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USS ERINLE - MISSIONE 01 RSS USS ERINLE - Missione 01

01.04 " 48 Ore "

di Shinead O'Lauglin, Pubblicato il 30-03-2016

Navetta Angel 15460 - 6 marzo 2396 - Ore 11:00 - Flashback


Shinead guardò fuori dal vetro dello shuttle. Non c'era niente. Quanto tempo era passato dall'impatto? Impossibile dirlo, visto che la consolle degli strumenti era saltata completamente, e solo la debole luce di alcune spie illuminava l'abitacolo. L'unica cosa che aveva retto era l'ossigeno e, almeno per un po', poteva ancora respirare. E aspettare. Aspettare che la venissero a cercare.
Nessuno dei sensori di bordo aveva segnalato l'avvicinarsi di un corpo estraneo, il che significava che il meccanico dell'Erinle era un incompetente che non sapeva fare il suo lavoro e che lo Shuttle era guasto quando era partita. Non c'era nessun'altra spiegazione. Non poteva certo essere stata un'astronave a spararle contro, perché per quale ragione una qualunque astronave avrebbe dovuto sparare ad uno shuttle della Flotta in un'area in pace in tempo di pace? Rimaneva solo il meteorite, che la strumentazione non aveva rilevato, perché guasta. Avrebbe avuto due parole da dire a qualcuno, quando fosse rientrata. Se fosse rientrata.
Aveva fame. Doveva essere rimasta svenuta parecchio tempo. Anche il sintetizzatore del cibo era fuori uso e naturalmente, sulla navetta non c'erano né cibo né acqua, era una missione di poche ore, per reperire alcuni importanti strumenti indispensabili per il suo lavoro sulla nave, come da istruzioni del capitano.
Infilò la mano in tasca e ne estrasse alcuni chip, che in assenza di gravità cominciarono a roteare nell'abitacolo. Chip di simulazione per fare gli ologrammi per la sala relax dell'equipaggio. Shinead ne seguì le evoluzioni con lo sguardo. Il FestivOlo. Ecco, quella era la dimostrazione palpabile di come una ragazzata fatta da giovani possa restarti attaccata addosso e rovinarti la vita, come quelle macchie di grasso che calpesti nell'hangar e ti restano appiccicate alle suole facendoti lasciare impronte ovunque e che non riesci a mandar via in alcun modo. Non c'era stato pianeta, base o astronave dove, dopo essersi presentata, dopo qualche parola, non le fosse stata posta la fatidica domanda: "Maaaa.... tu non sei quella del FestivOlo?", ed il discorso continuava con calorosi apprezzamenti e finiva, di solito, con la richiesta di trasformare in ologramma la foto della loro medusa preferita. Mai che qualcuno dicesse: "O'Lauglin? Quella che ha inventato un sistema per coltivare cereali in terreni che hanno un ph così elevato da corrodere la maggior parte dei metalli?", No, di quello non interessava niente a nessuno.
Neanche a Drax. "Siamo stufi di caprette e palme" disse ad alta voce, scimmiottando il birignao del capitano. "Siamo una piccola nave".
Chissà se la piccola nave con l'equipaggio meravigliosamente affiatato la stava cercando. Guardò ancora la danza dei chip, toccandone alcuni per imprimergli delle traiettorie diverse. Poteva farci un ologramma. La risata, amara, riempì l'abitacolo. Ma in fondo perché avrebbero dovuto cercarla? Era solo uno scarto della Flotta
Anche gli altri
La vocina risuonò nella sua mente, sorprendendola, e mettendole davanti agli occhi una realtà che era lampante. Erano tutti scarti, la vecchia a fine carriera, il comandante tronfio e borioso, il capitano Drax, che era veramente vecchia per comandare ancora una navetta come l'Erinle, e la nave stessa. Doveva essere una specie di tappeto sotto il quale la flotta nascondeva gli ufficiali imbarazzanti, impossibili da congedare ma impresentabili su altre navi. "Metti tutte le mele marce nello stesso cesto, così non guastano le altre" le diceva la nonna. Anche la Flotta doveva avere una nonna.
TIK TIK TIK
I chip avevano cominciato ad urtare il vetro ed il rumore la strappò dai suoi pensieri.
Lo stomaco brontolò ancora. Shinead controllò che la spia dell'aria fosse ancora accesa. Sapeva bene che si può resistere settimane senza mangiare, solo 72 ore senza bere, una manciata di minuti senza ossigeno, quindi la priorità per il momento era l'aria, e quella ce l'aveva. Adesso doveva trovare un modo per tornare alla nave. Avrebbe provato a riparare la consolle ed i sistemi vitali e, una volta capito dove fosse, avrebbe mandato una richiesta di soccorso. Non si sarebbe arresa. Ma prima c'era una cosa che doveva fare. Allungò una mano e prese delicatamente uno dei chip poi, lentamente, cominciò a farlo a pezzi.



USS ERINLE - UFFICIO DEL CAPITANO - 7 MARZO 2395 - ORE 06:00


"Dunque lei mi sta dicendo, Capitano Drax, che ha messo in pericolo la vita di un ufficiale della Flotta per procurarsi dei chip per lo svago dell'equipaggio?" chiese l'Ammiraglio con una tale espressione di disgusto sul volto che il capitano trovò difficile continuare a fissarlo. La comunicazione era arrivata improvvisamente, l'aveva buttata già dalla branda e le avevano chiesto conto della sparizione del tenente, conoscevano tutti i dettagli, per cui era stato impossibile trovare una giustificazione plausibile.
"Bè, si, è così. Ma io non pensavo che..."
"Ha detto la frase giusta, capitano. Lei non ha pensato. L'ammiragliato era convinto che avesse perso questa perniciosa abitudine. Lei era al corrente della presenza dei ribelli del Sistema Rutia in questo quadrante vero?"
La domanda era puramente retorica. Si, lo sapeva, l'avviso alla Flotta era stato ripetuto più e più volte, e la storia dell'ufficiale Martin ucciso mentre stava per tornare sulla sua nave era serpeggiata su tutti i ponti. Ma chi se la prenderebbe mai con uno shuttle da trasporto? Appunto.
"Stiamo scandagliando lo spazio, signore," intervenne il consigliere Soraya, con l' intento di placare l'ammiraglio che, sotto il perfetto autocontrollo, era, per lei, palesemente furioso "e sono convinta che la troveremo presto".
L'ammiraglio si sporse in avanti, diventando ancora più incombente sul grande schermo "Sono lieto che ne sia convinta, Consigliere Soraya, e mi piacerebbe sapere su quali basi fonda questa convinzione". Lo sguardo si fece duro e freddo "Lei mi ha profondamente deluso, consigliere. Pensavo che il suo incarico sull'Erinle fosse chiaro, ma evidentemente non è così, visto che lo ha completamente disatteso". Si appoggiò allo schienale e guardò gli ufficiali con un'espressione di ancora più dura. "Avete 48 ore per riportare il l'Ufficiale Scientifico Tenente Shinead O'Laughlin a bordo, viva, altrimenti sarete sollevati dal comando e destinati ad altro incarico. A terra".
Lo schermo si spense con un lieve sfarfallio.
Il Comandante Toran si permise di respirare, lieto che l'ammiraglio non lo avesse coinvolto.
"Io però mi domando come ha fatto l'ammiragliato ad essere informato. Noi non abbiamo fatto nessuna comunicazione", disse guardando sconsolato le altre due.
"E' evidente comandante", cominciò con tono didattico il consigliere Soraya "l'ammiragliato ha degli osservatori su questa nave. E' una pratica usuale quando..."
"Degli osservatori? Delle spie? Sulla mia nave, il mio equipaggio mi spia?" Esclamò il capitano sbalordita.
"Osservatori. E' una pratica usuale per una nave come questa, dove la quasi totalità dell'equipaggio ha un passato... come lei del resto", rispose con tono pacato Soraya.
"Il mio passato?" Sibilò Drax "Lasci stare il mio passato! Parliamo piuttosto del suo presente! Cosa ci fa, veramente, sulla mia nave?"



Caccia Stellare Rut II - plancia di comando - 7 MARZO 2396 - Ore 10:15


"E quindi ti scambieremo con medicinali e armamenti. La flotta pagherà bene per riavere un suo ufficiale" disse il comandante dei ribelli rutiani.
"Mi dispiace contraddirla, ma non ci sarà nessuna trattativa. Avete già dimostrato in passato di essere inaffidabili, per cui la Federazione ha emanato un ordine che vieta qualsiasi trattativa con i rapitori di ufficiali. La chiamano la direttiva Martin, c'è la Corte Marziale per chi trasgredisce".
Era un pericoloso bluff, e la posta era la sua testa.
"I miei informatori non me ne hanno parlato".
Dunque hai degli informatori nella Flotta.
"Quello che faranno sarà darvi la caccia finché non vi troveranno e vi distruggeranno completamente, con tutte le navi a loro disposizione. Non possono permettersi un altro smacco. Fin'ora non si sono intromessi perché la vostra guerricciola non tocca gli interessi della Federazione, ma adesso è una questione di prestigio"
"Se ci attaccano, ti uccidiamo. Cosa ne dirà la Federazione e la Flotta?" rise sardonico il comandante.
Portalo dove ti serve, ragazza.
Shinead congiunse le mani davanti a sé, alzò lo sguardo al soffitto e cominciò a recitare: "Il Tenente O'Lauglin, fulgido esempio di attaccamento al dovere e limpido coraggio, con sprezzo del pericolo ha immolato la sua vita al servizio della Federazione e per questo viene promossa alla memoria al grado di bla bla bla. Un eroe morto fa sempre comodo. Potrebbero persino intitolarmi un vascello". Fece una pausa, "non tratteranno. Mai".
"Allora non ci servi", disse secco il comandante.
Adesso!
"Allora sbarcatemi. La Federazione vi dovrà un favore e non si intrometterà nelle vostre faccende".
Il capitano la guardò sorpreso. Parve riflettere, poi un sorriso maligno apparve sul suo volto sfregiato.



PIANETA SCONOSCIUTO, data stellare 7 marzo 2396 - ore 11:45


E così l'avevano sbarcata, ed anche su un pianeta abitabile. Quale e dove, visto che avevano usato il teletrasporto, era impossibile stabilirlo, per ora. L'atmosfera era respirabile, ma senza strumenti non poteva sapere se ci fossero dei gas nocivi non rilevabili ai sensi umani. Ad ogni modo per ora andava bene così. Intorno a lei il terreno era cosparso di fitti filamenti verdastri, classe "erba" e alcuni agglomerati di altezza variabile, classe "cespugli" sorgevano qua e là. Nessuna presenza di forme di vita intelligenti per il momento. Doveva cercare un insediamento o almeno un posto riparato dove difendersi dagli eventuali predatori. Poi in lontananza sentì una specie di fruscio e si avviò in quella direzione.
Il liquido era incolore ed inodore, e scorreva allegro in un avvallamento lineare nel terreno. Classe "acqua" e "ruscello" pensò. Si inginocchiò e, cautamente, immerse alcune dita nel liquido. Non era corrosivo. Alzò la testa sentendo un lieve rumore. Dall'altro lato del corso d'acqua una creatura pelosa, con lunghe appendici sulla sommità della parte anteriore del segmento frontale stava rivolgendo verso di lei le sue protuberanze frontali. "Un coniglio che mi guarda" pensò. La creatura saltellò via, e Shinead si alzò. Secondo tutti i trattati di Antropologia e Xenobiologia, le razze senzienti stabiliscono i propri insediamenti vicino ai corsi d'acqua, quindi seguendo quello c'erano buone probabilità di trovarne uno. Si incamminò canterellando. Dopotutto poteva andarle peggio, potevano spedirla su qualche luna morta!



PIANETA SCONOSCIUTO, data stellare 7 marzo 2396 - ore 13:00


La struttura era indubbiamente opera di una cultura superiore, di forma tondeggiante e con un gradevole colore dorato, classe "casa". Si avvicinò cautamente, non sapeva chi si sarebbe trovata davanti. Una sezione rettangolare della struttura si separò dal resto, classe "porta che si apre" ed una figura umanoide ne uscì. Per quel che poteva vedere era dotato di due appendici superiori, classe "braccia" e di due inferiori, classe "gambe", e di una a coronamento della struttura, classe "testa". Indossava degli indumenti e poichè questo è considerato un tratto tipico delle civiltà evolute, si permise di essere cautamente ottimista. Dietro la prima figura ne comparve un'altra che portava nell'appendice classe "mano" un oggetto lungo e sottile, classe "arma".
"Sono il tenente Shinead O'Lauglin della Flotta della Federazione Stellare, ed ho bisogno di assistenza" scandì con voce tranquilla".
"Cò a tha thu? Dè tha thu deanamh an so? A bheil sibh a 'bruidhinn a' chànan agam?"
disse la prima figura apparsa. La ragazza lo guardò sbalordita, poi si mise a ridere mentre non poteva fare a meno di pensare con sollievo: sono a casa, sono a casa...