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USS TOKUGAWA - MISSIONE 09 RSS USS TOKUGAWA - Missione 09

09.03 "Pantomima"

di Margret del Keth R'Haal , Pubblicato il 10-10-2018

USS Tokugawa, Ufficio del capitano - 14/08/2398, ore 8:03



La rissa era scoppiata improvvisamente e apparentemente senza ragione. Un attimo prima la sala mensa era tranquilla - per quanto tranquilla potesse essere nella situazione attuale - e un attimo dopo c'erano tavoli ribaltati e gente che si picchiava. Chi vi aveva assistito aveva descritto la scena in termini coloriti e con abbondanti riferimenti alle più movimentate ed alcoliche riunioni klingon.
Quando glielo avevano riferito, Hesse non aveva saputo se mettersi a ridere, mantenere un contegno severo e adatto all'occasione o indignarsi. Il primo ufficiale, da parte sua, aveva assunto un lieve colorito verdastro e non si era pronunciato.
La sicurezza aveva riportato l'ordine, tutti i partecipanti erano stati fermati, confinati nei propri alloggi e gli era stato prescritto un colloquio con il consigliere di bordo.
Hana si era trovata di colpo sommersa dal lavoro. E benché occuparsi delle altrui turbe mentali fosse parte del suo lavoro, la cosa si stava facendo piuttosto preoccupante.

"Mi sembra di capire che ci sia stata un'escalation," commentò Hesse, appoggiandosi allo schienale della poltroncina del suo ufficio e accavallando la gamba destra alla sinistra.
"Non so se possa definire esattamente un'escalation, Signore. Certamente la situazione si sta aggravando." Hana si massaggiò lentamente una tempia. Ad Hesse sembrò piuttosto stanca.
"Ci sono stati episodi di, nervosismo, chiamiamolo così, prima d'ora," si inserì Margret, seduta accanto al consigliere, le antenne che si agitavano piano in un modo che Hesse sapeva indicava una certa preoccupazione, "ma finora non erano mai sfociati in aperta violenza."
"No, infatti," rispose Hana. "Tutti gli episodi precedenti sono stati di poco conto. Gli animi si scaldavano per un nonnulla, ma si placavano altrettanto velocemente. In alcuni casi sembrava quasi che le persone coinvolte stentassero quasi a ricordare il motivo dello screzio. Ma questa volta è stato diverso."
"Qual è stato esattamente il motivo scatenante?"
"Anche questo è un punto che ha qualcosa di strano."

Hesse aggrottò leggermente le sopracciglia, senza staccare gli occhi dal consigliere. Con un cenno cortese la invitò a proseguire.

"La motivazione principale sembrerebbe essere una questione di gelosia. A quanto pare due guardiamarina della sezione scientifica escono da poco insieme. Uno dei superiori di lui, un tenente, ha manifestato un certo interesse per la stessa ragazza. La discussione è degenerata rapidamente e ha coinvolto altri presenti, anche se alcuni di loro non sembravano avere alcuna correlazione diretta con la questione."
Margret cambiò leggermente posizione sulla poltroncina. "E' una faccenda incresciosa, ma un triangolo amoroso non è esattamente una cosa strana. "
"No, ma il fatto è che è già la seconda volta che sento questa storia."
"Non capisco," ammise Hesse.
"Il guardiamarina Trefly ieri mi ha raccontato una storia molto molto simile. In quel caso non si è arrivati alla rissa, la faccenda si è limitata ad una discussione di poco conto. Ma mi ha fatto lo stesso racconto."
"Non può trattarsi di una coincidenza?" domandò il primo ufficiale.
"A distanza di 24 ore?" Hesse scosse leggermente la testa.
"I racconti coincidono non solo da un punto di vista dei fatti. Le conversazioni che mi hanno riportato sono quasi identiche, parola per parola. Come se si trattasse di un copione che viene recitato sempre uguale."

USS Tokugawa, Infermeria - Contemporaneamente



"Questi dati non hanno senso..."

De Chirico fissò per un istante i dati sul dispay del terminale, poi quelli sul padd che aveva in mano, poi di nuovo quelli sul terminale e pronunciò nuovamente la frase incriminata.
Era stato così fiducioso che sarebbe stato possibile sintetizzare rapidamente una cura per la variante di epidemia boliana che stava portando scompiglio sulla base, così sicuro e tranquillo che la delusione ora, oltre che preoccupante, era anche più cocente.
Ricontrollò rapidamente le procedure eseguite, le annotazioni e i dati.
Era tutto come doveva essere. Non si trattava di un errore suo o del suo staff. Sembrava che il ceppo del virus fosse mutato nuovamente nottetempo e ora fosse resistente all'antidoto che avevano messo a punto. Ma un virus del genere non poteva mutare con una tale velocità e improvvisamente. Non in condizioni normale, quanto meno.
O qualcuno aveva giocato con i suoi campioni o lì stava accadendo qualcosa di molto strano.
Seccato, sbattè il padd sul piano della scrivania, non abbastanza violentemente da romperlo, ma a sufficienza da produrre un soddisfacente crack. Avrebbe dovuto riprendere da capo. Sulla base non l'avrebbero apprezzato. Diamine, nemmeno lui lo stava aprpezzando.
Si alzò e girò intorno alla scrivania, diretto al replicatore.
Nell'infermeria principale, qualcuno iniziò a gridare.

USS Tokugawa, Ufficio del capitano - Contemporanemante



"Assodato che i membri del personale non stiano effettivamente seguendo un copione, il fatto che si ripeta la stessa scena così ci dice?" domandò Margret, un po' perplessa.
"Non ne ho idea. E' possibile che l'equipaggio stia subendo una sorta di influenza esterna? Di natura telepatica, magari?"
Hana scosse la testa. "Ci ho riflettuto, ma io non riesco a percepire nulla, all'infuori delle emozioni dei nostri uomini. Se qualcosa li stesse influenzando me ne accorgerei."
"In più non sembra ci sia uno schema preciso riguardo al modo in cui vengono scelte le vittime."
"A parte le coppie, per inscenare un triangolo amoroso."
"Quindi non può trattarsi di un virus o un batterio. Che io sappia una relazione non ti rende più esposto all'influenza."
"Inoltre, il dottor De Chirico non ha rilevato nulla."
"Beh," sospirò Hesse. "Non possono essere impazziti tutti insieme su questa nave, no?"

USS Tokugawa, Infermeria - Contemporaneamente

L'urlo si ripetè e De Chirico si precipitò nell'infermeria principale, giusto in tempo per vedere il guardiamarina Carter pugnalare il suo secondo al petto con un bisturi laser, sotto lo sguardo sgomento e terrorizzato dei pazienti presenti.