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USS SEATIGER - MISSIONE 07 RSS USS SEATIGER - Missione 07

07.02 "Viaggi nella mente"

di Symon Bruce, Pubblicato il 11-09-2020

***FLASHBACK***
Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Arjian Kenar Geran
08/07/2397, ore 15:40


Il corpo non rispondeva a nessuna sollecitazione.
Eppure la sua testa rimbombava di rumori.
Una serie infinita di stimoli rimbombavano vertiginosamente nella mente di Arjian.
Sapeva di essere al comando di una nave.
Era perfettamente cosciente di essere in uno stato semi vegetativo.
Quello lo spaventava al punto di terrorizzarlo.
Ma non aveva mai varcato quella soglia.
Glielo impediva qualcosa di potente, così radicato in lui da essere quasi indistruttibile.
Un senso del dovere prima di ogni altra cosa che gli impediva di lasciarsi andare alla disperazione.
Kenar, il simbionte, continuava a sollecitare il corpo di Arjian.
Gli sottoponeva a moto ininterrotto concetti di filosofia, trattati diplomatici e motivetti lirici.
Suoni, parole, termini che Arjian comprendeva.
Che conosceva da sempre.
Ma che in quel momento faticava a mettere a fuoco.
Come faceva fatica a dar ordine al suo corpo di svegliarsi e riprendere in mano la situazione che stava degenerando.



***FLASHBACK***
Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Dewey Finn
08/07/2397, ore 15:41


Dewey non aveva idea di dove si trovasse.
Probabilmente in qualche sogno particolarmente strano e complicato.
Qualche ricordo sfocato qua e là lo collocava sul ponte di una nave, in plancia a dar ordini a centinaia di uomini.
Un altro sogno.
Si vedeva impegnato a distruggere quasi un intero sistema solare con un solo colpo.
Una cosa impossibile ed irrealizzabile.
Non era mai stato un ufficiale di plancia.
Non aveva mai realmente preso seriamente quella vita.
Lui amava suonare.
Di quello era certo.
Non si ricordava nessuno titolo dei suoi brani, ma ricordava ogni accordo ed ogni assolo...
Il suo era un rock & roll.
La sua mente era in pieno rock & roll.
Percepiva soltanto rumori e un fortissimo mal di testa.
Niente altro.
Tranne un sogno che non sembrava mai iniziare e nemmeno finire.
Ma non aveva assunto le tinte fosche di un incubo.
Dewey Finn sorrise... o credé fermamente di farlo.



***FLASHBACK***
Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Tholos del Clan Rashan
08/07/2397, ore 15:42


Non stava ricordando nulla di dove fosse e perché fosse lì.
Non aveva per niente idea di essere un ufficiale della Flotta Stellare.
Tutto quello che ricordava in quel momento era il suo nome: Tholos.
Si rammentava vagamente di aver avuto una moglie.
Sentiva soltanto un dolore cupo, sordo, intenso e sanguinoso.
Una sofferenza interna, non fisica.
Un senso di perdita tremendo, tenuto soffocato per troppo tempo.
Gli mancava la figlia Jakal.
Non sapeva dove fosse lei.
Non sapeva dove fosse lui.
Sapeva solo di essere un buon padre.
Ma sapeva anche di essere un pessimo padre.
Lui non era con lei.
Lei non era con lui.
Come poteva proteggerla ed aiutarla a crescere se erano così lontani?
L'angoscia lo attanagliava.
La forza d'animo ed il pensiero della figlia combattevano contro quell'angoscia.
Chi avrebbe vinto?



***FLASHBACK***
Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Droxine Carelli
08/07/2397, ore 15:43


Non ricordava più il suo nome.
Non sapeva dov'era, ma era cosciente di essere assolutamente sola.
La cosa la atterriva
Per una,come lei, amante dello stare in compagnia, rimanere in un limbo completamente in solitudine era terrificante.
Quell'angoscia le stava dando palpitazioni, agitazione e nervosismo.
Mentalmente stava prendendo le forme di un enorme basilisco, pronto ad avvolgerla e stritolarla nelle sue spire.
Come mai avrebbe potuto il piccolo Pippi, il suo serpente muschiato rigelliano, affrontare una bestia di tal genere ed uscirne vincitore?



***FLASHBACK***
Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Tkar
08/07/2397, ore 15:44


Era incosciente.
Una cosa logica.
Non rammentava il proprio nome.
Una cosa illogica.
Ricordava il proprio ruolo a bordo della nave.
Logico.
Ma non ricordava cosa comportassero le proprie mansioni.
Illogico.
Poteva proiettare mentalmente tutte le mosse dell'antica arte marziale dello Suus Mahna.
Ricordava a menadito un elenco di oltre cento erbe aromatiche, molte delle quali Andoriane.
Rammentava come molti dei titoli della sua collezione di libri cartacei.
Avrebbe potuto dibattere di filosofia platonica senza problema alcuno.
Eppure non ricordava il proprio nome e non sapeva come liberarsi da quella stasi in cui era stato imprigionato.
Illogico.



Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Anna Maria Calvi
08/07/2397, ore 15:45


Anna ricordava il suo nome.
Aveva presente anche quello della persona cui era più legata ultimamente: Anena.
Non sapeva il perché, ma ricordava che fra lei e lui vi era una forte unione.
Rammentava addirittura che l'avesse presentato alla propria famiglia nelle terre del Chianti, ma lì i ricordi si facevano più sfumati e sfocati.
Forse perché stava dormendo... o è quello che il suo inconscio le stava suggerendo.
Un sogno strano, un incubo privo di immagini.
Solo la sensazione di stare dormendo, senza nulla attorno tranne qualche rumore ripetitivo.
Non sapeva dove si trovasse.
Sulla Terra, su una nave o altrove.
Si rendeva conto di essere sdraiata supina e di non potersi muovere.
Era una cosa potenzialmente agghiacciante, ma la sua mente stava alacremente lavorando su altre concezioni.
Era l'unica in quello stato?
Vi erano altri in quella sua situazione?
Anena stava bene?
I suoi a casa stavano bene?
Cosa poteva fare lei per proteggerli?
Come si poteva svegliare?
Doveva concentrarsi.
Aveva bisogno della sua musica rock
Doveva trovare un motivetto talmente conosciuto e forte da farla svegliare da quello stato catatonico.



Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Symon Bruce
08/07/2397, ore 15:46


Non sapeva dov'era.
Non ricordava chi era.
Percepiva, non era nemmeno lui in grado di dire come, di non essere cosciente.
Eppure non riusciva a concentrarsi.
C'era qualcosa che lo disturbava.
Una serie di rumori, costanti, indecifrabili, ma ripetuti.
Provava fastidio... disagio...
Le pulsazioni aumentavano di pari passo alla sua agitazione, se fosse stato sveglio e cosciente sarebbe sbottato in qualche gesto rabbioso o in qualche atteggiamento aggressivo ed urticante all'altrui sensibilità.
Non ricordava chi fosse e dove si trovasse, ma si ricordava che quella che stava sperimentando era una forma di intolleranza acustica chiamata misofonia.
Non sapeva nemmeno come poteva aver memorizzato un termine così peculiare.
Però aveva nel novero delle nozioni apprese quella che prevedeva uno stretto collegamento fra la misofonia ed altri disturbi mentali come il disturbo ossessivo compulsivo, la depressione, l'ansia o anomalie alimentari.
Una vampata improvvisa di caldo, fece andare in completa sudorazione Symon.
Era letteralmente madido di sudore, come se si fosse fatto un bagno.
Cos'era un bagno?
Non se lo ricordava e non sapeva nemmeno come mai le sue sinapsi avessero fatto quel parallelismo, però si ricordava perfettamente come la sudorazione fosse un fenomeno fisiologico perfettamente normale e che gli organismi terrestri producessero abitualmente circa mezzo litro di sudore al giorno.
Non si ricordava come diavolo si chiamasse lui, ma sapeva tutto relativamente alla sudorazione: provocata da temperature elevate, sforzo fisico, stress emotivo, ma anche senza alcun motivo evidente.
In quel preciso momento, Symon sentiva di poter espellere più di due litri all'ora
Continuando di tal passo sarebbe andato in iperidrosi.
Come cavolo si poteva ricordare quel termine.
Dall'iperidrosi alla disidratazione il passo, lo sapeva, era brevissimo.
Una serie improvvisa di brividi di freddo aveva cambiato di colpo la situazione.
Per Symon fu come passare da un deserto tropicale ai ghiacciai di Andoria.
Anche in quel caso non aveva idea di cosa fosse Andoria e cosa fosse un deserto.
Quella poca sensibilità agli arti sapeva però essere dipendente dalla cattiva circolazione correlata all'ipersensibilità al freddo che stava percependo in quel momento.
Era perfettamente cosciente come i problemi circolatori potessero essere concausa importante nel percepire quel freddo intenso.
In particolare, una specifica condizione circolatoria terrestre chiamata malattia di Raynaud, rientrava fra quelle caratterizzate da un restringimento episodico dei vasi sanguigni, in grado di far apparire le dita delle mani e dei piedi pallide e sempre più fredde rispetto al resto del corpo.
Quell'amnesia, continua e parziale del suo subconscio, stava mandando in confusione mentale Symon.
Il disagio e l'agitazione stavano aumentando in maniera esponenziale...
Presto o tardi si sarebbero tramutate in delirio.
Come poteva lui saperlo?
Come faceva a conoscere che la confusione che provava non era altro che un disturbo acuto, spesso reversibile, dell'attenzione, delle sue capacità cognitive e del proprio livello di coscienza?
Come poteva sapere che lo stato confusionale era generalmente conseguenza non solo di una malattia sottostante derivante da complicanze mediche, ma che potesse derivare dall'assunzione errata di particolari farmaci o sostanze psicoattive o causale ingestione di tossine?
Non lo sapeva...
Aveva dei ricordi sfocati, come quella specie di uomo, imbellettato da donna, che si era palesato sul suo letto...
Un bel ragazzo, forse, ma fuori dai canoni che lui sentiva di covare nel proprio io più interiore.
Come faceva a dirlo?
Non ricordava come si chiamasse né dove si trovasse, come faceva ad escludere che quello fosse il suo compagno di vita?
Forse perché l'aveva chiamato dottore.
Era lui un dottore?
E quello un suo paziente?
Com'era possibile?
Era l'altro seduto sul suo letto, non viceversa.
Che ci fossero state delle anomalie così forti a carico dei suoi neurotrasmettitori?
A lui piacevano le donne... beh di quelle si ricordava ancora.
Quindi quell'individuo, non era il suo compagno.
Era un medico come lui stesso era stato chiamato?
Poco probabile... sennò l'avrebbe curato...
A parte che l'ultimo medico di cui avesse qualche ricordo si chiamava come un pazzo che trecento anni prima si vantava di poter parlare agli animali e che questi fossero in grado di parlargli.
Do... do... doremi... NO! Quello no...
Dol... dol... dolomi... NO! Quelle no...
Dolittle!!
Ecco! Qualcosa si ricordava...
No, ma quello era un inetto... qualunque cosa gli fosse successa, Dolittle non l'avrebbe salvato.
Aveva dei ricordi sfocati, ma non lo riteneva all'altezza.
Come faceva a fare quella considerazione, non era in grado di spiegarselo.
All'improvviso vide una creatura angelica.
Non che credesse agli angeli od altre entità
Non sapeva come, ma si ricordava di aver letto qualcosa sull'aspetto esteriore degli angeli...
Quello aveva all'incirca una ventina d'anni...
Biondo coi capelli mossi lunghi sino alle spalle... dagli occhi azzurri come un mare tropicale e due labbra carnose e ben disegnate...
Era vestito di bianco.
Ma non era una tunica angelica.
Sembrava più una divisa.
Una divisa da infermiere.
FOTA!
Symon quasi esplose quel nome.
Charlie Fota Kennedy: giovanissimo infermiere proveniente dalla USS Magellan e suo assoluto pupillo per affinità mentali, intellettuali e bellezza fisica.
Ora ricordava.
Lui era un medico.
Un dottore.
L'individuo che l'aveva svegliato, l'aveva chiamato Symon.
Doveva partire da quello.
Doveva difendere i suoi pensieri.
Doveva proteggere il ricordo di Fota a qualunque costo.
Doveva salvarsi e salvarlo.



Uss Seatiger - Hangar navette
Jason "Skon" Queen
08/07/2397, ore 15:47


Si trovava in stasi.
Asserzione logica, dipendente dal fatto che non riuscisse né a svegliarsi, né a muoversi, ma che ricordasse pienamente nome, grado e funzione a bordo della USS Seatiger.
Era in uno stato di incoscienza indotta.
Altra affermazione del tutto logica.
Qualcosa stava tentando di entrargli nel cervello.
Se Jason fosse un Vulcan tipico, avrebbe avuto nel novero delle sue nozioni mentali una seria infinita di trucchi di meditazione in grado di elevare barriere all'intrusione in atto.
Ma lui aveva sempre preferito combattere a meditare.
L'unico appiglio che poteva aiutarlo a difendere il proprio io era la sua ampia padronanza del gioco terrestre degli scacchi.
Chiunque fosse il suo avversario stava giocando una partita a scacchi con lui e con tutti gli altri a bordo.
Era perfettamente logico che, in quella situazione di catalessi, vi fosse l'intera collettività dell'equipaggio e non soltanto lui in quanto Vulcan.
Jason doveva reagire a quella partita, partendo da una posizione difficile... il proprio avversario gli aveva già dato scacco e si stava preparando per dargli scacco matto.



Uss Seatiger - Infermeria
08/07/2397, ore 15.48


=^=Rilevo una serie di allarmi alle celle di stasi. Non ess...=^=
Sguardo omicida di Anena nei confronti del MOE
=^=Riformulo, essendo solamente un medico olografico di emergenza, non so definire l'entità del problema=^=
Imprecazione klingon da parte di Anena.
Occhi al cielo da parte del MOE.