La Regina di cuori










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presenta


DS16GAMMA

La Regina di cuori

Missione 19






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della DS16GAMMA,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della DS16GAMMA, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2020



www.starfleetitaly.it | DS16GAMMA








Equipaggio

Ambasciatore Klingon Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak

Ambasciatore Vulcaniano Ambasciatore Federale T'Lani

Capitano Capitano Shran del clan Mira

Capo Operazioni Tenente Comandante Tara Keane

Capo Sicurezza Tenente Comandante Alessandro Riccardi

Ambasciatore Klingon
Rogal Dothrak
Ambasciatore Klingon

Ambasciatore Federale
T'Lani
Ambasciatore Vulcaniano

Capitano
Shran del clan Mira
Capitano

Tenente Comandante
Tara Keane
Capo Operazioni

Tenente Comandante
Alessandro Riccardi
Capo Sicurezza

Primo Ufficiale Comandante Claire Drillrush

Ufficiale Scientifico Capo Tenente Comandante Ramar Roberts

Ufficiale Tattico Capo Tenente Durani della Casata di Kanjis

Comandante
Claire Drillrush
Primo Ufficiale

Tenente Comandante
Ramar Roberts
Ufficiale Scientifico Capo

Tenente
Durani della Casata di Kanjis
Ufficiale Tattico Capo


DS16GAMMA

Autori

Ambasciatore Klingon
Rogal Dothrak
Franco Carretti

Ambasciatore Vulcaniano
T'Lani
Elena Fuccelli

Capitano
Shran del clan Mira
Ileana Cacucci

Capo Operazioni
Tara Keane
Monica Miodini

Capo Sicurezza
Alessandro Riccardi
Fabio Manuello

Primo Ufficiale
Claire Drillrush
Maddalena Duci

Ufficiale Scientifico Capo
Ramar Roberts
Marika Vicentini

Ufficiale Tattico Capo
Durani della Casata di Kanjis
Vanessa nd






Sommario


Sinossi
19.01 - Serata di gala
19.02 - Tutto troppo tranquillo
19.03 - Il Caos e il fantasma dal mantello nero
19.04 - C'è un cadavere in biblioteca
19.05 - 3 più 1 fa 4
19.06 - La cruda verità
19.07 - Stallo
19.08 - Almeno abbiamo scoperto le carte!
19.09 - Tradimento
19.10 - Illusionismo Klingon
19.11 - Una nuova speranza

Sinossi

Una delegazione di popoli sconosciuti del quadrante Gamma, chiamata Nuova Alleanza, sta arrivando su DS16 Gamma. Come andrà il Primo Contatto?



19.01 - Serata di gala

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

29/06/2397 - DS16 - Sala Ologrammi 1 - ore 20.00


Shran, perfetto nella sua alta uniforme, entrò e rimase piacevolmente impressionato dalla sfavillante eleganza della sala da ricevimento ricreata dal suo Primo Ufficiale per l'occasione.
Tutte le fazioni rappresentate su DS16 avevano una loro collocazione, con tavoli imbanditi delle loro specialità culinarie e decorati con gli stili propri di ogni cultura. La federazione, che raggruppava più mondi, occupava tutta una parete e ognuno di essi era rappresentato e mescolato armoniosamente agli altri.
Shran s'avvicinò a Drillrush, che al centro della stanza dava gli ultimi ordini ad un paio di giovani attendenti.
"Complimenti Claire, mi sembra tutto perfetto, considerando il poco tempo che le ho dato!"
"Grazie Signore: speriamo vada tutto bene. Ho tenuto separati i Klingon dai Romulani, visto le ultime tensioni tra le due fazioni, non vorrei che una parola di troppo possa far nascere una discussione davanti ai nostri ospiti!"
"Ottima idea. A proposito, la Nobile Valena sarà presente personalmente all'evento e, a sentire la sua Prima Assistente, è un grande onore che ci fa!"
In quel momento entrò la delegazione Klingon : Rogal, suo fratello Angron, il vecchio Vorn e Tara Keane, splendida nel suo abito tradizionale Klingon.
"Ma cosa ci fa Tara con loro?" chiese Sonx che si era unito ai due ufficiali.
"Dottore dovrebbe frequentare un po' di più la plancia, così sarebbe al corrente delle ultime novità!" rispose Shran "E' una furbata del nostro Ambasciatore: devo dire che è molto sveglio. Gli serviva una femmina nel suo entourage e Vorn si è ricordato che Keane, anni fa aveva, ricevuto una delega per rappresentare il suo casato in Consiglio, non so bene per quale motivo, e pare che questa delega non sia mai stata ritirata, Dothrak ha fatto quindi una richiesta ufficiale a Tara perchè rappresenti l'Impero in veste di Consigliere e lei non si è potuta rifiutare."
"Non mi sembra molto entusiasta della cosa !" disse Claire.
"In effetti...ma credo si divertirà un modo a farsi riverire da Stillgart e gli altri cani da guardia dell'Ambasciatore.

Plancia di comando - 24 ore prima


Shran uscì dal suo ufficio col volto e le antenne tese .
"Qualche problema Signore?" chiese Riccardi che aveva passato la comunicazione di Tomphson al suo Capitano, qualche minuto prima.
"Il caro Resh ci ha passato una patata bollente!"
"Cioè?"
"Dal nuovo tunnel è apparsa una delegazione di una civiltà sconosciuta, che si sono presentati come Nuova Alleanza, composta da quindici navi, di cui più della metà, sembrano pesantemente armate. Ora Tomphson dice che non sono ostili e che, incuriositi dal tunnel che si è aperto nei pressi del loro mondo d'origine, hanno voluto varcarlo per esplorare questa parte di spazio per loro ignoto.
Dato che la Stazione Marconi non è ancora del tutto operativa, hanno preferito dirottarli da noi, anche perchè a bordo di una di quelle navi sembra esserci il loro capo Supremo e Resh ha pensato che, essendo qui già presenti tutte le ambasciate, noi saremo in grado di accoglierli nel migliore dei modi."
"E cos'è che non la convince Signore?" chiese Riccardi che, ormai, aveva imparato a conoscere il suo superiore dal movimento delle antenne.
"Non so...ma mi sembra un dispiegamento eccessivo per una missione esplorativa. Per il momento vediamo di accoglierli nel migliore dei modi: riunione con gli ufficiali superiori tra venti minuti, e Riccardi stiamo in guardia!"

Nei pressi della stazione Marconi - Nave ammiraglia Clarina della nuova Alleanza - contemporaneamente


Mallina percorreva veloce il corridoio che la portava dalla plancia alle stanze private di Valena,Prima Signora della Nuova Alleanza. Certo si sarebbe presa una ramanzina per via del solito ciuffo ribelle che non ne voleva sapere di stare ordinatamente pettinato all'indietro, ma non le importava. Quello che aveva sentito pronunciare dal Capitano Bontu, quando pensava che orecchie indiscrete non fossero in ascolto, aveva la precedenza anche sul protocollo.
Entrò nella stanza del trono e Valena, impegnata in una discussione con la Grande Sacerdotessa, le disse: "Non è così che la Prima Assistente dovrebbe presentarsi."
"Chiedo perdono Nobile Valena." rispose fermandosi davanti ad uno specchio dove sistemò il lungo ciuffo blu ribelle alla meglio, "ma devo riferirti alcune frasi dette da Bontu, in privato se possibile."
Ad un cenno della loro Signora la stanza si vuotò, Mallina s'avvicinò alla sua Signora e le sussurrò all'orecchio quello che aveva sentito dire in plancia, pochi minuti prima. Il bel volto di Valena, quasi imperturbabile nella sua severità, s'incupì e, portando una mano alla tempia, quasi a sostenere l'improvviso peso della corona, disse piano alla sua assistente "Prega che queste nuove genti che stiamo per incontrare, siano dalla nostra parte, perchè altrimenti credo che la stabilità e la pace che abbiamo così faticosamente ritrovato, non dureranno a lungo!"
Mallina la guardò stupita, mai l'aveva vista così abbattuta: altresì conosceva bene la sua forza di persuasione, dote che tutte le Prime Signore si tramandavano geneticamente e che consentiva loro di mantenere il potere saldamente nelle loro mani. La Nuova Alleanza non sarebbe tornata dominio dei maschi, che tanto dolore avevano causato, la natura matriarcale del loro ordinamento era quella naturale e così sarebbe stato...e lei avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per mantenere lo status quo.


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19.02 - Tutto troppo tranquillo

Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis

29/06/2397 - DS16 - Sala Comando - ore 21.49


La serata di gala stava procedendo al meglio, sotto lo sguardo discreto ed attento degli uomini di Riccardi. Le loro continue ed assidue comunicazioni sulla linea protetta di uno dei canali destinati alla sicurezza erano ascoltate con interesse da Durani.
La curiosità forse non si addiceva propriamente ad una Klingon, ma la monotonia dei lunghi turni su una base spaziale a volte era opprimente.
Un'oppressione che la portava ad essere paranoica e nervosa. Forse era per quello che il Capitano aveva preferito delegarle la gestione dell'intera base, mentre gli ufficiali superiori erano impegnati a quel meeting di Primo Contatto con la civiltà aliena.
Non le era dispiaciuto più di tanto, se non fosse che avevano occupato la sua sala ologrammi preferita, ove aveva inserito, caricato e modulato i suoi programmi di addestramento. Avrebbe potuto facilmente trasferire il tutto in una delle altre sale ologrammi, ma nessuna era di dimensione tale da soddisfarla.
L'unico modo per sconfiggere nervosismo e monotonia era proprio quello di distruggersi fisicamente in lotte senza quartiere nella sala ologrammi principale. Non era lei la più abile in famiglia nel corpo a corpo, ma suo fratello Tanas, tuttavia dopotutto anche lei non era malaccio.
La serata di gala era evidentemente una forte distrazione, dopo la disavventura con quegli alieni mangiatori di paure. Ma per una tutta azione come Durani era insufficiente.
Gli altissimi protocolli di sicurezza di Riccardi avevano portato una sorta di insolita quiete ovunque nella stazione... o forse lo erano quelle quindici navi aliene: regnava un nervosismo sotterraneo, diffuso, ma non abbastanza potente da generare i soliti disordini con risse e scazzottate.
Eppure..
C'era quella fastidiosa sensazione che la attanagliava. Se fosse stata su una nave, qualsiasi nave, avrebbe avuto anche prurito alle mani ed una piacevole scossa adrenalinica in ogni fibra del suo corpo, segno di una battaglia in procinto di scoppiare.
Le era capitato sulla nave Bajorana quando stava per prendere servizio sulla USS Marconi. Come le capitava sempre quando aveva sfide da affrontare a colpi di phaser e siluri.
In quel momento, però, tutto era calmo... aveva messo sotto alcuni dei suoi sottoposti affinché monitorassero attentamente la situazione coi sensori della base.
In base ai protocolli d'intesa siglati da ogni rappresentativa diplomatica, nessuna poteva esimersi da sottoporre a controlli accurati coi sensori della base alle loro unità navali, mentre veniva data totale inviolabilità alle sede delle loro "ambasciate" su DS16 Gamma.
Certo, v'erano eccezioni: ma dovevano essere motivate e giustificate ai massimi livelli.
Sulle navi aliene era stato optato per un approccio soft, anche se lei non era d'accordo. Erano state poste sotto stretta sorveglianza, ma non erano stati attuati i protocolli di controllo avanzato che Durani si sarebbe aspettata di mettere in pratica.
Non dubitava dell'opinione del Capitano Resh sulla non belligeranza dei nuovi ospiti, ma non era tranquilla.
Tale preoccupazione era condivisa da quasi ogni unità militare di supporto alle varie rappresentanze. Vigeva su ognuna un corrispettivo dell'allarme giallo in vigore sulla navi della Flotta Stellare.
Del resto, anche l'attenzione di Riccardi e della totalità delle sue squadre della sicurezza poteva facilmente tradursi in un allarme giallo in vigore sulla stazione spaziale.
Finora, tuttavia, erano preoccupazioni inutili: tutto pareva tranquillo.
Troppo!
Per Durani decisamente più del dovuto, tormentata com'era da quella fastidiosa sensazione che stava per accadere qualcosa, ma non sapeva dire né cosa né dove.
Decise di fare un giro di perlustrazione e nulla erano valse le proteste dello staff in servizio nella plancia di comando della stazione che si trovavano così privi dell'ufficiale superiore di riferimento, l'unico in servizio attivo e l'unico a poter prendere decisioni, in base a quanto stabilito dal Capitano.
Durani scrollò le spalle ed emise un lungo e sommesso ringhio...fu sufficiente per tacitare le proteste, almeno in sua presenza.
Contattò un Caitiano dal pelo lucido e nero come la pece della sezione operazioni di Tara Keane: se lo sarebbe tirato dietro per controllare personalmente assieme se tutto era come doveva essere.
Era un tipo taciturno, che amava esprimersi in sordi brontolii felini... e per quello le era dannatamente simpatico.
Simpatia condivisa in senso contrario dal Caitiano, forse stufo di venire ignorato o trattato come un bel micio troppo cresciuto.
Assieme avevano percorso vari corridoi di approdo e tramite contatti continui con la plancia e controlli di persona avevano potuto appurare come sotto quella quiete ci fosse un magma di emozioni soppresse e contenute.
C'erano innocui bivacchi di Klingon, di Romulani e perfino di Vulcaniani che ad un osservatore poco attento non avrebbero detto nulla, ma l'indole guerriera di Durani aveva subito subodorato la loro reale funzione: erano squadre di pronto intervento per la sicurezza dei rispettivi ambasciatori.
Nessuno di quei gruppi era ignoto a Riccardi, almeno due paia di occhi erano costantemente puntati su di loro, ma il palesarsi di due ufficiali della Flotta all'improvviso avevano dato seguito a goffi tentativi di fingere indifferenza da quei guerrieri pronti a tutto.
Con un sogghigno ferino sui volti, la Klingon ed il suo compare Caitiano si stavano avvicinando all'unica nave aliena attraccata alla stazione e la situazione parve mutare di colpo.
Mentre stavano svoltando l'angolo di un corridoio secondario, Durani inciampò pesantemente crollando al suolo, accompagnata da brontolii sordi di scherno da parte del Caitiano.
"Fammi luce gattaccio nero al posto di ridere!" esclamò la Klingon con fare divertito, prima di mutare espressione
A terra, senza vita, era un giovane guardiamarina della sezione di Riccardi. Poco più avanti nella semi oscurità c'era anche un secondo corpo... anch'esso esanime dell'altro ufficiale della sicurezza.
Con un brontolio stizzito il Caitiano annunciò a Durani di aver trovato delle sfere di generazione ad alimentazione autoindotta, in grado di indurre un campo di distorsione, in grado di celare la situazione per oltre cento metri in tutte le direzioni.
Mentre cercavano entrambi di dare l'allarme, l'attenzione di Durani fu attratta da inequivocabili rumori di combattimento... la sua mente fu attraversata da un gelido grido mentale angosciato di terrore
=^=AIUTO!!!=^=


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19.03 - Il Caos e il fantasma dal mantello nero

Autore: Tenente Comandante Ramar Roberts

29/06/2397 - DS16 Gamma - Settore Alfa 5 - ore 22.05


Al primo grido mentale, se ne aggiunse un secondo, che questa volta colpì le orecchie dei due federali. Quest'urlo di soccorso echeggiò per l'intero corridoio e il fatto che nessuno sembrasse udirlo oltre il Tenente Durani e il Caitiano, dava alla situazione qualcosa di irreale e distorto, alla stregua di un brutto, bruttissimo incubo. Cosa che rendeva la situazione ancora più inquietante era proprio il fatto che nessuno si era reso conto di che cosa stava realmente accadendo in prossimità dell'astronave aliena.
Mentre il Caitiano squadrava questa volta con orrore i corpi dei guardiamarina privi di vita al suolo, come se tutto quel gridare avesse risvegliato in lui una paura primordiale, Durani, felice che il suo sesto senso non l'avesse tradita, sfoderò il phaser, lanciandosi in avanti per prestare soccorso alla misteriosa vittima e nel mentre intimò al Caitiano di dare immediatamente l'allarme e di chiamare rinforzi.
Lasciandosi alle spalle il frastuono assordante del segnale di pericolo che risuonava per tutta la stazione, le grida concitate e i rumori dei passi, il cui rimbombo si faceva sempre più forte, Durani decise, o meglio agì, pensando che, se si fosse fermata per aspettare i rinforzi, per quel poveretto non ci sarebbero state speranze così, arrivando in prossimità della porta del corridoio, si sporse per cercare di capire chi o che cosa avesse architettato con tanta precisione e accuratezza un piano così elaborato da essere riuscito a passare inosservato fino a quel momento, con tanto di codice di allerta giallo valente in tutta la stazione.
Ciò che vide non la lasciò così sorpresa: qualcuno con una specie di lungo mantello nero, servendosi di una presa che non aveva mai visto, aveva posto fine alle sofferenze di un giovane Guardiamarina da poco arrivato sulla stazione, che si accasciò al suolo come una marionetta a cui avessero tagliato tutti i fili. L'uomo, o la donna, era di un'agilità impressionante e si spostò rapidamente e senza alcuna remora per aver lasciato tante briciole di pane sanguinanti e in bella vista verso il portellone di attracco della nave aliena, senza curarsi di guardarsi intorno, probabilmente sicuro/a del piano da lui/lei messo in atto.
Ma ci voleva ben altro per sorprendere un Klingon: Durani uscì, puntando con decisione il phaser sull'intruso e urlando un "Fermo!" tanto perentorio e autoritario che avrebbe fatto trasalire chiunque fosse stato colto in fragrante durante qualsivoglia misfatto.

A quanto pare non era così per il nemico che ora si trovava a fronteggiare: con un'innaturale tranquillità si voltò mentre era impegnato/a a manomettere il portellone d'attracco, con l'unica apparente preoccupazione di calcarsi il cappuccio nero sul viso per salvaguardare la propria identità. A Durani era capitato altre volte di trovarsi in una situazione simile, ma di sicuro non di avere davanti qualcuno che, colto in fragrante, si mettesse a sogghignare con tanta sicurezza la cosa finì per urtarle i nervi, impostò il phaser su stordimento e si preparò a colpire l'intruso, ma a quanto pare non fu così veloce, o almeno non abbastanza rispetto alla losca figura che si trovava davanti. L'inquietante avversario sfoderò un phaser a sua volta, colpì il soffitto, dove un tubo penzolava pericolosamente: Durani capì troppo tardi di essere caduta in una trappola. Il tubo la colpì e sentì la testa sbattere al suolo violentemente.

Stesa supina, cercò di voltare la testa verso l'assalitore con tutte le proprie forze e udì, come se fossero lontani anni luce, Riccardi e i suoi uomini mentre si apprestavano ad imboccare l'entrata del corridoio. La figura longilinea avvolta dal mantello nero si voltò un attimo verso la fonte delle grida concitate: non sembrava spaventato, sembrava solo valutare il dar farsi. Dopo pochi attimi la figura cominciò a correre in direzione opposta alla provenienza delle urla e, prima di perdere i sensi, Durani avrebbe giurato di aver visto delle orecchie a punta spuntare da sotto il cappuccio che inevitabilmente, durante la fuga, era scivolato dal volto del proprio assalitore. L'ultima cosa che udì fu nuovamente quel disperato e angoscioso grido mentale, che non smise di risuonarle nella testa finchè non chiuse gli occhi.

29/06/2397 - DS16 Gamma - Sala Ologrammi 1 - ore 22.07


Quando l'allarme cominciò a squillare, la sala dove si svolgeva la serata di gala fu colpita, metaforicamente parlando, da un fulmine a ciel sereno. A causa della presenza del campo di distorsione nel settore Alfa 5, nessuno aveva udito il mentale grido di soccorso pertanto nella sala ologrammi sguardi attoniti saettavano per tutta la stanza, dove, per un momento che parve un'eternità, regnò un senso di paralisi generale, rotto dal suono del ricevitore del Capitano Shran.
=^= Capitano, qui Riccardi=^=.
La voce del capo della sicurezza arrivava spezzata, affannosa, cosa che non prometteva niente di buono.
=^=Qui Shran, Riccardi cosa sta succedendo? =^=.
=^= Signore, abbiamo ricevuto una richiesta d'intervento immediato nel settore Alfa 5, in prossimità dell'astronave aliena so solo che sono stati trovati cadaveri dei nostri =^=.
Shran era sempre stato dotato di un grande autocontrollo, ma per un momento fece fatica a capire cosa stesse accadendo era una vera e propria bomba che era esplosa senza alcun preavviso, nonostante tutte le contromisure prese per evitare una probabile esplosione.
=^= Sappiamo inoltre che sul posto c'è il Tenente Durani, ma non risponde al comunicatore ... =^= .
Dall' apparecchio giungevano i suoni acuiti dei passi della squadra di sorveglianza guidata dal capo della sicurezza a cui, dopo un minuto, si sommò un "Inseguitelo!" che poco lasciava all'immaginazione.
=^=Capitano, mandi qui immediatamente Sonx! Il Tenente Durani necessita di immediata assistenza! =^=.
Ripresosi, Shran si rivolse a Sonx: "Dottore non ha sentito? Vada immediatamente con il suo staff al settore Alfa 5!".
Sonx sparì in poco tempo, allarmato da quanto udito da Riccardi. Shran chiamò il vice capo della sicurezza, contento che almeno lui non fosse impegnato nel misterioso inseguimento e gli diede ordini ben precisi: gli disse di condurre gli ambasciatori e i loro staff alle corrispondenti ambasciate, di lasciare i loro nuovi ospiti nella stanza del gala debitamente sorvegliati, di confinare fino a nuovo ordine tutti i civili nei loro alloggi, il tutto servendosi al meglio degli uomini che gli erano rimasti a disposizione. Mentre il vice capo eseguiva gli ordini e gli ambasciatori uscivano dalla stanza scambiandosi occhiate di reciproca curiosità che rasentavano il fastidio, Shran, fiero della propria capacità di prontezza, si rivolse ai propri ufficiali presenti:
"Keane, Roberts radunate i vostri rispettivi uomini, prendete le attrezzature per effettuare le analisi del caso e raggiungetemi il più velocemente che potete Drillrush, si rechi in sala comando, dichiari l'allarme rosso e faccia in modo che nessuna nave lasci la stazione. Io intanto cerco di capire che cosa accidenti sta succedendo, sbrigatevi!".
I tre, pur nello sconcerto generale, scomparirono in un attimo c'era un contrasto stridente fra l'urgenza della situazione, seppur non ancora totalmente nota, e i vari smoking e abiti da sera che si dissolvevano sempre più velocemente, man mano che la situazione, da onirica, si prospettava come una probabile e futura tragica realtà. Shran, nel precipitarsi verso il settore Alfa 5, non aveva degnato né di uno sguardo, né di una spiegazione i propri ospiti, che, d'altro canto, sembravano essere rimasti paralizzati totalmente dalla paura, tanto da apparire come delle marmoree e bianche statue.
Perso nei suoi pensieri, il Capitano non si rese nemmeno conto di essere giunto a destinazione guardava come in trance lo staff medico che provvedeva a trasportare quelli che era certo fossero i cadaveri di cui Riccardi gli aveva parlato poco fa verso l'infermeria, avvolti nel loro nero sudario. Fu un'altra barella a permettergli di tornare nuovamente e bruscamente alla realtà, ancora una volta in quella serata: quella che ospitava il Tenente Durani. Il Dottore gli arrivò alle spalle, mentre l'andoriano seguiva con lo sguardo il proprio Tenente che veniva portato via a gran velocità:
"Per Fortuna Riccardi ci ha avvisato in tempo! Si tratta di una commozione celebrale, ma non si preoccupi, si riprenderà quanto prima".
Il Capitano Shran si limitò ad annuire greve e a dare una pacca di ringraziamento sulle spalle al Medico capo, che corse il più velocemente possibile verso l'infermeria.

29/06/2397 - DS16 Gamma - Settore Alfa 5 e limitrofi - ore 22.45


Chiunque fosse era velocissimo/a: così rapido da permettere di scorgere a Riccardi e ai suoi uomini solamente un lembo del mantello nero con cui il misterioso/a assassino/a era avvolto/a. La cosa che più irritava il capo della sicurezza era un'altra: sembrava che quell'individuo conoscesse perfettamente la stazione, tanto che, ad un certo punto dell'inseguimento, aveva costretto la propria squadra a separarsi lungo i corridoi che conducevano alle stive limitrofe rispetto al punto d'attracco dell'astronave aliena, non lasciando loro altra scelta se non fare un faticoso giro dell'oca. Girò l'angolo e grugnì di frustrazione: l'aveva perso.
=^= Jones, qui Riccardi, dimmi che gli stai alle calcagna! =^=.
=^= Mi spiace capo, ma temo di avere perso le sue tracce! =^=.
"Maledizione!" imprecò non troppo a bassa voce lo scocciato Riccardi.
Procedette per qualche passo, cercando di schiarirsi le idee: nessuno sparisce nel nulla. Guardò in alto verso le condutture e poco più avanti notò uno dei portelloni aperto.
"Guardiamarina, mi dica se rileva forme di vita nel condotto C-S3".
Il Guardiamarina prese il rilevatore e guardò sorpreso il monitor, ed esclamò entusiasta:
"Signore, il segnale è lievemente disturbato, ma credo che ci sia qualcuno sopra le nostre teste!".
Si trovavano, infatti, a circa cento metri dal luogo in cui per la prima volta avevano avvistato quel mantello nero e il Tenente Durani esamine a terra.
Riccardi assunse un'aria vittoriosa, e dalla sua voce trasparì un profondo senso di soddisfazione:
"Ragazzi entriamo a prendere quel bastardo! Prestate attenzione - aggiunse in un tono più serio e autoritario - ne abbiamo persi abbastanza dei nostri oggi".
Tutti fecero segno d'intesa e, prima di entrare, il capo della sicurezza comunicò a Jones di monitorare i movimenti del fuggitivo/a, nel caso avesse deciso di abbandonare le sicure condutture. Dopo aver salito un paio di livelli, Riccardi intravide il familiare mantello nero e lo riconobbe, sebbene ne avesse visto per tutta la durata dell'inseguimento solamente una magra e misera porzione.
Si rese, tuttavia, subito conto che qualcosa non andava: avevano praticamente seguito un fantasma per quasi un'ora e adesso quello spettro era immobile, pronto ad essere catturato. Seguendo l'istinto Riccardi si avvicinò a quello che secondo le proprie sensazioni altro non era che un corpo privo di vita.
Lentamente, come se si aspettasse succedesse chissà cosa, lo voltò verso di sé, coprendosi le mani di sangue caldo, di un corpo altrettanto caloroso, cosa che indicava che, chiunque fosse, era stato ucciso da poco. L'unica cosa che uscì dalla sua bocca fu un sorpreso "Oh mio Dio", che, lieve, si diffuse per tutte le condutture, portando con sé un macabro messaggio di sorpresa e di morte nemmeno il "Grazie" mentale che gli rimbombava nella testa riuscì ad alleviare il suo orrore. Un contrasto fra la realtà agghiacciante che gli si presentava alla vista e una voce nella testa che ringraziava per tutto questo.


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19.04 - C'è un cadavere in biblioteca

Autore: Comandante Claire Drillrush

Deep Space 16 Gamma - Sala controllo - 30 giugno 2397 - ore 1.23


Lei detestava i ricevimenti.
Era sempre stato così, fin da quando, da bambina, la obbligavano a partecipare a quelli della Flotta cui venivano invitati gli ammiragli con le loro famiglie. Forse proprio per questo.
Tuttavia, questo ricevimento in particolare le era sembrato anche più odioso del solito. Intanto aveva dovuto occuparsi lei dell'organizzazione. Non l'avrebbe mai ammesso né con il suo capitano, né con chiunque altro, ma aveva odiato ogni secondo di quel compito. Non era per sua natura una donna particolarmente paziente e perdere due intere giornate a disporre ai tavoli ospiti illustri e litigiosi come bimbi, nonché a occuparsi di allestimenti floreali e posateria, scelte del menù e intrattenimento musicale, le sembrava non solo uno spreco di tempo - forse era per evitare questo che non si era mai sposata - ma anche uno sforzo inadeguato. Se questa nuova razza era potente e importante la metà di quel che sembrava, tanto che Thompson aveva deciso di passare l'incombenza a loro, un banchetto in sala ologrammi a bordo di una stazione da spazio profondo non sembrava poi questa gran cosa.
A peggiorare la situazione, ci si era messo il proverbiale morto in biblioteca. Tre uomini della sicurezza uccisi, un cadavere non ancora identificato e un tizio il cui principale obbiettivo pareva girare per la stazione avvolto da un sinistro manto nero uccidendo membri del personale a caso. Meraviglioso. La serata era già abbastanza deprimente senza che alla noia si aggiungesse anche un problema serio.

Claire si passò due dita nel colletto dell'uniforme di gala che indossava ancora, tamburellò con le quelle dell'altra mano sulla consolle e con un sospiro si voltò verso il tenente alle sue spalle che le aveva appena annunciato l'ennesima scocciatura della nottata.

"Non mi dica che è ancora lui..." disse con malcelato malumore.
"Temo di sì, Signore," rispose il tenente in tono di scuse. "Devo aprire il canale?"
"Certo, oppure potremmo far saltare in aria la sua nave..."
"Signore?"
Claire scosse stancamente una mano. "Nulla, tenente. Apra il canale."

Il tenente annuì e sullo schermo principale comparve il volto di un piccolo ferengi, decisamente infuriato.
Claire pregò silenziosamente svariati pantheon di dei di concederle la pazienza. Se le avessero dato la forza, la nave del ferengi sarebbe già stata una nuvola di detriti a quell'ora.

"Signor Brek, cos'altro possiamo fare per lei, stasera?"
"Esigo di sapere quando potrò partire!" strepitò il piccoletto.
"Come le ho già spiegato nelle nostre tre precedenti conversazioni, non ci sarà possibile darle il permesso di partire finchè l'allarme rosso rimarrà in vigore."
"E fino a quando sarà in vigore?"
"Fino a quando l'attuale situazione verrà risolta, cosa per cui tutto il personale si sta adoperando strenuamente. Ogni misura è stata adottata per la sicurezza di coloro che..."
"Regola dell'acquisizione numero 45: il profitto ha i suoi limiti, la rovina no. Ed è la rovina a cui sto andando incontro rimanendo qui. Dove sarebbe la preoccupazione per la mia sicurezza in questo? Il tempo è denaro! Anche una femmina come lei dovrebbe capire la regola numero 83!"
"Sì, anche sulla Terra abbiamo un detto simile... " Claire sollevò una mano, interrompendo la tirata dell'altro. "Sono certa che le cose verranno risolte a breve. Forse non sarà nemmeno necessario ispezionare i carichi."
Brek si bloccò. "Ispezionare i carichi?"
"Solo a fini precauzionali."
"Non ce ne sarà affatto bisogno. Attenderò il permesso di partire. Voglio sperare che il vostro personale si dia una mossa."

Con questo la comunicazione venne chiusa. Claire sospirò. Il tenente alle sue spalle aveva in volto un'espressione sollevata.

"Canale chiuso."
"Già, me l'immaginavo."
"Davvero ispezioneranno i carichi?"
"Non ne ho idea, tenente. Ma nel caso, penso mi offrirò di dare una mano con la nave di Brek."
Il tenente sorrise. "Anch'io."

Deep Space 16 Gamma - Infermeria - 30 giugno 2397 - Contemporaneamente


"Faccia piano, tenente. Una commozione cerebrale non è uno scherzo."

Sonx allungò una mano ad aiutare Durani che, con una certa cautela, stava tentando di mettersi a sedere sul lettino, facendo scendere le gambe dal bordo.

"Come si sente?"
"Come dopo uno scontro con uno squadrone Jem'Hadar."
"Quindi tutto normale, per lei." Sonx sorrise ampiamente e Durani gli gettò un'occhiataccia.

Shran, che stava osservando la scena da poca distanza, fece due passi avanti.

"Felice che stia bene, tenente. Ora, se il dottor Sonx è d'accordo, vorrei un suo rapporto sull'accaduto," disse curvando appena le antenne in avanti. "Non le chiederò per quale motivo si trovava all'attracco invece che in sala comando, ma ho bisogno di sapere con precisione cosa è successo."

La donna annuì lentamente, ignorando completamente, o almeno fingendo di farlo, l'accenno di Shran alla sua fuga dalla sala comandi.

"Io e il tenente Rhiss stavamo ispezionando l'attracco, per assicurarci che tutto fosse in ordine. Sono inciampata in qualcosa e quando abbiamo illuminato la zona, ci siamo accorti che si trattava di uno degli uomini di Riccardi."
Shran annuì. "A poca distanza ce n'era un altro, dico bene?"
"Circa due metri più avanti. Rhiss ha trovato anche un congegno per mascherare le letture dei sensori interni. A quel punto ho sentito il grido."
"Il grido?" Le antenne di Shran si curvarono maggiormente.
"Sì, anche se immagino sia più corretto dire che si trattava di telepatia. Anche Rhiss l'ha sentito. Mi sono precipitata dentro e ho trovato quell'essere."
"L'uomo in nero?"
"Non so dire se fosse uomo o donna. Ha ucciso qualcuno e poi io..." Durani si interruppe, chiaramente preda della frustrazione, "sono caduta in trappola."
Shran sollevò una mano. "Da quello che Riccardi ha potuto vedere, chiunque ne sia l'artefice di tutto questo, è stato eccezionalmente abile. Lei non l'ha visto in faccia, vero?"

Durani scosse la testa.
L'andoriano si volse verso il medico.

"Sappiamo che i primi due cadaveri appartengono ai nostri uomini. Cosa sappiamo degli altri due?"
"L'uomo che il tenente Riccardi ha trovato con il mantello nero era anch'egli uno dei nostri. Ai primi due è stato spezzato il collo, il terzo è stato... beh... " Sonx esitò per qualche istante, alla ricerca del termine giusto. Il suo, più che un moto di disgusto pareva un interesse professionale, ma era comunque chiaro come l'efferatezza dell'omicidio l'avesse colpito. "Gli è stata strappata la gola."
Shran e Durani lo fissarono. "In che modo?" chiese l'andoriano.
"Non con una lama, questo è certo. Non so dirvi altro, almeno non finchè non avrò terminato l'esame autoptico. Ho visto un gran numero di ferite nella mia carriera, anche peggiori di questa, ma un simile modus operandi mi è del tutto nuovo."
"E riguardo alla terza persona? Chi era?" domandò Durani, ripensando al personaggio ammantato e alla sua vittima.
Sonx scosse la testa. "Non lo so. Per ordine della Nobile Valana il corpo è stato portato a bordo della loro nave. Era uno dei loro."

Deep Space 16 Gamma - Ufficio del Capitano - 30 giugno 2397 - ore 1.58


"Non può essere scomparso nel nulla."
"Lo so bene, Signore. Eppure non riusciamo a trovarlo," ammise Riccardi, esibendo un'espressione scocciata e preoccupata al tempo stesso. "I nostri sensori non lo rilevano in alcun modo. Sappiamo che deve trovarsi ancora a bordo della stazione ma, se si escludono le aree protette, potrebbe essere ovunque. Ed è un ovunque molto ampio da ispezionare a vista."
"Mi rendo conto, ma è di vitale importanza che il colpevole venga trovato. Soprattutto in vista dell'incontro. Non ho nessuna intenzione di lasciare un seria killer a piede libero sulla mia stazione, a prescindere da quale sia la sua specie d'origine."
Riccardi annuì. "Non succederà, Signore."
"Lo so. Ha la mia piena fiducia. Continui le ricerche. Batta la stazione palmo a palmo se deve, ma trovi il nostro assassino. E mi tenga informato. Può andare."
Riccardi fece un cenno con il capo e uscì.

Deep Space 16 Gamma - Ambasciata Klingon - 30 giugno 2397 - Contemporaneamente


"Un incontro con tutte le delegazioni diplomatiche?"
Il segretario di Rhogal annuì una volta sola con un grugnito. "La comunicazione è appena arrivata."
"Il capitano Shran cosa ha risposto?" domandò Tara, ancora abbigliata con la tenuta che aveva sfoggiato al banchetto. Nessuno era andato a dormire dopo l'allarme.
"Non ha ancora risposto."
"E' probabile che aspetti direttive dalla Flotta," commentò la donna.
"Già." Rhogal fissò per un istante il suo attendente. "Comunica alla Nobile Valana e al capitano Shran che la delegazione Klingon parteciperà all'incontro."
"Qa'pla!"
L'attendente uscì e Rhogal si rivolse a Tara. "Un dignitario alieno ammazzato durante un primo contatto su una delle vostre stazioni? Shran ha un problema grosso come tutta Praxis." La voce di lui, al solito, era un basso rombo.
"Sì, temo di sì. Cosa pensi che voglia questa Valana?"
"Non ne ho idea, ma ho intenzione di scoprirlo," rispose l'ambasciatore con un ghigno.

Deep Space 16 Gamma - Sezione imprecisata- 30 giugno 2397 - Contemporaneamente


L'ex proprietario del mantello nero strisciò lentamente lungo il condotto. Si muoveva fluidamente, come se si trovasse perfettamente a suo agio nell'avanzare carponi lungo uno stretto cunicolo alieno, come lo facesse tutti i giorni. Forse era proprio così, benché quei cunicoli fossero decisamente diversi da quelli del suo mondo natale. Avanzò per una decina di metri, un'ombra nell'oscurità, quindi si fermò.
Si mise a sedere, raccogliendo le gambe sotto di sé e controllò lo stato del piccolo dispositivo che aveva al braccio, che lo schermava dai sensori della stazione. Erano tutti puntati sulla sua figura, era certo. Rimpiangeva solo la perdita del suo mantello nero. Una scelta teatrale, era vero, ma assolutamente divertente. E anche la teatralità aveva la sua parte in quel piano.
Scartò con calma un involto argentato preso dalla tasca e mangiò lentamente il contenuto, facendo attenzione a non lasciare tracce. Anche le ombre devono nutrirsi di tanto in tanto.
Rimise l'involto vuoto in tasca e premette il tasto sul piccolo dispositivo nero che portava appuntato alla manica. Quando la luce lampeggiò disse solo:
"Tutto come da programma. Inizio la fase due."


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19.05 - 3 più 1 fa 4

Autore: Tenente Comandante Alessandro Riccardi

Deep Space 16 Gamma - Ufficio della sicurezza- 30 giugno 2397 - ore 2.18


Riccardi entrò ad alta velocità nel suo ufficio e, guardando i capi sezione della sicurezza, iniziò ad impartire una serie infinita di ordini e comandi per poi congedarli brutalmente.
Rimasto solo il capo della sicurezza rimase in piedi ad osservare la sua scrivania come per meditare la prossima mossa.
"Ha novità?" Chiese il capitano Shran entrando.
"No signore." Rispose Riccardi senza alzare lo sguardo.
"Come è possibile?" Chiese il capitano.
Alessandro alzò lo sguardo per incrociare quello del superiore che continuò a parlare: "Come è possibile che un intruso si muova meglio sulla stazione di lei e delle sue squadre!?"
"Non lo so signore." Brontolò il capo della sicurezza.
"Lei mi aveva detto di conoscere ogni singolo passaggio di questo posto."
Anche il capitano era pesantemente irritato per la situazione e stava puntando le antenne verso il suo interlocutore come per poterlo scrutare meglio.
"Sono morti tre dei suoi uomini." Disse il capitano mettendo il coltello nella piaga.
"Pensa che non lo sappia?" La frustrazione di Riccardi gli fece sfiorare l'insubordinazione.
"Allora lo trovi." Ordinò il capitano, per poi aggiungere: "O troverò un nuovo capo della sicurezza."
Detto ciò l'andoriano uscì.
Rimasto solo Riccardi, scatenò la sua furia dovuta all'impossibilità di catturare l'intruso e per la perdita di tre dei suoi uomini su una sedia che impattò con forza contro il muro.

Deep Space 16 Gamma - Ufficio della sicurezza, celle di detenzione - 30 giugno 2397 - ore 2.26


Dalla sua posizione P'Mel poteva veder tutto. Quella posizione gli permetteva di tenere sotto controllo tutto lo svolgersi dell'infruttuosa caccia all'uomo lanciata da Riccardi. Il vulcaniano si sentiva al sicuro e, se avesse avuto delle emozioni, sarebbe stato compiaciuto della sua intelligenza: si era nascosto nell'unico posto in cui l'avrebbero cercato.
D'improvviso qualcosa lo mise in allarme. Guardò meglio sul monitor del dpadd che teneva in mano ma non riuscì a trovare traccia di molti degli ufficiali superiori. Fece passare le varie telecamere della sicurezza ma del capitano non c'era traccia da nessuna parte. Stava per prendere le immagini dalla sala comando quando lo schermo divenne improvvisamente nero. P'Mel controllò il cavo che connetteva il dpadd alla rete di sicurezza ma era a posto. Istintivamente decise di andare via, fece per prendere la borsa, staccò il dpadd e si lanciò fuori dalla cella.
Un campo di forza lo respinse selvaggiamente indietro. Delle luci si accesero all'improvviso e guardie armate sbucarono da ogni angolo.
Era in trappola.
"E' stato gentile da parte sua a mettersi in una comoda cella." Ironizzò il capitando entrando nella sala accompagnato da Riccardi e Roberts.
"Attendente P'Mel, lei è in arresto con l'accusa di l'omicidio di tre membri della sicurezza della stazione e alto tradimento." Alessandro esordì con la forma classica per poi dire: "E' tutto suo capitano."
"Grazie capo, ottimo lavoro." Shran si avvicinò al vulcaniano bloccato nella cella.
P'Mel guardò il capitano e sfoderando tutta la sua logica disse: "Presumo che il vostro litigo fosse una finzione."
"Sì." Ammise il capitano, poi aggiunse: "Sapevamo che ci stava controllando tramite un monitor della sicurezza e abbiamo inscenato un finto litigo per farle abbassare la guardia. Anzi temevo che il lancio della sedia fosse un
po' troppo teatrale e esagerato ma l'importante è che ha funzionato."
"Come mi avete scoperto?" Chiese il vulcaniano.
Shran fece un passo in avanti e disse: "Lei ha lavorato su questa stazione per più di un anno presso l'ambasciata federale prima di essere trasferito sulla stazione Marconi. Conosce molto bene questa stazione e ciò le ha
permesso di muoversi in libertà." Un sorriso apparve sul volto del capitano: "Inoltre l'ambasciatrice T'Lani conosce bene il suo passato. E' una donna molto difficile da fregare, infatti sul suo fascicolo ha scritto una semplice somma algebrica."
"Tre più uno fa quattro." Rispose Riccardi.
"No capo." Shran scosse la testa, Riccardi e Roberts sorrisero di rimando: "Tre più uno non fa quattro fa trentuno come la sezione a cui P'Mel appartiene."
A conferma di tutto ciò il vulcaniano inarcò un sopracciglio.
P'Mel fece per parlare ma il capitano fu più rapido: "Perché ha ucciso i miei uomini?"
Shran sputò quelle parole con una tale rabbia e disprezzo da riuscir ad intaccare il controllo delle emozioni del vulcaniano il quale, dopo un primo tentennamento, rispose: "Ho ucciso solo due di loro." Breve pausa: "Non
potevo permettere che si instaurino rapporti con quegli alieni... ci trascineranno nella guerra che stanno combattendo."
"Di che cosa parla?"
"Non sono quello che sembrano hanno fatto cose orribili comprese segregazioni razziali." P'Mel guardò il capo della sicurezza: "c'è una creatura a bordo... era con me ed ha ucciso la terza guardia."
Riccardi con rapidi e occulti gesti diede prontamente ordini ai suoi sottoposti di continuare la ricerca nel mentre il capitano chiese: "Che creatura?"
"E' la prova di quello che quegli alieni possono fare di male." Detto ciò P'Mel schiacciò una capsula che aveva in bocca e liberò il veleno.
Un pochi istanti il prigioniero si accasciò a terra morente.
"Presto." Ordino il capitano. Ma le guardie, anche se accorsero fulminee, poterono solo constatare la morte del vulcaniano.

Deep Space 16 Gamma - Alloggio del tenente Duran- 30 giugno 2397 - ore 2.31


Durani, dopo mille trattative, aveva acconsentito ad andarsi a riposare. Il dottor Damar le aveva dato un forte sedativo dicendole che avrebbe dormito così profondamente da non far sogni. Eppure, stava sognando e quello che stava vedendo esulava dall'essere definito incubo.
Era in una piazza molto larga ai cui bordi c'erano una serie di edifici di forma ovoidale e color verde acqua. Al centro c'era una immensa fontana con dell'acqua poco profonda. Attorno a sé c'erano cadaveri, migliaia di esseri
rettiliformi erano sparsi qua e là. Erano caduti lì dove la morte li aveva colti e non erano morti per cause naturali. Ogni corpo aveva delle ferite profonde simili a quelle che si potevano riscontrare su un campo di battaglia medioevale e a quelle che si potevano avere per un attacco di bestie feroci.
Durani si guardò introno. La calma di quel posto era totale. Sarebbe stato un posto fantastico in cui stare se non ci fossero stati tutti quei morti. Poi posò lo sguardo su uno dei corpi. D'improvviso tutto cambiò.
Da giorno la scena passò a notte fonda. Vide l'alieno ancora in vita correre per salvarsi. La cosa terrificante per la Klingon fu vedere l'intera scena con la prospettiva dell'assassino. Assisté impotente alla disperata fuga del rettiloide che terminò in un angolo. Vide la creatura implorare in una strana lingua pietà. Poi Durani sentì il suo braccio alzarsi e assumere la forma di una tentacolo e colpire l'alieno in pieno petto. L'urlo straziante del ferito sconcertò la donna che cercò di distogliere lo sguardo per evitare di infierire sulla sua vittima ma, al contrario, si lanciò sulla preda e la finì a morsi.
Il risveglio della Klingon nella sua stanza fu un piacevole ritorno alla realtà. Quel sogno l'aveva turbata non poco. Stava cercando di rimettere assieme le idee quando percepì una voce nella testa:*HAI VISTO?*
Breve pausa poi la voce ricominciò:
*AIUTAMI... AIUTACI.*
La Klingon si guardò in torno e, nella penombra della sua camera, vide una presenza in ombra. Non riusciva a distinguerla bene, sembrava quasi una enorme piovra. Istintivamente capì che si trattava dell'essere che le stava parlando nella mente.
"Chi sei?" Chiese l'ufficiale tattico.
*LO IMMAGINI, MI HAI VISTO ALL'OPERA.*
"Perché hai ucciso quegli alieni?"
*NON HO SCELTA... E' COLPA LORO.*
"Loro chi?"
*I VOSTRI OSPITI.*
Durani rimase a lungo a pensare ma la creatura continuò a parlarne nella mente:
*SONO MALVAGI E NON SONO COSA VOGLIONO SEMBRARE... HANNO SEGREGATO I LORO MASCHI E NOI....*
La Klingon decise di vederci chiaro, si avvicinò al comando delle luci e le accese. Ma si accorse di essere sola nella sua camera.

Deep Space 16 Gamma - Plancia- 30 giugno 2397 - ore 2.41


In plancia la situazione era tranquilla malgrado l'attacco alla sicurezza. Claire stava coordinando le ricerche coi sensori interni quando il guardiamarina Tellis al tattico esclamò: "Comandante rilevo una serie di esplosioni su una delle navi aliene."
Il primo ufficiale lasciò immediatamente la consolle sicurezza per avvicinarsi al tattico: "C'è un incidente?"
"No... stanno - Tellis era incredula - stanno combattendo..."
Drillrush guardò a sua volta la consolle tattica e confermò l'analisi della sottoposto: "Sì, stanno sparando a bordo...." Fu l'analisi incredula del primo ufficiale e Tellis aggiunse: "Le altre navi... caricano le armi... ."


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19.06 - La cruda verità

Autore: Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak

Deep Space 16 Gamma - Alloggio del Capitano - 30 giugno 2397 - ore 2:43


=^=Plancia a Capitano=^= il trillo del comunicatore e la voce del Primo Ufficiale bloccarono Shran mentre usciva dalla doccia... aveva solo pochi minuti prima dell'incontro organizzato dalla Nuova Alleanza e stava letteralmente cadendo dal sonno.
"Che succede adesso? Avete catturato il secondo attentatore?"
=^=No, nessuna traccia dell'intruso, ma qui fuori c'è una vera e propria battaglia!=^= Lo interruppe immediatamente.
"Arrivo!" rispose subito Shran rimpiangendo la tranquillità di una missione quinquennale nello spazio profondo.

Deep Space 16 Gamma - Plancia - 30 giugno 2397 - ore 2:55


"Rapporto!" ordinò il Capitano entrando in plancia. Dalle diverse postazioni iniziarono a fioccare le informazioni.
"Le quindici navi della Nuova Alleanza hanno tutte attivato le armi, ma nessuna di esse è puntata sulla stazione."
"E a cosa stanno mirando?" chiese Shran guardando allibito lo schermo.
"Si sono puntate le armi a vicenda... mio nonno lo chiamava 'stallo alla messicana'. Il primo che spara scatenerà un inferno!" commentò il guardiamarina Tellis
"Non so cosa sia un messicano, ma ho capito il senso. La Nobile Valena è ancora negli alloggi che le abbiamo assegnato?" chiese l'andoriano con un tono che non annunciava niente di buono.
"Si signore, sta attendendo l'ora dell'incontro con tutti gli amabasciatori... la devo mettere in comunicazione con lei?" rispose Claire.
"No, andrò direttamente io da lei. Chiami l'ambasciatrice T'Lani e le dica di raggiungermi lì." detto questo si diresse di nuovo verso il turbo ascensore per poi fermarsi non appena entrato "Ah, Numero Uno. Avverta l'Ambasciatore Rogal e l'Ambasciatore Lamak che la riunione è stata anticipata e di quello che sta succedendo all'esterno... forse avremo bisogno del loro supporto se li fuori iniziassero a lanciare siluri." Le porte si chiusero.

Deep Space 16 Gamma - Alloggi VIP - 30 giugno 2397 - ore 3:25


Shran salutò con un cenno del capo gli uomini della sicurezza e dette disposizioni che la sorveglianza fosse raddoppiata. Qualsiasi cosa stesse succedendo la situazione sembrava sull'orlo di una guerra civile.
Un uomo della scorta della Nobile Valena era stato ucciso e anche due suoi uomini della sicurezza. I colpevoli sembravano essere due: il vulcaniano P'Mel, della fantomatica Sezione 31 e un cefalopode di origine sconosciuta. Inoltre, se le parole di Durani corrispondevano al vero, e lui tendeva a fidarsi molto del suo ufficiale tattico, c'era qualcun altro che si aggirava indisturbato per la stazione. Qualcuno che aveva lanciato un grido di aiuto mentale poco prima che la klingon trovasse i corpi degli uomini della sicurezza. Quella stazione era troppo grande per gestirla in sicurezza, nonostante Riccardi e i suoi uomini sapessero il fatto loro.

L'Ascensore alla sua destra si aprì e ne uscì l'Ambasciatrice T'Lani accompagnata dal suo attendente.
"Mi dispiace averle messo fretta Ambasciatrice." si scusò Shran un un leggero inchino all'indirizzo della vulcaniana.
"Non si preoccupi Capitano, fa parte del lavoro. La situazione all'esterno?" chiese la vulcaniana con il consueto tono tranquillo.
"Sappiamo solo che stanno sparando a bordo delle navi e che si stanno puntando le armi fra loro. Vorrei sapere perchè il Capitano Tomphson ci ha assicurato che non erano ostili... se erano ostili cosa avrebbero fatto!"
Prima che il Capitano potesse suonare il campanello la mano della vulcaniana fermò il suo braccio.
"Capitano, cosa ne pensa di P'Mel?"
"Che le tempistiche non tornano affatto" rispose l'andoriano sospirando. "Com'è possibile che sapesse tutte quelle cose degli alieni se non sappiamo niente nemmeno noi? La breccia nel nuovo universo non si è aperta da molto e il Comandante Garcia è riuscita a fare solo una piccola perlustrazione nelle zone vicine. L'unico modo per la Sezione 31 di conoscere così tanto della Nuova Alleanza sarebbe aver avuto contatti con loro, ma non saprei proprio come potrebbero aver fatto."
"Io ho un sospetto. Cosa ne sa della fusione mentale vulcaniana?" chiese l'ambasciatrice guardandolo negli occhi.
"Ben poco. So che tramite essa potete leggere le menti di altri esseri. Crede che P'Mel l'abbia usata per conoscere i nostri ospiti?"
"Ne sono quasi certa. Probabilmente ha letto la mente di qualcuno mentre erano sulla Stazione Marconi e ha deciso che la nuova razza era troppo pericolosa."
"Se dovessimo uccidere tutte le razze pericolose, non credo che rimarrebbe molta gente in questo universo." con un gesto di stizza schiacciò il campanello degli alloggi lasciando perfidamente che il suono si protraesse per più del consueto tempo. T'Lani sollevò un sopracciglio ma non disse niente.

Quando le porte si aprirono il Capitano si fece avanti mentre due donne della sicurezza cercavano di fermarlo.
"Capitano Shran!" esclamò la Prima Assistente Mallina poggiando una mano sullo sterno dell'andoriano, ma nel suo tono di voce non vi era nulla di minaccioso, anzi, sembrava che si sentisse colpevole per qualcosa. "La prego, la Nobile Valena sta terminando di vestirsi."

Shran abbassò lo sguardo verso gli occhi insolitamente verdi della donna e quel suo ciuffo ribelle che le davano un'aria sbarazzina e simpatica.

"Mi scusi Prima Assistente Mallina, la situazione all'esterno si è fatta preoccupante e necessito di alcune risposte... però ha ragione, forse è meglio se attendo che finisca di vestirsi." disse con rammarico pensando alla bellezza eterea della regina.

"Non si scusi Capitano, lei ha perfettamente ragione!" la voce di Valena era bella quanto tutto il resto. Alta non più di un metro e settanta, la donna aveva però delle forme procaci accentuate dalle vesti bianche che sembravano fluttuarle attorno. La pelle aveva un leggero aspetto scaglioso e brillava, alle luci artificiali della stanza, come se fosse fatta di madreperla. L'unico tocco di colore erano i capelli blu cobalto, che sembravano comuni nei membri di quella razza e gli occhi, che ha differenza di quelli di Mallina, erano di un rosso acceso, simile al fuoco di un incendio boschivo.

"E' un piacere rivederla Nobile Valena." Come al solito il tono di voce di Shran, quando si trattava di belle donne, diventava caldo e intimo.
"Quanto piacere?" chiese lei con un sorriso sulle labbra piene.

Era stato così per tutta la serata di gala fra loro. Uno stuzzicarsi a vicenda scambiandosi sguardi e ammiccamenti conditi da frasi piene di sottintesi. Se non ci fossero state le morti di tutti quegli uomini, Shran avrebbe apprezzato enormemente la serata.

L'Ambasciatrice T'Lani si schiarì la gola con finta indifferenza riportando il Capitano ai problemi che lo assillavano.

"Nobile Valena, le dispiacerebbe dirci cosa sta succedendo?" chiese Shran con un sospiro.

"Si, vorremmo saperlo tutti." Aggiunse l'Ambasciatore romulano entrando nell'appartamento seguito a ruota da quello klingon. Fuori, nel piccolo corridoio antistante l'appartamento, gli uomini di Riccardi stavano guardando in cagnesco le guardie del corpo degli altri ambascatori.

Il Comandante Keane, ancora abbigliata alla maniera klingon, si avvicinò subito al suo Capitano in attesa di ordini.

"E' ancora qui lei?" chiese Shran guardando sorpreso l'aspetto ancora perfetto del suo capo operazioni, nonostante l'ora tarda e tutti i fatti accaduti. "Perchè non va a farsi qualche ora di sonno?"
"E perdermi tutto il divertimento?" poi si avvicinò e sussurrò all'orecchio di Shran "L'Ambasciatore Rogal ha messo in allarme la sua nave, dobbiamo fare in fretta prima che i klingon decidano di intervenire perchè si annoiano."

"Signori, prego sedetevi." Propose Valena indicando il tavolo presente nella stanza.

Tutti si sedettero, i sottoposti si posizionarono alle spalle dei propri superiori rimanendo in piedi. Valena li guardò per un attimo e poi sospirò iniziando a parlare.

"Come le ho spiegato durante il galà di stasera," iniziò la donna rivolgendosi all'ambasciatrice T'Lani "il nostro popolo dimora da almeno un secolo sulle navi con cui siamo arrivati. Quello che non le ho detto, è che siamo stati noi stessi gli artefici dei nostri guai. Quando ancora avevamo un mondo da chiamare casa, il potere era in mano ai maschi della nostra specie e vi posso assicurare che la situazione non era per niente tranquilla. I nostri maschi sono sempre stati violenti, come se nel loro DNA vi fosse stato impresso una costante ricerca della lotta. Un po' come il suo popolo Ambasciatore Rogal, ma senza l'onore che vi contraddistingue.

Molte furono le conquiste fra i mondi del nostro sistema e quelli dei sistemi vicini ed in ogni mondo le conquiste furono fatte distruggendo e schiavizzando i popoli conquistati. Centoventi anni fa, una scienziata scoprì un modo per bloccare questa perenne sete di sangue legando, attraverso un processo di manipolazione genetica, i maschi a noi femmine. Le reggenti in particolare, avevano una speciale mutazione che produceva specifici ferormoni in grado di rendere completamente sottomessi i maschi."

"Affascinante." Commentò T'Lani senza aggiungere altro.

"Naturalmente, non appena la scienziata prese il potere, diventando a tutti gli effetti la prima regnante della Nuova Alleanza, i maschi persero immediatamente la loro indole sanguinaria e i popoli da loro assoggettati si ribellarono immediatamente spazzando via ciò che consideravamo il nostro impero, costringendoci a dimorare sulle nostre navi e fuggire alla ricerca di un nuovo mondo su cui abitare."

"Quindi tenete in schiavitù i vostri maschi..." commentò l'Ambasciatore Romulano.

"Si!" rispose senza nessuna remora Valena per poi continuare "Ma lo facciamo per evitare che altri soffrano e comunque non sono veramente schiavi, semplicemente hanno perso la loro furia."

"Avete castrato i vostri uomini e ne avete fatto dei servitori. Nemmeno in voi risiede quell'onore che dicevate mancasse ai vostri uomini." disse l'Ambasciatore klingon con un tono cupo.

"Ha ragione Ambasciatore - riprese Valena senza perdere la sua calma - ma deve capire che quella che noi adesso chiamiamo Nuova Allenza, non è altro che l'unione di quello che rimane delle civiltà sopravvissute all'epurazione. I cittadini del nostro antico impero hanno fatto le cose in grande quando si ribellarono, gran parte delle civiltà che collaboravano con noi furono spazzate via. La nostra Prima Nobile tentò di salvare quello che poteva e fuggì non cinquanta navi e tutti i cittadini che riuscì a salvare, sia del nostro popolo che di quelli che erano nostri alleati. Di quelle cinquanta navi, solo quindici sono rimaste."

Tutti si guardarono metabolizzando la situazione.

"Ma non vi ho fatto venire qui per farmi commiserare, ma altresì per chiedervi aiuto."

"Sta perdendo il controllo dei maschi. La sua mutazione è regredita." Affermò T'Lani con sicurezza.

"Si." confermò Valena. Dietro di lei la sua attendente ebbe un sospiro sorpreso.

"E cosa ci sta chiedendo di fare? Riattivare la sua mutazione?" chiese la vulcaniana con voce atona.

"Vi sto chiedendo di aiutarci in tutti i modi possibili. Voi siete i rappresentanti di grandi imperi ed io sono pronta a mettere a vostra disposizione le nostre conoscenze genetiche e tutta la nostra tecnologia purchè qualcuno di voi ci aiuti. Aiutateci a rendere di nuovo schiavi i nostri maschi, altrimenti per noi sarà la fine."

Shran rabbrividì. Quella donna aveva appena offerto alle maggiori potenze del quadrante delle conoscenze provenienti da un universo totalmente diverso dal loro. Non sarebbe finita bene...


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19.07 - Stallo

Autore: Ambasciatore Federale T'Lani

Deep Space 16 Gamma - Studio del capitano - 30 giugno 2397 - ore 5:38


Shran si passò una mano sugli occhi, tentando inutilmente di scacciare la stanchezza che sentiva pesargli addosso. Sarebbe dovuto andare a dormire, pensò. Dopo un po' di riposo, forse sarebbe riuscito a tirare fuori una qualche soluzione da quell'immane casino. Non se lo poteva permettere, naturalmente. Che cosa avrebbero detto gli ammiragli della Flotta Stellare, se il comandante della Base Stellare fosse stato a dormire proprio nel momento in cui fuori stava scoppiando una battaglia?
Si alzò, andando a guardare fuori dall'oblò, ma dal lato dove si trovava il suo studio non poteva vedere le navi della Nuova Alleanza che ormai da ore si puntavano le armi le une contro le altre. La sezione tattica gli aveva riferito che, delle quindici navi spuntate fuori dal passaggio dimensionale dell'altro universo, otto avevano puntato le armi contro altre sei, mentre l'ultima nave - quella di Valena - era rimasta all'attracco, in apparenza indifferente alla tensione armata delle altre. Solo in apparenza: in realtà, dall'ammiraglia stavano partendo migliaia di messaggi, rivolti sia alle sei navi fedeli che alle otto ribelli. L'unica differenza era che queste ultime non rispondevano ad alcun appello di Valena. Nemmeno a quelli federali o delle altre razze presenti, peraltro.
Era maledettamente frustrante, pensò Shran, Le navi rimanevano immobili, con le armi puntate e gli scudi alzati, di fronte ai sensori della sua Base. Immobili e pronte a spararsi addosso. E lui non poteva fare niente.
"Perché non posso fare niente? - aveva detto all'ambasciatrice vulcaniana, quando si erano ritrovati nel suo studio, alla fine dell'incontro con Valena - Lo spazio attorno alla Base Stellare 16 Gamma è di competenza federale. Posso ordinare alle navi aliene di deporre le armi e sottoporre qualunque controversia tra di loro ad un arbitrato federale."
"Fa parte dei suoi poteri - aveva riconosciuto T'Lani - Ma il potere che si esercita non può permettersi di mostrare i propri limiti senza mostrare anche i propri punti deboli. Il limite del potere federale in questo angolo di Galassia è che siamo molto lontani dalla madrepatria. Una forza militare di appoggio, in caso le navi della Nuova Alleanza si ribellassero all'ordine di cedere le armi, non potrebbe essere qui che fra alcuni giorni. Io non sono una esperta militare, comandante. Me lo dica lei: considerando che quasi sicuramente i Klingon e i Romulani deciderebbero di non assisterci, le sole difese della Base potrebbero durare fino all'arrivo delle navi della Flotta Stellare?"
Shran aveva scrollato la testa. Le navi dell'Alleanza erano pesantemente armate.
"Ma la nostra passività non sarebbe ugualmente una dimostrazione di debolezza?"
"Naturalmente - La vulcaniana si era alzata, stirandosi con le mani le pieghe della veste - Non fare niente a lungo andare ci farebbe sospettare di codardia... Ma sono abbastanza convinta che sia nelle stanze della delegazione Klingon che in quelle della delegazione Romulana in questo momento stiano dibattendo su quale vantaggio potrebbero tirare fuori da una dimostrazione di debolezza da parte nostra. Procrastinare l'azione li lascerà almeno per qualche tempo in dubbio su quale tipo di provvedimento prenderà la Federazione... Soprattutto considerando i problemi etici che la proposta di Valena ci ha presentato. Proposta su cui devo fare rapporto al Consiglio della Federazione"
Aveva chinato leggermente la testa in gesto di commiato, quindi si era girata verso la porta. Shran l'aveva richiamata:
"Vuol dire che appoggerà la proposta? Ci ha chiesto di far tornare i maschi della sua specie alla schiavitù!" - aveva esclamato. Con sua sorpresa, aveva sentito un sospiro:
"Ci sono alcune cose che mi hanno lasciato perplessa, nel racconto di Valena e che mi piacerebbe approfondire." - Non si era voltata verso di lui. Era come se stesse parlando a sé stessa - Quello della schiavitù della parte maschile della sua razza è solo uno degli elementi. Per esempio: Chi c'è al comando dei ribelli? Ha parlato di molte razze. Ad una di queste deve appartenere il cefalopode che è stato trovato morto... Vuol dire che i ferormoni delle femmine della sua razza avevano avuto effetto anche su altre razze? La mutazione genetica di reazione ai ferormoni si è sviluppata all'incirca contemporaneamente in tutte le razze presenti a bordo? Ha raccontato che sono arrivate qui con quindici navi delle cinquanta con cui sono partite. Perché su queste otto navi si sono ribellati solo adesso, quando avrebbero potuto allontanarsi dal convoglio della Nuova Alleanza insieme agli altri che hanno pure abbandonato la regina? Che cosa è cambiato? Il controllo delle femmine si è allentato all'improvviso solo quando sono entrati in questo Universo? Come mai allora gli equipaggi delle altre navi sono riusciti ad allontanarsi prima?" - aveva scosso la testa, come per scacciare via le domande.
"C'è qualcosa che ci sfugge" - aveva concluso Shran. T'lani si girò a guardarlo, finalmente:
"Infatti. Non possiamo agire finché non avremo compreso di che cosa si tratta. O di chi si tratta..."
Poi, era andata via, lasciando Shran alla sua stanchezza e alla sua frustrazione.


Deep Space 16 Gamma - Sala comando - 30 giugno 2397 - ore 5:50


"Un qualche tipo di messaggio telepatico?" - fece Riccardi perplesso.
"Non mi crede?" - reagì Durani.
"Certo che si!" - disse Riccardi.
La sala comando era in piena attività. L'allarme aveva tirato giù tutti gli ufficiali dai loro turni di riposo - quelli che avevano potuto riposare, data la situazione a bordo. Lei compresa, naturalmente. Durani ne aveva approfittato per informare a bassa voce Riccardi dell'esperienza avuta nel proprio alloggio.
Il primo ufficiale era in piedi di fronte allo schermo, impegnata ad osservare le navi in stallo. La klingon scommise tra sé che Claire Drillrush ormai avrebbe potuto dare un nome alle navi della Nuova Alleanza dalla loro posizione. Un sottoposto si avvicinò a Durani con un dipad in mano. La donna accettò di siglare la nota dopo appena un'occhiata. Il report diceva che tutti i sistemi della Base erano stati messi in allarme. Gli scudi della Base erano in perfetta efficienza... Cosa che sapeva bene, visto che lei stessa aveva revisionato gli schemi poche settimane prima. Il report non diceva però che alla più superficiale delle valutazioni tattiche era evidente quanto armate fossero quelle navi, in rapporto alle difese della Base Stellare 16 Gamma.
"Se la Base esce in buono stato da questa situazione, dobbiamo preparare un piano per implementare la difesa" - borbottò Durani - Non possiamo sempre fare affidamento sulle navi delle delegazioni diplomatiche"
Il sottoposto si allontanò. Riccardi tornò a parlare:
"So benissimo che lei non inventerebbe mai una storia del genere. Nella galassia ci sono un mucchio di specie che usano la telepatia... E in nessuna specie, purtroppo, mancano i criminali. Il fatto che le abbia mostrato quelle immagini mi fa pensare che voglia essere fermato, in qualche modo. Mi piacerebbe che a bordo ci fosse ancora un consigliere..."
"Perché?" - domandò la donna.
"Se il killer vuol essere trovato, vuole essere fermato... Potrebbe voler dire che c'è alla base un qualche tipo di disturbo psichiatrico, forse derivato proprio dall'esperienza violenta che le ha mostrato. Un consigliere potrebbe darci qualche indizio su come comportarci con lui. E, se vuole veramente essere fermato, potrebbe dirci come accontentarlo in fretta, prima che uccida di nuovo!"
"Avete provato a chiedere un parere al dottor Sonx?"-
Durani sussultò. Non si era accorta che l'ufficiale scientifico si era avvicinato.
"Scusate se ho origliato" - disse il tenente comandante Roberts.
"Il dottor Sonx è uno xenobiologo - fece notare Riccardi - Non un consigliere"
"Ha però almeno una conoscenza di psicologia. E in quanto xenobiologo, dovrebbe avere nel suo database i dati medici di tutte le specie che hanno delle capacità telepatiche"
"Potrebbe essere un'idea... - disse Durani - Preparazione in psicologia o no, il dottore potrebbe aiutarci a selezionare le specie con le caratteristiche che ho visto nelle immagini telepatiche che mi sono state trasmesse. Sarebbe un punto di partenza per trovare il killer"
Riccardi esitò:
"Se il killer è arrivato con le navi della Nuova Alleanza, non vedo proprio come le caratteristiche della sua specie possano essere già nel database medico della Flotta Stellare." - obiettò.
Durani si staccò dalla sua consolle:
"Voglio fare comunque un tentativo. Se non altro, non si tratta di stare qui a guardare lo spazio e aspettare che quelli - puntò il dito verso lo schermo - decidano di spararsi addosso... E magari sparare addosso anche a noi."
Richiamò il sottoposto ad occupare la sua consolle, quindi si diresse verso il turboascensore.
La raggiunse l'ufficiale scientifico:
"Vengo con lei - disse - Qui non ho niente da fare. Tanto vale che l'aiuti nella sua caccia all'assassino"
Durani assentì. Dopo pochi minuti, sbarcarono di fronte all'infermeria. Un assistente li indirizzò verso una porta dai vetri oscurati. Il dottore era chino su un corpo informe disteso su un bioletto. Si rizzò, sentendoli entrare:
"Oh... A quanto pare sono stato beccato sul fatto!"
I due ufficiali si avvicinarono. Il corpo informe appariva aperto a metà, con una pelle quasi liquida scostata ai lati dell'ampia ferita, che si allungava fino a raggiungere i tentacoli.
"E' il cefalopode! Quello morto all'attracco!" - esclamò Durani.
"Gli sta facendo un'autopsia? Senza autorizzazione?" - domandò Ramar.
"Certo che no! - ribatté il dottore. Si alzò, andando a sciacquarsi le mani nel lavello - Conosco la legge, sapete? So benissimo che è vietato interferire nei riti di morte di razze aliene, soprattutto quando fanno parte di missioni diplomatiche." - prese una salvietta e si strofinò con cura - "Quindi, ho obbedito quando mi hanno ordinato di riconsegnare il corpo alla nave della nobile Valena. Solo che prima di consegnarlo, ne ho fatto una scansione molecolare" - si strinse le spalle.
"Anche quello è proibito. E' personale diplomatico" - fece notare l'ufficiale scientifico.
"Allora sarà meglio eliminare le prove, no?" - tornò verso il bioletto ed allungò una mano. Il bioletto si spense e con lui scomparve il corpo del cefalopode.
"Voilà!"
"Non capisco - disse Durani - Che senso ha fare l'autopsia ad un ologramma?"
"Non si trattava di un semplice ologramma - rispose Ramar, andando a sedersi su uno sgabello - Il nostro dottore ha fatto una scansione molecolare del corpo. L'ologramma ha ricostruito non solo l'apparenza, ma una copia fedele del corpo. So che è una pratica medica abbastanza frequente. Gli aspiranti chirurghi provano e riprovano le tecniche su olografie di corpi prima di effettuare una operazione su un paziente vivo... E' esatto?"
Dalamar Sonx assentì:
"Esatto. Come in un simulatore di volo. Il protocollo è stato introdotto di recente, ma adesso nessun chirurgo può avvicinarsi ad un paziente vivo se non ha fatto almeno una cinquantina di volte la stessa operazione su un paziente olografico"
"Buono a sapersi. E' rassicurante, tutto sommato. - commentò Durani - Ma a che cosa è servito? A rischiare una denuncia?"
Il sorriso sul volto del dottore si allargò:
"Forse potrei aver trovato qualcosa di interessante. Molto interessante, anzi. Ma dicendovela, vi renderei complici."
"Se può aiutarci in questa situazione, ci sto" - disse l'ufficiale scientifico, e guardò verso Durani. Il dottore la fissava sornione.
"E va bene. Che cosa ha scoperto, dottore?"
Il dottore tornò al bioletto e lo riaccese. Il corpo del cefalopode riapparve intatto, come era stato ripreso nel corridoio. Modulò l'ologramma e la pelle si fece trasparente, denudando il cranio dell'essere. Quindi, girò l'immagine, illuminando la parte occipitale, nel punto in cui si dipartiva un ganglio nervoso. Ramar si rialzò e si accostò al letto, affascinato.
"Lo vedete?"
"Cosa?" - domandò Durani.
"Qui" - il denobulano allargò l'immagine, fino a rendere il ganglio nervoso grande come un pugno. Finalmente, anche Durani vide quello che il medico le stava indicando. Al centro del ganglio, sotto la potente luce del bioletto, brillava una scheggia metallica dai bordi regolari, di forma esagonale. Il medico ampliò ancora la visuale della zona. Dai bordi dell'esagono partivano leggeri filamenti che si infiltravano tra le fibre nervose scomparendo all'interno:
"Cos'è? Una placca? Un microchip?"
"E' più complicato di un comune microchip. Si tratta di un congegno, piazzato nella zona del cervelletto. Escludo che quel congegno servisse per motivi medici: non c'è nella zona alcuna traccia di lesioni che lo giustifichino. Non posso esserne sicuro al cento per cento, ma credo che servisse a controllare il comportamento del nostro amico morto"
"Controllare? - esclamò Ramar - Vuol dire che era come teleguidato?"
Il dottore annuì con forza.
"Questo spiegherebbe il grido di aiuto - disse Durani - Il grido telepatico che ho sentito. Se la creatura fosse stata consapevole di essere teleguidata, e non le fosse possibile impedire quello che il suo corpo stava facendo, avrebbe di sicuro cercato aiuto... Nel solo modo in cui poteva. Con la sua telepatia"
"Come potrebbe essere stato impiantato quel congegno nel cervelletto dell'alieno?" - domandò l'ufficiale scientifico.
"Non ho trovato tracce di operazioni chirurgiche. Nessuna aderenza, nessuna cicatrice. E' come se il congegno fosse stato teletrasportato dentro il suo corpo, con precisione millimetrica."
Il dottore spense di nuovo il bioletto. L'alieno scomparve.
"Dottore... Crede che lui sapesse di avere dentro quel congegno? - domandò Ramar - Pensa che possa esserselo fatto impiantare volontariamente?"
"Non lo so. Non posso saperlo. Ma non può esserselo impiantato da solo. C'è sicuramente qualcuno che sapeva... E che lo ha usato."


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19.08 - Almeno abbiamo scoperto le carte!

Autore: Capitano Shran del clan Mira

Deep Space 16 Gamma - Infermeria - 30 giugno 2397 - ore 6:30


"Dottor Sonx, dobbiamo assolutamente avvertire il Capitano di questo congegno di controllo" disse Ramar dopo svariati minuti di silenzio. I suoi occhi erano fissi sulla parete dell'Infermeria come se stessero scrutando chissà cosa, in realtà era solo la stanchezza che ormai non poteva più essere celata e lo sguardo dell'Ufficiale Scientifico era fisso sulla parete, ma vuoto di pensieri...

Sonx, a cui non era sfuggito la stanchezza di quell'uomo, lo invitò ad andare a riposarsi:

"Avete passato tutta la notte svegli, ragazzi miei... Andate a riposarvi, penserò io ad avvertire il Capitano. Sono il vostro medico e posso ordinarvelo!" disse con una serietà parecchio rara per il suo standard.

Ramar non face un fiato, Durani ovviamente non ne volle sapere... ma si sa che i Klingon in queste situazioni danno il meglio di loro stessi, perciò Sonx non insistette, conscio del fatto che solo uno dei due gli avrebbe dato retta.

"Andrò personalemente dal Capitano, per il momento quello che ho fatto va contro il regolamento e per il momento non ho nessuna intenzione di rendervi complici. Andate adesso..." e con un gentile gesto della mano indicò l'uscita dell'infermeria ai due ufficiali.

Deep Space 16 Gamma - Turbo ascensore - 30 giugno 2397 - Subito dopo


"Che ne pensa?" domandò Durani all'Ufficiale scientifico con cui avrebbe condiviso quel segreto e con cui adesso stava condividendo la strada verso la Plancia... "Che ne penso? - rispose il betazoide preoccupato - penso che siamo in un mare di guai. Se la nobile Valena non è quella che vuole farci credere sarà una situazione davvero difficile da gestire..."

"Sì, considerato il fatto che abbiamo sempre quindici navi là fuori in assetto da guerra e noi praticamente non abbiamo nulla con cui poter attaccare o difenderci". La frustrazione di Durani a questa situazione trapelava da ogni suo movimento e da ogni sua parola...

"Penso che seguirò il consiglio del dottore e andrò a riposare qualche minuto." Disse Roger dopo un attimo di esitazione non appena il turbo ascensore si fu fermato in Plancia. Durani lo guardò per qualche istante e poi si diresse senza esitazione alla sua postazione, salutandolo.

Deep Space 16 Gamma - Sala Riunioni - 30 giugno 2397 - Ore 14:00


Tutti gli ufficilali superiori erano stati convocati dal Capitano per una riunione. Era necessario sentire l'opinione di tutti sull'accaduto e soprattutto Shran sentiva il dovere di rendere partecipi tutti delle novità che erano trapelate nelle ultime ore. La scoperta del congegno di controllo di cui il dottore gli aveva parlato poco prima non gli era affatto servita a chiarirgli le idee, ma al contrario, gliele aveva rese ancora più confuse. Da un lato c'era la massima disponibilità di Valena a condividere la loro tecnologia, dall'altro c'erano tutte le domande a cui T'Lani non aveva ancora trovato risposta. A tutto questo si era sommato il rapporto appena fatto da Sonx...

Gli ufficiali avevano preso tutti i loro posti intorno al tavolo ovale della sala riunioni, dopo un pasto molto veloce si trovarono tutti là in attesa che il loro Capitano iniziasse a parlare. Il Primo Ufficiale era seduto alla destra di Shran, poi nell'ordine Keane e Riccardi. Di fronte, dalla parte sinistra del Capitano invece, c'erano Durani e Roberts.

"A me quella donna non mi piace affatto!" esclamò per prima Tara Keane dopo aver sentito tutto quello che il Capitano aveva loro da dire. In realtà questa Valena al Capo Operazioni non era mai piaciuta. Non le piaceva in nessun modo il fatto che avessero assoggettato i maschi in quel modo, senza onore... non si fidava del fatto che si fossero dimostrati così arrendevoli fin da subito e non le piaceva men che meno la facilità con cui quella donna riusciava a far presa sui maschi a bordo della Stazione. Non si trattava di invidia o di gelosia, ovviamente la mezza Klingon andava ben al di là di questi sentimenti, ma era proprio tutto il suo comportamento nel complesso a darle fastidio: lei non si sarebbe mai fidata di Valena, neanche se questa le avesse consegnato la loro nave senza battere ciglio.

Durani era praticamente d'accordo con lei. Certo, lei per il ruolo importante che ricopriva sulla Stazione non poteva che andarci cauta a tutta quella disponibilità... inoltre tutte quelle domande senza risposta l'avevano messa in guardia fin da subito. Anche il Capo della Sicurezza era dalla parte di quelli che non volevano sentirne di fiducia, anzi, aveva già deciso di raddoppiare la sorveglianza all'alloggio di Valena non appena la riunione sarebbe finita.

C'erano invece Rogers e la Drillrush che si stavano mostrando più aperti ad un possibile confronto.

"In qualche modo dovremo arrivare alla verità - disse quest'ultima, rispondendo alle parole di Keane - secondo me dobbiamo cercare di creare un rapporto di fiducia. Solo in questo modo potremo capire con chi abbiamo a che fare. Prima di allora, non possiamo dare giudizi in base alle nostre sensazioni ma soprattutto non possiamo intraprendere nessuna azione nei loro riguardi."

A queste parole, la Keane si sentì attaccata: "Che vuole dire? Che il mio giudizio è basato solo sulle mie sensazioni? - riprese la parola la mezza Klingon - Quella donna non è meritevole di fiducia per tutta una serie di motivi, ed inoltre, se fosse stata chiara sua e la loro buona fede di certo non saremmo qua a discutere proprio di questo argomento."

"Sono d'accordo con lei!" esclamò Riccardi.

"Abbiamo avuto già dei morti - prese la parola Durani - non possiamo aspettare che ne arrivino altri per agire."

Gli animi degli ufficiali iniziarono a scaldarsi, soprattutto per colpa della stanchezza di quei due giorni e per l'impotenza che, un po tutti, si sentivano addosso. Shran dovette intervenire per calmare gli animi.

"Signori! Non rendete la cosa più difficile di quello che già è per favore! Siete tutti ufficiali della Flotta Stellare, comportatevi come tali!" ...parole un po pesanti ma ogni tanto ci volevano!

"Ho capito che la metà di voi non si fida della nobile Valena, quindi mi pare di capire che al momento la nostra priorità è semplicemente quella di smascherare la sua malafede o di riuscire a fidarci una volta per tutte. Andrò io diretamente da lei e cercherò in qualche modo di accorciare i tempi."

Shran aveva già in mente che fare... avrebbe provato ad unire l'utile al dilettevole, qualcosa sarebbe successo...

"Riccardi, mi faccia seguire da una scorta, ma che sia discreta. Nessuno deve sapere che noi in qualche modo la stiamo mettendo alla prova."

"Capitano, da Primo Ufficiale ho l'obbligo di fermarla, potrebbe essere troppo pericoloso . - disse Drillrush - se loro hanno ragione, potrebbe correre dei rischi."

"Prenderò nota della sua preoccupazione - disse il Capitano rivolgendosi al suo primo ufficiale - ma non si preoccupi, non mi succederà niente!"

Deep Space 16 Gamma - Alloggi VIP - 30 giugno 2397 - ore 16:00

Shran bussò all'alloggio della nobile Valena. Lì fuori erano presenti due uomini di Riccardi (a cui se ne sarebbero aggiunti altri due a breve come deciso) e due guardie della donna. Valena aprì la porta a Shran e questo entrò sfoderando le sue migliori qualità da don giovanni...

Non aveva detto ai suoi quale fosse il suo piano, in effetti non rientrava propriamente nei modi di fare canonici di un Capitano... anzi, quello di provare a sedurre una ospite era quasi alla stregua delle analisi al polipone che Sonx aveva fatto di nascosto. Ma del resto la donna si era mostrata accondiscendente in diverse occasioni, quindi...

"Come va nobile Valena?" le chiese l'andoriano sedendosi sul divano dell'alloggio

"Capitano, finchè posso godere della sua compagnia come vuole che vada se non benissimo" gli rispose lei

Dopo qualche minuto di botta e risposta con l'andoriano, la donna mandò via con gentilezza le sue guardie del corpo: "Mi lasciate per favore da sola con lui?" Quelle fecero un veloce inchino ed uscirono dall'alloggio. Bastò questo per mettere in guardia il Capitano, chiunque dei suoi uomini sarebbe stato restio a lasciarlo solo senza fare neanche un fiato...

Passò mezz'ora e l'andoriano iniziò a rendersi conto di sentirsi sempre più inerme, era una strana sensazione, ma era come se qualcuno lo stesse controllando. Aveva la netta convinzione che non fosse più lui a dedicere delle sue azioni e decise perciò di abbandonare la lotta e andare via.

"Non mi sto sentendo bene, nobile Valena, mi dispiace davvero tanto, ma penso che tornerò nel mio ufficio. Le va se ci vediamo per cena? Ci sono ottimi ristoranti sulla nostra passeggiata!"

A queste parole seguì un veloce cenno della donna. Tutte le sue guardie piombarono nella stanza e, quando le porte dell'alloggio si aprirono Shran vide i quattro uomini della sua sicurezza tramortiti per terra.

"Che cosa intende fare?" disse Shran che nel frattempo era tornato in sè, ma troppo in ritardo...

"Lei adesso è mio ostaggio." rispose questa

"Lei si trova sulla mia stazione, cosa crede di fare?"

"Lei si trova sotto tiro dalle mie guardie, io penso che il suo equipaggio farà tutto quello che gli chiederò." e sorrise.


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19.09 - Tradimento

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

DS16 - plancia - 30/06/2397 - ore 16.40


Il volto sicuro di Valena si era appena dissolto dal monitor principale della plancia, senza lasciare il tempo al Primo Ufficiale di ribattere alle sue richieste. Riccardi nel mentre aveva mandato altri uomini alla zona Vip, constatando che le parole della donna corrispondevano al vero: il corridoio d'accesso era controllato dalle guardie della Nuova Alleanza e gli uomini di scorta a Shran erano a terra legati e imbavagliati.
Claire si irrigidì sulla poltrona di comando, mentre nella mente le passavano tutte le possibili conseguenze che, per una sua decisione sbagliata, sarebbero potute accadere. Prima fra tutte la morte del Capitano, come Valena aveva minacciato di fare fra meno di un ora. Lei però era stata addestrata per superare ogni tipo di ostacolo e non avrebbe permesso che degli sconosciuti, accolti come ospiti d'onore, li obbligassero ai loro voleri. Si girò quindi verso Keane e, prima che la mezzo klingon le dicesse che li aveva avvertiti di non fidarsi, parlò chiaramente :
"Signori la situazione è grave, ma voi tutti sapete che non possiamo piegarci a nessun tipo di ricatto."
"Ma il Capitano?" Ribattè Sonx presente in plancia.
"Lui sarebbe il primo ad essere d'accordo ". Rispose Drillrush guardando il medico, giustamente preoccupato per la sorte del loro superiore.
"Davvero pensano che possiamo fare quello che pretendono? " chiese Roberts dalla sua postazione.
"A quanto pare sì o forse sono solamente disperati ed è la loro ultima carta. " rispose Durani.
"Convochi T'lani " disse Drillrush all' ufficiale addetto alle comunicazioni, poi rivolta agli Ufficiali presenti " ora qualcuno ha idea di come risolvere la situazione senza scatenare una guerra, dalla quale difficilmente ne usciremmo illesi, e possibilmente salvare il Capitano? "

DS16 - Sala tattica - 16.50 30/06/2397


Dieci minuti dopo, in sala tattica, la riunione degli ufficiali, con l' Ambasciatrice vulcaniana era in pieno svolgimento : Drillrush l'aveva informata che Valena pretendeva che la Federazione riconoscesse il suo stato di capo supremo della Nuova Alleanza, obbligando le navi ribelli a ritornare sui loro passi, oppure ad aiutarla a distruggerle, se avessero rifiutato.
Non appena finì d'informare la vulcaniana riguardo le pretese di Valena, Drillrush si sedette al posto occupato solitamente da Shran e chiese agli Ufficiali presenti idee su come volgere la situazione a loro favore.
Roberts, che era stato fino a quel momento perso sul monitor del computer, prese la parola:
"Ho svolto ulteriori indagini sul manufatto trovato da Sonx nel cervello del cefalopode e ho scoperto che trasmette degli impulsi elettrici sui quali viaggiano i comandi che obbligano, chi ne è provvisto, ad eseguire determinati ordini. Ora se riuscissi ad interferire su questi impulsi, quelli che agiscono contro la loro volonta, si dovrebbero ribellare a chi li ha asserviti al suo volere e Valena si troverebbe a dover contare su un minore numero di sostenitori."
"Anche perché riteniamo che il microchip controlli le loro azioni, non la loro coscienza." Intervenne il Dottore che si era seduto a fianco del Capo della Sezione Scientifica per supportarlo, in quanto scopritore dell' intervento di Valena su parte della popolazione della Nuova Alleanza.
"Su quali tesi affermate ciò? " chiese T'lani.
"In effetti è una teoria basata sulla richiesta d'aiuto, ricevuta telepaticamente dal tenente Durani , durante il suo scontro con il cefalopode, ora ospite del mio lettino autoptico. " rispose Sonx.
"Praticamente dovremmo sperare che, una volta eliminato l' effetto del microchip, gli esseri che ne sono dominati, tornati liberi di agire, si ribellino alla loro sovrana rendendo vane le sue minacce? " disse Riccardi riassumendo.
" In effetti sì, è così! " rispose Roberts.
" Non mi sembra granché come piano. Se il numero degli esseri controllati da Valena con questo sistema dovesse essere esiguo, il nostro non sarebbe un grande vantaggio!" Disse sconsolato il Capo della Sicurezza.
" È vero, ma se non ci sono altri suggerimenti, dico di provarci. " disse Drillrush, guardando i suoi colleghi in volto, senza ricevere ulteriori commenti
" Al lavoro allora : Ramar a che punto è con la ricerca del segnale di disturbo? "
"Sono a buon punto, ma avrò bisogno di supporto per trovare il modo di diffonderlo su tutte le navi della Alleanza. "
"Keane se ne occupi lei. Riccardi e Durani, voglio la base e tutti gli uomini in assetto di combattimento e Ambasciatrice, chieda ai Klingon e ai Romulani se non un sostegno, almeno una non ingerenza. Forza al lavoro che il tempo è contro di noi. "
Disse Claire ostentando una sicurezza che non era certa di provare.

Ponte alloggi Vip - ore 17.00


Riccardi, subito dopo la fine della riunione, si diresse alla postazione che i suoi uomini tenevano, fuori dagli alloggi di Valena.
"Situazione? " chiese al suo secondo. "Nessuna novità: hanno schermato tutta la zona degli appartamenti. Non è possibile usare il teletrasporto, ne immettere sostanze dai condotti dell' aria , perché li hanno bloccati." Rispose l' uomo con un conciso rapporto.
Riccardi lo interruppe " Ssst non sente questo rumore? " disse avvicinandosi all' uscita di un condotto posto poco distante dalla loro posizione .
Un battito, leggero ma continuo effettivamente proveniva da dentro e ad un suo cenno, il suo secondo cominciò a togliere la paratia di chiusura del condotto, mentre Riccardi, il phaser pronto a far fuoco, si preparava ad affrontare chiunque fosse apparso . Con un ultimo sforzo la paratia cedette e al Capo della Sicurezza fu chiaro che forse la fortuna cominciava a girare dalla loro parte: abbassò l' arma e fece cenno alla giovane attendente di Valena di uscire . Mallina , col solito ciuffo ribelle davanti agli occhi, si fece avanti esitante " Vi prego fermate Valena, ha perso il controllo, non può davvero volere la distruzione delle nostre navi! "
"Venga con me, forse col suo aiuto ci riusciremo !" Le disse Riccardi prendendo la donna per un braccio e dirigendosi in plancia.

DS16 - Ambasciata Klingon - ore 17.05


T'lani era appena uscita dall' ufficio di Rogal e suo fratello, che aveva assistito all' incontro in posizione di difesa, come se l' anziana vulcaniana potesse essere una minaccia per l' enorme Klingon, disse "Quindi quel damerino di Shran si è fatto fregare dai begli occhi di una femmina?"
"Taci, tu non hai avuto a che fare con lei da vicino: la sua capacità di controllare le menti maschili è potente e se non ci fossero state la Vulcaniana e Tara Keane all' incontro con lei, probabilmente avremmo fatto tutto quello che voleva senza pensarci su. Comunque ha dimostrato di non avere onore, e l' Impero appoggerà la Federazione, se dovessero chiedere il nostro aiuto. "


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19.10 - Illusionismo Klingon

Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis

Deep Space 16 Gamma - Alloggi VIP - 30 giugno 2397 - ore 22.13


Uno scossone improvviso investì Valena facendole quasi perdere l'equilibrio.

La donna parve perdere per un attimo l'abituale aplomb per poi fissare con occhi rossi come un braciere acceso il Capitano della stazione spaziale, suo prigioniero.

"Cosa sta succedendo?"

"Ne so quanto lei" fu la piccata risposta di Shran

L'andoriano pareva decisamente sorpreso e preoccupato. Ma quanto era sincero? Valena usò i suoi poteri per verificarne lo stato d'animo e l'essere dalla pelle blu pareva autenticamente preso alla sprovvista dalla situazione.

"Controllo del perimetro e della situazione?" domandò con voce quasi atona ai suoi uomini

"Nessuna attività da parte del personale della stazione"

"Contattate la flotta"

"Comunicazioni disturbate, mia Signora"

"Motivo?"

"Origine sconosciuta e.. un attimo.. i sensori della stazione rilevano tracce di archeggiamento"

"Quante?"

=^=Una.. due.. sei.. nove.. oh..=^=

"Cosa?"

"Decine, mia signora, decine"

"Manda su tutti gli schermi"

FLASHBACK - Deep Space 16 Gamma - Plancia - 30 giugno 2397 - ore 19.11


"Quanto possiamo fidarci di tutti loro? E di Mallina, la Prima Assistente di Valena?" domandò Claire Drillush

"Alla prima domanda, non so rispondere, Numero Uno, ma alla seconda sì.." si fece avanti il Dottor Sonx sfogandosi con un piccolo colpo di tosse prima di continuare "ho seguito il suggerimento della nostra Consigliera e ho sottoposto Mallina ad un certo numero di controlli medici, spacciandoli per routine, al fine di verificare che la Prima Signora della Nuova Alleanza non fosse vittima di qualche virus in grado di farle perdere la ragione"

"Cosa avete scoperto Dottore?" chiese Tara Keane sforzandosi di ricordare che volto avesse Shanja Xar: non la vedeva praticamente da mesi, visto che la Trill passava intere giornate fra colture idroponiche e giardini botanici. Si erano conosciute quasi due anni prima quando buona parte dell'equipaggio della USS Marconi era stato destinato su Deep Space 16 Gamma.. le aveva fatto un'ottima impressione, capace, attenta, di poche parole, ma in grado di svolgere il suo ruolo mantenendosi praticamente invisibile.

"Sfruttando alcuni oggetti appartenenti a Valena e custoditi da Mallina, ho potuto svolgere analisi ad ampio spettro su possibili patologie che affliggono la nostra ospite. La Prima Signora della Nuova Alleanza pare essere colpita da una sorta di schizofrenia allucinogena, di carattere degenerativo, che la porta a squilibri sensoriali e decisionali tendenti alla paranoia"

"Tutto ciò da dei campioni?" domandò Riccardi stupito

"Sì vi sono tracce ematiche evidenti, pur non essendo il loro sangue né rosso come i Terrestri né verde come i Vulcaniani, ma bensì di un bianco latteo di difficile lettura.. con il Comandante Roberts abbiamo fatto dei controlli e sì, Valena soffre di epistassi e cronici dolori al cranio, così come confermato dalla stessa Mallina."

"Ecco.. torniamo a lei.. perché prima Dottore ha detto che ci possiamo fidare?" chiese Tara

"Innanzitutto appare realmente preoccupata non solo per la salute della sua signora, ma per la sopravvivenza del suo popolo, sia dei lealisti sia dei potenziali ribelli.. senza contare che avrà ripetuto un miliardo di volte di quanto le spiaceva di averci coinvolto in una lotta fratricida per la conquista del potere.."

"Che sia di animo buono, mi sta bene, ma non ha ancora risposto Dottor Sonx " esclamò Claire esasperata dalla tendenza del Denobulano a tergiversare senza fornire risposte concise a domande precise

"Beh.. calma signore, ci stavo arrivando.. ho effettuato analisi dei polimorfismi del cromosoma X-STR e quelle del DNA mitocondriale, utilizzando sia tecniche tradizionali che sperimentali per essere certo della conclusione"

"Che sarebbe?"

"Mallina è parente attraverso linea materna di Valena.. ed ha una concentrazione di elementi tali che la rendono decisamente più idonea al ruolo di Prima Signora che l'attuale titolare della carica"

"Quali elementi?"

"Umanità, magnanimità, gentilezza, cortesia, capacità telepatiche superiori di almeno dieci volte quelle di Valena, ma non utilizzate.. volutamente.. per non infliggere dolore, per non obbligare gli altri, per non dominarli, ma lasciar loro libero arbitrio di scelta.. o almeno è quello che ha scritto nel suo rapporto la nostra Consigliera prima di tornare alle sue amate piante"

"Qualità che potrebbero portare pace fra le due fazioni in lotta.."

"Sicuramente.. l'attuale debolezza della Prima Signora ed il suo ricorso a strumenti fisici di controllo mentale hanno causato la degenerazione in atto.. occorre porvi fine prima di esserne travolti e distrutti"

FLASHBACK - Deep Space 16 Gamma - Plancia - 30 giugno 2397 - ore 22.03


"Il piano funzionerà?" domandò Drillush a Riccardi e Tara Keane

"La linea d'azione del Tenente Durani è azzardata, ma non ho mai visto una totale adesione d'intenti fra una Klingon ed una Vulcaniana come in questo caso.. dopo la discussione iniziale, pare abbiano trovato un punto di incontro sul nome T'Li.. dopodiché l'ambasciatrice T'Lani si è addirittura offerta di perfezionare alcuni dettagli.. lasciando però alla prima ogni decisione. Non è una cosa abituale, a mio parere.. Non trovate pure voi? Certo poi molto dipende dalle reali capacità di quel Harry Copperfield" rispose il primo

"E' un piccolo genio di sensori ed esperto ologrammi.. questo ve lo posso garantire essendo uno dei miei.. si è sempre vantato di riuscire a far sparire e riapparire qualunque cosa da sotto il naso di chiunque.. anche se, in un'altra situazione, probabilmente, sarebbe stato un tentativo che non mi sarei mai sentita di avallare" rispose la seconda

"Troppi rischi?" chiese Claire

"Ve ne sono sicuramente, siamo praticamente indifesi se le navi là fuori decidessero di intervenire contro la stazione.. eppure la cosa pare preoccupare soltanto noi.. sono rimasta decisamente sorpresa dell'adesione pressoché immediata dell'ambasciatrice T'Lani, seguita da quella di Bakima, l'influente consigliera dell'omologo Romulano Lamak K'Jad D'Kran, per non parlare di Varen, il legato Cardassiano.. perfino i Klingon si sono dichiarati d'accordo col piano del nostro tattico: si sono prestati alle sue richieste ed è sorprendente, considerata la situazione del suo Casato all'interno dell'Impero".

Deep Space 16 Gamma - Alloggi VIP - 30 giugno 2397 - ore 22.14


"Capitano Shran! Dovrà essere i miei occhi.. sono navi della sua Federazione quelle che stanno uscendo dall'archeggiamento?" la domanda di Valena era carica di astio e preoccupazione, con la vana speranza che in caso di risposta positiva avrebbe avuto un ostaggio decisamente prezioso per fermare un eventuale attacco

"Noi la chiamiamo curvatura.." la corresse con un ghigno l'Andoriano

"Risponda alla domanda!" ordinò furente Valena

"No.. sono navi Klingon!"

"Potenza di fuoco?"

"Da quello che vedo ci sono almeno sei corazzate classe Negh'var, dieci incrociatori classe K'T'Inga ed altrettanti di classe B'rel.. non conosco la capacità bellica delle sue navi, ma credo che le navi ancora fedeli a lei, mia cara Prima Signora della Nuova Alleanza dei miei stivali avranno i loro problemi a tener testa ai Klingon ed ai disertori"

"Altri segnali di archeggiamento Nobile Valena" la voce di colei che controllava i sensori della base era rotta dalla preoccupazione

"Toh.. ma guarda.. non avete fatto incazzare solo i Klingon" disse con enfasi Shran

"Chi sono quelli?"

"Cinque corazzate Romulane classe D'Deridex, tre incrociatori pesanti Cardassiani di classe Kheldon e due unità della Flotta Imperiale Andoriana di classe Charal.."

"Maledizione!"

"Beh c'era da aspettarselo.. e fra poco arriveranno anche unità federali.. siete riuscita nell'impresa di farci alleare tutti assieme"

"Nobile Valena!!! Le navi Klingon hanno aperto il fuoco!!! Le unità del disertore Bontu si stanno disimpegnando.. restano soltanto i nostri fedelissimi a combattere"

"Comunicate di distruggere quella feccia.. usate ogni arma disponibile!"

"Trasmissioni disturbate mia signora! All'attacco stanno partecipando anche tutte le altre navi uscite dall'archeggiamento! I Romulani hanno tagliato la via di fuga a Bontu che ha cambiato strategia e sta attaccando alle spalle i nostri compagni"

"Ordinate di reagire e distruggere tutti" urlò Valena trasfigurata in volto. La bellezza eterea che pareva contraddistinguerla fino a quel momento era svanita, lasciando spazio ad una pallidissima donna disperata col volto solcato da striature simili a capillari pronti a scoppiare

Shran ne fu profondamente colpito, e come lui, anche le sue ancelle, la Grande Sacerdotessa, e tutti gli uomini e donne che facevano parte della scorta della Prima Signora della Nuova Alleanza.

"Non possiamo comunicare.. oh dei che abbiamo fatto!!" la voce dell'addetta ai sensori si tramutò in un pianto disperato

Le onde d'urto delle esplosioni colpirono la stazione facendola sussultare pericolosamente.

La stessa Valena, sbalzata a terra in ginocchio, si mise ad strillare affranta quando vide una dopo l'altra le sue unità esplodere.. prima le navi lealiste, poi quelle traditrici. Romulani e Klingon non avevano fatto distinzione. Tutto il suo popolo era distrutto. E la colpa era sua.

Sua e di quel maledetto Shran. Lo avrebbe ucciso lei stessa.. si promise in un barlume di lucidità.

Quando si alzò da terra con odio puntando Shran quasi non si accorse di essere rimasta sola.

Nei suoi occhi aveva solo l'Andoriano, l'odiato bastardo che le aveva fatto uccidere tutto il suo popolo. L'unico responsabile di quella catastrofe.

Persa nella sua follia, non si avvide che ai fianchi dell'Andoriano v'erano tre donne.

Non vide la Vulcaniana di età indefinibile che appoggiava una mano sulla spalla del Capitano come a volerlo rassicurare e proteggere.

Non vide la giovane Klingon che esibiva un ghigno selvaggio brandendo due pugnali di strana fattura pronta a scattare in avanti.

E, soprattutto, non vide la sua vecchia Prima Assistente, Mallina, i cui occhi brillavano come smeraldi, il ciuffo ribelle era tornato al suo posto misteriosamente ed i suoi capelli blu emanavano una strana aurea biancastra.

Valena non vide nulla di tutto ciò.

Non vide nemmeno la Grande Sacerdotessa impallidire in volto e nonostante l'età avanzata buttarsi in ginocchio di fronte a Mallina, seguita da tutti gli altri appartenenti al suo staff.

Presa dalla sua follia omicida, non si accorse nemmeno che sui monitor la situazione all'esterno della stazione era del tutto cambiata: non v'erano tracce di navi Klingon, Romulane, Cardassiane o Andoriane.

Il suo popolo era salvo, sebbene ancora fortemente in contrasto gli uni con gli altri. Il compito sarebbe spettato a Mallina, ma prima occorreva fermare Valena.

L'ambasciatrice T'Lani avrebbe optato, così come Riccardi, per un phaser settato su stordimento, ma aveva dovuto soccombere di fronte all'insistenza di Rogal Dothrak, il suo omologo Klingon, che voleva vedere Durani all'opera in un corpo a corpo: sarebbe stato più onorevole e dignitoso, anche per una reietta dell'Impero.


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19.11 - Una nuova speranza

Autore: Tenente Comandante Ramar Roberts

Deep Space 16 Gamma - Alloggi VIP - 30 Giugno 2397 - Ore 22,31



Dire che il volto di Valena fosse trasfigurato, era poco: chiunque avrebbe provato orrore anche solamente a incrociarne lo sguardo, sembrava potesse bruciare qualsiasi cosa ne entrasse anche inavvertitamente nel raggio visivo. Per questo Shran non si sentiva completamente rassicurato dalla presenza dei soccorsi soprattutto perché quello sguardo folle, omicida e carico di un astio inusitato era rimasto indissolubilmente legato al proprio. Si sentiva come se qualcuno stesse marcando a fuoco tutto il suo essere. Il tenente Durani fece un paio di passi in avanti, pronta a fronteggiare la sua temibile avversaria, cercando di instaurare un contatto visivo Valena non sembrava nemmeno essersene resa conto. Proprio mentre il silenzio cominciava ad assumere quella vena di innaturalezza propria dello scoppio imminente di una tempesta, una risata oscura, rauca e alienata lo spezzò in mille pezzi:

"Maledetto, che tu sia maledetto!!! Hai distrutto tutto ciò che per me era importante..."

Valena si interruppe, smettendo di ridere e cominciando a ghignare come se il suo viso fosse incapace di assumere una qualsiasi altra espressione, un misto tra un dolore intraducibile e una rabbia cieca, che sembrava accecare tutta la stanza. Portò una manica del suo abito alla bocca, come per pulirsela dall'amarezza e da quel male di cui non sapeva di soffrire.

"... e io ricambierò: comincerò disfandomi di te, per poi distruggere questa stazione con le mie mani!"

Cominciò a camminare velocemente in avanti verso Shran e fu in quel momento che si accorse che tra lei e la sua vendetta si frapponeva un ostacolo, un impedimento armato di strani pugnali e con uno sguardo altrettanto di fuoco. Valena interruppe la sua avanzata e rimase per un momento con la bocca aperta, come se qualcuno l'avesse colpita allo stomaco. Cominciò a guardarsi intorno, come per sincerarsi che non ci fosse nessun altro nelle vicinanze dopo aver ispezionato velocemente la stanza, fissò per la prima volta da quei lunghissimi minuti in cui aveva perso tutto un'altra persona che non fosse l'odiato Capitano.

"Io non so come tu sia arrivata qui... " cominciò sibilando la Signora della Nuova Alleanza.

"Ma ora ti conviene levarti di mezzo".

Concluse la frase avvicinando con aria di sfida il proprio viso a quello della klingon.
Questa volta fu un'altra risata a spezzare la tensione, ma era completamente diversa, di sprezzo: il Tenente Durani aveva appena lanciato la sua sfida. Un urlo disumano, accompagnato da un digrignare di denti diede inizio al combattimento: Valena, frustrata e irata, sfilò dalla propria manica un lungo pugnale dalla lama ondulata come un serpente e puntò direttamente alla gola della propria avversaria. Durani non ebbe alcun problema a schivare la lama e rispose assestando un calcio allo stomaco della sovrana, che non sembrava aver accusato il colpo quest'ultima si limitò ad indietreggiare di qualche passo e assunse una posizione di difesa, con il manico del pugnale davanti al volto e la lama posta trasversalmente rispetto al proprio braccio.

Durani avanzò, colpendo la lama dell'antagonista e cercando di spezzarne l'equilibrio Valena assorbì il colpo, girò su se stessa e puntò nuovamente alla gola della klingon, che parò nuovamente l'attacco e tentò un affondo la sovrana spazzò via il colpo e in pochi secondi le tre lame si trovarono incrociate, le due combattenti faccia a faccia, i due sguardi incatenati e penetranti. Chiunque abbia mai combattuto sa che la forza, se non dosata e utilizzata con intelligenza, non ti permetterà mai di vincere e che per impiegarla nel modo corretto è necessario che la mente sia vuota, non adombrata da stati d'animo che possano comprometterne l'istintività.

Ecco perché persino una sovrana dotata di poteri telepatici, resa implacabile dall'odio e dalla rabbia, non poteva che soccombere davanti ad una guerriera dalla mente equilibrata: Durani spinse Valena in avanti con forza, avanzò verso di lei, pose il piede sinistro tra le gambe traballanti della sovrana e disegnò sul pavimento con il piede destro una mezzaluna, colpendo la parte posteriore della caviglia sinistra dell'antagonista, che cadde al suolo per aver perso l'equilibrio. Il Tenente, approfittando della sorpresa di Valena, la disarmò e, con aria trionfante, puntò la punta di uno dei due pugnali alla gola della ormai sconfitta sovrana. L'aria restò immobile, era come se tutto si fosse fermato: Durani inspirò, riacquistò la propria concentrazione, preparandosi a porre fine alla vita dell'avversaria, ma non fece in tempo.

"No, fermati!!"

Mallina, con le lacrime agli occhi e la voce rotta, corse in avanti e pose una mano su quella della klingon, che rimase completamente spiazzata.

"Ci deve essere un altro modo", continuò singhiozzando e volgendo lo sguardo alla platea che silenziosamente aveva assistito al combattimento, in cerca di una soluzione alternativa.

In quel momento la voce infernale che aveva taciuto per quella che sembrava essere un'eternità, si impose nuovamente all'attenzione di tutti i presenti, ancora più cavernosa, ancora più furente.

"Tu... Questa è una tua idea vero?" urlò Valena, provando a rigurgitare tutta la rabbia che aveva in corpo.

"Valena, ti prego ascoltami .." , replicò con voce spezzata quella che era stata la sua prima Assistente.

"Ti sei alleata con loro, tradendo me, il tuo popolo... E per cosa, per un po' di potere?"
Strillò nuovamente un'incontrollabile Sovrana.

"Ma no, no..." continuò con quella risata agghiacciante "... non ti darò questa soddisfazione".

E prima che qualcuno potesse rendersi conto di quello che stava succedendo, Valena scattò di lato, si rimpadronì della sua arma, e si pugnalò, colpendosi violentemente lo stomaco.

Tra diverse lacrime, crollò la tirannia e con essa la follia che aveva portato un popolo sull'orlo della rovina.

Deep Space 16 Gamma - Ufficio del Capitano - 1 Luglio 2397 - ore 8.00


Shran stava bevendo con calma il proprio caffè, sorseggiandolo a piccole dosi, la mente distratta e focalizzata su quanto accaduto la sera precedente. Dopo che il corpo esamine di Valena si era accasciato al suolo, tutti i membri dello staff della Nuova Alleanza accorsero con le lacrime agli occhi presso il cadavere della vecchia sovrana. Mallina, con il volto rosso dal pianto, si era voltata verso l'oblò e, con una determinazione e una fermezza che probabilmente lei stessa non sapeva di avere, aveva intimato a tutti i protagonisti di quella tragedia di uscire dalla stanza.

Questi ultimi uscirono in silenzio, guardandosi gli uni con gli altri senza vedersi, senza che nessuno di loro sapesse esattamente dove andare e cosa fare. Alla fine ognuno si recò ai propri alloggi, ma lo stesso Shran dubitava che coloro che avevano assistito alla scena di qualche ora prima fosse riuscito effettivamente a dormire. Lui di certo, nonostante i diversi tentativi, non aveva avuto successo. Dopo una notte insonne, si era recato alle 6 nel proprio ufficio, cercando di stilare un rapporto, cosa che riuscì parzialmente a fare. Ora non faceva altro che pensare a come si fosse evoluta la faccenda. I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Drillrush.

=^= Capitano, la Sovrana Mallina vorrebbe parlarle =^=

Il Capitano Shran appoggiò la tazza sulla propria scrivania, inspirò profondamente e rispose

=^= La faccia pure accomodare, Comandante =^=

In pochi secondi Mallina entrò, e si accomodò sulla poltrona davanti alla scrivania. Entrambi rimasero in silenzio per qualche minuto, incrociando saltuariamente i loro sguardi.

Fu Mallina ad interrompere quel mutismo.

"Voglio scusarmi, Capitano, per i problemi che io e il mio popolo abbiamo causato sulla sua Stazione spaziale".

Shran fece un cenno, che lasciava intendere che le scuse erano accettate. D'altronde non si poteva imputare totalmente la colpa a Mallina e alla sua comunità, anche se...

Mentre era perso nei suoi pensieri, Mallina si era alzata, si era silenziosamente congedata e si stava dirigendo gravemente verso la porta.

"Aspetti" esordì Shran "non mi ha detto che cosa farà ora".

Mallina si voltò, sorrise leggermente e rispose "Suppongo Capitano che non mi resti altro da fare che ricominciare da zero: se c'è qualcosa che possiamo imparare dai nostri e dagli errori degli altri è cercare in tutti i modi di non ripeterli, non crede?"

Shran sorrise a sua volta e guardò la giovane, fragile nuova Sovrana indirizzarsi verso la porta, sapendo che, quando l'avrebbe rivista, si sarebbe trovato davanti una forte, giusta e irresolubile donna.


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FINE MISSIONE