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DS16GAMMA - MISSIONE 19 RSS DS16GAMMA - Missione 19

19.04 " C'è un cadavere in biblioteca "

di Claire Drillrush, Pubblicato il 25-09-2017

Deep Space 16 Gamma - Sala controllo - 30 giugno 2397 - ore 1.23


Lei detestava i ricevimenti.
Era sempre stato così, fin da quando, da bambina, la obbligavano a partecipare a quelli della Flotta cui venivano invitati gli ammiragli con le loro famiglie. Forse proprio per questo.
Tuttavia, questo ricevimento in particolare le era sembrato anche più odioso del solito. Intanto aveva dovuto occuparsi lei dell'organizzazione. Non l'avrebbe mai ammesso né con il suo capitano, né con chiunque altro, ma aveva odiato ogni secondo di quel compito. Non era per sua natura una donna particolarmente paziente e perdere due intere giornate a disporre ai tavoli ospiti illustri e litigiosi come bimbi, nonché a occuparsi di allestimenti floreali e posateria, scelte del menù e intrattenimento musicale, le sembrava non solo uno spreco di tempo - forse era per evitare questo che non si era mai sposata - ma anche uno sforzo inadeguato. Se questa nuova razza era potente e importante la metà di quel che sembrava, tanto che Thompson aveva deciso di passare l'incombenza a loro, un banchetto in sala ologrammi a bordo di una stazione da spazio profondo non sembrava poi questa gran cosa.
A peggiorare la situazione, ci si era messo il proverbiale morto in biblioteca. Tre uomini della sicurezza uccisi, un cadavere non ancora identificato e un tizio il cui principale obbiettivo pareva girare per la stazione avvolto da un sinistro manto nero uccidendo membri del personale a caso. Meraviglioso. La serata era già abbastanza deprimente senza che alla noia si aggiungesse anche un problema serio.

Claire si passò due dita nel colletto dell'uniforme di gala che indossava ancora, tamburellò con le quelle dell'altra mano sulla consolle e con un sospiro si voltò verso il tenente alle sue spalle che le aveva appena annunciato l'ennesima scocciatura della nottata.

"Non mi dica che è ancora lui..." disse con malcelato malumore.
"Temo di sì, Signore," rispose il tenente in tono di scuse. "Devo aprire il canale?"
"Certo, oppure potremmo far saltare in aria la sua nave..."
"Signore?"
Claire scosse stancamente una mano. "Nulla, tenente. Apra il canale."

Il tenente annuì e sullo schermo principale comparve il volto di un piccolo ferengi, decisamente infuriato.
Claire pregò silenziosamente svariati pantheon di dei di concederle la pazienza. Se le avessero dato la forza, la nave del ferengi sarebbe già stata una nuvola di detriti a quell'ora.

"Signor Brek, cos'altro possiamo fare per lei, stasera?"
"Esigo di sapere quando potrò partire!" strepitò il piccoletto.
"Come le ho già spiegato nelle nostre tre precedenti conversazioni, non ci sarà possibile darle il permesso di partire finchè l'allarme rosso rimarrà in vigore."
"E fino a quando sarà in vigore?"
"Fino a quando l'attuale situazione verrà risolta, cosa per cui tutto il personale si sta adoperando strenuamente. Ogni misura è stata adottata per la sicurezza di coloro che..."
"Regola dell'acquisizione numero 45: il profitto ha i suoi limiti, la rovina no. Ed è la rovina a cui sto andando incontro rimanendo qui. Dove sarebbe la preoccupazione per la mia sicurezza in questo? Il tempo è denaro! Anche una femmina come lei dovrebbe capire la regola numero 83!"
"Sì, anche sulla Terra abbiamo un detto simile... " Claire sollevò una mano, interrompendo la tirata dell'altro. "Sono certa che le cose verranno risolte a breve. Forse non sarà nemmeno necessario ispezionare i carichi."
Brek si bloccò. "Ispezionare i carichi?"
"Solo a fini precauzionali."
"Non ce ne sarà affatto bisogno. Attenderò il permesso di partire. Voglio sperare che il vostro personale si dia una mossa."

Con questo la comunicazione venne chiusa. Claire sospirò. Il tenente alle sue spalle aveva in volto un'espressione sollevata.

"Canale chiuso."
"Già, me l'immaginavo."
"Davvero ispezioneranno i carichi?"
"Non ne ho idea, tenente. Ma nel caso, penso mi offrirò di dare una mano con la nave di Brek."
Il tenente sorrise. "Anch'io."

Deep Space 16 Gamma - Infermeria - 30 giugno 2397 - Contemporaneamente


"Faccia piano, tenente. Una commozione cerebrale non è uno scherzo."

Sonx allungò una mano ad aiutare Durani che, con una certa cautela, stava tentando di mettersi a sedere sul lettino, facendo scendere le gambe dal bordo.

"Come si sente?"
"Come dopo uno scontro con uno squadrone Jem'Hadar."
"Quindi tutto normale, per lei." Sonx sorrise ampiamente e Durani gli gettò un'occhiataccia.

Shran, che stava osservando la scena da poca distanza, fece due passi avanti.

"Felice che stia bene, tenente. Ora, se il dottor Sonx è d'accordo, vorrei un suo rapporto sull'accaduto," disse curvando appena le antenne in avanti. "Non le chiederò per quale motivo si trovava all'attracco invece che in sala comando, ma ho bisogno di sapere con precisione cosa è successo."

La donna annuì lentamente, ignorando completamente, o almeno fingendo di farlo, l'accenno di Shran alla sua fuga dalla sala comandi.

"Io e il tenente Rhiss stavamo ispezionando l'attracco, per assicurarci che tutto fosse in ordine. Sono inciampata in qualcosa e quando abbiamo illuminato la zona, ci siamo accorti che si trattava di uno degli uomini di Riccardi."
Shran annuì. "A poca distanza ce n'era un altro, dico bene?"
"Circa due metri più avanti. Rhiss ha trovato anche un congegno per mascherare le letture dei sensori interni. A quel punto ho sentito il grido."
"Il grido?" Le antenne di Shran si curvarono maggiormente.
"Sì, anche se immagino sia più corretto dire che si trattava di telepatia. Anche Rhiss l'ha sentito. Mi sono precipitata dentro e ho trovato quell'essere."
"L'uomo in nero?"
"Non so dire se fosse uomo o donna. Ha ucciso qualcuno e poi io..." Durani si interruppe, chiaramente preda della frustrazione, "sono caduta in trappola."
Shran sollevò una mano. "Da quello che Riccardi ha potuto vedere, chiunque ne sia l'artefice di tutto questo, è stato eccezionalmente abile. Lei non l'ha visto in faccia, vero?"

Durani scosse la testa.
L'andoriano si volse verso il medico.

"Sappiamo che i primi due cadaveri appartengono ai nostri uomini. Cosa sappiamo degli altri due?"
"L'uomo che il tenente Riccardi ha trovato con il mantello nero era anch'egli uno dei nostri. Ai primi due è stato spezzato il collo, il terzo è stato... beh... " Sonx esitò per qualche istante, alla ricerca del termine giusto. Il suo, più che un moto di disgusto pareva un interesse professionale, ma era comunque chiaro come l'efferatezza dell'omicidio l'avesse colpito. "Gli è stata strappata la gola."
Shran e Durani lo fissarono. "In che modo?" chiese l'andoriano.
"Non con una lama, questo è certo. Non so dirvi altro, almeno non finchè non avrò terminato l'esame autoptico. Ho visto un gran numero di ferite nella mia carriera, anche peggiori di questa, ma un simile modus operandi mi è del tutto nuovo."
"E riguardo alla terza persona? Chi era?" domandò Durani, ripensando al personaggio ammantato e alla sua vittima.
Sonx scosse la testa. "Non lo so. Per ordine della Nobile Valana il corpo è stato portato a bordo della loro nave. Era uno dei loro."

Deep Space 16 Gamma - Ufficio del Capitano - 30 giugno 2397 - ore 1.58


"Non può essere scomparso nel nulla."
"Lo so bene, Signore. Eppure non riusciamo a trovarlo," ammise Riccardi, esibendo un'espressione scocciata e preoccupata al tempo stesso. "I nostri sensori non lo rilevano in alcun modo. Sappiamo che deve trovarsi ancora a bordo della stazione ma, se si escludono le aree protette, potrebbe essere ovunque. Ed è un ovunque molto ampio da ispezionare a vista."
"Mi rendo conto, ma è di vitale importanza che il colpevole venga trovato. Soprattutto in vista dell'incontro. Non ho nessuna intenzione di lasciare un seria killer a piede libero sulla mia stazione, a prescindere da quale sia la sua specie d'origine."
Riccardi annuì. "Non succederà, Signore."
"Lo so. Ha la mia piena fiducia. Continui le ricerche. Batta la stazione palmo a palmo se deve, ma trovi il nostro assassino. E mi tenga informato. Può andare."
Riccardi fece un cenno con il capo e uscì.

Deep Space 16 Gamma - Ambasciata Klingon - 30 giugno 2397 - Contemporaneamente


"Un incontro con tutte le delegazioni diplomatiche?"
Il segretario di Rhogal annuì una volta sola con un grugnito. "La comunicazione è appena arrivata."
"Il capitano Shran cosa ha risposto?" domandò Tara, ancora abbigliata con la tenuta che aveva sfoggiato al banchetto. Nessuno era andato a dormire dopo l'allarme.
"Non ha ancora risposto."
"E' probabile che aspetti direttive dalla Flotta," commentò la donna.
"Già." Rhogal fissò per un istante il suo attendente. "Comunica alla Nobile Valana e al capitano Shran che la delegazione Klingon parteciperà all'incontro."
"Qa'pla!"
L'attendente uscì e Rhogal si rivolse a Tara. "Un dignitario alieno ammazzato durante un primo contatto su una delle vostre stazioni? Shran ha un problema grosso come tutta Praxis." La voce di lui, al solito, era un basso rombo.
"Sì, temo di sì. Cosa pensi che voglia questa Valana?"
"Non ne ho idea, ma ho intenzione di scoprirlo," rispose l'ambasciatore con un ghigno.

Deep Space 16 Gamma - Sezione imprecisata- 30 giugno 2397 - Contemporaneamente


L'ex proprietario del mantello nero strisciò lentamente lungo il condotto. Si muoveva fluidamente, come se si trovasse perfettamente a suo agio nell'avanzare carponi lungo uno stretto cunicolo alieno, come lo facesse tutti i giorni. Forse era proprio così, benché quei cunicoli fossero decisamente diversi da quelli del suo mondo natale. Avanzò per una decina di metri, un'ombra nell'oscurità, quindi si fermò.
Si mise a sedere, raccogliendo le gambe sotto di sé e controllò lo stato del piccolo dispositivo che aveva al braccio, che lo schermava dai sensori della stazione. Erano tutti puntati sulla sua figura, era certo. Rimpiangeva solo la perdita del suo mantello nero. Una scelta teatrale, era vero, ma assolutamente divertente. E anche la teatralità aveva la sua parte in quel piano.
Scartò con calma un involto argentato preso dalla tasca e mangiò lentamente il contenuto, facendo attenzione a non lasciare tracce. Anche le ombre devono nutrirsi di tanto in tanto.
Rimise l'involto vuoto in tasca e premette il tasto sul piccolo dispositivo nero che portava appuntato alla manica. Quando la luce lampeggiò disse solo:
"Tutto come da programma. Inizio la fase due."