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SHELDON - MISSIONE 06 RSS SHELDON - Missione 06

06.00 "La nave perduta"

di Filippo Jekins, Pubblicato il 05-08-2022

Tarlis - città della nazione di Taller pianeta Urtis
26/05/2400 - ore 21.48


Il vento era freddo e intenso. Come devastanti darti invisibili penetrava attraverso ogni cosa. Ombrelli, cappotti e vestiti erano completamente inutili. Pensino quelli più imbottiti venivano trapassati come nulla permettendo al freddo di raggiungere le ossa. Non era un gelido tale da causare ipotermia, congelamenti o altro il vento era semplicemente freddo. Un freddo tale da entrarti dentro, impedendoti di sentire calore e colpendoti direttamente nell'animo.
Il vento gelido correva rapido per le strade cittadine colpendo i pochi sventurati e disperati che erano ancora in giro. Un gruppo di barboni cercava vanamente calore attorno ad un bidone infuocato. Una pattuglia di armigeri camminava velocemente per le strade senza badare troppo agli eventi che accadevano intorno loro e sognando la calda bevanda che avrebbero gustato a fine turno.
I soldati passarono oltre i barboni. Non li degnarono di uno sguardo, nemmeno di un commento. Per loro era feccia inutile e speravano che nulla accadesse di male durante il loro passaggio per non essere costretti ad intervenire.
Passarono così rapidamente che quasi non notarono la coppia che stava camminando in senso opposto.
"Sei uno scemo." Disse lei.
"Volevo solo proteggerti." Provò a difendersi lui.
"Pippo per favore smettila, sono anch'io un' uff..."
Sara Cortes si interruppe di colpo: non poteva certo dire ad alta voce su un pianeta alieno che apparteneva alla Flotta Stellare.
Jekins fece la cosa più furba, ossia lasciare che la fidanzata sbollisse e continuare la missione.
"Novità?" Disse una voce improvvisa.
Dal gruppo di barboni emerse una figura oscura che, passando oltre al gruppo di derelitti si avvicinò rapidamente ai due ufficiali. Filippo fece rapidamente un passo in avanti per reagire ad un eventuale aggressore ma riconobbe quasi subito il comandante Rezon.
"Signore."
Lo saluto Jenkins seguito dal tenente Cortes: "Comandante."
"Allora?"
Sara annuì e iniziò a raccontare "Abbiamo calato la boa nel pozzo... Tra circa 10 minuti dovrebbe raggiungere la nave e darci delle informazioni."
"Bene" Rezon annuì e aggiunse "Avete avuto problemi coi nativi?"
"Nessuno signore, tranne un ubriacone che mi si è avvicinato ma il prode Jekins l'ha subito allontanato lanciandolo contro un muro" Rispose Sara con un misto di sarcasmo e irritazione.

Filippo alzò lo sguardo temendo un rimprovero dall'ufficiale superiore il quale, in effetti, non passò oltre alla cosa "Maledizione ad entrambi, volete fare attenzione?! Siamo impegnati in una missione di recupero di una intera nave in un pianeta pre-curvatura sul punto di esplodere in una guerra mondiale."
"Scusi signore." Rispose rammaricato Jenkins e in quel momento anche Cortes capì di aver anch'essa esagerato.
Rezon tuttavia tagliò subito corto "Scuse accettate, ora continuiamo la missione."
"Che informazioni ha avuto dai locali?" Chiese il capo della sicurezza.
"Brutte..." Il primo ufficiale scosse la testa "Come pensavamo il pianeta è una polveriera, siamo sul punto che tutto stia per esplodere. Le varie nazioni sono sul punto di scatenare una guerra mondiale."
"Accidenti." Disse Sara, per poi aggiungere "Ma come è possibile?"
"Parlando con la gente ho capito che la situazione è peggiorata con la rivalità tra le varie nazioni con una pesante crisi economica causata da una scellerata corsa alle poche risorse naturali." Spiegò il primo ufficiale.
"Sì ho visto molta povertà e rabbia in giro." Confermò Jenkins.
"La propaganda ha lavorato dannatamente bene per gettare la colpa sul nemico creando una furia totale." Il primo ufficiale fece per indicare il lontano palazzo del governo in cima alla collina ma un boato lo interruppe.
"Che cos'era?" Chiese Filippo.
"Un tuono?" Propose Sara.
"Non mi sembra un tuono." Rispose Rezon mentre altri boati rimbombavano in lontananza.
Ci fu un fischio secco, poi un vecchio edificio a pochi metri da loro esplose.


*flashback*
Sheldon, ufficio del capitano
08/04/2402 - ore 09.10


"E' un mio fratellino..." Sheldon era entusiasta quasi euforico "O forse una sorellina."
L'ologramma si avvicinò al capitano che era rimasta interdetta fin dall'inizio della conversazione avvenuta ormai 15 minuti prima.
"Dobbiamo salvarla" L'ologramma della nave senziente appoggiò le mani alla scrivania.
Adrienne portò la mano destra sulla fronte, cercò di rimettere inutilmente assieme le idee e disse "Ok, per favore riparti, non ci sto capendo più niente"
Sheldon alzò entrambe le mani al cielo, scosse la testa e iniziò a passeggiare su e giù per l'ufficio.
Poi, dopo alcuni istanti di sceneggiata, riprese a parlare:"Certo, scusami capitano certe volte non mi rendo conto che siete delle creature così limitate rispetto a me."
Adrienne fece finta di non sentire il commento della sua nave e si limitò ad attendere che il racconto riniziasse. Infatti, Sheldon riprese a raccontare dall'inizio: "Allora circa dieci minuti fa ho rilevato un debolissimo segnale ad alta frequenza... il segnale di emergenza di una nave senziente."
"Sì sa che tipo di emergenza si tratta? Che nave è?" Chiese il capitano.
"Non riesco a capirlo... sembra che la nave sia bloccata da qualche parte." Sheldon ora guardava il capitano "Non si tratta di una nave potente come me... ma dovrebbe essere una specie di cacciatorpediniere."
"Capisco" Rispose il capitano.
"Dobbiamo andare a salvarla" propose Sheldon.
Adrienne rimase pensierosa alcuni istanti. Temeva una trappola o di dover finire a trattare con tre navi senzienti arroganti anziché due, ma trovava interessante e curioso questo strano mistero.
"Va bene" Disse il capitano.
"Bene, finalmente! Vado a tracciare la rotta." Sheldon entusiasta face per uscire dalla sala.
"Prudenza però." Ammonì il capitano.


Scogliera superiore vicino a Tarlis, città della nazione di Taller
pianeta Urtis
26/05/2402 - ore 21.51


"Quanto manca?" Chiese il tenente Blake.
"Dovrebbero arrivare tra circa 2 ore se tutto va bene." Rispose il capo operazioni.
Si trovavano su un'alta collina che dominava la città e il golfo sottostante. Il panorama era meraviglio: le luci della città e il cupo nero del mare sottostante avevano tolto il fiato ai due ufficiali. Malgrado la povertà, la tensione e la criminalità, la città era molto antica e ottimamente illuminata.
Purtroppo il cielo nuvoloso, la pioggia e il freddo impedivano ai federali di godersi il panorama.
"Mah sembra che tutto stia andando bene" commentò il timoniere.
Nicholas alzò gli occhi al cielo ma a parlare fu Paul che era dietro di loro contro un albero per proteggersi dal freddo "Ma lo sai che porta male dire così?"
"Scusate." Rispose con una risata Blake.
Rimasero in silenzio alcuni istanti poi Rush disse "Bene la sonda ha quasi raggiunto la sorellina di Sheldon"
"Di già?" commentò il consigliere.
"Eh sì." Il capo operazioni stava vedendo i primi dati su un d-padd "Cortes e Jekins sono stati più veloci del previsto."
Il consigliere rise fu sul punto di fare una battuta ma Blake li interruppe "Che cosa c'è laggiù?"
Paul fece un passo in avanti per guardare meglio "Sembrano dei lampi... ."
"Non sono lampi." Rispose Rush puntando il tricorder.
"Già meglio avvertire il capitano." Rispose Blake.


Sheldon - plancia
26/05/2402 - ore 21.51


Adrienne era soddisfatta del compromesso. Appena erano arrivati vicino alla sorgente del segnale di emergenza avevano scoperto che la nave senziente era bloccata in una profonda caverna su un pianeta abitato da una specie pre-curvatura molto instabile con uno sviluppo simile a quello umano di inizio 1900.
Sheldon avrebbe risolto la situazione con un lancio di siluri fino a devastare il continente e liberare la nave senziente. Il capitano però non poteva permette alla sua nave di causare un olocausto così ideò una missione di ricognizione sotto copertura per verificare lo stato della nave per poi cercare di liberare la nave senza creare distruzione alla popolazione.
Forse per curiosità o per rendere più avvincente il salvataggio del suo simile, Sheldon aveva accettato il piano di Adrienne senza discussioni e stava supportando l'equipaggio monitorando la situazione.
"A breve dovremmo avere la comunicazione." Disse l'ologramma spaparanzato sulla poltrona del primo ufficiale assente.
"Sì esatto." Adrienne non sapeva più cosa inventarsi per tenere la petulante nave occupata.
"Ci sono dei movimenti di superficie." Continuò a dire Sheldon.
"Movimenti?" Chiese l'umana.
"Sì navi da guerra." Poi con aria disgustata aggiunse: "Patetiche corazzate non corazzate con inutili cannoni da 381mm... praticamente rumore di fondo se paragonate a me."
La Faith alzò gli occhi al cielo "Beh devi rapportare quelle navi al periodo storico." Poi, colta da un improvviso dubbio aggiunse "Come sarebbe a dire navi da guerra?!"
"Sembra che si sta per scatenare una guerra." Sheldon parlava come un bambino che guardava delle formiche.
Il capitano rimase alcuni istanti in silenzio ma poi una strana paura per la squadra di ricognizione le attanagliò le viscere. Nemmeno il tempo di dare un ordine che arrivò la comunicazione da Blake =^=Capitano, abbiamo un problema. Si questo pianeta si sta
scatenando una guerra. Una nazione ostile sta attaccando di sorpresa con una flotta dal mare.=^=
"Maledizione." malgrado la situazione Faith reagì rapidamente "Portatevi subito lontano dallo scontro."
=^=Certo stiamo andando alle coordinate di teletrasporto.=^= Rispose il timoniere per poi dare la brutta notizia =^=Non riusciamo a contattare Rezon, Jekins e Cortes... erano in città quando c'è stato l'attacco... .=^=

Tarlis, città della nazione di Taller pianeta Urtis
26/05/2402 - ore 22.10


Malgrado la nazione di Taller fosse stata colta di sorpresa dall'attacco navale della vicina nazione di Anatoris, le batterie costiere della città di Tarlis risposero rapidamente con un efficace tiro di reazione. La flotta attaccante, per non subire danni ingenti, interruppe l'attacco allontanandosi. L'interruzione dei combattimenti permise alle squadre di soccorso di intervenire rapidamente.
Un gruppo di gendarmi raggiunse il luogo dove era caduto il primo colpo. Il giovane allievo Juffar passò oltre inorridito ad un gruppo di barboni spazzati via dall'onda d'urto e si avvicinò ai resti di un vecchio hotel.
Tra le rovine notò qualcosa di brillante. Le fiamme della detonazione illuminavano debolmente l'oggetto metallico che proiettava deboli riflessi luminosi.
Incuriosito il giovane prese l'oggetto. Non aveva mai visto nulla di così bello e curato nei dettagli. Era quasi certamente una spilla, fatta in materiale pregiato forse oro con una forma che ricordava una stella a tre punte con due barre orizzontali. In un baleno decise di tenersi la spilla mettendola rapidamente in tasca. Si guardò intorno per vedere che nessuno dei colleghi l'avesse notato e si mise a cercare eventuali sopravvissuti.
Fu allora che li vide. Erano tre persone rimaste schiacciate da una trave. Erano a pochi
passi da lui ma non poteva dire se fossero ancora vive o no. Uno strano liquido rosso colava dalla testa di uno di loro. D'improvviso uno dei tre si mosse e iniziò a gemere. Quello scatto e il suono destarono Juffar che quasi urlò "Presto! Venite ho trovato dei sopravvissuti."
Il gendarme aveva appena trovato Rezon, Jekins e Cortes.