ho ricevuto sono state... come dire? Ambigue."

Lamak si piegò verso di lei:

"Come ho detto prima, ci conosciamo da molti anni. Nessuno di noi ama l'ambiguità. Quindi le chiedo: ha notizie di Jorhom G'Hmontk?"

"Si"

Lamak la guardò sorpreso. Non si era veramente aspettato una ammissione, o almeno non così immediata da parte sua, pensò T'Lani, sorvegliando con cura la sua espressione per non far trapelare la soddisfazione per averlo colto di sorpresa. Lamak si appoggiò di nuovo sullo schienale della poltrona:

"Di che cosa è accusato?"

"Nulla"

"Perché viene trattenuto, allora?"

"E' stato liberato, non trattenuto. E' stato trovato legato e imbavagliato insieme al proprietario di uno dei negozi della Passeggiata, un ferengi di nome Kimmar."

Lamak assentì lievemente:

"So chi è Kimmar. Jorhom è ferito?"

"No"

"Posso vederlo? Avrà bisogno di assistenza dopo una vicenda traumatica come un sequestro di persona. A proposito, ci sono stati degli arresti?"

T'Lani assentì:

"Un cardassiano con cui Kimmar ha avuto scambi commerciali. Sicuramente ha dei complici, che la Sicurezza della Base non ha ancora individuato"

"E' per questo che Jorhom viene trattenuto? Per dare la possibilità alla Sicurezza di prendere i complici del cardassiano? Se è così, la mia ambasciata può proteggere il minore con altrettanta cura della vostra Sicurezza"

"Non è la mia Sicurezza, ambasciatore. Non ho nessuna autorità su di essa"

Lamak la fissò dritto negli occhi:

"Non le nasconderò, T'Lani, che trovo strana questa conversazione... La mossa più logica - da vulcaniana, direi - Sarebbe stata quella di riconsegnare subito il ragazzo ai suoi genitori, o all'allenatrice, o direttamente a noi dell'ambasciata. Dunque, deve esserci un'altra logica... E mi domando quale sia. Forse dovrei presentare una protesta formale? Non posso credere che la Federazione voglia rischiare una crisi diplomatica per non voler riconsegnare alla sua famiglia e alla sua gente un ragazzo che a quanto pare non è neanche accusato di nulla!"

"Jorhom non è vulcaniano e non segue le vie della logica - T'Lani sospirò - Si fa condizionare dalle emozioni. Nello specifico, si tratta di una forte emozione nei confronti di una ragazza appartenente ad una squadra avversaria, che a quanto pare... condivide le sue vedute. Volevano fuggire insieme"

Il volto di Lamak si rischiarò.

"Tutto qui? Si è fatto una ragazza?" - si mise a ridere.

"Una ragazza Klingon per la precisione."

"Oh... Beh, io sono l'ultima persona della Galassia a poter criticare. Ho sposato una betazoide, dopotutto. Ma Jorhom è pur sempre un minore ed i minori dovrebbero stare con le loro famiglie. Non crede anche lei? Dopotutto, gli amori adolescenziali spesso si consumano rapidamente"

"Non solo da adolescenti... Almeno tra le specie che si fanno guidare dalle emozioni"

"Innegabile. Ma comunque, il ragazzo non ha ancora l'età per lasciare la famiglia."

"Sempre che la famiglia lo rivoglia indietro"

Lamak corrugò la fronte:

"Ho sentito io stesso il padre e la madre di Jorhom. Erano preoccupatissimi. Perché non dovrebbero voler indietro il loro figlio?"

T'Lani non rispose. Si limitò a guardare fisso in volto l'ambasciatore romulano. L'uomo si morse le labbra:

"D'accordo - disse infine Lamak, alzandosi in piedi - Contatterò i genitori per dire loro che il figlio è vivo e sta bene. Sono sicuro che mi chiederanno di riportarlo a casa. E quindi, tornerò qui a presentare per vie ufficiali una richiesta formale di rilascio e riconsegna ai legittimi tutori del minore."

"L'attenderò qui" - T'Lani si alzò a sua volta. Il colloquio era finito.

Per il momento.





DS16 Gamma - Sala conferenze -01 novembre 2398, ore10:00





Le olocamere dei giornalisti illuminavano la sala come shrapnel su una trincea della prima guerra mondiale. Le domande e le proteste fioccavano da tutte le parti, fino a far perdere la testa. Claire Drillrush non capiva come il capitano Shran riuscisse ancora a stare in piedi di fronte a quel bombardamento. Il rumore era assordante, al punto che quasi non si distinguevano le domande le une dalle altre.

"Lei continua a dire che ci sono motivi di sicurezza..." - chiedeva uno.

"Non è possibile annullare i giochi! - proclamava un altro - Non a questo punto!"

"Non sono i giochi ad essere annullati! - si sgolava Shran - "Solo la cerimonia iniziale!"

Shran non aveva voluto che lei fosse al suo fianco in quel momento, come sarebbe stato teoricamente suo dovere di primo ufficiale. Le aveva detto il perché senza giri di parole, giusto prima di chiamare l'ammiraglio Maelstrom a bordo della USS White Tiger per anticipargli il contenuto della conferenza. Gli ufficiali al suo comando erano ancora giovani e con una carriera da fare. Lui voleva essere l'unico a perdere il posto.

Quindi era andato da solo ad affrontare i giornalisti, i giudici e i membri delle delegazioni. Claire, nonostante l'opposizione del capitano, era andata lo stesso in sala, trovando un posto non troppo lontano da quelli riservati alle delegazioni diplomatiche.

Una giornalista terrestre si girò a farle un cenno di saluto. L'aveva abbordata al bar un paio di giorni prima,presentandosi come Lara C, senza altre specificazioni. Claire le sorrise di rimando sperando di non far trapelare il suo nervosismo. Avrebbe dovuto evitarla uscendo dalla sala, altrimenti avrebbe cercato di farla parlare. Lei non poteva dirle che le squadre di sicurezza in quel momento stavano pattugliando ogni centimetro quadrato - non solo della sede che avrebbe dovuto accogliere la cerimonia iniziale, ma anche spogliatoi e alloggi di atleti, allenatori, accompagnatori e personale tecnico alla ricerca di esplosivo che non si trovava.

I cardassiani fermati, da parte loro, non avevano ancora fatto alcuna dichiarazione, confessione o altro. Claire non sapeva quale fosse il loro scopo, ma se si trattava di creare caos, allora c'erano pienamente riusciti, senza neanche disturbarsi a mettere l'esplosivo.

Avvertì del movimento alle sue spalle e si voltò in tempo per vedere l'ambasciatore romulano entrare nella sala, scuro in volto. Dette appena un'occhiata, per poi girarsi e tornare da dove era venuto.

La conferenza terminò. Shran ignorò le nuove domande che lo rincorsero fino alla porta, dove due agenti della sicurezza impedirono ai giornalisti di seguirlo.

Claire si alzò, cercando di muoversi altrettanto in fretta, ma una mano scura le si posò sul braccio:

"Ciao, caarissima! - la giornalista terrestre le rivolse il più candido dei suoi sorrisi. Parlava la lingua della Federazione con un accento strascicato, da America centro o meridionale - Che fai, scappi come il tuo capo?"

"Ciao, Lara. A me veramente sembra che il capitano Shran sia rimasto ad affrontare le vostre domande più che a sufficienza" - ribatté Claire, cercando di liberarsi.

"Vostre? Io non ne ho neanche fatte, per la verità - Lara C le si affiancò, ignorando il suo tentativo di guadagnare l'uscita - Più che quello che voleva o poteva dire il tuo povero capitano, mi interessava lo psicodramma dietro le quinte. Il presidente del collegio arbitrale sembrava sul punto di tirare fuori la bat'let e far fuori Shran sul posto... E scommetto che la Vorta gli avrebbe dato una mano, considerato quanto ha protestato per l'annullamento della cerimonia. Sembrava illividita! L'ho vista parlare fitto fitto con il suo vice durante tutta la conferenza. Non sai quanto pagherei per sapere quello che si dicevano!"

"Davvero?" - fece Claire fermandosi di botto.

La giornalista le scoccò un'occhiata indagatrice:

"Beh, naturalmente il mio network pagherebbe latinum sonanteper delle buone informazioni..."

Claire scosse la testa:

"Non sto parlando di questo. Le tue olocamere hanno inquadrato la Vorta mentre parlava?"

"Si, certo"

"Allora ho un modo per sapere che cosa ha detto. In cambio, non voglio denaro. Voglio che nei vostri servizi trattiate Shran con almeno un po' di rispetto. Non si merita di essere esposto al pubblico come se fosse tutto colpa sua!"

Lara parve pensarci un po' su, quindi assentì:

"D'accordo, affare fatto!"

"Bene. Allora, andiamo in infermeria"

Lara fu sorpresa, ma non fece commenti e la seguì.

Arrivarono in infermeria. Claire scartò gli infermieri che si presentarono e chiese direttamente del medico capo. Le fu detto che il dottor Sonx era occupato con la dose quotidiana di ketracel bianco da dare ai giovani Jem'Hadar della squadra. In sostituzione, le si presentò davanti un giovane andoriano:

"Dottor Nammo Ch'Idrani... Qual è il problema?"

"Sono il comandante Claire Drillrush. Voglio accedere al vostro sistema di ricostruzione olografica medica, se non è attualmente occupato"

Nammo si girò verso la postazione:

"Sembra sia libera... Ma perché le serve, comandante?"

"Tutte le sale olografiche sono naturalmente state modificate e approntate per i giochi... Altrimenti, userei una sala ologrammi"

"L'olografia medica serve solo a ricostruire anatomie, comandante - disse Nammo - Non può essere usata per moltoaltro!"

"Lo so, ma non ho bisogno di molto altro" - si girò verso Lara C, che aveva seguito lo scambio in silenzio:

"Puoi scaricare le riprese olografiche della conferenza in quella consolle?"

La donna sembrava piuttosto sconcertata, ma andò a collegare la sua olocamera alla consolle. In mezzo alla stanza comparve l'immagine di quella che era stata la sala conferenze fino a pochi minuti fa. Claire mandò avanti la registrazione, finché non si vide la figura della Vorta e del suo assistente. La selezionò, togliendo dalla olografia tutte le altre figure e la guardò parlare al suo assistente. Capì perché l'atteggiamento della Vorta avesse attirato l'attenzione della giornalista. Il dottore si avvicinò alle olografie:

"E' come se avesse paura... Ma di cosa? " - disse.

"La mia olocamera non è abbastanza potente - si strinse le spalle la giornalista - Non possiamo sentire quello che si stanno dicendo"

"Ma possiamo vederlo. Giusto, dottore? - riavvolse la registrazione ed inserì una applicazione. Prima di avviare, si rivolse alla giornalista:

"L'olografia può ricostruire il movimento delle labbra. Ovviamente, il movimento delle labbra corrisponde alla lingua usata... Quella che noi normalmente non sentiamo, grazie ai nostri traduttori universali. Ma possiamo ricostruire le parole usate dal movimento labiale e quindi passarle al nostro traduttore universale. La voce è una ricostruzione, quindi non corrisponderà all'originale... Ma le parole, si."

Premette un tasto. L'olografia ebbe un salto e perse definizione per un istante, ma poi si avviò:

"Questioni di sicurezza... - /diceva Conlon- Ed hanno annullato proprio la cerimonia, quando eravamo pronti ad agire! Non può essere una coincidenza! Dobbiamo rivedere i piani... Il Fondatore deve essere liberato, a tutti i costi!"