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USS SEATIGER - MISSIONE 10 RSS USS SEATIGER - Missione 10

10.05 "Patto con il diavolo"

di Droxine Carelli, Pubblicato il 30-09-2023


Pianeta Kegan, città di Kuala Sala ricevimenti - Palazzo del Governo
31/05/2398, ore 15:50 - D.S. 75410.03


Il primo ministro Kellig fece gli onori di casa e accolse il gruppo con cordialità.
Il viso da rettile non trasmetteva troppe emozioni, ma questo era dovuto più alle limitazioni dei muscoli facciali.
Era abbigliato con un abito scuro fittamente ricamato con fili d'oro. Abbastanza ricco per testimoniare il suo status, ma non abbastanza da ostentare opulenza.
Li fece accomodare in una piccola sala ricevimenti. Questa era intima ma con sufficiente spazio per accomodare tutti.
Anena ne approfittò per ammirare il mobilio. Il tavolo a cui si stavano sedendo era riccamente intarsiato e lucidato, ma non abbastanza da risultare eccessivo. Quadri di paesaggi ameni adornavano le pareti.
Complessivamente tutto molto di buon gusto. Niente dimostrazioni di forza o di grandezza.
In linguaggio non verbale, la stanza - come pure i loro ospiti - cercavano di mettere a loro agio gli ospiti. Il che era di per sé un tentativo di manipolazione.

*Ben fatto.* approvò.

Condivise a bassa voce le sue riflessioni con il capitano.
Kenar annuì prendendone atto.

Quando si furono tutti seduti il primo ministro si alzò rivolto ai suoi ospiti. Dietro di lui rimaneva una piccola rappresentanza dello staff. Kenar non dubitava che tra di loro fosse mescolato personale della sicurezza. Nel complesso comunque si rimaneva in un buon equilibrio di "ci fidiamo, ma non siamo stupidi".

"Signori. Vi rinnovo ancora i ringraziamenti per il vostro intervento. Miei e, per estensione, di tutto il popolo. Detto questo non vorrei annoiarvi troppo con discorsi istituzionali. Noi politici siamo noiosi per natura e ce ne rendiamo perfettamente conto."

*E siamo sempre pronti ad indurre simpatia ai nostri interlocutori.* pensò Anena.
"Naturalmente sarete nostri graditi ospiti fin quanto vorrete rimanere. Non posso però trattenere la mia curiosità e non posso fare a meno di chiedervi cosa vi porti in questa sperduta regione di spazio."

Arjan prese parola.
"La ringrazio per l'accoglienza, primo ministro. È molto gradita. In realtà siamo capitati qua per caso. È possibile che abbiate sentito parlare di noi. Siamo dispersi in questa regione di spazio da molto tempo ormai. Il nostro principale obiettivo è tornare a casa."

Arjan distese i palmi delle mani in un gesto di apertura.
"Nel frattempo, primo ministro, non nascondo che ci sono state delle... vicissitudini con l'Impero. Non conosciamo i vostri rapporti con loro. Non vorremmo provocarvi dei guai."

Il volto Kellig si fece greve, per quanto il volto del rettile ne fu in grado.
"La ringrazio per la sua onestà. La ricambierò."

Li guardò per un lungo momento, poi attivò qualcosa.
La stanza fu attraversata da un lampo di luce.
T'Kar ed Anna erano già seduti a metà, allarmati. Ma il primo ministro fece un gesto rassicurante.

"Mi prego di non allarmarvi! Questo serve solo per avere una certa privacy."
Fece un cenno con la testa al suo entourage. Questi sembravano bloccati nella posizione in cui si trovavano al momento del lampo. Anche i due uomini della sicurezza della Seatiger lo erano. Gli ufficiali invece non erano stati influenzati.
"I miei colleghi ed i vostri si trovano in una sorta di stasi. In questo stato non saranno consapevoli fino a quando non disattiverò il dispositivo che sta provocando il campo. Gli unici esclusi siete voi ed io. Al termine dell'effetto ricorderanno confusamente solo una noiosissima riunione."

Arjan riacquistò la propria compostezza.
"È un dispositivo ben ingegnoso..."

Kellig afferrò la domanda insita nei puntini di sospensione.
"E troppo avanzata per la tecnologia locale."

Kenar lascio che un silenzio spingesse l'altro a rivelare di più. Ebbe successo.
"Infatti non proviene da questa regione di spazio. In effetti nemmeno da questo universo. Ma dal vostro."

Tutti i federali al tavolo lo guardarono con intensità.
"E dal mio."

Arjan lo fissò.
"Questo è sicuramente inaspettato, primo ministro."
"Lo credo bene. Ma temo di doverla sorprendere ben di più. Ora, signori, farò qualcosa che non mancherà di allarmarvi. Raccomando a tutti di non perdere la calma. Non siete soggetti a nessuna minaccia."

Poi la figura prese a mutare.
I tratti rettiloidi di fusero e di ricomposero in una figura umanoide, con tratti appena abbozzati, di una consistenza gelatinosa.

In un palazzo vicino
Contemporaneamente...


Treena si stiracchiò soddisfatta nel letto. Guardò Raz che si rivestiva.
"Te ne vai già?"

L'interpellato si stava infilando i pantaloni saltellando su una gamba sola.
"Il tuo tono mi lusinga, amore. Ma la ribellione non va avanti da sola..."

Treena emise un gorgoglio gutturale di rimpianto.
"Ci sentiremo presto. Tienimi informato su tutto. Specie sui nuovi ospiti di tuo marito. Quella nave mi fa gola, ma non vorrei che fosse un boccone troppo indigesto."

Treena si distese di nuovo sul letto.
"Avrai mie notizie, come al solito."
Raz uscì.

Treena si stiracchiò e rimase a fissare per un po' il soffitto.
Poi la sua forma tremolò per poi ricompattarsi in una grossa goccia gelatinosa.
Non c'era niente da fare, rifletté. Gli amplessi in forma kegan la rendevano sempre nostalgica. Poi aveva voglia di tornare ad una forma neutra.
Quanto le mancava il Grande Legame...

USS Seatiger, da qualche parte
Contemporaneamente...


La figura era strettamente legata, bendata ed imbavagliata. A nulla erano serviti i tentativi di liberarsi.
Non riusciva nemmeno a capire dove si trovasse. O come avesse fatto ad arrivarci. Aveva ripreso i sensi solo poco prima. Tentò di chiamare aiuto ma riuscì ad emettere solo un mugugno strozzato.
Nessuno sentì.

Pianeta Kegan, città di Kuala Sala ricevimenti - Palazzo del Governo
Contemporaneamente...


Arjan non poté fare a meno di enunciare l'ovvio.
"Lei è un Fondatore! "
"Corretto, Capitano."

Kellig lasciò ai suoi ospiti qualche secondo per riprendersi dallo shock.
Rimase fermo seduto ad osservarli, conscio di dover apparire il meno pericoloso possibile.

"Credo che vi debba qualche spiegazione, primo ministro. Se lei è il primo ministro."
"Lo sono. Regolarmente eletto. Non le devo spiegazioni, ma gliele darò di mia volontà."

Fece una pausa. Un po' teatrale, pensò Anena.

"Durante quella che voi federali chiamate la 'guerra del dominio' io ed i miei compagni fummo inviati attraverso il portale spaziale dei profeti con una missione di infiltrazione. Come tanti altri. Era l'avanzata finale. La fotta era composta da oltre 2800 navi. Il colpo finale che avrebbe posto fine alla guerra. Ma non arrivammo mai a destinazione. Durante il viaggio fummo sbalzati fuori dal tunnel. Ci trovammo in questo universo. Tuttora non conosciamo le cause."

Arjan ricordò la fine della prima fase della guerra del dominio. Se la flotta fosse riuscita a passare avrebbero sicuramente vinto. L'alleanza Federazione-Klingon non sarebbe mai riuscita a respingerla. Invece scomparve nel nulla.
Opera dei Profeti, probabilmente. L'operato di quelle entità rimaneva misterioso. Questo significava che Kellig era lì da circa 24 anni.

Il mutaforma continuò.
"Prima di continuare voglio fare una premessa. La mia razza, per difendersi dalle persecuzioni dei non-cambianti ha imparato a difendersi con il segreto ed il sotterfugio. È il nostro modo di lottare. Noi agiamo nell'ombra. Ci infiltriamo e combattiamo il nemico dall'interno. Al contrario con voi io adesso mi porrò completamente a nudo. Questo va contro ogni mio istinto, lo capisce?"

Il capitano della Seatiger annuì.
"Lo faccio, Capitano, perché penso che la collaborazione sia la miglior via. E conoscendo la Federazione credo che l'inganno abbia minori possibilità di successo di una franca mano aperta."

Arjan annuì ancora.
"Continui."
"Prima, capitano mi accordi un favore. Se lei è qua di fronte a me, a capo di una nave federale senza essere Vorta o Jem'Hadar significa che la guerra non è andata bene. Non per il dominio."

Arjan pensò alla storia recente. Per un momento considerò l'idea di mentire. La scartò.

"Dopo la scomparsa dell'armata di cui faceva parte, la guerra ha subito una battuta di arresto. Per poi riprendere peggiore di prima. Avreste vinto se non fosse per uno stratagemma di cui c'è ben poco di cui andare fieri. La Federazione è riuscita ad infettare il Grande Legame. Questo ci ha permesso se non di vincere almeno di fermare la guerra."

Per la prima volta il primo ministro mostrò un'emozione genuina. L'intera figura sembrò ribollire. T'Kar ed Anna si tesero di nuovo.

"Il Grande Legame è..?"
"Salvo, crediamo. Dopo la fine della guerra abbiamo sviluppato una cura. Crediamo che il danno sia stato riparato. Ma questo non giustifica la bassezza dell'atto. Come vede nemmeno la Federazione è del tutto scevra di empietà."

La figura gelatinosa si ricompose.
Ci volle un po' prima che ritornasse a parlare.

"È stata un'azione senza dubbio sconsiderata e terribile. Ma avete voluto riparare senza averne reale vantaggio. Anzi, contro il vostro interesse. È qualcosa. Me la farò bastare. Diciamo che la guerra tira fuori sempre il peggio degli esseri senzienti. Di qualsiasi forma o natura."

Arjan ed il suo staff si rilassarono di nuovo. La tempesta sembrava essere passata.

"Bene capitano. Andiamo avanti. Una volta arrivati la nostra nave non era in condizioni di proseguire. Eravamo convinti che se il tunnel spaziale ci aveva depositati qui, qui avesse le maggiori probabilità di ricomparire. Non avevamo torto. Talvolta ci arrivavano notizie della manifestazione del portale. Ma non siamo mai riusciti a raggiungerlo. Decidemmo che dovevamo raccogliere più dati possibile. Quindi trovammo questo pianeta che era sull'orlo di una crisi economica grave. Non fu difficile dare un ultimo colpetto. Dopodiché, come è nella nostra natura, abbiamo preso il controllo politico. Non è stato difficile. Non per noi. È stato necessario instaurare un regime piuttosto repressivo, ma questo è stato soprattutto per impedire che questa società implodesse."
A queste rivelazioni Arjan indurì lo sguardo, ma non disse nulla.

"Naturalmente ci aspettavamo una nascita di un movimento di resistenza. Per cui lo abbiamo avviato noi stessi... controllando così entrambe le fazioni. I cosiddetti 'Pirati Solkar'. Ci servono come valvola di sfogo. Il popolo li idealizza... ma in realtà ci servono esattamente come il governo che presiedo. Il miglior modo di vincere un gioco è sedere ad entrambi i lati del tavolo. Abbiamo però scelto questa pittoresca soluzione anche per una altro motivo: i pirati depredano le navi per finanziarsi. A noi interessano i dati che esse contengono. Mappe, rilevazioni, scansioni, tutto. Queste servono per alimentare un database che abbiamo faticosamente strutturato in tutti questi anni.
Siamo vicini a determinare il luogo ed il momento in cui provocare l'apertura del tunnel spaziale che ci riporterà a casa. Ma ci manca la nave con la tecnologia adatta. E qui entrate in gioco voi."

Arjan sospirò.
"Capisco."
"Capitano, capisco cosa sta pensando. Come questo sia a tutti gli effetti dal suo punto di vista un patto con il diavolo. Ma io non mi considero tale. Non lo porterò come giustificativo morale, ma la civiltà su questo pianeta sarebbe crollata, senza di noi. "
"Si sarebbero rialzati. Ed avrebbero imparato qualcosa nel farlo. E vogliamo parlare di tutte le navi depredate in questi anni?"
"Capitano, come ho detto non stavo accampando attenuanti morali. Avevamo i nostri obiettivi da perseguire e lo avremmo fatto in ogni caso. Ma credo fermamente che non abbiamo avuto un'influenza poi così negativa su Kegan. Il resto è filosofia."

Arjan fissò per un po' i lineamenti molli del suo interlocutore. Sentiva la tensione dei suoi compagni. Giustamente tenuta a freno per lasciare a lui il ruolo di comando.
"Bene. Lasciamo da parte per il momento quella che lei chiama 'filosofia'. Posso chiedere quanti siete?"
"Certamente, capitano. Questa è probabilmente l'informazione tatticamente più interessante. Cionondimeno lo rivelerò. Spero che questo le dia la misura di quanto tengo a questo accordo."

Arjan annuì. *Posto che tu dica la verità...*
"Siamo in tre. Oltre me avete già conosciuto Treena. Lei si occupa di tenere sotto controllo il capo dei ribelli. Un sempliciotto imbarazzante. Non ha idea di cosa ci siamo dovuti inventare per riuscire a non catturarlo. Ma è molto carismatico e manipolabile."

Kellig accennò al governatore bloccato in stasi dietro di lui.
"Il povero Sonag qui non sarebbe contento di saperlo... "
"Ed il terzo?"
"Il terzo, capitano, si trova sulla sua nave."

Arjan sentì distintamente un ansito provenire da Anna. T'Kar ed Anena furono più controllati.
"Si rilassi, capitano. Non è una minaccia. È un'assicurazione. Non conosciamo né lei né il suo equipaggio. Del resto ha ammesso anche lei che la Federazione ha un lato oscuro. In breve, per quanto vogliamo accordarvi fiducia, non siamo stupidi. Il nostro compagno ha sicuramente sostituito uno dei suoi. Un ufficiale. Ma stia tranquillo. Aveva ordine di rendere solo inoffensivo chi avrebbe sostituito. Nessun danno."
"E se decidessi di rifiutare? "
"Allora potrà andarsene. E noi proseguiremo con le nostre ricerche in autonomia. Qualora però decidesse di interferire con noi, in quel caso sì. Il nostro compagno infiltrato agirebbe."

Anna non riuscì a rimanere ulteriormente in silenzio ed esplose, ignorando l'occhiataccia di T'Kar.
"Siamo sicuri che non sia un bluff? Esisterà questo fantomatico terzo agente? Ho controllato personalmente. Se ne è andato lo stesso numero di individui che è arrivato."
"Era in stato di unione con Treena. Una volta a bordo si è scisso ed è andato per la sua strada. È una tattica ben collaudata. La usiamo da anni per impadronirci delle navi."

Arjan riprese parola, sorvolando l'intervento non richiesto di Anna.
"Perché non farlo anche questa volta?"
"Era il piano originale. Ho deciso di cambiarlo quando mi sono reso conto di chi siete e da dove venite. Treena non era d'accordo, ma ho insistito. Il motivo lo ho già detto: la nave non vale un decimo di quanto vale completa di un equipaggio motivato. Per avere successo avremo bisogno l'uno degli altri. Insieme torneremo a casa. Ne sono convinto. Lo può considerare un atto di fede."
"Però lei tiene il mio equipaggio in ostaggio."
"E lei me. Questo ci porrebbe in uno stupido stallo che non porterebbe a nulla di costruttivo. Ma collaborando..."

Kellig controllò qualcosa dall'apparecchio che teneva bloccati quasi tutti i presenti.
"Ora, capitano, le chiedo di prendere una decisione. È vero che questo ingegnoso ninnolo chi ha procurato del tempo per parlare con la dovuta privacy, ma fuori di questa stanza il tempo scorre ed alla fine qualcuno finirà per disturbarci. Mi dica, accetterà una mano tesa?"