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DS16GAMMA - MISSIONE 19 RSS DS16GAMMA - Missione 19

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di Alessandro Riccardi, Pubblicato il 11-10-2017

Deep Space 16 Gamma - Ufficio della sicurezza- 30 giugno 2397 - ore 2.18


Riccardi entrò ad alta velocità nel suo ufficio e, guardando i capi sezione della sicurezza, iniziò ad impartire una serie infinita di ordini e comandi per poi congedarli brutalmente.
Rimasto solo il capo della sicurezza rimase in piedi ad osservare la sua scrivania come per meditare la prossima mossa.
"Ha novità?" Chiese il capitano Shran entrando.
"No signore." Rispose Riccardi senza alzare lo sguardo.
"Come è possibile?" Chiese il capitano.
Alessandro alzò lo sguardo per incrociare quello del superiore che continuò a parlare: "Come è possibile che un intruso si muova meglio sulla stazione di lei e delle sue squadre!?"
"Non lo so signore." Brontolò il capo della sicurezza.
"Lei mi aveva detto di conoscere ogni singolo passaggio di questo posto."
Anche il capitano era pesantemente irritato per la situazione e stava puntando le antenne verso il suo interlocutore come per poterlo scrutare meglio.
"Sono morti tre dei suoi uomini." Disse il capitano mettendo il coltello nella piaga.
"Pensa che non lo sappia?" La frustrazione di Riccardi gli fece sfiorare l'insubordinazione.
"Allora lo trovi." Ordinò il capitano, per poi aggiungere: "O troverò un nuovo capo della sicurezza."
Detto ciò l'andoriano uscì.
Rimasto solo Riccardi, scatenò la sua furia dovuta all'impossibilità di catturare l'intruso e per la perdita di tre dei suoi uomini su una sedia che impattò con forza contro il muro.

Deep Space 16 Gamma - Ufficio della sicurezza, celle di detenzione - 30 giugno 2397 - ore 2.26


Dalla sua posizione P'Mel poteva veder tutto. Quella posizione gli permetteva di tenere sotto controllo tutto lo svolgersi dell'infruttuosa caccia all'uomo lanciata da Riccardi. Il vulcaniano si sentiva al sicuro e, se avesse avuto delle emozioni, sarebbe stato compiaciuto della sua intelligenza: si era nascosto nell'unico posto in cui l'avrebbero cercato.
D'improvviso qualcosa lo mise in allarme. Guardò meglio sul monitor del dpadd che teneva in mano ma non riuscì a trovare traccia di molti degli ufficiali superiori. Fece passare le varie telecamere della sicurezza ma del capitano non c'era traccia da nessuna parte. Stava per prendere le immagini dalla sala comando quando lo schermo divenne improvvisamente nero. P'Mel controllò il cavo che connetteva il dpadd alla rete di sicurezza ma era a posto. Istintivamente decise di andare via, fece per prendere la borsa, staccò il dpadd e si lanciò fuori dalla cella.
Un campo di forza lo respinse selvaggiamente indietro. Delle luci si accesero all'improvviso e guardie armate sbucarono da ogni angolo.
Era in trappola.
"E' stato gentile da parte sua a mettersi in una comoda cella." Ironizzò il capitando entrando nella sala accompagnato da Riccardi e Roberts.
"Attendente P'Mel, lei è in arresto con l'accusa di l'omicidio di tre membri della sicurezza della stazione e alto tradimento." Alessandro esordì con la forma classica per poi dire: "E' tutto suo capitano."
"Grazie capo, ottimo lavoro." Shran si avvicinò al vulcaniano bloccato nella cella.
P'Mel guardò il capitano e sfoderando tutta la sua logica disse: "Presumo che il vostro litigo fosse una finzione."
"Sì." Ammise il capitano, poi aggiunse: "Sapevamo che ci stava controllando tramite un monitor della sicurezza e abbiamo inscenato un finto litigo per farle abbassare la guardia. Anzi temevo che il lancio della sedia fosse un
po' troppo teatrale e esagerato ma l'importante è che ha funzionato."
"Come mi avete scoperto?" Chiese il vulcaniano.
Shran fece un passo in avanti e disse: "Lei ha lavorato su questa stazione per più di un anno presso l'ambasciata federale prima di essere trasferito sulla stazione Marconi. Conosce molto bene questa stazione e ciò le ha
permesso di muoversi in libertà." Un sorriso apparve sul volto del capitano: "Inoltre l'ambasciatrice T'Lani conosce bene il suo passato. E' una donna molto difficile da fregare, infatti sul suo fascicolo ha scritto una semplice somma algebrica."
"Tre più uno fa quattro." Rispose Riccardi.
"No capo." Shran scosse la testa, Riccardi e Roberts sorrisero di rimando: "Tre più uno non fa quattro fa trentuno come la sezione a cui P'Mel appartiene."
A conferma di tutto ciò il vulcaniano inarcò un sopracciglio.
P'Mel fece per parlare ma il capitano fu più rapido: "Perché ha ucciso i miei uomini?"
Shran sputò quelle parole con una tale rabbia e disprezzo da riuscir ad intaccare il controllo delle emozioni del vulcaniano il quale, dopo un primo tentennamento, rispose: "Ho ucciso solo due di loro." Breve pausa: "Non
potevo permettere che si instaurino rapporti con quegli alieni... ci trascineranno nella guerra che stanno combattendo."
"Di che cosa parla?"
"Non sono quello che sembrano hanno fatto cose orribili comprese segregazioni razziali." P'Mel guardò il capo della sicurezza: "c'è una creatura a bordo... era con me ed ha ucciso la terza guardia."
Riccardi con rapidi e occulti gesti diede prontamente ordini ai suoi sottoposti di continuare la ricerca nel mentre il capitano chiese: "Che creatura?"
"E' la prova di quello che quegli alieni possono fare di male." Detto ciò P'Mel schiacciò una capsula che aveva in bocca e liberò il veleno.
Un pochi istanti il prigioniero si accasciò a terra morente.
"Presto." Ordino il capitano. Ma le guardie, anche se accorsero fulminee, poterono solo constatare la morte del vulcaniano.

Deep Space 16 Gamma - Alloggio del tenente Duran- 30 giugno 2397 - ore 2.31


Durani, dopo mille trattative, aveva acconsentito ad andarsi a riposare. Il dottor Damar le aveva dato un forte sedativo dicendole che avrebbe dormito così profondamente da non far sogni. Eppure, stava sognando e quello che stava vedendo esulava dall'essere definito incubo.
Era in una piazza molto larga ai cui bordi c'erano una serie di edifici di forma ovoidale e color verde acqua. Al centro c'era una immensa fontana con dell'acqua poco profonda. Attorno a sé c'erano cadaveri, migliaia di esseri
rettiliformi erano sparsi qua e là. Erano caduti lì dove la morte li aveva colti e non erano morti per cause naturali. Ogni corpo aveva delle ferite profonde simili a quelle che si potevano riscontrare su un campo di battaglia medioevale e a quelle che si potevano avere per un attacco di bestie feroci.
Durani si guardò introno. La calma di quel posto era totale. Sarebbe stato un posto fantastico in cui stare se non ci fossero stati tutti quei morti. Poi posò lo sguardo su uno dei corpi. D'improvviso tutto cambiò.
Da giorno la scena passò a notte fonda. Vide l'alieno ancora in vita correre per salvarsi. La cosa terrificante per la Klingon fu vedere l'intera scena con la prospettiva dell'assassino. Assisté impotente alla disperata fuga del rettiloide che terminò in un angolo. Vide la creatura implorare in una strana lingua pietà. Poi Durani sentì il suo braccio alzarsi e assumere la forma di una tentacolo e colpire l'alieno in pieno petto. L'urlo straziante del ferito sconcertò la donna che cercò di distogliere lo sguardo per evitare di infierire sulla sua vittima ma, al contrario, si lanciò sulla preda e la finì a morsi.
Il risveglio della Klingon nella sua stanza fu un piacevole ritorno alla realtà. Quel sogno l'aveva turbata non poco. Stava cercando di rimettere assieme le idee quando percepì una voce nella testa:*HAI VISTO?*
Breve pausa poi la voce ricominciò:
*AIUTAMI... AIUTACI.*
La Klingon si guardò in torno e, nella penombra della sua camera, vide una presenza in ombra. Non riusciva a distinguerla bene, sembrava quasi una enorme piovra. Istintivamente capì che si trattava dell'essere che le stava parlando nella mente.
"Chi sei?" Chiese l'ufficiale tattico.
*LO IMMAGINI, MI HAI VISTO ALL'OPERA.*
"Perché hai ucciso quegli alieni?"
*NON HO SCELTA... E' COLPA LORO.*
"Loro chi?"
*I VOSTRI OSPITI.*
Durani rimase a lungo a pensare ma la creatura continuò a parlarne nella mente:
*SONO MALVAGI E NON SONO COSA VOGLIONO SEMBRARE... HANNO SEGREGATO I LORO MASCHI E NOI....*
La Klingon decise di vederci chiaro, si avvicinò al comando delle luci e le accese. Ma si accorse di essere sola nella sua camera.

Deep Space 16 Gamma - Plancia- 30 giugno 2397 - ore 2.41


In plancia la situazione era tranquilla malgrado l'attacco alla sicurezza. Claire stava coordinando le ricerche coi sensori interni quando il guardiamarina Tellis al tattico esclamò: "Comandante rilevo una serie di esplosioni su una delle navi aliene."
Il primo ufficiale lasciò immediatamente la consolle sicurezza per avvicinarsi al tattico: "C'è un incidente?"
"No... stanno - Tellis era incredula - stanno combattendo..."
Drillrush guardò a sua volta la consolle tattica e confermò l'analisi della sottoposto: "Sì, stanno sparando a bordo...." Fu l'analisi incredula del primo ufficiale e Tellis aggiunse: "Le altre navi... caricano le armi... ."