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DS16GAMMA - MISSIONE 17 RSS DS16GAMMA - Missione 17

17.01 " Si ricomincia ancora "

di Tara Keane, Pubblicato il 21-05-2016

DS16 Ponte alloggi ufficiali - 17/08/2395 - ore 23.45


Tara era seduta sul divano del suo nuovo alloggio, le gambe allungate coi piedi sul tavolino di fronte e la testa appoggiata sullo schienale, reclinata all'indietro, per godere dello spettacolo dello spazio, che dava il meglio di sè, ogni volta che il tunnel s'apriva. Rimase così alcuni minuti per cercare di rilassarsi, poi lentamente alzò la testa e cominciò a guardarsi intorno: da quando aveva preso possesso del suo nuovo alloggio vi aveva passato il tempo strettamente necessario per dormire e solo quel tanto per cui il Dottor Sonx non la potesse obbligare ad un riposo forzato. D'altronde in quei giorni così frenetici c'era troppo da fare. L'apertura del nuovo tunnel spaziale aveva portato il caos in tutto il settore e tutte le parti in gioco volevano avere parte nel controllo del nuovo tunnel e gli equilibri politici non erano mai stati così fragili, anche se la questione più urgente da affrontare, e su questo punto erano tutti d'accordo, era la sicurezza, perché nessuno sapeva che cosa potesse esserci dentro e aldilà del tunnel. Era stato quindi deciso d'inviare una piccola flotta di navi all'ingresso del tunnel, guidate dalla Fearless al comando di Tomphson e con un paio di navi bajoriane, la nave vulcaniana e quella romulana. I klingon attendevano l'imminente arrivo del nuovo ambasciatore per decidere il da farsi. Shran preso il comando della stazione, come da ordini della Flotta, stava cercando di conoscere il funzionamento della stessa, così come Tara e gli altri ex membri della Marconi che erano stati assegnati lì, il più velocemente possibile, aiutati dagli ufficiali di stanza sulla base. C'era anche il problema di Durani e per permetterle di svolgere il suo lavoro, senza avere una scorta perenne, Tara aveva speso il nome pesante del padre e il suo futuro ruolo di erede mettendola sotto la protezione del suo Casato: odiava usare la sua posizione, ma Shran l'aveva persuasa che probabilmente era il metodo più veloce e sicuro per evitare spargimenti di sangue. La situazione sembrava però ormai che si stesse tranquillizzando e la vita sulla stazione spaziale era tornata alla normale routine, stando a quello che diceva Drillrush. Tara decise allora che era arrivato il momento di appropriarsi del suo nuovo alloggio e cominciò a disfare i bagagli. Per ultimo come sempre, aveva lasciato il suo violino, appoggiato sul lato sinistro del suo grande letto (era statala sua unica richiesta: odiava dormire nello stretto!), allungò una mano e aprì la custodia. Fece passare le dita affusolate sulle corde e con voluttà afferrò il manico e prese l'archetto. Era tanto, troppo tempo che non suonava e si ricordò delle parole di suo nonno, il suo primo maestro di violino, che le ripeteva di suonarlo tutti i giorni se voleva che lo strumento rispondesse sempre ai suoi tocchi. Lo appoggiò quasi con riverenza al mento, temendo che, offeso per averlo trascurato, il violino si rifiutasse di suonare, ma quando al lieve tocco dell'archetto uscì una nota dolce e pulita, Tara ignorò le sue stupide paure e con impeto si mise a suonare un'antica ballata irlandese. Fu un tutt'uno con la musica per la durata del brano e quando terminò l'esecuzione si sentì felice ed appagata e sorridendo pensò che c'era solo un altra cosa che riusciva a soddisfarla così, ma non essendoci un maschio nelle vicinanze...