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DS16GAMMA - MISSIONE 15 RSS DS16GAMMA - Missione 15

15.09 " Partenza brusca a freddo per il Primo Ufficiale "

di Alessandro Riccardi, Pubblicato il 13-01-2015

Deep Space 16 Gamma - Sala comando - 14 Maggio 2394 - Ore 16:45


Il comandante Garcia non ci aveva capito molto. In quei 5 minuti di viaggio dal molo di attracco al turboscensore e, successivamente, dal turboascensore alla sala di comando, il dottor Dal-Amar aveva illustrato la situazione al nuovo primo ufficiale. Il raccordo era assurdo e inquietante, pieno di lacune ma, soprattutto, fortemente influenzato dal coinvolgimento emotivo del denobulano. Manuela aveva passato gli ultimi secondi del viaggio in turboascensore in silenzio come in meditazione al fine di ricapitolare mentalmente gli avvenimenti: il figlio del dottore era tornato nel passato portando terribili notizie, una strana anomalia era comparsa nello spazio, era intervenuta una squadra speciale della Federazione incaricata delle anomalie temporali e due navi erano gravemente danneggiate. Se questo era il primo giorno di lavoro avrebbe fatto meglio a chiedere il trasferimento o meglio ancora il congedo. Quella battuta detta fra sé e sé le diede la forza per eliminare la stanchezza del viaggio e per affrontare quell'assurda e incasinata situazione.
Appena la porta del turbo ascensore si aprì la donna entrò con passo fiero e marziale seguita, ad un passo di distanza, dal dottore.
Il comando era affidato al tenente Okison che era chino ad osservare dei dati su una consolle con un sottoposto. L'umano notò dei passi provenire dalla sue spalle e si voltò incuriosito vedendo il gruppetto avanzare verso il centro della stanza.
"Lei chi... ." Fece per dire il tenente ma poi, notò i 3 pallini d'oro sul colletto dell'uniforme, e si corresse: "Buongiorno, sono il tenente Okison. Ho attualmente il comando della stazione."
Manuela si avvicinò al sottoposto e rispose: "Buongiorno anche a lei, sono il comandante Manuela Garcia. Chiedo il permesso di salire a bordo."
"Permesso concesso, comandante." Il tenente rispose prontamente, ma poi non sapendo come mettere assieme le parole, aggiunse:" Le cedo il comando?"
Garcia si avvinò al tenente e quasi sottovoce rispose: "No prima informiamo il capitano."
"Molto bene." Okison si voltò e ordinò: "Comunicazioni aprire un canale con la Fearless."
Il dottore non era andato via, anzi era rimasto nella sala in attesa di informazioni riguardo al figlio. Quando sentì le parole del tenente si avvicinò alla consolle con la stessa apprensione di un padre che attende la nascita del primogenito.

Il denobulano raggiunse la postazione proprio quando l'addetto esclamò: "Impossibile aprire un canale sub-spaziale."
Dal-amar ebbe un colpo, Garcia rimase impassibile e Okison guardò il sottoposto esterrefatto. "Ma se abbiamo comunicato con loro fino a pochi minuti fa?"
"Sì signore." Il guardiamarina, un giovane ufficiale fresco di nomina, si sentì gli occhi di tre ufficiali contro e, temendo di aver combinato qualche casinò, iniziò a digitare comandi frenetici sulla consolle:" Non lo so signore il canale è bloccato... interferenze sub-spaziali a larga banda stanno interferendo... sto provando a variare la frequenza ma niente."

La paura per il figlio, quel figlio così famigliare ma al contempo alieno, paralizzò il dottore. Il comandate Garcia fece per fare qualcosa ma lasciò campo libero al tenente Okison il quale gestì la situazione in maniera impeccabile: si avvinò alla consolle di comunicazione, guardò i dati e le informazioni e, dopo aver dedotto che il sottoposto non aveva sbagliato, gli mise una mano sulla spalla dicendo: "Non si preoccupi, non vedo anomalie nel sistema di comunicazione. Qualcosa ci impedisce di comunicare, continui a provare su tutte le frequenze."
"Qualcosa ci impedisce di vedere." Fu l'ufficiale scientifico, una boliana, a pronunciare quelle parole e a richiamare l'attenzione dei 3 ufficiali superiori. "Una specie di bolla sub spaziale sta oscurando i nostri sensori."
"Posizione?" ordinò Okison prontamente.
"Sta oscurando l'anomalia e Fearless." Ripose l'ufficiale scientifico.
"Cerchi di compensare." Ordinò il tenente, poi rivolto verso il Garcia, fece per dire: "Comandante... ."
"Vista la situazione e l'impossibilità di contattare il capitano, assumo il comando della stazione." Rispose ufficialmente il comandante.
"Molto bene." Rispose il tenente.
Per Garcia la situazione era molto strana e piene di lati oscuri e decise di andare sul sicuro. Fece alcuni passi verso l'ufficiale scientifico e il tenente Okison dicendo: "Voglio che analizziate la situazione. Iniziate subito dalle ultime misurazioni dei sensori, dobbiamo scoprire cosa è successo e avere più informazioni."
"Certamente." Rispose la Boliana che occupava la postazione scientifica.
"Comandante posso suggerire di lanciare delle sonde a lungo raggio?" Propose il tenente Okison.
"Che vantaggi avremo?" Chiese il primo ufficiale.
"Forse ho capito, comandante." Si intromise la Boliana. "Il nostro problema è il campo subspaziale che ci impedisce i rilevamenti e il ritorno delle informazioni ma se lanciamo delle sonde in sequenza lunga un'unica direttrice con delle antenne punto-punto avremo meno difficoltà a trasferire le informazioni e le analisi dei sensori. Inoltre potremmo anche avere la comunicazione col capitano."
"Quanto tempo vi serve per preparare le sonde?"
"20 minuti." Risposero i due ufficiali.
"Ricevuto procedete pure e non sprecate nemmeno un secondo." Disse Garcia. Detto ciò raggiunse il dottore che era rimasto in un angolo con aria assente. "Dottore torni in infermeria, non si preoccupi appena avrò delle novità la contatterò prontamente."
"La ringrazio." Il dottore fece per andare ma il comandante aggiunse: "Oltre a lei ci sono altri ufficiali superiori sulla stazione?"

Il denobulano annuì. "Sì c'è anche il capo della sicurezza, il tenente comandante Riccardi."
"Bene, la ringrazio." Detto ciò Garcia congedò il medico e, quando fu sola, attivò la comunicazione: "Garcia a Riccardi."
Dopo alcuni istanti arrivò la risposta:=^=Dica pure, comandante.=^=
"Sì è accorto dell'arrivo del nuovo primo ufficiale della stazione?" Chiese con ironia Manuela.
=^=Certamente, lei è arrivata qui oggi alle ore 16.32.=^= Rispose il capo della sicurezza ma, prima che la donna potesse aggiungere altro, disse:=^= Non sono potuto venire ad accoglierla perché ero impegnato con il controllo doganale delle merci in entrata... ho un certo Ferengi che cerca di importare e esportare merci illegali.=^=

"Capisco." Garcia annuì mentalmente e aggiunse: "Molto bene, appena finisce il lavoro di controllo merci mi raggiunga in sala comando."
=^=Ricevuto, Riccardi chiudo.=^=
Manuela raggiunse il centro della sala e, per la prima volta, si sedette sulla poltrona del capitano. Fu per lei una sensazione strana. Da un lato provava una sorta di timore, mistero, novità e confusione per quella remota stazione spaziale. Si sentiva come un pesce fuor d'acqua, come se dovesse affrontare una situazione nuova senza essere preparata o addestrata. Forse ad averla fortemente condizionata era stata la missione più che la stazione. Ma dall'altra, aver incontrato i colleghi che svolgevano con efficienza i loro compiti, e ritrovarsi al comando di una stazione federale con tipici computer federale, tipico arredamento federale e tipica aria federale, le avevano fortemente smussato l'impatto che aveva avuto quando era salita a bordo del più remoto avamposto della Federazione.

Dopo alcuni istanti in cui si perse nei pensieri, Manuela, iniziò ad analizzare i rapporti sulla situazione.
La sala comando rimase in quiete per alcuni interminabili minuti poi il tenente Okison si alzò dalla consolle scientifica su cui stava lavorando assieme alla tenente Boliana e raggiunse il comandante Garcia: "Comandante abbiamo delle novità."

"Dica."

Okison annuì e si mise ad illustrare la situazione: "Abbiamo delle novità sull'anomalia... si sta spostando."
"Questo lo sapevamo già." Rispose il comandante.
Okison sospirò e tirò la prima bordata: "Sta accelerando."
Poi tirò la seconda. "Esponenzialmente."
Garcia rimase impassibile e fece per aprire la bocca. Ma la domanda era così scontata che Okison poté batterla sul tempo: "Difficile a dirsi non abbiamo dati molto precisi... una prima previsione stima in 46-54 ore e l'anomalia sarà qui. Ma è solo una stima... se avessimo dei sensori che possono penetrare la bolla sub spaziale potremmo avere delle misurazioni precise."
"Quindi avete capito che l'anomalia si sta spostando perché si sta spostando anche la bolla che la contiene?" Intuì il comandante.

"Esatto."
"Bene, allora non abbiamo molto tempo." Il comandante guardò fisso negli occhi il tenente: "Presto voglio le sonde pronte il prima possibile."
"Si comandante." Il tenente ritornò rapidamente ai suoi doveri.
Garcia si alzò dalla poltrona e si diresse verso l'ufficiale addetto al controllo del traffico: "Presto guardiamarina chiuda lo spazio aereo della stazione, devii il traffico mercantile.
"Si comandante." Rispose prontamente lui.
Garcia annuì fece un passo indietro e attivò la comunicazione: "Garcia a Riccardi."
=^=Dica pure comandante... sto giusto arrivando in sala comando.=^=
"Negativo, torni indietro. Prepari la stazione per l'evacuazione, tutto il personale non essenziale, i civili e le navi mercantili che possono salpare devono lasciare la stazione il prima possibile."
=^=C'è un pericolo immediato?=^=
"No immediato no, passeremo in allarme giallo. Ma tra circa 46 ore l'anomalia potrebbe essere qui."
=^=Ricevuto.=^=

"Molto bene. Se dovesse succedere noi due saremo gli ultimi ad abbandonare la stazione."
L'imbarazzo nelle parole di Alessandro era palpabile:=^=Temo che ci sia un problema... l'ambasciatrice T'Lani non può abbandonare la stazione.=^=
"Come?!" Garcia cadde nella poltrona del capitano.
=^=Dei... ehm... problemi di salute le impediscono di lasciare la stazione.=^=
"Capisco." Garcia era confusa ma sapeva che il capo della sicurezza non poteva darle le risposte che cercava. "Inizi subito le operazioni di evacuazione... faccia partire tutte le navi che vogliono partire. Il personale non essenziale e tutti i civili dovranno iniziare ad abbandonare la stazione tra 24 ore."
=^=Ricevuto.=^=

Appena chiusa la comunicazione, Manuela si ritoccò il badge: "Garcia a dottor Dal-Amar."
=^=Dica comandante.=^=
"E' vero che l'ambasciatrice T'Lani non può lasciare la stazione?"
=^=Esattamente, possiede degli impianti... .=^=
Garcia tagliò corto: "Dottore non voglio abbandonare una delle più importanti ambasciatrici della Federazione su una stazione che potrebbe venir distrutta da un buco nero durante il mio primo turno in servizio su questa base. Faccia in modo che T'Lani possa partire tra 24 ore."
Il denobulano fece per protestare:=^= Ma... .=^=
"Ha i suoi ordini dottore, proceda pure." Taglio corto l'umana.

Da qualche parte nello spazio e nel tempo


"Tutto procede come da programma. "Disse una voce squarciando l'oscurità.
"Bene." Rispose un'altra voce.
"Presto la stazione sarà distrutta."
"NO!!" A parlare fu una voce perentoria più ponente e antica.
"Qualcosa non va?" Chiese una delle voci minori.
"Sì sta per succedere qualcosa sulla stazione."
"Cosa?"

"Non riesco a definirlo ma è qualcosa che potrebbe ostacolarci."

Hangar 1 - Sala comando - 14 Maggio 2394 - Ore 16:59


"Quanto manca?" Chiese Wanna.
"mancano ancora 2 ore e un minuto, rispetto a prima sono passati appena due minuti." Brontolò il guardiamarina Brother. "Intendi chiedermelo ogni due minuti per le prossime due ore?"
"Due ore ancora qui dentro." Si lamento la giovane donna con i gradi di sotto tenente.
Brother fece un rapido calcolo: "Non mi chiederai quanto manca per altre 60 volte?"
Lei face qualche passo nell'hangar avvicinandosi alla navetta. "Non mi piace stare qui."
Brother, un giovane tellarite, era comodamente appoggiato ad una paratia ed era tranquillo e rilassato.
"Preferisci essere in servizio alla dogana o alla passeggiata?" Chiese lui.
"Già."

"Preferisci faticare?" Chiese lui. "Camminare tutto il giorno per la passeggiata o controllare bancali di merci... qua è più
tranquillo... non dobbiamo fare nulla."
"Non mi piace stare vicino a quella nave." Rispose Wanna indicando la navetta con cui era arrivato il figlio del dottore.

"Perché'"

"Perché è cosi aliena." Rispose lei.
"Ma cosa dici!?" brontolò lui. "Questa è una normalissima navetta Federale.. al massimo leggermente avanzata ma sempre pura e semplice tecnologia della Federazione." Sul volto del tellarite comparve uno strano sorriso: "Mettere due ufficiali a guardia di una navetta... mah che spreco, bastava anche un marinaio."
"E' il modo di parlare ad un superiore?" Rispose lei. Non era arrabbiata ma voleva far girare le scatole all'amico.
"Sei mio ufficiale superiore solo perché hai 6 mesi di anzianità in pi... ."
Un tonfo metallico fece sussultare entrambi. L'addestramento federale si risvegliò in entrambi gli ufficiali. Con uno scatto fulmineo afferrarono i phaser, selezionarono stordimento e tolsero la sicura. Per alcuni istanti di silenzio assoluto rimasero in guardia.
Non successe nulla.
Il tellarite alzò le spalle dicendo: "Sarà qualcuno nella sez... ."
Ma Wanna lo zittì con una mano. Aveva sentito dei rumori simili ad dei passi andare nella loro direzione. Ma fu Brother ad individuarne la posizione: "Dalla navetta."
I due si voltarono di scatto con le armi in pugno pronti a fulminare chiunque coi phaser. Ma non fecero nulla. Lo stupore paralizzò entrambi.
Un umanoide stava uscendo dalla navetta. Indossava una specie di armatura di luce purissima che lo facevano sembrare un dio delle antiche leggende. Riflessi d'arcobaleno scintillavano qua e là. Era completamente bardato tranne che sul capo.
Fece alcuni passi verso i due ufficiali mentre l'armatura perdeva leggermente brillantezza.
"Buongiorno signori... ora la cosa si fa complicata."
A pronunciare quelle parole fu il capitano Thomson... . Una versione molto più vecchia del capitano Thomson.