Nessun Dorma










USS SEATIGER

presenta


USS SEATIGER

Nessun Dorma

Missione 07






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS SEATIGER,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS SEATIGER, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2021



www.starfleetitaly.it | USS SEATIGER








Equipaggio

Capitano Capitano Arjian Kenar Geran

Capo Operazioni Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan

Capo Sicurezza Tenente Anna Maria Calvi

Consigliere Guardiamarina Anena Lawtoein

Ingegnere Capo Tenente Comandante Droxine Carelli

Capitano
Arjian Kenar Geran
Capitano

Tenente Comandante
Tholos del Clan Rashan
Capo Operazioni

Tenente
Anna Maria Calvi
Capo Sicurezza

Guardiamarina
Anena Lawtoein
Consigliere

Tenente Comandante
Droxine Carelli
Ingegnere Capo

Primo Ufficiale Comandante Dewey Finn

Ufficiale Medico Capo Tenente Symon Bruce

Ufficiale Scientifico Capo Tenente Jason "Skon" Queen

Ufficiale Tattico Tenente Comandante Tkar

Comandante
Dewey Finn
Primo Ufficiale

Tenente
Symon Bruce
Ufficiale Medico Capo

Tenente
Jason "Skon" Queen
Ufficiale Scientifico Capo

Tenente Comandante
Tkar
Ufficiale Tattico


USS SEATIGER

Autori

Capitano
Arjian Kenar Geran
Michele Congia

Capo Operazioni
Tholos del Clan Rashan
Fabrizio Calandri

Capo Sicurezza
Anna Maria Calvi
Monica Miodini

Consigliere
Anena Lawtoein
Martina Tognon

Ingegnere Capo
Droxine Carelli
Massimiliano Badi

Primo Ufficiale
Dewey Finn
Franco Carretti

Ufficiale Medico Capo
Symon Bruce
Valentino Schiavetti

Ufficiale Scientifico Capo
Jason "Skon" Queen
Patrizia Mutto

Ufficiale Tattico
Tkar
Silvia Brunati






Sommario


Sinossi
07.00 - L'importanza della memoria
07.01 - Solo nella folla
07.02 - Viaggi nella mente
07.03 - L'incubo
07.04 - L'importanza del legame
07.05 - La cavia
07.06 - Chi ha paura di dormire?
07.07 - Aiutaci tutti
07.08 - Nessun dorma
07.09 - Sword and Sorcery
07.10 - UNO l'esploratore
07.11 - La fine di un sogno

Sinossi

Nessun Dorma



07.00 - L'importanza della memoria

Autore: Tenente Anna Maria Calvi

Uss Seatiger - Ufficio Capo Sicurezza
07/07/2397 - ore 22,10


La giornata stava per giungere al termine, ed era stata densa di emozioni, oltre che d'intenso lavoro. Il Capitano Kenar l'aveva convocata nel suo ufficio e lì, insieme al Comandante T'Kar, le aveva comunicato che le avrebbe affidato la guida della Sezione Sicurezza al posto del vulcaniano, il quale come Tattico, aveva già anche troppe incombenze. E adesso, a fine turno, era la prima volta, da quando era stata promossa, che il Tenente Calvi poteva sedersi alla scrivania del Capo Sicurezza. Per intenderci, non che ci fosse mai stata seduta, ma sempre dall'altra parte, per ricevere ordini o discutere col superiore di turno su eventuali migliorie da apportare alla Sezione.

Visto da questa prospettiva l'ufficio sembrava più grande, come le responsabilità che erano aumentate proporzionalmente.

Guardò il monitor del computer alla sua sinistra, fece per attivarlo, ma ritrasse la mano, conscia che quel semplice gesto rendeva reale, alla sua mente, l'inaspettata promozione conferitegli da Kenar.

Non riusciva a capire se, per lei, questo rappresentasse un premio per la dedizione e passione che metteva nel suo lavoro o, al contrario, un ostacolo a ciò che più le piaceva fare, in altre parole le operazioni sul campo!

Era così presa da questi pensieri che l'ingresso, come il solito, appariscente e rumoroso del Consigliere la fece sobbalzare sulla sedia.

"Anna, che ci fai ancora lì seduta? Dobbiamo festeggiare il tuo nuovo incarico!" Disse Anena entrando in una nuvola di colori e profumi cui ormai Anna si era abituata.

"Accidenti Anena, mi hai preso di sprovvista e la cosa non mi piace!"

"Questo perché io non sono una minaccia per te e con me, il tuo sesto senso non funziona. " disse sedendosi sull'angolo della scrivania alla destra di Anna. "Ho organizzato una serata all'insegna della spensieratezza e del divertimento, perché d'ora in poi avrai poco tempo per entrambe le cose."

Inerpicato sulla scrivania, le gambe accavallate ricoperte da un paio di pantaloni viola iniziò ad agitare uno dei piedi in aria. Nervosamente attendeva la reazione di Anna. Ogni saltello del piede faceva vibrare tutti i pizzi della camicia, candida e aperta sul petto ricoperto di glitter.

"Sei abbacinante."

"Sono meraviglioso. Quindi? Annina lo sai che ti voglio un bene dell'anima ma, ragazza mia, devi imparare a divertirti."

"Sono appena stata promossa capo sezione. Non sono certa che sia esattamente quello che ci si aspetta da me una notte spesa a gozzovigliare."

Anena saltò giù dal tavolo elegante per andare a piazzarsi alle spalle del nuovo Capo della Sicurezza. Si abbassò per abbracciarla posando la guancia contro la sua.

"Ti prego ti prego ti prego..."

"Anena..."

"Dai, fallo per me! Ti giuro che non sarà niente di eccessivo. Ti prometto di comportarmi bene. Non andrò a caccia, sarò tutto a tua disposizione. Ci beviamo qualcosa, gustiamo qualcosa che di solito non mangi ... impara a peccare un pochino ... e poi quello che vuoi. Un'oloproiezione, un concerto, un'avventura olografica... qualunque cosa tu voglia, prometto. Però tutto questo può succedere solo se esci da qui dentro!"

Anna assaporò con avidità il piacere che il contatto fisico tra di loro le procurava: Anena era un'esperienza olfattiva, oltre che visiva, che andava assaporato poco alla volta se non volevi fartene travolgere e adesso era completamente avvolta dalle spire dell'amico. Non le restò altro da fare che arrendersi alla sua volontà, cercando comunque di mettere dei paletti, perché ben conosceva il concetto di serata tranquilla per lui!

"Ok, vada per la cena. È tardi e non ho ancora mangiato nulla."

"Evvivaaa!!" urlò raggiante il Consigliere staccandosi da lei e prendendole una mano per aiutarla galantemente ad alzarsi. "Prima però passiamo dal tuo alloggio."

"Perché scusa?" chiese Anna perplessa.

"Mia cara, che domanda, per aggiustare un po' il tuo aspetto. Non vorrai mica venire alla tua festa conciata così?" disse Anena squadrandola dalla testa ai piedi con aria disgustata.

"Guarda che io mi trovo bene con la divisa e..." Anna cercò di ribattere, ma Anena non la lasciò finire.

"Sì anche col pigiama ci si sta comodi, ma non ti permetterò di mortificare il mio outfit! Forza andiamo." disse trascinando fuori dall'Ufficio la recalcitrante amica.

"Ehi! Dove mi porti? Il mio alloggio è dall'alta parte!" Anna quasi si fermò, costringendo Anena ad aumentare la forza con cui la tirava.

"Senti, so già cosa contiene il tuo guardaroba: niente! A parte quel vestitino rosso, che modestamente ti ho regalato io."

"E cos'ha che non va? Mi veste molto bene, stando a quello che mi hanno detto alcuni membri dell'equipaggio!" rispose piccata Anna.

"Appunto. Te l'hanno già visto miliardi di volte. Per fortuna abbiamo una corporatura simile e ho già in mente qualcosa da prestarti che ti farà brillare, non come me ovviamente, ma almeno non stoneremo vicini!" e girandosi le fece il suo più bel sorriso a trentadue denti.

*Ecco, ora sono in trappola!Una bambola da vestire e truccare a suo piacimento!* pensò Anna, ma sotto sotto, non vedeva l'ora di scoprire come l'amico l'avrebbe trasformata.
Nessuno diede loro realmente bada lungo i corridoi della nave, erano abituati a vederli girovagare insieme. All'inizio le illazioni si erano sprecate. Semplicemente perché Anena era Anena. Nessuno in realtà capiva come potesse essere possibile un qualsiasi tipo di rapporto che andasse oltre il cameratismo tra colleghi, alla superficiale conoscenza che portava a serate folli e allegre.

Poi c'era da considerare anche la controparte, che non per niente era un ufficiale della Sicurezza. Quelli erano noti per essere i più marziali tra tutti loro della Flotta, come potevano andare d'accordo, nessuno lo capiva. Molti non volevano nemmeno capirlo in realtà e questa era una cosa che faceva imbestialire Anna. Non rimpiangeva nemmeno per un istante essersi avvicinata a quell'uomo, quasi...
"Vieni Annina, ho pensato a questo per te."

Non si era nemmeno resa conto di essere arrivata nell'alloggio del Consigliere.

"Anena..."

Era letteralmente senza fiato.

Dall'armadio era uscito un meraviglioso completo. Pantaloni palazzo in una calda tonalità di marrone abbinati a una camicetta rossa, sbracciata. Lo scollo non era ampio, meno male la conosceva abbastanza, tutto contornato da piccoli cristalli bianchi che, pregò sinceramente, essere pietre senza valore.

Mentre con una mano Anena reggeva gli abiti, con l'altra teneva sollevato il suo necessaire per il trucco.

"No... il trucco no, non se ne parla."

Lo osservò mettere il broncio. Lo odiava quando si comportava così. Sembrava un bambino che fa i capricci, eppure lei intuiva quanto ci fosse dietro quel broncio. In primis il terrore di un rifiuto.

Alzò le mani in segno di resa.

"Okay okay."

"Non te ne pentirai, Annina."

Quindici minuti scarsi e la fece alzare e girare verso l'enorme specchio a parete che fino a quel momento era stato alle sue spalle.

Ma era lei? i pantaloni le scivolavano addosso stretti in vita, allargandosi talmente tanto da sembrare quasi una gonna, senza esserlo. La camicetta, nonostante non fosse provocante come quella di Anena, metteva in risalto la linea del collo e la serie di pietre sembrava illuminarle il viso.

Il trucco poi le faceva apparire gli occhi immensi sulla pelle chiara.

Rimase senza fiato già così.

Anena si mise al suo fianco, gli outfit si compensavano tra loro ed erano perfettamente intonati come colori.

Le posò le mani sulle braccia, stando leggermente dietro di lei.

"Sono un artista. Ci manca poco che tu risplenda più di me. Sarebbe quasi inaccettabile, se non fosse che sei un'opera d'arte."

Il tono era stranamente serio, troppo serio per lui, al punto che Anna si voltò di scatto per capire meglio, ma niente. Ecco un altro di quei momenti in cui lo odiava e per i quali stava ancora lì a farsi imbellettare, quei rari momenti in cui cascava tutto il mascherone che indossava e riusciva per una frazione infinitesimale a percepirlo davvero.

Ripreso il controllo, Anena le porse il braccio con un gesto fin troppo accentuato.

"Andiamo ad abbagliare un po' di gente?"



Uss Seatiger - Bar di Prua
07/07/2397 - ore 22.50


Anna e Anena avevano trovato un tavolo esattamente al centro della sala, con vista a 360° su tutti gli altri tavoli. L'esigenza di Anena di mettersi in mostra lo portava a occupare sempre il centro del palcoscenico, qualunque esso fosse, anche se, sapendo quanto la cosa infastidisse l'amica, aveva mantenuto un comportamento assolutamente irreprensibile. Si era occupato lui della scelta del menu, tutti piatti estremamente ricchi di sapori e con impiattamenti che erano opere d'arte: una delizia sia per gli occhi sia per il palato.
Anna, abituata a una dieta molto salutista, fu travolta da questa esplosione di sapori e odori e dovette ammettere che tuffarsi nel mondo di Anena era davvero piacevole: certo, andava preso a piccole dosi, altrimenti c'era il rischio di non uscirne più, ma si chiese se sarebbe stato poi così brutto restarci imprigionati in quel mondo!
Sorrise tra sé, mentre trangugiava avidamente una forchettata della torta ai tre cioccolati che terminava la loro cena, e non si accorse che il suo sguardo era intento a guardare il Tenente Quinn, seduto in un angolo in disparte della sala.
"Che hai da sorridere?" chiese Anena, poi seguendo la direzione del suo sguardo disse "Ahah!! Birichina!"
"Che? Che cosa intendi?" rispose Anna senza capire al momento l'allusione dell'amico.
"Ho visto come guardi Quinn. Ammetti che ti fionderesti su di lui, come hai fatto con quella torta!" disse puntandole contro la forchetta da dessert come un'arma.
"Tu sei pazzo! " rispose Anna con una nota d'indignazione nella voce. "Stavo solo osservando quanto sia maledettamente in forma!" disse. I due si guardarono negli occhi, per un istante seri, poi scoppiarono a ridere all'unisono così forte, da attirare gli sguardi dei presenti su di loro, mentre Quinn alzò leggermente il sopracciglio destro, curioso di sapere quale strana unione si era instaurata tra due persone così diverse tra loro.

Con un'ultima forchettata Anena terminò il dolce, poi con volto angelico strizzò l'occhio.
"Devo mantenere fede alla mia promessa di concedermi a te, oppure hai intenzione di andare a caccia per conto tuo?"
Le guance di Anna virarono pericolosamente al porpora, sia per la libertà con cui lui affrontava quei discorsi sia per tutta una serie d'immagini che si erano accese come lampi nel cervello. Non che fosse eccessivamente pudica, ma lui era davvero troppo esplicito in alcuni momenti.
Accortosi dell'imbarazzo suscitato Anena, stava cambiando espressione in modo brusco. Stava per chiudersi di nuovo a riccio. Non sopportava di vederlo chiudersi.
"Non se ne parla, caro mio. Non puoi illudere così una ragazza e poi tirarti indietro. Sei già stufo di fare le cose a modo mio?"
"Ma che dici? Non ho mai det... - si fermò quando la vide sogghignare - ...stai scherzando. Mi hai preso in giro!"
"Solo in parte. Non ho intenzione di andare in caccia ora, come non avevo intenzione di farlo prima. Quali erano le proposte per il dopo cena?"
Vestendo l'espressione di un banditore d'aste, alzando un dito alla volta, elencò tutte le proposte che le aveva fatto per quella serata.
"Primo: un'oloproiezione. - su l'indice - Due: un concerto - su il medio - Tre: un'avventura olografica - su l'anulare - Quattro: qualunque cosa tu voglia - su il mignolo."
Iniziò ad agitarle le dita davanti al viso.
"Faccia la sua scelta, signora."
Il Tenente Rooney della Sezione Ingegneria, seduto con altri ufficiali al tavolo proprio davanti in linea d'aria a quello di Quinn e che, probabilmente mal interpretandole, aveva intercettato le occhiate di Anna verso l'ufficiale vulcaniano,apparve al limite del loro campo visivo.
"Buonasera, mi domandavo se aveste piacere di venire a bere qualcosa al nostro tavolo."
La domanda era chiaramente diretta solo ad Anna, giacché tutta l'attenzione dell'uomo era diretta a lei, ignorando del fatto la presenza di Anena.
"Grazie per il gentilissimo invito ma credo che mi prenderò l'opzione mignolo."
Davanti alla perplessità dell'altro sorrise afferrando il dito che rappresentava l'opzione quattro di Anena, la cui mano era rimasta appesa in aria come se il tempo per lui si fosse congelato. Da quel momento non gli rivolse più nemmeno uno sguardo.
"Non capisco..."
"Non si preoccupi, è normale. Le spiego. Il Consigliere, per festeggiare la mia promozione, mi ha permesso di scegliere tra quattro possibilità per il dopo cena. Sono tutte veramente interessanti, devo ammetterlo. La quarta m'intriga più delle altre."
"Beh, se avete già dei programmi, magari possiamo unirci a voi per quest'opzione quattro."
Quel voi era scivolato pesante fuori dalle labbra dell'uomo. Si vedeva che faceva chiaramente fatica a includerlo nella conversazione.

"La quattro dà a me la scelta, è un piccolo extra rispetto alle idee del Consigliere. Credo proprio sceglierò quella sì."
Anena passava con lo sguardo dall'uno all'altra con attenzione. Rooney guardava Anna, Anna guardava lui e lui guardava entrambi loro.
"Basta organizzarsi. Dove ci si diverte in sei, - disse riferendosi alla sua tavolata - ci si diverte anche in otto."
"La ringrazio, ma devo declinare l'invito. Per certe cose sono una tradizionalista e il Consigliere ha promesso di concedersi a me per tutta la serata."
Detto questo, si alzò trascinando con sé un Anena perplesso, con il mignolo infilato agganciato al suo indice.



Uss Seatiger - Sala ologrammi 3
07/07/2397 - ore 23,20


Anna stava armeggiando con i comandi della sala ologrammi da qualche minuto, doveva apportare qualche piccola modifica al suo programma e non essendo il suo campo, ci impiegava un po', tanto più che aveva dietro le spalle una voce che continuava a chiedere "Hai finito? Ma cosa vuoi fare? Avevi detto no a un'oloproiezione! Perché siamo qui?"Lei cercava di ignorare quella voce petulante, provando a concentrarsi su quello che doveva fare.

"Ecco. Ho finito. Dai vieni!" e prendendogli la mano gli fece varcare la soglia e si ritrovarono su di un viale acciottolato, che portava all'entrata di una casa in stile rustico, tutta rivestita di mattoncini rossi, con uno splendido porticato davanti, le cui colonne erano ricoperte di rigogliose piante rampicanti. La casa era adagiata su di un lieve pendio e già dalla loro posizione, si poteva intravvedere il panorama dietro, formato da dolci colline baciate dal sole che tramontava. Avvicinandosi all'ingresso, i loro passi disturbarono un gatto siamese che dormiva su di un dondolo in vimini posto sotto il portico di fianco alla porta: Questi si stirò facendosi le unghie sul cuscino su cui dormiva e guardò con fastidio i due esseri che avevano disturbato il suo sonno. Anna allungò una mano per farsi riconoscere: il gatto la annusò leggero e riconosciutola, si strofinò contro, rimettendosi poi immediatamente a dormire. Anena si guardava intorno, meravigliato dalla natura da cui era circondata la casa, sicuramente antica ma curata nei minimi dettagli per armonizzarsi con l'esterno. Si respiravano pace e serenità.

"Che bel posto! Ma dove siamo?"

"È la nostra casa di famiglia: è sulla Terra nella regione del Chianti, se ci torneremo, ti ci porto!" rispose Anna suonando il campanello accanto alla porta. Da dentro la casa si sentivano provenire voci e risate di diverse persone, riunite per festeggiare qualcosa e dopo alcuni secondi la porta fu aperta da una Signora sull'ottantina, non molto alta di statura e leggermente sovrappeso, i capelli candidi raccolti in uno chignon morbido e un sorriso accogliente sul volto, che divenne ancora più ampio quando vide chi è che suonava alla porta.

"Anna! Che sorpresa!" disse l'anziana donna allargando le braccia per ricevere l'abbraccio di Anna che non aveva esitato nel lanciarsi nel caro abbraccio.

"Mamma! Non sai quanto mi sei mancata!" Anena rimase due passi dietro per lasciare all'amica la giusta intimità che il momento richiedeva. Quando le due donne si sciolsero dall'abbraccio, fece un passo avanti, lasciando che Anna lo presentasse.

"Anena, questa è mia madre Silvia e lui, mamma, è il mio più caro amico!" Silvia prese immediatamente Anena sottobraccio e lo fece accomodare in un enorme zona giorno, dove a quanto pareva, l'intera famiglia Calvi era riunita a festeggiare. Il padre di Anna quasi si commosse vedendo la figlia e dopo averla stritolata in un caldo abbraccio, la allontanò per guardarla meglio." Fatti vedere: c'è qualcosa di diverso in te. Sei più bella del solito!" Anena di fianco gongolò in silenzio, conscio del perfetto lavoro di trucco che aveva svolto su di lei. Voleva dire qualcosa, ma furono travolti dai quattro fratelli di Anna e da un nugolo di bambini urlanti, probabilmente i loro figli e passò le due ore seguenti rispondendo alle mille curiosità della famiglia, bevendo e ridendo degli aneddoti che a turno i fratelli raccontavano, facendo a gara per mettere in imbarazzo Anna nei confronti dell'amico, mentre lei, accoccolata sul divano tra le braccia della madre, osservava compiaciuta la scena. Quando finalmente riuscirono a uscire e ad accomiatarsi dalla famiglia Calvi e si ritrovarono soli sul vialetto illuminato da una rifulgente luna piena, Anna si fermò un momento a guardare la casa dove aveva passato, non molto tempo, ma quel poco le aveva lasciato segni indelebili e sospirò malinconica. Anena la abbracciò, cingendole le spalle da dietro e le sfiorò la guancia con un lieve bacio.

"Sei triste adesso?"

"Un po'! Sai mi manca la mia famiglia, però quando hai detto che potevo fare qualunque cosa io volessi, ho pensato che l'unica cosa che davvero volevo era festeggiare questo momento con la mia famiglia ...e con te!" quindi si girò e ricambiò l'abbraccio e gli sussurrò all'orecchio "Grazie Anena, è stata una magnifica serata!"



USS Seatiger - Alloggio Consigliere Lawtoein
08/07/2397 - ore 7.30


Anena si svegliò prima del suono della sveglia. Si stirò voluttuoso e si mise a sedere, ripensando alla piacevole serata appena trascorsa. Il tempo passato con la famiglia di Anna lo aveva fatto sentire stranamente bene, in pace con se stesso e accettato per quello che era, senza pregiudizi. Sapeva che era solo un programma olografico ma, era certo che se fossero riusciti a tornare a casa, sarebbe stato accolto così dalla famiglia Calvi!

Si alzò quindi con un bel sorriso sulle labbra e si preparò per la giornata, senza provare il solito disgusto per la misera divisa che doveva indossare. Dopo una buona mezz'oretta, passata a truccarsi, in maniera sobria per i suoi standard, Anena decise che l'immagine che gli restituiva lo specchio era perfetta ed era quindi pronto a uscire.

Non appena ebbe però varcato la soglia del suo alloggio e fatto qualche passo in direzione del turbo ascensore più vicino, quella bella sensazione di benessere svanì all'improvviso, lasciando posto a un qualcosa d'indefinito, come se ci fosse qualcosa fuori posto, ma che non riusciva a decifrare.

Si fermò davanti al turbo ascensore senza incontrare nessuno, e dopo pochi attimi, le porte del suo passaggio per la plancia, si aprirono per lasciarlo entrare. Fu quando salì sull'ascensore vuoto che capì che quello che gli sembrava strano, era proprio il fatto che non ci fosse nessuno in giro. Certo aveva percorso pochi metri, ma era l'orario del cambio turno, e di solito i corridoi erano pieni di giovani ufficiali che si affrettavano per raggiungere le loro postazioni o che tornavano, stanchi ai loro alloggi.

*Bah.. sarà una coincidenza!* pensò il Consigliere.



Uss Seatiger - Plancia
08/07/2397 - ore 8.05


Lawtoein arrivato in plancia si fermò sconcertato sulla soglia: tutti gli ufficiali del turno di notte erano riversi sulle loro postazioni, immobili. Il Consigliere fu quasi colto dal panico, temendo che i suoi colleghi potessero essere tutti morti. Si avvicinò allora alla postazione più vicina a lui, dove una giovane guardiamarina, di cui non ricordava il nome, era riversa sul pannello delle comunicazioni. Delicatamente le posò due dita sul collo a cercare le pulsazioni: subito avvertì il leggero pulsare che denotava che la vita era presente in quell'esile corpo. Tranquillizatosi fece la stessa operazione con altri due ufficiali.

"Per fortuna stanno solo dormendo, o qualcosa di simile!" disse ad alta voce, come per rassicurarsi che almeno lui fosse sveglio.

"Consigliere a Capitano!" disse attivando il comunicatore e sperando di ricevere una qualche risposta.

Niente.

"Dottor Bruce, mi sente?"

Niente, neanche stavolta.

"Computer voglio comunicare con tutta la nave.." disse Lawtoein sperando di usare la procedura corretta, infondo lui era un Consigliere, non un ufficiale di plancia!

La voce atona del computer gli rispose =^= Proceda pure =^=

"Qui parla il Consigliere Lawtoein: se qualcuno è in grado di sentire questo messaggio è pregato di rispondere immediatamente." Sperando che il tono della sua voce non trasmettesse la preoccupazione che in realtà provava.

Aspettò qualche minuto e poi ripeté il messaggio, senza ottenere risposta.

"Computer, sai dirmi se qualcuno su questa nave è sveglio, oltre a me?"

=^=Non rilevo nessun tipo di movimento su tutti i ponti della nave=^=

"Andiamo bene!" disse Anena " e adesso cosa faccio?" voleva provare a svegliare qualcuno degli ufficiali in plancia, ma temeva di poter causare dei danni. Decise quindi che il primo che avrebbe provato a svegliare sarebbe stato il Dottor Bruce e uscì di gran carriera dalla plancia diretto all'alloggio del medico.



Uss Seatiger - Alloggio di Symon Bruce
08/07/2397 - ore 8.15


Il Consigliere per entrare era dovuto ricorrere al teletrasporto, perché non avendo i codici di sblocco delle porte, il computer non ne aveva voluto sapere di farlo entrare nell'alloggio del Dottore dalla porta.

Symon dormiva apparentemente tranquillo nel suo letto: Anena si avvicinò e cominciò a chiamarlo, senza ottenere risposta.

Si sedette sul bordo del letto e iniziò a scuoterlo delicatamente, ma niente il dottore non si svegliava. Esasperato, lo prese per le spalle e cominciò a scrollarlo con forza urlando il suo nome "SYMON SVEGLIATI!"

Dopo qualche secondo di quella cura, Bruce aprì gli occhi e, quasi infastidito, disse:

"Che modi sono questi di svegliare qualcuno! E poi: lei chi è?E cosa ci fa sul mio letto?"

"Accidenti Symon, l'equipaggio è tutto in catalessi ed io sono l'unico che per qualche motivo non ha subito gli influssi di qualunque cosa sia stata a causare questa situazione, e qualcosa è stata, credimi, perché non c'è niente di naturale in tutto ciò. E quindi scusami se sono stato un po' violento nel cercare di svegliare l'unico che forse è in grado di capirci qualcosa e di aiutarmi a svegliare tutti senza ucciderli!" disse tutto di un fiato il Consigliere, sollevato di poter finalmente parlare con qualcuno!

Il Dottore lo guardò stranito, come se non capisse.

"Symon, stai Bene?" chiese Anena accorgendosi dell'espressione stranita sul volto di Bruce.

"Non ne sono sicuro. Come mi ha chiamato?"

"Symon. Perché come dovrei chiamarti?" rispose allarmato il Consigliere.

"A dire il vero non lo so. Io non mi ricordo né di lei né di cosa ci faccia su di una nave e soprattutto non so chi io sia!"


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07.01 - Solo nella folla

Autore: Tenente Comandante Droxine Carelli

Uss Seatiger, Alloggio di Symon Bruce
08/07/2397, ore 8.20


Anena rimase a bocca aperta. Posa che si affrettò a correggere perché le palpebre del medico avevano iniziato a calare di nuovo.

"Aspettiaspettiaspetti! Cosa significa che non sa chi sono io??"
Le palpebre di Bruce tremolarono un po' e si riaprirono.
"mmm... e tu chi sei?"
"Anena! Sono il consigliere Lawtoein! Symon, ti prego, cerca di ricordarti..."
Ma gli occhi di Bruce si chiusero di nuovo.

Anena soffocò un'imprecazione. Non riusciva a tenerlo sveglio. Ed anche se ci fosse riuscito? Sembrava avere la memoria completamente ripulita.
Erano tutti così? E lui era veramente l'unico sveglio?
Si alzò in piedi.
"Computer? Verifica i segni vitali dell'equipaggio tranne il consigliere. Sono tutti addormentati?"
=^=Affermativo. Tutti i membri dell'equipaggio determinati dai parametri di ricerca stabiliti si trovano in stato di torpore.=^=
"Escludendo il dottor Bruce dai parametri di ricerca quando è avvenuto l'ultimo evento legato ad un membro dell'equipaggio sveglio?"
=^=L'ultimo evento si è verificato alle 5.32=^=
*Meno di tre ore fa.*
"Esamina ancora i segni vitali dell'equipaggio. Ce ne sono che possano indicare sofferenza? Come soffocamento o simili?"
=^=Negativo=^=
"Ci sono membri dell'equipaggio morti nelle ultime tre ore?"
=^=Negativo. Attenzione: questa è una stima e potrebbe non corrispondere a realtà.=^=
*Mi accontento...*
"Computer? È possibile tentare il risveglio forzato di tutti i membri dell'equipaggio? Ad esempio con un segnale sonoro attraverso l'intercom?"
=^=Affermativo.=^=
"Allora fallo."
=^=Accesso negato.=^=
Anena frenò un gesto di stizza.

"Computer, come rilevato l'intero equipaggio in stato inattivo tranne me. Questo fa di me il membro dell'equipaggio più alto in grado. Giusto?"
=^=Negativo: i membri dell'equipaggio si trovano in stato di torpore, non sono inabili.=^=
"Stupida, stupida macchina..." Bofonchiò.
"Computer, la nave si trova in stato di emergenza medica. Verificare."
=^=Impossibile eseguire. L'emergenza medica può essere stabilita solo dall'ufficiale medico in capo o facente funzioni.=^=
Anena guardò sconsolato Bruce.
"Non credo proprio..."

Iniziò a camminare nervosamente per l'alloggio di Bruce.
"Facente funzioni... facente funzioni..."
Schioccò le dita.
"Computer, teletrasporto di emergenza in infermeria. Aggancia me ed il dottor Bruce."
Le due figure sfavillarono per un attimo. Per materializzarsi nell'infermeria della Seatiger. Bruce già convenientemente sistemato su di un lettino medico.

"Attivare medico olografico di emergenza."
Una figura poco capelluta apparve dal nulla.
"Precisare la natura dell'emergenza medica."
"Ci può scommettere che c'è un'emergenza medica! Tutto l'equipaggio eccetto me è addormentato. Ho provato a svegliare il signor Bruce qui, ma ha aperto gli occhi solo per pochi secondi e, da quello che ha detto, sembra aver perso la memoria."
Il MOE si rivolse al paziente. Operò alcuni scanner medici.
Poi si rivolse di nuovo ad un trepidante Anena.
"Quindi?"
"Sta dormendo." Disse l'ologramma seraficamente.
"Grazie tante! Questa diagnosi ero in grado di farla anche io!"
"Intendo che il paziente è in stato di sonno profondo, ma non presenta attività rem. Rilevo comunque un'anomala attività sinaptica. Per questo e per l'amnesia devo fare analisi più approfondite. Ma al momento l'unica cosa che posso dire per certo è che 'sta dormendo', appunto..."
"Ma quando si sveglieranno?"
"Non ci sono indicazioni che lo faranno."

Anena si mise le mani sui fianchi in una posa autoritaria.
"Ho bisogno che convinca il computer a darmi, almeno in parte, accesso ai comandi. In quanto unico medico attivo sulla nave può dichiarare un'emergenza medica? Forse così mi permetterà di accedere ad alcuni sistemi."
"Assolutamente no. Sono solo un ologramma. Non ho certo poteri operativi."
Anena sospirò sconsolato.

"Cosa succederà se l'equipaggio dovesse rimanere in questo stato?"
"A breve termine il problema è principalmente fornire sostentamento. L'acqua sarà la cosa più urgente. A lungo termine avremo un calo di tono muscolare e tutte le patologie legate ad una prolungata inattività."
"Mi dice come faccio a 'fornire sostentamento' all'intero equipaggio della nave da solo?!"
"Ed io cosa ne so? Sono un dottore, non un esperto di logistica!"
Anena sparò l'imprecazione klingon che si teneva di scorta per le grandi occasioni.

La situazione lo stava esasperando. Lui lavorava con la gente. Indirizzava, plasmava. Ed ammettiamolo, talvolta poteva essere un tantino manipolatorio...
Invece ora si trovava in un incubo di duranio semovente con solo delle IA con cui interagire. Non era nel suo ambiente.
*Perché non poteva essere Dro? Lei avrebbe saputo cosa fare. Le macchine vengono a mangiarle dalle mani.*
Anena prese un respiro profondo per calmarsi.
*Ed allora va bene. Si parte con l'operazione 'Cosa Farebbe Droxine'.*
Si rivolse al MOE.
"Dottore, abbiamo circa cento persone a bordo. Tra quando inizierebbero a morire se lasciate a sé stesse?"
"Non c'è una regola precisa. L'equipaggio è in gran parte umano ma ci sono ci sono molte razze che ne fanno parte. Il problema principale rimane l'acqua. Per la maggior parte di loro inizieranno ad andare in sofferenza dopo un giorno. Forse di più visto che nello stato in cui sono hanno un metabolismo rallentato."
"Lei può intervenire per supportarli?"
"Io posso operare solo ove ci sia presente un emettitore olografico. Quindi no."
"Se li teletrasportassimo in infermeria?"
"Lo spazio è limitato."
"Ed a turno? Teletrasportiamo quanti ne possiamo processare qui e poi li trasportiamo di nuovo via una volta finito."
"Prevedo che servano circa 30 minuti a soggetto, a cui va aggiunto il tempo necessario per i collegamenti e per i miei controlli. Assumendo di nutrirli almeno due volte al giorno significa che l'infermeria dovrebbe ospitarne circa 2-3 ogni dato momento. Abbiamo quattro letti in infermeria più altri dieci nel reparto di trattamento principale. Fattibile ma..."
"'Ma' cosa?"
"I pazienti potrebbero venir monitorati solo dai sensori interni della nave. Non sono certo scanner medici. Inoltre io posso occuparmi di un solo paziente alla volta. Posso collegarne uno e passare al prossimo mentre quello viene trattato in un ciclo infinito. Stimando cinque minuti a paziente occuperebbe il 60% del mio tempo. Tempo che non potrei utilizzare per condurre ricerche sul problema. Infine questi teletrasporti reiterati potrebbero avere effetti deleteri sui pazienti per non parlare sulle scorte energetiche della nave."
"Non può creare altre istanze di sé stesso?"
"No, la mia matrice olografica può essere trasferita ma non duplicata."
"Capisco... e se li mettessimo in stasi?"
"Non ci sono abbastanza capsule di stasi sulla nave."
"Potrebbe costruirne altre?"
"Sono un medico, non un ing..."
"Termini quella frase e troverà i fotoni di cui è composto in viaggio verso la stella più vicina."
Il MOE chiuse la bocca. Per poi riaprirla subito.
"In ogni caso non lo raccomanderei. Non sappiamo cosa stia avvenendo ai pazienti. Trattamenti drastici come un campo di stasi potrebbero avere conseguenze non prevedibili."
*Rifletti Anena, rifletti. Cosa farebbe Droxine? Droxine costruirebbe una macchina.*
"Potrebbe progettare un sistema di supporto vitale individuale?"
"Non posso risponderle a causa della precedente minaccia."
Anena sbuffò.
"Computer? Abbiamo nei nostri archivi un sistema di supporto vitale individuale personalizzabile?"
=^=Affermativo. Sono presenti 72 progetti e varianti.=^=
"Bene! Serve un sistema di supporto che possa essere posizionato automaticamente tramite teletrasporto. Deve essere autonomo. I pazienti devono poter essere posizionati e collegati sempre tramite teletrasporto. Deve essere dotato di scanner medici accessibili dall'infermeria."
=^=Nessun riscontro con i parametri indicati.=^=
"Ricercare il parametro mancante più comune."
=^=Mancanza fonte di energia integrata a lungo termine.=^=
"È possibile collegarli alle fonti di energia degli alloggi?"
=^=Negativo. Impossibile operare un collegamento della fonte energetica esterna tramite posizionamento con teletrasporto.=^=
"E manualmente?"
=^=Affermativo. Un progetto trovato.=^=
"Ma è improponibile. Dovrei teletrasportarmi in tutti gli alloggi, e non è che sia abilissimo nel bricolage. È possibile collegarli in serie tra loro se li posizioniamo tutti nello stesso ambiente? In modo che possano alimentarsi a vicenda?"
=^=Affermativo.=^=
"Esiste un luogo che possa contenere l'intero equipaggio completo di unità di supporto e che disponga di adeguate fonti di energia?"
=^=Affermativo. Lo hangar navette è idoneo.=^=

Anena si rivolse al MOE.
"Bene, il piano è questo: il computer utilizzerà i replicatori di ingegneria e le teletrasporterà in posizione. Dovrebbero essere abbastanza grandi per farlo. Io collegherò solo alcuni giunti di potenza. Lei teletrasporterà l'equipaggio nelle varie unità e le terrà sotto controllo remotamente, aiutandosi con il computer. In caso di emergenza potrà teletrasportare chi ha problemi in infermeria e trattarlo di persona. Cosa ne dice? Ho dimenticato nulla?"
Il MOE applaudì.
"Complimenti per l'inventiva. Solo una cosa: collegare le unità in serie potrebbe essere pericoloso: basta che se ne guasti una perché tutte quelle a valle di essa si blocchino. Meglio un collegamento a rete."
"Se crede che sia possibile ne discuta con il computer. Basta che non debba collegare centinaia di cavi. Io nel frattempo..."
Fu interrotto dall'allarme rosso.

"Computer!? Cosa succede?"
=^=Allarme collisione.=^=
Anena realizzò. Dopo tanto tempo a bordo di una nave stellare era un grado di avvertire se questa era in movimento o meno. Ma lo notava appena. E la Seatiger era in curvatura.
*Sono a bordo di una nave stellare sparata nello spazio a velocità superluminari E NON C'È NESSUNO AL TIMONE! E la cosa non mi è minimamente passata per la testa. Stupido, stupido Anena!*
"Computer! Arresto completo!"
Suono di errore.
=^=Accesso negato. Il guardiamarina Lawtoein non è autorizzato all'ordine impartito.=^=
Imprecazione klingon.
"Teletrasporto di emergenza in plancia!"
Suono di errore.
=^=Negativo. Il teletrasporto verso la plancia è interdetto durante l'allarme rosso.=^=
Imprecazione klingon. Anena scattò verso il turboascensore più vicino ripromettendosi di ampliare il proprio vocabolario di parolacce klingon.



Uss Seatiger, Plancia
08/07/2397, ore 8.45


Un affannato consigliere oltrepassò le porte del turboascensore come una palla di cannone e calò sulla postazione del timoniere. Scostò senza troppe cerimonie il timoniere del turno di notte (un tal Jack Borges se non andava errato) ed attivò la consolle. Che dopo il periodo di inattività era andata il blocco e gli richiese la password. Di Borges. La sua login naturalmente sarebbe stata rifiutata.
*Borges... Borges... non era quel tipo che adorava pescare salmoni in Montana?*
Provò salmon, Salmon e Salmon123 e la consolle lo bloccò per un minuto per i troppi tentativi errati.

"Computer! Quanto tempo all'impatto?"
=^=Non stabilibile. La nave entrerà in contatto con la fotosfera tra nove minuti e sedici secondi.=^=
"Fotosfera? Stiamo per scontrarci con un sole?"
=^=Affermativo.=^=
*Pensa Anena pensa... Ma Borges non aveva una figlia sedicenne?*
"Computer. Accedi alle informazioni anagrafiche del tenente Jack Borges. Nome e data di nascita di eventuali figli."
=^=Una sola figlia. Arianna Borges. Nata in data 24 Agosto 2381.=^=

Inserì arianna, Arianna, Arianna2381. Bloccato di nuovo.
Poi provò Arianna81. Nulla. Arianna81+. Accesso consentito.

*Sia ringraziata l'(in)sicurezza informatica della nave. Quando lo racconterò a Droxine...*
La consolle di navigazione si aprì davanti a lui. Con tutti i suoi menù. Troppi menù. Anena scavò nella memoria. Era passato molto tempo dai tempi dell'accademia. Molto più tempo se consideriamo anche il gap temporale a cui era stato sottoposto. Ed era molto più complicato della console di navigazione di una navetta.
Indugiò con le mani a sfiorare la superficie lucida. Non aveva tempo di sbagliare.

"Computer. Richiesta proveniente dalla consolle di navigazione di plancia. Imposta la procedura si arresto completo sotto forma di wizard visivo."
Nell'interfaccia di navigazione apparvero subito delle etichette sui vari menù con le istruzioni da eseguire in sequenza.
Poco dopo Anena avvertì sotto i piedi il leggero tremolio che segnava l'uscita dalla curvatura della nave. L'allarme rosso si disattivò.
Il consigliere si appoggiò alla spalliera della sedia con un sospiro. Si passò le mani sulla faccia trovandole striate di trucco.
*Devo avere un aspetto orribile...*

"Computer. Stato della nave?"
=^=La nave è in stato di deriva in accelerazione. Tutti i sistemi operativi. =^=
"Ok... un attimo. Perché stiamo accelerando? Stiamo cadendo nel sole?"
=^=Negativo. Campo gravitazionale solare trascurabile. La nave è stata catturata nel pozzo gravitazionale del sesto pianeta in ordine di distanza media orbitale dal sole relativo al sistema solare all'interno del quale la nave sta stazionando. Classificazione pianeta: J=^=
Ad Anena ci volle qualche secondo per disassemblare la risposta del computer.

"Ma che probabilità c'erano di uscire di curvatura proprio qui?! Accanto ad un gigante gassoso?"
=^=0.00549%=^=
Si mangiò l'imprecazione klingon di cui sopra ma solo perché odiava essere ripetitivo.
Prese qualche secondo per calmarsi.

"Computer, o computer delle mie brame... potresti gentilmente, con lo stesso metodo utilizzato per suggerire la procedura di arresto totale, tracciare una rotta che ci porti a distanza di sicurezza da qualsiasi schifosissimo corpo celeste che si trovi nelle vicinanze? Grazie."
La consolle di navigazione si animò ed il consigliare si mise al lavoro.



Uss Seatiger - Hangar navette
08/07/2397, ore 15.30


Anena agganciò l'ultimo giunto di potenza e guardò soddisfatto il suo capolavoro.
Le unità di supporto vitale erano ordinatamente disposte in file. Tutte operative. L'equipaggio dormiva pacificamente al loro interno, tranne alcuni che il dottore aveva preferito tenere vicini in infermeria, sia perché avevano bisogno di cure particolare che a scopo di studio.
Si strinse il ponte del naso e strizzò gli occhi. Era stanco, spossato sia fisicamente che emotivamente. Aveva bisogno di riposo e, sopra ogni cosa, di una doccia.
No. Quello di cui aveva bisogno era un bagno rilassante con sali e candele profumate. Ma si sarebbe fatto bastare una doccia.
Ma prima...
Individuò il lettino su cui era sdraiata Anna. La guardò teneramente. Sembrava così serena...
Estrasse un pennarello le tracciò dei baffi sulle labbra. Mustacchi. Chiuse il cappuccio del pennarello guardò il suo capolavoro. Poi estrasse di nuovo il cappuccio e tracciò anche degli occhiali.

*Guardiamarina Lawtoein! Cosa sta facendo? Le sembra un comportamento consono nella presente situazione di emergenza?? Mi scusi signore! Ordine del consigliere, signore! Si tratta di una terapia per scaricare la tensione, signore!*
Sorrise di nuovo e scosse la testa. Diavolo quanto si sentiva solo...
*Una bella doccia dissolverà questi foschi pensieri. E nulla in cielo od in terra mi impedirà...*
=^=Medico olografico di emergenza a consigliere Lawtoein.=^=
Anena sospirò.
"Qui Lawtoein. Mi dica, dottore. Ma badi bene: voglio solo buone notizie."
Un attimo di pausa da parte del dottore.
=^=Le unità di supporto funzionano bene.=^=

Pausa.
"E...?"
=^=È meglio se viene qua.=^=



Uss Seatiger - Infermeria
08/07/2397, ore 15.45


Anena entrò con passo stanco in infermeria.
"Dottore, spero che sia importante perché lei è l'unica cosa che mi separi da un congresso carnale con una doccia sonica."
Il MOE si rivelò impervio all'umorismo.
"Giudichi lei."

E fece cenno al monitor principale dell'infermeria dove campeggiava quello che Anena riconobbe come lo schema neurale di un cervello.
"Cosa sto vedendo?"
"Non lo so ancora. L'unica cosa che so è che le menti dei componenti dell'equipaggio stanno venendo tutte lentamente sovrascritte."
Anena guardò a bocca aperta il MOE.
"Sovrascritte??"
"Già. Chi o cosa lo faccia, da dove o anche solo come lo faccia. Ma una cosa mi appare evidente: non siamo soli a bordo."
Ad Anena ondeggiò il mondo attorno.

Imprecazione klingon.


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07.02 - Viaggi nella mente

Autore: Tenente Symon Bruce

***FLASHBACK***
Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Arjian Kenar Geran
08/07/2397, ore 15:40


Il corpo non rispondeva a nessuna sollecitazione.
Eppure la sua testa rimbombava di rumori.
Una serie infinita di stimoli rimbombavano vertiginosamente nella mente di Arjian.
Sapeva di essere al comando di una nave.
Era perfettamente cosciente di essere in uno stato semi vegetativo.
Quello lo spaventava al punto di terrorizzarlo.
Ma non aveva mai varcato quella soglia.
Glielo impediva qualcosa di potente, così radicato in lui da essere quasi indistruttibile.
Un senso del dovere prima di ogni altra cosa che gli impediva di lasciarsi andare alla disperazione.
Kenar, il simbionte, continuava a sollecitare il corpo di Arjian.
Gli sottoponeva a moto ininterrotto concetti di filosofia, trattati diplomatici e motivetti lirici.
Suoni, parole, termini che Arjian comprendeva.
Che conosceva da sempre.
Ma che in quel momento faticava a mettere a fuoco.
Come faceva fatica a dar ordine al suo corpo di svegliarsi e riprendere in mano la situazione che stava degenerando.



***FLASHBACK***
Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Dewey Finn
08/07/2397, ore 15:41


Dewey non aveva idea di dove si trovasse.
Probabilmente in qualche sogno particolarmente strano e complicato.
Qualche ricordo sfocato qua e là lo collocava sul ponte di una nave, in plancia a dar ordini a centinaia di uomini.
Un altro sogno.
Si vedeva impegnato a distruggere quasi un intero sistema solare con un solo colpo.
Una cosa impossibile ed irrealizzabile.
Non era mai stato un ufficiale di plancia.
Non aveva mai realmente preso seriamente quella vita.
Lui amava suonare.
Di quello era certo.
Non si ricordava nessuno titolo dei suoi brani, ma ricordava ogni accordo ed ogni assolo...
Il suo era un rock & roll.
La sua mente era in pieno rock & roll.
Percepiva soltanto rumori e un fortissimo mal di testa.
Niente altro.
Tranne un sogno che non sembrava mai iniziare e nemmeno finire.
Ma non aveva assunto le tinte fosche di un incubo.
Dewey Finn sorrise... o credé fermamente di farlo.



***FLASHBACK***
Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Tholos del Clan Rashan
08/07/2397, ore 15:42


Non stava ricordando nulla di dove fosse e perché fosse lì.
Non aveva per niente idea di essere un ufficiale della Flotta Stellare.
Tutto quello che ricordava in quel momento era il suo nome: Tholos.
Si rammentava vagamente di aver avuto una moglie.
Sentiva soltanto un dolore cupo, sordo, intenso e sanguinoso.
Una sofferenza interna, non fisica.
Un senso di perdita tremendo, tenuto soffocato per troppo tempo.
Gli mancava la figlia Jakal.
Non sapeva dove fosse lei.
Non sapeva dove fosse lui.
Sapeva solo di essere un buon padre.
Ma sapeva anche di essere un pessimo padre.
Lui non era con lei.
Lei non era con lui.
Come poteva proteggerla ed aiutarla a crescere se erano così lontani?
L'angoscia lo attanagliava.
La forza d'animo ed il pensiero della figlia combattevano contro quell'angoscia.
Chi avrebbe vinto?



***FLASHBACK***
Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Droxine Carelli
08/07/2397, ore 15:43


Non ricordava più il suo nome.
Non sapeva dov'era, ma era cosciente di essere assolutamente sola.
La cosa la atterriva
Per una,come lei, amante dello stare in compagnia, rimanere in un limbo completamente in solitudine era terrificante.
Quell'angoscia le stava dando palpitazioni, agitazione e nervosismo.
Mentalmente stava prendendo le forme di un enorme basilisco, pronto ad avvolgerla e stritolarla nelle sue spire.
Come mai avrebbe potuto il piccolo Pippi, il suo serpente muschiato rigelliano, affrontare una bestia di tal genere ed uscirne vincitore?



***FLASHBACK***
Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Tkar
08/07/2397, ore 15:44


Era incosciente.
Una cosa logica.
Non rammentava il proprio nome.
Una cosa illogica.
Ricordava il proprio ruolo a bordo della nave.
Logico.
Ma non ricordava cosa comportassero le proprie mansioni.
Illogico.
Poteva proiettare mentalmente tutte le mosse dell'antica arte marziale dello Suus Mahna.
Ricordava a menadito un elenco di oltre cento erbe aromatiche, molte delle quali Andoriane.
Rammentava come molti dei titoli della sua collezione di libri cartacei.
Avrebbe potuto dibattere di filosofia platonica senza problema alcuno.
Eppure non ricordava il proprio nome e non sapeva come liberarsi da quella stasi in cui era stato imprigionato.
Illogico.



Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Anna Maria Calvi
08/07/2397, ore 15:45


Anna ricordava il suo nome.
Aveva presente anche quello della persona cui era più legata ultimamente: Anena.
Non sapeva il perché, ma ricordava che fra lei e lui vi era una forte unione.
Rammentava addirittura che l'avesse presentato alla propria famiglia nelle terre del Chianti, ma lì i ricordi si facevano più sfumati e sfocati.
Forse perché stava dormendo... o è quello che il suo inconscio le stava suggerendo.
Un sogno strano, un incubo privo di immagini.
Solo la sensazione di stare dormendo, senza nulla attorno tranne qualche rumore ripetitivo.
Non sapeva dove si trovasse.
Sulla Terra, su una nave o altrove.
Si rendeva conto di essere sdraiata supina e di non potersi muovere.
Era una cosa potenzialmente agghiacciante, ma la sua mente stava alacremente lavorando su altre concezioni.
Era l'unica in quello stato?
Vi erano altri in quella sua situazione?
Anena stava bene?
I suoi a casa stavano bene?
Cosa poteva fare lei per proteggerli?
Come si poteva svegliare?
Doveva concentrarsi.
Aveva bisogno della sua musica rock
Doveva trovare un motivetto talmente conosciuto e forte da farla svegliare da quello stato catatonico.



Uss Seatiger - Hangar navette
Mente di Symon Bruce
08/07/2397, ore 15:46


Non sapeva dov'era.
Non ricordava chi era.
Percepiva, non era nemmeno lui in grado di dire come, di non essere cosciente.
Eppure non riusciva a concentrarsi.
C'era qualcosa che lo disturbava.
Una serie di rumori, costanti, indecifrabili, ma ripetuti.
Provava fastidio... disagio...
Le pulsazioni aumentavano di pari passo alla sua agitazione, se fosse stato sveglio e cosciente sarebbe sbottato in qualche gesto rabbioso o in qualche atteggiamento aggressivo ed urticante all'altrui sensibilità.
Non ricordava chi fosse e dove si trovasse, ma si ricordava che quella che stava sperimentando era una forma di intolleranza acustica chiamata misofonia.
Non sapeva nemmeno come poteva aver memorizzato un termine così peculiare.
Però aveva nel novero delle nozioni apprese quella che prevedeva uno stretto collegamento fra la misofonia ed altri disturbi mentali come il disturbo ossessivo compulsivo, la depressione, l'ansia o anomalie alimentari.
Una vampata improvvisa di caldo, fece andare in completa sudorazione Symon.
Era letteralmente madido di sudore, come se si fosse fatto un bagno.
Cos'era un bagno?
Non se lo ricordava e non sapeva nemmeno come mai le sue sinapsi avessero fatto quel parallelismo, però si ricordava perfettamente come la sudorazione fosse un fenomeno fisiologico perfettamente normale e che gli organismi terrestri producessero abitualmente circa mezzo litro di sudore al giorno.
Non si ricordava come diavolo si chiamasse lui, ma sapeva tutto relativamente alla sudorazione: provocata da temperature elevate, sforzo fisico, stress emotivo, ma anche senza alcun motivo evidente.
In quel preciso momento, Symon sentiva di poter espellere più di due litri all'ora
Continuando di tal passo sarebbe andato in iperidrosi.
Come cavolo si poteva ricordare quel termine.
Dall'iperidrosi alla disidratazione il passo, lo sapeva, era brevissimo.
Una serie improvvisa di brividi di freddo aveva cambiato di colpo la situazione.
Per Symon fu come passare da un deserto tropicale ai ghiacciai di Andoria.
Anche in quel caso non aveva idea di cosa fosse Andoria e cosa fosse un deserto.
Quella poca sensibilità agli arti sapeva però essere dipendente dalla cattiva circolazione correlata all'ipersensibilità al freddo che stava percependo in quel momento.
Era perfettamente cosciente come i problemi circolatori potessero essere concausa importante nel percepire quel freddo intenso.
In particolare, una specifica condizione circolatoria terrestre chiamata malattia di Raynaud, rientrava fra quelle caratterizzate da un restringimento episodico dei vasi sanguigni, in grado di far apparire le dita delle mani e dei piedi pallide e sempre più fredde rispetto al resto del corpo.
Quell'amnesia, continua e parziale del suo subconscio, stava mandando in confusione mentale Symon.
Il disagio e l'agitazione stavano aumentando in maniera esponenziale...
Presto o tardi si sarebbero tramutate in delirio.
Come poteva lui saperlo?
Come faceva a conoscere che la confusione che provava non era altro che un disturbo acuto, spesso reversibile, dell'attenzione, delle sue capacità cognitive e del proprio livello di coscienza?
Come poteva sapere che lo stato confusionale era generalmente conseguenza non solo di una malattia sottostante derivante da complicanze mediche, ma che potesse derivare dall'assunzione errata di particolari farmaci o sostanze psicoattive o causale ingestione di tossine?
Non lo sapeva...
Aveva dei ricordi sfocati, come quella specie di uomo, imbellettato da donna, che si era palesato sul suo letto...
Un bel ragazzo, forse, ma fuori dai canoni che lui sentiva di covare nel proprio io più interiore.
Come faceva a dirlo?
Non ricordava come si chiamasse né dove si trovasse, come faceva ad escludere che quello fosse il suo compagno di vita?
Forse perché l'aveva chiamato dottore.
Era lui un dottore?
E quello un suo paziente?
Com'era possibile?
Era l'altro seduto sul suo letto, non viceversa.
Che ci fossero state delle anomalie così forti a carico dei suoi neurotrasmettitori?
A lui piacevano le donne... beh di quelle si ricordava ancora.
Quindi quell'individuo, non era il suo compagno.
Era un medico come lui stesso era stato chiamato?
Poco probabile... sennò l'avrebbe curato...
A parte che l'ultimo medico di cui avesse qualche ricordo si chiamava come un pazzo che trecento anni prima si vantava di poter parlare agli animali e che questi fossero in grado di parlargli.
Do... do... doremi... NO! Quello no...
Dol... dol... dolomi... NO! Quelle no...
Dolittle!!
Ecco! Qualcosa si ricordava...
No, ma quello era un inetto... qualunque cosa gli fosse successa, Dolittle non l'avrebbe salvato.
Aveva dei ricordi sfocati, ma non lo riteneva all'altezza.
Come faceva a fare quella considerazione, non era in grado di spiegarselo.
All'improvviso vide una creatura angelica.
Non che credesse agli angeli od altre entità
Non sapeva come, ma si ricordava di aver letto qualcosa sull'aspetto esteriore degli angeli...
Quello aveva all'incirca una ventina d'anni...
Biondo coi capelli mossi lunghi sino alle spalle... dagli occhi azzurri come un mare tropicale e due labbra carnose e ben disegnate...
Era vestito di bianco.
Ma non era una tunica angelica.
Sembrava più una divisa.
Una divisa da infermiere.
FOTA!
Symon quasi esplose quel nome.
Charlie Fota Kennedy: giovanissimo infermiere proveniente dalla USS Magellan e suo assoluto pupillo per affinità mentali, intellettuali e bellezza fisica.
Ora ricordava.
Lui era un medico.
Un dottore.
L'individuo che l'aveva svegliato, l'aveva chiamato Symon.
Doveva partire da quello.
Doveva difendere i suoi pensieri.
Doveva proteggere il ricordo di Fota a qualunque costo.
Doveva salvarsi e salvarlo.



Uss Seatiger - Hangar navette
Jason "Skon" Queen
08/07/2397, ore 15:47


Si trovava in stasi.
Asserzione logica, dipendente dal fatto che non riuscisse né a svegliarsi, né a muoversi, ma che ricordasse pienamente nome, grado e funzione a bordo della USS Seatiger.
Era in uno stato di incoscienza indotta.
Altra affermazione del tutto logica.
Qualcosa stava tentando di entrargli nel cervello.
Se Jason fosse un Vulcan tipico, avrebbe avuto nel novero delle sue nozioni mentali una seria infinita di trucchi di meditazione in grado di elevare barriere all'intrusione in atto.
Ma lui aveva sempre preferito combattere a meditare.
L'unico appiglio che poteva aiutarlo a difendere il proprio io era la sua ampia padronanza del gioco terrestre degli scacchi.
Chiunque fosse il suo avversario stava giocando una partita a scacchi con lui e con tutti gli altri a bordo.
Era perfettamente logico che, in quella situazione di catalessi, vi fosse l'intera collettività dell'equipaggio e non soltanto lui in quanto Vulcan.
Jason doveva reagire a quella partita, partendo da una posizione difficile... il proprio avversario gli aveva già dato scacco e si stava preparando per dargli scacco matto.



Uss Seatiger - Infermeria
08/07/2397, ore 15.48


=^=Rilevo una serie di allarmi alle celle di stasi. Non ess...=^=
Sguardo omicida di Anena nei confronti del MOE
=^=Riformulo, essendo solamente un medico olografico di emergenza, non so definire l'entità del problema=^=
Imprecazione klingon da parte di Anena.
Occhi al cielo da parte del MOE.


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07.03 - L'incubo

Autore: Tenente Jason "Skon" Queen


Mente di Jason 'Skon' Queen
Data Sconosciuta


Jason stava giocando a scacchi con suo padre, Gregory, ma non era proprio suo padre, non sapeva perché ma qualcosa dentro di lui gli diceva che quell'essere non era suo padre, che suo padre era morto tanti anni fa.

L'essere lo stava battendo ed ogni mossa che Jason faceva: l'essere gli dava scacco e lui stava perdendo. Non sapeva cosa sarebbe accaduto se avesse perso, ma il giovane teneva duro e fece ricorso a tutta la sua abilità per tener testa all'avversario.

Improvvisamente vide un'ombra dietro di lui. Quell'ombra si trasformò in suo nonno materno, Skon, l'uomo da cui aveva preso il suo nome vulcaniano.

L'anziano vulcaniano aveva in mano un phaser e prima che potesse reagire, l'uomo sparò. Jason vide suo padre, o quello che sembrava essere suo padre, disintegrarsi davanti ai suoi occhi.

"Noooo!" gridò, mentre l'urlo di dolore di suo padre gli riecheggiava nella testa.

Si girò verso il nonno e vide che aveva sul viso una smorfia d'odio e sibilò: "Ho ucciso lui e ora ucciderò anche te, bastardo."

Gli puntò il phaser contro, ma l'arma non sparò. In quel momento anche tra le sue mani comparve un'arma uguale, intanto suo nonno, o quello che ne aveva preso le sembianze, continuava ad insultarlo.

Jason sollevò il phaser e lo incalzò.

"Avanti! uccidimi se ne hai il coraggio, bastardo impuro."

Nella sua testa Jason sentiva come un mantra che lo invitava ad ucciderlo.

Il giovane chiuse gli occhi. No, quell'essere non era suo nonno, lui non si sarebbe comportato in quel modo. Forse si era comportato anche peggio, non gli aveva mai rivolto una parola, uno sguardo, era come se lui non esistesse. I primi tempi Jason ne aveva sofferto e lo aveva odiato per questo suo comportamento, ma era sempre suo nonno. Jason lasciò cadere l'arma a terra.

"Interessante" disse una voce nell'oscurità
"Si, molto interessante." aggiunse un'altra simile alla prima.

"Ha lo stesso schema mentale di quell'altro, ma questo è più reattivo. Io direi di provare qualcos'altro?" disse una terza voce.

"Chi siete? Perché state facendo questo?" gridò Jason.
"Chi siamo? Noi siamo Uno." risposero la prima voce.
"Si, si siamo Uno." Risposero le altre due voci.
"Uno? Ma io sento più voci."
"Ti ho detto che siamo Uno." rispose la prima voce irritata.
"Va bene, Uno. Perché state facendo questo?" chiese Jason, la cui curiosità stava crescendo.
"Perché? Perché voglio conoscere tutto, ci siete passati vicino e ho trovato le vostre menti interessanti e voglio scoprire tutto su di voi. Ho iniziato da te perché il tuo è uno schema mentale interessante, tu odi quell'uomo ma non hai voluto ucciderlo. Perchè?"
"Perché uccidere è sbagliato."
"Sbagliato? Che vuol dire sbagliato." disse la seconda voce.
"Che non si deve fare." rispose Jason.
"Dai, vediamo quanto resiste a non fare quello che lui dice che è sbagliato." disse la terza voce.
"No. Aspett..." disse Jason, ma all'improvviso si trovò su Vulcano. Poco distante da dove si trovava vide suo nonno.
Skon lo guardò con odio poi disse: "Ora guarda! Tutto questo è colpa tua."

Jason vide la sua famiglia, sua madre, T'Pel, suo padre adottivo, Soval, i suoi fratelli, Stel e Selar e nonno Talok. L'anziano vulcaniano iniziò a sparare su di loro. I suoi familiari lo implorarono di aiutarlo, ma Jason non riusciva a muoversi. Si trovò di nuovo il phaser in mano e, di nuovo, la voce riprese a sussurrargli "Uccidilo se vuoi salvarli..."

La scena si ripeté continuamente mentre le urla dei congiunti gli riecheggiavano nella mente. All'improvviso Jason non riuscì più a resistere e gridò "Basta! Vi prego."

Con la forza della disperazione riuscì a muoversi e un passo dopo l'altro riuscì a raggiungere suo nonno e a strappargli di mano il phaser gettandolo a terra.

"Tu non sei mio nonno e non sei un vulcaniano. Mio nonno non avrebbe mai fatto una cosa simile e i vulcaniani non agiscono così." Gli gridò Jason poi corse via.

Mentre fuggiva sentì come se stesse attraversando un muro.

USS Seatiger, Hangar Navette
data in definizione


L'unità di supporto vitale sbuffò all'apertura del portello e Jason aprì lentamente gli occhi ritrovandosi osservato dall'alto da due figure che non riuscì subito a mettere a fuoco.

"Chi siete? E dove sono?" chiese.
"Tenente Queen, tutto bene?"

Jason scosse la testa e lo guardò di nuovo, con aria confusa.

"Sono Lawtoein, Tenente Queen. Lui è il dottore olografico."
"Che ci faccio qui? Dove sono tutti gli altri?" chiese Jason tentando di mettersi seduto.
"Sono tutti addormentati. Solo io sono sveglio." spiegò Anena.

Jason cercò di uscire dall'unità ma gli girava la testa.

"Faccia piano, Tenente." disse il dottore olografico, poi continuò "I suoi tracciati EEG e il battito cardiaco sono irregolari ... Ha sperimentato un incubo durante la fase di risveglio?"

"Ma che razza di...." stava per dire Lawtoein, ma Jason lo interruppe e disse "Non è stato un incubo ... C'è qualcuno, qualcosa che ha preso la nave, è nelle nostre menti e ci fa fare cose che vogliono loro." Poi prese la mano di Lawtoein e la strinse forte e disse con voce affaticata "Mi devi aiutare, ci devi aiutare..." poi svenne.

Anena guardò la mano di Jason che ancora stringeva la sua. Una mano forte dalle dita lunghe e robuste, non una mano da scienziato.

"Questo" pensò tra sé "non lo avrebbe mai detto ad Anna."

Poi un altro pensiero lo colpì: "Aveva chiesto a lui di aiutarlo, lo aveva supplicato di aiutarli. E lui avrebbe fatto il possibile..."

Anena si girò verso il dottore olografico ma questi lo anticipò prima che proferisse parola.

"Lo terrò in osservazione in infermeria."

Il Consigliere annuì.


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07.04 - L'importanza del legame

Autore: Guardiamarina Anena Lawtoein


USS Seatiger - Infermeria
08/07/2397, Ore 16:00 - D.S. 74516.9


Anena non si era teletrasportato in infermeria, aveva preferito camminare. Aveva bisogno di riflettere, c'erano tante cose che gli giravano in testa.

La più importante di tutte era perché lui no. Cosa aveva di diverso dal resto dell'equipaggio gli era ben chiaro. Il suo legame particolare con il tempo era la cosa che lo rendeva un'anomalia.

Non amava sentirsi in quel modo, era il motivo per cui si sforzava di esserlo ancora di più.

Sorrise con tristezza. Era una delle cose che aveva imparato nei suoi studi. Le persone con dei problemi spesso, invece di andare in terapia, diventavano dei terapeuti. Quindi sapeva con precisione perché si comportava in quel modo spesso eccessivo e sopra le righe.

Così come sapeva perché Anna era sempre stata in grado di leggere oltre quella patina di glitter e colore, non per niente erano finiti a casa sua, in una simulazione dove lui non era stato un'anomalia ma parte integrante del gruppo.

Piena accettazione.

* Forse quella era un'altra differenza tra lui e il resto dell'equipaggio. *

La porta dell'infermeria si aprì per farlo passare, silenzio nel silenzio irreale. Gli stava pesando in modo violento. Non avrebbe dovuto, non era nella sua natura. Gli occhi corsero subito al lettino dove Jason Queen stava disteso, all'apparenza di nuovo perso da qualche parte o dentro di lui.

Da capire.

Si avvicinò con un'idea improvvisa.

"Dottore è cambiato lo stato del Signor Queen?"
"Strano che me lo chieda. In effetti sì."

Anena lo osservò in attesa, troppo a lungo. Alla fine il MOE parve capire che il Consigliere si aspettava un qualche tipo di rapporto.

"Non è molto esperto. Dovrebbe chiedere in modo più preciso cosa le serve."
"Non sono il Capitano e non mi sento particolarmente portato per il ruolo. Mi dica cosa c'è di diverso."
"L'EEG è peggiorativo. Non è più in una situazione di sonno indotto. Il Tenente Queen è sveglio, quanto meno il suo cervello lo è, però è completamente scollegato dalla realtà. Non reagisce ad alcuno stimolo esterno né sembra interagire in maniera spontanea."

Anena sospirò pesantemente. Perché aveva avuto chiara la sensazione che le cose stessero degenerando? Cosa c'entrava con lui e con il tempo.

"Vorrei tanto sapere cosa l'ha svegliato. Cosa l'ha spinto fuori dal sonno."
"Fossi in lei mi preoccuperei di più del fatto che non è riuscito a restare sveglio. Magari anche al fatto che il nuovo stato potrebbe essere stato causato proprio da quel risveglio."
"O dall'assenza di qualcosa che si aspettava di trovare."

Il MOE lo guardò e Anena si fermò a riflettere su quanto fosse strano e normale insieme. Un ologramma che ti guarda. Un oggetto fatto di luce che riesce a fissarti.

"Il Tenente ha parlato di qualcosa che ha attaccato la nave, ma non c'è niente che indichi una presenza aliena a bordo."

Anena scosse la testa.

"Non intendevo quel genere di assenza Dottore. Lei dovrebbe avere nozioni di psicologia, come medico, altrimenti peschi nei suoi archivi. Cosa può spingere una persona a superare i limiti? Ci sono poche cose e quasi tutte legate alla psicologia del soggetto."

"Sì. Amore, figli, onore, fedeltà..."
"Sta elencando sentimenti molto forti, o persone e cose che portano a provare emozioni totalizzanti."
"Il Tenente Queen sta peggiorando a ritmo molto più elevato degli altri, rischiamo un decadimento cerebrale. Quindi se questa sua chiacchierata deve portare a qualche idea, Guardiamarina, mi sa che è il caso di dare un'accelerata al processo."

USS Seatiger - Hangar navette
Mente di Anna Calvi
08/07/2397, Ore 16:10 - D.S. 74516.91


Dove è Anena?
Perché non risponde?
Sono preoccupata, devo andare da lui. Di certo ha bisogno di me.
È così fragile, nessuno se ne rende conto.
Quando sparisce è triste.
Devo consolarlo.

=^= Computer localizzare il Guardiamarina Anena Lawtoein. =^=

Silenzio.
Che pensante silenzio.

=^= Computer. Localizzare il Guardiamarina Lawtoein.=^=

Perché tutto sembrava silenzioso? Odiava il silenzio.

USS Seatiger - Infermeria
08/07/2397, Ore 16:15 - D.S. 74516.92


Il MOE guardò con stupore in direzione del mezzo el auriano.

"Mi dica che sta scherzando. Non posso permettere un rischio del genere. Il mio giuramento di Ippocrate non me lo consente."

* Dannazione! *

"Dottore cerchi di capire. Non voglio di certo ucciderla, né farla precipitare in quello stato degenerativo che mi ha così ben descritto negli ultimi cinque minuti. Io adoro quella donna, non le farei mai niente del genere."
"Bene, sono lieto che conveniamo."
"Dobbiamo svegliarla."

Il MOE lo guardò sbuffando.

"Mi era parso di capire che conveniva con me."
"No. Convengo sul fatto che non voglio farle del male, non sul non svegliarla."
"Sarebbe un rischio eccessivo."

Anena si passò infastidito una mano tra i capelli, con il solo risultato di creare una specie di cespuglio di ciuffi. Fece due passi avanti e indietro, perso nelle sue riflessioni.

"Cosa sa della natura el auriana Dottore?"
"Quello che c'è negli archivi medici."
"Quindi poco. Mi faccia spiegare una cosa. Io NON sono un essere lineare, non lo sono mai stato. Io vedo le cose in maniera molto diversa da voi,il che è un aiuto per comprendere la circolarità multidimensionale di quello che, in modo molto semplicistico, definite tempo."
"Non mi confonda con un terrestre, Guardiamarina."
"Lei è stato programmato da esseri lineari, lei è lineare!"

Anena si stava arrabbiando. Si avvicinò minaccioso all'ologramma, ridendo di sé per l'assurdità di quell'atteggiamento.

"Mi ascolti bene, Dottore. Noi dobbiamo salvare la nave, molte molte molte persone. Quindi lei deve svegliare Anna Calvi. Ora la teletrasportiamo proprio qui, su quel lettino. Lei la sveglierà e le cose andranno benissimo!"

* Perché se andasse male e succedesse qualcosa ad Annina...*


Non osò terminare il pensiero. In assenza di ulteriori proteste del MOE si mise in movimento.

=^= Computer, teletrasporto del Tenente Anna Calvi in Infermeria. Postazione 2. =^=

Lanciò l'ordine, forse per la priva volta davvero convinto di cosa stava per fare e osservò il corpo della sua unica amica materializzarsi davanti a lui.
Si avvicinò e le prese la mano e poi si voltò con uno sguardo chiaro verso il MOE.
Scuotendo la testa l'ologramma si avvicinò con un hypospray in mano.

"È sicuro di quello che sta facendo?"
"Sì. Esegua l'ordine Dottore."

Sempre scuotendo il capo il medico di riserva della nave si mise in moto.
Lo sguardo di Anena si era concentrato di nuovo su Annina, la sua cara Annina. Non poteva svegliare nessun altro, doveva essere lei.
Perché gli era chiaro che per resistere a qualunque cosa stesse succedendo a bordo bisognava che ci fosse qualcosa ad ancorare lo spirito alla realtà. Doveva credere nella loro amicizia, nel rapporto incredibile che avevano sviluppato.
Doveva credere di poter essere l'ancora di Annina.

Quando la vide spalancare gli occhi iniziò il suo personale inferno.

La prima cosa che Anna vide fu il soffitto, non era il suo alloggio. Quello le fu chiaro.
Spostò gli occhi per guardarsi in giro e vide Anena.

Il senso di ansia e i pensieri confusi di pochi attimi prima tornarono violenti rischiando di trascinarla di nuovo in qualche sorta di limbo.

Improvviso un pensiero le invase la testa.

* No. Anena! *

Saltò a sedere sul lettino prima di rivolgersi all'amico.
"Anena. Come stai?"

La domanda rimase sospesa senza risposta perché improvvisamente lui fu troppo impegnato a impedirle di soffocarlo in un abbraccio troppo forte.

"Dove eri sparito? Non rispondevi! Non devi fare così mi preoccupo."
"Per la verità eri tu a essere sparita, insieme a tutti gli altri."

Anna lo lasciò andare, improvvisamente il ricordo di quei frammenti di sogni assumevano un significato diverso. Si tirò indietro e lo guardò dritto negli occhi.

"Spiegami."

La ragguagliò in fretta.

"Alla fine ho capito che se c'era qualcuno che poteva resistere sveglio, dovevi per forza essere tu Annina. Sei l'unica che poteva avere piacere a stare sveglia con me."


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07.05 - La cavia

Autore: Comandante Dewey Finn

USS Seatiger - Sala mensa
08/07/2397, Ore 17:08


"Quindi dici che per rimanere svegli ci deve essere una sorta di legame fra chi sveglia e chi viene svegliato?" chiese il Capo della Sicurezza ingoiando il boccone che stava masticando.
"Non so spiegarne perfettamente il motivo... e a dirla tutta l'idea è nata come una sorta di epifania. Spingere i dormienti al risveglio grazie a sentimenti come amore, amicizia e altri forti legami, in maniera che non si riaddarmentino o che non subiscano ripercussioni come è successo al Signor Queen."
"E dici che funziona?" chiese Anna un po' dubbiosa.
"Beh con te ha funzionato."
"Non sarà facile, siamo un'ottantina di membri... ok, siamo praticamente una famiglia, ma trovare solidi legami come quelli che cerchi fra tutti non è facile. Prendi ad esempio il Capitano, lui si è sempre mantenuto un po' distante dall'equipaggio, come se volesse rimanere una figura super partes... chi lo potrebbe svegliare? Con chi ha un legame così forte?"

Anena si massaggiò il mento pensieroso, un'idea ce l'aveva, ma poteva funzionare? Se un risveglio sbagliato poteva creare ripercussioni come era successo a Queen, era il caso di tentare con il Capitano? Anna aveva ragione, i legami di un equipaggio erano molto difficili da quantificare, oltretutto c'erano alcuni vulcaniani a bordo... per loro era altrettanto importante un legame?
"Aspettiamo a tentare con il Capitano, ho una possibile idea, ma prima facciamo un'altra prova... ed ho proprio l'individuo adatto."



USS Seatiger - Infermeria
08/07/2397, Ore 17:50


"Doc, teletrasporti in infermeria il guardiamarina Saltex"

Lo scintillio del teletrasporto durò pochi secondi, sul letto apparve la figura del benzita. Il pigiama rossa faceva perfettamente pendant con l'azzurro chiaro della pelle.
"Bene Anna, tocca a te!"
"A me?" chiese lei guardandolo sorpresa
"Diciamo che il guardiamarina ha una piccola predilezione per te..."

*Piccola quanto una nave classe galaxy diciamo* pensò fra sé e sé il consigliere, poi rivolgendosi di nuovo all'amica le disse cosa doveva dire. Anna arrossì imbarazzata.

"Ehm..." Anena le fece segno di avvicinarsi un po' di più, lei arrivò a meno di un metro dal giovane. Il consigliere sospirò e le prese la testa avvicinandola a pochi centimetri dall'orecchio del benzita.

"Ehm... Saltex" sussurrò Anna con voce suadente "ho bisogno di te... ti prego svegliati." poi si alzò rossa in viso ma guardando ansiosamente il guardiamarina per vederne la reazione "Mi sa che non..."

Saltex schizzò seduto come una molla, gli occhi spalancati e un colorito strano sulle guance.

"Ti avevo detto di chiamarlo amore..." buttò lì Anena con un sorrisetto divertito.
"Ha funzionato lo stesso no?!"

Il medico olografico iniziò a controllare i dati clinici del giovane e fece un cenno affermativo con la testa. Il benzita intanto sbatteva gli occhi guardandosi attorno confuso.

"Guardiamarina, benvenuto nel suo peggiore incubo... o quasi" aggiunse riferito al fatto di essere stato svegliato dalla voce melodiosa del capo della sicurezza. "Lei è il nuovo ufficiale scientifico capo!"
"Cosa? Chi? Io? Perché?" balbettò il giovane troppo imbarazzato per guardare la donna che lo aveva svegliato.

Il Consigliere fece un riassunto dei fatti e delle sue teorie, l'ufficiale scientifico ascoltò con interesse e poi i suoi occhi parverò perdere di lucidità mentre elaborava quello che gli era stato detto.
"Noradrenalina. In quanto ormone dello stress, coinvolge parti del cervello dove risiedono i controlli dell'attenzione e delle reazioni. Insieme all'epinefrina, provoca la risposta 'attacco o fuga'. La combinazione dei due fattori può provocare il risveglio e il protrarsi della veglia." disse lo scienziato quasi a se stesso.

"Il fattore più importante sembra però essere il legame affettivo fra chi sveglia e chi viene svegliato." disse Anna e Saltex lanciò un'occhiata imbarazzata in direzione di Anna e lei gli sorrise.
"Forse perché per essere svegliati la dose deve essere massiccia e questa si ha solo quando si viene svegliati da qualcuno con cui si ha un tipo di legame abbastanza forte."
"Se fosse così semplice allora basterebbe un'iniezione e il dottore avrebbe trovato già da solo la soluzione." si intromise l'el-auriano
"Infatti..." borbottò il MOE quasi offeso.

Il benzita ci pensò un attimo e poi riprese: "Se come mi avete detto siamo sotto attacco, e si suppone sia qualche genere di attacco mentale visti i risultati, forse c'è una sorta di potere che ci mantiene in stato d'incoscienza. I normali scossoni che avete provato con il dottor Bruce lo hanno si svegliato per qualche attimo, ma probabilmente non hanno spezzato il controllo mentale dei nostri nemici. L'amicizia fra lei e Anna e..." sospirò guardando il capo della sicurezza "il mio interesse sentimentale verso il tenente, sono invece riusciti a spezzarlo e quindi gli elementi chimici prodotti dai nostri cervelli hanno fatto il resto."

"Cosa suggerisce guardiamarina." chiese Anna con tono amichevole ma non sapendo bene come comportarsi con lui.
"Credo che un disturbatore sinaptico possa fare al caso nostro." rispose Saltex
"Non credo di essere d'accordo. Un disturbatore creerebbe dei nuovi problemi." si intromise il MOE
"Lo useremo come un defribillatore. Basterà un attimo per spezzare il controllo degli alieni, poi il cocktail chimico ben dosato dovrebbe fare il resto."
"È una mossa un po'azzardata." precisò il medico
"È l'unica idea meno vaga di 'facciamolo svegliare da un amico'." rispose Anena pensieroso "Dovremmo testare la cosa su qualcuno."
"È un rischio... mi duole dirlo ma potrebbe non andare bene. Se non fossi già sveglio mi offrirei volontario... sono l'ultima ruota del carro della sezione scientifica." disse il benzita con una scrollata di spalle.
"Se tu sei l'ultima ruota del carro immagino gli altri siano dei veri geni dato che hai, in pochi minuti, trovato una possibile soluzione e senza dover usare un laboratorio. Tutti sono importanti sulla Seatiger e nessuno è inutile!" disse Anna con un sorriso e Saltex arrossì nell'equivalente benzita del termine.

"Ho io la persona adatta. Dottore teletrasforti in infermeria il Comandante Finn!"
"Anena!" esclamò oltraggiata Anna ricevendo in cambio dall'amico un sorrisetto diabolico.



Altrove
08/07/2397, Contemporaneamente


Il tenente Queen in realtà non stava peggiorando. Sì, le sue condizioni potevano portare al coma o a un disastroso decadimento cerebrale, ma non erano dovute al risveglio forzato autoindotto o al fatto che fosse vulcaniano. L'ECG di Jason era fuori scala perché lui stava combattendo.

Il risveglio della sua coscienza allo stato di veglia lo aveva strappato da quei terribili sogni dell'Uno, così precisi nel toccare tutti i suoi punti deboli da rendere l'esperienza a dir poco traumatica.
Una parte del suo cervello recepiva che nella stanza con lui, probabilmente nell'infermeria della nave, c'era qualcuno che discuteva su possibili soluzioni sul problema che stava attanagliando ogni membro dell'equipaggio. Grazie a questo, anche se al livello del subconscio, riuscì a farsi un'idea chiara di quello che stava succedendo.

Si muoveva in un mondo onirico, come se il suo corpo fosse una forma di energia. Vedeva tutto, ma riusciva a rimanere separato dagli eventi, come se fosse all'interno delle riprese di un holofilm. Uno sembrava non essersi accorto che la coscienza di Jason si era separata dal suo io onirico, ma lo sforzo mentale di rimanere cosciente in tre diverse forme di pensiero lo stava velocemente danneggiando a livello sinaptico.
Non aveva molto tempo per trovare gli alieni colpevoli dell'attacco, il suo scopo era capire i loro intenti e trovare una contromisura. La Seatiger doveva essere liberata.



USS Seatiger - Infermeria
08/07/2397, Ore 18:43


"Pronti?" chiese il benzita con un dito sopra il pulsante di attivazione del disturbatore.
"Ripeto che la proced..." iniziò il MOE per poi venir zittito da Anena "Si è pronto! Iniziate!"

Il medico fece sibilare la siringa ipodermica sul collo del Comandante Finn. Per un attimo non accadde niente, poi gli occhi di Finn si aprirono ma rimasero opachi come se fosse assente.
"Vai Saltex!" ordinò il consigliere

Il giovane premette il pulsante e una piccola scarica raggiunse il cervello del Primo Ufficiale.

"YAHOOOOO!" esclamò Finn saltando via dal lettino diagnostico e iniziando a correre in modo convulso lungo l'infermeria "Per tutti i peli della barba di Jimi Hendrix!"

Gli altri lo guardarono fra il divertito e il preoccupato finché Finn non si fermò sovrapponendosi al MOE.
"Che è successo? Perché sono traslucido?" chiese guardandosi il corpo che in effetti riluceva nei punti in cui il l'ologramma era visibile sul corpo dell'umano. "Perché sono in pigiama? Carino il suo pigiama guardiamarina... mmmh... e lei cosa ci fa qui in camera mia Consigliere? Anche il nuovo capo della sicurezza! È una visita a sorpresa? Non sarà un'ispezione vero? Non sono preparato... Ma perché sto parlando come una macchinetta impazzita?!"

"Si calmi Comandante la sua condizione è dovuta alla scarica sinaptica e ai neurotrasmettitori che le sono stati iniettati." disse il MOE facendo un passo indietro per uscire dall'interno dell'umano.
"Cosa c'è di simpatico in una scarica... neurocosa?" chiese lui confuso toccandosi il ventre prominente per controllare se era ancora traslucido.
"Forse la terapia non funziona, i danni..." iniziò a balbettare Saltex preoccupato perché forse aveva danneggiato la mente del suo ufficiale comandante.
"No tranquillo è solo Finn che è... Finn." lo tranquillizzò Anena poggiandogli una mano sulla spalla, poi rivolgendosi al Primo Ufficiale disse: "A parte la scarica come si sente?"
"Bene... la scarica è stata divertente a dire il vero. Se ne può avere un'altra? No eh... Si tutto bene, solo un momento di confusione dovuta alle sveglia improvvisa." rispose Finn
"Ha per caso sonnolenza o la voglia di tornare a dormire? Si ricorda esattamente chi siamo noi o cosa stava facendo ieri prima di andare a letto?"
"Nessuna sonnolenza, ieri prima di andare a letto stavo leggendo un manuale tecnico della Seatiger come da ordini del comandante Tkar ma mi sono addormentato a pagina uno... lei è il guardiamarina Lawton, lei è il tenente Calvi, lei la conosco ma non ricordo il nome..." disse rivolto a Saltex che gli ricordò il suo nome "Ok Saltex e invece questo non ho idea di chi sia" finì indicando il medico olografico d'emergenza.
"Sono il MOE."
"Il Dottor Moe? Piacere... perché è traslucido?"
"Capisce ora perché l'ho usato come cavia?" chiese Anena rivolto all'ologramma che annuì.
"Anena!" ripetè Anna dandogli un colpetto sulla spalla.

"Bene signori la procedura sembra funzionare. Come prima cosa direi di svegliare il capitano, sarà lui a decidere chi svegliare in seguito. Intanto lei Comandate Finn vada nell'hangar navette e svegli Anari e Tkar." ordinò il consigliere.
"Perché dormono nell'hangar navette?"


Finn fu rapidamente aggiornato, anche se riuscì a capire solo metà delle cose che gli venivano dette.
"Perché dovrei essere io a svegliare Tkar? Non abbiamo grandi legami noi due."
"Vada vicino a lui e gli dica: 'Signor Tkar ho combinato un guaio'... vedrà che si sveglia." di nuovo Anena ricevette un pugno sulla spalla da Anna e sorrise. "Bene signori, abbiamo un equipaggio da svegliare e degli alieni da prendere a calci. Muoviamoci!"


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07.06 - Chi ha paura di dormire?

Autore: Tenente Comandante Tkar

USS Seatiger - Infermeria
08/07/2397, Ore 20:40


Tkar fissava con espressione impassibile il tenente Queen mentre il consigliere Anena spiegava a lui e al capitano Kenar cosa fosse successo e la soluzione che avevano adottato. La spiegazione del consigliere era decisamente più sensata di quella del comandante Finn e il fatto che per lui, Tkar, avesse funzionato solo la preoccupazione che il primo ufficiale avesse combinato qualche cosa, non era un pensiero rassicurante.

L'assenza di connessioni che non fossero collegate al suo lavoro e alla capacità del primo ufficiale di mettersi nei guai erano segno di isolamento, l'isolamento era consigliabile solo se veniva come scelta razionale e logica. Tkar apprezzava la solitudine, ma non l'aveva mai volontariamente cercata. Se l'avesse voluta non si sarebbe arruolato nella Flotta Stellare.

"Che ne pensa comandante?"

Essendo illogico che il capitano gli stesse chiedendo pareri sulla sua capacità di socializzare, Tkar sollevò lo sguardo su Kenar.

"Dal momento che non abbiamo nessuna informazione sulla natura e sugli scopi di chi ci ha attaccato, signore, la soluzione logica è quella di non dare a queste creature il vantaggio del terreno," rispose e il silenzio che seguì durò così tanto che per un attimo si ritrovò a domandarsi se, oltre a quelle di socializzare, anche le sue capacità di comunicare fossero difettose. Poi l'espressione di Anna Calvi passò rapidamente dallo smarrimento alla comprensione ed infine all'incredulità. "Oh!"

Prima che Finn potesse chiedere chiarimenti dopo aver alternato lo sguardo perplesso fra il volto di Tkar e di Anna, ci pensò il capitano Kenar a farlo. "Che intende dire?"

"Che l'unico modo per impedire a questi esseri di controllarci nuovamente è non dormire," rispose il neo-capo della sicurezza.

"Cosa?!" Esclamò il primo ufficiale.

"Trovo altamente sconsigliabile una simile scelta," disse contemporaneamente il MOE.

"Lei è detronizzato, il dottor Bruce ha preso il suo posto." lo zittì Anena per poi obiettare, "cosa ci garantisce che funzionerà? Non mi sembra che la prima volta che ci hanno 'attaccato' abbiano avuto bisogno che fossimo tutti addormentati."

"Non ne ha la certezza però," obiettò Tkar, "c'è una probabilità molto alta che questo sia il loro modus operandi."

"Un momento, un momento," il capitano Kenar sollevò una mano per porre fine alla discussione, "riepiloghiamo i fatti..."

"Non potreste farlo da qualche altra parte per favore?" Lo interruppe bruscamente il dottor Bruce avvicinandosi al gruppo, "qui abbiamo parecchio da fare se non fosse chiaro."



Altrove
08/07/2397, Contemporaneamente


Gli alieni si stavano agitando, riusciva a sentirlo. Qualcosa li preoccupava, qualcosa che aveva a che fare con quello che stava accadendo in infermeria. Ma Jason non aveva tempo per occuparsi di quello al momento perché l'agitazione di Uno aveva provocato un'accelerazione di qualunque fossero i suoi/loro piani. Percepì chiaramente la pressione sulla sua mente, quella che loro credevano intrappolata e comprese che se non avesse agito in fretta sarebbe stato troppo tardi per l'equipaggio. Non poteva permettere che accadesse! La parte di lui che era legata alla logicità vulcaniana si unì alla testardaggine terrestre e entrambe iniziarono alacremente a seguire le tracce che Uno nella sua agitazione aveva lasciato.

Nella sua determinazione si rese a mala pena conto degli allarmi che improvvisamente avevano iniziato a suonare dai monitor del suo lettino.



USS Seatiger - Corridoio fuori dall'infermeria
08/07/2397, Ore 20:55


"D'accordo," ordinò con decisione Kenar dopo aver lanciato un'occhiata preoccupata in direzione del lettino di Queen attorno al quale sia il dottor Bruce che il MOE si erano improvvisamente radunati, "non abbiamo tempo per indire una riunione, cominciamo a tirare fuori idee e rapidamente! Partiamo da quello che sappiamo. Consigliere"

Al cenno del capitano Anena, si passò una mano sul viso. Il suo volto ormai era un insieme di ombre grigie sotto gli occhi e strisciate che ricordavano pitture di guerra, ma ormai era arrivato a quel punto di stanchezza in cui non gli importava più del suo aspetto. Era stufo di ripetere le stesse cose, perciò si limitò ad un rapido riassunto per concludere con il risveglio del comandante Finn. "Grazie all'aiuto di Saltex qui," disse indicando il benzita che arrossì, "abbiamo un altro modo di risvegliare l'equipaggio che non sia solo il legame personale, finora la percentuale di successo è stata buona. Il dottor Bruce sicuramente saprà spiegarglielo meglio di me, ma a quanto pare questi esseri utilizzano il nostro subconscio intrappolandoci in un sonno dal quale è impossibile svegliarsi autonomamente. Uniche eccezioni, il sottoscritto sul quale non c'è stato alcun effetto e il tenente Queen che è riuscito ad acquisire per breve tempo conoscenza."

"Guardiamarina?" Lo sguardo del capitano si spostò su Saltex.

"Non sappiamo molto signore," balbettò il benzita palesemente non abituato a trovarsi al centro dell'attenzione, "non avendo dati concreti su cui lavorare posso fornire solo ipotesi. Dal modo di agire avrei subito detto che si trattasse di un virus, ma il tenente Queen, quando si è svegliato, ha parlato di esseri dotati di coscienza e di intelligenza cosa che fa pensare a creature senzienti. Tuttavia..." esitò per poi proseguire all'incitamento del capitano, "quali creature possono agire nello stesso momento su tutto, o quasi, l'equipaggio?"

"Ci siamo addormentati tutti nello stesso orario?" chiese il tenente Calvi e Saltex annuì.

A quelle parole Kenar spostò lo sguardo su Finn che lo ricambiò preoccupato, "comandante si accerti che il comandante Carelli sia di nuovo fra di noi e organizzi una squadra di ricerca. Voglio che ogni centimetro della nave sia analizzato, studiato, ribaltato da cima a fondo. Se c'è un qualche organismo a bordo voglio che lo troviate." gli ordinò.

"Si signore," risposte Finn allontanandosi immediatamente. Kenar spostò subito l'attenzione sul benzita, "guardiamarina Saltex vorrei che si coordinasse con il comandante Anari per scoprire tutto quello che potete su questi esseri. L'attacco è avvenuto mentre eravamo in curvatura, voglio che analizziate quante possibilità ci siano che si tratti di creature prese mentre viaggiavamo."

"Si signore," rispose il benzita mentre il capitano passava a Tkar e Anna Calvi.

"Quante probabilità ci sono che queste creature siano salite a bordo prima che entrassimo in curvatura?" chiese loro dopo che Saltex si fu allontanato.

"La probabilità che siano salite a bordo mentre eravamo in curvatura sono molto basse." Fu la risposa immediata di Tkar.

"Quindi è probabile che siano salite prima," concluse Kenar, "comandante voglio che studi quest'ipotesi approfonditamente. Tenente," si rivolse al capo della sicurezza, "se il tenente comandante Tholos è già stato risvegliato esamini ogni bolla di carico, ogni documento, ogni cassa che abbiamo preso a bordo. Registrazioni anomale dei sensori che possano essere passate per altro, qualsiasi cosa. Da questo momento in poi consideriamo la Seatiger sotto attacco, suggerimenti?"

"Evitare di dormire," rispose subito Tkar guadagnandosi gli sguardi sorpresi di Anena e del neo capo della sicurezza. "Fino a quando non sapremo di più su questi alieni, la soluzione più logica è quella di non fornire loro meno vantaggio possibile. Non sappiamo come hanno fatto ad attaccarci la prima volta, ma sappiamo che la loro forza sta nel nostro stato di sonno." Si spiegò Tkar.

"Quindi non dormiamo," concluse Anna.

"Esatto," annuì Tkar, "e cerchiamo di scoprire come hanno fatto a farci addormentare tutti in prima istanza."

"D'accordo," acconsentì accigliato il capitano, "consultatevi con il dottor Bruce in merito."

Quando Tkar e Anna Calvi si allontanarono Kenar spostò lo sguardo su Anena. Il silenzio li avvolse come la promessa di un futuro carico di problemi.

"Consigliere, lei è l'unica persona dell'equipaggio cui ora posso ordinare di riposarsi."


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07.07 - Aiutaci tutti

Autore: Tenente Anna Maria Calvi


USS Seatiger- Sala Tattica
08/07/2397, ore 22,20 - D.S. 74517.62


Gli uomini e le donne della Seatiger si erano ormai completamente risvegliati, alcuni grazie ai legami che avevano stabilito con altri membri dell'equipaggio, altri grazie all'idea di Saltex, perfezionata dal Dottor Bruce che aveva reso il risveglio meno brusco. Solo Queen non riusciva a svegliarsi, nonostante il prodigarsi di Bruce, che ne aveva almeno stabilizzato le condizioni.
Kenar era già seduto al suo solito posto, i gomiti appoggiati al tavolo e le mani a massaggiarsi le tempie: quello strano sonno gli aveva lasciato un fastidioso mal di testa che gli rendeva difficile il concentrarsi e la cosa lo faceva innervosire.
In questo frangente la lucidità di pensiero era essenziale e fu grato che il primo ad arrivare fosse Symon.

"Dottore, stavo giusto pensando a lei: spero abbia con sé la sua scorta di antidolorifici?"
"Problemi?" Chiese Bruce avvicinandosi.
"Niente che non si possa sistemare in fretta. Ho mal di testa."
"Mmmm, deve essere forte se richiede il mio intervento..." disse mentre eseguiva un rapido controllo col suo tricorder medico.

In quel momento si sentì il lieve sibilo della porta che si apriva, lasciando entrare Finn, Carelli e Tholos.

"Problemi?" Chiese il Primo Ufficiale vedendo il Dottore intento a visitare il Capitano.
"No, niente di grave. Accomodatevi. " disse indicando le poltrone intorno al tavolo "Novità?" Chiese Kenar mentre Symon, dopo aver riposto il tricorder e avergli fatto un'iniezione, si mise a sedere di fianco a lui, continuando a guardarlo preoccupato.

"Abbiamo rivoltato la nave come un calzino, ma niente. A bordo sembra non esserci nessuno oltre noi." Rispose Finn.
"Abbiamo però escluso che possano essere saliti a bordo mentre eravamo in curvatura." Continuò Carelli
"Stiamo controllando cosa abbiamo imbarcato quando ci siamo fermati all'ultima sosta e dove eravamo le ultime volte che siamo passati a velocità impulso."
"E...?"
"...e l'ultima volta, prima di cadere addormentati, è stato quando siamo passati nel Sistema di Uros, dove però non abbiamo fatto soste, poiché tutti i pianeti del Sistema erano risultati inabitabili o con scarse risorse a noi utili."
"Nulla però esclude che su uno di quei pianeti ci possa essere una forma di vita di un genere a noi sconosciuto."
"Esattamente Signore." Continuò Finn.
"L'ispezione della nave è conclusa?"
"Quella strumentale sì, ma T'Kar e Calvi stanno terminando quella fisica, guidando personalmente le squadre della Sicurezza, anche se non credo possano trovare qualcosa di utile: gli mancano ancora 3 ponti e non hanno trovato nulla finora. " disse Tholos che controllava costantemente gli sviluppi delle ricerche sul suo D-padd.
Kenar rimase alcuni istanti in pensieroso silenzio, poi disse "Torniamo al Sistema di Uros, se qualcuno è salito a bordo deve essere stato mentre siamo passati da lì, o almeno è l'unica possibilità che vedo al momento. Continuate le ricerche, e siate creativi perché molto probabilmente siamo di fronte a esseri intelligenti, con una tecnologia che esula dalle nostre conoscenze. Al lavoro."

USS Seatiger, Ponte 3 - Compartimento Supporto Vitale
08/07/2397 - ore 22,30 - D.S. 74517.64


T'Kar e Calvi si erano ricongiunti su ponte 12 con le loro squadre di ricerca, ognuno dopo aver controllato tutti i ponti che si erano divisi. T'Kar era partito coi suoi uomini dal Ponte 1 ed era sceso Calvi aveva fatto il contrario, ora, arrivati al centro della nave, non restava loro che l'ultima zona da controllare.
Anna si stava quasi convincendo che a bordo non ci fosse nessuno e che quello che avevano subito fosse da imputarsi ad una qualche sostanza o a qualche tipo di radiazione che aveva penetrato lo scafo e che aveva causato quel sonno innaturale.
Le parole che Queen aveva pronunciato nel poco tempo in cui era rimasto sveglio, erano probabilmente frutto di quello strano sonno.
Stava quasi per terminare l'ispezione di un locale adibito a magazzino, vuoto in quello specifico periodo, quando T'Kar la vide immobilizzarsi, assumendo una naturale posizione difensiva, mentre la mano destra andava verso il phaser che portava alla cintura. La osservò mentre si voltava lentamente a guardare lo spazio vuoto dietro a lei. Anna fece gesti impercettibili ai suoi uomini che stavano ispezionando gli opposti angoli della stanza, i quali compresero immediatamente il da farsi e si diressero verso l'uscita con calma, ma pronti ad ogni evenienza. Per ultima uscì il Capo della Sicurezza e si portò di fianco al Tattico.

"Cosa ha visto?"
"Visto niente, ma lì c'è qualcosa e quel qualcosa non mi piace per niente!" Rispose la donna che aveva avvertito quello strano formicolio alla base del collo che l'avvertiva sempre, ogni volta che c'era un pericolo imminente.
T'Kar non fece altre domande, perché come gli altri uomini a bordo della Seatiger, aveva capito che era meglio fidarsi di quei silenziosi avvertimenti, che solo lei poteva sentire ma che erano sempre fondati.

"T'Kar a Tholos: faccia scendere Carelli e Anari alla nostra posizione."
=^=Avete trovato qualcosa?=^= chiese l'andoriano.
"Abbiamo un indizio." Rispose il vulcaniano chiudendo bruscamente la comunicazione.

Anna apprezzava molto le capacità di T'Kar, ma non riusciva a capire la sua rigidità. Sapeva che per i vulcaniani era normale, ma le sembrava che questo suo atteggiamento fosse esagerato, facendo sì che nessuno gli si avvicinasse, lasciandolo solo. E in quello strano universo in cui erano finiti, gli uomini e le donne dell'equipaggio erano diventati l'unica famiglia possibile su cui contare ed era un peccato tenerli lontani, e si rallegrò di essere stata cresciuta come una terrestre, nonostante la sua ascendenza.

USS Seatiger, Alloggio Consigliere Lawtoein
08/07/2397 - ore 22,40 - D.S. 74517.66


Il Consigliere questa volta era stato più che contento di eseguire un ordine e si era fiondato nel suo alloggio non appena Kenar gli aveva detto di andare a dormire.
Era talmente stanco che si era buttato sul letto vestito, senza nemmeno fare la doccia che tanto aveva desiderato. Il sonno però non fu suo amico: dopo poco più di un'ora si ritrovò a rigirarsi tra le lenzuola, gli occhi spalancati nel buio della stanza e in testa pensieri che si accavallavano. Il più ricorrente era quello che gli stesse sfuggendo qualcosa d'importante e il volto di Queen che lo implorava di aiutarlo, in quei pochi minuti in cui si era svegliato.
Sconsolato si alzò e decise di fare una doccia calda, forse aveva solo bisogno di rilassarsi, pensò, e si diresse in bagno.
Aprì l'acqua e si spogliò in fretta, quindi si gettò sotto il getto caldo e lasciò che l'acqua lavasse via tutta la stanchezza accumulata in quella giornata assurda. Sentiva i muscoli rilassarsi e lasciò che la mente si svuotasse da ogni pensiero, ma quando pensava ormai di essere pronto per tornare a letto, ecco che le parole di Jason gli tornarono prepotenti in mente...

*Aiutami, aiutaci tutti!!!*

Perché proprio quelle parole? E più ci pensava, più era convinto che erano rivolte a lui, non erano una generica richiesta d'aiuto. Come se solo lui potesse veramente salvarli: ma perché? Non era né uno scienziato, né un soldato. Cosa aveva di diverso da far credere a Queen che proprio lui avrebbe potuto salvare la nave!?
L'acqua continuava a scorrergli sul corpo veloce e insensibile ai suoi pensieri, come il fluire del tempo.

"TEMPO! " Urlò a nessuno in particolare.
"Che stupido sono!" Disse uscendo veloce dalla doccia, senza nemmeno chiudere l'acqua.

Accese il monitor e chiamò il Capitano

"So come fanno a nascondersi gli intrusi: devono sfruttare il nascondiglio che offre una bolla temporale! È per questo che su di me non ha avuto effetto." disse Anena con l'aria del gatto che aveva appena afferrato il topo.

=^=Ottimo. Mi raggiunga in Plancia per spiegarmi meglio il concetto, ma prima si metta addosso qualcosa.=^= rispose Kenar che osservava costernato il suo consigliere nudo sul monitor del suo ufficio, temendo che l'entusiasmo lo portasse ad uscire così gocciolante com'era.


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07.08 - Nessun dorma

Autore: Capitano Arjian Kenar Geran


USS Seatiger- Plancia
08/07/2397 ore 23.00 - D.S. 74517.71


Da quando la Seatiger aveva fatto la sua apparizione in quell'universo sconosciuto e lontano nello spazio e nel tempo dalla propria realtà di origine, l'equipaggio aveva inanellato una serie di procedure di primo contatto non propriamente andate secondo le più rosee aspettative.
Questo per dirlo in modo eufemistico.

Qualche amico nel "vicinato" se l'erano anche fatto, ma il numero e la natura dei nemici a cui avevano 'pestato i piedi' era tale da non potergli permettere di abbassare la guardia neanche per un momento finché cercavano un modo o una via per tornare nel loro universo. Per questo i turni gamma e delta in plancia, considerati noiosi e soporiferi, come "quelli in cui non accade nulla di nulla" dalla maggior parte degli ufficiali della Flotta Stellare, da quelli a bordo della Seatiger erano visti come un vero e proprio stigma.

Chi sedeva sulla poltrona di Kenar durante quei turni era per forza di cose un ufficiale con un'esperienza non così solida rispetto a quella che avrebbe richiesto quella situazione di costante allerta. Questo faceva sì che quel ruolo risultasse particolarmente gravoso e stressante per chi era chiamato a ricoprirlo.

Chi invece sedeva su quella di Finn si sentiva, per quanto possibile, più a suo agio rispetto al facente funzione di Capitano, probabilmente perché riteneva che - a torto o a ragione - non avrebbe potuto creare più imbarazzi di quelli che il Primo Ufficiale era solito riservare al suo superiore dal momento in cui aveva preso servizio a bordo.

"Capitano," la guardiamarina Rika Paxinou che sedeva alle operazioni richiamò l'attenzione del suo superiore "sto rilevando un picco nei consumi delle risorse energetiche della nave..."

"Stiamo perdendo energia!?" Chiese vistosamente preoccupato il Tenente JG Joran Luz, un trill non unito appartenente alla sezione Comando e Navigazione a cui quel giorno era toccato di sedere proprio sulla spinosa poltrona di comando della Seatiger.

"Non ho detto che la stiamo perdendo," puntualizzò con un certo cipiglio la terrestre originaria del Peloponneso "ma che sto registrando un consumo insolito per questo orario..."

"Può isolare le sezioni che stanno facendo registrare il consumo anomalo?" Intervenne Akielah Stadi, una betazoide pari grado, anch'essa assegnata alla sezione Comando e Navigazione, a cui stavolta era toccato in quel turno il ruolo di Ufficiale Esecutivo.

"Certo, signore." Rispose la greca mentre le sue mani scivolavano velocemente sulla consolle operazioni "Sale Ologrammi, Sale Ricreative, replicatori ..." Paxinou prese una breve pausa per leggere i dati, quindi continuò "luoghi di ritrovo, mense, alloggi ufficiali, alloggi sottufficiali, alloggi marinai ..."

"E' stato ordinato che a bordo nessuno dorma ... " Osservò Joran Luz abbandonando la poltrona per dirigersi verso la postazione di Rika Paxinou e vedere direttamente i dati della consolle operazione "qualcosa dovranno pur fare per ingannare il tempo o cercare di non addormentarsi..."

"Sicuramente è così, Signore... ma non possiamo permetterci di mantenere a lungo un picco del genere. Se non intervenissimo preventivamente, nel caso di improvvisa emergenza potrei non riuscire a reindirizzarle repentinamente ai sistemi che richiedessero maggiori risorse..."

"Capitano" Esordì il Guardiamarina Chrell, di Bolarus IX "Sto registrando dei disordini sul Ponte Ologrammi..."

"Ci mancava anche questa ... che diavolo sta succedendo!?"

"Litigi per le code che si stanno formando per la fruizione delle attrezzature ricreative di bordo ... "

"Guardiamarina Paxinou, cominciamo col terminare tutte le simulazioni olografiche in esecuzione..."

"Sì, Capitano. Avvio shutdown forzoso su tutte le simulazioni in corso..."

"No, Guardiamarina! Proceda con uno shutdown sicuro ..."

"Sì, Signore."

"Paura di rovinare la festa a qualche ufficiale superiore!?" Commentò ironicamente Akielah Stadi mentre si avvicinava anche lei alla postazione operazioni.

Il Trill lanciò un'occhiataccia al suo Numero Uno che, con un sorriso biricchino, si affrettò ad alzare le mani in segno di scuse ... non molto sentite, a dire il vero.

I due, oltre ad avere una relazione, non di rado si ritrovavano ad alternarsi nello stesso turno nei ruoli di ufficiale di comando ed ufficiale esecutivo e spesso e volentieri si punzecchiavano.

"Signor Chrell, mandi i suoi uomini a presidiare le sale ologrammi e le sale ricreative ... se qualcuno fa resistenza, confinatelo nei suoi alloggi."

"Sì, Capitano." Rispose il Guardiamarina Chrell, di Bolarus IX

In quel momento le porte del turboascensore si aprirono e il Capitano Kenar fece il suo ingresso in Plancia.

"Per fortuna che il Consigliere Lawtoein ha trovato qualcosa per tenermi impegnato" esordì Kenar con fare ironico mentre si dirigeva verso la sua poltrona "ho pensato di ingannare il tempo con una simulazione di arti marziali, ma non c'è neanche una sala ologramma libera per le prossime sei ore... Pazzesco!"

Il Tenente Luz, preso di sprovvista dall'arrivo del Capitano, tentennò un po' prima di rispondere.

"In effetti sì, è pazzesco ... Signore. Abbiamo rilevato un aumento anomalo dei consumi delle risorse di bordo ..."

"Vada avanti, Signor Luz..." Rispose Kenar che aveva capito che il turno notturno stava riservando qualche sorpresa inattesa.

"Sale Ologrammi e Sale Ricreative sono presi d'assalto e registriamo anche dei disordini nell'accesso alle strutture. E' come se nessuno stesse dormendo a bordo ..."

Il rapporto del facente funzione di capitano venne interrotto dal vociare ovattato che proveniva dal turboascensore, un vociare che divenne fin troppo chiaro non appena le porte si aprirono sulla Plancia e Finn ne uscì con indossando un completo e degli occhiali da sole alla 'Blues Brothers' .

"Io li odio i nazisti dell'Illinois, ma mai quanto odio quelli che interrompono le mie simulazioni olografiche..."

Kenar si schiarì la voce per richiamare il suo Numero Uno all'ordine.

"Mi scusi Capitano" rispose Finn, quindi silenziosamente scese verso la sua postazione e appena raggiunse la propria poltrona vi si accomodò, si sfilò i rayban wayfarer e li ripose nella tasca interna della propria giacca.

"Scusa se ti ho interrotto Joran, vai pure avanti..." rispose Finn indossando il suo sorriso migliore.

"...così, come ha potuto capire anche dalle lamentele del Signor Finn, ho ordinato di interrompere tutte le simulazioni olografiche in corso per ridurre il consumo di risorse e di presidiare tutte le zone di aggregazione per contenere i disordini..."

"Ha fatto bene Signor Luz. Guardiamarina Paxinou, continui a monitorare il consumo e mi tenga aggiornato." E sfiorando il suo comunicaore "Kenar a Bruce."

=^= Qui Bruce. =^=

"Mi dispiace disturbarla a quest'ora dottore ... stava dormendo?!" Chiese ironicamente Kenar

=^= Se solo potessi! Consideri che stavo per spararmi da solo un colpo di phaser settato su stordimento per perdere conoscenza ...=^=

"Mi serve cosciente Doc. Ci raggiunga in Plancia...."

=^= Vi raggiungo, tanto al momento non ho di meglio da fare =^= Borbottò il medico di bordo =^=Bruce, chiude. =^=

Le porte del turboascensore tornarono ad aprirsi nuovamente sulla plancia e stavolta ne uscì il Consigliere Lawtoein, impeccabile nella sua uniforme appena replicata.

"Sono l'unico a poter dormire a bordo, eppure non riesco a chiudere occhio ..." esordì il Consigliere scendendo verso la postazione del Capitano Kenar "i corridoi del ponte ologrammi sono più affollati di un mercato orioniano e non si trova una sala libera neanche a pagarla tanto latinum ..."

"Eccetto il povero Jason che suo malgrado dorme ancora profondamente e rischia di non svegliarsi più..." Precisò mestamente il Primo Ufficiale.

"E questo è il lato positivo del fatto che non sia riuscito a prendere sonno ... ora vi spiego tutto nei minimi dettagli" Sorrise Lawtoein con uno scintillio negli occhi, quindi fece una breve pausa squadrando l'ufficiale esecutivo dalla testa ai piedi "Signor Finn! Ma quanto è elegante stasera!?"

Finn diventò rosso in volto e balbettò qualcosa di incomprensibile.
Fortunatamente Kenar gli venne in soccorso.

"Consigliere, ci dica quello che ha scoperto ... abbiamo il Signor Queen che attende di essere salvato." Si intromise il Capitano tagliando corto. "E poi Finn cerchi di capire come ingannare il tempo dell'equipaggio senza che consumino tutte le risorse di bordo."


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07.09 - Sword and Sorcery

Autore: Tenente Comandante Droxine Carelli


USS Seatiger - Plancia
08/07/2397 ore 23.30 - D.S. 74517.75


Anena guardò il suo pubblico in trepidante attesa delle sua parole con un senso di soddisfazione.
Adorava trovasi al centro dell'attenzione
* Sì. È così che deve essere... *
E ripensò come si era sentito solo poche ore prima.
* Mai più. *
Decise di non farli aspettare ulteriormente.
"In realtà è solo un'idea: e se i nostri avversari vivessero in una sorta di tempo ristretto? "
"Ossia? " Lo incalzò Kenar.
"Immaginiamo di vivere il prossimo secondo in un nanosecondo. Per poi passare al secondo successivo, e così via. Interagirebbero con la materia solo un tempo minimo. Tanto da non venire rilevati dalla nostra strumentazione."
"È un'ipotesi suggestiva, guardiamarina. Ma su cosa è basata?"
"Ehm... si tratta solo di un'intuizione. Ma noi El-Auriani percepiamo il tempo in modo diverso dalle altre razze. Non so perché ma credo di aver avuto una buona intuizione."
Kenar inarcò un sopracciglio.
"Un'intuizione..."
Il tono di Anena si fece un po' imbarazzato.
"Ehm, sì, capitano. Lo so che non è molto, ma è tutto quello che ho."
Kenar sospirò.
"Spostiamoci nella sala riunioni. Signor Finn, convochi il tenente Carelli."

USS Seatiger - Sala riunioni
Contemporaneamente


Bruce sbuffò.
"Certo. lavoriamo con le 'intuizioni'. Poi cosa? Squartiamo una pecora per divinare il futuro? "
Kenar riprese il medico capo.
"Signor Bruce. La sua indignazione è comprensibile ma la prego di non essere così caustico."

T'Kar osservava la discussione con la punta delle dita conserte. in silenzio, come a significare che tutta l'argomentazione era così illogica che non serviva nemmeno che lo affermasse ad alta voce.
Droxine fu più possibilista.

"Però in effetti è una bella teoria. Abbiamo inondato la nave con tutto lo spettro conosciuto senza ottenere nulla, se non la pelle d'oca del tenente Calvi sul ponte 3. La teoria del guardiamarina Lawtoein spiegherebbe perché non rileviamo nulla."
"Bene. per amor di discussione assumiamo che l'ipotesi del consigliare sia giusta. Voglio idee. Sapendo dove guardare si potrebbe preparare un rivelatore? "
"Temo di non saperle rispondere, capitano. Non sappiamo per quanto tempo avvenga il contatto e l'intervallo tra di essi. E nemmeno con che modalità questa avvenga."
T'Kar decise di unirsi alla discussione. Data l'asserzione del capitano decise di considerarla un esercizio logico.

"Si potrebbe rovesciare l'approccio considerando strategie più aggressive. Penso ad un emissione concentrata multifrequenza. Tutte le frequenze che riusciamo a trasmettere. potrebbe disturbarli o danneggiarli in qualche modo "

Droxine scosse la testa.
"Una cosa simile ucciderebbe la materia organica e distruggerebbe buona parte delle apparecchiature."
"E se fosse limitato all'area in cui il tenente Calvi ha avuto la sua ... impressione?"

Droxine ci pensò un po'.
"Si può fare..."

Anena decise di intromettersi.
"Scusate ma si continua a dire che non riusciamo ad interagire con queste entità. Ma non è vero: ci interagiamo a livello mentale. Secondo me dovremmo agire su questo piano."
Kenar inclinò la testa rivolto al consigliere.
"E come?"
"Potremmo mandare un rabdomante o tracciare un pentacolo..."
Interloquì con falso tono innocente Bruce. Kenar gli lanciò un'occhiataccia.
Anena lo ignorò.
"Ci serve un telepate. Il signor Queen potrebbe essere il nostro ponte con le entità."

Lo sguardo di tutti si portò su T'Kar.
"Ovviamente la possibilità di una fusione mentale con il tenente Queen è una delle ipotesi che avevo già considerato..."

Finn alzò gli occhi al cielo senza farsi vedere.
"...ma ci sono considerazioni da fare. Primo: io ero addormentato come tutti gli altri. A quanto pare anche io sono inerme contro queste entità. Secondo: una fusione in queste condizioni non è mai stata tentata. Visto il particolare stato del tenente, non è possibile prevederne gli effetti. Potrebbero essere deleteri per entrambi. Terzo: una questione morale. Nella fusione mentale vulcaniana due menti si compenetrano. Il tenete non può dare il suo assenso. Sarebbe una fusione forzata. Naturalmente questo aspetto può venir messo in secondo piano dalle necessità contingenti. Ma va ugualmente considerato."

Kenar guardò assorto il suo ufficiale tattico.
Stava veramente considerando l'ipotesi? Correre un tale rischio su basi tanto modeste? Non era nuovo alle decisioni difficili. Ma le decisioni assurde?
"Be', potremmo tentare entrambe le cose. Un bombardamento elettromagnetico nello scompartimento del ponte 3 e la fusione mentale. Attacco a tenaglia!"
Disse Anari.
"
Li prendiamo tra Khudd e Mahdd! "
Fece eco Anena.

"Eh? Cosa vuol dire? "
Disse un confuso Finn.

"È klingon. Come dire 'tra incudine e martellò... circa."
"Ah... ma perché il traduttore non lo ha tradotto? "
"Probabilmente ha il filtro profanità attivo. "
"Esiste un filtro profanità? Non lo voglio! Come si disattiva??"
Kenar riprese la parola.
"Non ora signor Finn. Signor T'Kar. La sua valutazione tattica? "
"Traduttore? Traduttore? Disattiva filtro profanità! "
"Se il bombardamento avesse effetto sarebbe la tattica migliore. Ma non possiamo saperlo."
"Potremmo fare una prova..."
"Traduttoorehh..."
"No. Perderemmo l'effetto sorpresa."

Tektektektektektektek...

Bruce si intromise alzando la voce.
"Un attimo. Lo state considerando davvero? Ne state parlando come di una cosa reale! "
"Si calmi signor Bruce." Rispose Arjan.
Perfino Finn smise di battere il suo comunicatore sul tavolo.

"No, non mi calmo affatto! Jason è un mio paziente e nessuno cercherà di curarlo agitandogli attorno dei bastoncini di ossa e piume finché ci sono io! "
"Signor Bruce! Le ordino di calmarsi! "
Inaspettatamente Symon abbassò la voce. Ma non la rese meno minacciosa. Fissò il suo capitano dritto negli occhi.
"Oh ma io sono calmo, capitano. Ma un ufficiale che prendesse una decisione simile mi farebbe dubitare delle proprie capacità mentali. Potrei essere costretto a rimuoverlo dal comando."
Su questo calò un silenzio pesante.
I due uomini si squadravano con le labbra sottili.
*Ha ragione. Su tutta la linea. Eppure... il mio istinto mi pungola. È passato molto tempo da quando ci siamo allontanati dalla federazione e la sue regole.
Allora tutto sembrava più preciso più... limpido. Ma ora? La logica e la razionalità più volte non sono state la risposta giusta. Ci muoviamo lungo un confine oscuro un cui non tutto è definito. Ed io non sono più il capitano che ero. Non sono più lo stesso uomo.*

"Tenente Carelli, signor T'Kar. Preparatevi. Voglio che tutto sia pronto entro un'ora. Signor Bruce..."
Symon continuava a guardarlo in posa combattiva.
"...la sua analisi è corretta a e condivisibile. Ma non posso accettare di essere estromesso dal comando. Inserisca un esposto ufficiale. Io lo avallerò. Quando torneremo nella Federazione..."
*Se torneremo.*
"...mi presenterò al cospetto della corte marziale che verrà istituita." Symon fece un sogghigno storto.
"È così che la risolve, vero? Comodo, molto comodo... sa una cosa? Può trovarsi un altro capo medico."
Girò sui tacchi e prese la porta.

Arjan guardò la porta ancora per qualche secondo, poi si voltò verso i propri ufficiali apostrofandoli con un tono più rude del necessario.
"Be'!? Cosa fate ancora qui? Avete i vostri compiti."
Tutti si affrettarono ad uscire.
Anena si trattenne.
"Capitano... sono contento che abbia deciso di seguire la mia idea...ma ne è sicuro? "
"La decisione è mia. E mia sarà la responsabilità."
Il tono di Kenar era una lapide di granito.
"Certo ma... come ha detto, siamo lontani dalla Federazione. La disciplina tra l'equipaggio di sta deteriorando. E quello che è appena successo scuote la catena di comando fin dal vertice."
"Prendo nota della sua valutazione professionale, consigliere. È congedato."
Anena aprì la bocca come per dire ancora qualcosa. Poi guardò bene l'espressione di Arjan e la richiuse. Annuì con il capo ad uscì.

USS Seatiger - Infermeria
09/07/2397 ore 01.00


"Kenar a Carelli. A che punto siamo? "
=^= Siamo pronti capitano. =^=
"Ci dia il via, tenente."
=^= Bene. Bombardamento attivo... ora! =^=
Kenar si rivolse al suo ufficiale tattico.
"Proceda."
T'Kar posò le dita sul volto immobile di Jason. Toccò la pelle calda del Tenente e si protese.
"La mia mente nella tua mente..."
Ma non c'era nulla ad aspettarlo. Spinse più a fondo la sua coscienza.
Nulla.
Possibile che il tenente Queen fosse solo un guscio vuoto?
*No. c'è qualcosa qui.*
T'Kar non aveva mai sperimentato una fusione mentale di questo tipo. Dato il contesto non era poi sorprendente.
Avrebbe dovuto ritirarsi?
No. Aveva corso il rischio. Non era logico sprecare il tentativo.
E...si trovò in un corridoio della Seatiger.
T'Kar si osservò. Gambe, mani e piedi. Sembrava di essere realmente lì.
Ma non lo era, ovviamente.
Si guardò intorno. Tutto era caliginoso. Ovattato.
Una specie di esperienza onirica?
Forse era sulla buona strada. Ma non aveva idea di come ci fosse arrivato. E questo non gli piaceva. La fusione mentale vulcaniana non funzionava così.
Un suono lontano attrasse la sua attenzione. Decise di dirigersi verso di esso, ma basto' averne l'intenzione per trovarsi affacciato sulla porta da cui proveniva il suono.
*Tipico dei sogni.*
I suoni venivano da un uomo che stava frugando una montagnola di cianfrusaglie.
Si voltò verso di lui. Era Jason Queen.
T'Kar decise che l'aspetto fisico in questo mondo doveva riflettere lo stato mentale, perché l'uomo aveva uno sguardo terribile ed i lineamenti del volto quasi deformati dalla rabbia e dalla disperazione.
"Maledetti... ancora voi? Alla fine mi avete ritrovato... quanto ancora volete torturarmi? Ma questa volta siete fuori strada, se pensate che T'Kar sia qualcuno a cui tengo. Non mi sta neanche simpatico."
Jason sputò a terra.
"Sapete una cosa? Avete vinto. Volete che uccida T'Kar? Va bene. Tanto qua niente è reale."
Un phaser gli apparve in mano, puntato verso il vulcaniano.


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07.10 - UNO l'esploratore

Autore: Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan


USS Seatiger - Infermeria - mente del tenente Jason Queen
09/07/2397 ore 01.05 - D.S. 74517.93


"Aspetti signor Queen, sono io T'Kar..." Provò a dire il vulcaniano mentre Jason puntava l'arma verso di lui.
L'ufficiale tattico sapeva che si trovava nella mente di Queen e che il phaser era finto, ma non poteva affermare con certezza, gli effetti che avrebbe comportato sulla sua mente quel genere di attacco.

Queen iniziò a tremare in preda ad una forte rabbia. Il phaser iniziò ad oscillare sempre più forte finché partì un colpo alla massima energia. Nell'ambiente irreale una scarica energetica si librò in aria verso l'ufficiale tattico che, con un'abile mossa, lo schivò scattando di lato.

T'kar sentì il calore intensissimo del raggio e la puzza d'ozono, ma non perse tempo: fece perno sulla gamba destra, l'unica puntata a terra, e, con tutta la sua forza, saltò in avanti verso Jason il quale cercò di sparare un secondo colpo. L'impatto fu tremendo. Il phaser volò in aria emettendo una seconda scarica che per poco non uccise i due ufficiali, ma fece esplodere una consolle in mille scintille che investirono T'Kar e Queen intenti a lottare. T'kar riuscì a liberare una mano e provò la presa vulcaniana che, però, non ebbe effetto. Jason approfittò di ciò per colpire il tattico al volto il quale replicò con un montante al mento. L'ufficiale scientifico venne investito da tutta la forza del vulcaniano e finì a rimbalzare contro una parete poco distante.

Quel colpo avrebbe messo fuori combattimento qualunque aggressore, ma Jason, stranamente, si riprese subito.

USS Seatiger, Ponte 3 - Compartimento Supporto Vitale
09/07/2397 ore 01.12 - D.S. 74517.95


Tholos posizionò la schermatura all'esterno della porta.

Carelli guardò il collega e scosse la testa: "Non ho intenzione di far esplodere un siluro qua dentro... perché tutte queste protezioni?"

"Mah più o meno." Brontolò l'andoriano, poi indicando l'emettitore EM ad antimateria approntato da Carelli, aggiunse: "Quel coso sparerà radiazioni elettromagnetica a tutto spettro."

"Temi per le nostre vite?" Provò a scherzare Droxine.

"Temo per i sistemi e gli impianti vicino all'emettitore... la fai facile tu... i motori sono troppo distanti e ottimamente schermati contro un colpo EM."
L'umore nero dell'andoriano era palpabile e, Carelli capiva che l'ufficiale non si riferiva solo a quello, c'era del resto e chiese semplicemente: "Qual è il vero problema?"

Rashan abbassò lo sguardo dicendo: "Mia figlia... l'ho sognata."

Carrelli annuì capendo la situazione del collega: "Immagino che ti manchi."

Tholos sistemò un'altra protezione dicendo: "Molto e ho paura che da sola non possa farcela."

Una forte manata arrivò sulla spalle dell'OPS e una ventata di buonumore scaturì dalle parole del primo ufficiale appena giunto: "Ma no! Se è resiliente come il padre non deve temer nulla."

Quel blitzkrieg improvviso e devastante di Finn resettarono completamente Rashan che non seppe più cosa rispondere. Il tatto non era una delle caratteristiche Dewey, ma era una persona di cuore ed ebbe un effetto positivo sull'ufficiale.

"Massì.. il comandante ha ragione!" Aggiunse Carelli.

"L'andoriano sorrise." Quel gesto di affetto dai colleghi fu davvero d'aiuto per Rashan che, visibilmente sollevato, aggiunse: "Facciamo esplodere sta carica e poi troviamo il modo di tornare a casa."

"Questo è lo spirito giusto." Esclamò Finn avvicinandosi, pericolosamente, al detonatore che venne però messo rapidamente in sicurezza da Carelli: "Eh questo no... prima finiamo di mettere le protezioni."

"Protezioni per cosa?" Chiese Finn.

"Per evitare di grippare alcuni impianti della nave." Rispose l'OPS.

Prontamente l'ingegnere capo colse la palla al balzo per farsi dare una mano in un lavoro di fatica: "Allora comandante, ci dia una mano spostare quei pannelli protettivi."

E quel giorno Finn imparò l'importante legame tra il peso di un materiale e la capacità di assorbire radiazioni e fu grazie a questo legame che poté dire che l'impulso elettromagnetico di Carelli sarebbe stato molto potente.

USS Seatiger - Infermeria - mente del tenente Jason Queen
Contemporaneamente


T'Kar rimase confuso qualche istante ma, prontamente, si preparò al contrattacco del suo aggressore che però non arrivò mai: Jason si accasciò a terra e iniziò a piangere.

L'Ufficiale tattico rimase interdetto alcuni istanti ed ebbe solo il tempo di pensare: *Ma cosa hanno fatto al suo controllo delle emozioni?* che arrivò una terza voce: "Aggressore... perché attacchi UNO?"

"Che luce?" Chiese T'Kar, ma poi sentì un contatto nella sua mente che lo portò a rivedere il piano con gli impulsi EM. "Il nostro progetto per rivelarvi, vi può danneggiare?" Chiese il vulcaniano.

"Uno è tutto."

"Se distruggete Uno, distruggete anche noi."

"La luce ci distruggerà."

USS Seatiger - Plancia
09/07/2397 ore 01.37 - D.S. 74517.99


=^=... eh non sa quanto erano pensati... ma serve tutta questo peso per evitare di danneggiare gli impianti?=^= Finn finì il rapporto e Kenar scosse la testa.

"Signor Finn capisco il suo problema... ma siete pronti?"

=^=Pronti al rock and roll, capitano.=^= Esclamò il primo ufficiale.

Il capitano si sistemò sulla poltrona dicendo: "Bene potete iniziare... ma al minimo della potenza."

La risposta di Finn non si fece attendere e conteneva tutta la tristezza di non poter sparare l'impulso a massima potenza, soprattutto dopo tutta quella faticaccia fatta.

=^=Ehm sì capitano siamo ponti.=^=

"Fuoco!"

USS Seatiger - Infermeria
Contemporaneamente


T'Kar si svegliò dalla fusione di soprassalto.
Rapidamente il dottor Bruce gli fu vicino brontolando ma il vulcaniano attivò la comunicazione.

=^=T'Kar a capitano Kenar... interrompa l'esperimento.=^=


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07.11 - La fine di un sogno

Autore: Comandante Dewey Finn


USS Seatiger - Ponte 3 - Compartimento Supporto Vitale
09/07/2397 ore 01:38 - D.S. 74518.00


Fu la sfiducia di Carelli a salvarli.
Quando il Capitano Kenar lanciò l'ordine, lei lanciò un ì'occhiata verso Finn, come se si aspettasse che potesse combinare un qualche tipo di guaio.
Il Primo ufficiale si era solo portato le mani alle orecchie per proteggersi da un qualche tipo di esplosione, ma lei aveva comunque aspettato qualche secondo più del dovuto per accertarsi che con quel movimento non avesse spostato qualcosa o premuto qualche pulsante o fatto dio solo sa cosa per combinare un pasticcio.

Furono quei pochi secondi a permettere a Kenar di fermare tutto.
=^=Interrompete!=^= gridò con un misto di urgenza e confusione di chi ripete un ordine urgente ricevuto da un altro.

Il capo ingegnere sollevò la mano che stava toccando il pulsante di attivazione come se il detonatore fosse un serpente velenoso.

"Che succede?" chiese Tholos ansimando per lo spavento
=^=Tkar si è risvegliato all'improvviso e ci ha fermato, non so nient'altro=^= rispose Kenar =^=Carelli rimanga lì è in arrivo una squadra di sicurezza, voialtri tornate in plancia.=^=
"È finita? C'è stato il botto?" chiese Finn con il tono di voce bello alto e un occhio chiuso come si aspettasse un'esplosione a sorpresa.
"Niente esplosioni per ora. Il Capitano vi ha richiamati in plancia." sospirò Carelli ringraziando il cielo che Finn fosse lì e non altrove.
"Non lo faccia senza di me mi raccomando" esclamò Dewey seguendo l'andoriano verso il turbo ascensore.
*Diavolo sono troppo vecchia per questi accidenti...* borbottò il capo ingegnere appoggiandosi alla paratia e scivolando lentamente a terra.


USS Seatiger - Plancia
09/07/2397 ore 01:45 - D.S. 74518.01


"Cos'è successo signor Tkar?" chiese il Capitano facendo girare la poltrona verso il turbo ascensore che si apriva.
Finn, Tholos e Tkar entrarono insieme in plancia.

"Ho avuto un contatto con le creature. Erano a conoscenza del piano per usare l'impulso EM, a quanto pare percepiscono e vedono tutto quello che facciamo... hanno detto che l'impulso li avrebbe distrutti."
"Comprendo... quali sono le condizioni del Signor Queen?"
"Gravi signore, il signor Queen ha perso il controllo delle sue emozioni... forse non è grave essendo lui un mezzo vulcaniano, ma potrebbe comunque danneggiare seriamente la sua mente."
"È riuscito a capire qualcosa della situazione? Chi o cosa sono questi esseri?"

Tkar portò le mani dietro la schiena riflettendo bene prima di parlare.
"Uno. E' così si che si identificano ... deve essere una storta di mente alveare. Ho potuto distinguere tre individui che, sebbene parlassero della stessa cosa, lo facevano con parole differenti."
"Ha un qualche significato questo?" chiese il Capo della sicurezza avvicinandosi.
"Non posso dirlo con certezza, ma mi sono sembrati confusi. Certo può essere, perché non capiscono il fatto che noi siamo entità separate mentre loro sono una sola entità... ma è davvero così?"
"Ma se si definisce un'unità perché parla con tre voci? E per giunta, perché quelle voci usano parole differenti?" chiese Tholos.
"E se invece non fossero un'unica entità?" chiese il Consigliere tormentandosi il labbro inferiore.


USS Seatiger - Infermeria
09/07/2397 ore 01:50 - D.S. 74518.02


Jason era allo stremo, lo sentiva. Il suo 'Io' onirico sembrava ormai a pezzi, lo vedeva piangere e disperarsi, perdere ogni traccia di logica per abbandonarsi alla disperazione. Il suo 'Io' cosciente, invece, aveva finalmente trovato la forma di vita che li stava minacciando.

'Uno' aveva l'aspetto di una sfera d'acqua gorgogliante, sebbene fosse fatta di un qualche tipo di energia. Il liquido sembrava muoversi in maniera casuale, ma ogni tanto Jason vedeva come dei volti spingere contro la superficie, dopo un'attenta analisi, stando ben attento a non farsi rilevare, riuscì a percepire, più che vedere, un sottile filo che univa la bolla al suo corpo.
Era con quello che lo stavano controllando.

La mente di Jason, simile ad un fantasma, aggirava la bolla... un altro filo, sebbene molto più spesso di quello collegato a lui, sembrava trapassare la parete della nave e perdersi nello spazio.

Ebbe un'intuizione. Il rischio era a dir poco enorme, ma sembrava che niente avrebbe potuto spezzare il suo legame con l'essere.

*Non ci sono alternative logiche* disse a sé stesso.
*La mia mente nella tua mente...* iniziò a recitare mentre le sue dita virtuali toccavano il cordone che usciva verso l'esterno.

La sua coscienza uscì dalla nave trasportata dalla corrente di pensieri dell'entità. Sembrava o sembravano confusi, migliaia di pensieri che si accavallavano l'uno sull'altro. Curiosità, panico, sospetto... qualsiasi sentimento avesse un nome era presente in quei pensieri. Fu immediatamente chiaro a Jason che, per quanto si definissero Uno, non lo erano affatto.

Il viaggio fu istantaneo, anche se al mezzo vulcaniano sembrò un'eternità. Vide un pianeta avvicinarsi a velocità folle, un mondo verdeggiante pieno di rigogliose foreste quasi soffocanti per la loro vastità. Una città enorme, ma abbandonata da chissà quanto, sorgeva su un immenso sperone roccioso che dominava una valle completamente bruciata e ridotta in polvere. Il cielo era verde, la sua aria, dannosa per le razze federali era un qualche composto di cloro e altri acidi.
Riconobbe immediatamente il posto: era Seleka, il secondo pianeta del sistema Uros.

Aveva richiesto al Capitano di poter scendere sul pianeta per analizzare l'incredibile flora che sembrava sopravvivere all'atmosfera tossica, purtroppo non era stato possibile per l'inadeguatezza dei loro mezzi. Nemmeno una navetta avrebbe resistito. Quindi c'era vita in quel luogo, o almeno c'era stata.

Il filo di pensieri continuava a trascinarlo verso la città attraverso vicoli e enormi strade, attraverso palazzi e semplici case. Tutto era ridotto in polvere, nessun mobilio aveva resistito alla devastazione del tempo... ovunque c'era solo polvere intervallata da qualche muro che ancora resisteva dopo secoli.
All'improvviso, il filo argenteo che stava seguendo parve tuffarsi in un'immensa voragine di origine artificiale. Sulla sua sommità doveva esserci stato un qualche congegno, ma ormai era sparito anche lui.

Il profondo canale proseguì per qualche momento e, quando raggiunse il fondo, Jason vide un enorme cristallo perfettamente tagliato come un brillante, dove migliaia di facce rilucevano sebbene fosse troppo in profondità per ricevere la luce del sole.
L'ufficiale scientifico della Seatiger permise a sé stesso di provare curiosità, anche se era certo che quel forte sentimento fosse causato dalla sua parte sofferente. Seguì il filo dentro la pietra e si trovò oltre, il filo d'argento uscendo dal cristallo si era diviso in migliaia, forse milioni di filamenti più piccoli.

La caverna era enorme. Sebbene il buio fosse totale, sembrava riuscire a vedere chiaramente grazie ai filamenti argentati che inondavano tutto.
C'erano milioni di capsule, tutte accuratamente sigillate, disperse su terreno e pareti, sul soffitto e sulle grandi stalattiti e stalagmiti che unendosi reggevano l'immensa volta. Ovunque Jason si voltasse vedeva capsule ... e comprese.
Si spostò seguendo il filo più massiccio che pareva essere composto da tre fili intrecciati insieme. Arrivò ad una zona meno densa di capsule... ce n'era una più grande, grande almeno per ospitare tre persone, il filo entrava dentro di essa senza smettere d'intrecciarsi.
Sulla capsula simile ad una grossa ghianda allungata, c'era un simbolo. Qualcosa che, sebbene con molta fantasia, poteva assomigliare ad una corona o poteva essere la forma del cristallo molto stilizzata, Jason non ne era sicuro.

Sbirciò all'interno.

I tre corpi all'interno parevano umanoidi e in buone condizioni, la loro pelle aveva un colore bruno simile a legno levigato e i capelli erano un misto di foglie e fili d'erba. Non sembravano respirare ma erano sicuramente coscienti.
Per un attimo le storie dei suoi nonni paterni parvero tornare dal suo non lontano passato, storie di elfi e fate, di gnomi e folletti... e di driadi.
Sebbene non avesse mai compreso la necessità dei nonni di raccontargli quelle storie fiabesche, era indubbio che rivedeva in quelle creature le mitiche figure delle creature dei boschi, esseri elementari in profonda simbiosi con la natura. Era quella l'antica popolazione del pianeta? Cos'era successo su quel mondo da spingere quella gente a chiudersi in quelle capsule ghianda e addormentarsi. Tornò a pensare alla grande valle devastata... la caduta di un grosso meteorite o una qualche deflagrazione provocata da una guerra? Chi poteva dirlo.

Una fitta di dolore trapassò la sua mente inconsistente spingendolo a portarsi le mani alla testa in agonia. Il dolore stava diventando insopportabile e lui doveva chiudere la questione o sarebbe finita.
C'era una sola cosa che potesse fare e la fece.

USS Seatiger - Plancia
09/07/2397 ore 02:20 - D.S. 74518.08


=^=Capitano!=^= la voce del Dottor Bruce fece sobbalzare più di una persona in plancia.
"Che succede?! Il Signor Jason è..." Kenar non ebbe il coraggio di terminare la frase.
=^=Sta bene! Si è svegliato anche se sta urlando! Chiede di Tkar... muovetevi non riesco a tenerlo!=^=

Come un sol uomo, il Capitano e il suo Ufficiale Tattico si lanciarono verso il turbo ascensore entrandoci letteralmente all'unisono e non appena le porta si riaprirono i due ripresero la loro corsa verso l'infermeria.

Quando le porte si aprirono, trovarono Jason che si dibatteva fra le braccia del dottore e di tre infermieri. Un'altra infermiera era a terra svenuta dall'urto contro la paratia dopo che Jason l'aveva spinta lontano da sé.
Il mezzo vulcaniano urlava, piangeva e colpiva chi era abbastanza folle da stargli vicino. La sua forza, sebbene inferiore a quella di un vulcaniano puro, era comunque superiore a quelli che cercavano di trattenerlo. A Tkar bastò una mano per spingere il suo corpo ad aderire nuovamente al biolettino e con l'altra appoggiò le dita nei punti di pressione adeguati per la fusione mentale.

Passò del tempo. Tkar, immobilizzato, sembrava sudare e lottare contro qualcosa. Il suo volto sempre impassibile adesso era tirato in un ringhio ferino.
Alla fine parve lentamente rilassarsi, il suo volto si rilassò e sul bioletto medico le luci smisero di lanciare grida di allarme. Quando Tkar staccò le dita dal viso di Jason, parve afflosciarsi dalla stanchezza ma Symon riuscì a prenderlo al volo prima che cadesse.
Jason sbatté le palpebre per poi socchiudere gli occhi a causa della forte luce della stanza.

"Bentornato Signor Queen..." disse Kenar avvicinandosi "Come si sente?"
"Molto male... ma sopravvivrò. Suppongo che le mie condizioni fossero estremamente gravi ..."
"Estremamente ... è un eufemismo! Era ad un passo dall'annullamento neurale... è tornato appena in tempo." esclamò il dottore senza smettere di verificare le condizioni dell'altro paziente.
"Lo immaginavo. Capitano sarebbe possibile tornare sul sistema Uros?" chiese Jason con un filo di voce.
"Stavamo già tornando verso quel sistema, ma lei perché vuole tornare lì? Signor Queen!" chiese Kenar preoccupato perché il suo ufficiale aveva perso di nuovo conoscenza.
"Inutile Capitano, è troppo sfinito per rimanere sveglio e non è in condizioni di sopportare degli stimolanti. Dobbiamo lasciarlo dormire e sperare che l'entità non lo catturi di nuovo." Symon scosse il capo guardando il mezzo vulcaniano che finalmente sembrava in pace.

"Non verrà attaccato." mormorò Tkar dal suo lettino senza sollevare la testa
"Ha letto qualcosa nella mente del Signor Queen?" chiese il trill spostando la sua attenzione sull'altro ufficiale.
"Difficile da spiegare e difficile esserne certi. Ero impegnato a rimettere insieme la psiche a pezzi del Signor Queen e quindi non ho potuto analizzare bene quello che ha visto, ma la nostra meta è il pianeta Seleka, lì avremo delle risposte. Adesso se volete scusarmi ho necessità di meditare."
"Vuole che l'aiuti ad arrivare al suo alloggio?" chiese il Capitano
"Normalmente direi di no, ma questa volta credo che accetterò il suo aiuto." rispose il vulcaniano alzandosi a fatica dal lettino e appoggiando un braccio sulla spalla del suo superiore.

I due si allontanarono barcollando e uscirono dall'infermeria.

USS Seatiger - Plancia
10/07/2397 ore 11:15 - D.S. 74521.83


"Siamo in orbita sopra Seleka signore." avvertì il timoniere di turno.
"Signor Tholos, inizi le rilevazioni: scopriamo se è cambiato qualcosa da quando siamo passati di qua due settimane fa."
"Sì, signore."

"Sembra un bel posto... ha un colore un po' monotono ma pare carino." borbottò Finn che già pregustava una vacanza.
"Se lo scordi Numero Uno, quel posto è mortale per gente come noi. Ci siamo già stati, non se lo ricorda?"
"Non ne sono sicuro, questi pianeti si assomigliano tutti." rispose lui con una scrollata di spalle.
"Ma nemmeno per idea! Comunque non li legge mai i rapporti?" chiese il Capitano sorridendo per l'assurda affermazione del collega.
"Certo signore, solo che sono un po' indietro..."
"Di quanto?"
"Data astrale 71894.98!" rispose Finn orgoglioso
"Ah... Eh?! Ma è quando siamo partiti con la Seatiger!" esclamò sorpreso Kenar
"Scrivete tutti un sacco!" si difese il Primo Ufficiale.
"Ma sta leggendo i rapporti di tutti i membri dell'equipaggio? Lo sa vero che basta il rapporto giornaliero che viene preparato dal computer di bordo..." il Capitano guardò il collega con sguardo scioccato
"E che invece di leggerli li può ascoltare..." aggiunse Tholos, scuotendo il capo

Finn aprì e richiuse la bocca un paio di volte come un pesce in stato confusionale. "Ah..." borbottò senza scomporsi più di tanto.

"Capitano le rilevazioni sono tali e quali quelle di due settimane fa" avvertì il capo operazioni cercando di cambiare discorso.
"Che ci siamo venuti a fare qua?" chiese Anena seduto alla sua postazione alla sinistra del Capitano.
"Non so che dire, Tkar sembrava convinto che avremmo trovato delle risposte. Se ci sono, io non ne vedo."

"Perché non guarda più da vicino." il turboascensore si era aperto e ne era uscito Queen seduto su una sedia a rotelle sospinta dal dottor Bruce e Tkar che invece sembrava perfettamente in forma.
"Sono felice di vedervi di nuovo in plancia, signori." disse il trill alzandosi.
"Grazie Capitano." Queen fece un semplice gesto del capo come ringraziamento "Permette? Signor Tholos, sarebbe così gentile da ingrandire a fattore 15? Latitudine 43° 53' nord e 11° 5' est" chiese dopo aver avuto un cenno di assenso da Kenar.

"Che cos'è? Una città?" chiese Finn scrutando sullo schermo "Non ne è rimasto molto."
"Credo che il motivo di tutto sia il cratere che potete vedere. Cosa dicono i sensori tenente?" Chiese Queen al suo sostituto alla console scientifica.
"Ha un'ampiezza di 2300 chilometri quadrati. Tracce di nickel e iridio... credo la potenza dell'esplosione sia stata fra i 10 e i 15 megatoni. Penso sia stata l'esplosione di un asteroide gassoso delle dimensioni comprese fra i 30 e i 60 metri di diametro."
"Ma non c'è nessun cratere." notò il medico capo
"Credo sia esploso prima di toccare terra... a circa otto chilometri di distanza dalla superficie, la resistenza dell'atmosfera e la sua composizione deve aver frantumato l'asteroide e l'energia cinetica derivante è stata trasformata in energia termica e..."
"Boom!" terminò per lui Finn.

"Ottima analisi Signor Xady." si complimentò Queen
"Quindi l'intera civiltà è stata spazzata via da quella esplosione..." sospirò Anna
"Adesso spostate la visuale più a est al centro della città. C'è un foro." continuò Queen "Signor Tholos per favore, ingrandimento fattore 30."

Il buco che sembrava enorme adesso pareva colossale.

"Che cos'è?" chiese Kenar affascinato
"Credo una sorta di bunker... osservate i bordi del foro."

All'inizio non videro niente, ma pian piano riuscirono a distinguere del movimento. Centinaia di creature verdi e marroni uscivano scalando la parete scoscesa.
Tholos ingrandì ancora di più fino a vedere chiaramente le strane creature.

"Sono degli umanoidi vegetali. Incredibile che riescano a resistere in quella atmosfera!" esclamò Symon
"Credo che siano esattamente come la vegetazione del pianeta, forse alberi divenuti senzienti." confermò Jason
"Cosa le è successo durante la sua... prigionia?" chiese Anena.
"È difficile da spiegare, le mie sono solo congetture e non sapremo mai la verità, ma da quello che ho capito questi esseri sapevano dell'arrivo dell'asteroide, ma non erano in grado di lasciare il pianeta o fermarlo prima che si schiantasse al suolo. L'unica cosa che potevano fare era immergersi nelle profondità della terra e aspettare che tutto finisse."
"Ma l'incidente deve essere accaduto almeno cinquecento anni fa." commentò il tenente Xady.
"Quando ho seguito la loro connessione telepatica li ho trovati chiusi in delle capsule di stasi, o qualcosa di simile. Alla fine di quell'enorme foro c'era un cristallo che probabilmente doveva servire a permettere alla loro coscienza di rimanere in contatto con la realtà e risvegliarsi non appena il pericolo fosse passato, ma durante la catastrofe il cristallo è caduto all'interno della fossa e si avvicinato troppo al loro luogo di riposo."
"Che genere di cristallo?" chiese Kenar
"Credo un qualche tipo di cristallo psicoattivo. Quando è caduto ha fuso insieme tutte le coscienze di quel popolo per questo credevano di essere una sola entità pur parlando come se fossero più persone e questa fusione li ha anche confusi. Quando ci siamo avvicinati al pianeta si sono infiltrati nell'astronave e per farlo, forse inconsciamente hanno distorto la loro concezione di tempo grazie all'energia congiunta di tutti quanti, per questo il Consigliere ha pensato che si nascondessero nel tempo più che nello spazio."
"Incredibile... non c'ho capito niente" affermò convinto Dewey "Quindi queste... verdure, ci hanno attaccato per pura curiosità!?"
"Non ci capivano, sono vegetali e in più confusi dal loro legame forzato."
"Come si è liberato Signor Queen?" chiese il Capitano affascinato dalla storia.
"Credo di aver disobbedito alla Prima Direttiva, signore... riceverà il mio rapporto per la corte marziale." commentò Queen senza scomporsi più di tanto.
"Non si preoccupi di quello adesso, si spieghi."
"Ho risvegliato i tre che sembravano essere il fulcro del legame psichico. Una piccola fitta di dolore indotta, niente di grave, ma abbastanza da risvegliarne la coscienza. Non appena quello che sembrava essere il capo di quel popolo, o il suo re, si è svegliato il legame è stato spezzato. Poi la mia coscienza è stata scagliata di nuovo nel mio corpo... poi sapete tutti quello che è successo."
"E credo che dovrà delle scuse al guardiamarina Selièn, quella povera ragazza! L'ha scagliata dall'altra parte della stanza, è un miracolo che non ci sia rimasta secca." borbottò il Dottor Bruce
"Vedrò di scusarmi il prima possibile." assentì Jason senza mostrare nessun espressività sul volto.
"Meglio una cena" si intromise Finn "Mai usare solo scuse con una donna, come minimo ci vuole una cena, soprattutto se quella donna potrebbe doverla rattoppare un giorno."

Tutti sorrisero e Queen parve riflettere sulla logica di quella affermazione.



USS Seatiger - Ponte 5 - Davanti alla sala ologrammi 1
12/07/2397 ore 23:29 - 74528.71


"Kenar a Dottor Bruce."
=^=Qui Symon...=^=
Kenar sospirò: non aveva aggiunto Signore, ma se lo aspettava.
"Credo sia arrivato il momento di parlare io e lei. Mi raggiunga sul ponte 5, per cortesia."
=^=Arrivo.=^=
Il Capitano sospirò di nuovo.

Passarono pochi minuti prima che il medico sbucasse da uno dei corridoi a passo di carica. Si era evidentemente caricato per tutto il tragitto fino alla sala ologrammi, sembrava pronto a dare battaglia.

"Perché qui?" chiese il medico un po' confuso.
"Se per lei non è un problema vorrei tenere la cosa in una veste più formale... mi sono fatto prestare dal signor Finn una delle sue simulazioni. Si tratta di qualcosa chiamato pub."
"Dannazione, so cos'è un pub, lo abbiamo inventato noi scozzesi! Cerca di rabbonirmi Capitano?" chiese acido il medico.
"Assolutamente, questo è il mio modo di chiedere scusa. Non sono pentito delle scelte da me fatte, ma capisco benissimo il suo punto di vista."
"Su questo ne dubito... vediamo questo pub, spero che servano del whiskey scozzese altrimenti la cosa si farà problematica per lei." ribatté Symon e Kenar sospirò rassegnato.

La porta si aprì, una simulazione era già attiva. I due ufficiali aprirono la bocca sorpresi.

Finn era lì, in piedi, nudo se non per un paio di slip attillati, stivali in pelle e un mantello svolazzante il tutto di un rosso brillante. Sulla testa portava un elmo che pareva di metallo con delle alette di carta incollate ai lati. Nella mano sollevata verso il cielo reggeva un martello da fabbro.
Il Primo Ufficiale fece rotare il martello due o tre volte e poi spiccò una corsa indecorosa con la pancia che sobbalzava come un budino.

Kenar premette il pulsante per richiudere le porte e far scendere un velo pietoso sulla scena.

I due uomini continuarono a guardare la porta chiusa per un po'.
Symon fu il primo a rompere il silenzio.
"Credo di aver bisogno di quel whiskey, ora più che mai..."
"Bar di prora?" chiese Kenar fissando ancora la porta
"Urgentemente." confermò l'umano

Un paio di minuti dopo alcuni guardiamarina di passaggio vicino al turbo ascensore, giurarono di aver udito il Medico Capo e il Capitano della Seatiger ridere come dei pazzi dentro l'ascensore diretto al bar.

*** SECLAR 8 ***
Filmato sicurezza Seatiger secretato su ordine del Capitano Kenar.


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FINE MISSIONE